Raccolta One shot ereri

By levieren4

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ATTENZIONE: boy×boy More

No Name-prima parte-
NO NAME -seconda parte-
No Name- terza parte-

Non lasciarmi

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By levieren4

"Ehi, nanerottolo" mi volto verso quella voce squillante e fastidiosa.

"Cosa vuoi Quattr'occhi?" chiedo esasperato, ho litigato con Eren, non ho voglia di parlare con nessuno.

"Ho saputo da Eren che avete litigato, ma non ha voluto dirmi il motivo"

Sinceramente non lo so nemmeno io; sto per rispondere che questi non sono affari suoi, quando la campanella suona, segnando l'inizio delle lezioni.

Mi incammino verso l'entrata. Non passano nemmeno due minuti che sento Hanji imprecare.

"Cosa c'è, adesso?" le chiedo sbuffando.

"Ho dimenticato il cellulare- piagnucola -Non è che potresti prestarmi il tuo?" dice assumendo la tipica faccia da cane bastonato.

Rispondo con un No secco e lei inizia a lamentarsi tanto che perdo la pazienza e le consegno il mio iphone 6S nero

"Tieni, basta che la smetti di lagnarti. Forza andiamo in classe o faremo tardi"

"Va bene, grazie nanetto" sbuffo e vado in classe.

Appena entro noto Eren con la testa appoggiata sul banco ed Armin che gli sussurra qualcosa.

Prendo posto e subito il professore fa il suo ingresso dando inizio a 5 ore di pura noia.

Alla fine delle lezioni scopro che mi toccano le pulizie dell'aula.

Non è una tragedia, io amo pulire.

La cosa preoccupante è che sono in gruppo con Hanji ed Eren.

Iniziamo a pulire, quando Hanji chiede al moccioso di andare a prendere un altro secchio e mi chiede di accompagnarlo; sto per ribattere ma lei, intuendo la mia risposta, mi fulmina con lo sguardo.

Per questa volta decido di lasciar stare e seguo il moccioso.

Ci voltiamo entrambi verso la porta che sbatte, per quanto il buio del piccolo stanzino ce lo permetta.

Non ho la minima idea di come la porta si fosse chiusa.

Un colpo di vento? O forse no.

Un'ipotesi, o meglio un nome, attraversa la mia mente come un fulmine a ciel sereno: Hanji Zoe.

"Cazzo. No." dico, conoscendo il problema di quella porta.

"C-cosa c'è?" chiede il moccioso, sentendo il mio tono esasperato, mentre cercava l'interruttore della luce, tastando la parete.

"È inutile che continui a cercare, moccioso. L'interruttore è all'esterno e come se non bastasse questa stupida porta è difettosa può essere aperta solo dall'esterno." forse era meglio se stavo zitto.

"Che cosa? Chiusi qui? Spero tu stia scherzando." dice Eren con voce tremante.

"Non sto scherzando, non ne avrei motivo." confermo, passandomi una mano tra i capelli.

Tasto le tasche e come previsto il cellulare non c'è.

Dannata Quattr'occhi, appena esco di qui non la passerà liscia.

"Cavolo. Apriti." soltanto il modo in cui Eren ha pronunciato queste parole, mi ha fatto sbiancare.

Perché c'è qualcosa che non va, lo sento.

"No, no, no, no." ormai è una litania continua.

Il moccioso continua a battere le mani sulla porta in preda al panico, cercando di aprirla senza alcun risultato; mentre io lo guardo preoccupato.

"No. Ti prego, apriti"

Devo fare qualcosa.

"Eren" lo afferro per le braccia e lo tiro indietro stringendolo a me con la schiena schiacciata contro il mio petto.

Adesso che il moccioso respira troppo velocemente, inizio seriamente ad avere paura.
Non penso sia un attacco d'asma, se ne soffrisse me lo avrebbe detto.

Infatti questo non è asma.

Questo è un fottutissimo attacco di panico.

Adesso capisco il perché della sua tendenza ad allontanarsi dai luoghi affollati, come ad esempio durante il festival scolastico oppure quando siamo nel laboratorio sceglie sempre il banco vicino la finestra, aprendola, nonostante fuori faccia un freddo cane.

Questo stanzino è buio e stretto, è normale che Eren stia avendo questa reazione.

Devo rimanere calmo, nonostante la paura e la preoccupazione mi stiano divorando.

"No. Aiuto. Non respiro! Non c'è aria!" ha iniziato ad ansimare.
Eren, guardami. Eren" gli afferro il viso con le mani e lo faccio voltare verso di me.

Ho bisogno che mi presti attenzione, anche se c'è talmente poca luce da non riuscire a guardarci.

Ma, essendomi abituato al buio, riesco a scorgere il suo viso sofferente.

"Eren, ascoltami. Ok? Devi respirare con me, capito? Respiri profondi. Dentro e fuori, forza" lo incoraggio, ma è come se non mi stesse ascoltando.

Continua a respirare molto velocemente ed il suo petto si abbassa e si alza al ritmo sbagliato.

"Eren! Forza, non è difficile" lo richiamo, mentre lui continua ad ansimare.

Se continua così potrebbe vomitare.

O peggio, svenire.

"Moccioso. Eren, piccolo. Ti prego respira."

"Non posso, non c'è aria qui! Non ci riesco!" urla tenendosi il petto.

"Invece ce n'è abbastanza, Eren. Devi solo respirare profondamente. Con me, coraggio" gli mostro come fare ma Eren non collabora.

Devo trovare una soluzione.

"Fammi uscire. Ti prego, Levi. Non riesco a stare qui" mi supplica Eren con voce rotta dal pianto.

Odio vedere il moccioso piangere; ragione in più per trovare una soluzione.

"Oi, piccolo smettila di piangere. Calmati." cerco di togliere le lacrime dal suo pallido viso, fallendo.
Dato che le calde lacrime continuavano a solcargli il viso.

"Eren, se continui a piangere peggiori solo le cose. Capisci?" lui annuisce e cerca di calmarsi, anche se il suo corpo è ancora scosso dai singhiozzi.

"Adesso ascoltami, devi fare respiri profondi. Dai, fallo per me" gli dico con il tono più dolce e pacato possibile. Due.

Eren è riuscito a fare due respiri profondi.

Anche se adesso ha iniziato di nuovo ad ansimare tenendosi il petto, dolorante.

"Hai visto? Non è difficile" dico cercando di restare calmo, anche se ho notato che Eren è più agitato di prima. Sento il suo corpo più pesante, segno che si sta lasciando andare.

"Eren. Eren, resisti. Resta con me."

Lo stendo a terra e mi sistemo accanto a lui, pensando al da farsi.

Cazzo, Levi, pensa.

Ad un certo punto decido di fare una cosa, noncurante del litigio che abbiamo avuto: lo bacio, in modo da imporre il ritmo da seguire per la respirazione.

In questo momento voglio solo che torni come prima, che mi faccia esasperare con le sue mille domande, che mi riempia di baci ogni volta che mi fa arrabbiare; non ce la faccio più a vederlo così.

Mi stacco da lui e spero che il mio "piano" abbia funzionato.

Anche perché non so più cosa fare.

Mentre penso ad un'altra soluzione, sento tirarmi il braccio, sposto lo sguardo sul ''mio'' moccioso e noto che sta sorridendo.
Mi fa cenno di avvicinarmi, lo faccio e mi bacia.

Inizialmente sono sorpreso, poi ricambio.

Ci stacchiamo e gli passo una mano tra i capelli castani, sudati.

Tiro un sospiro di sollievo, il suo respiro è regolare.

"Ti senti meglio?" lui si volta verso di me "Sì. Grazie, Levi"

Si accoccola sulle mie gambe, mentre continuo ad accarezzargli il capo.

"Levi, dobbiamo restare qui ancora per molto?"

Sobbalzo, pensavo si fosse addormentato.

"Finché quella pazza di Hanji non viene ad aprirci" gli dico sospirando; lo attiro a me facendo aderire i nostri petti, mi avvicino al suo orecchio.

"Sei ancora arrabbiato con me?" sussurro.

Lui come risposta mi dà un bacio a stampo.

Sorrido.

Poi poggia la testa nell'incavo del mio collo, mentre io gli lascio dei baci tra i capelli.

Restiamo così per un po', quando il rumore della serratura attira la nostra attenzione, la porta viene aperta da Hanji che ha uno strano sorriso sul volto.

"Lo sapevo! Lo hanno fatto! Erwin mi devi una pizza! Dov'è la fotocamera quando serve?" urla come una pazza.

"Eren, potevi almeno dirmelo, mi sarei tolto i pantaloni" dico spostando lo sguardo sul moccioso, diventato rosso dell'imbarazzo.

Ci alziamo ed usciamo da quella maledetta stanza.

Saluto Eren con un veloce bacio e mi dirigo da quella pazza di Hanji, pronto a farle passare le pene dell'inferno.

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