magic of demigods

By feelingsfall

160K 8.1K 3.2K

"una profezia. due mondi. un nemico in comune. un mondo da salvare. ma saranno in grado di riuscirci?" Percy... More

Harry
Harry
Percy
Percy
Harry
Annabeth
Percy
Annabeth
Percy
Harry
Draco
Draco
Harry.
Percy
Percy.
Jason
Jason
Percy
Harry
Annabeth
Leo
Harry
Harry
Piper
Percy
Piper
Annabeth
Annabeth
Frank
Hazel
Frank
Hermione
Grover
Harry
Annabeth
Harry
Percy.
Jason
Grover
Nico
Annabeth
Jason
Harry
Percy
Annabeth
Jason
Annabeth
Ron
Annabeth
Percy
Jason
Piper
Hermione
Nico
Hermione
Piper
Harry
Jason
Ron
Hazel
Frank
Hazel
Percy
Leo
Nico
Nico
Annabeth
Annabeth
Harry
Draco
Grover
Hermione
Percy
Piper
Nico
Annabeth
RINGRAZIAMENTI & SORPRESA
yes, we're not dead
LIVE INSTAGRAM
LIVE INSTAGRAM II
ORARIO LIVE
ORARIO LIVE II

Ron

1.7K 110 41
By feelingsfall

Erano passati cinque giorni dalla "gita" sui Pirenei, la nave aveva oltrepassato la Spagna e ora si trovava al confine con il mar mediterraneo.

Era circa mezzogiorno, i ragazzi se ne stavano ognuno per conto loro a riposare, erano stati giorni difficili: appena arrivati in Spagna, erano stati costantemente attaccati da mostri e questo aveva seriamente danneggiato la nave, già rovinata dagli avvenimenti precedenti.

Oltre ai problemi dell'imbarcazione vie erano stati quelli del tempo: ormai l'inverno era alle porte e tutto il tragitto che aveva costeggiato la Francia era stato caratterizzato da un freddo glaciale; quando poi erano finalmente arrivati sulle coste spagnole, il clima si era fatto più mite e la temperatura si era alzata e, per lo meno, non c'era più la neve sul ponte che arrivava alle ginocchia.

E poi, da quando Luke aveva parlato con i maghi, Percy ed Annabeth non parlavano con nessuno dell'equipaggio, a meno che non si trattasse di strategie o qualcosa che avesse a che fare con la missione.

Vi era un clima di tensione perenne: quando i due ragazzi non incrociavano neanche lo sguardo dei loro compagni; Grover e Nico erano gli unici che riuscissero ad avere una conversazione con loro le cui parole non erano "che rotta dobbiamo prendere" o "Leo ha bisogno di Annabeth in sala macchine" e via così.

Al mago dispiaceva molto per la situazione e soprattutto gli dispiaceva per Harry: da quando aveva conosciuto Percy, sembrava esser riuscito a sciogliere il blocco di ghiaccio che gli aggravava il cuore.

Nonostante Ron sapesse di essere il suo migliore amico e il più fidato, non riusciva a comprendere a pieno i sentimenti che provava l'amico a proposito di quello che gli era successo perché non li aveva vissuti in prima persona; Percy invece sì, e forse erano gli unici in grado di aiutarsi a tornare pienamente felici, se mai fosse stato possibile.

Ron, da quando aveva conosciuto il figlio di Poseidone, non lo aveva mai visto così solitario e cupo, qualcosa dentro il semideo si era distrutto e il mago sperava ardentemente che non fosse la fiducia nei confronti degli altri ragazzi: la fiducia era quello che teneva unito il gruppo, era la loro arma più potente, e senza di essa non sapeva quanto sarebbero durati.

Ron era in piedi, appoggiato alla balaustra del ponte ad osservare l'oceano, così immenso, che man mano si avvicinavano alle terre sconfinate dello stretto di Gibilterra: era una giornata soleggiata e il cielo era limpido con qualche sprazzo bianco di nuvole qua e la, che sfumavano con il color azzurro intenso sullo sfondo; i raggi di sole colpivano il viso lentigginoso del ragazzo sulle guance e gli provocavano un senso di tranquillità e conforto.

Harry si avvicinò a lui silenziosamente, com'era suo tipico fare da quando lo conosceva "ehi amico" disse posandogli delicatamente una mano sulla spalla e riscuotendo il mago dai propri pensieri.

"Harry..." cominciò Ron sovrappensiero "credo di essermi appena reso conto di quanto noi maghi siamo svantaggiati nei confronti dei semidei" disse tutto d'un fiato, assumendo un'espressione sul viso di qualcuno a cui avevano appena tirato uno schiaffo o si fosse appena risvegliato bruscamente da un sonno tranquillo, quasi in grado di nascondere la realtà.

Harry lo guardò stranito, come se anche lui non avesse mai pensato prima alle parole dell'amico fino a quel momento, che invece occupavano la sua mente da giorni "che intendi?"

"beh...Per noi maghi è tutto nuovo, ogni incontro con un mostro equivale ad una nuova pericolosa esperienza, mentre per i semidei è tutto così famigliare..."

Harry fece un sospiro di consapevolezza ed accettazione "già...Alcune volte mi chiedo che cosa ci facciamo qui, La nostra magia non gli serve..." il suo tono si fece un po' più cupo; il ragazzo lanciò un'occhiata di sottecchi a Percy, che se ne stava nella sala macchine, affacciato alla finestra e sbraitando contro Leo, che girava il timone con una tale forza da poterlo spezzare ne tentativo di manovrare la nave.

"forse, andando avanti, ci sarà bisogno di noi, in fondo mitologia e magia si intrecciano l'una con l'altra..."

Harry sorrise, fu un sorriso sincero che fece risplendere i suoi occhi in contrasto con il colore impetuoso del mare "forse hai ragione tu Ron"

Il ragazzo stava per aggiungere qualcos'altro ma venne interrotto dalla voce di Jason che si avvicinò ai ragazzi, tallonato dagli altri "siamo arrivati"

"dove?" chiese il mago dai capelli rossicci, anche se in una piccola parte del suo cervello sapeva già la risposta.

"alle colonne di Ercole" rispose il biondo gonfiando il petto mentre prendeva un grosso respiro, come se volesse rilassare i nervi tesi in qualche modo; anche se Ron poteva vedere le mani del ragazzo che stringevano la balaustra con una tale forza da sbiancargli le nocche e fare risaltare tutti i muscoli delle braccia.

Era posto veramente magnifico: due lande di terra, ricoperte di vegetazione che variava dai colori verde sgargiate a quello più cupo della foresta, erano separate da un tratto di oceano che si incontrava con il mar mediterraneo e creava dei strani giochi di colore con le coste alte e rocciose, che si alternavano ai piccoli golfi sabbiosi.

La luce si insinuava nelle fronde degli alberi creando un effetto di penombra sui prati, che riflettevano strane forme opache indistinte che facevano apparire la zona a macchie verdi chiare e scure.

Ron non si rese conto di star trattenendo il fiato finchè un gemito sommesso di esultazione da parte di Hermione non gli fece buttare fuori tutta l'aria.

Quando i ragazzi giunsero nel punto in cui le due coste si sfioravano, un uomo alto e muscoloso se ne stava su una spiaggia ad osservare la nave, aveva uno sguardo duro: era alto e molto abbronzato, i capelli biondi gli ricadevano sulla fronte oscurandogli leggermente gli occhi, le ciglia folte creavano dei giochi di chiaroscuro sul suo viso dai lineamenti rigidi e prefetti.

Era a petto nudo, facendo così risaltare gli addominali scolpiti e i muscoli delle spalle e delle braccia e indossava dei pantaloni avvolti sui polpacci sbadatamente: l'uomo li guardò con aria innervosita, anche se nei suoi occhi vi era una punta di sorpresa; un guizzo veloce che non tutti avrebbero notato se non avessero prestato molta attenzione alla figura davanti a loro.

"quello è...?" chiese Hermione balbettando e ferendo leggermente l'orgoglio Ron, che provò una fitta di gelosia che però svanì quasi subito: anche lui era rimasto senza parole.

"in persona" rispose secco Jason, che non sembrava molto contento di vederlo "ma è molto meno simpatico quando lo conosci"

"un momento...." disse Ron alzando le mani come a chieder un time-out da quella visone afrodisiaca che faceva sbavare tutte le ragazze della nave e, forse Nico, beh...Il biondo era i suo tipo... "voi l'avete già incontrato?"

"già..." intervenne Piper roteando gli occhi e liquidando la questione con un verso di scherno "non è stato proprio il massimo"

"okay, allora voi aspettatemi qui, io torno tra un secondo" disse Jason mentre si avviava verso la scaletta della nave con fare deciso.

"non se ne parla superman" disse Percy serio posando una mano sulla spalla del ragazzo, che però fece ricadere subito dopo sul fianco, come se il tocco gli avesse provocato una scottatura "come ha ricordato Piper prima, l'ultima volta non è andata molto bene, io dico di andare tutti, sarebbe più prudente"

I ragazzi si guardarono con fare incerto e un silenzio molto imbarazzante calò per qualche istante, che sembrò durare un'eternità "andiamo, non perdiamo tempo" disse alla fine Hazel facendo segno ai ragazzi di seguirla, mentre scendeva per la scaletta della nave.

I ragazzi si incamminarono verso la spiaggia: il contatto dei piedi di Ron con la sabbia granulosa lo fece sussultare, non era stato molte volte al mare e di certo non in Spagna.

Ercole li squadrò uno ad uno, soffermandosi ad osservare l'abbigliamento trasandato e rovinato del gruppo, poi si rivolse a Jason e Piper e socchiuse gli occhi "ancora qui? Non vi è bastata già una volta?"

"è bello vedere anche te fratello" rispose Jason con un tocco di ironia nel tono di voce.

"sì sì sì..." disse l'uomo distrattamente "guarda guarda, un bel gruppo di semidei e adesso che Acheloo non ha più il suo corno, che cosa vi posso far fare? Non ho bisogno di niente da una banda di adolescenti"

Ron fece una smorfia per la definizione affibbiata dall'uomo e poi si chiese di che cosa stava parlando, ma sapeva benissimo che se l'avesse chiesto gli avrebbero risposta "è una lunga storia", che era più o meno la risposta che davano ogni volta che accennavano ad un'avventura passata.

"lei è il vero Ercole?" chiese Hermione con fare sognante "quello delle 12 fatiche? Il figlio di Zeus divenuto un dio?"

"proprio così signorina" disse lui alzando un sopracciglio "e tu saresti?"

"Hermione Granger" disse lei tutto d'un fiato, raddrizzando la schiena improvvisamente.

Ercole continuò a guardare i ragazzi "due figli di Ade, un figlio di Ares, un satiro, una figlia di Atena e..." si bloccò "guarda un po', un figlio di Poseidone, era da un po' che non ne vedevo di così giovane"

Percy lo guardò male: fu uno sguardo truce, uno di quelli che Ron aveva riservato a Malfoy per anni e che molte volte si sforzava ancora di non assumere, ormai era come impresso nel suo DNA, chissà se l'avrebbe trasmesso ai suoi figli.

"un momento...Non sarai mica?" rise "Impossibile, tu non sei Perseus Jackson, sei solo un ragazzino"

Il figlio del mare sgranò leggermente gli occhi, poi l'angolo destro della bocca si incespicò in un sorriso quasi invisibile "preferisco che mi chiamino solo Percy"

Ercole scoppiò a ridere portandosi entrambe le mani sul ventre "tu?" poi si girò a guardare il cielo "seriamente? Avete scelto questo ragazzino per salvarvi il posteriore?"

"ma lo sa vero che è qui e può sentirlo?" disse Ron a bassa voce a Jason, che si trovava di fianco a lui, il quale rispose con un'occhiata silenziosa che diceva "lascialo parlare, prima che ti incenerisca".

Ercole si concentrò di nuovo su Percy, che non sembrava interessato a rispondere alla provocazione "ragazzo, quando mi hanno raccontato di te, ho pensato che fossi uno di quei tipi super palestrati e strani, sai quanto mi hanno preso in giro perché sostenevano che fossi più potente di me? E ora che ti vedo mi viene solo da ridere"

"è meglio andare..." disse Jason, interrompendo il monologo del dio "non vorremmo disturbarti..."

L'uomo di risposta gli puntò un dito contro "stai scherzando? Percy Jackson è sulla mia isola, il mito, lo definivano...Un mito un po' sgonfio non trovi?"

Percy a quel punto non riuscì a stare in silenzio, nonostante le frecciatine da parte di Jason che lo spingevano silenziosamente a non rispondere, disse "sai è strano, a me non hanno mai detto che un idiota come te potesse diventare un dio"

Lo sguardo del dio divenne improvvisamente serio "come scusa? Non ti conviene farmi arrabbiare sai, ho tutto il tempo e la voglia di torturati come mi pare e piace, a differenza tua, mezzosangue"

Percy lo guardò per un secondo, come se dovesse trattenersi dal pronunciare parole poco consuete da dire, anche davanti ad uno sbruffone come Ercole, che era pur sempre un dio in fondo "potresti sorprendenti delle cose che ho fatto, chiedilo ad Ares, credo sia ancora ferito dentro, senza offesa Frank"

Il ragazzo fece spallucce, mentre un tuono lacerò il silenzio, nonostante il cielo non minacciasse pioggia.

A quel punto Ercole continuò, dopo aver lanciato uno sguardo al cielo "ho fatto cose che nemmeno immagini: Ho strangolato un serpente a mani nude"

"amico non hai idea di come ha dato di matto mia madre quando l'ha saputo"

"Ho combattuto contro il leone Nemea"

"anche io, quanti anni avevo? 14?"

"ho combattuto contro un idra"

"anch'io, e anche con Clarisse, che è più o meno la stessa cosa, se non peggio..."

"ho combattuto contro un maiale che nessuno aveva mai ucciso"

"io credo di aver combattuto contro la sua fidanzata, un paio di ore prima di distruggere Crono"

"una volta ho dovuto pulire delle stalle che non sono mai state pulite da nessuno"

"idem, ho sentito che una ninfa ti ha aiutato...Io ho usato i miei poteri"

"beh io..."

Percy a quel punto sorrise, un sorriso provocatorio che non gli si vedeva fare da giorni "amico potrei continuare così tutto il giorno"

Era come guardare la pallina in una partita di tennis e Percy sembrava saper condurre il gioco maestosamente.

"beh...io ho combattuto contro le amazzoni"

"anch'io"

"il Minotauro"

"due volte, la prima avevo 12 anni"

"sono andato e tornato dagli inferi!"

"amico, sono stufo di quel posto"

"io io...." il sorriso sicuro del dio vacillò e lasciò il posto ad un'espressione accigliata e disorientata.

Il figlio di Poseidone lo guardò torvo allontanandosi dall'uomo "hai finito? vorremmo andare..."

"mi hanno offerto l'immortalità" disse esasperato Ercole alzando una mano per enfatizzare le sue parole.

"mmm...Anche a me, ma sai c'era una certa ragazza..." il figlio di Poseidone lanciò un'occhiata ad Annabeth che guardava la scena con la bocca aperta e gli occhi fuori dalle orbite: al commento finale di Percy, era diventata tutta rossa e aveva scosso leggermente il capo.

"ora basta" urlò Ercole disperato.

Ron, oltre a ridere per la scena, era strabiliato dalla marea di cose che Percy aveva affrontato, e tutto questo in un arco di tempo veramente breve.

Alcune volte ci si dimenticava che il ragazzo avesse solo 17 anni, tenendo conto di tutte le imprese che aveva compiuto, poi si ricordava di Harry e si diceva che non era un unico caso: a volte il destino sorteggiava dei ragazzi e gli metteva nelle mani, fin da piccoli, un peso che avrebbero dovuto trasportare per il resto della loro vita, un peso troppo grande da sostenere da soli.

"direi che possiamo andarcene" disse Jason mentre si incamminava verso la nave con fare incerto, seguito dal resto dei ragazzi.

"un'ultima cosa" disse Percy sollevando l'indice e facendo dietro front.

Il ragazzo si avvicinò ad Ercole e poi fece una cosa che lasciò tutti di stucco: gli tirò un pungo che lo fece cadere a terra, sulla sabbia dorata della spiaggia.

"l'altra volta non ho avuto il tempo" disse il ragazzo con fare duro, truce "ma adesso sì"

Si girò per andarsene, poi però si bloccò e, senza neanche girarsi, disse "questo era per Zoe"

E se ne andò, seguito dagli altri ragazzi.

Continue Reading

You'll Also Like

80.5K 4.7K 23
"-Ho paura. Paura che mi mancherร  per sempre, che ci sarร  sempre, dietro ad ogni viso, dietro ad ogni bacio, come una vecchia presenza.- Rispose lei...
28.5K 849 43
Sei triste? Arrabbiato? Annoiato? Vuoi trovare un modo per distrarti dalle giornate scolastiche noiose? DRAMIONE HUMOR รจ la soluzione giusta per te...
26.8K 1.7K 12
In cui una ragazza aracnofobica si ritroverร  a soccorrere un ragazzo vestito di blu e rosso che continua a ripetere di essere un supereroe. ๐Ÿ•ท ambien...