Love Lucifer - The Perfect An...

By NoaWillfort

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Amy, una ragazza dal grande cuore con un passato molto complesso alle spalle. Una ragazza ibrido, nata da un... More

Chi sono io?
Morgan
Ricordo
Misteri
Forse mi sono innamorata?
Che mi succede?
Delusione
Verità sul passato
La cena
L'allenamento
La caduta
Amicizia
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Desiderio di sangue
Passato
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Amicizia 2
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Ritorno al Paradiso
Ricerche
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Allucinazioni
Dolore e Morte
Senza Forze
Pensieri
La mia vera identità
Fratelli
Incantesimo Oscuro
Richiesta d'aiuto
Scoperte
Non lasciarmi
Viaggio
Menzogna o Verità?
Battaglia e Sacrificio
Risveglio
Incoronazione
Nascita
Finalmente felici dopo tanto tempo
Epilogo
Secondo Libro della Saga

Lucifero

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By NoaWillfort

( Pow Morgan )

Dopo aver usato il teletrasporto mi ritrovai nel cimitero dove si trovava la mia tomba. La guardai con odio e disprezzo, ogni volta che uso questo dannato potere per andarmene via da mia figlia mi ritrovo sempre qui. Spiegai le mie candide ali, le piume erano di un bianco perla, tranne due che erano nere. Quando le piume diventano nere significa che un Angelo ha commesso un peccato nei confronti del Signore dei Cieli, non diventano tutte nere perché lui non desidera perdere i propri figli. Con uno sbalzo iniziai a volare verso il Regno dei cieli. Superando le nuvole alzai il braccio destro dove avevo un bracciale che mi permetteva di entrare in Paradiso. Ogni Angelo ne aveva uno e senza il proprio possessore non funzionava. Mi ritrovai nella piazza centrale dove era strapiena di Angeli che chiacchieravano tra loro. Ad attendermi ci fu mio padre, ovvero il Re dei Cieli "Michele". Gli andai incontro e mi sorrise, accanto vidi mia madre di nome Ginevra che altrettanto mi sorrise.

<< Bentornata figlia mia >>

<< Salve padre, cosa vi porta qui? >>

<< Volevamo vederti, al momento non c'è nessun compito da svolgere e io e tua madre volevamo parlarti >> disse mio padre con tono serio.

<< Spero che oltre a non poter parlare con mia figlia e tenermi segretata al Paradiso e odiata da molti non ci siano altre notizie peggiori >>

Mia madre abbassò il capo, notai lo sguardo irritato di mio padre, gli ho solamente ricordato le regole che ha dovuto mettere alla sua stessa figlia per renderla infelice. Incrociai le braccia e attendevo con noia il suo solito discorsetto.

<< Sai bene che non ho avuto scelta. Morgan io sono il Re dei cieli, non ho gradito quello che hai fatto e sai bene che le regole del nostro creatore sono intoccabili. Non hai rispettato le regole e queste sono le conseguenze, quindi ho deciso di punirti piuttosto di perderti, quindi rispetta la mia decisione >>

<< Certamente padre, ma sarò infelice per il resto della mia esistenza per delle stupide regole. Desidero crescere mia figlia e voi con queste stupide regole non fate altro che peggiorare la situazione >> dissi io con tono furioso nei loro confronti.

<< Tesoro sai bene cosa è per metà tua figlia e mi rincresce dirlo, ma non potrà mai essere accettata in Paradiso >> disse mia madre con tono altrettanto serio.

<< Madre anche voi mi fate la predica? Lasciate stare mia figlia o vedrete cosa diventerà "vostra" figlia >>

Me ne andai verso la mia camera come una furia. Entrai sbattendo la porta e mi fermai al centro della mia stanza a guardare il vuoto. Pensando alle parole dei miei genitori non mi accorsi che qualcuno mi stava abbracciando, sapendo chi fosse aspettai una sua parola.

<< Mi hai riconosciuto non è così? >>

<< Daniel... Come farei a non riconoscere mio fratello? >>

Sciolse l'abbraccio e mi voltai verso di lui. Capelli color castano identici hai miei, occhi grigi a differenza dei miei che sono verdi, alto poco più di me. Ci volevamo un bene dell'anima e lui in qualche modo riusciva sempre a capirmi.

<< So bene cosa ti hanno detto i nostri genitori un momento fa, ho ascoltato tutto da qui con una mia magia >> disse mio fratello con tono calmo.

<< Io non riesco a capire, la mia bambina non centra nulla con quello che ho fatto in passato e la mia più grande paura è che le facciano del male >> dissi io cercando di trattenere le lacrime, ero furiosa nei loro confronti.

<< Io non glielo permetterò, sono pur sempre suo Zio e sai bene che non è colpa tua, i sentimenti non si possono comandare >>

<< Lo so bene Daniel, ma ho paura delle intenzione dei nostri genitori >>

( Pow Amy )

<< MAMMA >>

Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, mi alzai di scatto dal letto per cercare di raggiungere la sua figura, ma scomparve immediatamente. Adesso ho pure le allucinazioni?
Sentì dei passi correre verso la mia stanza, la porta si aprì di colpo, vidi lo sguardo di Cassie preoccupato e si avvicinò.

<< Tutto bene figliola? >>

<< Si sto bene e solo che... Mi era sembrato di aver visto mia madre >> dissi io guardando il punto in cui era scomparsa.

Lei non disse nulla, anzi mi diede le spalle. So bene che si conoscevano da quando ero piccola, sicuramente mi avrà adottata per questo.

<< Cassie perché mi hai adottata? >>

Entrambe ci guardammo negli occhi, dentro di me speravo di sapere la verità una volta per tutte.

<< Perché questa domanda? >> chiese lei senza mostrare nessuna emozione.

<< So bene che conoscevi mia madre, ho visto che hai delle foto con lei in camera tua, le dovevi un favore? Quale è il motivo per cui mi hai adottata? >>

<< Io e tua madre fin da piccole eravamo grandi amiche. Quando seppi che era rimasta incinta ero felicissima per lei, ma quando arrivò quel tragico giorno il mio cuore si spezzò completamente. Sapevo dove ti avevano portata così ho preso la decisione di adottarti. Un tempo le avevo promesso che mi sarei presa cura di te se le fosse successo qualcosa e per me è stata la scelta migliore che avessi mai potuto prendere >> disse lei sorridendo alle ultime parole che aveva detto.

Mi vennero le lacrime agli'occhi e l'abbracciai sentendomi ricambiata. Sciolsi l'abbraccio e le sorrisi.

<< Grazie di tutto, adesso so la verità >>

<< Di nulla cara. Adesso andiamo a pranzare prima che si raffredda tutto quello che ho cucinato per noi >>

Passò qualche ora. Guardai l'orario ed erano le 16:30, vedendo l'ora mi ricordai di dover andare a casa di Kreta. Andai in bagno e mi feci una  doccia rapida. Finito il tutto tornai in camera per prepararmi, indossai una canottiera blu, dei leghins neri e delle scarpe da ginnastica nere. Per il trucco optai per eyeliner, un filo di matita e mascara. Quando fui pronta presi la mia borsa. Scendendo al piano di sotto salutai Cassie e andai verso casa di Kreta. Le strade non erano molto affollate dato l'orario. Presi molte scorciatoie per arrivare il prima possibile dato che ero in ritardo, quando tornai alla strada una strana luce mi accecò, fin da piccola non ho mai sopportato la luce troppo forte. Non mi accorsi che una macchina mi stava per arrivare addosso, quando fu vicinissima a me qualcuno mi spinse via dalla strada. Il guidatore se ne andò via urlandomi  contro. Mi guardai attorno cercando di capire cosa era appena successo, vidi un ragazzo che mi pose gentilmente la sua mano per aiutarmi, accettai il suo aiuto. Quando lo guardai rimasi incantata da tale bellezza, capelli neri come la pece, occhi azzurri come il ghiaccio, molto più alto di me e muscoloso al punto giusto. Ci guardammo con insistenza e nessuno dei due era intenzionato a togliere lo sguardo.

<< Ehm... Ti ringrazio per prima, se non era per te quello mi avrebbe messo sotto con la sua auto >> dissi io grattandomi la nuca in segno di imbarazzo.

<< Non ringraziarmi, piuttosto vedi di stare più attenta la prossima volta >> disse lui con un piccolo sorriso.

Mi salutò con un cenno della mano.

<< Aspetta! >> urlai io per fermarlo.

Lui si voltò verso di me, quello sguardo mi avrebbe fatto dimenticare pure dove mi trovavo. Tornai me stessa e gli sorrisi.

<< Posso sapere almeno il tuo nome? >> chiesi io con curiosità.

<< Puoi chiamarmi Lucifero >> disse lui con un ghigno.

Sbattei le palpebre sconvolta, lo cercai ovunque con lo sguardo ma era sparito. Decisi di non pensarci e di andare a casa di Kreta, ero fin troppo in ritardo adesso.
Suonai il campanello, appena la porta si aprì delle braccia iniziarono a strattonarmi, io ricambiai.

<< Ehm... Kreta? Mi sta leggermente mancando l'aria >> dissi io con fiato corto.

<< Oh scusami >> disse lei sciogliendo subito l'abbraccio.

Mi fece entrare e notai che sua madre non era in casa.

<< Allora Kreta che ti va di fare? >> chiesi io guardandomi intorno.

<< Ricordi cosa ti ho detto oggi? Volevo fare delle ricerche su quello che eri riuscita ha fare in classe >> disse lei con entusiasmo ricordando il bel momento di stamattina.

Non mi diede nemmeno il tempo di controbattere che continuò il suo discorso.

<< Tu resta qui, io vado a prendere il mio portatile >>

Vidi la mia amica andare verso la sua stanza. Tornai a guardare in giro, aveva davvero una bella casa.

<< Eccomi qui, allora da dove cominciamo? >> disse lei sedendosi sul divano per poi accendere subito il suo portatile.

<< Kreta non penso ci sia qualcosa di utile online >> dissi io cercando di farle capire che non avrebbe trovato nulla.

<< Vale la pena tentare, lo so che  anche tu sei curiosa di sapere qualcosa, ti pregoooo >> disse lei con sguardo dolce.

Mi stava implorando sul serio? Decisi di accontentarla annuendo con il capo.

<< Va bene amica mia, vediamo cosa riusciamo a trovare >> dissi io sedendomi accanto a lei.

Guardai con attenzione lo sfondo che aveva messo, era la nostra foto che ci eravamo fatte di recente al suo compleanno, invece il mio è tra quattro giorni. Pensare di diventare maggiorenne non mi dava nessuna felicità, a differenza della mia amica che era elettrizzata all'idea. Cercammo in diversi siti qualcosa sui miei poteri, ma come immaginavo erano tutte superstizioni e niente che potesse dare anche solo una spiegazione sincera. Nel volto della mia amica vidi una grande delusione per non aver scoperto nulla di interessante o di serio.

<< Dai Kreta almeno ci abbiamo provato, adesso non pensarci più perché devo raccontarti cosa è successo prima di arrivare qui >> dissi io pensando ha quel meraviglioso ragazzo.

Mi sorrise pronta ad ascoltarmi. Le raccontai del super figo che ho incontrato prima, la vidi sghignazzare. Che aveva da ridere?

<< Kreta...? >> dissi io guardandola male.

<< Ahaha, amica mia forse hai trovato la tua anima gemella >> disse lei senza smettere di ridere.

<< Ma se neanche lo conosco >> dissi io alzando gli occhi al cielo.

<< Dai si capisce subito che ti piace e da come ne parli sono sicura che non riesci a smettere di pensare a lui >> disse lei con un sorriso sulle labbra.

Sapevo bene che aveva ragione, ma non lo conosco nemmeno e poi quello che mi aveva sorpreso di lui era proprio il suo nome. Chi era veramente?

( Pow Lucifero )

Tornai all'inferno per sbrigare le solite faccende regali noiose, nulla di importante come al solito. Andai nella sala del trono per sedermi al mio posto. In mente mi tornò quella ragazza, sapevo che era la figlia di Lucien uno dei demoni più fidati della mia cerchia. Confesso che è una bella ragazza con un'aria abbastanza familiare, ma per il momento è meglio non pensare al passato, tanto meno pensarla troppo. Sentì bussare con molta insistenza, chi è che rompe le scatole a quest'ora?

<< Avanti >> dissi io con tono irritato.

Il mio servitore più fidato entrò, sembrava al quanto frettoloso e si inginocchiò.

<< Che succede Malphas? >> dissi io con tono serio e autoritario, non vedevo già l'ora che spariva dalla mia sala reale e soprattutto dalla mia vista. 

<< Mio Signore ho una richiesta da parte di Lucien >> disse in tutta fretta.

<< Sii più rapido a parlare, mi sto già annoiando >>

<< Gli angeli sono intenzionati a catturare la figlia di Lucien per usarla contro l'Inferno >>

<< Sono al corrente dei poteri di quella ragazza, quale è la richiesta di Lucien? >>

<< Tra quattro giorni sua figlia compierá diciott'anni, gli angeli la cattureranno sicuramente quel giorno in cui acquisirà tutti i suoi poteri. Voleva andare al suo compleanno e proteggerla dai pennuti >>

<< Oltre a proteggerla sono sicuro che mi chiederà di portarla qui, tutto sommato mi affascina quella ragazza. Riferisci a Lucien di venire più tardi nella mia stanza >>

<< Sarà fatto mio Signore >>

Prima di andarsene in tutta fretta fece un'inchino e lasciò la sala reale.
Il mio pensiero andò su quella ragazza e su come avrei distrutto i piani di quei pennuti, so di avere la vittoria in mano e di questo ne sono orgoglioso.

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