Il Vicino Di Casa

By noemi635

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Sono sempre stata chiusa nel mio mondo fatto di abitudini e monotonia. Fino al suo arrivo. Lui ha portato una... More

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Non affannatevi troppo, non è un capitolo :/
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Ringraziamenti
Seguito onile :)

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By noemi635

-Abby! Non ti chiamo più! La tua sveglia suonato come minimo....- la voce di mia madre si ferma all'improvviso.

-ABIGAIL!!!!- Urla dopo una frazione di secondo. Credo che se avesse alzato ancora un po' il tono, la sua voce avrebbe rotto la finestra.

-Che?!- chiedo alzandomi di scatto sul letto

-Spiegami questa cosa!!! Subito!!- mi si ghiaccia il sangue nelle vene. Non ho neanche il coraggio di girarmi a guardare.

Ieri sera mi sono addormentata con Isaac al mio fianco, e non l'ho sentito andare via.

Spero con tutto il cuore, che mia madre abbia visto con la sua super vista la serratura rotta della portafinestra, e che al mio fianco non ci sia nessuno. Ma conoscendo la sfiga che mi sta attaccata addosso...non è così.

Chiudo gli occhi e prego mentalmente che il mio desiderio di realizzi. Sposto lentamente il mio piede destro in cerca di un eventuale contatto con la sua gamba, e quando avviene il mio cuore sprofonda nel petto.

Vorrei che la terra si aprisse sotto i miei piedi e mi attirare tra le sue braccia. Non tanto per la vergogna di essere beccata a letto con un ragazzo, con qui tra l'altro, non ho fatto niente...ma più per la rottura di palle che mi farà mia madre. Le sue romanzine, le sue proibizioni...

Isaac struscia la sua gamba contro il mio piede e poi si mette a sedere.

Sotto lo sguardo di mia madre mi da un bacio sulla guancia e poi rivolgendosi a lei la saluta con il sorriso.

-Buongiorno signora!-

Vorrei ridere; ha una faccia tosta da far invidia.

-Cosa devi dirmi?- mi madre lo ignora completamente e si posiziona ai piedi del letto con le braccia incrociate. Da lì mi può vedere bene.

Prendo coraggio e le rispondo -Niente-

-Niente?!- ripete lei con uno sguardo da pazza -NIENTE?!-la seconda volta lo urla

-Forse è meglio che io...- Isaac fa per alzarsi ma mia madre lo fulmina con lo sguardo

-Non ti azzardare. Devi stare fermo li- il suo tono è glaciale. Se prima non lo sopportava, adesso penso che lo odi profondamente.

Ma sta esagerando. La vita è la mia, e faccio quello che voglio.

-Mamma- dico alzandomi -Non abbiamo fatto niente- ho le guance in fiamme

-Non mi interessa!! Tu con lui non ci devi neanche parlare, figurati dormire assieme!!! Mi sembrava di essere stata chiara..-

Isaac si alza dal letto, e con solo i boxer su si dirige al bagno.

-Mamma...io...-

-Io cosa?! Eh? Io cosa??! Ci sono delle regole che devi rispettare in casa mia!! Ne abbiamo già parlato, ma tu ovviamente fai sempre di testa tua!!!-

Ma cosa sta dicendo? Se ho sempre seguito quello che mi diceva lei. Ho sempre fatto una vita del cavolo per seguire quello che secondo lei era giusto per me. Non l'ho mai disobbedita. MAI!

Una rabbia che credevo di non avere, si fa strada dentro di me. Mi invade come una marea fa con la spiaggia, e quando mi satura, scoppio.

-Ma sei scema?!- chiedo apparentemente calma -È da quando sono al mondo che faccio quello che vuoi tu! Sempre! Non ti ho mai negato niente, e tu cosa fai?! Mi rimproveri e mi fai una scenata perché hai trovato nel mio letto un amico, AMICO- specifico urlando -che a te non piace?!-

-Sei mia figlia!- dice tra i denti

-Mi hai sempre un po' trattata male, ma da quando papà è morto per te sono stata solo un peso- dico trattenendo le lacrime. Il nervoso è alle stelle dentro di me.

-Non dire sciocchezze! Io di te faccio quello che voglio. Chiaro?!-

-Questa frase mi fa sembrare più una schiava che una figlia- dico senza pensarci.

Lo schiaffo arriva così veloce che non mi sono neanche resa conto che mia madre avesse alzato la mano.

Per quanto in questi anni mi abbia sempre trattata come una pezza da piedi, non aveva mai alzato le mani.

Questa sberla fa più male che essere investita da un tir.

Mi porto una mano sulla guancia dolorante, e fisso mia madre incredula.

Improvvisamente sono svuotata da tutta la rabbia, e mi rimane solo dolore.

-Vattene- dice con voce dura -fai le valige e vattene-

Non capisco se sta scherzando o meno. Si avvia alla porta e prende la maniglia -Parlo seriamente Abigail. Fai le valige e va via. Sei chiaramente stufa di me e dei miei modi. Quindi visto che sei autosufficiente va. Io vado al lavoro, e stasera non ti voglio più qui, così fai quello che vuoi- conclude sbattendomi la porta alle spalle.

Quando siamo arrivati a questo? È tutto reale?

La porta del bagno si apre e Isaac esce. Si avvicina a me è mi mette una mano sulla schiena -Tutto ok?- chiede

-Mi...mi...- Non ho il coraggio di dirlo. Faccio un respiro profondo e mi faccio forza -Mi ha sbattuta fuori casa- mormoro con un filo di voce -Non può essere vero...-

Corro alla porta, e dopo averla aperta scendo velocemente le scale.

Trovo mia madre che sta giusto uscendo di casa -Mamma...- dico fermandola.

Lei si volta e mi fissa negli occhi.

Sul suo viso non c'è segno di pianto o rimorso per quello che ha detto pochi istanti prima.

-Devo andarmene?- chiedo incominciando a piangere

-Si. Visto che non ti piacciono le mie regole e il mio modo di fare voglio che tu te ne vada- dice fredda prima di uscire di casa.

Mi accascio sul pavimento davanti alla porta e piango a dirotto.

-Piccoletta?!- Sento Isaac vicino a me -Non piangere, non mi piace vederti triste..-

-E come faccio a non esserlo?!- chiedo alzandomi -Mia madre mi ha appena sbattuta fuori casa!!-

-È colpa mia...- si gratta la nuca con una mano -Non avrei dovuto dormire da te-

E invece si che doveva. A me ha fatto piacere che si sia fermato.

-Non ci pensare Isaac..- dico avviandomi nuovamente su per le scale. Entro in camera e mi guardo in giro.

Cosa faccio ora? Ma soprattutto, dove vado?

Mi siedo sul letto e mi metto le mano tra i capelli. Non mi sembra vera questa situazione.

Come vedo i piedi scalzi di Isaac comparire nella fetta di pavimento che scorgo tra i capelli alzo il viso.

-Cosa faccio ora?- gli chiedo

-Io...- Non termina la frase e rimane li a fissarmi.

Ho un sola soluzione: prendere le mie cose e andare nell'unico motel del paese. Gestito da una vecchia pettegola che sicuramente appena mi vedrà mi sommergerá di domande.

Guardo la mia stanza, e mi vine male. Non so se devo prendere tutte le mie cose o solo in parte, con la speranza che mia madre poi mi riprenda in casa con sé.

Spero solo che sia dovuto dalla rabbia del momento.

Certo mi ha prorpio trattata male, ma lei rimane pur sempre mia madre, e questa casa mia.

-Andrò nel motel in centro. Non ho altra scelta per il momento- mormoro riportando lo sguardo si Isaac.

Si è messo i pantaloni, e ha il petto nudo. Se non fossimo in una situazione diversa sicuramente gli salterei a dosso, ma ora come ora, non ho neanche voglia di guardarlo.

Ho solo voglia di piangere.

Dalla tasca posteriore dei jeans prende il telefono, e dopo aver composto un numero se lo porta all'orecchio.

-Muovi il culo- dice appena dall'altra parte qualcuno risponde imprecando.

-Si, lo so che ore sono. Ma ho bisogno adesso. Ho combinato un guaio e ora devo rimediare- spiega fissando il muro alle mie spalle. Mi spiace che si senta responsabile di questo, e non dovrebbe.

Non si è introdotto in casa mia con la forza, non è entrato nel mio letto contro la mia voglio. Sono io colpevole.

-Adesso!- si mette una mano sul fianco facendo guizzare i muscoli del torace

-Hai dieci minuti. Porta qualche scatola e passa a prendere anche un cilindretto in ferramenta-

-Non lo so, trovatelo e basta. Tra dieci minuti devi essere qui. In casa di Abby. La porta è aperta- chiude la comunicazione e rimette il telefono in tasca.

-Derek sta arrivando- mi spiega

-Non serviva..-dico

-Hai una valigia dove mettere la tua roba?- chiede

-Sotto il letto- la mia voce esce a scatti. Cerco di trattenere le lacrime, ma risulta molto difficile.

Isaac mi si avvicina e mi abbraccia -È colpa mia piccoletta. Scusa...-

-No, è mia. Tu sei stato solo un pretesto suo per far scoppiare l'ennesimo litigio- con le mani mi pulisco le lacrime.

Pensavo che stessero migliorando i sui modi. Dopo che ha incominciato ad andare del terapista le cose stavano migliorando. Non capisco perché ora improvvisamente si sia comportata così.

Ora rimarrà sola in questa casa. Se ne rende conto? Mio fratello è andato via, me mi ha cacciata, papà è morto. Cosa vuole fare? Isolarsi?

Mi stacco da Isaac e vado a prendere le valige sotto al letto, poi le poso sopra e le apro sul e con il suo aiuto le riempio dei vestiti.

Passiamo venti minuti nel più totale silenzio a svuotare il mio armadio e a raggruppare le mie cose.

-Isaac?- sentiamo dal piano di sotto la porta aprirsi e qualcuno entrare.

-Era ora!! Ti avevo detto dieci miniti- lui si affaccia al corridoio e guarda verso le scale

-Caro mio, io le scatole non le cago...va bene? Ho girato due negozi per trovarle...senza contare che dal ferramenta ho trovato un vecchio davanti a me che rompeva i coglioni per qualsiasi cosa. Una tortura!!- Sento che sale le scale e poi entra in camera

-Ciao Abby!!- molla gli scatoloni quasi sul piede di Isaac è mi viene ad abbracciare.

Mi sento un po a disagio. L'ho visto si e no due volte e mi abbraccia così? Come se fossimo amici di vecchia data.

Espansivo il tipo. Esattamente il mio contrario.

-Ciao...- lo saluto con le guance in fiamme

-Spiegatemi cos'e successo...- Derek si stacca da me è si va sedere sul letto.

-Sua madre l'ha sbattuta fuori casa- Isaac si piega e da una scatola grande tira fuori un sacchetto con dentro un cilindretto -Quindi ora abbiamo bisogno del tuo aiuto per raggruppare la roba e andarcene. Piccoletta...hai dei cacciaviti?-

-Devi andare nello scantinato. Sicuramente tra la roba di mio padre ci trovi qualcosa...- dico sedendomi al fianco a Derek sul letto.

-Vado...- Isaac si gira ed esce.

Deduco che voglia trovarlo da solo lo scantinato.

-Perché ha solo i pantaloni? Anfibi e maglia sono diventati un optional?- mi mormora piano nell'orecchio Derek

Il mio rossore torna a farsi vivo sulle guance, mentre con un dito indico gli indumenti rimanenti di Isaac sul pavimento.

-Non dirmi che...avete fatto sesso?!- Urla con le sopracciglia alzate.

-Cosa?! Io...noi...no!!!- mi alzo dal letto come se scottasse -No no no!!-

-Allora perché è mezzo nudo?- incrocia le braccia e mi guarda con un ghignetto divertito stampato in faccia.

-Ha dormito nel mio letto. Ma non ci ho fatto...sesso-  sono viola dall'imbarazzo.

-Non ci credo..- si alza e va alle scale -Isaac....Isaac!!!- Urla

Quando non ottiene risposta lo chiama ancora -Isaac!!-

Niente da fare, non risponde. Mi affaccio anche io sulle scale, e dopo un momento di totale silenzio entrambi ci precipitiamo giù per le scale come due razzi.

E se fosse caduto? Si è fatto male?

Le scale che portano nello scantinato hanno la luce accesa, e la porta è aperta. Scendo velocemente i gradini di cemento freddi seguita da Derek

-Isaac?!- lo chiamo guardando in giro

Lo scantinato è grande e io vedo solo una piccola parte, il resto è nascosto da degli scatoloni.

-Isaac?- riprovo

-È una cazzo di meraviglia!!!-esclama lui

-Dove sei?- mi giro verso gli scatoloni. Mi è parso di sentire la sua voce da quelle parti

-Qui- la sua testa sbuca un istante dopo proprio da dietro gli scatoloni.

-Sei un coglione! Mi hai fatto venire un infarto!- Derek si mette le mani sui fianchi

-Vieni a vedere...ti assicuro che ne vale lo spavento- Isaac sembra sognante

Faccio strada a Derek tra gli scatoloni ammassati li senza un ordine e lo porto da Isaac.

Lo troviamo accucciato davanti alla moto di mio padre.

-Cosa ci fa questa poveretta abbandonata qui sotto?- Derek gli si avvicina e la accarezza -Bella dello zio...non sei più sola ora- toglie del tutto il telo che in parte la copriva e ci si siede sopra.

-Come ci è arrivata qui sotto?- mi chiede Isaac mentre Derek la osserva bene

-Mio padre la stava mettendo a posto prima di ammalarsi. Era la prima moto che si era preso da ragazzo, e mia madre non voleva che la guidasse-

-Perdonami tesoro, ma tua madre non capisce un cazzo!!- Derek torna a posare la moto sul cavalletto laterale e scende

-Lo so, non ti preoccupare- ribatto guardandomi le mani.

Ha ragione, mia madre non capisce niente. Me ne rendo conto sempre di più.

-Come ha fatto a portarla giù tuo padre?- Isaac si alza e viene al mio fianco

-A pezzi, l'ha smontata tutta in giardino e poi l'ha portata giù...-

-La portiamo via con noi- dice Derek

-Non possiamo...- ribatte Isaac

-Non me ne frega un cazzo- Derek contina a guardarla e a girargli in giro -Questa moto viene via con noi-

-Derek...- lo chiama Isaac

-Cosa?- l'altro alza lo sguardo

-Potete portarla via tranquillamente. Tanto a mia madre non gli interessa. Per lei è solo un peso..-

-Grazie cucciola...- Derek mi sorride vittorioso.

-Prendi anche gli scatoloni dietro di te, quelli con la X rossa. Ci sono dentro pezzi originali che mio padre aveva trovato per metterla a posto-

Isaac sospira -chiama gli altri due anche...a questo punto abbiamo troppe cose da portare via, e in tre non c'è la facciamo. Smontatela e mettetela nel garage di casa-

Mi fa male vedere la moto di papà piena di polvere e con le gomme a terra. Sapere come ci veneva lui e vedere come è ridotta senza le sue cure...fa sentire ancora di più la sua mancanza.

Mi giro, e stringendo nel pigiama vado verso le scale.

Non è il momento di piangere, ho altro a qui pensare ora.

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