Il Cavaliere Alato (Disponibi...

By chiarafabb

7.2K 1.3K 2K

DISPONIBILE IN VERSIONE EBOOK SU AMAZON Kether e Tiferet sono gemelle, ma in comune non hanno nulla se non un... More

1. Il terremoto
2. Figlie di re
3. Intrighi a corte
4. L'anello
5. In fuga
6. Guarigione
7. Rabbia
8. Mostro
9. Sogni di Cavalieri Alati
10. Il demone nello specchio
11. Attrazione e sentimento
12. Il principe e l'alchimista
13. Un vaso di porcellana
15. Il processo
16. Ricordi di una madre
17. Il Cavaliere Alato
18. Separazione
19. La partenza
20. Il medaglione
21. Una nuova minaccia
22. Nella tana del lupo
23. Lo Spettro
24. Un litigio da fidanzati
25. Il cubo
26. L'indovina
27. Il capo dei mercenari
28. Prigionieri
29. L'assalto
30. Fuori dal Valico
Il Cavaliere Alato: il sito
31. Eris

14. La Sagane

160 27 46
By chiarafabb


Il sole stava per scomparire, inghiottito dalle montagne a ovest, e un manto d'oscurità si tese sulla città di Gevurah.

Guidate dagli ultimi raggi dell'astro morente, tre figure a cavallo si lasciarono alle spalle il ponte che collegava il castello al resto della città, dirigendosi verso il quartiere povero.

Luis rabbrividì, nonostante la temperatura mite, stringendosi addosso il mantello di lana grezza. Nessuno si sarebbe mai aspettato che il sovrano di Malkuth andasse in giro con un simile indumento, per di più senza una scorta adeguata. I suoi compagni, camuffati come lui per non dare nell'occhio e in sella ai cavalli meno appariscenti delle scuderie reali, erano il generale Morugan e il suo luogotenente Oskar, ed entrambi godevano della piena fiducia del re. Era questo il motivo per cui li aveva scelti per accompagnarlo in quella sortita in incognito, al di fuori delle mura del palazzo.

Ripensando agli eventi di quel pomeriggio, gli sfuggì un sospiro. Sua figlia Kether aveva il potere di confonderlo. Quando aveva posato lo sguardo su di lei, nello studio, aveva creduto che il cuore si fermasse per l'emozione. Assomigliava in maniera così impressionante alla sua defunta madre che per un istante aveva creduto che fosse venuta a visitarlo una visione del passato. Era stato a malincuore che le aveva rivolto quelle parole severe e aveva osservato la sua espressione incupirsi sempre di più. La ragazza ignorava i veri motivi di quel rimprovero e aveva reagito con durezza, accusandolo di ritenerla un mostro. Non c'era niente di più lontano dalla verità, ma per quanto desiderasse raccontarle tutto, non poteva dirle che agiva per il suo bene. La magia - soprattutto il genere di magia di cui lei era dotata - era pericolosa, e andava usata con la massima cautela. Gli aveva già portato via la donna che amava, cosa avrebbe fatto se avesse perso anche sua figlia? Kether non poteva sapere quali implicazioni avrebbe avuto il suo utilizzo, né quali effetti avrebbe avuto su di lei.

Leda, amore mio, se solo tu ci fossi ancora.

Gli sfuggì un altro sospiro, più profondo del precedente. Nonostante fossero passati tanti anni, una lacrima solitaria si aprì un varco nelle sue difese. Scosse le palpebre per scacciarla.

Addentrandosi nel quartiere più malfamato di Gevurah, scorse delle sagome muoversi furtive nel buio. Un paio di volte qualcuno provò ad avvicinarsi, ma bastò che Morugan facesse intravedere il suo spadone, celato sotto il mantello, perché si disinteressassero a loro. Giunsero a destinazione senza incidenti e si infilarono nel cortile di un vecchio edificio fatiscente. All'unisono i tre estrassero delle maschere dalle bisacce da sella, per coprire interamente il viso,lasciando aperti solo dei fori per gli occhi, e le legarono dietro la nuca con dei nastri. Dal buio comparvero dei ragazzini che presero in consegna le loro cavalcature. In fila indiana, con Luis al centro, si avvicinarono alla porta, bussando due volte in rapida successione, poi ancora una volta dopo qualche secondo. Un pesante chiavistello girò nella serratura arrugginita e la porta si mosse quel tanto che bastava per farli passare. Quando furono entrati si richiuse pesantemente e il lucchetto fu rimesso al suo posto.

L'interno del locale era in netto contrasto con lo squallore della facciata. Ovunque le pareti erano ricoperte da arazzi multicolori e dal soffitto pendevano enormi lampadari di cristallo. I piedi degli ospiti poggiavano su uno spesso strato di tappeti. Una donna dall'aspetto florido venne verso di loro, accogliendoli con un largo e provocante sorriso, mentre un servo prendeva in consegna le loro armi, che gli sarebbero state restituite al termine della visita. I tre uomini si liberarono dei mantelli, rivelando al disotto ricche vesti di raso, adorne di nastri e fronzoli. La donna,che si presentò come comare Dafne, rimase favorevolmente impressionata, soprattutto quando Oskar fece tintinnare la borsa di monete che portava alla cintura. «Benvenuti miei signori. Qui potrete usufruire dei più piacevoli intrattenimenti e dimenticare tutti gli altri pensieri». Mentre parlava batté le mani, e un gruppo di ragazze più o meno vestite apparve a circondare i nuovi arrivati, agitando ventagli di piume di struzzo. «Non dovete temere per la vostra riservatezza. Le mie ragazze sono ben addestrate, troverete in loro tutto ciò che cercate...»

Morugan si fece avanti per interrompere la sua tiritera. «Non ci interessa questo tipo di intrattenimento. Siamo qui perché vogliamo consultare la Sagane».

La donna ammutolì e le ragazze che un attimo prima si erano mostrate così disponibili si ritrassero come se fossero state colpite. Luis intuì il loro disagio e fece un cenno a Oskar, che contò alcune monete tra quelle contenute nel sacchetto e le porse alla donna. «Per il vostro disturbo». Quella restò a fissare avidamente le monete per qualche istante, prima di afferrarle e nasconderle tra le pieghe della gonna.

«Seguitemi» disse, prendendo in mano una candela. Li condusse su per la scala che conduceva al piano superiore. Sul ballatoio altre ragazze in abiti succinti si lasciarono andare a sorrisi lascivi, finché la donna che li guidava non le fulminò con un'occhiata, sussurrando: «Questi sono per la Sagane». Allora anche quelle si ritrassero spaventate, e non si avvicinarono più. Gli acuti gemiti e i rochi sussurri che provenivano dalla lunga fila di porte chiuse nel corridoio del primo piano non lasciavano dubbi su quali attività stessero avvenendo lì dentro. La loro guida passò oltre, giungendo dinanzi a una ripida scaletta, che conduceva in quella che doveva essere la soffitta.Gliela indicò e senza dire una parola si dileguò. I tre, con Luis in testa, bussarono alla porticina, chinandosi per passarvi attraverso. L'angusta stanzetta, fiocamente illuminata dalla pallida luce delle candele, odorava di incenso. All'interno c'erano solo un pagliericcio, un bacile colmo d'acqua e un misero altare, dedicato a ignote divinità. Sull'unica sedia mangiata dai tarli, c'era una donna, con un gatto nero in grembo. Aveva un aspetto miserabile, con i capelli scarmigliati e le vesti in disordine. Luis sapeva che doveva avere all'incirca trent'anni, ma ne dimostrava parecchi di più, a causa delle profonde rughe che le solcavano il volto scarno, su cui spuntavano due occhi di un azzurro tanto chiaro da sembrare bianchi. Non c'era luce in quello sguardo, che rifletteva le immagini che aveva dinanzi senza vederle. Luis fece qualche passo all'interno.

«Chi c'è? Cosa volete?» chiese la Sagane, irrigidendo le mani con cui accarezzava il gatto.

«Non temere, non vogliamo farti alcun male. Siamo qui perché abbiamo bisogno dei tuoi servigi». La tranquillizzò il sovrano, sfilandosi la maschera. Data la cecità della donna non si rendeva necessaria. I suoi compagni lo imitarono. «Questa voce...» sussurrò lei. «Siete solo voi tre?» chiese poi. Luis non si stupì che la donna avesse indovinato subito il loro numero. Sapeva che i ciechi dalla nascita sviluppano gli altri sensi in maniera di gran lunga superiore rispetto a coloro che possono usufruire anche della vista. In particolare quella donna poteva contare su una "vista interiore"che le permetteva di avere contatti con i defunti, e che da sempre aveva spaventato a morte coloro che le erano vicini, tanto che i suoi genitori non avevano esitato a venderla a comare Dafne, che gestiva il più famoso bordello della città, pur di sbarazzarsi di lei.Anche lì la sua vita non era stata semplice, era stata accusata di essere una strega e le altre ragazze rifuggivano la sua compagnia.Non era stata cacciata perché il suo "dono", nonostante per lei fosse una maledizione, aveva attirato l'attenzione di molti clienti del bordello, tra cui figuravano anche ricchi mercanti e aristocratici amanti della trasgressione, che avevano preso a richiedere regolarmente i suoi servigi prima di fare affari o investire denaro in nuove attività.

«Chiudete la porta» disse la Sagane, assumendo un tono di comando.

«Ho bisogno di parlare con un mio amico» fece subito il re. «È morto un paio di mesi fa. Si chiamava Daniel Axelrod».

«Riconosco la tua voce. Sei venuto da me anni fa. All'epoca mi avevi fatto una richiesta simile, ma non sei stato soddisfatto della risposta. Cosa ti ha spinto a tornare?» Luis si sentì messo a nudo sotto lo sguardo di quegli occhi vacui. Disse la verità. «Non ho alternative. Devo sapere».

«Morte naturale o violenta?» gli fu domandato.

Luis esitò un istante, poi rispose: «È stato assassinato».

La Sagane annuì. «Ora il tuo amico è uno Spirito Errante che vaga nel Mondo degli Spiriti. In questo modo si realizza l'Espiazione, per poter progredire e liberarsi dalle colpe precedenti, in attesa della Reincarnazione. Forse non vorrà parlare con te. Sei pronto ad accettarlo?»

Dopo un istante di silenzio l'uomo annuì. «Sono pronto».

«Restate immobili, e qualsiasi cosa accada non toccatemi» gli raccomandò.

La donna estrasse dalla tasca un pezzo di spago e cominciò ad annodarlo recitando una sommessa litania, di cui i tre uomini non riuscirono a cogliere il significato, e ben presto cadde in uno stato di trance.Chiamò il defunto per nome diverse volte. Al quinto richiamo lo Spirito rispose.

«Eccomi». I presenti sobbalzarono, mentre il gatto emise un acuto miagolio e scese agilmente dalle gambe della donna, per rifugiarsi tra i ninnoli dell'altare, restando a fissare la scena con le orecchie appiattite sul capo e il pelo ritto. La voce era sempre quella della Sagane, ma aveva assunto un accento gutturale, che la rendeva quasi inumana.

«Daniel» mormorò il sovrano in preda a violente emozioni. «Sei davvero tu?» poi aggiunse: «Dimmi il nome del tuo assassino, Daniel. Chi ha cercato di farmi impazzire e di eliminare la mia famiglia? Devo saperlo perché questa persona è ancora libera, e credo che stia complottando per far del male a Kether e Tiferet». La Sagane tremò e fu scossa da un violento spasmo. «Assassino...? Si, c'è un uomo, un uomo con un tabarro bianco, con uno stemma, un fulmine rosso, sul petto e sulle braccia. Lui è entrato nella Sala delle Udienze di primo mattino. Posso vederlo chiaramente ora... si guarda attorno circospetto, come se avesse qualcosa da nascondere. Tiene in mano un oggetto, una fiala. Ne sparge il contenuto nel braciere vicino al trono». Luis rimase per un istante senza fiato. L'uomo, così come l'aveva descritto lo Spirito, doveva essere un membro degli Intoccabili assoldati da Hod. E questo spiegava anche perché nessuno si fosse insospettito. Infatti gli Intoccabili avevano il permesso di muoversi in ogni angolo del castello, senza restrizioni,per vegliare sulla sua sicurezza. Per suo stesso ordine.

«Luis...» la voce divenne meno minacciosa, ma il sovrano sobbalzò ugualmente sentendosi chiamare per nome in quel modo. «Proteggile... proteggile ragazze... l'ombra di un grande male grava su di loro! Quell'uomo dev'essere fermato, altrimenti loro...» la Sagane si agitò sulla sedia e gettò la testa all'indietro, mostrando il bianco degli occhi.

«Daniel! "Altrimenti loro" cosa? Chi sta tessendo questa tela di intrighi?Devo saperlo!» esclamò, e incurante dell'avvertimento afferrò la Sagane per le spalle. Il contatto con lo spirito si interruppe e Luis fu scaraventato lontano, battendo la testa contro la parete. «Mio signore!» Oskar si precipitò accanto al suo re, che scosse la testa. «Come sta... lei?» chiese in un soffio.

«Pare sia svenuta» rispose Morugan, che si era avvicinato alla donna, la quale si era accasciata sulla sedia senza dare segni di vita.

Luis provò a mettersi in piedi, ma la testa gli doleva, e sarebbe caduto se Oskar non si fosse precipitato a sostenerlo. Un istante prima che il contatto si interrompesse, lo spirito di Daniel gli aveva trasmesso l'immagine di un uomo, e lui aveva potuto vederlo con estrema chiarezza.

Era il Gran Cancelliere Hod.

Se c'erano stati dei dubbi, ora erano svaniti. Conosceva l'identità della persona che aveva complottato contro di lui, mettendo in pericolo la sua famiglia.

Sapeva esattamente cosa fare.

Prese il sacchetto delle monete dalla cintura del luogotenente e lo appoggiò accanto alla sedia. «Andiamo, ho saputo quanto basta». Si rimise la maschera sulla faccia e voltò le spalle alla donna addormentata. Morugan e Oskar lo precedettero giù per le scale.

«Aspettate mio sovrano». Luis sobbalzò. La donna aveva solo finto di essere svenuta? Come faceva a conoscere la sua identità? La vide raddrizzarsi sulla sedia e una scintilla di vita attraversò quegli occhi spenti. «In tutti questi anni ho ripensato spesso al nostro primo incontro, e il fatto di non avervi potuto aiutare mi ha tormentata a lungo. Ho compiuto ripetuti tentativi, consultato centinaia di spiriti, ma il risultato è stato uno solo».

Il re trattenne il fiato. «Quale?» osò chiedere.

«La persona che volevate che contattassi non è nel Regno degli Spiriti. Lei è ancora viva».

Luis sentì il suo cuore contrarsi e tutto il suo corpo irrigidirsi. «Se fosse ancora viva perché non avrebbe mai cercato di mettersi in contatto con me? Perché sarebbe sparita senza lasciare traccia, abbandonando me e le sue figlie ancora in fasce?! Leda è morta, non può essere altrimenti!»

Quando ebbe finito di parlare, col respiro affannoso, il sovrano di Malkuth si rese conto che Morugan e Oskar erano risaliti e lo stavano fissando preoccupati. Spostando lo sguardo da loro alla Sagane, si rese conto che era totalmente immobile, nuovamente sprofondata sulla sedia. Sbatté le palpebre incredulo. «Ma... è svenuta di nuovo?»

«Di nuovo?» gli fece eco il generale. «Mio signore, quella donna non ha mai ripreso conoscenza. Vedendo che non scendevate siamo risaliti a prendervi, e vi abbiamo trovato intento a fissarla. Sembravate vittima di un sortilegio...» non si azzardò a dire altro. Come ogni uomo d'armi, odiava tutto quello che aveva a che fare con la magia, per la quale covava un timore superstizioso. Ma questo non poteva confidarlo al suo re.

Il gatto nero lasciò il suo nascondiglio dietro l'altare, per tornare ad accoccolarsi sulle gambe della padrona, e da lì continuò a fissarli con gli scintillanti occhi gialli.

Luis fu scosso da un brivido. In silenzio lasciò la stanza senza voltarsi indietro. Gli altri due si affrettarono a seguirlo, chiudendo la porta.

Continue Reading

You'll Also Like

277K 14.1K 52
Tutti sanno che tra vampiri e lupi mannari non è mai corso buon sangue; o almeno, lo sanno perfettamente i diretti interessati, i quali non possono v...
96.5K 2.8K 29
La sua vita è sempre stata costellata da ingiustizie e pregiudizi anche se non aveva fatto niente di male. Ora però si ritrova ad essere l'Omega di u...
770K 27.1K 76
Hermione Granger ha deciso di tornare ad Hogwarts per terminare gli studi, insieme a Ginny Weasley. Le due sono profondamente scosse dalla guerra e s...
158K 2.6K 37
Charlotte Morgan e una 16enne italiana che ha dovuto cambiare città per il lavoro dei suoi genitori. Ha avuto molte delusioni e decise di non avere p...