Faded

De baciami2015

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Dopo una notte, la vita di Mia cambia radicalmente. Dopo un solo secondo tutto il sistema nel quale era abitu... Mai multe

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
TRAILER YOUTUBE
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
*CARTACEO*
Capitolo 17

Capitolo 9

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De baciami2015

Il nostro quartiere è molto tranquillo per essere una città abbastanza grande. Chicago non è mai stata una delle mie città preferite, ma sentire questa quiete rende il tutto abbastanza in sintonia con la mia personalità. Molti giorni mi chiedevo se fossi io quella un po' sbagliata che ama spesso la propria compagnia rispetto a quella degli altri; non che fossi una che non socializza con il mondo, ma raramente trovo una persona con la quale aprirmi. In questo preciso istante, mi trovo con una persona che non sa niente di me, ma al contemplo trovo stranamente appagante la sua compagnia. Harry da l'impressione di essere quel tipo di persona che sa come comportarsi. La prima volta l'ho subito giudicato male, quando in realtà non ha mai dimostrato di essere una persona come le altre: pronte subito ad insultarti o peggio compatirti.

"E' stata leggermente imbarazzante la cena, non trovi?" Chiede di punto in bianco.

Imbarazzante è dire poco. I miei non sono tipi molto loquaci, soprattutto quando si tratta di parlare di me. E i suoi allo stesso tempo hanno cercato di non rendere il tutto imbarazzante, ma erano comunque curiosi di conoscere la mia storia.

"Già... credo sia normale quando non ci si conosce." Rispondo, facendo spallucce.

"Il tempo non fa schifo, andiamo al lago?" Chiede, leggendo i miei pensieri.

Speravo con tutto il cuore che mi portasse lì.

Annuisco cercando di mascherare il mio entusiasmo. Mi piace quel posto, l'aria, il cinguettio degli uccelli, la pace di essere tranquillamente fuori dal mondo. Tutte caratteristiche che ho sempre cercato nell'arte in mezzo ad una città metropolitana.

La mano di Harry è nella mia: leggermente ruvida da qualche callo sul palmo, doppiamente grande e calda. Mi affascinano le mani dei ragazzi; non so il perché. Sono praticamente la prima cosa che catturavano il mio sguardo dopo il sorriso. E odiavo rispondere alla domanda 'qual è la prima cosa che vedi in un uomo', perché la gente mi guardava strano dopo la mia risposta.

E be', alla fine è una domanda un po' superficiale perché se ci attrae una persona la si osserva in tutti i suoi dettagli e in tutto il suo complesso. L'aspetto fisico è importante, inutile negare ciò, se una persona non mi attrae fisicamente probabilmente non mi verrebbe mai in mente di 'flirtare' con lui. Ma le cose sono molto diverse, adesso. Io, Harry non lo vedo, e in modo molto probabile potrebbe non piacermi fisicamente, eppure la sua persona mi attrae. I miei pensieri si contraddicono se ci penso, ma da quando ho perso la vista la percezione delle cose, dei pensieri, dei sensi, e del mondo in generale è cambiata radicalmente.

"Non entri?" Chiede, riportandomi alla realtà.

Mi sono persa divagando sulla mia vita e neanche mi sono accorta che ha già lasciato la mia mano per spostare la grande roccia.

"Si." Scuto leggermente la testa e mi faccio guidare.

Un leggero venticello sposta all'indietro i miei capelli e capisco che siamo quasi arrivati. Harry mi lascia la mano dopo qualche secondo e  io inspiro l'aria fresca.

La stessa sensazione di leggerezza dell'altra volta mi invade i sensi e considero questo il mio nuovo posto felice. Se non altro, l'unico, visto che non ne ho mai avuto uno.

Mi siedo per terra avvertendo l'erba un po' bagnata. Mi sporcherò, credo ma non m'importa.

"Da quanto pitturi?" Chiede, mettendosi a sedere al mio fianco.

"Pitturavo." Preciso- " da quando ne ho memoria, penso. L'ho sempre fatto anche da piccola... a dire la verità non facevo altro." Ammetto ridacchiando. "Passavo i pomeriggi a dipingere e disegnare, anziché uscire con i miei amici"

"I pittori sono riservati." Constata.

Mi giro verso di lui. "Veramente ero la più popolare a scuola." Presso le labbra per non ridere.

"Mm modesta."

"Ero riservata solo con il mio hobby, per il resto ero una normalissima ragazza che studiava, usciva con gli amici, passava qualche serata in una festa o al cinema."Spiego, appoggiandomi all'indietro con i gomiti.

"Parli tutto al passato."Commenta.

"Non ci vuole un genio per capire che la mia vita è cambiata in modo radicale."

"Puoi fare continuare a fare tutte queste cose, lo sai?"

Per poco non gli rido in faccia per non disperarmi.

"No, che non posso. Mi piace la tua positività Harry, ma è la realtà. La mia realtà. Non sono così negativa nella mia vita, fidati. Ma ho piena consapevolezza di quella che sono diventata."

"Hai soltanto quasi diciotto anni. Se non vivi la tua vita adesso, quando hai intenzione di farlo?" Chiede con ovvietà.

"Harry..." Richiamo, scuotendo la testa. Questo ragionamento è semplice farlo quando non hai qualcosa che ti limita la vita. Avevo tanta fiducia in me stessa e in quello che facevo, ma ora che senso ha tutto ciò? Non ho accettato il mio stile di vita, non so neanche cosa voglia fare in futuro, non capisco più quali sono le mie ambizioni. Vivo perchè semplicemente esisto, ma la vitalità è sparita dal giorno dell'incidente.

"Dico sul serio. Ci hai provato almeno?" La sua voce è un miscuglio di entusiasmo e rimprovero.

Faccio spallucce non sapendo cosa dire.

"Rispondi."

"Onestamente, no."

Lo sento alzarsi di scatto e porsi di fronte a me. "Dammi la mano e alzati." Ordina, facendomi aggrotare la fronte.

Allungo la mia mano e dolcemente mi tira per farmi alzare.

"Partiamo da una cosa semplice: hai mai corso dopo l'incidente?"

Faccio una smorfia "Certo che no." Che domande.

"Domenica mattina vieni a correre con me." Dice.

"Perché ho la sensazione che non si tratti di una domanda?" Chiedo leggermente terrorizzata.

"Perché non lo è." Afferma con tanta noncuranza.

"Domenica mattina preferisco stare nel mio letto." Faccio una smorfia.

"Noiosa. Verrò a suonarti al campanello alle 7.00" Annuncia, e senza aspettare una mia risposta mi prende la mano per tornare indietro.

Non provo nessun imbarazzo ad avere la sua mano intrecciata alla mia anzi, trovo questo approccio molto confortante per quanto a primo impatto non mi stesse così simpatico. Ma si può cambiare idea su una persona giusto?

Mi sono sempre imposta di non esprimere pregiudizi sulla gente e l'ho sempre fatto, ma involontariamente tutti ne abbiamo uno riguardo ad ogni persona anche solo nel pensiero. Ma Harry è quel tipo di persona che capisci che carattere ha solo dopo averci chiacchierato.

Mi faccio aprire la porta di casa da Harry e lo saluto maleducatamente dopo che lui si è azzardato a spettinarmi i capelli credendo sia divertente. I miei capelli sono lisci sì, ma sono anche dannatamente lunghi e i nodi che si formano lo sa solo la mia spazzola.

"Allora?" Chiede subito mio padre, aspettandosi chissà quale storia.

Non mi vede uscire con qualcun altro che non sia Janece da un sacco di tempo, quindi ovviamente, stasera dovrà rompermi abbastanza le scatole.

"Allora cosa?" Chiedo con finta nonchalance.

"Cosa avete fatto? Dove siete andati?" Inizia ad interrogarmi, e mentalmente cerco un modo per darmela a gambe levate.

"Abbiamo fatto un giro attorno al quartiere, niente di che." Rispondo facendo spallucce.

Quando sento che sta per chiedermi qualcos'altro, lo precedo in partenza. "Sono un po' stanca adesso. Domani ho scuola." Spiego e senza aspettare una sua risposta, salgo piano le scale ed entro in camera mia.

Non sento Arthur nei paraggi e mi chiedo se sia già addormentato. Stanca un po' mentalmente ma più felice di qualsiasi altro giorno della mia vita, mi tolgo i vestiti indossando il pigiama.

Proprio quando sto per mettermi sotto le coperte, sento bussare al vetro della porta finestra.

Harry.

Mi alzo e apro piano per non far rumore.

"Hai bisogno di qualcosa, stalker?" Sorrido, incrociando le braccia al petto.

"Del bacio della buonanotte, sì." Dice facendomi fare una smorfia disgustata.

"Ho soltanto bisogno del to registratore. Non ho ascoltato una sola parola e domani ho il test da fare." Spiega, abbastanza disperato.

"E tu credi di studiare a quest'ora?"

"Per favore, te lo rendo domani mattina."

Sospiro, e rientro tastando la scrivania per poi portarglielo. "E' di fondamentale essenza, vedi di riportarmelo prima dell'inizio delle lezioni." Lo avviso, puntandogli il dito contro.

"Ti ringrazio, biondina." Sussurra spettinandomi, per la seconda volta, i capelli.

Mi ripeto mentalmente che è tarda sera e non voglio attirare l'attenzione dei vicini urlandogli contro. Quindi faccio un respiro profondo, torno dentro chiudendo dietro i me la porta finestra  e mi infilo nuovamente sotto le coperte.

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Se vi va, stalkeratemi. :')

Che ve ne pare di Harry? E il cambiamento di pensiero di Mia?











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