Tetragrammaton [Completa]

By MaddieLys

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La misteriosa mortre di Victor Cavendish, visconte di Vidal e figlio del duca di Devonshire, attira l'attenzi... More

1. Quel Maggiordomo, Viaggiatore
2. Quel Maggiordomo, Dubbioso
3. Quel Maggiordomo, Sanguinario
4. Quel Maggiordomo, Bellicoso
5. Quel Maggiordomo, Astuto
6. Quel Maggiordomo, Sadico
7. Quel Maggiordomo, Intransigente
8. Quel Maggiordomo, Inarrestabile
9. Quel Maggiordomo, Premuroso
10. Quel Maggiordomo, Imperturbabile
11. Quel Maggiordomo, Determinato
12. Quel Maggiordomo, Patteggiatore
13. Quel Maggiordomo, Ottimista
14. Quel Maggiordomo, Vigile
15. Quel Maggiordomo, Efficiente
16. Quel Maggiordomo, Autoritario
17. Quel Maggiordomo, Divertito
18. Quel Maggiordomo, Beffardo
19. Quel Maggiordomo, Acuto
20. Quel Maggiordomo, Pacato
21. Quel Maggiordomo, Tempestivo
22. Quel Maggiordomo, Orgoglioso
23. Quel Maggiordomo, Previdente
24. Quel Maggiordomo, Scettico
25. Quel Maggiordomo, Fiducioso
26. Quel Maggiordomo, Incredulo
27. Quel Maggiordomo, Feroce
28. Quel Maggiordomo, Sorpreso
29. Quel Maggiordomo, Irriverente
30. Quel Maggiordomo, Audace
32. Quel Maggiordomo, Sospettoso
33. Quel Maggiordomo, Notevole
34. Quel Maggiordomo, Lussurioso
Afterwords: Genuine Goals
Extra: Oltre le Nebbie del Tempo

31. Quel Maggiordomo, Calcolatore

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By MaddieLys

Il boscaiolo li fissò come fossero pazzi. « E perché dovreste voler entrare nella Foresta del Non Ritorno? » chiese, incapace di accettare l'idea che qualcuno potesse fare una cosa del genere senza essere costretto.

« Nessun motivo di cui dobbiate preoccuparvi. » gli assicurò Sebastian. « Non dovrete nemmeno farci da guida. Diteci solo dov'è. »

« Ma vi perderete! » obiettò l'uomo, che, in coscienza, proprio non se la sentiva di mandare un ragazzino a morire in quel modo.

« Sebastian, utilise la force, si vous devez, mais dépêchez.* » ordinò Ciel. « Je ne veux pas manquer une minute de plus avec ce rustre.** »

« Vous ne devriez pas parler comme ça, jeune maître.*** » lo rimproverò il maggiordomo, con un sorrisetto divertito. « La violence est inutile dans ces cas.**** » Mostrò all'uomo una ghinea e gli sussurrò poche parole all'orecchio.

Il taglialegna deglutì. Se il ragazzo voleva così tanto andarci, voleva dire che sapeva proteggersi, no? E, se non glielo avesse detto lui, lo avrebbe fatto qualcun altro. « P-Prendete il sentiero a ovest, quello che scende verso valle, e proseguite per due miglia. La foresta sarà alla vostra destra. » spiegò. « È fitta come poche e non ci sono sentieri. Noi usiamo corde attaccate al confine per ritrovare la strada, ma non ci addentriamo mai più dell'indispensabile. »

Il conte sogghignò, ma tenne per sé i propri commenti. Se gli avesse spiegato quanto aveva intenzione di inoltrarsi, quel pavido omuncolo sarebbe morto di terrore, ma un ibrido come l'Ombra non era certo la cosa più spaventosa che avesse mai visto, specie dopo essere stato quasi mangiato vivo. Face cenno al demone di andare.

Sebastian lasciò cadere la moneta tra le dita tozze dell'umano e seguì il padroncino. « Di recente siete diventato impaziente, signorino. » disse, mentre aiutava il ragazzo a montare il pezzato che avevano noleggiato alla Locanda del Sole.

Il giovane lord arricciò le labbra. « Voglio tornare a casa il prima possibile. » rispose. « Non mi fido a lasciare Anthea senza protezione e la signorina Beresford in mano alle fate più del necessario. »

« Siete preoccupato per loro? » chiese il diavolo, dando gambe al baio che aveva scelto per sé. Avrebbe preferito andare a piedi, ma non poteva destare sospetti nemmeno in un angolo di mondo tanto isolato dalla modernità incombente.

Ciel annuì. « Se questo ibrido è riuscito a rapire la fata, non sappiamo fin dove si potrebbe spingere e non intendo correre rischi. »

« Di questo non dovete preoccuparvi, signorino. » gli assicurò Sebastian. « Si tratta di poche ore, ormai. Sarà tutto finito prima ancora che possiate rendervene conto. »

Il conte gli scoccò una rapida occhiata e sospirò. « Sarà meglio per te che sia vero. »



« Siamo arrivati, padroncino. » Sebastian smontò per primo e aiutò il ragazzo a scendere. Ordinò ai cavalli di restare nei dintorni e aspettarli, quindi diede un'occhiata a quella famigerata Foresta del Non Ritorno. Forse ne aveva viste troppe, ma era meno imponente di quanto si aspettasse. Almeno secondo i suoi standard, non reggeva il confronto con i boschi che fino a pochi secoli prima terrorizzavano i viaggiatori, così fitti e bui che mostri d'ogni sorta potevano trovarvi riparo e banchettare con le carni ancora calde degli incauti viaggiatori che osavano inoltrarsi fino al loro cuore. « Gli umani, al giorno d'oggi, sono davvero pavidi. »

« Lo dici come se voi mostri non li preferiste così. » gli rinfacciò Ciel, che lo precedeva di pochi passi e di guardava attorno come fosse del tutto a proprio agio in quell'ambiente ostile.

« Che cosa crudele da dire, signorino. » chiocciò il demone, beffardo. « E poi la paura vi rende più cauti... a volte. »

Il giovane lord rise e voltò il capo verso di lui. « Perché dovrei essere cauto, se ho te? »

Il maggiordomo ghignò. « Perché no? » rispose e lo prese in braccio. « Aggrappatevi a me: così faremo prima. » Strinse a sé quel corpicino minuto, inspirò a fondo e corse, attratto dall'odore dolciastro della fata e da quello più aspro dell'Ombra, che si intrecciavano tra loro e disegnavano una pista invisibile tra gli alberi, fino a una radura tre miglia a ovest del villaggio.

Al centro di essa stava un rovere secolare, che con la sua sola stazza dominava metà dello spiazzo e il laghetto sotto di esso. Da uno dei rami più spessi pendeva la gabbia di Tallulah, in ferro battuto.

La prigioniera sedeva su una specie di fazzoletto piegato e non osava muoversi, per paura di ustionarsi. Premeva il viso tra le ginocchia e non si accorse di loro.

« Saluta i nostri ospiti, cugina. » le ordinò l'Ombra, a proprio agio nello studiare la scena dallo stesso ramo, con la schiena appoggiata al tronco e le gambe penzoloni.

Tallulah sobbalzò, si guardò intorno e sobbalzò, quando li riconobbe, ma non riuscì a dire nulla.

Il suo rapitore attirò a sé la gabbia con una rotazione pigra del polso. La aprì e ne trasse la creaturina tremante, che non somigliava affatto alla caparbia fanciulla che aveva tenuto testa a entrambi. « Proprio non capisco perché un demone sia venuto in soccorso di questa cosa inutile. » dichiarò annoiato. « Non ne vale la pena. »

« Infatti non siamo qui per questo. » lo corresse Ciel. « È per la tua testa che abbiamo fatto tutta questa strada. »

« Oh, capisco. » rispose l'Ombra. « Allora non vi spiacerà se... »

Sebastian non lo lasciò finire. Balzò in avanti mentre l'ibrido saltava via dal ramo e lo inchiodò contro il tronco con la mano destra. « Finiamo in fretta questa cosa. » sussurrò, scoprendo la dentatura demoniaca in un ghigno beffardo. Affondò la mano sinistra nel petto dell'Ombra, che si dibatté e lo infilzò con il manico della frusta. Sputò sangue, ma non lasciò la presa sul collo dell'avversario e continuò a scavare nel torace fino a trovare il cuore.

Batteva più in fretta di quello di un normale umano ed emanava l'aura in ondate di calore che avrebbero potuto sciogliere la mano di una persona normale. Quell'energia corrotta manteneva ancora un che di fatato, che chissà come riusciva a mantenersi in equilibrio con la dominante nota demoniaca.

La risucchiò, strappandola a forza dalla sua sede.

L'Ombra urlò e spinse più a fondo la lama d'argento nel torace del maggiordomo.

Il diavolo strinse i denti e serrò la presa sul collo, mentre quella dannata luce lo avvelenava dall'interno. Lo avrebbe sopportato e si sarebbe rifatto la bocca più tardi, ma il vero problema era la tenacia della preda, che non la smetteva di lottare.

Poco a poco, la sua pelle sbiadiva e si raggrinziva, eppure aveva ancora la forza di rigirare il pugnale e spingerlo nella carne con tutta l'elsa.

« Muori... in silenzio. » ringhiò il maggiordomo, strappando con forza l'ultimo lembo di vita da quel corpo maledetto. Lo gettò via e saltò a terra. Gli fischiavano le orecchie e aveva le tempie umide, ma sarebbe tornato tutto a posto appena avesse eliminato il veleno. Strappò la frusta dalla propria schiena e la gettò sul cadavere dell'Ombra, che andava dissolvendosi.

« Prendila e sbrighiamoci a tornare. » ordinò Ciel. « Prima chiudiamo questa storia, meglio sarà. »



Tallulah riposava sul davanzale. Non aveva aperto bocca, da che l'avevano raccolta dall'erba umida, e l'unica ragione a cui Ciel riusciva a pensare era che l'Ombra l'avesse torturata.

« Venite, signorino. Vi preparo per la notte. » lo chiamò Sebastian.

« Arrivo. » rispose e si lasciò condurre nella propria camera, adiacente a quella del maggiordomo. Avrebbe preferito ripartire subito per Londra, ma Frederick – il cocchiere – aveva paura a guidare col buio su strade che non conosceva. Sbuffò, mentre il servitore gli sbottonava la camicia e la sfilava dalle spalle minute.

« Qualcosa non va, signorino? »

« Non è niente. » negò il conte. « Voglio solo tornare a casa. »

« Domani sera sarete a Villa Phantomhive. » gli assicurò il demone, che ormai non nascondeva più il proprio desiderio.

Il ragazzo deglutì. Avrebbe potuto impedirgli di toccarlo con una sola parola, eppure il suo corpo rispose a quello sguardo con un fremito d'aspettativa. Voleva ciò che l'altro gli stava offrendo.

« Vi basta una parola, signorino. »

Arrossì, ma si lasciò distendere al centro di quel letto piccolo e duro. « B-Ba... Baciami. »

Sebastian assaggiò le sue labbra con le proprie, le leccò e le mordicchiò. « Soltanto? »

« I-Io... » ansimò il ragazzo. Essere mezzo nudo sotto un demone millenario che un giorno avrebbe divorato la sua anima non avrebbe dovuto eccitarlo, eppure non poteva negare le reazioni del suo corpo. Quei bacetti a fior di labbra non bastavano affatto. « C-Come hai osato mettermi sotto? » sbottò. « Sono io il tuo padrone. Dovrei stare sopra. »

Il maggiordomo ghignò. « Avete ragione, signorino. Vi porgo le mie scuse. » Invertì le posizioni con un colpo di reni e lo fece sedere su di sé, a contatto con il suo corpo, che reagiva come quello di un qualunque umano. « Meglio, ora? »

Il giovane lord sussultò, sorpreso dalla situazione, ma soprattutto da se stesso. L'eccitazione lo stava facendo sragionare, forse? Perché si offriva a quel modo alla bocca dell'altro, che si appropriava del collo e delle spalle a colpi di lingua? « N-Non... non osare lasciare segni. » ordinò, preoccupato che il servitore potesse morderlo o marchiarlo in qualche modo.

« Come desiderate. » replicò quello. « Ma farete bene a tener bassa la voce. » aggiunse, prima di calare su un capezzolo minuscolo quanto turgido. Lo titillò con la punta della lingua, mentre provvedeva a finire di spogliare il ragazzo, che alla luce della luna appariva più pallido e grazioso che mai.

« C-Che...? » tentò di chiedere il ragazzo, che faceva del proprio meglio per trattenere quei versetti così strani. Non se ne sarebbe preoccupato, se non fosse stato per le parole del diavolo, ma era meglio che nessuno lo sentisse. « N-Non puoi trattarmi... come il tuo spuntino. » protestò, nonostante il suo tono suonasse tutt'altro che offeso.

« Ma siete delizioso. » obiettò il demone, intento a leccare e mordicchiare anche il ventre morbido. Inspirò il profumo di quella pelle liscia che avrebbe morso volentieri, se non fosse stato per l'ordine del ragazzo. « E meritate di essere gustato a pieno. »

« I-Il giorno in cui p-potrai mangiarmi è... ah... ancora m-molto lontano. » lo rimbeccò Ciel, che aveva sempre più difficoltà a mostrarsi fermo e intoccabile come al solito.

« Divorarvi così è molto più interessante, signorino. » gli assicurò Sebastian. « E adesso tacete, o potrei cambiare idea. »


* Sebastian, usa la forza, se devi, ma sbrigati.

** Non intendo perdere un minuto di più con questo zotico.

*** Non dovreste parlare così, padroncino.

**** La violenza è inutile in questi casi.



Finally, l'Ombra è morta! Sebastian ha imparato bene la lezione e ha schiacciato quella mosca fastidiosa come è giusto che facesse. ùwù

Inoltre, questi due ormai non si tengono più. <3 Sebastian stuzzica, ma non è che Ciel cerchi di fermarlo. :3

E niente, non so cos'altro aggiungere, se non che vi amo tutti perché siete sempre di più e io sono superfelice! >w<

Ah, prima che me ne dimentichi: finito Tetragrammaton, sto pensando di pubblicare un'originale fantasy che ho in cantiere da un po', ma i capitoli sono più lunghi di questi e non vorrei che restasse non letta per questo, perciò... cosa mi consigliate di fare?

Se avete voglia di chiacchierare, ci sentiamo nei commenti. A più tardi, caVi. <3

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