31. Quel Maggiordomo, Calcolatore

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Il boscaiolo li fissò come fossero pazzi. « E perché dovreste voler entrare nella Foresta del Non Ritorno? » chiese, incapace di accettare l'idea che qualcuno potesse fare una cosa del genere senza essere costretto.

« Nessun motivo di cui dobbiate preoccuparvi. » gli assicurò Sebastian. « Non dovrete nemmeno farci da guida. Diteci solo dov'è. »

« Ma vi perderete! » obiettò l'uomo, che, in coscienza, proprio non se la sentiva di mandare un ragazzino a morire in quel modo.

« Sebastian, utilise la force, si vous devez, mais dépêchez.* » ordinò Ciel. « Je ne veux pas manquer une minute de plus avec ce rustre.** »

« Vous ne devriez pas parler comme ça, jeune maître.*** » lo rimproverò il maggiordomo, con un sorrisetto divertito. « La violence est inutile dans ces cas.**** » Mostrò all'uomo una ghinea e gli sussurrò poche parole all'orecchio.

Il taglialegna deglutì. Se il ragazzo voleva così tanto andarci, voleva dire che sapeva proteggersi, no? E, se non glielo avesse detto lui, lo avrebbe fatto qualcun altro. « P-Prendete il sentiero a ovest, quello che scende verso valle, e proseguite per due miglia. La foresta sarà alla vostra destra. » spiegò. « È fitta come poche e non ci sono sentieri. Noi usiamo corde attaccate al confine per ritrovare la strada, ma non ci addentriamo mai più dell'indispensabile. »

Il conte sogghignò, ma tenne per sé i propri commenti. Se gli avesse spiegato quanto aveva intenzione di inoltrarsi, quel pavido omuncolo sarebbe morto di terrore, ma un ibrido come l'Ombra non era certo la cosa più spaventosa che avesse mai visto, specie dopo essere stato quasi mangiato vivo. Face cenno al demone di andare.

Sebastian lasciò cadere la moneta tra le dita tozze dell'umano e seguì il padroncino. « Di recente siete diventato impaziente, signorino. » disse, mentre aiutava il ragazzo a montare il pezzato che avevano noleggiato alla Locanda del Sole.

Il giovane lord arricciò le labbra. « Voglio tornare a casa il prima possibile. » rispose. « Non mi fido a lasciare Anthea senza protezione e la signorina Beresford in mano alle fate più del necessario. »

« Siete preoccupato per loro? » chiese il diavolo, dando gambe al baio che aveva scelto per sé. Avrebbe preferito andare a piedi, ma non poteva destare sospetti nemmeno in un angolo di mondo tanto isolato dalla modernità incombente.

Ciel annuì. « Se questo ibrido è riuscito a rapire la fata, non sappiamo fin dove si potrebbe spingere e non intendo correre rischi. »

« Di questo non dovete preoccuparvi, signorino. » gli assicurò Sebastian. « Si tratta di poche ore, ormai. Sarà tutto finito prima ancora che possiate rendervene conto. »

Il conte gli scoccò una rapida occhiata e sospirò. « Sarà meglio per te che sia vero. »


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« Siamo arrivati, padroncino. » Sebastian smontò per primo e aiutò il ragazzo a scendere. Ordinò ai cavalli di restare nei dintorni e aspettarli, quindi diede un'occhiata a quella famigerata Foresta del Non Ritorno. Forse ne aveva viste troppe, ma era meno imponente di quanto si aspettasse. Almeno secondo i suoi standard, non reggeva il confronto con i boschi che fino a pochi secoli prima terrorizzavano i viaggiatori, così fitti e bui che mostri d'ogni sorta potevano trovarvi riparo e banchettare con le carni ancora calde degli incauti viaggiatori che osavano inoltrarsi fino al loro cuore. « Gli umani, al giorno d'oggi, sono davvero pavidi. »

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