Caught by the Alpha

Per _WilliamShare_

944K 33.8K 3.5K

Sono passati tre anni dall'ultima volta che Ivy ha avuto notizie di Daemon James, il suo bellissimo licantrop... Més

1-PASSATO
2- PASSATO
4-PRESENTE
5-PRESENTE
6-PRESENTE
7-PRESENTE
8-PRESENTE
9-PRESENTE
10-PRESENTE
11-PRESENTE
12-PRESENTE
13-PRESENTE
14-PRESENTE
15-PRESENTE
16-PRESENTE
17- PRESENTE
18-PRESENTE
19-PRESENTE
20-PRESENTE
21-PRESENTE
22-PRESENTE
23-PRESENTE
24-PRESENTE
25- PRESENTE
26- PRESENTE
27-PRESENTE
EPILOGO
Ritorni inaspettati

3- PASSATO

36.9K 1.4K 342
Per _WilliamShare_


Quando la sveglia suonò Ivy era già sveglia e preda di un mal di testa da competizione accompagnato dal dolore sordo del livido sotto all'occhio e degli altri sparsi per il suo corpo: ci era già passata un'altra volta e sapeva che per riprendersi da un pestaggio del genere avrebbe dovuto trascorrere una settimana senza fare sforzi.

Dopo aver sbattuto pesantemente la mano sul dispositivo per farlo tacere si trascinò in bagno dove osservò con aria critica il proprio aspetto.

Il celeste dei suoi occhi era spento, più tendente al grigio, ed i capelli arruffati le contornavano la testa in una matassa indistricabile che la fece sospirare per la disperazione: era un vero e proprio disastro e, a meno che una fata madrina non le avesse fatto una magia non sarebbe servita a migliorare il suo aspetto di quel giorno.

Provò a spazzolare i capelli ma alla fine sembrava che avesse preso la scossa quindi rinunciò a cercare di renderli presentabili e li raccolse in una coda alta che, tuttavia, non fece che accentuare i segni sul suo viso.

Dopo aver coperto come meglio poteva i segni dell'aggressione con il fondotinta indossò dei leggins neri ed una canottiera da basket che aveva rubato a Daemon quando erano piccoli per poi rifugiarsi in una felpa con il cappuccio stropicciata che aveva visto giorni migliori.

Era vestita come una barbona, ma proprio non ce la faceva quel giorno a sopportare jeans e camicia e non aveva intenzione di sprecare tempo a cercare di rendersi presentabile quando il giorno prima si era addormentata piangendo.

Scese le scale silenziosamente, rispettando il sonno di quei lupi che nelle camere accanto si stavano riposando dopo il turno di notte, per poi arrivare in cucina dove Cole e Gordon sedevano vicini al tavolo uno leggendo il giornale mentre sorseggiava caffè e l'altro che sbranava un'omelette ai funghi come se non mangiasse da mesi.

I lupi riuscivano a mantenere il loro fisico statuario nonostante mangiassero come -bé, come lupi- mentre Ivy non poteva mangiare un biscotto senza che le finisse sui fianchi.

"Buongiorno" salutò, sfoderando un timido sorriso prima di dirigersi verso il frigorifero e prendere una banana ed il suo amato latte di mandorla.

Gordon sollevò gli occhi grigi, come quelli del figlio, e ricambiò il saluto con un sorriso triste alla vista delle ombre scure dei lividi che, seppur coperte, erano ancora distinguibili sulla pelle chiara della ragazza.

"Dormito bene?"

Ivy si strinse nelle spalle ed appoggiò la banana sul tavolo per andare a prendere un bicchiere dalla credenza in cucina.

"Come al solito. Jace e Alec sono già tornati?"

Gordon annuì prima di rivolgersi a Cole al suo fianco che aveva finito di sbranare le uova e si stava massaggiando la pancia con aria soddisfatta. A volte, senza nemmeno rendersene conto, si leccava i baffi con la lingua proprio come avrebbe fatto in forma di lupo e Ivy lo trovava estremamente tenero.

"Mio figlio è tornato?"
La domanda colse di sorpresa Ivy che aguzzò le orecchie mentre tornava al tavolo e si sedeva: Daemon non aveva dormito a casa quella notte?

Cole inarcò le sopracciglia. "L'ho sentito camminare nel cortile verso le due, stamattina. Mi sono affacciato per dirgli che il rumore delle sue unghiette lupine stava disturbando il mio sonnellino di bellezza e lui per poco non mi ha morso!"

Cole si voltò verso Ivy che teneva il suo bicchiere di latte fra le mani con aria sgomenta mentre realizzava che Daemon aveva passeggiato per l'enorme giardino della villa sottoforma di lupo per tutta la notte, evidentemente troppo nervoso per poter assumere forma umana e concedersi del sonno.

Sorseggiò il liquido dolce piano mentre cercava di immaginarselo mentre, fiero come un leone, sfilava in mezzo alla natura nella sua vera forma con la luce della luna a far risplendere il suo pelo corvino di riflessi bluastri. Quando era un lupo era enorme, talmente grande che le arrivava alla vita, con zampe pesanti quanto un mattone con artigli così lunghi ed affilati da poter squarciare un uomo adulto per sbaglio.

Rabbrividì leggermente al pensiero e cercò di concentrarsi sulla sua banana ma proprio in quel momento fece la sua comparsa proprio Daemon che, con solo un paio di pantaloni della tuta addosso, si dirigeva con passo sicuro verso di lei.

Aveva pesanti occhiaie violacee ed i numerosi tatuaggi sul suo petto e le sue braccia erano solcati da goccioline d'acqua, segno che era appena uscito dalla doccia.

"Eccoti qui." Cole si lasciò andare contro la sedia mentre lui si fermava e lasciava correre lo sguardo sui presenti soffermandosi su Ivy e sulla banana sbucciata che stava portando alla bocca.

"Buongiorno." I suoi occhi neri luccicarono e Ivy vide la sua lingua fare capolino ed inumidire il labbro inferiore in un modo che la fece arrossire.

"Buongiorno" mormorò, abbassando lo sguardo e dando un morso alla banana.

Le parole che lui le aveva rivolta la sera prima le bruciavano ancora e non aveva il coraggio di scusarsi per quello che aveva fatto: lo sapeva che non doveva uscire da sola ed in un certo senso se l'era meritato quello che era successo. Se solo avesse seguito le regole niente sarebbe accaduto e, soprattutto, non avrebbe compromesso la propria posizione, già precaria nel branco.

"Dove sei stato stanotte?" Gordon aveva perso interesse per il giornale e adesso fissava la schiena del figlio che frugava nella dispensa delle merendine afferrandone quante più possibile.

Di nuovo Ivy sentì una morsa di gelosia pervaderla mentre osservava il fisico perfetto di Daemon e pensava ai chili in più sulla propria pancia.

"In giro per la città a fare un po' pulizia."

Il tono in cui lo disse fece abbassare di dieci gradi la temperatura nella stanza ma lui non parve rendersene conto mentre si sedeva accanto ad Ivy e lasciava cadere le merendine sul tavolo.

Gordon lo fissò sgomento.

"Come, prego?"

Daemon rivolse uno sguardo fugace al padre prima di dedicarsi alla scelta di quale brioche assaggiare per prima.

"Mi hai sentito" afferrò una di quelle al liquore aprendone la carta con l'aiuto dei denti "mi sono occupato di quella feccia di assalitori che ieri sera hanno aggredito Ivy."

Un brivido caldo corse lungo la schiena della ragazza che sollevò gli occhi su Daemon che, seduto accanto a lei con aria rilassata, addentava la colazione come se non fosse successo niente.

Gordon aveva la vena sulla tempia che pulsava e Cole era rimasto a bocca aperta e senza parole.

"Sei impazzito?" Fu Ivy a spezzare il silenzio carico di tensione che si era creato facendo sì che Daemon spostasse la propria attenzione dalla deliziosa brioche a lei.

"Sai che mi manda in bestia quando la gente se la prende con te." Si strinse nelle spalle e rubò un sorso del latte di Ivy.

"Non avresti dovuto farlo." Lei si voltò di nuovo verso la sua banana senza riuscire più a prenderne nemmeno un morso: il pensiero di Daemon che girava tutta la notte per la città per vendicarla le faceva venire il voltastomaco visto e considerato che potevano esserci cacciatori pronti ad ucciderlo dietro ad ogni angolo.

Daemon sospirò e lanciò un'occhiata di sottecchi alla ragazza vicino a se mentre un muscolo nella sua mascella si contraeva.

"L'ho fatto per te."

La rabbia di Ivy raggiunse il culmine e lei non riuscì a fermarsi dal saltare in piedi rovesciando il bicchiere di latte sul tavolo.

"Non ci provare." Sbottò, rossa come un peperone.

Daemon inarcò un sopracciglio fissandola in cagnesco.

"Ivy..."

"No, Daemon, ne ho piene le scatole delle tue dimostrazioni di affetto nei miei confronti" le parole le uscivano di bocca come un fiume in piena e anche se avesse voluto fermarle ormai il danno era fatto.

"È inutile che tu vada in giro a vendicarmi quando di me non te ne frega palesemente un cazzo"

"Ivonne..."

"Lo neghi forse?" Lo sfidò, fulminandolo con lo sguardo.

"Certo che lo nego! Come puoi dire una cosa simile?"

"No! Tu come puoi dire che lo fai per me quando è palese che non vedi l'ora di diventare l'Alpha per cacciarmi dal branco!" La sua voce si spezzò mano a mano che finiva di parlare e, quando finalmente tacque, Daemon era giunto al limite.

Scattò in piedi rovesciando la sedia e urtando il tavolo prima di voltarsi verso Ivy ed inchiodarla al muro impedendole ogni via d'uscita mentre il corpo gli tremava egli occhi si scurivano fino ad inghiottire il bianco, segno che la mutazione stava avvenendo.

"Non osare mai, mai più insinuare che il mio obiettivo sia cacciarti dal branco!" Ruggì così forte da far tremare il lampadario e ad Ivy non restò che farsi piccola nella sua stretta mentre Gordon e Cole si alzavano dal tavolo e osservavano la scena davanti a loro con i sensi all'erta.

"Daemon, devi calmarti..." Gordon avanzò di un passo, ma il figlio gli impedì di raggiungerlo voltandosi e rivolgendogli un ringhio d'avvertimento.

"Mi hai disobbedito abbastanza Ivonne" riprese, voltandosi verso di lei "e puoi starne certa: è l'ultima volta che esci senza scorta."

"Non puoi controllarmi, Daemon, io non sono..."

Ivy non riuscì a finire la frase perché, con un ruggito animale profondo e minaccioso Daemon si avventò sulle sue labbra e le catturò con le proprie per un brevissimo istante baciandola con violenza prima di avventarsi sul suo collo con aria famelica.

"Daemon, no!" Gordon fece un passo avanti, ma si arrestò quando sentì l'odore del sangue di Ivy permeare l'aria: era troppo tardi.

La ragazza non aveva avuto il tempo di registrare la sensazione delle labbra di Daemon sulle proprie che lui si era avventato sul suo collo succhiando e lisciando con la lingua la gola prima di perforarle la pelle morbida con i canini appuntiti.

Ivy gemette sia di dolore che di piacere senza riuscire a formulare un pensiero coerente mentre si rendeva conto di che cosa stava succedendo senza riuscire ad impedirlo.

Sentì la fitta di dolore prima ancora di avvertire un fiotto caldo scivolarle lungo il collo giù fino a venire assorbito dalla felpa mentre la paura prendeva possesso del suo corpo facendole battere così forte il cuore che il sangue che le arrivava al cervello non le permetteva di pensare con lucidità.

Per un attimo Daemon riprese lucidità e si staccò da lei fissandola con occhi quasi umani, carichi di dispiacere prima che qualcos'altro prendesse il suo posto facendo battere il cuore di Ivy all'impazzata.

"Oddio..." Sussurrò, spaventata, mentre riconosceva l'eccitazione nel suo sguardo: Daemon l'aveva appena marchiata e lei sapeva di non essere pronta per ciò che veniva dopo. Non poteva accoppiarsi con lui, non quando la furia lo trasfigurava talmente tanto da renderlo irriconoscibile: era vicino a trasformarsi e se l'avesse presa in quel momento, molto probabilmente l'avrebbe uccisa.

Qualcuno lo immobilizzò e lo allontanò da lei per un brevissimo istante prima che lui cominciasse a lottare per liberarsi nel tentativo di raggiungerla e terminare ciò che aveva iniziato.

"Ivy, esci!" Era Cole che parlava, mettendosi davanti a lei nel tentativo di proteggerla mentre Gordon teneva il proprio figlio fermo, stritolandolo con le grandi braccia che, però, riuscivano a trattenere a stento l'essere furioso che si dibatteva  e ruggiva preda di una bramosia che cancellava ogni traccia di umanità dal suo sguardo.

"Devi andartene da qui, ora!" Cole la strattonò e lei riacquistò un minimo di lucidità che le permise di correre verso l'ingresso e afferrare le chiavi di una macchina a caso.

Si voltò un'ultima volta verso il salotto per vedere il manto di Daemon squarciare la pelle tatuata e Gordon mollare la presa. Chiuse la porta di scatto e premette il pulsante del telecomando freneticamente mentre correva sul marciapiede finché non vide i fari di un'Audi grigia lampeggiare.

Montò e chiuse la portiera, mettendo in moto per poi cominciare a guidare verso una direzione indefinita per quelle che le parvero ore senza curarsi del sangue che le scorreva lungo il collo, almeno finché non giunse in autostrada.

Si fermò solo dopo alcune ore in una piazzola di sosta con il cuore che le batteva all'impazzata e la testa che le scoppiava mentre una voragine le si apriva nel petto mano a mano che la confusione svaniva e la consapevolezza si faceva spazio dentro di lei: portò una mano alla gola e, quando la tirò via, la vide ricoperta di sangue.

Il rosso cremisi rese tutto assolutamente reale e solo in quel momento Ivy si rese realmente conto che Daemon l'aveva fatto davvero, l'aveva marchiata.

Adesso era ufficialmente la sua compagna.


Come avrete potuto capire questo è l'inizio della fine, ovvero, da qui partono i capitoli "PRESENTI."

Vi ringrazio davvero tantissimo per aver commentato e votato, siete davvero preziosi per me... Ho appena finito di scrivere il capitolo (ecco perché posto così tardi) quindi spero mi perdonerete se non ho ricorretto e troverete degli errori, passerò domani a correggere. 

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento 

Un bacione

William

Continua llegint

You'll Also Like

201K 7.7K 36
Secondo libro della serie: "Sangue di lupo" "Non te l'ho detto non perché non mi fidavo di te, ti affiderei la mia vita se potessi. Non te l'ho detto...
229K 20.1K 44
Mio fratello è forte. È gentile. Intelligente. Tutti gli vogliono bene. Tutti contano su di lui. È un cavaliere dei lupi. Il più bravo del villaggio...
122K 3.7K 52
⚠️: Il libro tratta argomenti come anoressia e autolesionismo! --- Mi chiamo Alessia e questo è come la mia storia è stata sconvolta dall'arrivo di u...
242K 12.4K 72
Un'Alpha senza branco non è un vero Alpha. Nessuno conosce il suo vero nome, tutti lo chiamano Kabal. Abbandonato dalla nascita, si troverà a intrap...