White like snow - Il mezzosan...

By Scorpion_grey

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#2 LIBRO DELLA TRILOGIA REVENGE Copertina: Estella27 Non plagiare. Sono passati due anni dal compleanno di Ki... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Sai disegnare?
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 7
Capitolo 8
Domanda
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Nessuna notifica
Capitolo 17

Capitolo 6

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By Scorpion_grey


Kirsten vista con gli occhi di Checky7

Bellissima, non avrei saputo immaginarla meglio.


"Arrendersi non significa sempre essere deboli; a volte significa essere forti abbastanza da lasciar perdere."

(Marilyn Monroe)


Kirsten's POV

Kyle sta aprendo gli occhi, cercando probabilmente di fare mente locale sul suo status psicologico e fisico. Non credo ci voglia molto a capire di essere steso su un divano con un vampiro biondo che ti guarda come se fossi una fettuccina, un Lazzaro dei giorni nostri che continua a farsi problemi sulla sua pseudo-esistenza e il fratello che lo prende in giro come se fosse nato solo per fare quello.

"Kirsten..." Scuoto la testa, sentendomi chiamata in causa. Kyle si mette lentamente seduto, portandomi una mano sulla fronte e facendo un mezzo respiro.

"Stai meglio, adesso?" chiedo, mettendogli una mano sul ginocchio. Lui mi guarda di sottecchi, facendo un mezzo sorriso.

"Sapevo che eri speciale, ma non credevo fossi fantastica fino a questo punto."

"Oh, ma fammi il favore." Borbotta Caleb, mentre Tania è in uno stato di adorazione assoluta per quella che sembra una scena presa da Twilight. Kyle lo sente nonostante il basso tono di voce, e gli ringhia contro, mentre noto che il suo collo si sta riempendo di un complesso reticolato di vene bluastre.

"La mia ragazza uccide i vampiri. Cosa potrebbe esserci di meglio per un licantropo?" La sua logica non fa una piega, ed io mi porto una ciocca di capelli dietro la spalla con fare esperto, accompagnando il gesto con uno schiocco di lingua. Rick smette di giocherellare con il fuoco acceso, rimettendo il tizzone bollente nella fiamma e alzandosi dal tappeto.

"Spiacente di interrompere la tua dichiarazione da sottomesso, ma credo sia opportuno avvisarti che..." Derek gli tappa la bocca con entrambe le mani, sopprimendo un grido quando probabilmente Richard affonda i denti nel suo palmo.

"Penso che Alexander sarà felice di dirglielo personalmente." Sibila tra i denti, cercando di mantenere inalterato il sorriso che si è stampato addosso. Riduco gli occhi a due fessure, cercando di far esplodere la testa di Derek con la sola forza del pensiero. Forse dovrei smettere di guardare Star Wars con Alex. Dalla sua scomoda posizione, Richard annuisce con vigore. "Vado a chiamarlo. L'ho visto uscire fuori poco fa."

"Vengo con te. Non si sa mai." Borbotta Joshua, alzandosi quasi con fatica.

"Già, potrebbe essere attaccato e stuprato nel pericoloso tragitto dalla porta al primo albero disponibile." Il sarcasmo di Guido appesta l'aria, ma ancora non capisco cosa c'entri l'albero. Guardo Tania, che scuote la testa, alzando una mano per dire di fermarmi. Non è ancora arrivata a quella parte della storia.

"Ti faccio presente che abbiamo trovato tuo fratello morto che vagava completamente nudo nel parco." Dice Josh, alzandosi i pantaloni forse troppo bassi.

"Touché. Vai pure." Mormora, sconfitto dalla sua stessa logica. All'improvviso Kyle si irrigidisce, alzandosi e sbarrando gli occhi.

"Il vampiro è uscito fuori?" chiede, leggermente a disagio. Alzo un sopracciglio, inclinando la testa da un lato.

"Ehm... sì. La cosa ti crea problemi?" Kyle non mi sta più ascoltando. Si dirige a passo spedito verso l'uscita, afferrando il giubbotto di pelle che gli ho sfilato quando lo abbiamo portato sul divano. Derek e Josh si affrettano a seguirlo, gridando di fermarsi. Io e gli altri ci scambiamo uno sguardo preoccupato, poi vedo Laurance afferrare Alex dal suo box e portarselo sulla spalla. Cosa succede, ora?



Il licantropo corre con il viso rivolto verso l'alto, cercando negli odori persistenti di Londra un indizio che lo possa portare al vampiro. Il suo odore è simile a quello del piccolo Alex, il che rende più semplice la sua caccia, almeno per certi versi. Kirsten gli è piaciuta subito, fin dal primo momento. Era venuto da New York per dimenticarsi della sua ragazza e per cercare di adattarsi alla sua nuova vita. Non è facile essere una bestia e vivere tra gli umani, e la ferocia nel comportamento di Kirsten lo ha attratto come un'ape al fiore. È decisa, simpatica, bella. Perfetta. Troppo perfetta. E infatti, ecco il difetto che Kyle ha cercato così tanto. Una banda di vampiri che sembra conoscerla e, in un certo modo, volerle bene. L'odore di sangue persistente lo fa voltare verso destra, e si affretta a raggiungere il giardino della vecchia villa in Piccadilly Street. Le sue unghie si allungano e appuntiscono, conficcandosi nelle pietre friabili del muro e permettendogli di scavalcarlo senza problemi. Atterra con un ringhio, togliendo una zolla di terra con la mano e ruggendo.

"Kyle!" si sente chiamare, e il suo malumore peggiora. Lo sapeva. Ha indovinato. Un ragazzo biondo scende dalla fronda di uno degli alberi, trascinandosi dietro il corpo legato e imbavagliato del vampiro di poco fa.

"Lascialo andare, amico." ringhia, puntando Alexander che, vedendolo, ha cominciato ad agitarsi con un topo in trappola. Il biondo lo guarda, facendo una smorfia.

"Scherzi? Con tutta la fatica che ho fatto per catturarlo?" Alza la manica dell'uniforme nera, mostrando i segni di un morso. "Questo bastardo mi ha fatto male."

"Non è lui quello che state cercando. E' un amico della mia ragazza."

"La rossa? Sul serio?" Il biondo torna a guardare Alexander, che lo trancia con lo sguardo, come se volesse vedergli esplodere la testa, e probabilmente è proprio così. Con uno strappo secco gli viene tolto il cerotto, mentre dall'albero scende un altro ragazzo, questa volta moro.

"Te lo avevo detto, Jay." borbotta, grattandosi il collo. "Non credo che questo tizio sia l'Incantatore."

"Thomas, sei stato tu a spingermi tra le braccia di questo vampiro." Il moro alza gli occhi al cielo, grattandosi la testa.

"La bussola mi ha portato verso di lui. Non è colpa mia. Di solito non ha mai sbagliato." Jay sbuffa, lasciando andare i capelli di Alexander e incrociando le braccia.

"Vatti a fidare degli stregoni." Thomas caccia dalla tasca una bussola blu striata d'oro, aprendola e guardando l'ago impazzito puntare verso il vampiro steso a terra. Un rumore di passi distoglie l'attenzione dei due tizi vestiti di nero, e Alexander fa un mezzo sorriso.

"Finalmente. A quest'ora potevo essere morto."


Kirsten's POV

"Mi devi cinque sterline, donnicciola." Dico a Joshua, che sbuffa cacciando dal portafoglio una banconota azzurra.

"Alexander, non potevi farti trovare morto? Quei soldi mi servivano." Si lamenta, fissando il suo amico legato.

"Giuro che quando mi avranno slegato io..."

"Ehi, ehi, ehi. Calmate i bollori, cadaverini." Kyle si piazza in mezzo, tra noi e due tizi vestiti di nero che rimangono ai lati di Alexander. "Kirsten, tutto bene?" chiede, preoccupato. Ora capisco perché la faccia da cucciolo gli esce benissimo. Essere geneticamente predisposti ad assomigliare ad un cane è un vantaggio. Avevo lo stessa problema con Cory.

"Hai due secondi per spiegarmi quello che sta succedendo." Gli do l'ultimatum finale, e lui arretra di un passo, facendo un gesto esplicito ai due dark dall'altra parte del giardino. Il biondo estrae una spada dalla cintura, ruotandola un paio di volte. Che sta facendo? Lo vedo alzarla sopra la testa di Alexander, per poi calarla con un tonfo, recidendo le corde. Lui si rialza, strofinandosi i polsi e affrettandosi a tornare tra di noi. Mi passa accanto, sfiorandomi con un braccio e dirigendosi verso Laurance che continua a tenere mio figlio sulla schiena. Sbatto un attimo le palpebre, cercando di metabolizzare il fatto che quel ragazzo avrebbe potuto uccidere quell'idiota... ed io ne ero preoccupata.

"Scusate l'equivoco, signori." Dice, rinfodrando l'arma e facendo un breve inchino. Ci sta prendendo per il culo?

"E voi sareste?" chiedo, essendo l'unica che ha il coraggio di parlare. Credo che questi ragazzi siano abbastanza pericolosi per gli altri.

"Permettimi di presentarmi. Io sono Jay Cover, e lui è il mio amico Thomas." Il moro alza una mano, mentre entrambi si avvicinano a Kyle.

"Cacciatori." Esclama Guido, mettendosi una mano in tasca e affiancando Alexander. Kyle si limita a scuotere la testa.

"Sì, ma non sono cacciatori di vampiri. Loro fanno parte della sezione demoniaca." Demoni? Esistono anche loro? Come faccio ad essere ancora viva?

"Oh, quindi voi siete quei tizi ibridi di cui si sente parlare in giro." Dice Caleb, passandosi una mano tra i capelli e facendo un mezzo sorriso. Mi chiedo come faccia a sapere tutto su tutti. È inquietante.

"Si chiamano Deimonios, tesoro." Lo corregge Tania, per poi rivolgersi a Thomas, credo. "Come stai, Tom? Il mio amico Leroy mi ha parlato un sacco di te. E' un peccato che vi siate lasciati in quel modo."

"COSA?" L'urlo unanime si solleva dal gruppo alle mie spalle, buttandomi quasi a terra. Tania conosce... quell'individuo? Lei non sembra accorgersi del disagio generale, perché il suo sorriso si allarga ulteriormente, e saltella per l'eccitazione mentre quel tizio borbotta un "Non era proprio quello giusto" altamente imbarazzato.

"Ah, sapevo che eri tu. Mi aveva detto che eri un bel ragazzo, ma non immaginavo fossi uno Daimonios. Sono così felice di conoscerti." Okay, riavvolgiamo il nastro. Tania conosce la cornucopia di Guido e c'è un ragazzo biondo con una spada. Alexander era legato come un salame e Kyle sembra coinvolto in questa storia. In più quei due sono... ehm... Deimo-qualcosa. Ho davanti due mezzi demoni, questo significa che esistono. Fantastico. Dovrei dirlo a Michelle. Lei adora queste cose. Sì, e cosa le dovrei dire? Sai, amica mia, tutte quelle cose che ho sempre denigrato come vampiri, lupi mannari, angeli, demoni, tizi strani e armati... sono tutti veri! Sorpresa! No, non va bene. Forse dovrei dare segni di vita. Qui mi stanno fissando tutti. Rilassati, Donovan. Respira.

"Tesoro, tutto bene?" Kyle. Credo abbia parlato lui.

"Smettila di chiamarla così. Cazzo, ho capito che sei un cane, ma potresti staccare la lingua dal suo sedere." E questo è Alexander. La stupidaggine insita nelle sue parole si sente a chilometri di distanza. Senza dire una parola mi volto, andando verso Laurance e prendendo mio figlio tra le braccia. Ho bisogno di stringere qualcuno che non possa sparare alcuna sciocchezza.

"Io me ne torno a casa." Dico, senza guardare nessuno.

"Eh?" Capisco il loro stupore, ma quando Kyle mi chiede il perché, non posso fare a meno di innervosirmi. Mi giro di scatto, facendo cacciare un urletto ad Alex.

"Statemi a sentire. Flinn mi ha fatto dimenticare tutto, giusto?" Trapasso il vampiro con lo sguardo, mentre lui cerca di nascondersi dietro a Caleb. "Sono incazzata. Questo è ovvio. Chi non lo sarebbe? Ma devo ammettere che questi due anni, confrontati a quello che ho vissuto prima... beh... sono di gran lunga migliori. Vado all'università, ho una casa, non uccido nessuno, ho anche un figlio e un ragazzo. Anzi, l'ultimo è ancora in discussione." Questa volta è Kyle che cerca di nascondersi. Faccio un enorme sospiro, scuotendo la testa. "Quindi, vi ringrazio per la visita e la mezza lavata di testa. Farò a meno degli altri ricordi, ma non voglio più entrare in faccende che non riguardano i comuni mortali. Ora sono una persona normale, con degli interessi normali e una vita del tutto normale. E voglio rimanere così."

"Cosa stai dicendo?" Alexander esce finalmente dal gruppo, avvicinandosi di un passo verso di me.

"Sto dicendo che sei libero. E anche io. Non mi importa niente di quello che hai fatto. A quanto pare ti ho già perdonato. Il come o il perché non mi interessano, e comunque non provo alcun sentimento per te, e come potrei? Per quanto riguarda Alex..." Il bambino preso in causa fa una smorfia divertita, come se tutto quello che sta succedendo sia solo un enorme gioco. E forse è così che lo vede lui. "Potrai venire a vederlo quando ti pare, se ti va. Ovviamente mi piacerebbe che tu sparissi in una nuvola di fumo e pipistrelli come nei film ma... non ti posso chiedere questo. Sai dove abito. Fai quel che vuoi." I ragazzi rimangono impalati a fissarmi, ma io non ci faccio molto caso. Mi sento più leggera, in fondo. La mia nuova vita mi piaceva, se paragonata alla vecchia. Richiamerò Liz e manterrò i ponti con Tania. Mi piace, in fondo.

"Stai scherzando, vero? Andiamo, Kirsten..." Alexander si avvicina ancora, ma questa volta io faccio un passo indietro, guardando il quadro nel suo insieme.

"Non c'entro nulla, qui. Siamo onesti. Siete tutti vampiri, ex-streghe, lupi mannari, tizi davvero carini..."

"Facciamo quel che possiamo!" dice Jay, passandosi una mano tra i capelli. Faccio un cenno con la testa, e i due dark rimettono a posto le spade.

"Comunque, adesso basta. Sul serio, non mi va più di giocare. Sono cresciuta." Porto la mano libera dietro la schiena, staccando il paletto di legno che mi ero messa nella cintura. Con un gesto veloce lo butto a terra, guardandolo rotolare fino ai piedi di Alexander, che lo ferma con una scarpa. I Creed rimangono a fissarlo per qualche istante, ammutoliti. Non posso credere di star facendo questo, ma suppongo che sia la cosa migliore. Non posso rischiare la vita adesso che c'è qualcuno che dipende da me. Sono come quelle celebrità che si ritirano quando mettono su famiglia. "Addio, vampiri. È stato un piacere tentare di uccidervi." Faccio un breve inchino, voltandomi definitivamente e uscendo dal cancello che Kyle ha aperto poco prima. 



Cory attraversa la zona del Piccadilly Circus, immergendosi nelle periferie più vecchie del circondario. Le zampe fanno ancora male per la recente trasformazione, ma essendo un po' arrugginito è normale. La casa che sta cercando è all'incrocio tra la Mane e la Avenue, più precisamente al numero 543 di Rose Street. La porta è aperta, e da su una rampa di scale particolarmente alta. La attraversa senza problemi, entrando nell'appartamento buio.

"Finalmente sei tornato." Una figura si alza dalla poltrona, attraversando lo stretto corridoio e raggiungendo l'entrata. Cory si blocca sul posto, tornando normale e mettendosi in piedi.

"Ho trovato quel che cercavi." Dice, avviandosi verso il salotto e affondando in un divano. Fa freddo in quel posto, e il ragazzo adocchia due ceppi spenti nel camino rovinato. Si strofina le mani, chiedendosi perché non venga acceso.

Perché uno che non può avere freddo dovrebbe accendersi il fuoco?

I ceppi si accendono prima che lui se ne accorga, illuminando la stanza di un leggero bagliore sanguigno. "Wow, sei davvero forte per essere un vampiro." Si complimenta, scaldandosi le mani verso la fiamma.

"Ho pensato che fuori dovesse esserci brutto tempo. Sarai congelato, ma non hai quello che voglio." L'individuo si siede di nuovo sulla poltrona, passandosi una mano tra i capelli marroni, mentre Cory si abbandona alla confortevolezza dei cuscini in gomma piuma.

"C'era un vampiro con lei. Alexander Christopher Flinn. Un osso duro, se capisci cosa intendo." Qualcosa nello sguardo del ragazzo sulla poltrona cambia. Diventa freddo, buio, distante. I braccioli della poltrona portano i segni delle unghiate che ha lasciato. Cory è inquieto. A prima vista si direbbe che il vampiro abbia meno di vent'anni, ma non ci avrebbe giurato. D'altronde, per esseri così, l'età è un mistero.

"Capisco. E i Deimonios?" chiede, allungando una mano verso il fuoco.

"Quei tizi in pigiama nero? Li ho sentiti parlare nella vecchia villa abbandonata qui vicino. Hanno detto che stanno cercando un certo Incantatore. Sei tu, vero?" Lui annuisce senza problemi, sovrappensiero. Cory lo guarda attentamente, passando lo sguardo sugli occhi scuri e la pelle chiara tanto da sembrare cadaverica.

"E che mi dici di Stefano? E' con i Creed?"

"Sì. Erano tutti nella villa. C'era anche Kirsten con quel marmocchio mezzosangue." L'Incantatore sbarra gli occhi, alzandosi dalla poltrona e andando verso la finestra. Le imposte sono vecchie e rovinate, ma non ci fa caso mentre le apre e spazia con la vista oltre le case, usando i suoi occhi come un perfetto cannocchiale. Vede la vecchia villa con i vampiri, e Kirsten pochi metri più in là che se ne va, voltando le spalle a tutto. "Perché ti stanno cercando? Hai fatto qualcosa di male, vampiretto?" Fa un mezzo sorriso, voltandosi di nuovo verso Cory.

"Sono pericoloso per la loro sicurezza, ma ti racconterò poi. L'importante ora è avere Kirsten."

"Ma a cosa ti serve? Ormai non è più un contenitore e Adrek è svanito quando io sono morto. Anche se tu lo trovassi sarebbe troppo debole per riemergere senza Chire."

"Io non punto ai Portatori di Luce, Mason."

"Ah no?" Cory lo guarda con un misto di disapprovazione e confusione mentale. Tutto ciò che sa è che una volta era morto e la volta dopo non lo era più. La prima cosa che aveva visto riaprendo gli occhi erano stati quelli scuri di quel ragazzino, poi ricorda qualche parola mormoratagli all'orecchio e poi la sensazione viscerale di dover obbedire a tutto ciò che quella bocca avrebbe sussurrato. Visto che non aveva altra scelta ha accettato, ma adesso si sente un po' fuori luogo sapendo di non aver una parte centrale nel suo piano. Essere una marionetta non gli è mai piaciuto.

"Io voglio esattamente quello che vuoi tu." Chiude le imposte e le tende, avvicinandosi nuovamente al fuoco e infilandoci l'intera mano dentro. Viene scalfito dalle fiamme, ma non urla, né mostra segni di dolore. La pelle si rigenera come se nulla fosse, e lui continua a muovere le dita come se stesse dirigendo una piccola orchestra. "Voglio Kirsten Donovan con me." Mormora, chiudendo la mano a pugno e cacciandola dall'intrico di fiamme. "E che Flinn soffra." Riapre le dita, e Cory vede la fiamma guizzare sul palmo disteso.

"Perché? Cosa ti ha fatto?" L'Incantatore soffia sulla fiamma come una candelina, pulendosi poi la mano sui pantaloni.

"Ancora niente, se non sbaglio." Cory lo guarda interdetto, senza capire se sia pazzo o meno.

Se non sbaglio? Che vuol dire?

Il ragazzo apre la bocca in un sorriso, rilassando totalmente la schiena sulla poltrona. "Ma è meglio prevenire che curare, giusto?"

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