Capitolo 9

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Riassunto del capitolo 8

"Tania è scomparsa."

"E' morta. Lui l'ha uccisa."

"Cal, riaccendi subito le emozioni."
"Ho bisogno di essere lucido se voglio ucciderlo."

"Michelle?"
"Mi ha fatto spaventare e ho reagito di iniziativa."
"Sei una fottuta bugiarda, strega."

"Kyle non è male. Non dovresti giudicarlo solo per problemi razziali."
"Alex? Hai... parlato?"

"Sta creando i suoi stessi ricordi, come se stesse viaggiando nel tempo. La sua aura continua a crescere in maniera esponenziale."

"Cosa succederebbe se il Concilio scoprisse dell'esistenza del piccolo Alex?"

"Ciao, Vladimir."

"Stefano, adesso farai tutto ciò che ti dirò. Fai bere questa a Kirsten. Bastano poche gocce. Devi farlo quando Vladimir arriverà in città, ma lui non deve esserci nella stanza quando lo berrà. Tutto chiaro?" 

 

Alexander's POV

Oh merda! Merda! Merda! MERDA! Cosa ci fa Vladimir a Londra? Mi volto per guardare l'espressione degli altri, ma mi ritrovo improvvisamente solo. L'unica cosa che riesco a vedere sono i capelli rossi di Kirsten scomparire dietro una delle stanze del primo piano, ma è un movimento talmente veloce che per un attimo credo di essermelo immaginato. Quando mi volto verso Vlad noto qualcosa a qualche metro dalle sue spalle, che sventola le mani in aria per attirare la mia attenzione. E' Derek, e ha in braccio Alex. Faccio un sorriso di sollievo, che Vladimir attribuisce alla mia felicità per la sua ricomparsa.

"Allora? Come va?" chiede, rimanendo pazientemente sulla porta. Apro la bocca per parlare, ma devo concentrarmi su qualcosa che non sia l'odore di Kirsten nella casa.

"Ce la caviamo. Tu?" Lui alza le spalle, sorridendo.

"Magnificamente. Roma è bellissima, ma c'è un piccolo problema." Oh no. Ha scoperto di Alex! Devo trovare al più presto una scusa. Lui alza una mano davanti al mio viso, muovendo le dita. L'anello che avevano fatto Tania e Liz lancia bagliori bluastri, e d'istinto inizio a guardare anche il mio, stringendo la mano fino a far diventare le nocche di un bianco cadaverico. "Non posso più uscire al sole." Sbarro gli occhi, capendo cosa avevo notato di strano. Vladimir è venuto di notte. Eppure da quando ha quell'anello mi aveva detto di aver ritrovato la passione per le passeggiate nel centro di Roma, sotto ad un buon sole cocente. Capisco subito dove vuole arrivare. Non è qui per una visita di piacere. "Stai perdendo il controllo sul tuo clan, Alexander." dice infine, e la verità di quelle parole è come un pugno nello stomaco.

"Non puoi dire una cosa del genere." tento di difendermi, ma lui mi scosta ed entra in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

"Invece posso." sbotta, guardandomi con durezza. Lo detesto quando fa così. E' lo stesso atteggiamento che aveva nei miei confronti quando ero ancora un pivello. "Se l'incantesimo è finito vuol dire che la tua strega è morta. E dove sono gli altri membri del tuo clan?" chiede. Apro la bocca per parlare, ma poi rimango in silenzio. Non posso mica dirgli la verità. Probabilmente inizierebbe ad indagare, e scoprirebbe Kirsten e Alex.

"A farsi un giro." dico, e non è del tutto sbagliato, ma lui sembra non credermi.

"Ho quattrocentonovantasette anni, Flinn. Credi veramente di potermi ingannare?" Come un fulmine si ritrova al primo piano, e prima che possa fare qualcosa apre la porta della camera da letto di Alex. Rimane fermo a guardare la culla e annusa l'aria con attenzione, mentre io sento un magone in gola che mi soffoca.

White like snow - Il mezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora