Posso io essere felice?

By elly-04

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Sto per addormentarmi quando un urlo di mia madre mi fa aprire gli occhi di scatto. Sospiro. E' ubriaca. Cosa... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2

Capitolo 3

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By elly-04



Sono già dieci minuti che cammino avanti e indietro sotto il palazzo in cui vivo, Omar è in ritardo. Quando mai è puntuale? Guardo l'ora sul mio cellulare e sbuffo. Quindici minuti di ritardo.

-Sara sono qua! -

Mi giro e vedo con la testa di Omar fuori dal finestrino. Alzo gli occhi al cielo. Finalmente è arrivato! Gli sorrido e salgo sulla sua vecchia Fiat blu.

-Sei sempre in ritardo! Per Natale ti regalo un orologio! -

-Ma che rompipalle che sei! Non ho tardato di molto... -

Per risposta gli dò solo una sberla in testa.

-Dai Sara! Mi stai ferma, mi rovini il ciuffo! -

-Sei una schifosa prima donna. -

Alla mia frase tutti sono scoppiati a ridere. Ops, non mi sono ancora presentata.

-Comunque, piacere Sara! -

-Piacere, io sono Annalisa, lei è Angela e lui è Massimo. -

Angela mi sorride e mi passa una bottiglia di plastica contenete della vodka lemon.

-Io e Sara ci conosciamo già, vero scema? -

-Sfortunatamente si! -

-Ah, mi scuso ma vi chiederò il nome per tutta la serata. Faccio schifo a ricordarmi i nomi... -

Tutti in macchina scoppiamo a ridere e alziamo la musica al massimo. Dopo un'oretta di macchina, passata a bere e a cantare a squarcia gola, finalmente arriviamo a Marina. Quando scendiamo dalla macchina siamo già tutti barcollanti e pronti a far festa. Non siamo ancora ubriachi, siamo soltanto un po' brilli. Da un lato mi sento un po' in colpa, prima litigo con mia madre perché beve e poi io faccio la stessa identica cosa. Mi sento come il bue che dà del cornuto all'asino. Bevo un altro sorso di quel miscuglio e scosso velocemente la testa. Mi conosco, l'unico modo che mi impedisce di pensare è quello di bere e sta sera ho intenzione di farlo. Ho voglia di trascorrere una serata senza preoccuparmi per mia madre, senza pensare a nessuna conseguenza. Voglio semplicemente sentirmi spensierata, libera.

-Sara sta sera ci sarà anche Riccardo! -

-Omar, che cazzo urli, sono a due centimetri da te! Riccardo? Non lo vedo dall'anno scorso, ci sarà da ridere! -

Detto ciò iniziamo a gironzolare per i vari bagni. Mi guardo attorno e non posso fare a meno di pensare che sono pieni di gente, si fa fatica a passare. Devo ammettere che è stupendo: le piste da ballo sono occupate da ragazzi che ballano, incuranti di tutto e di tutti; vicino al bar la gente si diletta in acrobazie per non rovesciare i drink colorati; i venditori ambulanti cercano in tutti i modi di convincere la gente a comperare i loro gadget. Questo clima mi mette una strana voglia di vivere addosso. Ad un certo punto sento qualcuno che mi afferra per un braccio e mi costringe a girarmi, sto per urlargli contro quando riconosco il proprietario della mano...

-Non si saluta più?! -

- Ciao vecchietto! -

Riccardo mi guarda male, sia perché l'ho chiamato vecchietto, cosa che odia, sia perché gli ho fregato dalla mano il suo drink. Ne bevo un lungo sorso. Faccio una faccia schifata: ma che cos'è sto schifo?!

-Tieni 'sta merda! -

Detto ciò gli sorrido e saltello, come una cretina, per tutta la pista da ballo alla ricerca di Omar. Trovato! Quel demente sta ballando con la cugina di Riccardo, Angela. Loro tre gli ho conosciuti l'estate scorsa e anche se non ci vediamo molto spesso, siamo buoni amici. Mi piace uscire con loro perchè ci si diverte sempre! Amano ballare, bere e ridere. Insomma, sono la compagnia ideale per una persona strana come me.

-Le bambine a quest'ora dovrebbero essere a letto a dormire! -

-Anche i vecchietti se è per questo! -

-Io non sono vecchio! -

-Sei tu che hai ventisei anni! -

Non mi risponde e inizia a farmi il solletico. Cerco di scappare ma senza risultati, Riccardo mi tiene stretta per un braccio, in modo tale da non farmi correre via. Dopo svariati tentativi di fuga riesco a liberarmi e inizio a picchiarlo. Lui si lascia picchiare e mentre ride mi sfotte sul fatto che non gli stia facendo male. Bastardo. Irritata e divertita allo stesso tempo mi allontano da lui per andare da Omar, che ci sta guardando con interesse.

-Peste vuoi da bere? -

-Si, mi prendi il solito? -

Annuisce con la testa e scompare tra folla. Concentrata a seguire con lo sguardo Omar, non mi accorgo che Riccardo è alle mie spalle fino a quando non sento le mani di lui sui miei fianchi. Non faccio in tempo a capire quali siano le sue intenzioni che inizio a ridere e a dimenarmi come un'ossessa. Questo idiota mi sta facendo il solletico. Di nuovo. Io lo ammazzo.

-Vecchietto lasciami andare. SUBITO! -

In risposta continua a torturami con più foga di prima. Maledetto figlio di puttana, lo sa che il solletico non lo tollero!

-Sara ecco il drink! -

Quando Omar mi porge il mio Caipiroska alla fragola Riccardo molla la presa dai miei fianchi e io finalmente sono libera. Attenta a non rovesciare il contenuto nel bicchiere mi fiondo tra le braccia di Omar.

-Ti ho mai detto che ti voglio tanto bene? -

-Si, quando faccio la fila al bar per te! -

Inizio a ridere di gusto e gli stampo un bacio sulla guancia lasciandogli il segno del rossetto. Faccio l'indifferente e bevo tutto il drink alla goccia. Chiudo gli occhi per qualche secondo. Mi manda in estasi la sensazione di bruciore mista alla dolcezza che danno l'alcol e la fragola assieme. Riapro lentamente gli occhi e appoggio il bicchiere oramai vuoto per terra per poi correre in mezzo alla pista. La testa mi gira e a malapena riesco a percepire le persone che si muovono vicino a me. Mi sento incredibilmente bene. Da quanto tempo non mi sentivo così rilassata? Così serena? Ad un tratto sento di nuovo una mano afferrarmi, in modo brusco, un braccio e trascinarmi fuori dalla pista. Non riesco neanche a capire chi sia stato a fare ciò, che mi trovo vicino all'uscita del bagno.

-Bimba hai bevuto un po' troppo! -

Ci metto una manciata di secondi a riconoscere il tizio che mi ha appena trascinata qua.

-Forse si, forse no! -

E inizio a ridere. Riccardo mi guarda e inizia ad avvicinarsi a me. La sua faccia è troppo vicina alla mia, cosa sta facendo? È troppo vicino per i miei gusti, così mi allontano da lui e saltello verso Omar e Angela che stanno chiaccherando animatamente ai tavolini vicino al bar. Riccardo quando mi vede saltellare ride e a passo svelto mi segue.

-Omar, andiamo a ballare? -

--Ma non sei tu quella che si lamenta sempre perché non sa ballare? -

-Ma io non so ballare! -

Non attendo neanche la risposta che gli afferro un lembo della maglia e lo trascino in pista. Una volta in mezzo a tutta la gente si avvicina a me per sussurrarmi qualcosa all'orecchio.

-Sara non è che stai scappando da Riccardo? -

-No.. -

-Ma ti piace? -

-No, non è il mio tipo. -

Detto ciò lo allontano da me e inizio a saltellare come una pazza per tutta la pista, agitando le mani al cielo. Faccio finta di niente anche se sento su di me lo sguardo di Omar. Sicuramente starà cercando di capire se gli sto mentendo oppure se sono sincera. Sbuffo. A me Riccardo non piace. Insomma non è il tipo ragazzo che quando lo vedi in giro ti voti a guardarlo, è nella norma, forse un po' bruttino... No, forse sto esagerando. E' meglio dire che non rappresenta il mio canone di bellezza ideale ecco. A me piacciono i ragazzi biondi con gli occhi chiari, il tipico nordico insomma...

Mentre mi dimeno come una pazza, ridendo e saltando, schiacciata da una massa indefinita di corpi sudati, sento la testa girare. Questa sensazione di confusione totale mi piace, mi fa sentire totalmente estraniata dal mondo, così continuo a ballare, come se niente fosse. Ma adesso oltre che a girarmi la testa mi manca l'aria. Ho bisogno di prendere aria. Così mi fermo e faccio cenno a Omar che vado a prendere un po' d'aria. Faccio molta fatica a uscire dalla pista da ballo, ma dopo vari spintoni e gomitate riesco nella mia impresa e mi dirigo verso il tavolino di prima. Con lo sguardo cerco Angela e le altre due persone che erano in macchina con me. Non ci sono, saranno andati a ballare. Mi siedo su una delle sedie mezze rotte che si trovano vicino al tavolino, quando vedo Riccardo che si dirige verso di me con aria preoccupata.

-Stai bene? -

-Si. -

Il mio tono di voce è brusco, quasi arrabbiato per il fatto che mi abbia rivolto la parola in questo momento. Spero capisca che ora come ora non ne ho voglia di battibeccare.

Riccardo annuisce e si siede vicino a me. Non mi rivolge nessuna parola, si limita solo a guardarmi. Questa situazione mi infastidisce, non mi piace essere fissata, mi fa sentire a disagio. È passata mezz'ora e io mi sono ripresa: la testa ha smesso di girare e non sento più quella fastidiosa sensazione di soffocamento. Così decido di alzarmi per andare a cercare gli altri, quando sento la voce di Riccardo.

-Ma perché scappi da me? -

-Non sto scappando da nessuno, sto solo andando a cercare i miei amici, tutto qui. -

Non controbatte e dopo avermi guardata negli occhi va verso il bar. Ma si può sapere che cosa gli prende sta sera? Ok, di solito non è una persona "normale" ma oggi è veramente strano...

-Sara ti ho preso una vodka alla pesca lemon, la vuoi? -

-Ma che domande fai? Ovvio che si! -

Omar mi sorride e dopo aver brindato buttiamo giù tutto il contenuto del bicchiere in una volta sola. La nottata trascorre così, fino a quando Riccardo viene da noi per salutarci.

-Oh ragazzi io vado, mi sono passati a prendere per andare al Cocco! -

-Ma dove cazzo vai che sono le tre! -

Sbotta Omar irritato. E che diamine, per una volta puoi anche fare serata con noi...

-Buona serata! -

Detto ciò continuo a parlare con Angela, come se nulla fosse. In realtà mi scoccia che vada al Cocco, nonostante tutto mi diverto a battibeccare con lui... Ad un tratto Angela va a salutare Tommaso, il suo moroso, che è appena arrivato. Omar, vedendo Tommaso, decide di seguirla per andarlo a salutare. Sto per andare in la con loro, nonostante io e Tommaso ci siamo visti poche volte è un ragazzo molto simpatico, quando sento Riccardo prendermi un braccio e iniziarmi a fare il solletico. Mi rimangio le parole di prima, non sentirò la sua mancanza.

-Dillo che vuoi che resti con voi! -

-Ma anche no! Anzi, quando arrivano i tuoi amici a prenderti? Cosi ti togli dalle palle. -

Non mi sono resa conto che nel dire queste parole mi sono avvicinata molto a lui. Riccardo smette di farmi il solletico e mi guarda negli occhi. Non distolgo lo sguardo e non mi allontano quando i nostri volti si fanno sempre più vicini. Non so il perché non mi scansi, so solo che per una volta nella mia vita vorrei non pensare, vorrei agire e basta, senza pensare alle conseguenze. Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che le labbra di Riccardo premono prepotentemente sulle mie. All'inizio sono un po' titubante, ma dopo pochi secondi questo contatto diventa più violento più smanioso, tanto che mi trovo con la schiena appoggiata al muro vicino ai tavolini. Gli circondo il collo con le braccia, mentre le sue mani mi stringono i fianchi. Il bacio si fa sempre più languido, fino a quando non gli do un morso al labbro inferiore e mi libero della sua presa. Ci guardiamo per qualche secondo e poi gli faccio un cenno con la mano in segno di saluto.

-Questa settimana ci sentiamo! Ciao vecchietta! -

Quando sento le sue parole gli sorrido e gli faccio il dito medio. Il vecchio è lui... Con ancora il sorriso sulle labbra vado alla ricerca dei miei amici.

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