Capitolo 3

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Sono già dieci minuti che cammino avanti e indietro sotto il palazzo in cui vivo, Omar è in ritardo. Quando mai è puntuale? Guardo l'ora sul mio cellulare e sbuffo. Quindici minuti di ritardo.

-Sara sono qua! -

Mi giro e vedo con la testa di Omar fuori dal finestrino. Alzo gli occhi al cielo. Finalmente è arrivato! Gli sorrido e salgo sulla sua vecchia Fiat blu.

-Sei sempre in ritardo! Per Natale ti regalo un orologio! -

-Ma che rompipalle che sei! Non ho tardato di molto... -

Per risposta gli dò solo una sberla in testa.

-Dai Sara! Mi stai ferma, mi rovini il ciuffo! -

-Sei una schifosa prima donna. -

Alla mia frase tutti sono scoppiati a ridere. Ops, non mi sono ancora presentata.

-Comunque, piacere Sara! -

-Piacere, io sono Annalisa, lei è Angela e lui è Massimo. -

Angela mi sorride e mi passa una bottiglia di plastica contenete della vodka lemon.

-Io e Sara ci conosciamo già, vero scema? -

-Sfortunatamente si! -

-Ah, mi scuso ma vi chiederò il nome per tutta la serata. Faccio schifo a ricordarmi i nomi... -

Tutti in macchina scoppiamo a ridere e alziamo la musica al massimo. Dopo un'oretta di macchina, passata a bere e a cantare a squarcia gola, finalmente arriviamo a Marina. Quando scendiamo dalla macchina siamo già tutti barcollanti e pronti a far festa. Non siamo ancora ubriachi, siamo soltanto un po' brilli. Da un lato mi sento un po' in colpa, prima litigo con mia madre perché beve e poi io faccio la stessa identica cosa. Mi sento come il bue che dà del cornuto all'asino. Bevo un altro sorso di quel miscuglio e scosso velocemente la testa. Mi conosco, l'unico modo che mi impedisce di pensare è quello di bere e sta sera ho intenzione di farlo. Ho voglia di trascorrere una serata senza preoccuparmi per mia madre, senza pensare a nessuna conseguenza. Voglio semplicemente sentirmi spensierata, libera.

-Sara sta sera ci sarà anche Riccardo! -

-Omar, che cazzo urli, sono a due centimetri da te! Riccardo? Non lo vedo dall'anno scorso, ci sarà da ridere! -

Detto ciò iniziamo a gironzolare per i vari bagni. Mi guardo attorno e non posso fare a meno di pensare che sono pieni di gente, si fa fatica a passare. Devo ammettere che è stupendo: le piste da ballo sono occupate da ragazzi che ballano, incuranti di tutto e di tutti; vicino al bar la gente si diletta in acrobazie per non rovesciare i drink colorati; i venditori ambulanti cercano in tutti i modi di convincere la gente a comperare i loro gadget. Questo clima mi mette una strana voglia di vivere addosso. Ad un certo punto sento qualcuno che mi afferra per un braccio e mi costringe a girarmi, sto per urlargli contro quando riconosco il proprietario della mano...

-Non si saluta più?! -

- Ciao vecchietto! -

Riccardo mi guarda male, sia perché l'ho chiamato vecchietto, cosa che odia, sia perché gli ho fregato dalla mano il suo drink. Ne bevo un lungo sorso. Faccio una faccia schifata: ma che cos'è sto schifo?!

-Tieni 'sta merda! -

Detto ciò gli sorrido e saltello, come una cretina, per tutta la pista da ballo alla ricerca di Omar. Trovato! Quel demente sta ballando con la cugina di Riccardo, Angela. Loro tre gli ho conosciuti l'estate scorsa e anche se non ci vediamo molto spesso, siamo buoni amici. Mi piace uscire con loro perchè ci si diverte sempre! Amano ballare, bere e ridere. Insomma, sono la compagnia ideale per una persona strana come me.

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⏰ Last updated: Jan 31, 2016 ⏰

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