S-e-x || Harry Styles

By JayJayNotCool

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TRATTO DALLA STORIA: " «...E' un'imbranata, non sa qual è la differenza fra "karma" e "kamasutra"!» tutti e t... More

Introduction
Mockery
Bad Games
Like a Virgin
Clarification
We must find a solution
Shame
Uncle in Always Right
Be Patient
First Lesson
Statement of Position
The Equalizer
Dead Sleep
Team
Second Lesson
Friends
Cinema
Third Lesson (Unexpected)
Strange Morning/Strange Day
Angry Heart
It Was All a Lie
The Last Lesson
Sequel?
Sequel

Right Gift At The Wrong Time

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By JayJayNotCool


*Una settimana dopo*

Non lo vedevo e non lo sentivo da giorni interi, non si era nemmeno presentato alla cena che mamma mi aveva fatto.

Effettivamente mi aveva lasciata di stucco il suo comportamento, non era mai stato uno che lasciasse le cose in sospeso, e speravo che in quel caso non iniziasse a farlo, e invece mi ero dovuta ricredere.

«Noi andiamo da Anne...Vuoi venire?» mi girai verso la porta, accorgendomi di Karen poggiata allo stipite che giocherellava con le chiavi della macchina.

Scossi la testa negativamente, tornando a guardare fuori dalla finestra.

«Senti, Elle...» venne verso di me, sedendosi sul letto alle mie spalle «Non puoi continuarlo ad evitare, non è un comportamento da adul-...»

«Smettila, Karen. Non sai nemmeno cosa è successo» risposi riluttante, difronte al suo comportamento da brava sorella che non le si addiceva per niente.

«Posso solo immaginarlo» continuò apprensiva, arrivando anche a poggiarmi sulla spalla una mano, che prontamente scostai con un colpo, facendogliela ricadere sul materasso con un tonfo «Ho parlato con zio...Mi ha detto tutto» ammise alla fine con un sospiro, tornando a stare in piedi «Perché lo avete fatto?» mi chiese affranta e forse schifata.

Perché lo avevamo fatto?

Perché mi aveva proposto quell'insana idea, e per quale motivo io avevo accettato?

Bella domanda.

«Te ne vai?» continuai scocciata, desiderando di stare sola.

«Certo...Ma lo sai meglio di me che alla fine cederai» sentii una nota di divertimento, come sempre «Ti è sempre piaciuto, ammettilo» continuò con un ghigno, intanto che il rumore dei tacchi si faceva sempre più distante.

Non era assolutamente vero. Io Harry lo menavo spesso e volentieri, quando eravamo piccoli. Era sempre così euforico e felice che mi dava sui nervi. Che motivo aveva di essere felice quando i suoi genitori erano nel bel mezzo del divorzio?!

Dio! Quel ragazzino era sempre fra i piedi, sempre lì che mi rideva dietro insieme a Karen! Magari era a lei che piaceva, non a me! Se era per me Harry poteva anche passare i pomeriggi con lei, e non con me che ero sempre costretta da mamma.

«Dovresti smetterla di fare così»

Sussultai, girandomi con uno scatto che mi fece cadere a terra dallo spavento, ritrovandomi con un gluteo dolorante e le guance rosse, sotto il suo sguardo divertito.

Era nella stessa posizione che Karen aveva poco prima, solo che lui si rigirava fra le mani un piccolo contenitore rosso.

Ma invece di aiutarmi, mi guardò per qualche istante e poi prese a far ruotare in aria la scatolina, facendola ricadere fra le mani e ripetere il movimento altre volte.

«Come sei entrato?» mi arrampicai sull'angolo del letto, poggiando una mano sul muro dietro di me, finalmente tornando a stare dritta.

«Dalla porta?» alzò un sopracciglio in modo ovvio, interrompendosi in quella specie di gioco di prestigio da poppanti.

«Ma dai?» stetti al gioco nel modo migliore che potevo tenere, essendo nel mio momento "no" ritenni che in quel momento fosse la risposta giusta da dare.

«Karen e tua madre uscivano ed io entravo» fece spallucce.

«Che vuoi?» andai dritta al punto, incrociando le braccia al petto.

Smise di far ruotare quel benedetto oggetto, prese un bel respiro e finalmente si staccò dallo stipite venendomi incontro con passo calmo e lento, ma soprattutto sembrava essere a suo agio.

«Tieni» mi porse quella scatolina, oggetto di tortura per me fino a due secondi prima.

Lo presi in mano restia, girandomelo fra di esse varie volte, finchè non alzai lo sguardo su di lui che m'incitò ad aprirlo, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.

Sfilai il coperchio, ritrovando dentro un foglietto ripiegato su se stesso, che aprii.

Un "Auguri" scritto da lui mi fece capire che quello doveva essere il regalo per il mio compleanno, di cui aveva ovviamente memoria, dato che altrimenti non sarebbe stato lì' davanti a me darmi la scatola.

Sotto di esso un anello –di bigiotteria- con un grande rubino, contornato da una corona di piccoli cristalli verdi e rosso scuro, e l'anello montante in oro. Decisamente inaspettato, soprattutto da lui, che era l'ultima persona a fare regali giusti nei momenti giusti.

Ma poi tornai con i piedi a terra, serrai le labbra e mi resi conto che quello era, sì, il regalo giusto, ma nel momento sbagliato.

Non era con quello che poteva pensare di recuperare una specie di rapporto di amicizia-mai esistito.

«Che cosa sei venuto a fare?» tornai a guardarlo con sguardo severo, notando l'emozione affievolirsi nei suoi occhi.

«Io-...Scusami, non volevo andasse a finire così» disse infine, gesticolando in modo fastidioso.

«Eppure è così che è andata a finire» posai la scatolina al mio fianco –sulla scrivania- incrociando di nuovo le braccia al petto e serrando le mascelle come un toro inferocito.

«Lo sapevi, come lo sapevo anch'io, che prima o poi sarebbe successo» ci tenne a farmi sapere.

«Successo che cosa? Spiegati, Harry, perché non ci sto capendo un bel niente» sbottai veramente frustrata per tutto quello.

«Il fatto di aver provato qualcosa» fece fatica a dirlo, aiutandosi di nuovo con la gestualità delle mani.

«Continuo a non capire» a quel punto non si trattava più di spiegare, volevo sentirglielo dire.

«Qualcosa di non fisico» serrò anche lui le mascelle.

A quel punto avevo due scelte: continuare con quel giochetto -molto divertente- o mettere fine a tutta quella storia, ritrovandomi di nuovo davanti ad altre scelte ancora.

«Ascolta, Harry. Tu hai proposto la cosa, io ho accettato. E' stata colpa di entrambi. Finiamola qui» conclusi stanca.

«No! Non la finisco qui! Ci siamo presi un impegno! IO, mi sono preso un impegno nei tuoi confronti, non possiamo semplice sorvolare su quello che è accaduto fingendo che non ci sia stato nulla!» si alterò troppo, notando il viso arrossarsi, ma la voce, stranamente era rimasta sempre normale.

«Beh, ma se ti dico che io non voglio più continuare, che vuoi fare? Costringermi?» domandai allora.

«No! Ovvio che no! Ma almeno prendiamo atto di quello che è accaduto» concluse più comprensivo e calmo.

«Non credo di volerlo fare» sospirai, sedendomi sul bordo del letto, seguita da lui, che sospirò dopo essersi seduto, con più delicatezza di me.

«Perché no?» notai con la coda dell'occhio come lui mi stesse osservando, ma comunque non ricambiai lo sguardo, guardando altrove.

«Perché sarebbe brutto sapere che tu non ricambi» ammisi con un filo di voce, vergognata per ciò che gli avevo appena confidato, sentendomi sorpresa di me stessa per aver finalmente confessato ciò che provassi realmente nei suoi confronti, e che l'odio che avevo prima era solo un riflesso di tutto il resto.

Prima però che rispondesse, il cellulare gli squillò, provocandomi del fastidio non appena rispose, alzandosi da lì per andare in corridoio e per di più bisbigliare per non farsi sentire.

Puntai gli occhi su quell'anello decisamente nelle mie corde, ma che in quel momento mi sembrava così sbagliato, che dovetti rivolgere lo sguardo altrove, pur di non sentirmi ancora più tradita ed esposta.

«Ellen, devo andare...Ti va se ci vediamo questa sera? Usciamo un po', magari...» propose di nuovo, tornando da me, ancora seduta, che lo osservavo dal basso.

«Quello che ti dovevo dire te l'ho detto. Se tu non l'hai fatto con me, vuol dire che non mi devi niente» conclusi, non trovando nemmeno io un senso a quella frase, ma in quel momento mi sembrava azzeccata.

«Dio!» sbottò, chiudendo a pugno le mani, stritolando anche il cellulare, portandoseli al viso, calciando con il piede l'aria, girando su se stesso «Perché sei sempre così stronza?!» mi urlò contro, questa volta pieno di rabbia nei miei confronti.

«Avrò imparato dal migliore» posai il peso sul braccio messo sul materasso, sorridendo da vera beffarda che ero.

«Io, non è vero? Io!? Stai scherzando spero!» continuò allibito.

«Non dovevi andare?» sbuffai annoiata, abbassando lo sguardo sulla mia maglietta, intanto che mi toglievo dei pilucchi fastidiosi.

«Quanto è vero Iddio la prossima volta te la faccio pagare» borbottò mentre se ne andava via.

«Guarda che non lo voglio il tuo regalo» gli urlai dietro, sentendo da parte sua un "Nemmeno io" urlato, subito prima che sbattesse la porta di casa e andasse finalmente via.

Sì, mi ero divertita a farlo impazzire, era il minimo per fargli capire quello che avevo passato, ma comunque –non appena andò via- mi sentii terribilmente sola.


-Spazio a me-

Salve, bella gente! :)

Ieri è stata una giornata sfiancante, e non sono riuscita ad aggiornare, e mi dispiace un casino.

Comunque, ci sono due confessioni: Harry quasi fa sospettare che gli interessi (QUASI, ho detto QUASI), poi Ellen che ammette spudoratamente che c'è dell'interesse (BOOM!), tutto questo macello solo perchè si sono masturbati, mio Dio! Pensate se già avevano fatto qualcosa, sarebbe crollato il mondo .-.

Poi c'è la nostra cara amica Karen che fa spionaggio e scopre tutto, ovviamente, all'insaputa di tutto, ovvio no?

Detto ciò vi lascio alla vostra vita, e mi raccomando commentate e votate :)

Baci

CaterinaXx

PS: Ieri sono stata quasi tutta la giornata ad AltaRoma, e boh, volevo condividere questa cosa con qualcuno e magari scoprire se qualcun altro studia moda come me e si ritrova in mezzo a questi eventi importantissimi :)

Vi lascio il link per la foto del backstage della sfilata di L72 (bellissima, anche se le cerniere fanno un pò cagare, ma non dite che l'ho detto):

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xfa1/v/t1.0-9/12644976_10205732803540047_3787826786207245636_n.jpg?oh=980ee07eb6da6d97e84728c34157514d&oe=5728D424

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