Friends

By xHoldOnPainEnds

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Liz Jones si è appena trasferita dalla popolosa Sydney, in Australia, alla tranquilla Louisville, nel Kentuck... More

Trama
Prologo
1. Louisville
2. Drew Anderson
3. Annabelle Royal
4. Guerra? E guerra sia
5. Un nuovo amico
6. La festa
7. La scommessa
8. Regole
9. Dolore
10. Tensione
11. Uscita a quattro
12. Solo amici
13. Una mattinata con Drew Anderson
15. Sentimenti
16. Cosa sto combinando?
17. Capitolo Speciale || Lei
18. Il dolore non se ne va
19. Snob
20. Io ti aspetto
21. Riproviamoci
22. Ne vali la pena
23. Imparare a fidarsi
24. Affascinante e misterioso
25. Mi perdoni?
26. Amiche false
27. Passato
28. Un piano geniale e la storia di F
29. Vendetta
30. Buon compleanno!
31. Sorpresa!
32. Elizabeth
33. Ti fidi o no?
34. Sushi e problemi più rilevanti
35. Femmina Alfa
36. Fable
37. Capitolo Speciale || Complotto
38. Un assaggio della vecchia Liz
39. Capitolo Speciale || Karma
40. Il momento di andarsene
Data d'Uscita Cartaceo "Il Tuo Pericoloso Sorriso"
Nuova storia & aggiornamenti
41. Capitolo Speciale || Riunione
42. Stessa Sydney, diversa Liz
43. Capitolo Speciale || Un volo per Sydney
44. Riprendere in mano la propria vita
45. Finalmente libera
Epilogo

14. Confusione

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By xHoldOnPainEnds

Resto ad osservare, curiosa ed incredula, mentre Drew fa lo stesso.
«Mi sono stancata di ripetere sempre la stessa cosa, Jace» esordisce Annabelle, guardandolo gelida come sempre. «Fra me e te non c'è niente, e mai ci sarà, fattene una ragione.»
Jace ha uno sguardo che non ho mai visto prima sul volto di qualcuno, ma di cui ho tanto sentito parlare. La guarda come se fosse disposto a gettarsi nell'inferno per lei per trovare dell'acqua, e mi chiedo come Annabelle possa non accorgersene. «C'è già qualcosa, solo che tu continui ad ignorarla! Ti ho dato tutto ciò che potevo, devi solo dire sì» la supplica, facendomi stringere il cuore. Drew li osserva come se conoscesse già lo svolgimento della situazione e stesse solo rivivendo la stessa scena per l'ennesima volta.
«La mia risposta è no. Lo era ieri, lo è oggi e lo sarà domani» dichiara Annabelle, facendomi salire una voglia straziante di prendere a pugni quel suo viso perfettamente ricoperto di fondotinta. Ma Jace non si arrende, e questo sembra sorprendere sia la regina del ghiaccio che Drew, che esclama un «oh!»
«Mi sono stancato Annabelle, io ti amo, vuoi capirlo?»
«Cazzo» esclama Drew, facendo cadere qualcosa che produce un rumore assordante, rivelando la nostra posizione. Mi sento un'agente segreto della CIA e cerco di riparare al danno sgattaiolando verso un tavolo dove sono seduti alcuni ragazzi, solo che mi sono dimenticata che in quanto ad agilità faccio proprio schifo, così il solo risultato è quello di rischiare di far cadere tutto il tavolo, ma per fortuna un ragazzo mingherlino lo afferra e riesce a tenerlo fermo, senza però impedire ai loro drink di scivolare e cadere a terra. Annabelle si alza, fulminando Jace con lo sguardo ed esce, mentre lui resta a bocca spalancata a fissare me e Drew che ci guardiamo cercando di trovare una scusa, ma lui scuote semplicemente la testa e se la prende fra le mani.
«Ho fallito di nuovo» mormora, mentre vedo chiaramente una lacrima scivolare lungo la sua guancia.
«Oh, Jace» mi avvicino a lui, dispiaciuta, ignorando le esclamazioni colorite della padrona del bar che sta facendo una bella ramanzina a Drew, che cerca di richiamare la mia attenzione, ma in questo momento non posso proprio preoccuparmene. Mi siedo di fronte a lui e gli carezzo i capelli, ma non sembra esserci nulla da fare. Il dispiacere viene sostituito da un'onda di rabbia che mi travolge. Scatto in piedi e seguo Annabelle che si sta allontanando verso l'edificio di psicologia umanistica. La afferro per un braccio prima che possa varcare la soglia dell'ateneo e le riverso addosso tutta la rabbia. «Sei una stronza!»
Lei mi guarda divertita. «Calmati Lizzie.»
«Calmarmi?!» sbraito. «Non puoi giocare in questo modo con i sentimenti delle persone! Al contrario di tutta l'umanità Jace ci tiene davvero a te!»
«Sono fidanzata» risponde tranquilla.
«Quando ti pare!» esclamo. «E tu quello lo consideri migliore di Jace? Ti ha-»
«Ora chiudi quella cazzo di bocca, Liz!» minaccia, passando dal divertimento alla rabbia in un nanosecondo.
«Che succede, Annabelle? Hai paura che qualcuno lo sappia che non sei perfetta? Gale è-»
«Ti ho detto di chiudere la bocca!» urla aggredendomi. Me la scrollo di dosso, spingendola indietro, mentre l'adrenalina mi scorre nelle vene. So bene come difendermi, sempre per merito di Lena che mi aveva costretta ad alternare alle visite dallo psicologo gli allenamenti di jujitsu da suo zio.
«Perché non la smetti di prenderlo in giro e gli dici un sì o un no definitivo?» chiedo, questa volta con più calma.
«Gliel'ho già detto, più volte!» È fuori di sé dalla rabbia, ed è strano vedere Annabelle in questo stato, ma in un certo senso la rende più normale.
«E allora perché non vuoi stare con lui?!» contrattacco allo stesso modo.
«Perché non sono abbastanza!» Resto sbalordita. Questa è stata una giornata di sorprese infinite. Annabelle che trova una pecca nella sua perfezione? Non so cosa rispondere. Sta ansimando, sfinita, e mi guarda con il fuoco che le arde negli occhi.
Apro la bocca, ma la richiudo quasi subito, non ho idea di cosa dire.
«Sei contenta?» chiede con voce stanca, mandandosi indietro i capelli. La sua vulnerabilità dura ben poco, perché si riprende e mi guarda dritta negli occhi, facendomi venire i brividi. «Ed ora, Elizabeth, sia chiaro, non una parola con Jace o ti posso assicurare che non avrai più una vita.» Stavolta decido di cogliere l'avvertimento ed annuisco, guardandola mentre attraversa la porta dell'edificio, di nuovo impeccabile e salda dietro la sua maschera. Annabelle non si sente abbastanza per Jace? Scuoto la testa, incredula, e torno sui miei passi, ma quando arrivo al bar il mio amico non c'è più. Drew sta pulendo i resti dell'oggetto che aveva buttato a terra – che scopro essere un vaso – e quando mi avvicino mi mette in mano una scopa. «Dobbiamo pulire e ripagare i danni» dice, impassibile. Ce l'ha con me? Annuisco, già iniziando a pensare a come rimediarli i soldi. Drew sicuramente non avrà problemi vista la sua macchina e le sue finanze. «Ah, dobbiamo anche fare un salto nell'ufficio del rettore.» Sbuffo. Questa giornata stava andando bene, dannazione!

***

«Avete danneggiato una proprietà dell'università, disturbato la quiete pubblica e violato la privacy di due studenti» elenca il rettore Downey guardandoci con aria di sufficienza ed incredulità. Le mie sopracciglia scattano entrambe verso l'alto.
«Non abbiamo violato la privacy di nessuno, stavamo solamente chiacchierando» mi difendo, omettendo la parte dello spionaggio.
«Accovacciarsi dietro ad un séparé e guardare insistentemente verso due studenti cercando di capire ciò che si dicono lei non lo chiama violazione della privacy?» Resto muta, ma non per la risposta di Mr. Downey, per lo sguardo di fuoco che mi ha lanciato Drew.
«Potrei espellervi.» Porca puttana! Non posso farmi già espellere. Drew sbianca, preoccupato, e stringe con una forza disumana i braccioli della sedia. «Mr. Downey, la prego, questo no. Mi mancano solo pochi esami alla laurea» supplica Drew, guardandolo speranzoso.
«Va bene» si arrende infine Mr. Downey. «Ma trascorrerete il resto della settimana a lavorare nel bar del campus quando avrete ore libere per ripagare i danni. Iniziate domani.» Non male! Ho anche trovato una soluzione per i soldi, solo che è un lavoro che proprio non mi piace. Avrei preferito lavorare nella biblioteca del campus: tranquillità, silenzio ed un sacco di libri. «Ora filate a lezione!» Usciamo dall'ufficio del rettore senza nemmeno guardarci in faccia.
«Che lezione hai?» chiede Drew senza nemmeno disturbarsi a guardarmi.
«Medicina generale, tu?» rispondo, calciando un sassolino quando usciamo all'aria aperta.
«Genetica.»
«D'accordo» borbotto mettendomi le mani in tasca. Questo Drew silenzioso non mi piace affatto, lo preferisco quando fa il coglione. «Che ti prende? È per la punizione?» non ce la faccio proprio a tenere la bocca chiusa. Lui mi guarda come se si fosse appena svegliato da un sogno, poi scuote la testa. «No, stavo solo riflettendo.»
«Ah, wow, beh è almeno un'ora che rifletti» replico.
«Stavo pensando ad Annabelle e Jace» dice, ignorando il mio commento ma destando la mia curiosità. «Lui non si era mai spinto tanto in là fino a dirle che la ama, credo che Annabelle si sia spaventata» riflette, rendendomi partecipe.
«Che tu sappia» mi mordicchio il labbro, pensando alla domanda, ma smetto di farlo quando lo sguardo di Drew ci cade sopra ed i suoi occhi si incupiscono, facendomi agitare. «Per quale motivo Annabelle ha sempre detto di no a Jace?» Voglio vedere se lui lo sa, ma la risposta che mi dà non è quella che mi aspettavo.
«I suoi genitori non volevano, reputavano Jace non adatto ad Annabelle, Gale invece era più nelle loro corde.» Dice il nome di Gale come se avesse ingoiato una medicina amara, e questo alimenta ancora di più i miei dubbi su di lui, oltretutto ha usato il passato, ma decido di tenere la bocca chiusa o Annabelle mi scuoierà viva. Ora le cose sono due: o la regina del ghiaccio ha detto una cavolata a me, o la ha detta a Drew. Credo che la prima sia più probabile, ma decido di farmi gli affari miei. Devo stare fuori dalla vita di Annabelle, è inutile cercare di capire qualcuno che vuole avere tutto il mondo ai propri piedi. L'unico problema di Annabelle è che è viziata, mi rifiuto di pensare a possibili traumi infantili.
«Quindi tutto okay con la punizione?» chiedo, cercando di capire se è veramente solo questo.
«Scherzi? È stata la cosa più divertente degli ultimi tempi! Non ho molto spazio per il divertimento, sono sempre parecchio impegnato con lo studio e l'unica persona che vedo è Annabelle, a parte, ecco... insomma... qualche ragazza alle feste» dice, imbarazzato. Realizzo solo dopo un po' il senso dell'ultima frase, ma cerco di ignorare la fitta dolorosa che mi squarcia il petto.
Quello che fa Drew nel suo tempo libero non ti riguarda.
Quello che fa Drew nel suo tempo libero non ti riguarda.
Quello che fa Drew nel suo tempo libero non ti riguarda...
«Mi hai sentito, Liz?»
«Eh, cosa?» chiedo, tornando alla realtà dopo un breve viaggio nel mio cervello.
«Ti voglio portare a pranzo in un posto fantastico, fanno una pizza da urlo!»
«Non è un appuntamento» preciso subito, fermandomi sulla soglia dell'ateneo di medicina generale.
«Quindi è un sì?» chiede sbattendo le ciglia su quegli smeraldi. Alzo gli occhi al cielo ma sorrido ed annuisco. Restiamo a guardarci, ma Drew non accenna ad andarsene. Mi fissa, e sento un'energia fluire fra i nostri corpi e spingerli uno verso l'altro, come se lui fosse una calamita ed io un pezzo di ferro, o viceversa. Non mi piace il fatto che il mio cuore stia battendo al triplo della velocità consentita mentre guardo qualcuno che è solo un amico. Non mi piace il fatto che nei suoi occhi stiano passando emozioni indecifrabili che non si addicono ad un amico. Ma soprattutto non mi piace il fatto che vorrei mordere quelle labbra carnose. Deglutisco e lo saluto con la mano, rifugiandomi nell'ateneo, mentre con la coda dell'occhio noto che Drew si riprende e scuote la testa, allontanandosi. Entro che la lezione è già iniziata, ma sono così scombussolata da non fare nemmeno caso ai rimproveri del professore. Mi siedo, passando tutta l'ora a pensare a cosa sto combinando. Drew è un possibile aiutante di Annabelle ingaggiato per rovinarmi la vita, ha mollato la sorella di Jace dopo essersela portata a letto, va con tremila ragazze diverse ad ogni festa, è tutto ciò da cui mi ero ripromessa di stare alla larga... eppure eccolo qui, in tutta la sua schifosa perfezione che mi aspetta fuori dall'ateneo con un sorriso a trentadue denti. Cosa devo fare? Stroncare questa amicizia sul nascere? Provare ad essere sua amica? Conoscerlo meglio? La risposta è un grande punto interrogativo. Ma in fondo lo so cosa devo fare, ormai mi sono lanciata in questa follia e non posso tirarmi indietro. Tutto sommato Drew non si è comportato male, anzi tutto il contrario.
«Pronta?» mi chiede, senza stare fermo un secondo.
«Rilassati, Drew» rido, poggiandogli scherzosamente una mano sulla spalla.
«Non capita tutti i giorni di portare a pranzo una bella ragazza» ammicca, facendomi sprofondare il cuore nel petto. Autocontrollo, Liz. Alzo le spalle e lo seguo verso la sua macchina, parcheggiata di fronte all'entrata del campus. Saliamo e va in direzione opposta a casa di Annabelle. La radio fa da sottofondo al nostro "viaggio", alimentando un clima rilassato. In una settimana che conosco Drew ho visto un'infinità di sue sfumature, ma questa è in assoluto quella che preferisco: quel sorriso che gli illumina il volto, i capelli lievemente scompigliati, simpatico e versatile, gentile ed elegante. Drew Anderson è una sorpresa sempre da scoprire. Alla radio passa Not Afraid di Eminem e non riesco proprio a non alzare il volume. Quanto tempo che non la sentivo! Drew si gira a guardarmi sgranando gli occhi. «Eminem?»
Lo guardo confusa. «Sì, Eminem, perché?»
«Ti amo.» Oh cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo. Lo so che non intende ciò che penso ma... queste due parole pronunciate da quelle labbra carnose mi hanno ucciso.
Rido, cercando di evitare l'imbarazzo, ma Drew mi guarda confuso. Per fortuna il resto del viaggio trascorre senza intoppi, ma ci metto un bel po' a riprendermi da quel colpo.
«Siamo arrivati.» Rischio di cadere quando Drew mi apre la portiera, facendomi scendere dal mondo delle nuvole. Osservo il ristorante che mi ritrovo davanti. Sembra più una specie di cottage in campagna. Una staccionata decorata finemente circonda un giardino elegante con tavoli sparsi qua e là, un'enorme quercia getta ombra su delle altalene smosse dal vento ed un viottolo in marmo porta all'ingresso del ristorante.
«È bellissimo» dico, ammirata, seguendo Drew verso l'ingresso. L'interno è in legno, fatto a mo' di baita sulle montagne. Mi ricorda la casa in montagna che avevamo in famiglia ed in cui trascorrevamo spesso le vacanze natalizie. Pensare a tutto ciò ora mi fa solo più male, a volte i ricordi sono così forti che mi colpiscono in piena faccia, senza darmi tempo per rendermene conto o prendere una boccata d'aria prima di morire soffocata. La mano di Drew che si stringe attorno alla mia mi fa sentire come se stessi dormendo e mi avessero tirato un secchio d'acqua gelida in pieno volto. Lo osservo, estremamente confusa e imbarazzata, e lui alza semplicemente le spalle con un sorrisetto. «Stavi volando di nuovo nel tuo mondo, volevo solo tenerti qui con me.» Ma si rende conto di ciò che dice? Dio, mi sento male. Non so se Drew lo faccia apposta, ma il mio povero cuore chiede pietà. Quando sono vicino a lui è come se fossi sulle montagne russe, e non so se mi venga da vomitare oppure il cuore mi batta a tremila per l'emozione. Si siede con disinvoltura ed io lo imito, mettendomi di fronte a lui per ristabilire un minimo del mio autocontrollo che sembra essere decisamente andato a puttane. Per fortuna una cameriera rossa arriva quando il silenzio inizia ad essere insopportabile. Ci lascia due menù rilegati bianchi e non se ne va prima di aver lanciato un'occhiata eloquente a Drew. Gli ha letteralmente fatto lo scanner, giuro. Alzo gli occhi al cielo. Le donne spesso si ridicolizzano da sole, poi ci lamentiamo se ci accusano di non avere un minimo di dignità. Drew mi osserva dietro il menù con un sorriso sicuro stampato in volto. Il senso di potere che ha dipinto chiaramente sul volto mi mette a disagio. Distolgo lo sguardo, puntandolo sui piatti che ho davanti agli occhi, senza vederli veramente.
«Liz?»
«Puttana.» Respira, Liz.
«Lizzie?»
«Non vali un cazzo.» Devi respirare, Liz.
«Formaggino?»
«Ricordati chi comanda.» Respira, cazzo!
«Elizabeth!» Sgrano gli occhi, mentre presente e passato mi si stringono attorno come dei muri, stritolandomi gli organi interni. Sento delle dita affusolate sulle mie guance, mentre ricomincio a mettere a fuoco il ristorante. Sento solo il battito accelerato del mio cuore nelle orecchie, mentre la mia cassa toracica subisce l'impatto dei polmoni che sembra mi si siano riempiti all'improvviso d'aria. Non riesco più a distinguere il presente dal passato, mentre un sacco di voci si confondono nella mia testa. I polmoni si svuotano improvvisamente e mi sento soffocare, apro la bocca ed inspiro rapidamente, ma mi sembra che l'aria non raggiunga mai i polmoni. Un dolore straziante al petto lo squassa a metà. Mi tremano così forte le mani che mi aggrappo a qualsiasi cosa mi capiti a tiro, che in questo caso sono un paio di braccia. Le mie unghie entrano nella carne, mentre il cuore rischia di esplodermi. Mi torna in mente ciò che mi diceva lo psicologo, chiudo gli occhi e trattengo il fiato, per alleviare la sensazione di soffocamento. Inizio a respirare lentamente col diaframma, poggiando una mano sul torace e l'altra sull'addome. Poi respiro col naso ed espiro con la bocca finché i muscoli non si rilassano. Mi concentro sulle sensazioni che provo. Il cuore mi batte forte. Mi gira la testa. Mi tremano le mani. Ora passa. Tutto passa. Inizio a contare da cento alla rovescia, finché il cuore non torna a battermi in modo normale. Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo sono i miei piedi. Ho smesso di tremare. Lena sarebbe fiera di me.
«Santo cielo, Liz!» mi prende un colpo quando mi ritrovo gli smeraldi di Drew ad un palmo dal viso. «Soffri di attacchi di panico?»
Annuisco, ancora provata. «Era molto che non ne avevo uno così forte.» Con le violenze di mio fratello erano arrivati anche gli attacchi di panico: nel bel mezzo della giornata, di mattina, a scuola, in discoteca, a casa, di notte... un vero incubo. Non avevo mai seguito una terapia, mi rifiutavo di accettare questo disturbo, finché Lena non mi ha convinta ad andare dallo psicologo che mi ha suggerito questo metodo, anche se mi aveva consigliato di andare da un medico, ma non l'ho mai fatto. Sono passati da soli con gli anni, era davvero da tanto che non ne avevo uno così forte.
«Perché?» La sua faccia è combattuta, come se dentro di lui sia in corso una battaglia. È lo stesso modo in cui mi aveva guardata dopo che avevo avuto l'attacco di panico sulla poltrona a casa di Annabelle, come se si aspettasse una particolare risposta da parte mia piuttosto che un'altra. Scuoto la testa, deglutendo ed evitando i suoi occhi.
«Liz» la sua voce è titubante, supplichevole. «Cosa ti è successo?»
Non rispondo, squadrando lo smalto scrostato sulle mie unghie.
«Va bene, va bene» mormora, passandosi entrambe le mani sul viso, poi torna di fronte a me, ma il clima iniziale di allegria è sostituito da una tensione molto alta. La cameriera viene a prendere le ordinazioni e poco dopo arrivano i piatti. Non mi godo la pizza come dovrei, mi sento scombussolata da cima a fondo, estremamente confusa. Mi passano per la testa talmente tante cose che mi fa un male cane.
«Ho un'idea» esordisce Drew al termine del pranzo, pagando il conto nonostante le mie proteste. «Vieni da me e ci vediamo un film.»
So che dovrei dire di no, non è il momento adatto, lui si sta ponendo molte domande su di me ed io pure, in più sto analizzando i miei sentimenti e sono confusa, fottutamente confusa, è l'unica emozione che sovrasta tutte le altre. Ma non voglio restare da sola, ho paura. Non avevo un attacco di panico del genere da più di sei mesi, e non voglio che mi succeda quando sono sola, nonostante Drew stia diventando insistente con le domande sul motivo. Quando mi ritrovo da sola inizio a riflettere e finisco sempre col pensare a cose che dovrei evitare di pensare, almeno così mi distraggo un paio d'ore. «D'accordo.»
Rifacciamo la stessa strada, ma invece di venticinque minuti mi sembra che ne siano passati settanta. Non riesco a togliermi questa sensazione di ansia di dosso. Vorrei piangere, urlare, gridare, o semplicemente chiudermi da qualche parte e restare lì finché questa dannata ansia non sarà passata.
Arriviamo a destinazione, e la prima cosa che noto è che la macchina di Annabelle non è parcheggiata di fronte casa sua, ma non ho voglia di farmi tremila seghe mentali anche per lei. Seguo Drew attraverso i corridoi trafficati della confraternita, ragazzi vanno avanti e indietro e chiacchierano rumorosamente, facendo solo aumentare il mio mal di testa, ma almeno per fortuna non fanno caso a me e Drew che ci dirigiamo nella sua stanza. Mi ci mancano solo chiacchiere infondate.
La stanza di Drew è molto accogliente, ci sono due scaffali ripieni di classici e vari poster a coprire i muri raffiguranti band, cantanti e modelle. Il letto è addossato alla parete, sotto alla finestra, e c'è un piccolo televisore di fronte ad una poltrona al centro della stanza. Drew lascia la mia borsa e la sua sul letto e mi propone vari film, di cui ne scelgo uno completamente casuale. Voglio solo sedermi e staccare la spina, sono emotivamente sfinita. Osservo la poltrona, poi Drew, e mi rendo conto che dal letto il televisore non si vede.
«Spero non ti dispiaccia» dice alludendo al fatto che dovremo sederci entrambi sulla poltrona. Il cuore prende a battermi velocemente nel petto, ma cerco di farmi forza. La più grande sfida non sarà allontanare i sentimenti di Drew, ma vincere contro i miei di sentimenti. Annuisco e mi siedo. Drew mette il film e si siede accanto a me. Porca puttana. È stata una pessima idea, una delle peggiori. La sua coscia preme completamente contro la mia, come d'altronde il resto del suo dannato corpo pieno di muscoli. La tensione fra noi aumenta, mentre il mio cuore si infrange contro la cassa toracica.
Il film inizia, ma non riesco a prestargli attenzione. Sento un po' freddo, Drew sembra farci caso – d'altronde siamo così appiccicati da essere una sola persona – e prende una coperta, lanciandomela sulle gambe. Mi copro e, in men che non si dica, il mio cervello va in stand-by e sprofondo nel sonno, trovando finalmente un po' di pace.

Ciao fiori di campo!🙊

Le cose si fanno serie eheheh... E vedrete il prossimo capitolo!
A breve dovrei anche aggiornate Il Nostro Addio Infinito, spero almeno entro la fine della settimana...

Comunque: oggi compio un anno su Wattpad, quindi... Auguri a me!🎉

Al prossimo capitolo!🔜

-A

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