S-e-x || Harry Styles

By JayJayNotCool

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TRATTO DALLA STORIA: " «...E' un'imbranata, non sa qual è la differenza fra "karma" e "kamasutra"!» tutti e t... More

Introduction
Mockery
Bad Games
Like a Virgin
Clarification
We must find a solution
Shame
Uncle in Always Right
Be Patient
First Lesson
Statement of Position
The Equalizer
Dead Sleep
Team
Second Lesson
Friends
Cinema
Third Lesson (Unexpected)
Angry Heart
Right Gift At The Wrong Time
It Was All a Lie
The Last Lesson
Sequel?
Sequel

Strange Morning/Strange Day

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By JayJayNotCool

*Il mattino seguente*

«Buongiorno....»sbadigliai portandomi una mano davanti la bocca, entrando in cucina dove tutti, e anche Harry, stavano facendo colazione.

Aveva ancora la maglietta di quella stessa notte, ma sotto indossava dei pantaloni da basket presi da non so dove, dato che di roba maschile non l'avevamo, ma quando Karen si girò sorridendomi tutta contenta, indicandomi Harry con colpetti di testa indirizzati a lui, capii.

Gli aveva prestato i calzoni del suo nuovo ragazzo.

Mi andai a sedere vicino a lei, lasciando Harry solo, come tutte le volte che veniva a mangiare da noi e non era con sua madre.

«Avete dormito bene?» ci domandò mamma, così alzai lo sguardo su di lei, smettendo si spalmare il burro sul pane tostato.

«Ha tuonato tutta la notte» mi lamentai, notando che anche Harry avesse smesso di mangiare le sue uova.

«...Si aspettano un'esondazione del Tamigi» c'informò Karen, che mi guardò strana quando mi adagiai sullo schienale della sedia addentando il pane.

«Grazie per l'ospitalità, Lauren» ringraziò Harry, facendo sorridere mia madre.

«Mi ha fatto piacere averti qui» gli sorrise, strizzandogli la mano.

In poche parole mia madre per lui era come una zia acquisita, come per me Anne. Erano amiche da bambine e mai si erano perse di vista, cosa che avevano cercato di fare anche con i loro figli.

Il bello era che Karen e Gemma avevano la stessa età, nate con pochi mesi di distanza; amiche del cuore fin dal primo momento.

Io ed Harry avevamo la stessa età, solo che lui era nato a Febbraio ed io a Giugno; migliori amici per scelta degli altri.

Era vero, non è che ci fossimo scelti, solo che spesso ci ritrovavamo insieme e dovevamo passare il tempo.

Quest'amicizia di "convenienza" si era prolungata per tutti quegli anni; e mentre Karen conversava con lui, mi rendevo conto che non eravamo mai stati amici. Mai.

Spesso litigavamo, lui mi prendeva in giro, ma essendo una delle persone che più ritenevo "amiche" mi convinsi che fosse solo un comportamento normale, dato che anche mia sorella faceva lo stesso nei miei confronti.

«Elly...Elly» mamma mi passò una mano davanti agli occhi, costringendomi a sbattere le palpebre per non far seccare le pupille e vedere bene «Che ti prende?» mi guardò sospettosa, mentre sorseggiava il suo caffè caldo.

«Niente...Vado in bagno» annunciai scappando letteralmente via.

Zio aveva ragione, avrei continuato a ripetermelo all'infinito, ma ero convinta che avesse una ragione marcia: sarebbe andato a finire male, molto male.

*Due giorni dopo*

Mancavano solo tre giorni al mio compleanno e da quella sera i contatti con Harry si erano stroncati. Era partito di casa salutando tutti, e poi più niente, un po' perché le linee telefoniche ancora avevano qualche problema, ma anche perché sapevo che aveva bisogno dei suoi spazi.

Salii sull'autobus, non troppo pieno. Dovevo parlare con qualcuno che già fosse a conoscenza, e quando scesi di fronte all'ufficio di mio zio tirai un sospiro di sollievo.

Percorsi il breve tragitto dall'entrata all'ascensore, spingendo il tasto che mi avrebbe portata all'attico.

«Ellen! Ciao, bellissima» mi accolse abbastanza formalmente, a differenza delle parole usate.

Ero appena uscita dall'ascensore, che mi portò subito nel suo ufficio privato, completamente illuminato da delle lampade essendo fuori un tempo ancora pessimo.

«Cosa è successo?» sospirò dandomi tutte le attenzione che volevo.

«Avevi ragione» ammisi, ci mise un po' per collegare, ma quando ci riuscì rimase impassibile, forse un po' rattristato, ma non vittorioso «L'altra sera eravamo da me...C'era stato tutto quel macello della tempesta-..» cominciai gesticolando, rimanendo rigida sulla poltroncina, ingoiando aria, sperando che la gola non rimanesse secca ancora a lungo «...-Stavamo dormendo insieme, e poi mi sono alzata per andare a bere, e non so come ci siamo ritrovati a....Insomma...» mi massaggiai le tempie in evidente stress.

«Ho capito...Ehm... Ma qual è il problema?»

«Non parliamo da all'ora»

«Io te lo avevo detto, però» si lasciò andare – come me – sulla poltrona, sospirando, mentre si stropicciava il viso con le mani «Lo hai chiamato?» scossi negativamente la testa «Lui?» stessa reazione.

«Il fatto è che non provo nulla...Sono solo spaventata, imbarazzata...Un conto era che lui lo aveva fatto a me, ma-...» m'interruppe.

«Ma allora non avete fatto sesso?» domandò allibito.

«No! Ovvio che no! Ci siamo solo masturbati!» sbottai, alzando forse troppo la voce, infatti mi fece segno di ridimensionarmi nel tono.

«Beh, ma allora che problema c'è?» sembrava essersi ripreso, per non so quale motivo.

«Il problema sta nel fatto che la prima volta lui lo ha fatto solo a me, questa volta ci siamo masturbati in sincrono» stavo diventando una pentola a pressione, se non mi fossi calmata sarei morta lì.

Più parlavo più mi bruciava la pelle del viso, e più questa bruciava più mi sentivo in imbarazzo per la mia reazione, arrossando ancora di più. Era un circolo vizioso.

«Ellen, perché ne stai parlando a me? Va bene che sono tuo zio e mi fa piacere che ti fidi, ma perché proprio io? Hai litigato con Karen?» mi domandò pensando di avermi scoperta.

«Te ne sto parlando perché tu sei l'unico a saperlo, e se solo provassi a dirlo a Karen non uscirei di casa per tre giorni, sapendo già che vorrà essere messa al corrente, di ogni minimo particolare» dissi a bassa voce, avvicinandomi a lui con il busto.

«Okay, va bene. Cosa vuoi? Vuoi che parli io con Harry?» si propose, ma no, non era quello il mio obbiettivo.

«Vorrei solo sapere cosa devo fare. Sono veramente disposta a terminare queste "lezioni", ma se lui non mi parla non so proprio che fare» mi accasciai sulla poltrona.

«Hai provato ad andare a casa sua?»

«No, temevo mi avrebbe cacciata» borbottai guardando altrove.

«Perché dovrebbe farlo?» domandò divertito.

"Perché non siamo mai stati amici, veri amici!"

«Non lo so...» dissi invece, alzandomi da lì per andarmene «Grazie per i consigli...vedrò che fare» andai verso la porta, ma prima di uscire e ripercorrere il corridoio, mi richiamò.

«Tienimi informato» sorrise facendomi l'occhiolino.

Annuii solamente, andandomene poi via.

Come avrei trovato il coraggio di fare io il primo passo ancora non lo sapevo, ma sapevo molto bene che dovevo farmi avanti io, essendo io quella che aveva bisogno di lui in quel momento.

Ma poi i pensieri mi si accavallarono e se non fosse che era seduta ad aspettare il bus sarei caduta a terra.

Mi faceva male la testa, mi girava, pulsava, e il fatto che il tempo non fosse dei migliori non aiutava.

Sbuffai stanca di quella situazione, stringendomi nel giacchetto di pelle.


-Spazio a me-

SCUSATE!! MIO DIO!!! Come al solito non avevo internet e non potevo aggiornare .-.

Comunque, Ellen è sempre più paranoica, addiruttura pensa che lei ed Harry non siano amici, ma a mio parere sospetto che lo siano a tutti gli effetti, certo, personalmente parlando non farei mai lezioni di sesso con un mio amico, ma sono scelte, e poi -ammettiamolo- Harry non è un amico qualunque ;)

Okay, sto delirando!

Mi ricompongo! Zio Logan aveva ragione, ovvio che aveva ragione, anche uno scemo avrebbe capito che certe cose non vanno a finire mai bene! Ma chi lo sa? Ancora c'è tempo per l'epilogo...Perciò...

Ora vado altrimenti non finirò mai di sistemarmi i capelli (tempo stimato: 4 ore .-.)

Buona lettura e come sempre (per favore, perchè so che prima o poi qualcuno commenterà anche con un "Ehi") lasciate un commento e una stellina accesa :)

BaciXx

Cate

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