La cacciatrice ibrida

By LNWriter

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Cassandra Winkler appartiene ad una delle famiglie più potenti e altolocate del mondo dei Nephilim. Nonostant... More

Prologo
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Epilogo
LA CACCIATRICE IBRIDA 2
THE PROTECTORS
ROOMATES - UNA SPIACEVOLE CONVIVENZA

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By LNWriter

Ancora scossa per quello che le aveva dato la maga, Cassie stava sistemando le sue cose nell'armadio infondo alla stanza. Non riusciva a credere al fatto che la sua morte fosse scritta, che non erano solo degli incubi ma dei segnali. Cominciò a pensare che la donna si fosse semplicemente presa gioco di lei adesso che era particolarmente vulnerabile.
– Hey – Nate era entrato nella stanza senza fare nessun rumore, ma come al solito lei sapeva già che lui stava per arrivare – Stai disfacendo i bagagli...
– Ti dispiace?
– No, assolutamente! E' solo che pensavo che alla fine non avresti accettato di rimanere qua...
– Perché non avrei dovuto farlo?
Sorrise e le si avvicinò sedendosi sul suo letto – Sei così testarda! E poi sei convinta che sai cavartela da sola, che non hai bisogno di nessuno...
– Infatti è così!
Lui scosse la testa e una ciocca di capelli gli ricadde sugli occhi. Aveva dei ricci così chiari che facevano quasi impressione a contrasto con la carnagione olivastra e gli occhi scuri. Quando Cassie si rese conto che lo stava ancora fissando, abbassò lo sguardo e si diresse verso l'armadio – Sei sicura di stare bene? Non hai mangiato nulla
– Non avevo fame.
– Cassie sono due giorni che non mangi nulla
– Il fatto che tu mi abbia salvato la vita e che ora ti ritrovi a condividere non solo l'appartamento ma anche la stanza con me, non significa che devi far finta che ti importi di me! – disse voltandosi e piantandogli gli occhi addosso. Il ragazzo rimase quasi a bocca aperta e Cassie si sentì in colpa – Scusami Nate, è solo che quella maga...
– Lo hai fatto di nuovo
– Cosa?
– Mi hai chiamato in quel modo.
– E' il tuo nome no?
– Si ma solo gli amici mi chiamano così... Tu non sembri...
– Tua amica? In pratica sei il mio insegnante...
– No, volevo solo dire che fino a qualche giorno fa non mi degnavi neanche di uno sguardo, non mi parlavi e non mi hai mai chiamato per nome...
Cassie si sedette di fronte a lui – Lo so. Non ho un bel carattere e poi non sono abituata a passare del tempo con qualcuno che non siano Cam o mia madre... – Una fitta al cuore ogni volta che ci pensava e le lacrime che non aveva mai versato che le bruciavano in gola. Non si era ancora rassegnata. Come avrebbe potuto? Erano passati solo pochi giorni! E poi, se la maga avesse ragione, sua madre non sarebbe dovuta morire quella sera. La morte di tua madre non doveva accadere, è stato solo un incidente aveva detto Maia, ma lei non era del tutto convinta.
Nate sospirò. Guardava sempre in basso, come se non avesse il coraggio di guardarla negli occhi –Non preoccuparti! Prima o poi ti abituerai, solo...non essere troppo dura con te stessa e pensa a mangiare e rimetterti in forze, okay?
Lei annuì e si alzò dal letto –Vado a fare una doccia.

Quando uscì aveva la pelle delle mani tutta raggrinzita. Quanto tempo era stata sotto l'acqua? Si era messa a pensare a ripensare. A sua madre, a Cam che adesso stava con Kristal, a Robert che l'aveva accolta in casa sua, alla maga che gli aveva detto quelle cose e a Nathan. Neanche lui sa perché lo ha fatto. Ma era quasi impossibile credere anche a questo.
Le luci erano ancora accese e questa volta Nate stava dormendo veramente. Aveva tolto la coperta dal suo letto e l'aveva messa sul letto di Cassie che, con suo grande stupore, sorrise tra sé e sé quando la vide. Era sempre così premuroso oppure si sentiva in dovere di farlo perché Robert gli aveva dato l'incarico di sorvegliarla? Si avvicinò piano al suo letto e avvertì un cambiamento nel respiro e nel battito del cuore del ragazzo. Quando si voltò, vide che stava tremando e che il sudore gli scendeva giù dalle tempie –Nathan?– Ma lui non le rispondeva. Era evidente che stava avendo un incubo e si ricordò che un paio di sere prima le aveva detto che anche lui ne aveva qualcuno. Cassie non voleva svegliarlo adesso che era riuscito ad addormentarsi, ma il ragazzo continuava a tremare e il cuore gli batteva così forte che Cassie aveva quasi paura potesse scoppiargli in petto –Nate! Svegliati, è solo un brutto sogno! – Gli mise una mano sulla fronte e le girò la testa.
Si trovava in un bosco ed era notte. Davanti a lei c'era una donna con lunghi capelli biondi e occhi verdi che la guardava con aria severa –Devi andartene via da qua, non voglio più vederti.
– Ma mamma, io non ho fatto nulla di male! Perché non mi vuoi più?
La donna sorrise meschina –Sei stato uno sbaglio! Non saresti dovuto nascere! E' a causa tua che sono morta, solo tua!
– Mamma ma io...
Le mani sporche di sangue caldo e viscido. Ma non erano le sue mani, erano quelle di Nate. Se le portò al viso e urlò.
Cassie si rese conto che quello che stava vedendo non poteva essere reale, non apparteneva a lei. Tutto questo è solo un brutto sogno. Prese un forte respiro e il sangue dalle mani sparì. Aprì gli occhi e si ritrovò di nuovo nella stanza e stava stringendo la mano di Nate che nel frattempo si era svegliato. Il suo cuore continuava a battere forte, ma non tanto quanto prima – Che cosa è successo?
Lui la guardò e scosse la testa –Tutto questo è troppo strano!
– Che cosa?
– Devo parlarne con Robert al più presto!
Provò ad alzarsi ma adesso la mano di Cassie era sul braccio di Nate e stava stringendo tanto forte che lui spalancò gli occhi – No, adesso ti riprendi e mi spieghi!

Robert era nel suo ufficio da ore e non faceva altro che pensare a quello che gli aveva detto Maia quando avevano trovato Nathan a girovagare in una città umana. Aveva solo quattro anni, ma era molto intelligente. Quasi non ci credeva che se l'era cavata da solo dal momento in cui era nato fino a quando lo avevano trovato. Lui sapeva cos'era, sapeva che il mondo non era popolato solo da umani e sapeva che non poteva dir loro cos'era sennò lo avrebbero trovato e ucciso. Maia all'inizio pensava che sarebbe stato pericoloso portarlo via con se, ma a quei tempi loro stavano per lasciarsi e a lui non sarebbe rimasto nulla quindi non la ascoltò e lo accolse in casa sua, proprio come aveva fatto adesso con Cassandra. Quando la donna fece delle ricerche e scoprì che lui apparteneva alle Famiglie, quasi non poteva credere che lo avessero abbandonato in quel modo. Solo da qualche anno aveva scoperto che la sua dinastia era morta insieme alla madre, qualche anno dopo l'abbandono del bambino. Le cause restarono ignote ma la verità era che Robert non voleva sapere cosa aveva spinto quella donna ad abbandonare quel ragazzo. In fin dei conti era sempre suo figlio! Poco prima di tornare ad Holding, dopo una missione di due anni in Europa, Maia lo aveva contattato. Gli aveva detto che c'erano cose che non gli aveva raccontato e per una frazione di secondo lui pensò che si riferisse a loro due. Sono legati gli aveva detto. Poi aveva riattaccato. Robert in quel momento non aveva capito a cosa o a chi si riferisse, ma adesso era tutto chiaro.
Il fatto era, quanto tempo sarebbe passato prima che lo avessero scoperto anche loro?

Adesso che lei era a poca distanza dal suo viso, a Nate venne una stretta allo stomaco che non poteva essere associata alla fame e neanche alla paura. Il suo cuore, che prima batteva forte per via dell'incubo, adesso batteva forte per qualcos'altro. Scaccio via quella sensazione anche questa volta, non era il momento di pensarci. Nell'ultimo periodo si stava facendo trasportare troppo dalle emozioni e non la reputava per niente una cosa positiva.
Ispirando, il profumo di lei si insinuò nelle sue narici. Fin dal primo momento aveva subito pensato che aveva un odore un po' strano. Profumava di vaniglia e di primavera. Non sapeva bene perché proprio di primavera, ma era questo che gli era venuto in mente fin dal primo momento e per quanto riguarda la vaniglia, pensava che forse era la fragranza che usava.
– Allora?
Si riprese dai suoi pensieri e la guardò negli occhi. Quanto tempo sarebbe dovuto passare prima che lui si abituasse a vederli per quello che erano? Come se lei avesse avvertito qualcosa, lascio il suo braccio e si parò davanti a lui. Non era alta e neanche massiccia, ma Nate aveva provato sulla sua stessa pelle la forza di quella ragazza.
Si alzò dal suo letto e si sedette in quello della ragazza – Non so come spiegarti bene senza passare per pazzo...
– Succedono cose così strane ultimamente che ormai non percepisco il limite tra follia e ragione quindi...– disse lei sedendosi davanti a Nate.
– Bene... – prese un altro gran respiro – Non so come sia possibile, ma quando stavo sognando a un certo punto mi sono reso conto che tu eri la con me – Aveva sentito il suo profumo insinuarsi nella mente e il nodo alla gola era diventato meno stretto.
– Allora non era solo la mia impressione, io ero dentro al tuo sogno...
– Ed io ero nel tuo la scorsa notte...
Cassie spalancò gli occhi – Quindi non è stata solo una mia impressione... – disse distogliendo lo sguardo.
– Che cosa non è stata solo una tua impressione?
Non lo stava guardando più e per un attimo sembrò quasi sul punto di troncare la conversazione in quel momento, come se ci fosse qualcosa che non voleva tirare fuori, ma non lo fece – La notte scorsa, quando ho avuto quell'incubo... A un certo punto ho sentito che tu eri la con me! Il tuo profumo era così forte che sembrava quasi vero... Quando mi sono svegliata ho pensato che forse dipendeva dal fatto che eri vicino a me o che la sera in cui Morgan mi stava quasi facendo fuori, eri la... Sembrava avere un senso... – Nate era rimasto senza parole. Aveva davvero sentito che lui era nella stanza quando suo fratello la stava uccidendo? – A quanto pare c'è qualcosa che non va... – concluse la ragazza in tono preoccupato.
Nate aggrottò la fronte – Perché qualcosa che non va? Non potrebbe essere una cosa positiva? – Ma si pentì di averlo detto non appena vide l'espressione confusa della ragazza – Quando tu sei entrata nel mio sogno, mi sono sentito meglio – Voleva rimediare a quello che aveva detto e se ne usci fuori con quella frase che, oltre ad essere vera, fece cambiare l'espressione di Cassie che adesso sembrava aver afferrato il concetto.
– Non avevi più paura – ma sembrava che lo dicesse a sé stessa e non a lui – Lo so, l'ho sentito...– gli disse abbozzando un sorriso – Sei sicuro di volerlo raccontare a Robert? Ho già avuto un sacco di cose a cui pensare, preferirei che...
Aveva ragione, non era il momento adatto per allarmare Robert – D'accordo, per ora non glielo dico. Ma tu non dirlo a Cameron...
Lei scattò in piedi – Che c'entra Cameron?
– C'entra... Sei così legata a lui...
Il suo sguardo s'incupì di nuovo –Si vede così tanto?
Nathan sapeva che a lei piaceva Cameron, lo aveva capito fin da subito, aveva anche capito che il ragazzo non ricambiava i suoi sentimenti visti i recenti avvenimenti –Dopo la scenata di oggi...
– Non volevo farlo! – tentò di giustificarsi anziché negare la sua cotta e questo lo sorprese. Cassie gli era sempre sembrata una ragazza fredda, come lui, ma le cose erano leggermente cambiate per entrambi – E' solo che Cam c'è sempre stato per me e adesso che sta con Kris...
– Sarà comunque tuo amico.
– A proposito di questo, posso chiederti una cosa? – Lui annuì e lei proseguì – Perché ti dispiaceva il fatto che avrei fatto l'incantesimo per cambiare il mio aspetto?
Nate trasalì – Chi te lo ha detto?
– Maia...
– Cassie io non lo pensavo davvero... Il fatto è che Maia...
L'espressione della ragazza mutò di colpo – Immaginavo che mi stesse prendendo in giro... – Poi si sdraiò su un fianco e la maglia le ricadde scoprendo la spalla – Non capisco perché quella donna sia così felice di prendersi gioco delle persone. E' una cosa meschina!
Avrebbe potuto dirle che in realtà lui non voleva che nascondesse i suoi occhi perché era bello vederli per come erano, vedere come il contrasto con i capelli scuri la rendevano ancora più bella, ma si era ripromesso di reprimere quello che provava per quella ragazza, qualunque cosa fosse. Si limitò a distogliere lo sguardo e a sorridere – Maia è una brava persona. Solo che ogni tanto ama fare un po' la stronza!
La ragazza sorrise ma non disse nulla. Si infilò sotto le coperte e spense la luce – Hai intenzione di rimanere qua tutta la notte o torni nel tuo letto? – Non sapeva perché, ma il modo in cui aveva pronunciato quella frase gli fece credere che fosse una vera e propria provocazione, ma forse era solo la sua mente confusa che gli faceva vedere e percepire cose che in realtà non esistevano.
Si alzò piano piano e rimase in piedi qualche secondo – Come se mi dispiacesse poter rimanere qua accanto a te ancora un po' – poi raggiunse il suo letto e si sdraio portandosi le mani dietro la testa.
Lo aveva sussurrato a denti stretti e c'erano poche possibilità che lei lo avesse sentito ma, per qualche strana ragione, il cuore della ragazza cominciò a battere all'impazzata. Sorrise tra sé e decise che, per una volta, poteva pensare che era per via di quello che aveva detto che stava battendo a quel modo, che in fondo non gli era del tutto indifferente. Sospirò e si girò nella sua direzione. Anche lei era girata verso di lui ma aveva gli occhi chiusi e il respiro era regolare. La guardò ancora un po', sperando che non aprisse gli occhi. Tenere a bada quello che stava provando da quando la conosceva stava diventando più difficile del previsto. 


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