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Dei colpi al viso lo costrinsero ad aprire gli occhi e quasi gli prese un colpo quando si ritrovò i grandi occhi di Ethan che lo fissavano. Realizzò che quelli non erano semplici colpi, Ethan lo aveva schiaffeggiato in modo tutt'altro che delicato.
– Sei impazzito per caso?
Il ragazzo alzò le spalle – Non aprivi gli occhi, mi sono preoccupato!
Provò ad alzarsi e quasi urlò dal dolore – Perché mi hanno legato? – Guardò Ethan e notò che lui era libero – E perché tu sei libero?
– Evidentemente hanno paura che tu riesca a scappare. Sanno che sei un ibrido.
Questa volta per non lo disse con disprezzo ma una punta di rabbia – Qualcosa non va?
Ethan sorrise nervoso – Dimmelo tu! L'unica donna di cui io mi sia mai fidato mi ha mentito sulla sua vera identità e adesso è chiusa in una stanza con suo nonno che la sta torturando probabilmente con lo scopo di ucciderla!
– Non dirlo neanche per scherzo! Non morirà! Cassie è...
– Forte? Lo so anche io, l'ho vista combattere quasi ogni giorno da quando è arrivata qua... Ma questa cosa è più grande di lei. E' intelligente, ma George è più astuto e se fino ad ora non è riuscita a uscire fuori da là dentro probabilmente ci sarà un motivo!
Vide negli occhi di Ethan una strana luce. Aveva anche lui quell'espressione quando parlava di Cassie?
Distolse lo sguardo e si guardò intorno. Si trovavano in una cella un po' troppo piccola per due persone ma sicuramente a George non importava il confort dei suoi prigionieri, erano pur sempre prigionieri. Posò lo sguardo su Ethan e studiò il suo volto. Come avevano fatto a tenerli lontani per tutto questo tempo? Nate sapeva tante cose su suo padre, aveva persino conosciuto sua zia un tempo e l'aveva incontrata di nuovo quella notte, a casa di Cassie.
– Davvero non sapevi di me?
Ethan lo guardò e capì subito di cosa stava parlando – No, nessuno mi ha mai detto ma questa cosa non mi sorprende. Ho sempre pensato che mio padre ci avesse semplicemente abbandonati e che era colpa sua se mia madre stava male e mi picchiava e invece adesso, dopo quasi vent'anni, scopro che in realtà è stato ucciso...
Nathan si sentì in colpa. Chissà quanto era stata brutta l'infanzia di Ethan. Infondo lui non poteva lamentarsi. Robert e Mia erano sempre stati al suo fianco ed era sicuro che, appena avrebbero saputo cosa stava succedendo, sarebbero accorsi in suo aiuto, come sempre – Comunque mi dispiace per quello che ti ho detto sul tetto – aggiunse Ethan catturando la sua attenzione – Non penso che sia colpa tua se mio padre è morto – poi sorrise – E devo dire che tutto sommato sono felice di avere un fratello. Adesso so che non sono solo...
Nate sorrise – Sono felice anch'io – E, anche se non lo disse, anche lui sentiva di non essere più solo ormai.
– Scusate ragazzi... – qualcuno parlò e i due ragazzi si guardarono negli occhi. Si conoscevano da una settimana eppure c'era una complicità pazzesca tra loro, come se fossero sempre stati insieme – Mi sentite?
– Chi sei? – chiese Ethan senza mai distogliere lo sguardo da Nathan.
– Sono un prigioniero, come voi – tossì – Per caso sapete cosa stanno facendo a quella ragazza?
Nathan aggrottò le sopracciglia – Come fai a sapere...
– L'ho sentita urlare e poi ho sentito dei cacciatori parlare di una stanza in cui era chiusa una prigioniera. Sapete di chi si tratta?
La sua affermazione era al quanto sospetta. Quasi tutti i prigionieri erano evasi e quei pochi che erano a palazzo non erano ancora stati riportati nelle celle. Inoltre la voce dell'uomo era troppo vicina quindi non si trovava davvero in una cella. Nathan guardò Ethan e gli fece cenno di avvicinarsi – Non è un prigioniero – gli sussurrò all'orecchio.
– Allora? – insistette l'uomo – Sapete di chi si tratta?
– E' una cacciatrice
– Si chiama Cassandra?
Nathan fece cenno a Ethan di non parlare ma lui non gli diede retta – Si.
Poco dopo si udirono dei passi e un uomo con un cappuccio comparve davanti ai due ragazzi. Si inchinò portandosi una mano dietro la schiena – Vi ringrazio per le vostre informazione. Vi sono debitore – Si alzò e i suoi occhi incontrarono quelli di Nate che trasalì. Lui aveva già visto quegli occhi.
L'uomo si voltò bruscamente e fece per andarsene – Hey, hai detto che ci sei debitore! Facci uscire da qui! – gli urlò Ethan.
– Qualcuno verrà a liberarvi, ve lo prometto. Io ho una questione più importante da sbrigare – E scomparve.
Ethan imprecò e diede un calcio alle sbarre per la frustrazione – Ma chi diavolo era quello?
Nathan non rispose e scosse la testa confuso – Non ne ho idea.

La cacciatrice ibridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora