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Ancora scossa per quello che le aveva dato la maga, Cassie stava sistemando le sue cose nell'armadio infondo alla stanza. Non riusciva a credere al fatto che la sua morte fosse scritta, che non erano solo degli incubi ma dei segnali. Cominciò a pensare che la donna si fosse semplicemente presa gioco di lei adesso che era particolarmente vulnerabile.
– Hey – Nate era entrato nella stanza senza fare nessun rumore, ma come al solito lei sapeva già che lui stava per arrivare – Stai disfacendo i bagagli...
– Ti dispiace?
– No, assolutamente! E' solo che pensavo che alla fine non avresti accettato di rimanere qua...
– Perché non avrei dovuto farlo?
Sorrise e le si avvicinò sedendosi sul suo letto – Sei così testarda! E poi sei convinta che sai cavartela da sola, che non hai bisogno di nessuno...
– Infatti è così!
Lui scosse la testa e una ciocca di capelli gli ricadde sugli occhi. Aveva dei ricci così chiari che facevano quasi impressione a contrasto con la carnagione olivastra e gli occhi scuri. Quando Cassie si rese conto che lo stava ancora fissando, abbassò lo sguardo e si diresse verso l'armadio – Sei sicura di stare bene? Non hai mangiato nulla
– Non avevo fame.
– Cassie sono due giorni che non mangi nulla
– Il fatto che tu mi abbia salvato la vita e che ora ti ritrovi a condividere non solo l'appartamento ma anche la stanza con me, non significa che devi far finta che ti importi di me! – disse voltandosi e piantandogli gli occhi addosso. Il ragazzo rimase quasi a bocca aperta e Cassie si sentì in colpa – Scusami Nate, è solo che quella maga...
– Lo hai fatto di nuovo
– Cosa?
– Mi hai chiamato in quel modo.
– E' il tuo nome no?
– Si ma solo gli amici mi chiamano così... Tu non sembri...
– Tua amica? In pratica sei il mio insegnante...
– No, volevo solo dire che fino a qualche giorno fa non mi degnavi neanche di uno sguardo, non mi parlavi e non mi hai mai chiamato per nome...
Cassie si sedette di fronte a lui – Lo so. Non ho un bel carattere e poi non sono abituata a passare del tempo con qualcuno che non siano Cam o mia madre... – Una fitta al cuore ogni volta che ci pensava e le lacrime che non aveva mai versato che le bruciavano in gola. Non si era ancora rassegnata. Come avrebbe potuto? Erano passati solo pochi giorni! E poi, se la maga avesse ragione, sua madre non sarebbe dovuta morire quella sera. La morte di tua madre non doveva accadere, è stato solo un incidente aveva detto Maia, ma lei non era del tutto convinta.
Nate sospirò. Guardava sempre in basso, come se non avesse il coraggio di guardarla negli occhi –Non preoccuparti! Prima o poi ti abituerai, solo...non essere troppo dura con te stessa e pensa a mangiare e rimetterti in forze, okay?
Lei annuì e si alzò dal letto –Vado a fare una doccia.

Quando uscì aveva la pelle delle mani tutta raggrinzita. Quanto tempo era stata sotto l'acqua? Si era messa a pensare a ripensare. A sua madre, a Cam che adesso stava con Kristal, a Robert che l'aveva accolta in casa sua, alla maga che gli aveva detto quelle cose e a Nathan. Neanche lui sa perché lo ha fatto. Ma era quasi impossibile credere anche a questo.
Le luci erano ancora accese e questa volta Nate stava dormendo veramente. Aveva tolto la coperta dal suo letto e l'aveva messa sul letto di Cassie che, con suo grande stupore, sorrise tra sé e sé quando la vide. Era sempre così premuroso oppure si sentiva in dovere di farlo perché Robert gli aveva dato l'incarico di sorvegliarla? Si avvicinò piano al suo letto e avvertì un cambiamento nel respiro e nel battito del cuore del ragazzo. Quando si voltò, vide che stava tremando e che il sudore gli scendeva giù dalle tempie –Nathan?– Ma lui non le rispondeva. Era evidente che stava avendo un incubo e si ricordò che un paio di sere prima le aveva detto che anche lui ne aveva qualcuno. Cassie non voleva svegliarlo adesso che era riuscito ad addormentarsi, ma il ragazzo continuava a tremare e il cuore gli batteva così forte che Cassie aveva quasi paura potesse scoppiargli in petto –Nate! Svegliati, è solo un brutto sogno! – Gli mise una mano sulla fronte e le girò la testa.
Si trovava in un bosco ed era notte. Davanti a lei c'era una donna con lunghi capelli biondi e occhi verdi che la guardava con aria severa –Devi andartene via da qua, non voglio più vederti.
– Ma mamma, io non ho fatto nulla di male! Perché non mi vuoi più?
La donna sorrise meschina –Sei stato uno sbaglio! Non saresti dovuto nascere! E' a causa tua che sono morta, solo tua!
– Mamma ma io...
Le mani sporche di sangue caldo e viscido. Ma non erano le sue mani, erano quelle di Nate. Se le portò al viso e urlò.
Cassie si rese conto che quello che stava vedendo non poteva essere reale, non apparteneva a lei. Tutto questo è solo un brutto sogno. Prese un forte respiro e il sangue dalle mani sparì. Aprì gli occhi e si ritrovò di nuovo nella stanza e stava stringendo la mano di Nate che nel frattempo si era svegliato. Il suo cuore continuava a battere forte, ma non tanto quanto prima – Che cosa è successo?
Lui la guardò e scosse la testa –Tutto questo è troppo strano!
– Che cosa?
– Devo parlarne con Robert al più presto!
Provò ad alzarsi ma adesso la mano di Cassie era sul braccio di Nate e stava stringendo tanto forte che lui spalancò gli occhi – No, adesso ti riprendi e mi spieghi!

La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now