La cacciatrice ibrida

By LNWriter

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Cassandra Winkler appartiene ad una delle famiglie più potenti e altolocate del mondo dei Nephilim. Nonostant... More

Prologo
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Epilogo
LA CACCIATRICE IBRIDA 2
THE PROTECTORS
ROOMATES - UNA SPIACEVOLE CONVIVENZA

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By LNWriter

– Non possiamo tenerglielo nascosto, deve sapere!
– Nate, ti ho detto che per ora è meglio che non sappia nulla! La cosa più importante è addestrarla e fare in modo che non venga scoperta.
– Come fai a dire queste cose Robert? Prima o poi qualcuno si accorgerà che sono quasi identici e cominceranno a farsi delle domande. Per quanto tempo pensi che potrà andare avanti questa storia?
Cassie si avvicinò piano all'ufficio di Robert White. Non era sua intenzione origliare, ma il suo udito era molto sviluppato quindi non potè farne a meno.
– Vedremo – disse Robert – Cassandra entra pure.
S'irrigidì di colpo e fece un passo avanti entrando nella stanza – Io stavo solo...
– Origliando? Tranquilla, so che ci avresti sentiti anche se fossi stata più lontana...
Il fatto di essere stata sorpresa a origliare la rese nervosa e allo stesso tempo la fece vergognare. Era consapevole del fatto che si stava comportando come una bambina ma dal tono in cui discutevano aveva capito che era qualcosa di serio e soprattutto scoprire il vero motivo per cui Nathan White era andato a casa sua la settimana precedente – Beh allora tanto vale dirmi di cosa stavate parlando
– Cassie...– Nate provò a dirle qualcosa ma Robert lo fulminò con uno sguardo.
– Se mi avete fatta venire qua un motivo ci sarà...
– Dovevamo solo avvertirti che da domani ci alleneremo all'Accademia e che tra qualche settimana verranno a vederci le Famiglie.
Cassie trasalì – Mi sta dicendo che i Winkler saranno presenti?– Robert annuì e la ragazza si sentì mancare. Le tremavano le gambe. Non la preoccupava il fatto che avrebbe visto la sua famiglia, ma essere scoperta. Erano professionisti, riconoscevano gli ibridi quando ne vedevano uno.
– Stai tranquilla – le disse Nate avvicinandosi – Faremo in modo che non si accorgano di nulla.
– E come?– Il suo tono di voce si alzo bruscamente – Mi vedranno nel combattimento corpo a corpo contro i miei compagni e vedranno che sono più forte di loro, forse anche troppo!
Dopo quella volta, non si era più allenata con Nate ma con i suoi compagni e li aveva battuti, tutte le volte, mettendo al tappeto persino Cam. Aveva provato ad andarci piano, ma non riusciva a controllare la sua forza.
– E' abbastanza semplice, siete dispari, no? Dunque Nathan dovrebbe combattere con te.
– Perché Nathan e non Morgan? Mi ha messo al tappeto già una volta, potrebbe farlo di nuovo e avere la sua piccola vendetta, no?
Nate sorrise ma era un sorriso strano – Te lo avevo detto che sarebbe stato meglio Morgan!
I due si scambiarono uno sguardo. Sembrava che si parlassero con la forza del pensiero e Cassie pensò che forse Nate non era tanto entusiasta di combattere con lei. Il suo umore cambiò drasticamente e passò dalla rabbia furiosa alla...delusione? Davvero era delusa al solo pensiero che Nate non volesse affrontarla davanti alle Famiglie? Fece un passo indietro e puntò gli occhi sul ragazzo – Nate se non vuoi...
– Vedi altra scelta per caso? Sono come te! – Le disse il ragazzo quasi urlando – Solo io posso fare qualcosa...
– Cosa vuoi dire?
Lui le sorrise di nuovo – Sai cosa voglio dire...– Fece un passo verso di lei e le si piazzo davanti coprendo il suo intero campo visivo. Era molto più alto di lei e aveva delle spalle enormi. I suoi occhi erano grandi e in quel momento non aveva il suo solito sguardo assente, no, la stava guardando davvero. Quell'improvvisa vicinanza le provocò una strana sensazione sul petto, come se il suo cuore stesse facendo le acrobazie –Fidati di me e andrà tutto bene.

Dopo quel giorno, Cam e Kristal si erano visti spesso. Ultimamente andavano a scuola insieme e qualche volta l'aveva anche accompagnata a casa. Lei era così dolce! Sorrideva spesso e arrossiva se lui le faceva un complimento. Non era come Cassie. E adesso cosa c'entra?. In realtà non era la prima volta che pensava a lei da quando usciva con Kris. Si era persino sentito in colpa a volte, ma poi si rese conto che era una cosa assurda, che loro erano come fratello e sorella e che non c'era niente di male se lui frequentava una ragazza che non fosse Cassie.
Lei era diversa negli ultimi giorni. Gli sembrava di rivedere la stessa ragazzina che dieci anni prima si sedette accanto a lui –Va tutto bene?
Stavano uscendo dalla palestra dopo essersi allenati per tutta la mattinata. Non facevano altro che lottare tra loro e questa cosa stava cominciando a diventare noiosa. Quando sarebbe arrivata l'azione?
Lei annuì –Sono solo molto stanca...
– Forse è meglio che andiamo allora.
– No, io rimango ancora un po'...
– Per fare cosa?
– Allenarmi, cos'altro sennò?
Stava mentendo, ne era sicuro – Ma hai detto che sei stanca!
– Si, però voglio stare qua ancora un po'...
Cam alzò le spalle e andò via. Avrebbe visto Kris anche quella sera, come tutte le sere nell'ultima settimana. Stava bene con lei e, anche se uscivano insieme solo da poco, gli piaceva pensare che magari poteva nascere qualcosa di serio tra loro.


Aveva osservato tutta la scena in silenzio da dietro una trave e non potè fare a meno di notare come lui la guardava, come cercava di attirare l'attenzione su di sé. Ma lei era troppo presa dai suoi pensieri per notare quanto lui fosse cotto di lei. Probabilmente neanche lui si rendeva conto di quello che provava.
Ora lei era appoggiata alla porta che dava sul cortile e gli dava le spalle – Sei pronta? – Entrò così silenziosamente che la ragazza non lo sentì arrivare e sobbalzò. Si voltò di scatto e gli puntò addosso gli occhi.
– Ti sembra questo il modo di sbucare fuori? Mi hai fatta spaventare!
– Stavi pensando al tuo amico?
Abbassò lo sguardo e sospirò – Mi sento in colpa...
– Perché non ricambi i suoi sentimenti? – Lei si voltò di nuovo verso di lui e gli lanciò un'occhiataccia. Non aveva più le lenti a contatto scure – Scusami è solo che non capisco cosa ti passa per la testa...
– Sei qui per allenarmi e non per farmi da psicologo – rispose gelida – Quindi diamoci una mossa. Devo tornare a casa per cena e se ritardo mia madre mi uccide!
Dieci minuti dopo erano uno di fronte all'altra, pronti per l'ennesimo allenamento della settimana. Avevano iniziato le lezioni all'Accademia, ma la non potevano rimanere quindi Mr.White aveva "convinto" il preside a farli allenare nella palestra in cui si erano allenati le prime settimane.
Cassie era in piedi davanti a lui, con le gambe leggermente piegate e lo guardava con aria di sfida. In altre situazioni questa cosa lo avrebbe irritato ma non con lei. Ora che si stava mostrando per com'era davvero-capelli sciolti e occhi in bella vista- non sembrava più una come le altre. La differenza si notava, il fatto che non fosse solo un lupo o solo un Nephilim era troppo evidente. Anche da lui si vedeva così tanto? Ma non ebbe il tempo di poter rispondere alla sua stessa domanda. Lei prese la rincorsa e gli assestò un pugno alla mascella facendolo indietreggiare. Era evidente che si era accorta di averlo colto di sorpresa perché non si arrese, anzi, continuò a colpirlo dove veniva prima senza mai staccare gli occhi dai suoi. Finirono fuori dai tappetini e lui perse l'equilibrio finendo a terra.
– Sei impazzita? Non mi hai dato neanche il tempo di difendermi!
Si passo una mano sulla fronte per asciugare il sudore e tornò verso il centro dei tappetini – Mi hai insegnato tu a fare così, o sbaglio?
Sorrise e tornò davanti a lei. – D'accordo ragazzina, adesso ti faccio vedere io!

Al contrario di prima, questa volta aspettò che fosse lui ad attaccare per primo. Non si stavano schivando come la prima volta che avevano combattuto, ma si stavano colpendo davvero. Nessuno dei due però abbassava la guardia e continuarono a volare calci e pugni ininterrottamente. A un certo punto, però, lui stava avendo la meglio e, anche se Cassie riusciva a schivare, stava cominciando a indietreggiare ed era quasi arrivata al limite dei tappeti.
– Un altro passo e sei fuori, hai perso – le disse lui tra un calcio e un altro. Arrivò al limite e lui si fermò.
– Ti fermi? Dammi il colpo di grazia! – Aveva i capelli incollati alla fronte per via del sudore, ma non le mancava il fiato. Era forte, non c'erano dubbi, ma avrebbe convinto i cacciatori superiori?
– In effetti in questo preciso momento potrei decidere se farti cadere oppure aiutarti. Tu cosa sceglieresti?
Ma lei non rispose, o almeno non a parole. Si sposto di lato e, senza sapere come, Nate senti che era dietro di lui e gli teneva un braccio intorno al collo – Io farei esattamente questo se dovessi ucciderti: stringerei ancora di più la presa fino a farti soffocare – e strinse davvero. Per la prima volta in vita sua Nate non riuscì a controllare quello che stava accadendo – Ma questo è solo un allenamento, quindi per oggi mi limito solo a questo – Mollò la presa e gli diede solo una leggera spinta. Lui non riuscì a mantenere l'equilibrio e cadde sulle ginocchia. Non poteva crederci, l'aveva davvero battuto?
Era troppo competitivo per dargliela vinta. Quando si rese conto che lei si stava dirigendo verso il centro del tappeto si alzò lentamente – Cassie?
Ma quando lei si voltò di sicuro non si aspettava che lui l'avrebbe colpita. L'unica cosa che riuscì a fare fu parare il colpo ma per evitare di cadere dovette aggrapparsi a lui. Caddero a terra, di nuovo uno sopra l'altra. I loro occhi si incontrarono di nuovo, ma questa volta Nate non pensò che somigliassero a quelli di Morgan. Pensò che erano bellissimi, che lei era bellissima. Il cuore gli batteva così forte e percepiva anche quello della ragazza. Il suo corpo gli gridava di reagire, di prenderle il viso e... No, non poteva farsi trasportare da certe emozioni, non con lei. Si alzò con un gesto fulmineo – Per oggi abbiamo finito, torna a casa..
– Nathan ma...
– Vai a casa! – le urlò contro. Lei non replicò. Si alzò in piedi e andò via.

Cassie corse via senza voltarsi indietro. Aveva le gambe doloranti, ma questo non gli impedì di correre veloce come il vento. Anziché essere fiera di se stessa per aver quasi messo al tappeto Nate, era arrabbiata con se stessa. Quando lui era sopra di lei, quando l'aveva guardata in quel modo, il suo cuore aveva battuto così forte che temeva che lui lo avesse sentito. Non aveva mai provato quella sensazione e pensò che stava cominciando a farsi sopraffare dalle emozioni. Per questo era arrabbiata!
Ebbe di nuovo la sensazione di essere seguita, ma non si voltò. Girò l'angolo e si imbatte in qualcosa o, per meglio dire, qualcuno.
– Cameron!
– Che cosa ci facevi nella palestra della scuola con Nathan?
– Come fai a saperlo?– Il suo amico dissolse lo sguardo – Eri tu che mi seguivi?
Ma lui non rispose – Mi nascondi troppe cose Cassie! Sono preoccupato per te!
– E quindi preferisci seguirmi anziché chiedere cosa c'è che non va? Non è da te..
– Se è per questo, non è da te mentirmi! Ho sentito Morgan, diceva a qualcuno che la prossima settimana ci verranno a vedere i cacciatori professionisti. Ti stai allenando per questo vero? Tu lo sapevi!
– Cam non è come credi...
– E com'è Cassie? Dimmelo tu perché io non ci capisco più nulla! Pensavo che ero abbastanza importante per te da sapere certe cose e invece scopro che stai tenendo per te il fatto che verranno a vederci e tutto per cosa poi? Eh?
– Posso spiegarti Cam, davvero!
– No Cassie, non m'importa più...
– Che cosa vuoi dire?
Cameron la guardò con quei suoi grandi occhi nocciola. Era deluso, lo sapeva benissimo – Tenevo così tanto a te Cassandra... Quasi mi sentivo in colpa per il fatto che esco con Kristal...
– Non ti capisco...
– Come potresti? Sei sempre stata troppo impegnata a pensare a te stessa, a cercare di fare la dura solo perché non volevi che gli altri usassero le tue stesse debolezze per ferirti– Era fuori di se. Gli occhi cominciavano ad illuminarsi. – Ti voglio bene Cassie... – Il suo sguardo sembrava essersi addolcito, ma durò meno di un secondo – Ma se devi avere dei segreti, se devi fare il gioco sporco solo per diventare una cacciatrice professionista, se vuoi essere superiore a me, fai pure. Io non ti metto i bastoni tra le ruote, non dirò agli altri cosa sei, non dirò che cosa stai facendo. Solo... stammi lontana.
L'autocontrollo della ragazza stava cominciando a dissolversi – Cam non c'è bisogno di fare così.. davvero io...
– Lascia stare! Sarà meglio se non ci vediamo per un po'. Non sei più la stessa Cassandra che ho conosciuto dieci anni fa e se devi diventare qualcun altro, non posso esserti amico, mi dispiace.
Le veniva da piangere ma non si fece travolgere dalle emozioni. Prese un gran respiro e guardò davanti a sè – Cameron.. io...
Ma era troppo tardi. Il suo amico era già andato via.


Anche questa volta aveva assistito a tutta la scena. Avrebbe tanto voluto avvicinarsi a lei, dirle che andava tutto bene e che il suo amico avrebbe capito, ma non poteva, non dopo il modo in cui l'aveva trattata quel pomeriggio. Ma poi la vide barcollare e pensava che sarebbe crollata da un momento all'altro. Pensò che stesse piangendo, ma era quasi certo che quella ragazza fosse abbastanza forte da non farsi abbattere da una cosa simile. Sapeva anche lei che tenere segreto il suo allenamento con lui serviva solo a salvarle la pelle e il suo amico alla fine avrebbe capito. Provo ad avvicinarsi ma una mano lo fermò.
– Rimani dove sei, se la caverà
– Robert ma...
– Nate, non complicare le cose!
Non aveva scelta. Scrollò le spalle e si voltò. Non poteva andare contro il suo maestro e forse lui aveva ragione: se la sarebbe cavata.


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