Il Dono - In viaggio verso l'...

By BreeJH_

67.1K 4.9K 786

[ANTEPRIMA: fino al capitolo 13] Storia vincitrice dei Wattys2016 nella categoria "Tesori Nascosti". ... More

Joseph Antoine René Joubert
PROLOGO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
EPILOGO

12

1.3K 109 9
By BreeJH_

Alex

Il viaggio in macchina fu molto teso. Dato che Damon aveva avuto la brillante idea, con i suoi amici psicopatici, di rapire i Nāyaka nel cuore della notte, io ero in pigiama e stavo morendo di freddo. Dopo l'ultimo incubo non ero più riuscita a dormire e lui era rimasto sveglio con me. Non per gentilezza ovviamente, ma solo perché così avrebbe potuto controllarmi.

Non aveva chiesto niente, non ce n'era stato bisogno. Lui non sapeva del mio legame con Jocelyn, quindi aveva creduto si fosse trattato di un semplice incubo.

Avevamo concordato - da persone civili - che c'era bisogno di fare compere; non solo per i miei vestiti e i suoi, ma anche per cibo e bevande. Non mangiavo dalla sera prima e il signorino Rapitore, al momento alla guida, non aveva pensato ai bisogni nutrizionali di se stesso o della sua vittima. Speravo che le sue sviste comprendessero anche l'attenzione, almeno avrei avuto qualche possibilità di fuggire o chiamare aiuto. Dovevo solo trovare il modo di disfarmi della cavigliera e del bracciale.
Gli alberi ci passavano accanto velocissimi, mentre Damon guidava sulla superstrada, diretto verso il centro della città. Canticchiava allegramente una canzone che stavano dando in quel momento alla radio, mentre io, nel modo più discreto possibile, cercavo di togliermi quel dannato bracciale dal polso. Avevo tentato in tutti i modi, ma ciò che avevo ottenuto erano solo delle escoriazioni dovute allo sfregamento continuo sulla pelle. Damon mi aveva detto che c'era solo un modo per toglierlo, ma ovviamente non aveva specificato quale.

«Cosa ti piacerebbe mangiare?» chiese quando superammo un cartello con il nome di una città sconosciuta: Burrentville.

«Da quando in qua i rapitori chiedono alle vittime cosa vogliono a pranzo?».

«Da quando in qua le vittime commentano arrogantemente ciò che i loro rapitori dicono?» mi fece il verso. «Comunque hai ragione» continuò, assumendo un'espressione di finta superiorità. «Ti ordino di mangiare la pizza».

Dovetti nascondere quello stupido sorriso che mi era spuntato in faccia senza che riuscissi a fermarlo. Dovevo tenere bene a mente quello che stava succedendo: lui mi aveva rapita per portarmi dall'Uomo Aldilà, non era mio amico. E alla prima occasione sarei dovuta scappare. Quando finalmente spuntarono delle case e dei negozi ai lati della strada, capii che la città non doveva essere molto grande. Forse era addirittura un paesino.

Damon parcheggiò davanti ad un negozio di vestiti, il Dark Dolls e si mise le chiavi in tasca.

«Ora scendi e mi compri qualcosa. Poi mi porti tutto qui in macchina e io mi cambio» dissi decisa.

Damon mi guardò sorpreso e poi scoppiò a ridere. Una risata tanto vera e profonda, che gli fece addirittura strizzare gli occhi e portare indietro la testa.

«Okay Bella Addormentata, ma lo faccio solamente perché non voglio farmi vedere in giro con una che ha un pigiama così orrendo» disse, tornando serio.

Mi guardai i vestiti: il maglioncino celeste aveva un elefantino sul davanti che faceva una bolla a forma di cuore con la proboscide. Non era brutto, forse un po' infantile, ma tutti i pigiami lo sono! Avevo intenzione di ribattere al suo commento ingiusto, ma Damon aprì lo sportello e corse dentro il negozio prima che ne avessi l'occasione.

Tornò dopo qualche minuto con una maglietta, jeans e giacca. Tutto nero.

«Numero di scarpe?» chiese con impazienza. Io alzai gli occhi al cielo e risposi «37».

«Wow, proprio un piedino da Cenerentola» esclamò sarcastico, sorridendo come avevo capito era l'unico modo che conosceva.

«Scusa, ma hai una fissazione con le principesse? Prima Bella Addormentata, ora Cenerentola... ma da bambino non guardavi cartoni un po' più da maschio?» risposi al suo attacco con altrettanto sarcasmo.

Lui sembrò voler dire qualcosa, ma si limitò a tornare al negozio scuotendo la testa e borbottando qualcosa di incomprensibile.

Alex Damon: 1 – 0

Dato che il posto in cui aveva parcheggiato era nascosto da parecchi alberi, mi cambiai senza temere che qualcuno potesse vedermi. I jeans erano un po' larghi, ma li testai e valutai con piacere che non mi sarebbero scesi mentre correvo.

Lontano. Molto lontano. Da Damon.

Lui tornò con le mie scarpe - degli stivaletti con la suola spessa, ovviamente neri - e quando fui pronta andammo a comprare da mangiare.

Avete presente i bambini che al supermercato vorrebbero mettere nel carrello tutto quello che trovano fra gli scaffali? Caramelle, patatine e schifezze varie? Ecco, Damon era uguale. Passavamo nelle corsie e lui buttava dentro il carrello tutto ciò che stuzzicava il suo appetito.

Quando lo guardai male, alzò le spalle. «Che c'è? Tanto non pago io».

«In che senso? Hai intenzione di rubare tutto quanto?».

«Io non rubo» commentò duro, lanciandomi un'occhiataccia. «Tutta la missione è pagata dall'Uomo Aldilà. Ci ha dato tutto quello che ci serve, compresa l'automobile in cui stiamo viaggiando e soldi. Parecchi soldi».

«Ma che gentile...» borbottai senza farmi sentire.

Finito di mettere cose senza senso nel carrello, Damon e io andammo alla cassa. La fila non era troppo lunga, ma comunque non vedevo l'ora di tornare in macchina.

In realtà non avevo idea di cosa mi sarebbe accaduto una volta posta davanti all'Uomo Aldilà, ma potevo immaginarlo: nulla di buono.

«Buongiorno» ammiccò Damon alla cassiera. Questa gli resse il gioco sorridendo seducente e ignorandomi completamente. Ma avrà avuto almeno dieci anni più di lui! Sbuffai e finalmente smise di fargli gli occhioni dolci. Grazie al cielo! Ancora qualche minuto e l'avrebbe messa incinta sul nastro trasportatore!

«Gelosa?» sussurrò Damon avvicinandosi al mio orecchio. Io risi sguaiatamente e presi una delle tante buste della spesa, uscendo fuori all'aria aperta.

Quando mi seguì all'esterno del market stavo ancora sorridendo. La cosa non durò a lungo però. Mi accorsi di loro ancor prima di vederli. Fu come una scarica elettrica dietro la nuca che urlava «Pericolo!» agitando furiosamente le braccia e accendendo i fuochi di segnalazione. Erano in quattro, tutti vestiti di nero e incappucciati.

Damon lasciò cadere le buste della spesa a terra e riuscì a fare quella sua magia del sonno con tre di loro, prima che l'altro lo colpisse con forza alla testa. Era enorme, come tutti si immaginano un buttafuori di un locale famoso e, grazie a quell'unico colpo, riuscì a mettere KO il mio rapitore.

Dopo allungò una mano verso di me e una strana nebbia densa e opaca gli fuoriuscì dalle dita. Quando mi investì, iniziai a tossire e gli occhi lacrimarono, bruciando.

Mi accasciai al suolo incapace di respirare, e cercai di allontanarmi il più possibile da quell'uomo incappucciato, strisciando a terra alla ricerca di ossigeno.

Tutto il mondo però era diventato di fumo e presto non riuscii più a muovermi. Era come se qualcosa mi bloccasse... la cavigliera!

Non potevo fuggire e nemmeno usare i miei poteri per colpa del bracciale. Pensavo seriamente che sarei morta, ma la nebbia si dissolse e potei tornare a respirare.
«Tutto bene?» Damon, che aveva un profondo taglio sul lato destro della fronte mi aiutò a rimettermi in piedi. «Dai andiamo. Prima che si sveglino». Accennò ai quattro uomini a terra prima di portarmi verso la macchina. Aprì la portiera e tornò al posto del guidatore. Poi partì.

«Avevano la fascia verde intorno al braccio» dissi. «Sai che significa?» chiesi, quando finalmente mettemmo molta distanza fra noi e quelle persone.
Damon scosse la testa. «No».

«Vengono dalla Base Nove» spiegai. «Hanno tentato di uccidermi, però». Mi morsi il labbro inferiore, incapace di comprendere. Perché avrebbero dovuto farmi del male? Perché invece non mi avevano riportata indietro? Damon non rispose, ma seppi che anche lui stava provando a trovare un senso a quella situazione. «Forse hanno rubato le divise a qualcuno» ipotizzò, svoltando in una curva stretta.

Mi accontentai di quella supposizione e poggiai la testa sul finestrino fresco.

Damon guidò per due ore, per capire se qualcuno ci avrebbe inseguiti, poi accostò, raggiungendo un altro motel. Questo era simile a quello in cui ci eravamo fermati la sera prima, ma - almeno da fuori - sembrava più pulito.

Damon pagò una stanza non prestando attenzione al commesso che stava facendo librare una tazza di cioccolata calda in aria, e mi accompagnò dentro la stanza che ci era stata affidata. Non aveva parlato per tutto il viaggio in macchina e capii che era meglio non ricordargli che per scappare avevamo perso le buste della spesa. Tuttavia ci pensò il mio stomaco che, affamatissimo, brontolò peggio del ruggito di un dinosauro.

«Potremmo ordinare qualcosa» sostenne il ragazzo, prendendo la pila di volantini su uno dei comodini.

Quando finalmente il cibo arrivò, mi sollevai dal letto usando i miei addominali inesistenti e sorrisi entusiasta per il cibo fumante dentro agli involucri. Mangiammo in silenzio e finalmente fu ora di andare a dormire. Non sopportavo la tensione che si era creata e non sapevo cosa passasse per la testa di questo ragazzo con gli occhi verdi e l'espressione stanca. Per il momento, era stato fin troppo buono... Certo, il suo ego superava ogni limite e aveva un caratteraccio, ma non era poi così insopportabile.
Mi stesi sul letto, mentre lui scostò la sedia dalla scrivania si sedette a peso morto.
«Buonanotte» esclamai dopo un'iniziale indecisione, ma non ricevetti risposta.

Continue Reading

You'll Also Like

52K 1.6K 25
Alison , ragazza alquanto popolare con i ragazzi e abbastanza scontrosa,può davvero innamorarsi di una ragazza che diventerà una delle sue migliori...
738K 27.5K 89
dove una ragazza commenta ogni foto su Instagram di un bel ragazzo Americano. e se lui decidesse di scriverle nei messaggi privati? © copyright gret...
42.1K 3.3K 47
ATTENZIONE SPOILER!!!! Sequel di WOLF - The W series Alice è una ragazza imbranata che si trova catapultata tra le montagne dietro casa sua in un mon...
43.5K 3.7K 38
(In Revisione) Anno 1720, la fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società...