Sleeping Beauty -Sedici anni...

Por amaricord

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Cosa succederebbe se mescolassimo un mondo magico sull'orlo della guerra, la favola della Bella Addormentata... Más

She walks in beauty
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Dieci
Capitolo Dodici
Capitolo Tredici
Capitolo Quattordici
Capitolo Quindici
Capitolo Sedici
Capitolo Diciassette
Capitolo Diciotto
Capitolo Diciannove
Capitolo Venti
Capitolo Ventuno
Capitolo Ventidue
Capitolo Ventitré

Capitolo Undici

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Por amaricord

La sera del Ballo era ormai giunta e tutti gli ospiti sembravano divertirsi.

Purtroppo non si poteva dire altrettanto per Lady Scarlett, che se ne stava sola in un angolo, cercando di passare inosservata.

Mentre tentava di sfuggire al suo adorabile pretendente, Scarlett ripensò alla faccia della madre, quella mattina, quando le aveva annunciato le sue decisioni.

Si lasciò sfuggire una risatina, che fece voltare alcuni anziani gentiluomini, i quali decisero di non indagare sul perché la Principessa se ne stesse nascosta sotto una pianta a ridere da sola.

La madre non le aveva fatto opposizione, dopotutto era ciò che voleva dall'inizio, ma era inorridita al pensiero di dirlo a Lord Drenlincourt o, peggio, a Mr Goldwin.

Lady Scarlett non sapeva se la sua decisione avrebbe fatto sfumare l'alleanza, ma, per la prima volta nella sua vita, non le interessava saperlo.

Avrebbe sposato l'uomo che amava e, per quel che la riguardava, Mr Horace poteva anche andare al diavolo...

-Principessa! Vi ho cercata ovunque!- Scarlett si morse le labbra.

Sorrise amabilmente al suo spasimante -Mr Goldwin... che gradita sorpresa...-

Mr Horace le si avvicinò, facendosi strada tra le foglie -Ma cosa state facendo qui sotto?-

-Ehm...mi stavo accertando che la pianta fosse ben curata. Sono soddisfatta e adesso me ne vado...-

Mr Horace sospirò -Ah, un'amante della natura! Principessa mi lasciate senza parole!-

Scarlett sorrise a denti stretti -Oh, che strano... -

Il giovane si schiarì la gola -Ero venuto per chiedervi l'onore di ballare con me questo valzer.-

L'espressione inorridita della ragazza dava a intendere che aveva già testato le abilità di Mr Horace in fatto di ballo. E aveva giurato su se stessa che l'esperienza non si sarebbe mai più ripetuta.

-Mio caro Mr Horace, ma noi abbiamo già danzato insieme...- tentò nervosamente.

-Oh, vi preoccupate delle convenienze? Ma era solo una quadriglia sapete...-

-Mi sento sollevata, Mr Goldwin, ma vedete sinceramente non mi sento molto bene...- riprovò la ragazza.

L'espressione di Mr Horace non poteva essere più preoccupata -Volete che vi conduca sulla terrazza? Potreste prendere una boccata d'aria...-

All'idea di loro due soli sulla terrazza alla Principessa venne sul serio la nausea.

-No! Non occorre... mi sento già meglio. Sono solo accaldata.-

-Volete che vi porti un bicchiere di limonata?- chiese il giovane.

Lady Scarlett colse la palla al balzo -Sì! Vi prego, ve ne sarei molto grata...-

Questa prospettiva eccitò il giovane Mr Goldwin, che si precipitò al tavolo dei rinfreschi, sgomitando tra le coppie danzanti.

La Principessa ne approfittò per scappare.

Mentre si dirigeva a passi rapidi il più lontano possibile dal suo persecutore, la ragazza intravide Miss Margaret.

La giovane pareva pallida e affannata. Scarlett sgattaiolò fuori dalla folla e tentò di chiamarla, ma il frastuono civettuolo del Ballo nascose la sua voce.

Miss Margaret si avviò velocemente su per lo scalone che congiungeva la sala da ballo con i piani superiori. Poi girò l'angolo.

La Principessa la seguì, incuriosita. Miss Margaret svoltò a sinistra, poi a destra e successivamente di nuovo a sinistra, fino a raggiungere il lato del Castello dove soggiornavano gli ospiti.

Infine sparì dietro una porta. Lady Scarlett, che non era riuscita a starle dietro, si guardò intorno. Fece qualche passo e... una porta si aprì di scatto e una mano la costrinse ad entrare nella stanza.

-Maggie!- inveì la Principessa, lisciandosi l'abito, rosso come i suoi capelli -Cosa vi succede?-

Miss Margaret sembrò sollevata -Ah, siete voi Scarlett. Temevo che...- poi si zittì, inquieta.

-Temevate che? Chi avrei dovuto essere?- chiese la ragazza.

-No, nulla. Ero solo spaventata. Ho sentito dei passi e ho immaginato il peggio.-

Scarlett la fissò -Non raccontatemi scuse, Maggie. Voglio sapere la verità. Chi avrei dovuto essere?-

-Per l'amor di Dio, Scarlett! Vi prego. Non è niente- disse la giovane, piuttosto sconvolta.

-Stranamente non vi credo. Ditemi la verità. Subito- ordinò la Principessa.

Miss Margaret sospirò, poi annuì in fretta. Aprì la porta e si accertò che in corridoio non ci fosse nessuno, poi condusse Lady Scarlett all'estremità opposta della stanza.

-Non posso dirvi molto. Anche perché non sono a conoscenza di tutto, ma questo ve lo devo -bisbigliò- Sì, ve lo devo per tutta la gentilezza e la simpatia che mi avete mostrato in questi giorni. -

Vedendo l'aria confusa della ragazza continuò -Ascoltatemi bene Scarlett. Quello che sto per dirvi è molto importante. Promettetemi che vi presterete attenzione.-

La Principessa annuì.

Miss Margaret abbassò il tono già molto fievole della sua voce -Non fidatevi di mio padre. E neanche di mio fratello, che non è altro che una pedina nelle sue mani.-

-Ma...perché?- domandò sconcertata la ragazza.

-Non posso dirvi altro -concluse la giovane conducendola verso la porta -Mi raccomando, non fidatevi di mio padre.-

Poi la guardò dritta negli occhi e l'abbracciò frettolosamente. Infine scomparve di nuovo nella stanza.

Ancora frastornata, la Principessa si diresse lentamente verso la sala da ballo.

Quando vi arrivò si accorse che il tafferuglio vi regnava sovrano.

Un valletto dall'aria stralunata la scorse e le si accostò di corsa.

-Principessa! Finalmente vi ho trovata! Vi stiamo cercando da mezz'ora! -

Scarlett lo degnò di un'occhiata distratta -Che sta succedendo? Il mondo cade a pezzi in mia assenza?-

Il valletto la guardò, stranito -Peggio Principessa! La Regina Clarisse, vostra madre, è svenuta!-

-Dio solo sa perché vi ho dato ascolto...-iniziò Faust, mentre si infilava un copricapo di piume che gli avevano rifilato i suoi fratelli.

-Perché ti stiamo aiutando a conquistare l'amore della tua vita, sciocco ingrato!- lo interruppe Soren.

Faust assunse un'aria scettica e prese il mandolino che Florence aveva scovato nelle soffitte del castello. Era appartenuto a uno stravagante antenato di Julien, amante della caccia e delle belle donne.

-Ma siete assolutamente sicuri che funzionerà?- chiese impensierito.

-Certo che sì!- rispose Florence -Basterà solo che tu canta...-

-Ma io non so esattamente cantare...- si lamentò lui.

-Ma se hai una voce da tenore! -replicò Soren -Andrai alla grande.-

Detto questo i due trasportarono letteralmente il fratello giù per le scale, fino al giardino su cui si affacciava il balcone di Lady Lucrezia.

-Ecco, -sussurrò Soren, per non far rumore -quello è il balcone. Vai! E fai come ti abbiamo spiegato, mi raccomando!-

Faust si avviò, suo malgrado, sotto il balcone, mentre i suoi degno fratelli si dirigevano in fretta e furia al piano di sopra, nella stanza di Lady Lucrezia, dove li attendeva impaziente Julien.

-Ci è cascato?- chiese quando li vide arrivare.

In risposta ricevette due risate trattenute a fatica. Ridacchiando, Julien prese dall'armadio uno degli abiti della sorella e se lo infilò.

-Come sto?- domandò civettuolo.

Soren gli mise in testa una parrucca corvina -Ecco, sei perfetto.-

Intanto Faust aveva preso coraggio e aveva iniziato a cantare.

Sentendo il latrare del fratello Florence fece segno a Julien di coprirsi con uno degli scialli di Lady Lucrezia.

-Mi raccomando -sussurrò Soren -alla seconda strofa. Altrimenti sembrerà che tu sia impaziente.-

Così, quando Faust attaccò la seconda strofa di quella sottospecie di canzone, Julien si affacciò al balcone.

Vedendo la sua bella, il giovane aumentò il tono della sua voce e berciò ancora più forte.

I due fratelli, dentro la stanza, morivano dalle risate.

Julien sospirò rumorosamente e sbattè le ciglia. Faust rimase estasiato dalla bellezza della sua innamorata.

Quando arrivò alla chiusa, Faust rimase immobile, aspettandosi degli applausi o dei fiori.

Ma l'amabile fanciulla si lasciò probabilmente prendere dall'emozione e, al posto dei fiori, gettò sulla testa del suo innamorato un intero vaso di ciclamini.

Per fortuna Faust si accorse in tempo dello sfortunato sbaglio della giovane e riuscì a scansarsi.

-Mia dolce Lucrezia -declamò Faust -devo confessarvi che vi amo, vi amo alla follia dal primo giorno che vi ho vista; e che spero di essere un giorno vostro marito.-

Udendo la risatina confusa della fanciulla, Faust divenne più audace -Sposatemi! Sposatemi Lucrezia! Anzi, fuggite via con me!-

A queste parole la giovinetta diede segno di voler calarsi giù dal balcone.

-Come? Adesso? Siete proprio impaziente mia cara...- disse Faust, sbigottito.

Ma la ragazza ormai aveva scavalcato la staccionata, tra le risate silenziose dei suoi onorevoli compari.

-Buttatevi tra le mie braccia, dolce Lucrezia, vi prenderò!- urlò Faust, al colmo dell'ardore.

La dolce Lucrezia non se lo fece ripetere due volte e saltò giù, cadendo in braccio al giovane. Faust, che si aspettava una fanciulla leggera e delicata, si ritrovò tra le braccia un giovane di vent'anni, tutt'altro che leggero e delicato e perse l'equilibrio, cadendo all'indietro.

-Siete un po' pesantoccia, mia adorata...-

La caduta però aveva fatto scivolare via la parrucca a Julien, smascherandolo.

-Julien? Che ci fai tu...- quando Faust realizzò la cosa divenne furioso.

-Brutto bastardo! Dove sono i tuoi complici? Eh? Dimmelo sai, altrimenti...- disse, inseguendo il giovane Reggente, che vedendo la mal parata si era dato alla fuga.

Uscendo dal giardino però s'imbattè, con sua enorme sorpresa, nella vera Lady Lucrezia, assai divertita.

-Lady Lucrezia...- farfugliò, sconvolto.

-Mio carissimo Faust, ho visto tutto e ho sentito tutto, e...- iniziò la giovane.

Faust divenne rosso dalla vergogna ed ebbe la strana voglia di venire ingoiato dal terreno.

-...e...- riprese Lady Lucrezia -...l'ho trovato molto romantico. E divertente. Sono onorata che voi, per conquistarmi, vi siate dato così tanta pena; e, soprattutto, vi siate affidato a quel pazzo di mio fratello e a quei due vostri simpatici fratelli. La mia risposta è sì.-

Detto questo gli accarezzò il viso con la mano guantata e gli stampò un bacio sulla guancia, provocando il rossore dell'innamorato.

-Visto che ti abbiamo aiutato?- gridò una voce dall'alto.


Il vampiro incassò l'occhiataccia di Rosalba e provò a togliere se stesso e lei dai pasticci.

Ingaggiò una lotta feroce con il primo di quei giganteschi scagnozzi.

Cercò di morderlo alla gola, ma non ci arrivò neanche saltando. In compenso l'altro gli rifilò un pugno micidiale nel ventre, facendolo urlare di dolore.

Cadde a terra, il gigante gli si scagliò contro e tempestò di colpi. Alexander cercò inutilmente di difendersi.

Rendendosi conto della situazione, Rosalba gli saltò addosso, aggrappandosi alla sua schiena e costringendolo a lasciare la presa sul giovane.

Ma gli altri due uomini, a un cenno di quello basso, l'afferrarono per le braccia e la staccarono dal loro simile, nonostante i tentativi della ragazza di liberarsi, dimenandosi e contorcendosi.

Il vampiro tentò di spaventare l'avversario, mostrandogli le zanne aguzze, ma quello scoppiò in un'aspra risata e lo colpì di nuovo nello stomaco.

Il giovane cadde nuovamente a terra, a pezzi. Il dolore non passava più ormai e la sua guarigione era più lenta e attenuata.

Per la prima volta Alexander si sentì debole.

Si arrese al suo nemico, sotto lo sguardo stravolto di Rosalba. L'omaccione lo prese per le spalle, bloccando ogni suo movimento.

Rosalba seppe di essere perduta.

L'uomo basso ordinò ai suoi tirapiedi di portarli al suo cospetto. Li osservò con attenzione.

-Bene bene bene... un giovane vampiro affamato e una leggiadra fanciulla...straordinariamente bella tra l'altro.-

-Cosa vuole da noi?- inveì Rosalba, esasperata.

-Io? Niente, ma ho un paio di conoscenti che sborserebbero molte corone per averti, ragazzina. In quanto al vampiro, beh, è incredibilmente affascinante anche lui, come tutti i vampiri del resto, e troverò una gentildonna disposta a comprarlo- rispose l'uomo sogghignando.

-Vuoi venderci?- chiese Alexander, stupefatto.

L'uomo lo fissò -Non sei molto intelligente, ragazzo. Che altro dovrebbe fare un mercante di schiavi, se non vendere le persone?-

-Voi siete un mercante di schiavi?- domandò la ragazza, sbalordita.

L'uomo le si avvicinò con un sorrisetto lascivo e le accarezzò il volto -Bellezza, stai parlando con il più famoso mercante di schiavi di tutta la provincia... mi presento, sono Mr Alfred Finnix, per servirla...-

Rosalba gli sputò in un occhio -Non osate toccarmi, maniaco!-

Lui le prese il viso tra le mani e lo strinse -Non farlo mai più, bellezza. Per quanto io apprezzi la tua vivacità, ad altri uomini potrebbe non piacere...-

Alexander cercò di divincolarsi, ma era troppo stanco e affaticato per riuscirvi.

Mr Finnix si rivolse a lui -Su, mio caro, tra poco sarai coccolato e viziato da qualche grossa matrona dell'altra società...-

-Che allettante prospettiva...- sussurrò il vampiro.

Mr Finnix rise, poi fece un segno ai sui uomini -Portateli via.-

Ps: Ringrazio Khris- Kravenn per la copertina! :)

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