The Photograph

By Hiraeth16_

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"Lui è la speranza. La certezza. La prova che la vita può davvero essere qualcosa di inaspettato. Perché prop... More

1. Photograph.
2. H.E.S.
3. Starbucks.
4. Piccadilly Circus.
5. Secrets.
6. Drunk.
7. Morning.
8. Party.
9. Date.
10. Martini.
11. Control.
12. Escape.
14. Play.
15. Talk.
16. Attraction.
17. Daddy.
18. Sushi.
19. Cruise.
20. Choise.
21. Hospital.
22. Car.
23. Tea.
24. Princess.
25. Dinner.
26. Ripped Jeans.
27. Graduation.
28. A.m.
29. Valentine's Day.
30. Death & Life.
31. Perfume.
32. Mission.
33. Lies.
34. Edinburgh.
35. Monet.
36. Tired.
37. Normality.
38. Dog.
Epilogo.
69 Park Avenue

13. Christmas time.

5.1K 314 16
By Hiraeth16_

Wrapped around your finger, 5sos.

Dna, Little Mix.

-"Siamo vicini al Royal Yatch Britannia, non è vero?"-

-"Sì, Jar. Possiamo andarci tranquillamente a piedi."-

Suonai al campanello della mia vecchia casa. Il quartiere di Leith era tiepidamente riscaldato dal sole invernale.

Jared era stupito dal fatto che non piovesse. In realtà la Scozia era una delle regioni più soleggiate della Gran Bretagna. Le precipitazioni si concentravano per lo più a Londra e in Inghilterra in generale.

Mia madre aprì la porta e mi abbracciò velocemente. Quasi piangeva. Mi strinse forte a sé, mentre Jared si guardava la punta delle scarpe imbarazzato.

-"Mi sei mancata, Cathie. Come stai tesoro?"-

-"Anche tu, Mamma. Sto bene. Lui è Jared."- dissi indicando il ragazzo.

-"Jared, lei è mia madre Amilia."-

Il mio migliore amico tese la mano a mia madre che non la considerò minimamente e si mise ad abbracciare anche lui. Aveva un sorriso cordiale e talmente dolce da far venire il diabete. Era una donna espansiva.

Jared ricambiò l'abbraccio goffamente e mi guardò sorridendo in un modo timido che non gli si addiceva.

-"Su venite dentro. Tuo padre vi sta aspettando."-

Ci fece strada nella piccola villetta mentre portavamo dentro i nostri effetti. Osservai mia madre e notai che aveva fatto crescere i capelli rossi in boccoli disordinati. Per il resto era la stessa di sempre.
Appoggiammo le nostre borse in corridoio.

La mia vecchia casa era abbastanza grande. Era decorata in modo rustico ed era tappezzata di tappeti persiani, la grande passione di mio padre.
Era anche piena di stupide piante che mia madre venerava quasi come se fossero figlie sue.
Inoltre era affacciata su un canale ed era questo che amavo di più della casa, oltre alla sua aria accogliente.

-"Cathie! Finalmente sei arrivata!"-

Mio padre Vincent mi strinse in un abbraccio e mi accarezzò i lunghi capelli. I suoi occhi blu erano felici. Strinse la mano a Jared dopo essersi presentato.

Al comitato d'accoglienza si aggiunse anche la vecchia gatta di mia madre, Miss Grey.

-"Dov'è David?"- chiesi, ansiosa di vedere mio fratello maggiore.

-"Arriverà per cena insieme a Nonna Theresa. Senza di lei la famiglia è incompleta lo sai."-

Mia madre intanto aveva già portato le nostre cose nella mia stanza. Io mi sentivo un po' agitata all'idea di tornare nella mia vecchia camera.
Jared sembrava decisamente a suo agio e la cosa mi piaceva. 

-"Papà, io e Jared andiamo a sistemarci. Scendiamo tra un po'."- gli dissi sorridendo.

Portai Jared in camera mia e rimase scioccato alla vista dell'ambiente. Avremmo dormito insieme perché non avevamo camere degli ospiti e avevo proibito a Jared di dormire sul divano. Ci saremmo stati entrambi nel mio letto matrimoniale.

-"Cazzo, Kate. Sembra che sia passato un uragano rosa qua dentro."-

La mia camera era piccola, ma con un bagno personale. Aveva una scrivania ed era ricoperta di fotografie che avevo scattato durante gli anni.
La mia chitarra era ancora abbandonata in un angolo. La scrivania era piena di vecchi diari. Una volta scrivevo moltissimo, era un peccato che avevo perso quell'abitudine.

-"Ero una ragazzina, è ovvio che ci sia rosa dappertutto."- mi giustificai prima che Jared si infilasse in bagno a farsi una doccia.

Per ingannare il tempo mi sedetti sulla poltrona all'angolo della stanza e mi misi a leggere i miei vecchi diari. Forse avrei ritrovato me stessa.

***

-"Quindi non ti scopi mia sorella? Dici davvero?"-

Jared sbiancò prima di negare più volte a mio fratello David.
Lui era così, non aveva nessun filtro. Non pensava a ciò che diceva se non dopo averlo detto. Era il mio opposto. Contrariamente a me, lui aveva capelli scuri e occhi scuri. Mi voleva un bene dell'anima, comunque.

-"Ci credete, dopo domani è Natale."- disse mia madre, per cambiare discorso.

-"Verrà anche Emma al pranzo di Natale, sapete?"-

Finalmente una notizia positiva. Adoravo la sua ragazza.

-"Quindi questo giovanotto è il tuo ragazzo?"- chiese Nonna Tessa.

Alzai gli occhi al cielo e mi trattenni dall'imprecare mentre Jared ridendo, ribadiva il concetto.

-"Kate è la mia migliore amica. Davvero, lo giuro. Ora che vi ho conosciuto, mi state troppo simpatici. Quindi non riuscirei a portarmela a letto."-

-"Potevi portare il tuo ragazzo allora."-

Quale dei tanti Nonna?

***

Il giorno seguente portai Jared a spasso per la città. Dio, mi era mancata.
La nebbia avvolgeva i tetti degli edifici.
Passeggiammo per Princess Street, andammo a trovare la statua di Bobby e facemmo anche una sosta al castello.

Era stata una vigilia di Natale perfetta. Jared aveva adorato la città, soprattutto il nostro quartiere: Leith.
Era affacciato sul vecchio porto ed era una zona caratteristica e centrale della città.

Passammo la serata a giocare a degli stupidi giochi di società ma ci divertimmo un mondo.

Poi era arrivato Natale.
La mia famiglia andò in Chiesa ed io mi unii a loro. Era da molto tempo che non frequentavo alcuna celebrazione. Jared, non credendo, rimase a casa.

Pranzammo abbondantemente fino a tardo pomeriggio. Poi ci scambiammo i regali.

I miei genitori mi avevano comprato due biglietti aerei per Parigi, sapendo quanto amassi quella città. Erano stati comunque entusiasti dei libri.
Mio fratello era andato sul tradizionale, comprandomi il mio profumo preferito.

Infine Jared mi aveva regalato un bracciale in argento con un ciondolo a forma di J.
Era impazzito quando aveva scoperto che gli avevo comprato i biglietti per il concerto degli U2. Li amava.

Alle undici ero andata in camera mia. Ero stanchissima e approfittai dell'assenza di Jared per stare un attimo da sola.

Mentre sistemavo le mie cose, il mio telefono squillò insistentemente. Chi mai poteva chiamarmi poco prima di mezzanotte?

Guardai il numero e vidi che era sconosciuto.
Non sapevo se rispondere o meno, ma poi decisi di accettare la chiamata. Infondo, era Natale, no?

-"Pronto?"-

-"Ok, non riattaccare. Non farlo per nessuna ragione al mondo. Anche se me lo merito, anche se mi odi. Solo, non attaccare."-

Il mio cuore perse qualche battito quando realizzai che quella voce la conoscevo a memoria.
-"Che c'è, Harry?"-

-"Devi sapere che non credo nel Natale. Non credo in Dio, quindi perché dovrei credere in qualche sua stupida festa?"-

-"Non mi interessa."-

-"Ascoltami e basta, Cath."-

-"D'accordo."- mormorai.
Litigare con lui non era sulla mia lista di desideri per Natale. Lui non era sulla lista. Almeno non più.

-"Comunque ho festeggiato, sai? Non con mio padre certamente, ma con i miei amici. Abbiamo brindato, abbiamo giocato a poker e quelle stronzate che le persone fanno a Natale."-

Sospirai mentre lo ascoltavo farneticare. Nessuno gioca a Poker il 25 Dicembre. Era ovvio che Harry non credesse, era una persona abbastanza cinica. Speravo che si rendesse conto che questo discorso non lo stava portando da nessuna parte.

-"Poi però mi sono reso conto che non c'era proprio niente da festeggiare. Non per il fatto che non creda in Dio, ma perché tu non eri presente. Ho passato tutto il giorno a pensare che tu eri da qualche parte di Londra ad odiarmi e non ti posso dare torto. Sono uno stronzo, la maggior parte del tempo. Dovresti solo starmi lontano."-

Mi morsi il labbro mentre cercavo di trattenermi dal dirgli che non lo odiavo per niente e che non era poi così male quando non faceva lo stronzo.

-"Anzi, tu mi stai lontano, sempre. Sono io che ti cerco per qualche malato motivo."- fece una piccola pausa. -"Dio, scusami non dovevo chiamarti. Spero che tu abbia passato una buona giornata. Buon Natale, Cath."-

-"Buon Natale, Harry."-

Dopo questa mia frase, chiuse la comunicazione e non potevo dargli torto. Non avrei potuto dirgli qualcosa di meglio?

No, non avrei potuto. Ero ferita per ciò che mi aveva fatto passare e nemmeno l'atmosfera natalizia mi avrebbe fatto cambiare idea su di lui.

Ciao (:
Vi avevo detto che aggiornavo in fretta. Allora fatemi sapere che ne pensate della storia, di quel babbo di Harry e tutto quello che volete. Mi fa piacere leggere i vostri commenti, mi spingono a scrivere, sapete? Ditemi naturalmente se ci sono errori :)
Ultimo favore: votate se potete. Un bacio.
Alla prossima.
C. x

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