The Photograph

By Hiraeth16_

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"Lui è la speranza. La certezza. La prova che la vita può davvero essere qualcosa di inaspettato. Perché prop... More

1. Photograph.
2. H.E.S.
3. Starbucks.
4. Piccadilly Circus.
5. Secrets.
6. Drunk.
7. Morning.
8. Party.
10. Martini.
11. Control.
12. Escape.
13. Christmas time.
14. Play.
15. Talk.
16. Attraction.
17. Daddy.
18. Sushi.
19. Cruise.
20. Choise.
21. Hospital.
22. Car.
23. Tea.
24. Princess.
25. Dinner.
26. Ripped Jeans.
27. Graduation.
28. A.m.
29. Valentine's Day.
30. Death & Life.
31. Perfume.
32. Mission.
33. Lies.
34. Edinburgh.
35. Monet.
36. Tired.
37. Normality.
38. Dog.
Epilogo.
69 Park Avenue

9. Date.

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By Hiraeth16_

She's kinda hot, 5sos.

Drag me down, One Direction.

-"Catherine, dovresti tornare a casa per Natale."- mi supplicò mia madre.

-"Avevo promesso a Jared che avrei passato il natale con lui."-

Mia madre era fissata con le tradizioni e passare il Natale in famiglia era una di queste. Erano giorni che continuava a chiamarmi nella speranza di farmi tornare in Scozia per le vacanze.

-"Può passarlo da noi. Insomma avrei anche l'occasione di conoscerlo."-

Aveva ragione. Non tornavo a casa da molto tempo. Più o meno quattro mesi. Avevo una voglia immensa di tornare a Edimburgo e anche di rivedere la mia famiglia.

-"Glielo chiederò allora."-

In quel momento stavo tornando dal lavoro e le strade di Londra erano coperte da un leggero strato di ghiaccio. Avrebbe sicuramente nevicato quella notte.

-"Ci sarà anche David."- mi disse mia madre.

La linea telefonica era leggermente disturbata e il rumore del traffico mi impediva di sentire mia madre chiaramente. Tuttavia sorrisi al sentire il nome di mio fratello. Non lo vedevo da una vita.

-"Mamma, devo andare. Ci sentiamo domani."-

-"A domani, bambina mia."-

Come avrei convinto Jared a passare il Natale con la mia famiglia? Aveva sempre passato le festività con i suoi amici. Sua madre era morta quando aveva solamente quattro anni, mentre suo padre non l'aveva mai conosciuto.

Di conseguenza odiava qualsiasi cosa che lo richiamasse a un'idea di famiglia.
Comunque avrei avuto molto tempo per convincerlo. I miei turni lavorativi erano finiti.

Mancava una settimana a Natale e avrei avuto molto tempo per comprare tutti i regali per i miei amici.

Mi strinsi nella giacca quando una folata di vento freddo mi avvolse. Londra era bella, ma non era neanche paragonabile alla mia Edimburgo. I palazzi alti e incombenti. Quella nebbia che avvolgeva la città. Princess street e i suoi negozi. Le foto davanti alla camera oscura. Tutto ciò mi mancava terribilmente.

Prima di tornare a casa, decisi di fermarmi in libreria. Volevo comprare dei libri per mio padre e per mia madre, così da togliere i loro regali dalla lista delle cose d'acquistare per Natale.

La libreria era poco affollata e i libri erano fortunatamente riordinati in base all'autore.
Preferivo questa disposizione al posto della classificazione in genere letterari.
Mi aiutava a trovare quello che cercavo più facilmente.

Senza perdere tempo presi un libro di storia europea per mio padre, che nonostante lavorasse nel settore economico, era un'appassionato di storiografia.

A mia madre sapevo già cosa comprare. Individuai subito il libro, che si trovava ovviamente nello scaffale più alto.

Tentai di allungarmi per afferrarlo, ma non ci riuscii. Iniziai a fare dei piccoli salti, ma non ci arrivai lo stesso. Sbuffai e mi girai in cerca di un commesso. Sembravano scomparsi nel nulla.

-"La ragazza con l'orecchino di perla. Amante dei classici?"-

Sussultai quando una voce profonda si rivolse a me. Mi girai verso lo sconosciuto e mi ritrovai davanti un ragazzo. Mi guardava con divertimento e teneva il mio libro nella mano destra.
Lo presi e gli sorrisi, mentre le mie guance si tingevano di rosso.

-"Non è per me. È un regalo, ma grazie comunque."-

Quel ragazzo doveva avere circa una ventina d'anni. I suoi capelli neri erano rialzati in un ciuffo perfetto. I suoi occhi erano color caramello, quasi d'orati.
Era molto bello, soprattutto quando sorrideva.

-"Carter, Carter Avery."- si presentò dandomi la mano.

-"Catherine."-
Mi osservò con curiosità, inarcando un sopracciglio. Un' espressione confusa era disegnata sul suo viso.

-"Ti ho già vista da qualche parte?"-

-"Non credo."-
Mi avvicinai alla cassa con quel ragazzo che mi seguiva. Era una situazione leggermente imbarazzante. Mi misi in coda e lui fece la stessa cosa, nonostante non avesse preso nulla.

-"Cos'hai fatto venerdì sera?"-
Scoppiai a ridere per la sua domanda inusuale e così fece anche lui.

-"Ero ad una festa nella City, perché?"-

-"Perché non mi ero sbagliato. Anche io ero a quella festa e mi ricordo di te. Non passi di certo inosservata. Avevi un vestito rosso, vero?"-

Mentre parlavamo, pagai il libro e Carter aspettò pazientemente una mia risposta. Era affascinante il suo modo di porsi. Indossava una giacca pesante e dei jeans aderenti. Ai piedi aveva un perfetto paio di Timberland.

-"È stata una festa grandiosa, ma non conoscevo nessuno, se non il dj."-

Se non Harry, avrei voluto aggiungere.
Uscimmo dal negozio e mi preparai a salutarlo. Volevo solamente andare a casa, nonostante Carter fosse un ragazzo piacevole.

-"Conosci Jace? Quindi sei anche amica di Violet, la sua ragazza?"-

-"Certo. Lavoriamo insieme. Ora dovrei andare a casa, grazie ancora per l'aiuto."-

Carter mi sorrise, ma potevo benissimo notare quanto volesse passare più tempo con me. Anche io l'avrei voluto, se non fosse stato per la stanchezza che sentivo e per il freddo pungente che detestavo.

-"Ehi, sei libera stasera? Conosco un posto molto carino. Potremmo andarci insieme. Anche Jace e Violet frequentano sempre quel locale."-

Ci pensai su velocemente, poi gli dettai il mio numero di telefono, che registrò prontamente. Non avevo motivo per rifiutare un bel ragazzo. Inoltre mi avrebbe distratto dal pensiero 'Harry'.

-"Mi potresti dire dove abiti?"-

-"Blackfriars road 16B."-

-"Perfetto, passo alle nove. A stasera, Kate."- mi lasciò un leggero bacio sulla guancia e poi si incamminò nella parte opposta alla mia.

Cazzo, avevo un appuntamento.

***

Erano le nove meno dieci ed ero riuscita a preparami in tempo, addirittura in anticipo.
Indossavo dei jeans scuri e degli stivali intrecciati, alti fino al ginocchio. Mi ero coperta con un grande maglione e con una sciarpa pesante.

Infilai la giacca e mi sedetti in salotto per aspettare Carter.

Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevo avuto un vero e proprio appuntamento. Non ero agitata, in fondo non volevo far colpo su Carter.

Avevo deciso di non sforzarmi troppo e di rimanere me stessa per tutta la serata. Se fosse successo qualcosa, avrei passato una bella serata e poi avrei fatto in modo di non vederlo mai più. Ero sicura che non avrei di certo fatto nulla per far succedere chissà che.

Mentre pensavo a tutto ciò, il citofono suonò. Infilai un cappello e presi la borsa.
Non ero per niente elegante, ma mi sentivo così calda che avrei potuto perfino tollerare il freddo invernale.

Scesi velocemente le scale, facendo i due piani che mi speravano dalla strada. Quando arrivai a piano terra, vidi Carter al di fuori del portone.

Era vestito totalmente di nero e indossava una sciarpa che lo avvolgeva fino al mento. Riuscii comunque ad intravedere il suo bellissimo sorriso.

Aprii la porta e lui mi salutò velocemente per poi richiuderla alle mie spalle.

-"Ehi Kate, vogliamo andare in auto? Si gela qua fuori."-

-"Quella è la tua auto?"- indicai una Porsche nera parcheggiata davanti a noi. Era elegante e sofisticata.

Lo vidi annuire con un sorriso smagliante. Sbuffai, i ragazzi e i loro giocattoli.

-"Il regalo di mio padre per la Laurea."-

Mi aprì la portiera della macchina ed io salii senza pensarci due volte. Gli interni erano rigorosamente in pelle.
Appena Carter entrò in auto, si tolse la sciarpa e alzò il riscaldamento.

-"È calda abbastanza?"-

Dei brividi percorsero il mio corpo. L'ultima volta che una persona si era assicurata che la sua auto fosse abbastanza calda per me, beh quella persona era stata Harry.

-"Certo."- gli dissi, cercando di nascondere la mia espressione nervosa. -"In cosa ti sei laureato?"- cambiai discorso, mentre Carter guidava verso il locale.

-"Ingegneria. Ora lavoro nell'impresa di mio padre. È occupata nel settore edilizio. Tu che cosa fai?"-

Il volume della radio nell'auto era bassissimo, mentre ci spostavamo verso il quartiere di Kensington.

-"Studio Lingue e Letterature straniere. Ho un piccolo lavoretto, ma spero di entrare nel mondo dell'interpretariato."-

-"Sei ambiziosa, mi piace. Sai l'impresa di mio padre punta molto sui Paesi esteri, potrei farti avere un colloquio."-

Spalancai gli occhi. Ci conoscevamo da due ore e già mi offriva un lavoro? In cambio di cosa soprattutto?
Carter non mi sembrava quel genere di persona che si approfitta di un'altra, ma la sua proposta era assurda.

-"Grazie, ma prima devo ancora laurearmi."-

Scrollò le spalle e parcheggiò l'auto davanti a un locale.
Scesi dalla macchina ancor prima che Carter potesse aprirmi la portiera.

-"Te l'avrei aperta io."-

-"Non ce n'è bisogno, davvero."-

Non ero quel tipo di ragazza che amava essere trattata male, ma l'eccessiva premura mi annoiava.

Carter passò una mano dietro alla mia schiena ed arrivò a cingermi il fianco.
-"Posso?"- mi chiese.

Alzai gli occhi al cielo e mi strinsi impercettibilmente verso di lui, come per acconsentire.

-"Sì, se non me lo chiedi più."-

Lo vidi sorridere, prima di accompagnarmi verso l'entrata del locale.
Quando entrammo non rimasi stupita nel vedere un ambiente elegante e totalmente invaso da persone decisamente ricche.

Il locale era moderno, arredato sui toni del grigio e del nero. Una luce blu illuminava il posto e delle lampade verticali al neon bianco si trovavano agli angoli dei divanetti, rigorosamente in pelle.

Carter mi aiutò a togliere la giacca e diede i nostri soprabiti a un addetto al guardaroba.

-"Vieni Kate, ti presento i miei amici e poi prendiamo un altro tavolo."-

Mi accorsi solo quando mi disse che avrei conosciuto i suoi amici che ero vestita in modo totalmente inadatto.

Lì dentro, tutti erano vestiti con completi eleganti e firmati, mentre io sembravo appena uscita da Primark.
Carter stesso indossava una cavolo di camicia azzurra.

Non mi ero mai vergognata di me stessa, ma in quel momento ero imbarazzatissima.

-"Carter, non è necessario davvero."-

-"Ehi, stai benissimo. Sei la ragazza più bella qua dentro. Poi pensavo ti avrebbe fatto piacere venire qua, dato che Jace presenterà la tua amica agli altri della compagnia."- mi disse come leggendomi nel pensiero.

-"Violet è qui?"- gli chiesi, mentre prendevo dal bancone un Martini.
Carter si buttò sulla tequila.

-"Certo. Vieni."-

Lo seguii con il calice in mano. Mi teneva ancora stretta a sé e gli ero estremamente grata in quel momento.

Mi portò verso un angolo del locale dov'erano seduti diversi ragazzi.

Sorprendentemente da quello che mi aspettavo, non mi squadrarono da testa ai piedi. Sembravano gentili ed erano estremamente attraenti.
Se Carter mi era sembrato bello, loro lo erano altrettanto.

-"Kate, questi sono Michael, Zayn e Louis. Ragazzi, questa è Kate, la ragazza di cui vi ho parlato."-

Mi sorrisero complici, mentre li osservavo.
Michael era sicuramente il più piccolo. Aveva numerosi piercing e dei capelli color del fuoco.

Zayn era un ragazzo di una bellezza particolare. Sicuramente aveva origini arabe. I suoi tratti erano sofisticati e mi risultò difficile trovargli un difetto. Forse i capelli biondi rasati stonavano con la sua carnagione ambrata. Erano sicuramente tinti.

Infine c'era Louis. I suoi occhi mi avevano totalmente paralizzata. Erano di un azzurro spettacolare e i suoi lineamenti avevano un non so che di furbo. Nonostante la sua bassa statura, dei tre era quello che mi attraeva di più.

-"Avevi ragione, Avery. Non è niente male la ragazza."- commentò Louis e subito mi entrò in simpatia.
Sembrava che non avesse freni inibitori e mi ricordo Jared per questo.

-"Taci, stronzo."- ribadì Carter.

Michael e Zayn stavano fumando tranquilli sui divanetti, mentre Jace e Violet stavano tornando dalla pista da ballo.

-"Quindi passerai molto tempo con noi, Kate. Non vedo l'ora di conoscerti."-
farfugliò Michael, con la sigaretta in bocca.

-"Anche io, davvero."-

Non era propriamente vero. Mi bastavano Jared, Violet e i miei pochi amici per essere felice.

Ma alla fine perché no? Non si dovrebbe mai negare amicizia a dei ragazzi carini.

-"Kate, tesoro."- sentii la voce di Violet alle mie spalle.

-"Ciao Catherine"- disse Jace in contemporanea.

Violet avvolse le sue braccia attorno al mio corpo e mi salutò entusiasta. Indossava un bellissimo vestito.

-"Kate, mi devi raccontare tutto su Carter! Ogni dettaglio! Comunque non sono adorabili gli amici di Jace? C'è anche quel ragazzo che..."-

Mentre finiva di parlare, una voce roca risuonò dietro alle mie spalle.
Una voce che mai avrei potuto confondere.

Possibile che il karma mi giocasse sempre brutti scherzi?
Mi girai verso quella voce, pronta per ciò che avrei visto.

-"Allora ragazzi che mi sono perso?"-

I miei occhi cristallini incontrarono i suoi.
Sul suo viso si disegnò un'espressione sconcertante. Un misto tra stupore e piacere. Sembrò quasi felice di vedermi.

Indossava una camicia blu sbottonata fino a metà petto e dei jeans skinny neri. Al collo portava almeno tre collane.

Si ravvivò i capelli mentre tutti nella stanza ci osservavano, incuriositi.

La sua felicità si tramutò in una facciata d'indifferenza quando Carter mi cinse i fianchi.

-"Harry, lei è Kate. Kate, questo è Harry Styles. Direi che ora siamo al completo."-

Gli sorrisi, ma ciò che ottenni fu solo un'occhiata di fuoco. I suoi occhi viaggiavano dalle mani di Carter, che mi stringevano il bacino, ai miei.

-"Si chiama Catherine, non Kate."-
disse velenoso.

Poi si mise a guardare i suoi amici.
Tutti distolsero lo sguardo, percependo la tensione di Harry.

Probabilmente odiava essere al centro dell'attenzione. Perciò tutti ripresero a parlare animatamente, ma non senza una punta di imbarazzo.

Violet mi fissava, preoccupata. Anche Harry mi fissava, mentre beveva dello scotch sul divanetto.

Carter strinse la presa su di me ed io mi voltai verso di lui. Mi avvicinai al suo orecchio.
Gli occhi di Harry si dilatarono.

-"Andiamocene, ti prego."- gli sussurrai.

Ciao a tutte!
Sono fiera di me perché ho aggiornato velocemente! Come state? Spero bene.
Che dire in questo capitolo la nostra Cath si lascia andare a nuove esperienze e decide di uscire con questo ragazzo. Vi chiederete perché con lui sì e con Harry no? Beh, scoprirete tutto nel corso della storia. Comunque come vi sembra Carter? Secondo voi Harry sta morendo di gelosia? Fatemi sapere.
Se vi piace la storia, votate e se potete commentate anche scrivendo ciò che pensate. Mi fa piacere leggere i vostri commenti e mi sprona ad aggiornare più in fretta. Grazie di tutto.
Alla prossima.
C. x

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