Centuries 2

By Little57

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L'improvviso rilascio di energia termica e meccanica creano un'esplosione. Questa può essere di diverse misu... More

Capitolo 91
Capitolo 92
Capitolo 93
Capitolo 94
Capitolo 95
Capitolo 96
Capitolo 97
Capitolo 98
Capitolo 99
Capitolo 100
Capitolo 101
Capitolo 102
Capitolo 103
Capitolo 104
Capitolo 105
Capitolo 106
Capitolo 107
Capitolo 108
Capitolo 109
Capitolo 110
Capitolo 111
Capitolo 112
Capitolo 113
Capitolo 114
Capitolo 115
Capitolo 116
Capitolo 117
Capitolo 118
Capitolo 119
Capitolo 120
Capitolo 121
Capitolo 122
Capitolo 124
Capitolo 125
Capitolo 126
Capitolo 127
Capitolo 128
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Capitolo 177
Capitolo 178
Capitolo 179
Capitolo 180
Capitolo 181
Capitolo 182
Capitolo 183
Capitolo 184
Capitolo 185
Capitolo 186
Capitolo 187
Capitolo 188
Capitolo 189
Sequel ed altre storie

Capitolo 123

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By Little57

Una mano traccia con delicatezza il profilo del mio viso.. un tocco conosciuto, ma comunque nuovo per una me che ho scoperto piano piano.

"Buongiorno stellina." sento la sua risata che mi prende in giro per il nomignolo appena usato. 

"Fanculo." mi lamento coprendomi la faccia con un cuscino e sorridendo contro di esso. 

"Non ti piacciono i miei nomignoli stronzetta?" continua a ridere. 

"Buongiorno Harry." sussurro voltandomi verso di lui e sorridendogli. Nella mia mente ancora fresche le cose che ha fatto per me, e so che anche adesso, con i suoi orribili modi di chiamarmi cerca, di non farmi pensare a mio padre alla mia famiglia che si sfascia da anni ormai. 

"Andiamo a fare colazione?!" si avvicina un po' di più e io appoggio una mano sui suoi occhi perché mi rendono confusa e perché so che vuole ancora dormire. "Penso non ci sia nessuno." mi rassicura. 

"Va bene piccoletto." gli stampo un bacio sulle labbra e mi alzo prima che possa cominciare a protestare. 

Sembra essere la mattinata dei nomignoli orribili: Stellina, stronzetta, piccoletto.. Sono cose troppo sdolcinate per due come noi, che odiano l'idea di poter diventare quel genere di coppia che si scrive tutto il giorno tutti i giorni senza mai staccarsi l'un dall'altra, senza smettere un attimo di inventarsi nomi 'affettuosi' (che risultano più imbarazzanti) da darsi. 

"Non mi piace il modo in cui mi hai appena chiamato Lenson." mi avvisa mentre si stiracchia. 

"Sei sicuro che non ci sia nessuno di sotto? Posso mettermi dei pantaloni." indico il suo maglione, che riesce comunque a coprire le mie cosce. 

"Perché? Tanto te li toglierei lo stesso?" fa spallucce e lo colpisco su un braccio facendolo ridere. 

"Charter.. Charter.." dondola la testa mentre cerca di aprire la porta. "Fai e sai cose che milioni di ragazze pagherebbero per fare o sapere." mi fa l'occhiolino con un sorriso accattivante. 

"Accidenti Styles il tuo ego mi sta soffocando." comincio a tossire e rotoliamo nell'ennesimo fiume di risate di stamattina. 

Prende la mai mano nella sua e comincia a camminare di sotto, verso le scale, io leggermente dietro di lui, a tenere con tutte e due le mani la sua. 

"Faccio le uova?" gli chiedo quando stiamo per raggiungere la cucina. 

"Perché? Vuoi distruggere la cucina di mia madre per caso?" mi deride e gli do un pizzicotto che aumenta il suo divertimento. le uova sono l'unico alimento che so cucinare, ammetto di non essere una grande cuoca, ma ammetto anche di essere dannatamente brava nelle frittate. 

Quando giungiamo in cucina, vedo Harry fermarsi di colpo e io, che non mi aspettavo lo facesse, inciampo e gli finisco addosso. "Dannazione Harry..fai attenzio-" mi sto stroppicciando un occhio con la mano che non è impegnata a stringere la sua e poi, quando posso di nuovo vedere per bene, rimango a dir poco sbalordita dalla presenza della persona seduta al tavolo con una tazza di caffè e un giornale in mano, penso di riconoscerlo abbastanza bene. 

Ci guarda sorridendo e quando guardo Harry, ha lo stesso identico sorriso stampato in faccia. 

"Tua madre mi ha detto che faceva i pancake per colazione oggi, quindi non potevo non esserci, sai che adoro i suoi pancake." parla con un filo di emozione nella voce mentre ci scruta. 

"Papà.." parla piano Harry e io gli lascio la mano perché possa avvicinarsi a Des e salutarlo come si deve. Porca miseria se è invecchiato.. non lo vedo da quando? Da quando avevo sette anni?! 

"Oh.. il mio bambino, cavolo sei diventato più alto dell'ultima volta in cui ti ho visto." ride mentre Harry lo abbraccia. 

"Cosa ci fai qui?! Mamma non mi aveva detto che venivi." sorride nell'abbraccio. 

"Sai com'è fatta tua madre, ha saputo che saresti stato qui per pochissimo e non poteva non riunirci tutti." sorride mentre si allontanano leggermente. 

I suoi occhi si spostano su di me. 

"Papà, lei è..-" 

"Oh ma lo so chi è." sorride Des avvicinandosi. "Non ti vedo da 17 anni, ma riconosco quella bambina che correva sul mio giardino appena io finivo di sistemarlo." ridacchia e io lo abbraccio. 

"Dio quanto tempo che è passato; è davvero un piacere rivederti." parlo mentre ricambia. 

"Lo è anche per me Charter." sorride. 

Si allontana ed in questo modo io ed Harry siamo ai lati del suo corpo, muove il dito indice tra suo figlio e me e poi punta gli occhi su Harry.. "Spero che tu abbia una buona spiegazione, sai, non si portano signorine in camera, non in casa di Anne." ci fa ridere, fa più ridere Harry, io arrossisco. 

"Stiamo insieme, e tra pochi giorni ufficializziamo la cosa." sorride fiero Harry guardandomi. 

Sento un respiro mancare all'appello prima di ricambiare il suo sorriso. 

"Avete un sacco di cose da dire a quanto pare.. io mi metterò seduto ad aspettare che uno di voi due parli." ridacchia e va a sedersi. 

Io e Harry ci mettiamo al lavoro dietro i fornelli per fare delle uova decenti. 

"Ehm.. quello che faccio io lo sai già." ride Harry. 

"Oh.. ehm-" ridacchio nervosa capendo che vuole che gli dica che cosa faccio io invece. "Attualmente ho appena finito di collaborare con Russell James per un servizio fotografico, ho anche un contratto con la Modest! Management. Per ora questo." gli sorrido prima di prendere delle uova dal frigo. 

"Cavolo. Non è poco.. è così che vi siete messi insieme?" 

"Oh." parla Harry sedendosi sul bancone. "è così che ci siamo messi insieme, lasciati, messi insieme di nuovo, incazzati a vicenda.. " gesticola mentre io lo colpisco con un mestolo facendoli ridere, anche se un fondo di verità c'era. 

"Sono proprio felice di essere tornato e di avervi trovati qui. Ho saputo di tua madre Charter, le mie più sentite condoglianze." parla con voce sincera. 

"Grazie Des." ispiro mentre apro un uovo sul tegame. 

-- 

"Hai paura di quello che succederà?" Mi chiede Gemma, accanto a me davanti a tutti questi vestiti mentre aspettiamo che Harry e Leonard escano dai camerini.

"Non puoi nemmeno capire quanta." Sospiro mentre mi perdo nell'osservare una camicia che Harry potrebbe piacere.

"Di quello che diranno tutti?"

"Di quello non mi interessa particolarmente tanto, ho solo.. paura." Rido con lei. "Ci sono un sacco di cose che voglio riuscire a fare, a fare con Harry, e spero solo che la vita che ha non lo tenga troppo lontano da me e che lui non ceda alle tentazioni, ecco questo è quello che spero, e quello che mi impaurisce allo a stesso tempo."

In quel istante escono Leonard ed Harry con addosso dei completi.

Harry sta indossando un completo nero, aderente sulle spalle, che slancia la sua figura già alta.

"Io sono sicura che andrai alla grande.. e nel caso qualcosa andasse storto lo sai che io sono qui, per te.. sono qui per tutti e due, però per favore non farti mettere incinta" ride..

"Non riesco a pensare a me e ad Harry in quel senso.." parlo mentre il ragazzo di cui sto parlando mi sorride. "Non penso saremo mai abbastanza maturi per una cosa.simile." sospiro.

"Allora?" Ci richiamano i due. "Come stiamo?" Si sistemano i colletti.

"Una merda." Rispondo e l'assistente che li segue sgrana gli occhi nella mia direzione.

"Mi ha appena spezzato il cuore, per l'ennesima volta" Leonard fa finta di commuoversi.

Lui e Gemma vanno a cercare altre cose, lasciando me ed Harry da soli.
Avvolge le braccia attorno alla mia vita attirandomi leggermente a sé.

"C'è qualcosa nella tua mente che mi sfugge e ti fa stare sovrappensiero" sfiora il mio naso con il suo.

"Solo troppi pensieri." Sorrido non volendolo preoccupare.

"Nel caso ti sentissi giù, per qualsiasi motivo" parla al mio orecchio. "E nel caso ti cominciasse ad importare all'improvviso della merda che spara la gente" mi stringe di più a sé. "Pensa solo al fatto che sei la prima ragazza, e l'unica, che io abbia voluto accompagnare ad un evento come quello al quale andremo tra circa 48 ore." Sento l'ansia andare via mentre mi rilasso contro il suo corpo chiudendo gli occhi. "E sei l'unica che abbia mai conosciuto la mia famiglia, mio padre tanto per essere più precisi, l'unica che abbia mai dormito nel mio letto e sei letteralmente la sola per la quale abbia aspettato mesi e mesi e mesi e mesi..." sorride e io ridacchio.

Mordo il labbro inferiore cercando di trattenere tutte le sensazioni felici dentro di me in questo momento.

"Ti amo" sussurro vicino al suo viso prima di appoggiare le labbra sulla sua mandibola e lasciarci un lungo e rilassato bacio.

Qualcuno dietro di noi tossisce e sciogliamo subito il nostro abbraccio per voltarci verso la commessa.

"Scusate" dice imbarazzata.. sembra abbia aspettato, poverina. "Ho altri modelli" alza le mani piene di vestiti.

"La ringrazio" sorride Harry e lei rimane lì ad aspettare una risposta mentre Harry si ammira allo specchio.

"Non sono convinto della camicia." Parla.

"È troppo poco colorata per te." Lo prendo in giro mentre rido.

Socchiude gli occhi come per dirmi che si è offeso, ma si tradisce ridacchiando.

"A me piace quella camicia." Parlo mordendomi un'unghia.

"Davvero?" Mi guarda dallo specchio.

Annuisco.

"Non ti dovrebbe importare così tanto.. la metterai si e no due volte" continuo a stuzzicarlo.

"Stai cercando di darmi fastidio, non è così? Ma io non reagirò, no signore!"

"Stai già reagendo.. sei uno Styles, non riesci a non reagire alle provocazioni" scrocchio la lingua contro il palato.

"Che giorno è oggi?" Mi chiede.

Alzo un sopracciglio stranita. "Giovedì 13, perché?"

"Segnati questa data come l'ultima volta in cui sei venuta a fare shopping con il sottoscritto." Torna in camerino e io scoppio a ridere.

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