Stomachevole

By ATRUNA

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"Stomachevole" racconta la storia di Edoardo Colanio, un tredicenne costretto dai genitori a trasferirsi in u... More

Book Trailer
Capitolo 0 - Prologo
Capitolo 1 - 13 Luglio 2011
Capitolo 2 - La Combriccola
Capitolo 3 - La Sera
Capitolo 4 - L'allenamento
Capitolo 5 - Il Vento Soffia A Lontrago
Capitolo Bonus - Archivio Sparizioni Correlate Al Caso "Lontrago" [1]
Capitolo 6 - A Mangiare
Capitolo 7 - Il Randagio E Il Rubacuori
Capitolo 8 - L'incontro
Capitolo 9 - La Partita
Capitolo 10 - La Stanza E' Fredda
Capitolo Bonus 2 - Mara Rubacuori - Volume 1
Capitolo 12 - La Ricerca (Parte Seconda)
Capitolo 13 - La Fiera
Capitolo 14 - VS Lontrago Est
Capitolo 15 - Il Premio E Lo Stand

Capitolo 11 - La Ricerca (Parte Prima)

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By ATRUNA

Le peggiori teorie mi caddero addosso, e io non osavo pensare all'origine di quella domanda.

"Come... Mai?" Non avevo ancora letto il fascicolo, ma prima che lo facessi mi venne dato un riassunto vocale dall'Omone.

"E' sparita, e potresti essere l'ultima persona che l'ha vista".

Era una nuova giornata, alba di una nuova vita. E' come dicono, ogni mattina si rinasce, ogni notte si muore, ogni giorno e' una nuova chance perché abbiamo una nuova vita. Nonostante fossero passati così pochi giorni, mi sembrava che fosse passata un'eternità dal momento in cui avevo per la prima volta ricevuto alla porta Olivia, e mi pareva che quel singolo evento mi avesse buttato in una sorta di cataclisma, che avesse in qualche modo... Totalmente squadrato la mia vita.

Quel giorno mi svegliai in modo terribile. Direttamente dopo un incubo. Ma prima di parlarne, sarebbe piú ordinato raccontare quello che successe ieri, successivamente all'interrogatorio. Mi portarono, i miei genitori, immediatamente a casa. L'intervento intimo da parte dell'investigatore non sarebbe dovuto succedere, e lo sapevo io piú di tutti. Perché lo sapevo? Perché nessuno lo sapeva.

Il motivo per cui mi trovavo lì in primo luogo, nessuno lo sapeva, se non io.

Il fatto che Rosa fosse scomparsa, ero l'unico a conoscenza della cosa, era una cosa detta a me, perché ero un diretto testimone, non era stata detta a nessuno.

I miei erano convinti che mi fossi cacciato in qualche guaio, e nessuno nel dipartimento fece un qualsiasi tipo di impegno per svuotare quel pensiero, perché la vera ragione non poteva essere spiegata in un modo che non lo facesse suonare una tragedia, e ovviamente, che non facesse esplodere sguardi su di me, o preoccupazioni esagerate, anche se in effetti... Non si potevano biasimare.

Lì di lì scoprì piú cose riguardo al conto di Rosa, prima di tutto, che erano stati fatti piú tentativi nel contatto dei genitori, e che ognuno di loro era miseramente fallito, ma successivamente, anche il fatto che si era scoperto abitasse da sola, in un appartamento a centro paese con un basso affitto, uno di quelli dove vanno solo gli immigrati appena arrivati, con poche stanze e poco prezzo.

Poi il resto lo sapevo, ero l'unico ad averla trovata, era sparita senza traccia, e l'unico motivo per cui fu segnalata come scomparsa era proprio perché quel giorno doveva pagare l'affitto, e ovviamente non lo pagò.

Pareva strano lo pagasse una ragazzina, non a caso, il proprietario del condominio fu tartassato di domande, ma inevitabilmente si giustificò, dicendo che possedeva documenti firmati dai suddetti genitori, che non veniva a pagare direttamente, che non l'aveva mai davvero vista fino ad ora, e che non sapeva assolutamente che si trattasse di una ragazzina, e per quanto bizzarra la situazione sembrasse, non si sarebbe mica estratta la verità a forza, come il notaio mercante fece all'oste.

Neanche da me furono in grado di estrarre molto, se non un ragazzino con la pelle d'oca, uscito pallido da un commissariato, facente implicitamente parte di una sparizione. Come dissi, questa notte fu infernale. Non solo ebbi fisso il volto di Rosa, che avevo visto per l'ultima volta in quello stato tanto terrificante, ma ora quell omone vecchioccio e rugoso, anche lui, piú di tutti, mi spaventava. Non direttamente lui, ma le notizie che portava. Era come fosse un angelo, un angelo dell'apocalisse, e io ne subivo il messaggio, piú di tutti.

Venni tormentato, come ho già detto, e come ho già detto, quel giorno mi svegliai in modo terribile. Direttamente dopo un incubo.

La luce del sole, trapassando la finestra della mia camera colpendomi direttamente il viso, aprii rapidamente gli occhi, grattandomeli. "Ugh.. è già mattina?" Per rispondere alla mia domanda, raccolsi il telefono che si trovava nel piccolo scaffale accanto al letto dove ero tranquillamente sdraiato. Lo accesi, e, successivamente al breve lampo di luce che aggredì il mio volto, fui in grado di vedere di che ora si trattasse: Erano.. erano le 12:00?! Mi alzai rapidamente, togliendomi dalle mie coperte, che lanciai in un angolino del mio letto. Nonostante la notte tormentata che avevo vissuto, ero comunque riuscito a svegliarmi tardi, e credo sia qualcosa da considerarsi di per sé applaudibile.

Corsi all'armadio, ma rimasi a meditare. Oggi non pianificavo di uscire, preferivo restare a casa, e non avevo molto da fare fuori, anche perché non ero a conoscenza di nessun particolare evento che necessitasse il mio uscire, e quindi pensai che restarmene in pigiama alla fine non avrebbe urtato tanto.

Dopo aver avuto la mia importante decisione, mi incamminai fuori dalla mia stanza, nel salotto. Quello che mi trovai era abbastanza prevedibile, ma ne rimasi comunque abbastanza stranito.

Di solito, svegliandomi, la prima cosa che ero in grado di sentire era il forte e costante rumore del telegiornale che mio padre era ossessionato dal guardare.

La sua routine era abbastanza prevedibile, sicuramente quella del weekend (gli adulti, quegli sfortunati, se ne vanno a lavoro durante le vacanze d'estate!), si sveglia attorno alle 10, fa colazione, e passa un po' di tempo a guardare la TV, anche se di solito varia di show a show, il suo canale fisso della mattina è il telegiornale. Dalla descrizione vi sembrerà un uomo pigro, ma essendo che lavora essenzialmente per tutta la settimana 8 ore al giorno, al suo posto, anche io spenderei i miei weekend a guardare la TV seduto sul divano.

Mi scocciava un po' non poterlo vedere a casa, anche perché era da tempo che non stavamo insieme per un numero sostanziale di tempo, ma lo potevo comprendere. I miei genitori non c'erano, e la ragione era valida, mi avevano detto che c'erano questioni di cui dovevano occuparsi, e che sarebbero rimasti un po' di tempo fuori, e molto spesso, e in tempi imprevedibili. Peggio per me, ma anche meglio, stare a casa da solo e' qualcosa di fantastico, e non lo toglierei a nessuno.

Però... mi pareva strano fossero spariti così all'improvviso, di sicuro mi avrebbero portato con loro, in qualsiasi luogo loro si fossero diretti, ma ora che ci penso, aveva anche senso che non l'avessero fatto, in effetti, mi ero davvero svegliato tardi, ma davvero davvero tardi, anche più del mio solito orario standard. Probabilmente avevano provato a svegliarmi, ma vedendomi dormire come il sasso che sono, avranno rinunciato. Non so se si vedeva che stavo avendo un incubo, ma molto probabilmente pareva solo fossi in un sonno profondo e non avevano osato in nessun modo disturbarmi.

In cosa però avevano osato disturbarmi, e cosa che sapevo che avrei visto dal primo momento in cui arrivai alla realizzazione che loro non si trovavano in casa, era... una lista di cose da fare.. wow, deve essere sicuramente opera di mamma. Suppongo non mi volesse dare nessuna pace.

La scrutai per un secondo, tanto per capire di che cosa si trattasse, era palesemente scritta da mia madre, lo compresi da quell'obbrobrio chiamato "scrittura".

"Caro Edo, noi siamo dovuti andare per questioni di lavoro, e non siamo riusciti ad avvertirti in anticipo. In verità anche noi eravamo sorpresi da ciò. In ogni caso, per non farti poltrire ti ho assegnato cose da fare, così almeno ti intrattieni la giornata.

Porta fuori la spazzatura per la raccolta di domenica.

Lava i piatti nel lavandino.

Stendi la biancheria nel balcone così si asciuga.

Sistema la camera (fallo, e' disgustosa).

Scaccia il gatto. (Contesto, c'è un gatto nel vicinato che si ostina quotidianamente a venire a fare i bisogni nel nostro giardino, mia madre lo detesta, mio padre lo disprezza.)

Divertiti!

~Mamma"

L'ultimo ordine pareva lo stracolmo dell'umorismo, non so se se la stesse ridendo mentre lo scriveva. Buttai giù un pesante sospiro, e accettai il mio destino.

...

Con una spaventosa rapidità, quasi 45 minuti di faccende erano ormai passati, soddisfatto, e con un paio di goccioline sul volto, segnai la linea sull'ultima faccenda della lista, potendo finalmente segnalare questa missione come conclusa. La mattina era ormai finita, scoccata ormai da un'ora il mezzogiorno. Potevo quindi starmene tranquillo. In realtà non sapevo perché ero andato con così tanta fretta, ma in ogni caso non trovavo ideale rimanere là occupato con le faccende per sempre, anche se distrarsi è uno dei modi migliori per sentirsi meglio riguardo a questioni avvenute, e io avevo davvero il bisogno di sentirmi meglio.

A quel punto di cose da fare davvero non ne avevo.

Presi l'occasione per tornare in quel piccolo giardino dove mi riunivo nei miei momenti di desiderosa calma, e nonostante la casa rimanesse vuota, io sentivo che quel posto era l'unico da dove potevo trarre una sostanziosa quantità di calma, e proprio per questo ero felice di riunirmi lì ogni tanto, come in questo caso. Avevo pensieri da schiarire e cosa si cui riflettere, come tutti d'altronde, e infatti non mi trovo speciale in questo riguardo, ma lo trovo comunque... necessario, che io abbia quel mio momento di tranquillità.

Il giardino rimaneva uguale ogni singolo giorno, e pareva come una capsula del tempo all'interno di una tempesta. L'aria era sempre la stessa, identica al momento in cui avevo per la prima volta incontrato Olivia.

...faceva un caldo da fare invidia alle dune del Sahara.

Talmente caldo che si faceva addirittura fatica a respirare, che non si poteva fare qualche passo senza uscirne sudati, e che anche se il passo non si fosse fatto in ogni caso il sudore c'era ancora, e ne ero io prova vivente, seduto a fissare quel chiaro cielo del pomeriggio, privo di nuvole come fosse un mare...

Quel posto rimaneva decorato dal suono delle cicale, e degli insetti che abitavano quelle torpide estati, e io me li subivo, facevo da spettatore, non ero il protagonista di quel giardino, era il giardino il protagonista, io usufruivo solo per necessità.

Mi sedetti, in quella identica posizione dove mi sedetti quei... quanto e' passato? Non mi ricordo neanche. Come ho già detto, pareva essere passato rapidamente e lentamente il tempo, era una prospettiva confusionaria, ma era l'unico modo in cui potevo mettere a voce quei miei pensieri, l'unico modo, per lo meno, che avesse un ordine rispettabile, nonostante l'incoerenza.

Non sapevo come sentirmi riguardo alla questione, e neanche riguardo alla figura di Rosa.

L'ho digerita ormai come un nemico, o almeno, l'avevo. Ma ora mi appare come una figura ambigua, e non sono neanche sicuro di come mi senta di lei, ovviamente, non posso dire niente, poiché e' sparita. Non avrò neanche le risposte che cercavo. Mi chiedo... Mi chiedo... Mi chiedo soltanto che cosa mi stesse provando a dire.

Mi dondolai un attimo il corpo, un po' come sfogo per il caldo che sopportavo, un po' come modo per farmi calmare, un po' come modo per far uscire tutti i miei dubbi.

L'omone mi aveva dato confidenza, ma comunque sapevo che in un modo o nell'altro aveva tralasciato qualcosa, per carità, non e' che potesse dirmi tutto, no? Mi aveva parlato di Lontrago in un modo che pareva tutto se non... piacevole.

"La gente sparisce, e non torna più. Non sappiamo quando succeda e il perchè, ma... Per qualche motivo succede sempre a Lontrago, la gente sparisce quando va lì, compreso?"

La gente sparisce, ma perché? Che cosa li porta a sparire? E perché solo le persone nuove? Perchè solo quelle che si sono appena trasferite?

Erano tutti dubbi che continuavano a saltarmi in testa, e non potevo, per carità, mettermi in pace riguardo a nessuno di essi.

Questo posto e' maledetto, e' così che l'ha fatto sembrare, maledetto, ma non capisco. Perché le maledizioni non esistono, e quindi deve esserci qualcuno o qualcosa dietro tutto ciò.

Avevo bisogno di sapere di più, dovevo fare delle ricerche, qualcun altro che si fosse dato la briga di spiegare piú dettagliatamente questi eventi. Ci sono blog su blog, video su video di gente innamorata di queste cose, possibile che nessuno abbia mai e poi mai potuto pensare ad una cosa simile? Sparizioni? Suona come la cosa più sfruttabile della storia, non ci credo che nessuno non ne abbia mai scritto a riguardo, avanti!

Voglio capire cosa e' successo a Rosa, ne ho bisogno anche per garantire la mia sicurezza, e per questo e' meglio che mi metta a ricercare sull'argomento.

Mi alzai dalla sedia, e puntai al laptop in salotto.

Mi incamminai di nuovo, abbandonando quel giardino, che nel poco tempo che avevo speso al suo interno, mi aveva già guidato verso la retta via, e successivamente presi immediatamente il laptop. Si trattava di un computer abbastanza datato, ma che comunque utilizzava tutta la famiglia. Speravo fosse abbastanza per farmi trovare i risultati sperati. Comincia a premere e premere, e finalmente ebbi accesso alla rete.

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