Stomachevole

By ATRUNA

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"Stomachevole" racconta la storia di Edoardo Colanio, un tredicenne costretto dai genitori a trasferirsi in u... More

Book Trailer
Capitolo 0 - Prologo
Capitolo 1 - 13 Luglio 2011
Capitolo 2 - La Combriccola
Capitolo 3 - La Sera
Capitolo 4 - L'allenamento
Capitolo 5 - Il Vento Soffia A Lontrago
Capitolo Bonus - Archivio Sparizioni Correlate Al Caso "Lontrago" [1]
Capitolo 6 - A Mangiare
Capitolo 7 - Il Randagio E Il Rubacuori
Capitolo 8 - L'incontro
Capitolo 9 - La Partita
Capitolo 10 - La Stanza E' Fredda
Capitolo 11 - La Ricerca (Parte Prima)
Capitolo 12 - La Ricerca (Parte Seconda)
Capitolo 13 - La Fiera
Capitolo 14 - VS Lontrago Est
Capitolo 15 - Il Premio E Lo Stand

Capitolo Bonus 2 - Mara Rubacuori - Volume 1

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By ATRUNA

Prima pubblicazione del romanzo settimanale "Mara Rubacuori", datata il primo di Novembre 2010 e pubblicata da "Savoggio Editori", disponibile in tutte le cartolerie alla misera cifra di 3 Euro 50 Centesimi!

"Mara è una ragazza con diverse passioni. Adora la scrittura, il disegno, la natura, ma specialmente uno specifico ragazzo nella sua classe, che sembra però non comprendere nessuno dei segni della ragazza. E' il suo ultimo anno di scuola media, e la fine dell'anno si sta avvicinando. Per questo, con l'aiuto della sua amica Emilia proverà a conquistare il suo cuore."

Capitolo 1

"SIGNORINA MANETTI, STA ASCOLTANDO LA LEZIONE?!" Alzai la testa all'improvviso, spaventandomi. Era come se una sirena mi fosse partita all'interno del cervello. La professoressa si alzò dalla sua cattedra, avvicinandosi rapidamente al mio banco. Tutti i miei compagni di classe, dal primo all'ultimo, dal più vicino al più distante, si voltarono verso di me. Chi con sguardo divertito, chi invece con sguardo assetato di drama, perchè si sa, quando un tuo compagno di classe viene sgridato, quello si che è uno show da 5 stelle. Una goccia di sudore passò alla velocità della luce per il mio pallido volto. Ogni sana persona, all'arrivo di una persona dal tono e volto così minaccioso come quello di un professore arrabbiato, avrebbe immediatamente nascosto l'arma del delitto,( il delitto in questione era l'assassinio della mia attenzione durante la lezione), ma in quel momento era come se ogni singolo muscolo nel mio corpo avesse smesso di funzionare, e non ero in grado di nascondere niente, o almeno, niente senza passare innosservata. Era troppo tardi per farlo, il momento in cui mi ero resa conto del mio fatale errore, cioè quello di non nascondere il foglio sulla quale stavo scrivendo, la professoressa era già arrivata al banco. I suoi furiosi occhi, come un radar, analizzarono tutto il mio banco, centimetro per centimetro. Ed ecco, scovata l'arma. La professoressa strappò dal banco il foglio sulla quale stavo scrivendo. Gli sguardi degli studenti si facevano più aguzzi, non era la solita perdita di attenzione momentanea, era qualcosa di più interessante. La professoressa, ora con il foglio in mano e occhi che ballavano durante la rapida lettura, non poteva fare a meno di leggere ad alta voce le parole che avevo scritto, e io, debole come ero, potevo solo guardare verso il mio banco, per evitare lo sguardo di ogni singolo studente. E in quel momento, avrei voluto pregare di essere sorda, perché sentire le loro risate durante la lettura era per me il dolore peggiore che potevo mai sentire. Le mie mani cominciarono a sudare, e io poggiai la testa sul banco, pregando che il tutto potesse passare. Avete presente quando vi divertite e il tempo sembra volare via? Ecco, qui era l'esatto opposto, potevo sentire ogni singolo millisecondo bruciarsi sulla mia pelle, era come se il tempo cominciasse ad andare a rallentatore, eccetto per questa classe. Nessuno qui andava a rallentatore.

Finita la dolorosissima lettura. La professoressa appoggio il foglio sul mio banco, nell'esatto punto da dove lo aveva preso, credo, non ne ero sicura. La mia testa era incollata sul freddo e liscio legno del banco, quindi anche se non lo avesse fatto, non l'avrei potuto sapere. La voce della professoressa rincontrarono di nuovo i miei ormai piangenti timpani.

"Particolare novella, signorina Manetti. Ma gradirei se la potessi sviluppare al di fuori di questa classe. Per ora però, la nota sul registro se la tiene."

Perfetto, e ora cosa avrei detto ai miei genitori? Posso già immaginare l'aspetto della nota.

"La studentessa scrive storie romantiche nel bel mezzo della lezione."

La professoressa ritornò rapidamente nella sua cattedra, stranamente, il rumore dei suoi tacchi che colpivano il pavimento era più forte del normale, sarà che con la paura il tuo udito si aguzza, è forse il mio istinto primordiale da predatore che si risveglia? Ma ormai è troppo tardi, sono già stata una preda.. La professoressa si sedette e, dopo aver speso qualche minuto a scrivere la nota sul registro, ritornò alla sua noiosissima lezione di storia. Non prima però di tirare fuori un altro commento, tanto per aggiungere la ciliegina sulla torta.

"Per carità ragazzi, siamo in terza media, siete grandi ormai. L'anno prossimo queste cose non ve le faranno passare." Povera me, perché doveva capitare proprio a me, tra tutti quanti?

Poggiai la mia testa sul banco, e per di più con totale imbarazzo. Nonostante le risate dei miei compagni ormai si spensero, potevo comunque sentirle, e mi perseguitarono per tutta la lezione. Che palesemente non stavo ascoltando. Persi ormai il senso del tempo, l'orologio andava casualmente per me. Il tempo sarebbe potuto tornare indietro e io non me ne sarei resa conto.

All'improvviso però, la mia infinita tortura finì, il suono della campanella marcò la fine della lezione. Ero libera, libera da questo inferno, anzi, no.. non ero affatto libera. Ora che la lezione era finita e l'intervallo era partito, nessuno dei miei compagni aveva la limitazione dell'essere osservato dalla professoressa. Potevano dirmi tutto ciò che volevano, e sono sicuro che la prima cosa della quale parleranno sarà questo accaduto. Dannazione a me, perchè non sono più rapida a nascondere le cose?

Tutti i miei compagni di classe si affrettarono ad uscire da quella ormai nebbiosa classe. L'aria (probabilmente per colpa mia) era ormai divenuta così pesante da poterla letteralmente infilzare, avessi avuto qualche arma affilata. Mi alzai anche io, lentamente, pesantemente, come se all'improvviso pesassi tonnellate. Avete presente quel sentimento, quando uscite dalla vasca, e vi sentite estremamente pesanti? Ecco, sentivo quello, in pratica. Mi incamminai lentamente verso il corridoio, per uscire dalla mia classe.

Una mano si appoggiò sulla mia schiena e mi diede una forte pacca, era familiare, decisamente, tanto che riconobbi immediatamente di chi si trattava. Mi voltai velocemente, e il peso che avevo con me un po' si dissolse, ma non del tutto, rimaneva ancora un po' con me, e probabilmente, ci sarebbe rimasto con me per tutta la settimana, o addirittura il mese!

In ogni caso, la persona dietro di me era Emilia, una mia cara amica, anzi, la mia migliore amica! Il suo sguardo deluso trapassava attraverso i suoi spessi occhiali, e presto l'amichevole pacca si trasformò nell'inizio di una spaventosa confrontazione. Lei fece un sospiro. "Sigh.. Olivia.. Stavi veramente scrivendo su di lui?" Mi fissò negli occhi con quella domanda.

Le risposi ad alta voce, con voce fiera. "Ovvio che stavo scrivendo su di lui! Quella ficcanaso doveva farsi gli affari suo-" "Stai zitta che ti sente!" Emilia mi coprì rapidamente la bocca, in effetti, aveva anche un po' di ragione, la professoressa non era ancora uscita dalla classe e mi avrebbe facilmente sentito se avesse aguzzato l'orecchio. Dopo essersi assicurata che non stavo più parlando, mi tolse da sopra la bocca la mano. Mi ricomposi, e ricominciai il mio discorso. "Ovvio che stavo scrivendo su di lui Emilia."

"Beh, sei un'idiota allora! Paga attenzione per una singola volta!" Emilia attivò il suo senso da professoressa, sgridandomi come fossi una sua studentessa.

Emilia viene da una famiglia molto prestigiosa, che ha la reputazione nel paese per far uscire fuori ottimi dottori. Lei non sarebbe infatti stata l'eccezione, per questo prendeva la scuola molto seriamente, e onestamente, buon per lei, perché io non ce la riuscirei a fare. Ho sempre pensato che, da grande, Emilia sarebbe diventata una professoressa dal modo in cui mi sgridava tutte le volte in cui mi comportavo male in classe (Ed erano tante quelle volte, credetemi).

"Ugh.. Non essere noiosa!" Le risposi così, infastidita. Come quando una bambina non riceve ciò che vuole o è sgridata da sua madre. Ecco, in pratica così. Lei mi guardò ancora più seccata. "Con l'andamento con la quale vai, ti bocceranno di sicuro!"Erano così le nostre conversazione, io facevo la bambina, lei l'adulta, ma mi sembrava giusto così, in ogni caso me la trascinavo nelle mie situazioni quando volevo, il che mi andava più che bene!

"Non mi importa più di tanto, in ogni caso, il mio principale obiettivo è conquistarlo!"

"Cosa che non riuscirai mai a fare, giusto?" Emilia mi colpì con la nuda e cruda verità. No! Con le nude e crude bugie! Io sarei di sicuro riuscita a conquistarlo, non so di cosa stia parlando.

"Cosa che riuscirò a fare. Non dubitare di me, cara Emilia." Tentavo di difendermi nella mia fragile sicurezza.

"Anche se avessi il coraggio di ammettere il tuo amore. Sai che testa dura che è Massimo, non si renderebbe conto del pericolo neanche se qualcuno gli puntasse una pistola in fronte." Beh, aveva definitivamente un punto lei nella sua affermazione. Nonostante i miei numerosi tentativi negli anni di dimostrare il mio amore, Massimo non se ne era mai minimamente accorto. In realtà era un po' un controsenso, Massimo è davvero intelligente a scuola (è il cocco di molti professori) e sembra avere una generale cultura generale abbastanza ampia, però a questo fastidioso attributo: Lui non sa la differenza tra amore ed amicizia, e non importa quanto direttamente glielo dici, non si renderà mai conto se sei seria o no. L'ho visto io, di persona, così tante ragazze gli hanno tentato di dare un segno, di fargli capire cosa provavano, eppure Massimo sembra non comprendere, e come se le parole che gli vengono date gli passassero da un orecchio all'altro, e lui lo capisce solo come un gesto d'amicizia. E di dichiarazione d'amore ne riceveva, e ne riceve ancora, a bizzeffe. Ma non le biasimo, con un ragazzo talmente affascinante, pure gli animali cadrebbero per lui.

In ogni caso, io non sono come quelle ragazze, ma bensì, io sono MIGLIORE di quelle ragazze! Non a caso, ho un piano perfetto stavolta, un piano alla quale ho riflettuto per molto molto tempo. "Non questa volta Emilia, non questa volta. Ho un piano che batterà ogni aspettativa. E tu, mia cara, mi aiuterai."

Emilia mi guardò, di nuovo, come se avesse cambiato del tutto la sua espressione. Non era più seccata per colpa del mio comportamento infantile, no, ora ne era terrorizzata da esso, e anche decisamente confusa. Non è la prima volta che la trascino ad aiutarmi a conquistare Massimo, e nei periodi precedenti, le avevo fatto fare cose anche abbastanza imbarazzanti. Quindi lei mi guardava, e probabilmente, pregava anche che Dio potesse risparmiarla dalle mostruose punizioni che stavo per darle. "Di che diavolo si tratta questa volta?".

Il mio sguardo si illuminò, come se una scintilla mi fosse partita dagli occhi. Tirai dalla mia tasca un foglietto abbastanza stropicciato, ma comunque leggibile, e lo mostrai ad Emilia.

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Torneo Scolastico Di Attività Ludiche

Pranzo/Divertimento/Gioco/Premi

"Benvenuti nell'annuale torneo scolastico di attività ludiche, competi con altri studenti in diversi giochi scelti dai docenti per un succoso premio in denaro!

Il pranzo è offerto gratis dall'OGG (Organizzazione Gioco Giovanile)!

I giochi cominceranno subito dopo le iscrizioni, il 26 Gennaio. Cosa aspetti? Iscriviti e dimostra le tue abilità!"

Le iscrizioni partono dal 18 fino al 25 Gennaio,

per più informazioni sugli orari e le regole visitate il sito ufficiale dell'istituto:

www.///////.com

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Emilia mi prese il foglio dalle mani, e lo analizzò attentamente, come la professoressa analizzava la mia divina commedia. "E che sarebbe questo?"

Le risposi con un largo sorriso, a tratti un sorrisetto malefico, ma dava comunque la prima impressione di un sorriso, e risposi allegramente "Il mio piano, sciocchina!"

"Gradirei se me lo spiegassi.." Emilia non pareva comunque convinta, nonostante avesse probabilmente letto quel poster pubblicitario diecimila volte. Così la accontentai, e le diedi, fieramente, una spiegazione del mio assolutamente geniale piano. "Ahem." Mi schiarì la gola, non proprio perché l'avessi otturata, ma principalmente perché volevo darmi un'aria più professionale. Poi, quando mi assicurai di avere l'attenzione di Emilia, partì a spiegare:

"Massimo è uno dei dirigenti del torneo, è parte del consiglio dei direttori classe, così, sarà lui il responsabile del torneo, lo è sempre stato. Per questo motivo, un sacco di ragazze che mirano a lui parteciperanno, tra quelle ragazze ci sono io. Partecipando, ovviamente vincerò, e quando vincerò e riceverò il premio in denaro, attorno ai 200 euro, tanto, eh? Ora, immagina di essere un ragazzo, e una ragazza ti dà una banconota da 200 euro, mentre dichiara letteralmente il suo amore a te. Non suona super romantico?? Mh?? Magari gli posso anche offrire un regalo con quei soldi, chissà.. fatto sta, non potrà mai rifiutare una richiesta così succosa!!! NESSUNO PUÒ!!"

Mi aspettavo un'espressione stupefatta da Emilia, ma pareva fissarmi con la sua solita espressione neutrale, e con espressione neutrale, intendo il suo sguardo seccato. "Come credi di vincere un intero torneo?"

"Ne hai mai sentito parlare?" Chiesi, tanto per soddisfarla.

"Uh.. no. Non sono troppo interessata ad attività extrascolastiche.." mi sorprendeva seriamente non lo fosse, con tutto lo studio che ha, mi sarei aspettato che aggiungesse qualche corso pomeridiano, tanto per aggiungere qualche libro alla sua distrutta schiena.

Chiaramente non aveva idea quindi, di che cosa trattasse il torneo. Così, con l'ennesima scintilla dagli occhi, glielo spiegai brevemente.

"È un torneo di giochi da casa misto, ad eliminazione. Si parte da un minimo di 64 giocatori, O in gruppo, o uno contro uno, si procede, fino ad arrivare alla finale. Tutto ciò in un giorno. I giochi non sono difficili, è tutto molto semplice: dama, scacchi, poker, il gioco dell'oca.. Anche qualcosa di più moderno, come il gioco della vita, monopoli! Ci sono addirittura giochi inventati dalla scuola stessa.

Sono tutti giochi che non richiedono sforzo fisico, ma fortuna ed intelligenza!"

"Intelligenza? E tu ce l'hai?" Ti voglio bene anche io Emilia. Ti voglio bene anche io.

Risposi decisamente infastidita alla sua domanda (che in realtà era semplicemente un'affermazione per dirmi che ero stupida) "OVVIO CHE SONO INTELLIGENTE! è solo che non vado troppo bene a scuola, ma la scuola non è tutto!"

"Già.. non è troppo una scusa.." Emilia si Fermò un attimo per pensare, e la domanda le venne automatica, visto che dall'inizio del discorso citavo che lei mi sarebbe servita. "E quindi.. uh.. cosa dovrei fare io esattamente?"

"Ovvio, tu mi aiuterai a badare!" Risposi sorridente e dandole uno stretto abbraccio.

"C-cosa? Perché dovrei?! Non eri mica intelligente?"

"Ovvio! Sono la genia dei geni! Ma sappiamo entrambi che non ho la fortuna dalla mia parte. Quindi.." le toccai il naso con le dita, mentre continuava ad osservarmi confusa. "Sarai tu la mia fortuna!"

"Come diavolo dovrei aiutarti? Non partecipò neanche, e la data per l'iscrizione è già finita, non posso direttamente aiutarti se sono all'esterno-"

"Ti ho già iscritto, insieme a me."

L'aria si silenziò improvvisamente, sembrava ci fossimo introdotti nella cittadina di Silent Hill, una grossa nebbia si formò sia nell'ambiente circostante sia nella mente di Emilia, che ormai sembrava esplodere dalla furia. In tutti i sensi, vedevi il fumo uscire, sembrava ci fosse un demone al suo interno che tentava di uscire, ma con tutta la forza che Emilia ci metteva, non lo riusciva a fare. Forse è colpa del suo usuale comportamento controllato, che le impedisce di esprimere la sua rabbia. E ne sono grata, perché se non avesse quel colossale auto controllo (che io non ho) mi avrebbe già buttato fuori dalla finestra.

Ad un certo punto si riaccese il sistema nel suo cervello, si riattivò, finalmente, e lei riusciva di nuovo a parlare. Aveva soppresso il demone al suo interno.

"Mi hai iscritta. Mi hai iscritta.. e tecnicamente, come dovrebbe aiutarti? Sai, da quello che mi hai spiegato, dovrei essere anche io impegnata a "giocare"".

"Pfft, ma tu non devi vincere, non ne hai bisogno, puoi anche perdere al primo turno, non importa per me! Però, rimanendo partecipante, puoi interagire con me, e ne ho bisogno, per far giocare la mia "Fortuna"!" Esclamai con sguardo alquanto malefico, barare mi faceva sentire estremamente felice, sicuramente quando ero sicura che avrebbe funzionato.

".......Sigh.." Emilia mi osservava stupefatta, mai prima d'ora, tra tutte le imbarazzanti situazioni in cui l'avevo messa, poteva aspettarsi che pianificassi qualcosa di così geniale. O forse mi osservava stupefatta dalla mia stupidità.. Non ne ero effettivamente sicura. Ma andrò per la teoria dell'intelligenza, perché mi piace di più.

Il mio sorriso passò da malefico ad adorabile, sapete, quell'adorabile che usi per corrompere le persone. E rimasi con i miei occhi incollati sugli spessi occhiali di Emilia, tanto curiosa di sapere cosa avrebbe potuto dire. "Ho veramente una scelta?" Mi domandò, con una voce decisamente distrutta, era consapevole di non avere una scelta, anche perché in effetti, l'avevo già iscritta. E ormai non potevo più rimuoversi. Così glielo chiarì, tanto per divertimento.

"Ovvio che no, sciocchina!!!"

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