Never without you

By Antonella_Torrance

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Katherine, bella, forte, impavida, ma con un dolore dentro se stessa che la segue costantemente. E' la ragazz... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 53
Capitolo 54
capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
capitolo 64
Epilogo
Ringraziamenti

Capitolo 52

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By Antonella_Torrance

Kyle

Non mi ama, non mi ha mai amato. Ripeto queste parole ininterrottamente sperando di crederci così da non sentire più questo macigno nel petto. L'avevo stretta a me, inalato il suo profumo, ero stato sul punto di sfiorare finalmente le sue labbra. Ma lei era decisa a evitarlo.

Aveva gli occhi così arrossati, lo sguardo spento, non era la mia solita Kitty, era quasi il fantasma di sé stessa.

Avrei preferito prendermi ogni tipo di dolore che la infliggesse piuttosto che vederla così spenta.

Non mi avrebbe mai detto la verità, era andata via con il bamboccio, lui era tornato. Perché era ancora qui? Non credevo minimamente alle sue parole, non avrei mai creduto che lei potesse farmi una cosa del genere, l'ho guardata negli occhi quando me l'ha detto e a stento lei è riuscita a guardare i miei.

Stava mentendo, dovevo solo capire perché.

Mi sentivo spento, ancora debole, mio padre non aveva detto molto dopo l'incidente, non mi aveva nemmeno chiesto di Kitty e quando gli avevo fatto presente che mi avesse lasciato lui non era nemmeno sorpreso anzi direi era più..sollevato. Non mi ha chiesto come stavo, ha solo detto che era meglio così per entrambi.

Beh col cazzo. Non andava bene affatto, io soffrivo e lei soffriva solo che non ne capivo ancora il motivo. L'avevo sentita quel giorno, lei era lì ne sono sicuro anche se lo nega, lei c'era.  E anche tutte le notti successive era con me, non mi importa di quello che dice mio padre.

La amo, non dubiterò mai di lei, ma dovevo scoprire la verità.

I giorni senza di lei erano bui, non c'era il sole, i colori, niente. Non mi ero davvero resoconto di quanto ormai fosse una parte importante di me fino a che non l'avevo persa. Prendo le nostre foto tra le mani attento a non girarle, non voglio leggere quello che mi ha scritto, voglio che me lo dica a voce.

La rivoglio, non accetterò mai un mondo in cui non stiamo insieme.

Se penso che potevo perderla, uno sbaglio, uno stupido sbaglio e poteva finire tutto quella notte. Aveva rischiato di morire, avevamo rischiato entrambi, ma l'idea che io potessi risvegliarmi senza di lei mi faceva tremare. Non sarei riuscito ad andare avanti, in pochi mesi si era presa tutto di me, la mia mente, il mio cuore, ogni parte di me era dipendente da lei, dai suoi occhi, dal suo sorriso, dalla sua dolcezza nascosta in quell'aria da stronza, il modo dolce di abbracciarmi tutte le volte soprattutto dopo essere stati insieme, la dolcezza con cui mi carezzava sempre i capelli e lasciava un bacio sulla fronte. Non posso credere sia tutto finito, che per lei sia tutto finito

Io la amo, la amo da morire e non gliel'ho mai detto. La amo e avrei dovuto dirglielo prima.

Anche dormire era diventato un inferno, era il mio ultimo pensiero la notte e il primo al mattino

La vedevo arrivare sempre con quell'idiota per poi tornare a casa con lui. Non lo aveva mai baciato davanti a me, ma  si limitava a intrecciare le loro mani o ad abbracciarlo, e tutte le volte avrei colpito qualsiasi cosa mi ritrovassi davanti.

Non riuscivo nemmeno a seguire le lezioni, il mio rendimento peggiorava e mio padre non mancava mai di farmelo notare, ma a me non fregava nulla. Anche l'idea del college senza di lei mi sembrava niente.

Le lasciavo una rosa blu ogni giorno in camera sua, non so se le tenesse o le buttasse via, se ne fosse felice o sperava che smettessi. Non avrei comunque smesso.

La vedo camminare per i corridoi e mi posiziono davanti a lei mentre è intenta a posare dei libri nel suo armadietto

"Hai delle occhiaie assurde"

Mi dice quasi senza guardarmi, sorrido a quel tentativo di placare la tensione

"È perché penso costantemente a te"

"E fai male, dovresti impegnare le tue energie a studiare"

Anche da ex ragazza si preoccupa del mio rendimento

"Non serve ti preoccupi, va alla grande"

"Non mi risulta"

"Mi hai spiato?"

"No, me l'ha detto Michael"

"Perché non parli con me invece di chiedere a lui?"

"Kyle!"

"Stai mangiando?"

"Cosa c'entra?"

"Devo davvero dirtelo?"

Sospira come non sapesse cosa dire

"Rispondo io per te, no, non stai mangiando, hai gli occhi gonfi, le occhiaie, gli occhi spenti e sembri reggerti in piedi a stento"

"Beh, grazie della meravigliosa descrizione che mi hai gentilmente concesso, ma sto benissimo a differenza tua sto studiando parecchio"

"Perché lo stai facendo?"

"Fare cosa?"

"Perché vuoi convincermi che vada tutto bene?"

"Perché è così, ora scusami, ma devo andare, Ben mi aspetta"

Si volta e la afferro per il polso prima che si allontani, la avvicino a me, ma lei non si gira, resta con lo sguardo verso l'esterno

"Lo sai che non cambierà quello che sento, non cambierà quello che tu senti. Ho giurato che non sarei andato da nessuna parte e non andrò via, quindi puoi anche fingere di amare il tuo ex, ma io e te sappiamo la verità"

Si volta subito verso di me puntando i suoi occhi nei miei

"La verità è che mi sono stufata, non mi va più di stare con te, sono quasi morta e ho rischiato anche di rimanere incinta, quindi fattene una ragione è vai avanti"

"Ti fa stare meglio dire queste stronzate?"

"Non so più che fare"

Sembra frustrata e sul punto di cedere, la avvicino a me e lei non mi allontana come pensavo, avvolgo le braccia alla sua vita e finalmente il suo corpo preme sul mio facendomi sentire completo

"Puoi smetterla di fingere e dirmi cosa c'è che non va"

Gli sussurro ad un passo dal viso

Quanto è bella, anche con gli occhi arrossati e privi di trucco resta la più bella del mondo per me

Sembra essere sul punto di piangere, posa le mani sul mio petto come per allontanarmi, ma io la avvicino a me

"Dimmelo Kitty, qualsiasi cosa sia la affronteremo insieme"

"Lo so che la affronteremo insieme"

Dio, sentirle dire questo mi fa quasi tornare a galla dopo un periodo in apnea

"Allora dimmelo, dimmelo io ci sono"

Apre la bocca per dire qualcosa e in quel momento il suo cellulare squilla

"È Ben"

"Non andare da lui, resta con me"

I suoi occhi sembrano incerti, ci sta davvero pensando, la stringo a me e la sensazione di benessere che sento nell'averla così vicino, è indescrivibile.

Ti amo da morire

"Io..devo andare" Si stacca da me quasi con forza come se dovesse sforzarsi di scappare

E a me piace rincorrerti.

Quella sera non riesco a reggere il rumore alla testa, il dolore al cuore, è troppo forte, troppo intenso, mi manca. Mi manca troppo

Non so a dir la verità quanti bicchieri mi ritrovi davanti, ma so che sono tutti vuoti. Prendo il cellulare per chiamare Michael e farmi venire a prendere, ma mi cade a terra subito dopo, ho gli occhi appannati e mi gira la testa

Una mano lo raccoglie e me lo porge mentre io resto seduto a fatica

Solo dopo mi rendo conto di due occhi profondi e capelli scuri mossi e lunghi fin sopra la schiena, il suo corpo è avvolto da un top aderente ed una gonna decisamente troppo corta

"Sei ridotto davvero male per ubriacarti da solo"

La voce di Sid mi trapassa, ma a malapena la sento. Si siede vicino a me mentre premo numeri a caso perché inizio a vedere doppio, ma cerco di non  darlo a vedere, peccato che a lei non sfugga mai niente

"Stai chiamando il tuo amico del cuore?"

"Ti ho forse detto che ho voglia di compagnia? 

"Sembra che tu non voglia stare solo"

"Ci sto da tutta la vita"

Ok, credo fortemente di essere ubriaco

"E la tua ragazza? Non è qui?"

"Sid, forse non ti è chiaro il concetto, non ho voglia di parlarti"

"Quindi è già finita"

"Oddio" sbuffo esausto

"Ho saputo dell'incidente, sono anche venuta a trovarti, ma tuo padre mi ha detto che avevi bisogno di massimo riposo"

"Mio padre dice un sacco di cose"

"Beh, comunque sono felice tu stia bene"

Crede stia bene solo perché non sono morto?

"E anche per..tu sai chi"

"Vuoi dire Kitty? Sei felice che sia viva?"

"Cos'è dovevo essere felice se fosse morta?"

Sembra quasi ferita dalle mie parole e subito schiarisco la voce cercando di trovare le parole

"Mi dispiace" Non so se si capisca in realtà, sento la bocca asciutta

Lei scrolla le spalle come si aspettasse ogni mia reazione

"Non mi è mai piaciuta, ma non per questo la voglio morta"

"Lo so, mi dispiace"

Onestamente vorrei solo andare a vomitare

"Perché non è qui?"

Sorrido amaramente tenendo lo sguardo fisso sul bancone

"Perché mi ha lasciato"

"Oh.."

"È tutto ciò che hai da dire?"

"Credo che non ti piacerebbe sentire che ho da dire"

Mi volto verso di lei barcollando

"No invece mi interessa, andiamo, cosa hai da dire?"

"D'accordo, beh..lasciarti dopo neanche un giorno che sei stato dimesso dall'ospedale è un'attegiamento da vera stronza insensibile, non mi è mai piaciuta perché sapevo ti avrebbe ridotto così, quelle come lei ti rubano il cuore e poi lo buttano via e la cosa peggiore sai qual'è?"

"Illuminami"

"È che non credo minimamente lo abbia fatto perché non ti ama. E questa cosa mi fa ancora più incazzare perché preferirei ti avesse tradito e fosse scesa da quel piedistallo in cui si ritrova"

"Se è per questo lei dice di averlo fatto, di essere stata col suo ex"

Si volta verso di me scioccata come non capisse come faccio a parlarne così tranquillamente, la verità è che ho bevuto così tanto che tutto quello che mi passa per la testa lo butto fuori

"E tu ci hai creduto?"

"Assolutamente no"

Lei assottiglia lo sguardo come non capisse bene la situazione, io mi alzo in piedi dirigendomi alla porta

"Che fai?"

"Vado a casa, mi sono rotto di questo posto"

Subito la sento venirmi dietro e mi volto verso di lei

"Non ho bisogno della babysitter"

"No è vero, hai bisogno di qualcuno che ti ricordi quanto sei sbronzo e quanto faccia schifo essere innamorati"

Si avvicina a me portando un mio braccio attorno la sua spalla, mi rendo conto mi sta aiutando a tenermi in piedi

Sorrido come un ebete mentre raggiungiamo quella che sembra la sua auto

"Non fa schifo Sid, è la cosa più bella del mondo"

Alzo la voce mentre mi aiuta a salire in auto e finisco col ridere in modo incondizionato senza un motivo

"Si, vedo"

La sento dire prima di mettersi nel posto guida e partire.

Il resto è tutto confuso, mi ritrovo sul mio letto mentre sento le mani di Sid togliermi le scarpe e coprirmi con una coperta

Scoppio a ridere senza motivo mentre le sue mani indugiano carezzandomi il viso

"Perché stai ridendo?"

Chiede confusa

"È buffo, tu, qui"

"E cosa ci sarebbe di buffo?"

"Se è sesso quello che cerchi mi dispiace informarti che sono offlimits"

"E anche ubriaco aggiungerei"

"Si, anche"

Sorrido ancora come un ebete mentre il tocco di Sid si fa sempre più leggero fino ad allontanarsi

"A discapito di quello che credi, ci tengo a te, nonostante tutto, ci tengo"

"E fai male, perché non ne valgo la pena"

"Kyle"

La vedo pronunciare il mio nome con compassione mentre quella risata isterica si trasforma presto in qualcosa di più forte e incontrollato. Non me ne rendo conto finché non sento il sapore salato delle mie lacrime che scendono lente rigandomi le guance mentre la mia bocca non perde la forma del sorriso quasi non volessi accettare quelle lacrime

"Kyle"

la sento sussurrare ancora, ma ciò che sento è solo parte del mio cuore che va in frantumi, riesco a sentirlo come cocci di vetro irreparabili, troppo piccoli per essere rimesso a posto

"Kitty"

Sussurro tra una lacrima e l'altra mentre un senso di vertigine mi assale, mi addormento senza rendermene conto risvegliandomi l'indomani mattina a causa del telefono che non smette di squillare. Ho una coperta addosso, non ricordo nemmeno come ci sono arrivato al mio letto, un foglio sul comodino attira la mia attenzione, lo prendo leggendone a stento il messaggio per via del mal di testa

Prenditi cura di te. E ne vali la pena.
Sid

Ero così ubriaco che perfino lei ha capito il mio stato d'animo. Non credevo tenesse così tanto a me, mi sono messo a piangere come un bambino davanti a lei? L'ho fatto davvero? Beh non mi importa, ho così male alla testa che almeno la terrò occupata dai miei pensieri

Il telefono squilla di nuovo e il suono è così insopportabile che rispondo subito

"Pronto"

"Pronto, parlo con Kyle Dixon?"

"Sono io"

"Sono l'infermiera del Memorial Hospital in cui è stato ricoverato"

Bla bla bla..sento solo questo insieme ad un cerchio alla testa

"Volevo dirle che ho qui i documenti della sua dimissione"

"Ehm..si guardi non so quando di preciso, ma passerò "

"Non c'è fretta, volevo solo avvisarla, ah puo riferire alla sua ragazza che abbiamo anche i suoi di documenti, ci sono anche degli effetti personali lasciati qui subito dopo il vostro arrivo"

Una lampada mi si illumina subito, che effetti personali?

"Ehm, si non si preoccupi, anzi passo oggi stesso a prenderli così glieli darò personalmente"

"Va benissimo la ringrazio"

Chiudo la chiamata assottigliando lo sguardo curioso

Nonostante il mal di testa, la nausea e la mia poca capacità di restare dritto, mi dirigo subito alla porta per raggiungere l'ospedale.

Evito la moto per via del mio stato e ci metto più del previsto ad arrivare, ma finalmente raggiungo la reception

"Buongiorno"

La donna dietro il bancone, sulla trentina mi guarda curiosa

"Sono Kyle Dixon, mi avete chiamato per ritirare dei documenti"

La donna ci mette un attimo a recepire e subito la vedo sbattere gli occhi come si fosse appena ricordata della telefonata

"Ma certo, aspetti un attimo torno subito"

Resto lì in attesa una quantità infinita di minuti che sinceramente sto davvero rimpiangendo, sospiro frustrato quando la donna finalmente torna con due cartelle di fogli, in uno c'è il mio nome e nell'altro quello di Kitty

"Ho provato a chiamare anche la sua ragazza, ma non ha risposto e per questo ho chiesto se poteva farglieli recapitare"

"Nessun problema e non è la mia ragazza"

"Ah, mi dispiace credevo che.."

"Non si preoccupi"

Prendo in mano quei fogli senza neanche guardarli

"Aspetti c'è anche questo"

Un cerchio luminoso e che conosco bene, attira la mia attenzione

"Abbiamo dimenticato di ridarglierlo, la zia gli ha rimesso il braccialetto al polso, ma non gli avevamo dato l'anello, quindi deve averlo dimenticato"

Lo prendo tra le mani rigirandomelo tra le dita

"Non fa niente, questo non credo lo rivoglia"

Mi trema il cuore nel pronunciare quelle parole

"Era così triste ogni giorno"

Fisso l'anello ancora per un attimo prima di spostare lo sguardo sulla donna che ora ha un'aria dispiaciuta e quasi assorta come parlasse fra se

"Cosa?"

"La sua ragazza, cioè amica, era sempre così triste, le portavo sempre qualcosa da mangiare altrimenti non avrebbe toccato cibo, restava sempre seduta sulla sedia davanti il suo letto, giorno e notte"

Non connetto bene quelle parole, non capisco

"Si sbaglia, lei è stata dimessa prima di me"

"Non è andata via neanche quando poteva, solo quando si è risvegliato ha accettato di lasciare l'ospedale, poteva essere dimessa anche prima, ma non ha mai lasciato la sua stanza. Ogni tanto provavo a parlarle, ma stava sempre con lo sguardo fisso al suo letto"

"Era..era lì anche quando mi sono svegliato?"

"Certamente, io stessa l'ho vista, era così felice che a stento riusciva a stare in piedi"

È tutto troppo..troppo intenso, troppo surreale, troppo..bello. Lei era lì, non lo avevo sognato, lei c'era, era lì con me..per me

"Quindi era lì con me quel giorno e anche quelli precedenti?"

"Esatto, un giorno l'ho beccata a leggerle un libro e quando le ho chiesto di cosa parlasse, ha sorriso come attraversata da qualche ricordo, mi ha risposto che era un pò la vostra storia, non ho capito bene cosa intendesse, sorrideva nel guardarlo e subito dopo ricordo perfettamente che ha iniziato a sfiorare il suo bracciale"

"Il fiocco di neve"

"Si esatto, come fa a saperlo?"

Resto in silenzio con ancora quelle parole da assimilare

"Perché non veniva a trovarmi? Dopo che mi sono svegliato?"

È una domanda che faccio più a me stesso che a lei, ma la mia domanda sembra incuriosirla

"L'ho chiesto anch'io sa? A suo padre, stava fuori la sua porta, aveva sempre lo sguardo assorto e un giorno gli ho chiesto di lei"

Mi volto verso la donna che sembra davvero presa da questa storia

"E ricordo che mi ha guardata per un attimo e mi ha detto che era solo meglio così"

"Meglio così? Quindi lui lo sapeva? Sapeva che lei era sempre stata con me?"

"Certo che lo sapeva, la vedeva sempre"

Sbarro gli occhi confuso, e la donna sembra notarlo

"Mi dispiace non volevo essere invadente è solo che la vostra storia mi è rimasta impressa perché non avevo mai visto un amore così, specie da ragazzi così giovani"

"Amore?"

"Perché scusi ha qualche dubbio che lei la ami?"

Quella domanda rimane lì in sospeso senza risposta perché dopo aver preso le cartelle e l'anello, mi dirigo a casa con passo barcollante, ma deciso a scoprire la verità

Lei è sempre rimasta con me, lo sapevo, l'ho sempre saputo anche quando mio padre voleva convincermi del contrario

E adesso ha parecchie spiegazioni da darmi

Spazio autrice
Preparatevi al prossimo capitolo..🧘‍♀️❄️

Io sto andando avanti con gli altri e sono arrivata ad un punto che..poi scoprirete ❄️

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto qui nei commenti o su Instagram dove mi trovate come:

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Al prossimo aggiornamento ❄️

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