Under the same night sky

By WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Extra

Epilogo

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By WiseGirl_03

Due anni dopo

Nicholas Clarke

Un raggio di sole colpisce i miei occhi, infastidendomi e ridestandomi dal mio sonno. Ci vuole poco prima che registri la situazione i cui mi trovi.

Abbasso lo sguardo e tutto ciò che vedo è una valanga di onde rosse stese sul mio petto, in contrasto con la pelle diafaina della schiena lasciata scoperta dal suo pigiama in seta.

Un sorriso si dipinge sulle mie labbra senza che io debba dare il comando. Sposto lievemente il capo in direzione del comodino per capire che ore siano.
Quando mi accorgo che è ora di alzarsi, stringo la presa sui suoi fianchi e le lascio una carezza sulla spalla.
<<Catherine>> sussurro il suo nome, scuotendola lievemente per svegliarla <<Dobbiamo alzarci>>.

In tutta risposta lei mugugna qualcosa di incomprensibile, affonda la sua testa nel mio petto e torna a dormire.
<<Dormiamo ancora un po'>> mi prega lei, facendomi sorridere.
<<Non possiamo, io devo andare in facoltà, tu devi prepararti>> non è necessario neanche che io continui, perchè immediatamente i suoi occhi si spalancano e il suo viso saetta verso l'alto, alla ricerca dei miei occhi.
<<Oh mio dio! Che ore sono?>>

<<Buongiorno, Rose>> non riesco a trattenere l'impulso di accarezzarle i capelli e lo faccio. Gli occhi sono ancora rapiti dal sonno ma gradualmente questo lascia posto allo spavento.
<<Oh mio dio!>> urla, sollevandosi dal mio corpo e alzandosi dal letto in men che non si dica.
Fine della pace.
Inizia a propinarmi mille pensieri al secondo e non ne sto ascoltando neanche uno, troppo impegnato ad ammirare la sua bellezza. E anche un po' della sua follia.

<<Ti vuoi muovere?>> mi urla contro, ricominciando a farfugliare, mentre stringe il nodo della sua vestaglia. <<Non capisco come fai ad essere così tranquillo, io non mi vivevo così bene l'università!>>
<<Andrà bene>>
<<Non devi dirlo!>> mi rimprovera come se avessi appena pronunciato una bestemmia. È pazza, non c'è altra spiegazione.
<<È scaramanzia!>>
<<La scaramanzia è una cazzata, amore!>> rispondo prontamente, abbandonando la prospettiva di restare ancora un po' a guardarla. Mi avvicino a lei con passi veloci, le cingo i fianchi con le mani e poggio il mento sulla sua spalla.

Si rilassa totalmente a quel gesto.
<<Andrà bene>> ripeto, e questa volta non faccio più riferimento al mio esame. Mi guarda dubbiosa attraverso lo specchio che abbiamo difronte.
<<E poi io sarò lì>> aggiungo e mette su una smorfia, storcendo il labbro.
<<Non devi per forza venire, sarai stanco una volta finito l'esame. Torna a casa e riposati>>
Scuoto la testa, lasciando un bacio sulla pelle liscia della sua spalla <<Non esiste, devo farti la mia domanda>> puntualizzo, sorridendo furbo, perché so che mi sta vedendo.
Lei rotea gli occhi.

<<Rifletterò molto su quello che dovrò inventarmi questa volta...>> Mi trucida con lo sguardo e sorrido intenerito a quella visione.
<<Magari tento di aiutarti un po' nel corso della mattinata>> si divincola, lasciandomi un veloce bacio a stampo, e non sono abbastanza rapido ad approfondirlo, perché lei si allontana e si dirige verso il suo comodino.
Qualcosa la ferma e capisco immediatamente di cosa si tratti. Si volta, con gli occhi lucidi, e mi chiede senza bisogno di parole se sia vero o stia avendo un'allucinazione.

Annuisco come conferma e lei si spinge in avanti, afferrando la cornice bianca tra le sue mani.

Ho abbandonato le mie peripezie da investigatore, nessuno sentirà più parlare di Nate Knight, se non come un lontano ricordo, però continuo ad essere attratto dai piccoli dettagli.
È capitato che qualche volta mi sia fermato a casa di Catherine. Nella sua stanza ha una vecchia foto sua e di Cole, è stata scattata il giorno del matrimonio a Parigi.

Non ho mai chiesto a Catherine cosa ci fosse scritto nella lettera che lui le ha lasciato, è giusto che rimanga tra loro, ma sono certo che ciò che Catherine fa ogni mattina sia legato a qualche frase presente al suo interno.
Avendo notato che quel gesto fa parte di una sua routine, ho pensato di stampare la stessa foto e sistemarla sul comodino del suo lato del letto, per tutte le volte che ancora si fermerà a dormire qui.

Mi sorride riconoscente e non posso fare altro che ricambiare il sorriso.
La sua è una ferita ancora aperta, forse non si rimarginerà mai, forse continuerà a biasimarsi per non aver fatto attenzione a tutti i dettagli ma sta imparando a conviverci.
Parliamo spesso di Cole, ci piace ricordare solo le cose belle.
Come il fatto che sia stato il primo a scorgere qualcosa tra me e Catherine e che abbia insistito tanto affinché anche lei aprisse gli occhi.

Catherine accarezza la foto, poi sospira e pronuncia quella frase che le ho sentito dire ogni mattina alla foto nella sua camera.
<<Oggi ti voglio più bene di ieri>>

***

<<Il mio portafoglio è nella tua borsa, per caso?>> Domando, sistemando la mia cartellina. Lo vedo nella tasca interna e spero che mi dica di controllare io stesso.
<<Controlla tu!>> La sento rispondermi dalla cucina.
Bingo!

Sistemo tutto come avevo programmato e proprio in quell'istante lei entra in salone.
<<L'hai trovato?>> Chiede, concedendosi una cucchiaiata del suo yogurt alle fragole e cereali.
<<No>> esclamo, abbandonando la sua borsa <<Mi sono appena ricordato di averlo messo nella tasca interna della mia valigetta ieri>> giustifico le mie azioni ma lei non sembra farci troppo caso.

<<Sei illegale con gli occhiali>> commenta, guardandomi dal basso verso l'alto con ammirazione.
Tu sei illegale sempre.
Mi lascio sfuggire una risata e mi avvicino, tentando di rubare il suo cucchiaio. Riesce a schivarmi.
<<Ah-ah, no>> dondola la posata, il viso contratto in una smorfia seria e gli occhi ridenti. <<In cucina c'è il tuo caffè...Amaro>> Puntualizza.

Alzo le spalle, accorciando nuovamente le distanze.
<<Mi era venuta voglia di fragole>> alludo alla sua colazione.
<<Niente da fare, non avrai il mio yogurt!>>
<<Mi prenderò qualcos'altro allora>> schiudo le mie labbra sulle sue e questa volta non la lascio andare così facilmente.
Quando sono costretto a porre fino a quel bacio, mi perdo negli occhi della mia ragazza, consapevole che da oggi cambierà tutto.

<<Ti amo>> le dico, sentendo sulle mie spalle tutto il peso dell'andar via.
<<Ti amo anche io>> risponde di rimando sulle mie labbra.
<<Ci vediamo dopo?>>

<<Distruggili>> sussurra come incoraggiamento.
Non averne dubbi, Rose.

***

Ho ripreso gli studi nei tre mesi che sono andati dall'inizio alla fine del processo. Ero troppo sottopressione e avevo bisogno di avere una valvola di sfogo. Studiare mi ha permesso di non pensare troppo alla mia vita.

Sapevo che, una volta ricevuto il verdetto, avrei dovuto abbandonare la mia vecchia vita.
Lo dovevo a Simon, a nonna, a Catherine e, soprattutto, a me stesso.

Con quello di oggi, avrò terminato gli esami, potrò laurearmi e poi iscrivermi ad una scuola di legge.
Mi sembra quasi di star vivendo un'altra vita.

Arrivo in un'università e trovo Kevin ad aspettarmi. L'ho conosciuto durante i corsi, quando ho iniziato ad assistere alle lezioni.
È simpatico. Non potrà mai sostituire la presenza di Simon ma è un bravo ragazzo.

<<Cosa si dice?>> Domando, mentre lui, nervoso, fuma la seconda sigaretta nell'arco di dieci minuti.
<<Hanno interrogato tre persone, le hanno tenute più di un'ora e le hanno bocciate tutte>>
<<Evidentemente non avevano fatto abbastanza>> lo rassicuro, mentre entriamo in aula. <<E smettila di fumare, ti ammazza soltanto, comprati un antistress piuttosto!>>
Da che pulpito!
Non dovrà mai venire a conoscenza del mio passato, oppure potrebbe vendicarsi di tutte le ramanzine che gli ho propinato.

Prendiamo posto e attendiamo che uno tra i professori faccia il nostro nome.
<<Clarke, Nicholas?>> Mi cerca, sondando la sala con lo sguardo.
Si entra in scena.

***

<<Mio dio! Come cazzo hai fatto?>> Kevin smette di parlare con Lucas, immagino arrivato mentre sostenevo l'esame, nell'istante in cui percorro le gradinate per raggiungere l'uscita dell'aula e mi avvicino a lui <<Hai preso il massimo!>> Esclama e sono un po' offeso dal suo tono sconcertato.
Inarco un sopracciglio.
<<Avevi dubbi?>> Rispondo, lanciano un'occhiata al mio orologio.
Devo muovermi.
<<Devo scappare, c'è la presentazione di Catherine e devo fare due ore di macchina per arrivarci>> spiego, sul punto di andar via.
<<Non tentennare.>> Gli punto il dito contro e lo guardo eloquente, poi alzo il passo ed esco da quel posto.

Sono quasi arrivato a destinazione quando sento la suoneria del mio telefono. Rispondo velocemente e molto presto la voce di Simon risuona in tutto l'abitacolo a causa del bluetooth.
Aspettavo questa chiamata da una settimana ormai, ammetto che avevo un po' perso le speranze.

<<Sono entrato, Nic>> non appena sento quella frase, tiro un sospiro di sollievo, mi sembra di aver ricominciato a respirare.
<<Sei stato grande, te lo meriti>>
Dopo il processo, Simon è tornato in Inghilterra e ha deciso di dare una svolta alla sua vita.
È il secondo anno che prova il test per entrare nella facoltà di Medicina, lo scorso anno non ce l'ha fatta e si è buttato parecchio giù, questa volta è andata decisamente meglio.

Una volta gli ho chiesto perché proprio medicina e lui mi ha risposto soltanto che non vuole più sentirsi impotente, non di nuovo. Aiuterà tantissime persone con il costante ricordo dell'unica volta in cui non ha potuto fare niente.

<<Sono certo che sia fiero di te, ovunque lui sia>>
Non mi risponde ma quando torna a parlare la sua voce è incrinata.
<<Le lezioni iniziano tra un mese, potrei venire lì per un paio di settimane, cosa ne pensi?>>
<<Non devi chiedermelo, prendi il primo aereo disponibile e raggiungici>> svolto a destra e intravedo la mia tanto agognata meta.

<<Lo farò, magari do una mano a Margot con il trasloco>> propone, proprio mentre sto parcheggiando.
<<Mi faresti un favore enorme>>
Non ero tranquillo ad avere nonna così lontana, le ho proposto di trasferirsi qui e inaspettatamente ha accettato. Avevo paura non volesse lasciare casa ma mi ha rassicurato dicendo che casa sua è dove ci sono io. Non vedo l'ora di poterla presentare di persona a Meredith e Leonard, mi hanno accolto sin da subito come un figlio.

<<Ti devo chiudere adesso, avviso a casa>>
<<Sono il primo a saperlo?>> Indago, conoscendo già la risposta.
<<E chi altri, se no?>>
Non vedo l'ora che arrivi, rivoglio il mio migliore amico.

Esco dalla macchina e scuoto la testa non appena mi imbatto nell'ennesimo cartellone con la faccia di Taissa stampata sopra.
Quel concorso alla fine l'ha vinto.
Adesso è una delle modelle più in vista del momento: è impossibile uscire a fare una passeggiata senza imbattersi nella sua faccia.
Continua a ripetere a Catherine che potrebbe presentarle qualche modello molto più cortese di me, so che lo fa per infastidirmi, l'ultima volta che l'ho vista mi ha minacciato di non farla soffrire e portarla all'altare o altrimenti "Me la sarei vista brutta".
Se posso permettermi, non sono di certo il tipo di persona che ha bisogno che gli vengano dette cose scontate...
Per chi mi ha preso?

Entro nella libreria e sorrido soddisfatto quando ai miei occhi giunge un'intensa mole di azzurro.
Il nome di Catherine spicca evidente in bianco tra le numerose stelline della copertina.
"Under the same night sky"
Perché secondo lei la nostra storia meritava di essere raccontata e non poteva essere cancellata dal trascorrere del tempo.

Sono stato il primo a leggere il suo libro, ho il sospetto che, nella lettura, mi sono innamorato di nuovo di lei.
<<Nicholas! Eccoti qui, tesoro mio!>>
Un paio di mani mi stringono gli zigomi in due pizzicotti <<Mi piacciono questi occhiali, ti danno un'aria ancora più enigmatica...>>
<<Grazie, Margaret>> mormoro, non appena ritrae le mani dalla mia faccia.
Chi poteva pubblicare questo libro se non lei?

<<Catherine sta per arrivare, dobbiamo ancora attendere qualche minuto...Ah! Adoro quella ragazza, è la mia punta di diamante...Oh Jonathan! Ciao!>> Mi scavalca con poca delicatezza e mi supera per dedicare le sue attenzioni a qualcun'altro tra la folla di persone che prende posto in attesa.

Mi guardo attorno e individuo immediatamente alcuni volti conosciuti.
<<Nicholas! Ce l'hai fatta, com'è andato l'esame?>> Mi chiede Meredith non appena nota la mia presenza, avvicinandosi per abbracciarmi. Stringo la mano a Leonard e sorrido.
<<Immagino che questa sera avremo un altro motivo per festeggiare>>
Nella mia testa spero che i nuovi motivi siano due ma sto zitto, sorrido e annuisco.
Catherine e le sue convizioni scaramantiche stanno avendo davvero una brutta influenza su di me!

Anche Alexander si unisce alla conversazione, lasciandomi una pacca sulla spalla.
<<Allora c'è qualcosa in questa zucca vuota!>> Incrocia le braccia, schiudendo le labbra in un ghigno che prontamente ricambio <<Esattamente, proprio quello che manca nella tua>>
Noi due abbiamo un nostro modo di comunicare.
Catherine dice che siamo due bambini troppo cresciuti, la verità è che più volte ci siamo ritrovati a parlare io e lui, mi ha ringraziato non so quante volte per avergli ridato sua sorella. Una volta mi ha persino detto "Sei più decente di Noah".
No davvero, mi commuovo, non sei male neanche tu.

Ho capito con il tempo che i fratelli Richardson non mi daranno vita facile e mi sono rassegnato all'idea.
Vedo il suo sguardo bloccarsi su qualcosa alle mie spalle e ne seguo la traiettoria.
Un taxi si ferma proprio davanti alle vetrate della libreria e una ragazza dai capelli biondi, con un paio di giganteschi occhiali da sole sugli occhi e un cappellino scende dalla vettura. Non appena il tassista tira fuori dal cofano un'enorme valigia fucsia, Alexander smette di considerarmi.
Esce dal locale e Sandy sorride raggiante non appena lo vede. Si getta a capofitto tra le sue braccia e mi volto per lasciare loro un po' di privacy.

C'è del tenero tra i due, anche se ancora non l'hanno detto, me ne sono accorto.
È deformazione professionale, non posso farci niente.

Cole ha lasciato a Sandy tutti i soldi che gli aveva dato sua nonna, lei è riuscita a pagare la retta di una prestigiosa accademia e finalmente può tornare a credere nel suo sogno di diventare un'attrice.
Tra una visita a Catherine e l'altra tra lei e Alexander è scattato qualcosa: i loro sguardi fugaci a cena, i sorrisini e le volte in cui sparivano entrambi non me la raccontavano giusta.
Sono una bella coppia: il dottore e l'attrice, abbastanza singolare.
Personalmente, però, preferisco la scrittrice e il detective.

Quando tornano, Sandy corre a salutare i genitori di Catherine, io decido di infastidire Alexander che continua a guardarla estasiato.
Assottiglio lo sguardo, guardandolo con circospezione, e lui mi fissa preoccupato.
<<Hai del rossetto sulle labbra>> spalanca gli occhi non appena mi sente e si porta la mano sul punto che gli sto indicando con il dito.

Mi trucida con lo sguardo non appena i suoi occhi ricadono sulla ragazza bionda a pochi passi da noi, rendendosi conto che non indossa alcun tipo di rossetto.
<<Cos'è quella faccia? Catherine sarà contenta di sapere che suo fratello e una delle sue migliori amiche stanno insieme>> lo minaccio velatamente e lui non si lascia intimorire.

<<Certo, Catherine sarà contenta anche di sapere che le hai comprato un anello di fidanzamento! Cos'è quella faccia? Pensavi che nia mamma non me lo dicesse? Beh, non parla di altro, detective>>
Sapevo che dovevo andare da solo a comprarlo...
Se avessi potuto ci avrei portato nonna, ma non volevo aspettare ancora.
Non potevo aspettare ancora.
Alexander mi guarda vittorioso mentre si avvicina ai suoi genitori e, simulando un gesto casuale, circonda le spalle di Sandy con un braccio.
Tanto io l'ho già raccontato a Catherine.

Tiro fuori la mia copia e prendo posto, aspettando il suo arrivo seduto in prima fila.
Riapro quel libro per l'ennesima volta e rileggo la dedica. È sempre la stessa ma ogni volta riesce a toccarmi il cuore come la prima volta.

Alla stella più oscura, che finalmente ha imparato a brillare.
E alla più luminosa, che adesso si è spenta.

Nell'esatto momento in cui la vedo arrivare, mi viene voglia di correggere la prima parte. Il suo sorriso e i suoi occhi emozionati illuminano l'intera stanza.
Sei tu che mi hai insegnato a brillare, non ce l'avrei mai fatta da solo.

Mi lancia un'occhiata e mi rifila un piccolo sorriso, mi chiedo se l'abbia trovato. Cerco di controllare la mano ma la vista è ostacolata e non riesco ad avere alcuna certezza.
Quindi aspetto.
Catherine presenta la sua storia, la nostra storia, e ogni volta che le viene fatta una domanda mi diverto, come sempre, a confrontare le nostre risposte.
Siamo abbastanza in sintonia.

Quando arriva il mio turno, per la prima volta mi accorgo di essere nervoso.
In tutte le sue presentazioni le ho posto una domanda con un preciso fine.
Alzo la mano e lei trattiene un sorrisino, prima di darmi la parola.
<<Oh, il ragazzo in prima fila con gli occhiali!>> Mi indica, mordendosi la guancia.

<<Mi chiedevo come lei immaginasse il futuro di Nate e Rose dopo essersi ritrovati>> recito, con la voce più ferma e sicura che riesco ad avere.
Fino ad adesso Catherine ne ha pensate tante: si trasferiscono su una montagna e vivono per sempre insieme, decidono di aprire una pasticceria, stanno lontani dalle acque del mare, hanno due figli, comprano un planetario...
E così via.
La risposta più semplice non le è mai passata per la testa.

Gli occhi di Catherine brillano e non si allontanano dai miei per neanche un istante.
<<Io penso...>> Finge di riflettere e si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Finalmente lo vedo.
Accanto all'anello di mia madre, adesso ce n'è un altro, un diamante rosa, lo stesso che stamattina ho lasciato nella sua borsa.
L'ha trovato.

Tempo fa per provocarmi Catherine mi ha detto che chiunque le avesse davvero chiesto di sposarla, non avrebbe avuto vita facile, data la bellezza dello zaffiro che papà aveva scelto per mamma.
Quindi mi sono impegnato.

Ho fatto le mie ricerche, il diamante rosa è simbolo di purezza, perfezione ed eternità.
Purezza, perché è stata la prima cosa che ho visto in lei, quella che mi ha fatto innamorare.
Perfezione, per tutte le volte in cui ha pensato di non essere abbastanza.
E, infine, eternità, perché non ho intenzione di lasciarla andare via.

<<Io penso che Nate un giorno chiede a Rose di sposarla, probabilmente in maniera un po' anticonvenzionale, qualcosa di diverso, proprio come la loro storia, magari le nasconderà l'anello e aspetterà che lo trovi lei>>
Un angolo delle mie labbra si solleva lievemente, spia della soddisfazione che mi pervade.
Finalmente.
<<E lei come reagisce? Dice di sì?>> Indago, muovendomi sulla sedia, anche se i suoi occhi lucidi sono già un risposta.
Dischiudo le labbra in un sorriso e tiro un sospiro di sollievo.
Lo ammetto, stavo morendo di ansia.

<<Sì>> sorride entusiasta Catherine e in quell'istante ci siamo solo io e lei.
<<Ovviamente dice di sì>>

Fine






***

Amiciii💫
Eccoci qui.

Ho aspettato fino all'ultimo momento per scrivere quest'ultimo "Spazio autrice" nel tentativo di riuscire a riordinare i pensieri ed essere in grado di non tralasciare nulla.
Ho fallito.

Da quando ho messo l'ultimo punto a questa storia mi rendo conto che avrei così tante cose da dire che potrei raggiungere il numero di parole del capitolo 44😀...

Per questo motivo, mi limito a fare quella che secondo me è la cosa più importante: ringraziarvi.
Questa storia non è mai stata "sola". Sin dal giorno in cui ho iniziato a pubblicarla, c'è stato qualcuno che ha deciso di darle una possibilità.

Grazie per aver avuto fiducia nel processo, comprendo perfettamente la diffidenza nell'iniziare una storia in corso, per di più ai primi capitoli, e non posso fare altro che essere grata a chi ha superato questa barriera.

Nell'ultimo anno e mezzo siete stati una costante, grazie soprattutto per aver tollerato le attese che, in particolare nell'ultimo periodo, si sono prolungate molto.

Sembra ieri la prima volta che ho accennato a questa storia su "(Re)Turning" e non riesco a credere di star scrivendo queste parole.

Spero davvero questa storia vi abbia appassionato, è stata il mio rifugio per tanto tempo e sono davvero felicissima che adesso ci sia qualcuno oltre me che conosce anche il suo finale.

Come da tradizione ormai, vi avviso che la mia testa non contempla l'opzione di fermarsi e già non vedo l'ora di presentarvi la nostra prossima avventura...
Ci vorrà sicuramente un po' di tempo, però mai dire mai, prima di quanto lo immaginiamo potremmo ritrovarci a leggere anche il suo epilogo.

Ciò che è certo è che vi aggiornerò sui miei progressi, accontentandomi per il momento di poter condividere solo quelli...(Tiktok/Insta: _wisegirl_03; sono simpatica quando non uccido nessuno dei miei personaggi🥴)

Grazie, grazie, grazie, vi voglio bene💙
Che altro dire? Ora che abbiamo dovuto abbandonare la nave, spero di rivedervi ad
Opusburgo💛


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