Stomachevole

By ATRUNA

432 132 369

"Stomachevole" racconta la storia di Edoardo Colanio, un tredicenne costretto dai genitori a trasferirsi in u... More

Book Trailer
Capitolo 0 - Prologo
Capitolo 1 - 13 Luglio 2011
Capitolo 3 - La Sera
Capitolo 4 - L'allenamento
Capitolo 5 - Il Vento Soffia A Lontrago
Capitolo Bonus - Archivio Sparizioni Correlate Al Caso "Lontrago" [1]
Capitolo 6 - A Mangiare
Capitolo 7 - Il Randagio E Il Rubacuori
Capitolo 8 - L'incontro
Capitolo 9 - La Partita
Capitolo 10 - La Stanza E' Fredda
Capitolo Bonus 2 - Mara Rubacuori - Volume 1
Capitolo 11 - La Ricerca (Parte Prima)
Capitolo 12 - La Ricerca (Parte Seconda)
Capitolo 13 - La Fiera
Capitolo 14 - VS Lontrago Est
Capitolo 15 - Il Premio E Lo Stand

Capitolo 2 - La Combriccola

48 16 74
By ATRUNA

"E' arrivato!" Annunciò ad alta voce Olivia. Attirando l'attenzione di tutti e quattro gli individui che si trovavano distratti in quel parco, e io non potevo che starmene lì fermo, come trasformato in statua da Medusa.

...

Mi trovavo in quello strano parco, immobilizzato, con quattro duni che mi osservavano, senza includere Olivia. Si avvicinarono a me, curiosi, ignorando totalmente la qualsiasi attività a cui si stavano indugiando prima. Immediatamente, come feci per Olivia, non potevo che fissarmi sul bizzarro aspetto di ognuno di quegli individui.

Il primo, che mi arrivò più vicino in confronto a tutti, mi incuteva ironicamente più timore di tutti gli altri. Non c'era nessuna possibilità che fosse della mia età, no! Quello là doveva avere almeno un paio d'anni in più. era caratterizzato da una corporatura alta e snella, possedeva una pelle abbronzata, molto più di quella pelle pallida di Olivia, il che forse poteva dare un indizio del semplice fatto che fosse abituato a zone piene di sole. Mi fissai sul suo volto, anche perchè non avevo scelta e anche lui come me mi stava analizzando da testa a piedi. Aveva dei capelli appena rasati, simulando lo stile di capelli tipico dei militari, e la mancanza di quei capelli lasciava un segno che mostrava solo il grigio restante, aveva degli occhi apparentemente stanchi e semichiusi, che parevano a mandorla, infine, il tutto era accompagnato da delle sopracciglia folte e marcate. La voce che possedeva era d'apparenza minacciosa, infatti mi spaventò a primo colpo.

"E' questo il tipo nuovo?"

"Si." Disse Olivia con una risposta secca, e un sorriso stampato in volto.

Improvvisamente, con una mossa brusca, quel ragazzo (sempre se lo era, mi pareva più un uomo. Troppo testosterone?) mi prese con aggressività il braccio. Non feci mossa e non proferì parola. Dopo un breve e bizarro giudizio, tornò a parlare.

"Mah.. è tutto molle. Non farà buona aggiunta alla squadra!" Hey!? Io? Molle?! Sono pieno di muscoli. O almeno, non così privo da non possederne briciolo.. Come osa!

"Non fare il brusco, almeno presentati.." Gli si affiancò un altro ragazzo, che menomale incuteva meno timore. era caratterizzato da una corporatura alta e leggermente robusta, molto più dell'omone accanto, anche se pareva decisamente più giovane, con una pelle chiara e solare. Possedeva dei capelli lisci e biondi, che teneva ordinati e decisamente pettinati. Aveva delle labbra sottili e dei luminosi occhi azzurri. In effetti non era molto particolare. Anzi, mi pareva forse il ragazzo più sulla linea che abbia mai conosciuto. Mi guardò e cominciò a parlare.

"Piacere. Il mio nome è Elia. Lui è Dom, o Domenico, decidi tu se essere formale o no, ma non te lo consiglierei, personalmente." Disse l'ultima parte puntando con il pollice verso Dom, che intanto lo fissava con fuoco negli occhi. "Non devi presentarmi, posso farlo da solo!" No che non puoi, mi stava ancora tenendo il braccio fisso! Ma che diavolo!

"Tu come ti chiami?"

"Edoardo." Non avevo molto da dire, e se lo avevo, ero troppo in imbarazzo per dirlo. Ma sapete, avrebbe aiutato.. non avessi il mio braccio premuto! "Puoi.. puoi lasciarmi?"

"Mah, ok! Non ti stavo tenendo così forte." Mi lasciò, con tutta l'aggressività del mondo, il braccio, io già lo odiavo questo qua!

"Piacere Edoardo. Vedo che la nostra ambasciatrice ti ha già sorpreso." mi pronunciò Elia, mentre Olivia si avvicinava.

"Hey!" Una ragazza apparve come se evocata dal terreno, spuntando come un fungo tra dei fiori. "E io? non mi presentate?! Vergognosi!".

Diedi un occhio anche a quella ragazza, come feci un po' per tutti.

Possedeva una corporatura medio alta con una pelle abbastanza chiara (Non era come quella di Dom, ma di certo non come quella di Olivia). Ciò che davvero spiccava erano i suoi folti e ondulati capelli neri che teneva sistemati in una scompigliata coda che si combinavano con degli occhi marroni. Mentre parlava, era chiaro vedere come possedeva un apparecchio, specialmente dal modo in cui scompigliava il suo modo di parlare.

"Non sei abbastanza importante! Vadano prima gli uomini!" Esclamò Dom, frase che spiccò qualche sorta di antica fiamma tra i due. La ragazza gli si avvicinò. "Portami rispetto! Come osi, neanche mi considerate?! Volevo incontrarlo io più di tutti voi!"

"Bugiarda! Anche io volevo incontrarlo, non sei unica!"

"Hai detto che non ti interessava, testuali parole, 'Chissene frega di quello là, mi sembra uno sfigato.'" Grazie Dom, apprezzo la considerazione.

"Diffamazione! Era il me di tanto tempo fa, sono cambiato!"

"Era quattro giorni fa, me lo ricordo!"

"Non ti ricordi neanche cosa hai mangiato a pranzo oggi, ma fammi il piacere!"

I due andarono avanti e indietro, e io rimasi a guardare. All'improvviso, Elia e Olivia mi allontanarono da loro, a quel punto mi diedi la forza di domandare. "Ma.. fanno sempre così?"

"Si." Risposero entrambi contemporaneamente.

"Si chiama Michelle, diciamo che è un po' stravagante, e come avrai notato non si mischia molto bene con Dom." Beh, quello era abbastanza chiaro.

"In ogni caso, ignorali. Ti ci abituerai." Continuò Olivia. Tutti e tre tornammo per un secondo a guardare che cosa quei due focosi stessero facendo, e la situazione non stava che peggiorando.

"Ti detesto! Non mi consideri mai!"

"Ma possibile che debba considerarti io!? Sono il responsabile di ciò!"

"E' una questione di rispetto, a prescindere!"

"Ma io ti porto rispetto!"

"Mi consideri?!"

"Si!"

"Provalo! Provalo Dom!"

"Come?!"

"Un milione di euro, grazie. Poi considererò di perdonarti."

"A volte mi chiedo a che cosa pensino. Se passa un pensiero per quei neuroni." Disse Elia all'improvviso, mentre ci mettevamo ad osservarli, e non potevo che essere estremamente d'accordo. Come sto odiando Dom dal primo momento, posso dire lo stesso anche per Elia.

"Però c'è ancora una persona che non ti abbiamo presentato." Mi concentrai su quell'affermazione. C'era un'unica persona che davvero non si era impegnata nel tentare di incontrarmi. Mi fissai sullo sfondo di quei due litiganti, concentrandomi su una ragazza che sin dal principio mi ispirò un senso di stranezza.

Era una ragazza dall'altezza media. Con dei lunghi capelli neri, lisci e ordinati, che se ne stava lì seduta a guardarmi con i suoi occhi neri e la sua pelle pallida. Mi dava una strana sensazione, e credo che Olivia e Elia se ne accorsero. "Non è molto sociale." Mi disse Olivia, "Quindi devi andare tu."

Mi avvicinai alla ragazza, e la cosa era anche divertente se vista da un punto di vista esterno, perchè c'erano ancora quei due che litigavano nello sfondo, ma suppongo fosse il momento di ignorarli. Mi avvicinai talmente tanto che lei a quel punto poteva finalmente comprendere che mi stavo avvicinando specificatamente per parlare con lei.

Per la prima volta, e con un po' di coraggio, che nonostante suoni come poco merita comunque un minimo di applauso, cominciai la conversazione.

"Salve.. non.. non ti sei ancora presentata."

"Salve." La risposta fu secca. Prima che arrivassi verso di lei non aveva molta voglia di conversare, o almeno, era quello che le si leggeva in volto. E il momento in cui mi rispose, guardandomi dritta in faccia, ritornò a quella sua stoica espressione.

"Tu come ti chiami?" Mi guardò per l'ennesima volta, pregandomi di lasciarla stare con lo sguardo, e senza risposta. E così feci, per allontanarmi, finché non mi accorsi che i due lottatori avevano finalmente finito la loro sfida. Olivia mi si avvicinò. "Non è molto sociale, te l'ho già detto, no? E' l'ultima a fare amicizia con tutti. Dovrai farci l'abitudine. Prima ti abitui tu, prima si abitua lei alla tua presenza, e così farete amicizia." Conoscevo un sacco di persone così, ma le pensavo uno stereotipo dei film. Però in effetti, vidi un po' di me in quel comportamento, e decisi semplicemente che aveva senso, e che avrei dovuto comprenderlo, e quindi non battei ciglio alla cosa, né mi ribellai. La ragazza in ogni caso si alzò, e quindi si ammasso silenziosa al gruppo, che era finalmente concentrato nel vedere Michelle e "Dom" far pace.

"Ti perdono. Ma solo perchè mi sento in dovere di farlo."

"Grazie."

"Non mi aspettavo mi ringraziassi, sei davvero cambiato!" esclamò Michelle.

"Avete finito la festa?" Elia si mise in mezzo, per far finire la festicciola, di certo era durata, ma i giochi erano finiti.

"Festa? Si trattava di una discussione civile."

"Certo, certo. Di certo non la migliore impressione per il ragazzo nuovo."

"A proposito!" Era come se la menzione della mia esistenza risvegliasse Dom, che io non volevo accanto dalla sua presentazione aggressiva. Mi corse addosso ancora una volta, e mi riprese il braccio per l'ennesima volta. "Hey!" Esclamai, automaticamente.

"Lo hai visto?! Mi aspettavo uno forte per la squadra! Non.. uno così." Mi disse, osservandomi con un minimo di disgusto e delusione. Vi ricordo, a quel punto mi ricordai di ciò che mi disse Olivia, prima di incontrare queste.. persone? Posso definirle tali?

"Lo sono. Diciamo che sanno essere stravaganti."

Si, decisamente stravaganti.

"Squadra.. di.. di che parlate?" Lo avevo sentito menzionato già un paio di volte, credo. Non ero sicuro di cosa intendessero. Elia, che, come Olivia pareva l'ambasciatrice, lui mi pareva il primo ministro, mi spiegò che cosa intendeva e perchè Dom era così fissato sul misurare la mia forza e se avessi un minimo di massa muscolare.

"Quindi.. diciamo che non ti abbiamo chiamato soltanto per fare semplice amicizia. Si.. si, di certo volevamo quello, ma abbiamo anche un motivo secondario." Mi stavo preoccupando, e stavo cominciando a raccogliere il perchè qualcuno sarebbe venuto così casualmente da me per fare amicizia. Buttai uno sguardo su Olivia, e lei mi diede un onesto sorriso, e, non so perchè, fu come se avesse comunicato nel mio pensiero, e compresi che qualsiasi cosa avessero in mente quei due ragazzi, Olivia non c'entrava niente, Olivia e quella strana ragazza, di cui ancora non avevo scoperto il nome. Per Michelle, mah.. non so, magari si?

"E.. e di che si tratta?" Compresi che Michelle c'entrava anche lei, perchè mi saltò addosso all'improvviso, in modo minaccioso, esclamando a voce talmente alta che mi urtava personalmente alle orecchie.

"ABBIAMO! BISOGNO! DI! UN! NUOVO! COMPAGNO! DI! SQUADRA! PER! LA! NOSTRA! SQUA-"

"Ma ti sbrighi a dirlo!?" Esclamarono tutti contemporaneamente.

La faccia di Michelle si fece completamente neutrale, e ritorno ad una voce assolutamente neutrale e senza un minimo di emozione.

"Abbiamo bisogno di un compagno di calcio. Per calcetto."

Ohh.. ora comprendevo. Ma.. c'era soltanto un piccolo e irreparabile dilemma.

"Non importa se non lo sai fare! In ogni caso, te lo possiamo insegnare."

"Ma non voglio imparare.." Risposi. "E' l'unico motivo per cui mi avete chiamato? Calcetto?"

"In realtà no." Effettivamente, dopo una bizzarra quantità di tempo, Olivia parlò. "Volevamo anche conoscerti, o almeno, io volevo. Non sei obbligato ad unirti a noi."

"Olivia.. giochi anche tu?" Domandai, curioso.

"No, ma faccio da arbitro!"

"Non.. non posso farlo anche io..?"

"Tu sei maschio!" Esclamò furiosamente, "Sarebbe uno spreco che tu ti metta semplicemente a fare l'arbitro. E poi, non mi pari neanche tanto sveglio.." Disse l'ultima cosa a bassa voce, ma fui inevitabilmente in grado di sentirla.

Tentai di ricominciare la conversazione. Stavo diventando stranamente fluido nel parlare con loro, nonostante li avessi incontrati da davvero poco tempo, e normalmente non avrei davvero fatto qualcosa di simile.

"Comprendo.. e.. quindi, che dovrei fare?"

"Beh..!" Stavolta parlò Dom, "Devi annunciare la tua fedeltà alla nostra squadra!"

"Fedeltà..?" Una parola così importante per un qualcosa di così stupido non l'avevo mai vista prima, ero genuinamente curioso di comprendere di che cosa stesse parlando.

"Si.. fedeltà! Fedeltà alla nostra squadra. Che non ci tradirai mai, che sarai sempre al massimo delle tue performance per noi. Mai ritardo agli allenamenti! Mai ritardo alle partite! Sangue! Grinta! Tutto ciò che è necessario per vincere! E mai tradirci, mai e poi mai! Questa squadra è come sangue per te, come sangue!" Esclamò ancora una volta Dom, con lacrime agli occhi, insieme a Michelle e, stranamente, anche Elia, che pensavo essere un tizio ragionevole.

Un piccolo promemoria che ho conosciuto queste persone meno di un'ora fa. Ognuna di loro, senza nessuna eccezione, e ora dovevo pure fare un voto di fedeltà?!

"Dimmi, avanti. Cosa ne pensi? Vogliamo sapere!" Esclamò Michelle, curiosa di sapere cosa ne pensavo. Olivia e la ragazza silenziosa non mi dissero niente, erano lì a fare da spettatori esterni, mentre Elia, Dom, e Michelle mi stavano fissando, con i fulmini negli occhi, pronti a colpirmi in ogni momento, quasi quasi mi veniva da dire "Mi fo giocatore, mi fo giocatore." ma avevo un minimo di senso di preservazione, e quindi non mi sarei fatto manipolare così facilmente!

"Ci penserò."

"Devi pensarci in fretta!" affermò Michelle, "Sono questioni estremamente importanti. Non c'è assolutamente tempo per attendere, no?"

Elia là fermò. "Ma.. lascialo scegliere, no? In fondo è una cosa importantissima.." Completando la frase, guardo il cielo, con le stelle negli occhi, e con voce ispirata. "In realtà, unirsi ad una squadra come questa, è un estremo onore, bisogna pensarci prima di prendere un simile incarico!". Guardai gli altri due estremamente ispirati dal loro "capo", e rimasi lì fermo, a chiedermi come diavolo avessi fatto a cacciarmi in una situazione simile. Ma come di solito, non ero in grado di darmi una decente risposta, e semplicemente mi dissi che era stata una mia personale sfortuna, e che dovevo pagare le conseguenze per aver accettato questo destino. Dopo aver ponderato per una lunga quantità di tempo, realizzai che non ne valeva la pena, e che comunque avevo infilato la mano troppo in fondo. "Si. Va bene, accetto."

Tutti e tre quei giocatori mi fissarono luminosi e all'improvviso, come avessi detto qualcosa di sorprendente, ma di sorprendentemente positivo. "Davvero?!" Esclamarono tutti e tre contemporaneamente, facendolo suonare come se avessero perso dalla mia prima risposta totalmente la speranza che io mi potessi mai unire alla squadra.

"Si." Risposi. "Non vedo perchè no."

"Meraviglioso!" Esclamò Elia. Per poi continuare. "Gli allenamenti sono domani, tieniti preparato!"

"Allenamento?" Eh? Una squadrina di calcetto che si allena?

"Si." Elia strinse il pugno, e riaprì di nuovo con quel suo tono motivazionale che sembrava attirare i due compagni di squadra. "Davanti a noi abbiamo squadre estremamente forti. Non lo sai, ma Lontrago è la capitale contenente i migliori giocatori di Calcetto - compreso ma non ufficialmente riconosciuto, io. - E proprio per questo non possiamo lasciarci a fare i pigri! Dobbiamo allenarci!"

"Domanda." Alzai la mano, come fossi in classe."

"Vai."

"Quanti siamo in classe?"

Elia, che aveva perso ogni singola briciola di dignità che gli avevo affibiato prima, cominciò a contare per un breve periodo di tempo sulle dita. Aspettai attorno ad un intero minuto. Un intero minuto di silenzio.

"In quattro, compreso me."

"Compreso chi?"

"Tu, io, Dom e Michelle." MA QUINDI HA CONTATO INUTILMENTE?! SIAMO SOLO IN QUATTRO!

"Perchè hai contato?!"

"Non ero sicuro fossimo in quattro, dovevo verificare."

"Va bene.." Era meglio se non discutevo i ragionamenti di tale gente. "E quindi che tipo di allenamento fate?"

"Nessuno, domani sarà il primo?"

"Eh?"

"Dobbiamo avere almeno quattro membri per essere riconosciuti come una squadra, è la regola universale del calcetto di Lontrago!"

"Come fa ad essere universale se è una legge che si applica solo a Lontrago..?"

"NOIOSO!" esclamò dietro ad Elia Dom, con un'aggressività spaventosa. Mi pentii di aver tirato fuori quelle parole.

"Ho già in mente qualcosa da fare.. tu devi semplicemente presentarti con l'outfit appropriato per allenarti! Del resto mi occupo io!"

"Ma.."

"Cosa?"

Avevo una grandissima quantità di domande da tirare fuori, perchè a quanto pare ora facevo parte di una squadra di calcio, conoscevo un nuovo gruppo di persone che non avevo mai visto prima, e ora ho l'obbligo fisico di andare ad un allenamento di cui non sapevo neanche che cosa fare, perfetto, mannaggia a te Olivia! Che non t'avessi mai aperta la porta, vedi tu in che guai mi sono cacciato!

"Quindi, domanda in fretta!" Michelle mi fece cadere dai miei pensieri, e fui obbligato a trovarmi qualche domanda, perché in realtà di domande vere e proprie non ne avevo.

"Come si chiama.. la squadra?"

"il nome della squadra è.. uh.."

"..." Rimanemmo tutti e quattro in silenzio. Una voce che non sentivo da un po' tornò a parlare. "Uno di voi dovrebbe decidere il nome, tirare una monetina, o fare qualcosa di simile.." Olivia, in effetti, aveva uno strano ruolo in quel gruppo, se ne stava ferma ad ascoltarci, senza in nessun modo interrompere, origliava le nostre conversazione senza il minimo intervento, e quasi quasi mi sembrava di rispecchiarmi in ciò, la cosa non so come mi fece sentire, ma diciamo.. un estraneo a me stesso.

Fissai per un secondo Olivia, e mi accorsi che anche quella taciturna ragazza le stava accanto, e che le due in realtà qualche dialogo se lo buttavano addosso, il che mi fece sentire un pochino a disagio, a sapere che probabilmente con me non ci voleva parlare.

"Ok, faremo a voti. Chi vota per.." Ironicamente, ogni volta che Elia diceva il nome di qualcuno, l'unico a votare era la persona stessa, e proprio per questo nessuno vinse, perchè ognuno votò per sè.

"Va bene.. forse così non va bene. Mmmh.. Idea!"

Temo, temo tanto.

"Bisognerà decidere con un gioco. Che sia anche una sorta di prova per te, Edoardo. Un test per vedere di che pasta sei fatto." Ma di che parlava? Perché tutti oggi sono ossessionati con il testarmi?!

In men che non si dica, ci diede l'ordine di sederci tutti, in cerchio, sull'erba, e così feci. Non mi sembrava che nessuno si stesse lamentando delle condizioni, e quindi non mi sentivo neanche io di dire nulla, nella silenziosa speranza che nessun insetto possa venirmi a catturare.

Anche Olivia e la taciturna si sedettero, ma leggermente più distaccate da noi. Era così che mi ero sentito per tutta la conversazione riguardo a loro: mi pareva vivessero in un altro mondo.

"Abbiamo bisogno di un qualcosa che c'entri con l'argomento di sfida. Qualcuno propone qualcosa?" Rimanemmo a meditare per quello che pareva essere un considerevole lasso di tempo. Finchè uno di noi, specificatamente Michelle, non se ne uscì con quella che pareva un'idea neanche così pessima.

Si alzò, si incammino verso uno zainetto appoggiato nel parco, che supponevo da quell'interazione fosse da parte sua, ritorno tra di noi, e butto delle carte che non avevo mai visto prima davanti a noi, esclamando gioiosa. "Giochiamo al Sannone!"

Vidi tutti quanti affermare che fosse una buona idea, mentre io ero seduto là, a tentare di comprendere di che cosa si trattasse.

"Il gioco è semplice.." Mi disse Elia, pronto a spiegarmelo. "E' come Memory alla fine. Solo.. una versione riciclata."

"Hey! Non è riciclata! Ci ho messo molto impegno nel pensarci!" Affermò Michelle, nello sfondo. Elia la ignoro rapidamente, cominciando a spiegare come si giocasse. Per carità, so come si gioca a memory, ma non avrebbe fatto male risentire la spiegazione, anche se non mi interessava molto particolarmente di vincere.

"L'obiettivo principale del Sannone è abbinare coppie di carte identiche. Ciò significa che dovete trovare due carte che abbiano lo stesso numero o lo stesso simbolo, come due "3 di cuori" o due "re." Il vostro obiettivo è abbinare il maggior numero possibile di coppie corrispondenti. Ogni giocatore, a turno, sceglie due carte dal tavolo. L'obiettivo è cercare di abbinare coppie di carte identiche. Se le due carte scelte formano una coppia, le rimuovete dal tavolo e le tenete da parte. Se, invece, le due carte non corrispondono, le rimettete esattamente nello stesso posto da cui le avete prese. Il gioco continua finché tutte le coppie di carte sono state abbinate e rimosse dal tavolo. Una volta che tutte le carte sono state abbinare, il gioco si conclude. Ogni giocatore conta quante coppie ha collezionato. Chi ha il maggior numero di coppie è il vincitore! Le coppie dovrebbero essere poche, quindi il gioco non può durare più di una decina di minuti."

Ascoltai attentamente la spiegazione, poiché le ultime memorie di giocare a Memory erano abbastanza lontane, Davanti a noi, posizionati sul tavolo si presentavano esattamente 20 carte. Ciò portava logicamente al fatto che ci sarebbero state 10 coppie, non sono sicuro come ciò sarebbe durato meno di 10 minuti. Personalmente, sono sempre stato bravo durante tutti i giochi di carte, e quindi ero curioso di sapere come sarebbe andato anche questo: Avrei vinto, o no?

Non avevo così tanta motivazione di vincere, finchè non senti una frase che mi motivò più di ogni altra cosa al desiderio di vincere.

"Che sia una prova di quanto sei forte." Effettivamente, non mi resi conto che quella semplice sfida non costituiva altro che una loro personale prova per comprendere di che pasta io davvero fossi fatto, e la cosa mi accese una fiamma che pensavo eternamente nascosta in me. Nella mia vita, ho conosciuto tante persone, nonostante la mia mancanza di veri e propri amici, e posso dire di non aver mai dato la più decente delle impressioni. In quel momento però, conoscendo che in un paesino come Lontrago, quella sarebbe stata la mia unica chance di fare amicizia con un gruppo di persone (contando quanto piccolo il gruppo di ragazzini in questo paese sia) dovevo prenderla con cautela. Sentii una scintilla illuminarsi dentro di me, ed affermai, con un tono forse esageratamente serio, (talmente tanto che mi accorsi che pure Olivia mi stava guardando con un tono strano) le seguenti parole: "Sono pronto!"

"Perfetto." Affermò Elia, potevo vedere che Michelle e Dom avevano forse un'aumentata voglia di battermi dopo aver esclamato quella frase. Forse mi sono firmato la mia pena di morte. "Allora l'ordine sarà tale. Partirò io, poi Michelle, poi tu, e poi Dom." Ironicamente, credo che essere attorno agli ultimi fosse un vantaggio, avrei fatto un migliore lavoro nel capire quali carte fossero quelle che dovevo prendere, visto che a quel punto la maggior parte di loro sarebbe stata girata.

"Hey! Come mai io ultimo!? Pretendo una risposta!"

"Hai dato la peggiore impressione." Affermò Elia.

"Ma! Ma! E lei?!" Dom puntò verso Michelle, ma era troppo tardi, quindi poteva limitarsi a sorbirsi una linguaccia da lei.

Elia girò due carte casualmente. Ovviamente non beccò un match, sarebbe stata troppa fortuna per beccarla al primo colpo, e le carte vennero di nuovo girate. Michelle andò avanti, e, per una sorprendente ragione, mi resi conto che era effettivamente riuscito a beccare un match. Già un punto, già un punto, sarei stato anche io così fortunato?

Vedendo le carte identiche, rimaste lì per mostrare a tutti gli altri avversari la fortuna di un giocatore probabilmente professionista a Memory, anche se non so effettivamente come questa cosa possa esistere. Le carte in questione non erano niente di speciale, immagini dedicate ai bambini, colori molto chiari, saturazione massima di cose semplici che ogni bambino adora. Erano due giraffe sorridenti, il che però andava letteralmente contro l'esempio che Elia mi fece, "Ciò significa che dovete trovare due carte che abbiano lo stesso numero o lo stesso simbolo, come due "3 di cuori" o due "re." Il vostro obiettivo è abbinare il maggior numero possibile di coppie corrispondenti."

Abbastanza divertente, devo dirlo, ma quelle sorridenti giraffe per qualche motivo mi mettevano a disagio, mi fissavano, sapevano che avrei potuto perderlo, avevano già donato il loro punto a qualcun'altro, attendevano semplicemente la mia mossa, speravano perdessi. Era il mio turno, avrei dovuto andare, esitai per qualche secondo, ma poi mi resi conto che non avrebbe davvero cambiato se ci avessi pensato, e mi misi a pescare due carte casualmente. Ovviamente non beccai le giuste carte, ma memorizzai quelle carte e le scorse scelte da Elia. Ma, sfortunatamente, anche Dom, e io venni superato..

La ruota ricominciò, Elia scelse ancora, ma la fortuna che lo aveva aiutato col dado, non aveva aiutato lui in quel momento, e fallì di nuovo, a Michelle avvenne la stessa cosa, riuscì ad avere un altro punto. Lo guardai, seccato, infastidito dalla sua fierezza, probabilmente si sentiva come l'uomo più forte al mondo, non lo gradivo, dannato lui. Già 6 carte su 20 se ne erano andate, e quando me ne accorsi, l'ansia mi colpì, andava totalmente contro a quello che già sapevo, in effetti era così, sarebbe durato davvero poco, no? Era il mio turno, senza nessun pensiero, tirai fuori una carta, i miei occhi si illuminarono, mi accorsi.. avevo già visto quella forma prima. La scelsi, scelsi la carta identica che avevo già scelto prima, finalmente, avevo avuto un nuovo punto! mi sentivo l'anima illuminata, e nonostante non era troppo, ero comunque felice, contento, e leggermente sollevato, di non essere così lontano da tutti gli altri. Andò avanti con Dom, e falli anch'esso, ma con ormai 8 carte già rivelate, ero abbastanza sicura che avremmo finito il numero di carte sul tavolo molto più velocemente di quanto avrei gradito che potessero finire. Mi fermai a pensare, 8 carte andate su 20, 12 carte rimaste, solo 6 coppie che dovevo trovare. Durante i miei critici e filosofici pensieri sui numeri, Dom, successivo a me nel suo turno, finì rapidamente il suo turno, non trovando niente, fortunatamente. Il giro continuò di nuovo, sinceramente, non so quanto sarebbe durato questo round, sarebbe potuto probabilmente durare attorno ad altri 3 turni, quindi dovevo mettermici seriamente nella partita, ed impegnarmi. Mi guardai attorno, per schiarirmi la mente, mentre gli altri due miei avversari andavano avanti con le loro scelte. Mi concentrai sulla chiarezza del cielo, ero così fissato sul gioco e mi serviva un secondo di distrazione, mi schiarì la mente, ce l'avrei fatta e non mi serviva nessun tipo di preoccupazione, ce l'avrei fatta, dovevo semplicemente credere un po' di più in me stessa, e ce l'avrei fatta. In effetti era da una grande quantità di tempo che non sentivo così tanta voglia di fare qualcosa, possibile? Doveva essere un miracolo. Ero sempre motivato a vincere, chiaramente, ma ero comunque ancora più felice di essere dove ero ora.

Era il mio momento, riguardai il tavolo, 10 carte girate, Michelle aveva avuto un po' di fortuna, ed era riuscito nella missione di trovarsi un altro punto, le carte erano meno di quelle rimaste, ed era il mio momento, sarei riuscito con un colpo di fortuna a beccarmi la mia carta?

Colpì di nuovo, scelsi rapidamente due carte, e, a mia fortuna, riuscì in qualche modo a beccare la carta che necessitavo, volevo saltare di gioia, ma rimasi contenuto. Avevo raggiunto la persona più forte, con ben 2 punti, sarei riuscita ad andare avanti? Dom, che era dopo di me, però, mi dimostrò che non avevo affatto ragione, riuscendo a trovare un altro match. Guardai ansioso il tavolo, solo 6 carte rimaste, solo 3 matching rimasti, la partita era finita letteralmente nel prossimo turno, mi ci voleva un incredibile colpo di fortuna per riuscire a mantenere il mio punteggio alto e di questo passo non sarei di sicuro andata avanti.

Il giro ricominciò, e stavolta, non come le terribili scorse volte, Elia riuscì a raggiungere una coppia, arrivando finalmente ad un punto. Era un bene per me, non sarebbe probabilmente arrivato a noi, ma aveva abbassato la possibilità che altri potessero prendere più punti di me, Michelle andò avanti, mancavano solo 5 carte (Olivia, per dispetto, ne aveva aggiunta una e aveva mischiato il mazzo, per evitare che le ultime due carte fossero un punto gratis.)

Pescò casualmente, stavolta dopo un po' di pensiero, si doveva esitare stavolta, un errore avrebbe portato ad una totale perdita, e nessuno di noi poteva permettersi una cosa simile. Scelse rapidamente una carta dopo molto tempo di riflessione, così tanto tempo che a questo punto mi stavo cominciando ad infastidire, e alla mia meravigliosa fortuna, non era riuscito a beccare quella giusta. Io, invece, più che sorridente, ero prontissimo a scegliere, scelsi rapidamente senza pensare, semplicemente con molta speranza, e riuscì a beccare due carte identiche. Finalmente, il terzo punto, la vittoria era mia, in un match che non avevo neanche combattuto così forte, questi insulsi non potevano sconfiggermi, la mia abilità era illimitata!

Non so esattamente da quanto potessi pensare in modo così competitivo, ma suppongo sia una cosa naturale, non m'avessero mai provocato!

Dom, neanche lui riuscì a trovare la carta vincente, e a quel punto ero totalmente contenta, anche se era così impossibile, perchè ne rimanevano solo tre, ma era probabilmente non concentrato, e quindi non c'era riuscito, errore grave, ma non mi interessava, finalmente, finalmente, ero così vicino all'assaggiare la mia vittoria, che non potevo più aspettare. Di questo passo avrei vinto, senza neanche così tanta fatica, e non potevo smettere di pensare a quanto fortunata fossi stata ad arrivare fino a qui. il giro ricomincio, e a questo punto il tutto era così ovvio che avevo ormai accettato la mia vittoria. L'ultimo match venne scelto e tutte le carte erano ormai rivelate nel loro più grande splendore.

"La partita è finita, beh.. hai vinto."

"Bene." Non sapevo davvero come festeggiare.

"Sai che significa? Che ti tocca scegliere il nome della squadra."

"Ma.. dobbiamo davvero farla scegliere a lui?"

"Esatto."

"Si è appena unito!" Protestò Michelle, "Io ho avuto l'idea di creare la squadra!"

"Zitta!" Per la prima volta, Dom mi venne in difesa, "Abbiamo scelto così, è valido che lui scelga il nome, in fondo erano i patti."

Rimasi per un po' di tempo a meditare, che cosa avrei potuto scegliere..? Un nome per una squadra.. un nome.. un nome..

All'improvviso, mi alzai puntando la mano verso il cielo, e dopo qualche minuto di suspence, "La chiamerò.. La Combriccola!"

Continue Reading

You'll Also Like

4.1K 163 19
Una comunità che vive tra boschi e montagne velati di nebbia. Uomini e donne scelti dai draghi per essere loro messaggeri tra le genti. Esseri in gra...
Belle By Roberta Casamento

Mystery / Thriller

601 123 11
A Spellmount, gli unici crimini che percorrono le strade sono quelli dovuti agli animali selvatici della foresta circostante che, per pura sopravvive...
280 66 6
Incontro tra il vissuto di un attimo e le emozioni che lo attraversano
494 101 27
Gli stray Kids si trasferiscono in una nuova casa ma è strana. riusciranno a restare in vita ?