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By Theworldsdreamer

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By Theworldsdreamer

Il cellulare di Charity vibrò con insistenza per un buon quarto d'ora, sotto le continue notifiche che stava ricevendo da parte della sua migliore amica. Charity, però, al momento stava vivendo il suo peggior incubo e non era di certo disponibile a guardare il telefono per rispondere ai numerosi messaggi di Cookie.

Era, infatti, a lezione e non ci sarebbe stato nulla di male se la loro insegnante non avesse voluto provare dei duetti estremamente difficili, se Charity non fosse odiata da chiunque e se Logan non si fosse avvicinato a lei con così tanta normalità da far sembrare a tutti che lo facesse abitualmente. Gli occhi degli altri studenti non l'abbandonarono nemmeno nel momento in cui iniziò la lezione e Charity avrebbe voluto tanto rimanere sotterrata da mille scarpette da ballo usate per evitare quel momento.

«Non ci voglio ballare con te.», mormorò in difficoltà, quando Logan aveva sorriso allungando la mano verso di lei.

«A me non sembra che tu abbia mille altre scelte.», sussurrò Logan avvicinandosi appena, spostando lo sguardo tutto intorno, dove gli altri avevano già iniziato ad allontanarsi da lei.

«Ma a me sembra che tu invece ne abbia mille altre.», replicò Charity alzando il mento e guardando quelle ragazze che si erano avvicinate a Logan ma poi allontanate come scottate quando lo videro parlare con lei.

«Sì, è vero. - sorrise, con quel suo modo di fare che Charity detestava - Ma io voglio ballare con te.», rispose afferrandole la mano e portandola in posizione.

Logan lo aveva notato, il modo in cui Charity aveva cercato di evitarlo dall'ultima riunione, e Charity aveva notato il modo in cui lui stava sviando le sue tacite richieste di lasciarla in pace. Non erano altro che un gatto che si mangiava la coda, lei scappava, lui la inseguiva e lei scappava ancora più lontano. Adesso, Logan però l'aveva messa spalle al muro e Charity prese un lungo respiro per affrontare la realtà.

Sapeva, ne era quasi sicura, che Logan voleva vendicarsi di tutto quello che aveva scritto su di lui, insomma chi non vorrebbe farlo? Però, non riusciva a capire, per quanto si sforzasse, per quale motivo fingere tutta quella gentilezza quando avrebbe potuto fare come tutti gli altri e insultarla, ignorarla o parlarle alle spalle.

«Un, due, tre.», sussurrò Logan dietro di lei, facendo eco all'insegnante prima che facesse partire la base musicale.

I passi in sé non erano complicati, ma necessitavano fiducia tra i due ballerini che avrebbero dovuto interpretarli da renderli quasi impossibili per loro due.

Sentì le mani di Logan cingerle la vita e rabbrividì quando la sollevò, si aggrappò a lui e si voltò trovandoselo finalmente di fronte. Era concentrato e non c'era più traccia di quell'espressione cordiale che aveva sempre, teneva i capelli biondi racchiusi in una coda bassa e le labbra strette mentre le afferrava le braccia. Le strinse i polsi con delicatezza e la fece ruotare fino ad averla alle spalle, non lasciò la presa e la sollevò ancora per trovarsela sulla schiena, Charity sollevò le gambe e poi scivolò giù, tornando ancora una volta davanti a lui. Puoi farcela, puoi farcela, puoi farcela, continuava a ripetersi nella testa.

Sentì il suo respiro tra i capelli e, con il cuore a martellarle nel petto, ruotò un braccio per circondargli le spalle, Logan si abbassò cingendole a sua volta la vita e, con la mano libera, le afferrò la coscia pronto per sollevarla di nuovo. Charity piegò le gambe con lui, ma ci mise troppa forza, si sbilanciò e cadde rumorosamente per terra.

«Tutto bene?», le chiese Logan con il fiato corto, dopo aver evitato che nella caduta si facesse male.

«Sto bene.», sussurrò imbarazzata evitando gli sguardi di tutti gli altri e scusandosi con l'insegnante dopo le urla che le riservò, l'ennesima volta.

«Ricominciamo.», disse alla fine e Charity si rimise in posizione.

Filò tutto liscio, ma questa volta la ragazza non riuscì a darsi la spinta e perse il tempo. Chiuse ancora una volta gli occhi e ci riprovò e riprovò, fallendo ancora e ancora per poi arrivare a fine lezione con la frustrazione a stringerle il pugno sul petto. L'insegnante le aveva ordinato di imparare a memoria quei passi e di saperli eseguire alla perfezione la volta successiva. Charity era sempre l'unica indietro.

«Charity.», Logan la raggiunse con una piccola corsetta, dopo che la vide uscire dagli spogliatoi. Era totalmente diverso, aveva i capelli puliti e il viso più fresco dopo la doccia, mentre a Charity l'acqua non aveva fatto altro che portare altra stanchezza.

«Mi vuoi lasciare in pace?», gli chiese camminando verso l'uscita.

«Senti, ti posso aiutare per la prossima lezione. Possiamo provare...», iniziò il ragazzo ma si bloccò quando la vide voltarsi finalmente verso di lui, con gli occhi lucidi senza neanche saperne il motivo.

«Io non voglio provare con te, non voglio imparare questa stupida coreografia e non voglio nemmeno ballare a quello stupido Festival!», esclamò prima di prendere un lungo respiro.

Charity non sbottava spesso, Charity teneva sempre tutto e ogni suo errore non era altro che una nuova insicurezza. Le era stato detto più volte di non essere in grado di ballare quando era bambina perché più grassa degli altri, non sarebbe arrivata lontano perché mancava di tecnica, il body le stava stretto e non riusciva a muoversi, dicevano che era cattiva soltanto perché rispondeva agli insulti e, adesso che a Charity sembrava di avercela fatta entrando in quella scuola, il costante pensiero di non essere all'altezza di nessuno le stava inchiodato nella mente così a fondo da farle male.

«Io sono sicuro che non potrà che aiutarti.», continuò Logan sospirando appena.

«Perché continui a dire queste cose? Tu non...», provò a dire Charity passandosi una mano tra i ricci scuri.

«Lo so quale opinione hai di me. Ho letto i tuoi articoli.», concluse Logan intuendo dove sarebbe finito quel discorso.

«Allora perché non mi odi anche tu? - il tono della ragazza era così colmo di stanchezza da essere appena udibile - Cos'è, un tuo modo di vendicarti? Vuoi farmi impazzire?», mormorò uscendo dall'edificio seguita da lui.

«Non ti voglio odiare. - esclamò Logan innervosito - Perché continui a cercarti l'odio degli altri?», era un tono che Charity non gli aveva mai sentito e che la zittì in poco tempo.

«Mi dispiace.», gli disse soltanto, anche se avrebbe voluto dirgli qualsiasi altra cosa.

«All'inizio sì, mi dava fastidio e avrei voluto capire per quale motivo chiunque lo facesse aveva deciso di prendere di mira le persone in questo modo. Era un blog normale all'inizio dell'anno, poi è diventato sempre peggio. - continuò Logan - Poi ti ho vista scattare una foto, ti ho studiata a lezione e tutte le volte che mi capitava di vederti. Era ovvio che c'era molto altro sotto quella tua rabbia.», a Charity parve che le mancasse l'aria e schiuse le labbra cercando di farne entrare il più possibile. Logan sapeva di Shade ancora prima che lei si denunciasse a Noel, Logan lo sapeva e non aveva detto nulla, per quanto tempo?

«Voglio solo essere tuo amico. - continuò poi Logan passandosi una mano tra i capelli - Posso?», allungando poi l'altra mano verso di lei.

«Dovrei essere io a chiedere il permesso.», mormorò Charity stringendo le labbra.

«Beh, allora te lo concedo.», sorrise furbo scuotendo ancora una volta la mano prima che Charity decidesse di stringerla.

«Però non prenderti troppa confidenza.», borbottò dopo un po' la ragazza.

«Ci andiamo insieme alla festa di Hunter?», chiese Logan provocandola, mentre in ogni caso stavano camminando entrambi in quella stessa direzione.

Charity non rispose, ma si limitò a lanciargli una semplice occhiata che in parte avrebbe anche potuto sembrare divertita, continuando a camminargli a fianco fin quando la porta dell'appartamento di Cookie e Denise non fu loro davanti. Charity la aprì e nel momento in cui lo fece una quantità tale di caos da farle socchiudere gli occhi spazzò via l'atmosfera pacata che era riuscita a costruire con Logan.

Cookie dalla cucina urlava a Tyson e Isaac ordini per una ricetta che non sarebbe stata in grado di replicare senza l'aiuto di quest'ultimo, mentre Denise era impegnata ad apparecchiare evitando di rompere i piatti al passaggio di Hunter e Mitch che si inseguivano perché Mitch era determinato a fare con lui un video per mostrare ai suoi followers quello strambo cappello da Pikachu che Hunter aveva in testa.

«Ciao, ragazzi! - esclamò Logan con allegria - Auguri Hunter.», aggiunse poi quando lo vide sfrecciargli accanto seguito da Mitch. Gli urlò un "grazie" in corsa e Logan fu contento così.

«Musica, ho bisogno della musica!», esclamò a un certo punto Cookie agitando un mestolo che Isaac le afferrò prima che colpisse Tyson.

«Ci penso io.», sorrise Denise facendo il giro del tavolo.

«Vengo con te.», aggiunse Isaac, volendo fuggire dal centro della tempesta che era Cookie.

«Metti la nostra canzone, bambolina!», esclamò la ragazza a Denise che sorrise appena prima di entrare nella sua stanza.

«La vostra canzone?», chiese Isaac curioso, inginocchiandosi accanto a lei per osservare i titoli dei mille vinili che possedeva. La osservò cercare per qualche secondo, prima di iniziare a tirar fuori possibili album da mettere dopo e rise di alcune canzoni che probabilmente soltanto lei ascoltava.

«Oh, eccola!», esclamò la ragazza sollevando il vinile.

Gli occhi di Isaac osservarono divertiti il titolo, mentre nell'altra stanza le urla di Hunter stavano a significare che aveva appena perso la battaglia contro Mitch. Gimme! Gimme! Gimme! Degli ABBA prese a suonare nell'esatto momento in cui Denise fece ricadere la puntina sul disco.

«Sì, è proprio la canzone perfetta per Cookie.», commentò Isaac afferrando le mani che Denise gli stava offrendo per alzarsi e studiando le sue labbra che già avevano iniziato a pronunciare le prime parole del testo. Lasciò che lo trascinasse dentro quell'attimo di follia, facendole fare la giravolta, e quando raggiunsero il salotto, Cookie era ormai in piedi sul divano con il mestolo di legno come microfono a cantare il ritornello insieme a Mitch, picchiandolo ogni volta che sbagliava parola. Hunter si allontanò dal campo visivo di Mitch per evitare che costringesse anche lui a ballare con loro, ma il ragazzo aveva già scelto Denise come vittima, facendola salire sul palco con loro. Isaac, invece, rise di quella loro assurda interpretazione

«Non balli?», domandò Tyson divertito dopo che Hunter sbatté la spalla contro la sua.

«Oh, no grazie. Sto bene così.», commentò bevendo un bicchiere di qualche bevanda alcolica che Mitch aveva portato, ma del quale non conosceva il nome. In ogni caso, Logan garantì che era buona.

«Bel cappello. - commentò poi il ragazzo abbassandosi verso di lui, prima di notare Isaac passar loro davanti - Lo preferisco a Noibat.», sorrise poi allontanandosi dalle sue guance rosate per raggiungere Isaac che in cucina aveva iniziato a far tutto da solo. Charity si era allontanata verso il bagno e Logan si era lasciato convincere da Mitch a ballare con loro.

«Vuoi?», chiese Tyson allungandogli un bicchiere.

«Oh, no grazie. - sorrise Isaac - Prendo l'acqua.», gli disse allontanandosi dai fornelli.

Lo guardò in silenzio per alcuni secondi e, soltanto dopo, si rese conto di essersi fermato a fissarlo. Non aveva parlato molto con lui, come invece era successo con Denise e, tutto ciò che sapeva era che Tyson aveva perso un fratello che aveva donato il suo cuore alla ragazza. Isaac non fece che chiedersi quale fosse il suo nome.

«Ti piace Denise?», chiese allora Tyson andando dritto al punto, facendo aggrottare le sopracciglia di Isaac.

«Siamo solo amici.», rispose Isaac scrollando le spalle, mettendo un po' di sale nella pentola.

«Mh. - mormorò Tyson abbassando lo sguardo - Senti, posso chiederti un favore?», alzò poi la testa e lo fissò fin quando Isaac non annuì.

«Certo.», rispose.

«Lunedì dovrei accompagnare Denise in ospedale. - iniziò incerto su cosa dire - Hanno deciso però di fare una simulazione d'esame che non posso saltare proprio quel giorno, lei dice che ci vuole andare da sola e che non importa, ma...Ma io lo so che ha paura di entrarci da sola. - si fermò e osservò l'espressione di Isaac prima di continuare - Ci andresti tu con lei?», gli domandò allora.

«Ah...Uhm, sì, sì certo. Ci penso io.», balbettò in risposta, prima di rivolgergli un sorriso appena accennato.

«Bene! - Tyson tornò a sorridere - Ti ringrazio, amico di Denise.», aggiunse poi saltellando via mentre Logan si avvicinava per dargli una mano a cucinare.

Mitch lo aveva lasciato andare, dopo aver individuato il nascondiglio di Hunter, Cookie era rimasta a ballare sul divano dopo essersi dimenticata di dover cucinare e afferrò anche il braccio di Charity, mentre Denise accostò Logan pronta a tirarsi su le maniche.

Isaac la osservò per alcuni secondi, studiando quel sorriso che le gonfiava gli zigomi e chiedendosi come potesse una ragazza così straordinaria come lei avere paura di qualcosa. Poi, egoisticamente, si sentì grato di questa sua paura, grato di scoprirla un essere umano, grato di poter diventare un suo punto di riferimento.

I ragazzi mangiarono, cantarono "Tanti auguri ad Hunter" tutti insieme, gli fecero scartare i regali e poi si trasferirono in salotto, dove Mitch, Hunter e Denise avevano occupato il divano, Cookie, Charity e Tyson il tappeto, mentre Isaac e Logan avevano deciso di trasferire due sedie della cucina nella stanza. Iniziarono a parlare sempre più piano, mentre la luce della luna faceva capolino nella stanza e il giradischi di Denise fu sostituito dalla soffusa playlist di Cookie, confidandosi quei segreti che solo la notte avrebbe avuto modo di sapere, ridendo sommessamente delle battute di Mitch e stringendosi gli uni agli altri quando il freddo faceva venire loro i brividi.

La guancia di Cookie era poggiata alla spalla di Tyson e lei teneva la mano di Charity, Isaac si abbracciava le ginocchia rannicchiato sulla sedia, Logan era elegante e posato come suo solito, Mitch teneva le gambe distese su Hunter e Denise, lei aveva piegato i piedi fin sotto il sedere e Hunter si era affossato talmente tanto che ci volle quale secondo prima che Isaac percepisse quelle lacrime lucide scorrergli lungo la guancia.

«Hunter non stai bene?», domandò allarmato, sciogliendo quel guscio nel quale si era rintanato poco prima.

«No, sto bene, scusa. - sorrise asciugandosi le lacrime con il dorso della mano - Sono solo felice.», mormorò imbarazzato e rise della situazione, guadagnandosi un abbraccio di Denise che Mitch avrebbe rimpianto per qualche giorno.

Isaac sorrise e tornò a respirare, Cookie riprese i suoi assurdi discorsi che, a quell'ora della notte, sembrarono quasi avere senso e Logan nel buio sorrise a quello sguardo che Charity gli lanciò di fretta, costringendola a ritornare indietro con gli occhi su di lui per alcuni altri secondi.

Stavano bene, erano insieme ed erano felici. Quella notte per quanto li riguardava avrebbe potuto durare per sempre e l'indomani non presentarsi mai alla porta, soltanto per poter conservare quelle forti, belle emozioni che soltanto all'ombra delle stelle si mostravano a loro.

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