L'Eredità degli Astrali

By GhostWriterTNCS

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Il racconto conclusivo del primo arco narrativo. Questa storia prosegue gli eventi di Eresia, La frontiera pe... More

Prologo
1. Gli Astrali
2. Upgrade
3. Forze dell'Ordine e Forze del Caos
4. Ciò che conta
5. Conosci i tuoi alleati
6. L'etica degli eroi
7. Primo contatto
8. Vincolo di sangue
9. Un ottimo lavoro
10. Il portale è chiuso
12. Dopo l'inizio
13. Il potere delle informazioni
14. Barbanera
15. Luci e Ombre
16. Un guscio vuoto
17. Vittoria a metà
18. I semi della discordia
19. Di nuovo a casa
20. Il Summit dei Sette
21. Ad armi impari
22. I futuri regnanti di Raémia

11. Fino alla morte

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By GhostWriterTNCS

La rete era perfettamente funzionante, tuttavia ogni tentativo di stabilire una linea di comunicazione era vano. In teoria esistevano molte possibili giustificazioni a questo problema, ma Freyja riusciva a immaginarne solo una: D'Jagger e gli altri erano ancora sulla Luna Nera. Così come altri suoi colleghi.

L'orchessa portò una mano al volto. Lei e i membri della sua squadra avevano fatto tutto il possibile e anche di più, ma non riusciva a non sentirsi in colpa per quella situazione. Il loro compito era di permettere a tutti di tornare a casa, e su questo avevano fallito.

Il suo caposquadra stava dicendo qualcosa, ma le sue parole erano lontane, confuse, come se stesse parlando in un'altra lingua. Forse stava cercando di rincuorarli – per i compagni che erano morti e per quelli che erano rimasti sulla nave dell'Eletta –, ma Freyja non riusciva a dargli ascolto.

Quanto successo non l'avrebbe fermata. Sarebbe tornata al lavoro, e avrebbe continuato a fare tutto ciò che era in suo potere per aiutare quante più persone possibile. Ma in quel momento voleva solo isolarsi dal mondo e piangere sommessamente.


***


Il segnale diffuso dal capo dei difensori era in codice, ma Tenko e gli altri avevano capito subito il suo significato: erano soli. I vampiri erano riusciti a sconfiggere la squadra a difesa del portale, quindi la loro via di fuga era andata.

Fu proprio la demone a porre la fatidica domanda. «Emh... Adesso cosa facciamo?»

Il sorriso teso di D'Jagger venne riprodotto dall'emoji sul suo casco mentre anche lui si voltava verso Sigurd e Shamiram per avere una risposta.

«Dobbiamo andare verso uno degli hangar» affermò l'elfo. «Useremo la nostra nave per andarcene.»

«Ottimo piano» annuì il goblin. «Da che parte?»

«Non lo sappiamo» ammise lo spadaccino. «Non abbiamo una planimetria della Luna Nera, ma possiamo fare delle ipotesi basandoci su altre navi simili.»

«Quindi... da che parte?» ribadì l'artificiere.

Shamiram finì di consultare la mappa proiettata all'interno del suo casco, quindi cominciò a muoversi. «Da questa parte.»

Gli altri la seguirono senza aggiungere nulla. Quanto successo era innegabilmente un grosso problema – senza contare che non sapevano come stava Freyja –, ma nessuno di loro aveva intenzione di arrendersi. Tanto meno ora che erano riusciti a recuperare l'Ascia di Parashurama.

I quattro avanzarono per qualche minuto senza incrociare nessun nemico, poi all'improvviso Shamiram fece segno di fermarsi. Indicò una stanza e subito si nascosero al suo intero. Poco dopo tre vampiri superiori apparvero nel corridoio. Sembravano più dei tecnici che dei guerrieri, ma non per questo era il caso di abbassare la guardia.

I servi di Lilith stavano parlando tra loro: «Ormai avranno già risolto, approfittiamone per fare una pausa. Riprenderemo coi Pilastri quando torna Tla-Tla.»

Sembravano sul punto di passare oltre, poi però si fermarono.

«Lo sentite anche voi?»

«Che cosa?»

«Sì, anche io sento qualcosa...»

Uno dei vampiri aprì la porta della stanza in cui si erano nascosti Shamiram e gli altri. Si sporse in avanti e guardò all'interno. A prima vista non c'era nulla: l'umana stava ancora usando il potere del jinn delle percezioni, ma sarebbe bastato?

Sigurd serrò la presa sull'Ascia. Tenko si mise in posizione per far scattare le fruste. Shamiram si preparò a usare i poteri di un altro jinn. D'Jagger fece comparire una delle sue granate. E la lanciò contro i nemici. L'ordino esplose all'impatto e una scarica elettrodica stordì i tre bersagli.

«Presto, prima che si riprendano!» esclamò il goblin.

I quattro si misero a correre, sperando così di seminare gli inevitabili inseguitori.

«Sicuro sia stata una buona idea?» chiese Tenko.

«Avrebbero dato l'allarme comunque, ci ho fatto guadagnare un po' di tempo.»

Sigurd e Shamiram non dissero nulla. Forse erano troppo concentrati sulla fuga, o forse erano d'accordo con il goblin.

Imboccarono una svolta a sinistra e di colpo si trovarono su un lungo camminamento rialzato che dava su un lussureggiante giardino interno.

«Scendiamo» ordinò Sigurd. «Faremo perdere le nostre tracce nel giardino.»

«No, andiamo avanti» ribatté D'Jagger. «Se perdiamo tempo nel giardino, gli daremo il tempo di circondarci. Dobbiamo arrivare agli hangar il prima possibile.»

L'elfo non obiettò. «D'accordo, andiamo avanti.»

Corsero per una manciata di secondi, poi il goblin riprese a parlare: «Ehi, Tenko, devo chiedertelo: non riesci a usare il tuo potere sulla nostra nave, vero?»

Lei scosse il capo. «È stato già difficile portare voi quattro, ma tutta la nave... non penso di riuscirci.»

«E Shamiram, che mi dici del tuo jinn? Quello che ci fa attraversare le porte.»

«Il jinn dei furti non può aprire buchi così grandi» spiegò l'umana.

«Il cosa?! No, niente, dopo. Piuttosto, non è che puoi buffare Tenko invece?»

«Mmh, potrei provarci, ma Tenko usa una benedizione, non è così semplice.»

«Vuoi usare il potere di Tenko sulla nostra nave per farci attraversare la Luna Nera senza bisogno di raggiungere un hangar» dedusse Sigurd.

«Ci pensavo anche prima, ma il problema era far comparire la nave. Ora però abbiamo tutto lo spazio che ci serve» spiegò indicando l'ampio giardino.

Gli altri tre erano ancora impegnati a valutare la fattibilità del piano del goblin quando avvertirono una presenza davanti a loro.

«Fermi, c'è qualcuno!» esclamò la strega.

«Merda: sbirri!» imprecò D'Jagger. Poi ci ripensò: «No, aspetta. Bene: sbirri!» Era ancora strano per lui fare squadra con dei poliziotti, ma in quel momento non avrebbero potuto fare un incontro migliore.

«Sono stati contagiati?» chiese Sigurd.

«No, non mi sembra» affermò Shamiram dopo una prima analisi.

La strega valutò con più attenzione i due poliziotti che correvano nella loro direzione, poi si decise ad annullare il potere del jinn delle percezioni.

«Agenti, siamo dalla vostra parte. Stiamo cercando un hangar, voi dove state andando?»

I due si scambiarono uno sguardo, poi si fermarono per riprendere fiato.

«Anche noi stavamo cercando un hangar, ma abbiamo incontrato un vampiro superiore, probabilmente Talamaur[15]» spiegò uno di loro, un nano. Serrò i pugni. «Ha ucciso quasi tutta la nostra squadra» ammise, la voce incrinata dalla rabbia e dal dolore. «Ma sono riuscito a bloccarlo con un sigillo. Ma dobbiamo sbrigarci ad andarcene, non so quanto durerà.»

Il poliziotto aveva appena finito la frase quando avvertì delle presenze. Insieme a Shamiram si voltò nella direzione da cui era venuto, e ben presto anche gli altri compresero il motivo della loro preoccupazione: una schiera di fantasmi stava volando verso di loro.

«È già libero» dedusse l'umana.

Gli spiriti si scagliarono contro di loro, ma sbatterono contro una barriera creata dal nano. Il poliziotto fece dei gesti con le mani e la parete magica si trasformò in una prigione diafana a forma di cubo.

«Presto, dobbiamo andarcene!»

L'agente aveva appena finito di parlare quando il suo collega lanciò un grido. Gli altri si voltarono e solo allora videro il fantasma che lo aveva afferrato per le gambe.

«Non te lo lascerò fare!» esclamò il nano. Mosse le mani, ma non finì il sigillo che l'altro poliziotto gli lanciò qualcosa. Un attimo dopo spiccò un balzo e si unì alla schiera di fantasmi.

Il nano si chinò e raccolse l'oggetto lanciato dal suo collega prima di venire soggiogato: un piccolo dispositivo di memoria.

Udirono degli spari e la barriera che imprigionava i fantasmi andò in pezzi. Tutti quanti guardarono il punto da cui erano partiti i colpi, e con profonda sorpresa scoprirono che il tiratore indossava una delle uniformi della polizia. E come lui anche gli altri agenti soggiogati dal vampiro superiore.

«Talamaur ha preso il controllo dei loro corpi» spiegò il nano. «Di tutti loro.» Serrò i pugni, poi consegnò la memoria a Shamiram. «Fatelo avere al commissario Sang! Io li trattengo!»

Nessuno dei presenti voleva abbandonarlo, ma niente di ciò che avrebbero detto avrebbe convinto il poliziotto a fuggire con loro. E in ogni caso non c'era il tempo per parlare.

Sigurd stava per dare l'ordine di tornare indietro, quando alle loro spalle arrivò un altro vampiro superiore a cavallo di un apexraptor. E non era solo: insieme a lui c'era un intero branco di quei rettili bipedi tanto intelligenti quanto letali.

D'Jagger cambiò l'emoji sul casco con una più esplicativa della loro situazione. «Merda! Siamo circondati!»

«Presto, nel giardino!» ordinò l'elfo.

Tutti quanti saltarono giù, ma questo non sarebbe bastato a seminare gli apexraptor.

«Tenko, ho bisogno che usi il tuo potere sulla nave» proseguì Sigurd.

La demone avvertì un fremito nell'udire quelle parole. Dentro di sé aveva sperato fino all'ultimo che qualcuno riuscisse a elaborare un altro piano, ma non avevano più tempo. Toccava a lei salvarli. E a causa dei fantasmi di Talamaur, questa volta attraversare un muro non sarebbe bastato. «D'accordo. Facciamolo.»

Da sola sarebbe stato impossibile, ma forse con l'aiuto di Shamiram ci sarebbe riuscita.

L'umana evocò i poteri del jinn del bitume per rallentare gli apexraptor in arrivo, nel frattempo Sigurd lanciò una capsula dimensionale da cui uscì la loro astronave. Il portellone si aprì e subito corsero a bordo.

L'elfo andò alla postazione di guida, la strega invece si tolse il casco e si avvicinò a Tenko. Le mise una mano sulla spalla e cominciò a darle tutto il mana che poteva. «Facciamolo!»

La demone annuì. Anche lei si sfilò il casco, quindi poggiò le mani sul pavimento ed espanse il suo potere. Sentì le leggere vibrazioni tipiche del velivolo che si sollevava, ma si sforzò di ignorarle: doveva concentrarsi. Doveva essere un tutt'uno con la nave e con il suo equipaggio. Poteva riuscirci. Doveva riuscirci. Doveva sopravvivere, a qualsiasi costo.

Il salto nella dimensione spettrale fu completamente diverso dal solito. Sentiva il peso della nave gravarle sulle spalle, sul petto. Era asfissiante. Bastarono pochi istanti e già la vista cominciò ad annebbiarsi. Le sembrava di tremare, o forse era solo un'allucinazione?

Le parve di sentire delle voci, ma erano ovattate e confuse. Forse i suoi amici la stavano incoraggiando, ma l'unica cosa che riusciva a comprendere era il dolore opprimente in ogni fibra del suo corpo.

Dopo un tempo indefinibile – forse istanti, forse ore – il flusso di magia che la stava tenendo cosciente si interruppe. Immediatamente il suo potere svanì e il peso dell'astronave scomparve.

Ce l'aveva fatta? Erano morti? Non riusciva a capirlo.

Le parve di vedere della luce, quindi forse erano vivi. Questo le diede un po' di sollievo. Poi, però, il buio.

La demone si accasciò sul pavimento. I suoi occhi rosa su sclere nere, un tempo carichi di rabbia e frustrazione, adesso erano completamente persi nel vuoto.



Note dell'autore

... Che dire... Buon Natale T_T

E pensare che questo capitolo non c'era nemmeno nella stesura precedente, ma era importante aggiungerlo, quindi eccoci qua.

Il lato positivo è che ho potuto inserire vari elementi che nei capitoli precedenti non sono riuscito a menzionare, come un personaggio che fa magie nella lingua di segni, gli apexraptor, e anche l'astronave "in tasca" come via di fuga di scorta.

E adesso? Beh, ci sono ancora tanti capitoli in arrivo, ma la pubblicazione riprenderà a metà a gennaio, quindi è tutto per quest'anno.

Grazie a tutti per aver letto, buone feste e ci vediamo nel 2024 ^.^


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____________________

[15] Nel folklore delle Isole Banks, un talamaur è un essere simile a un vampiro che può controllare i fantasmi dei morti.

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