Under the same night sky

By WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

37. Colpo basso

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By WiseGirl_03

Esattamente a un anno dall'inizio,
siamo di nuovo qui.
Grazie per essere rimasti
❤️

<<Quindi quello che stai cercando di dire è che vorresti un cambio look?>> Le iridi scure di Taissa mi studiano con meticolosa circospezione e sono alquanto intimidatorie.
<<Sì, esatto>> annuisco, raddrizzandomi sulla sedia.
<<E parliamo di qualcosa di tranquillo oppure posso sbizzarrirmi?>> Indaga lei e decido di non pensare troppo alle conseguenze delle mie azioni.
<<Fai quello che vuoi...>>
<<Ottimo! Avrò bisogno di un litro di acqua detox, un paio di ciabattine e della tua carta di credito>>
<<Posso tagliarti i capelli?>> Si intromette Sandy, comparendo nella mia visuale con un paio di forbici tra le mani.
Okay, inizio ad avere i miei ripensamenti.

<<Lo hai mai fatto?>> Domando per accertarmi di non ritrovare un disastro al posto dei miei capelli.
<<No>> risponde lei semplicemente <<Cioè, una volta su mia sorella, ma non conta...>> Mi risponde vaga e approfondisco la questione.
Non sono del tutto convinta.

<<Perché non conta?>>
<<Perché lei ha quattro anni e non ha capito che fossero storti>> spiega meglio lei.
Rassicurante.
<<Ecco...>>
<<Basta così! Fate silenzio: devo pensare!>> Taissa affonda le mani tra le ciocche color cioccolato dei suoi capelli e si massaggia le tempie.

Io e Sandy ci scambiamo un'occhiata complice, entrambe sorprese e sconcertate dal suo atteggiamento, ma nessuna delle due decide di commentare.
La situazione è già difficile così.
Restiamo a guardarla finché sembra riemergere dal suo stato di ripiegamento interiore e, scrutandoci con occhi vispi e attenti, ci comunica il suo piano.
<<Questo è quello che faremo>> esordisce, per poi spiegare a Sandy quale compito le spetta, rigorosamente sussurrato all'orecchio cosicché io non possa sentirlo e oppormi, e sparire insieme alla mia carta di credito.

Sandy mi fa accomodare su una poltrona massaggiante e procede a lavare i miei capelli. Mentre mi godo il momento di relax, non posso fare a meno di pensare alla brutta figura di ieri sera.
Avrà sentito proprio tutto?
Anche la parte in cui dicevo che lo avrei baciato volentieri?

Non nutro molti dubbi al riguardo: sono abbastanza certa che la risposta sia sì. E forse, molto infondo, anche quello che sto facendo adesso è un modo per scappare dal confronto e spostare l'attenzione su altro.
Forse.

Un'ora dopo, davanti allo specchio contornato da lucine a led, osservo Sandy che termina il suo lavoro.
Per fortuna tutto è filato liscio e la mia amica si è rivelata molto più precisa del previsto.

Saluto ufficialmente i miei capelli lunghi fino a metà schiena, dal momento che adesso arrivano più o meno all'altezza del seno.
A vederli mi scappa un piccolo sorrisino: mi piacciono molto, avrei dovuto prendere questa decisione molto prima.

Quando, poi, Sandy incomincia a realizzare delle onde morbide con la piastra, si insinua in me il sospetto che, proprio come per Taissa, questo salone diventerà una tappa fissa anche per me.
Non penso di essere mai stata più soddisfatta di un taglio di capelli.
<<Ti piacciono?>> Mi chiede lei, continuando a lavorare le singole ciocche, probabilmente notando lo sguardo carico di meraviglia che sto dedicando al mio nuovo look.
<<Molto>> annuisco in maniera lieve per evitare di esserle d'intralcio <<Hai delle mani d'oro, Sandy, sembri essere nata per questo!>> Esclamo e anche le sue labbra si schiudono in un sorriso.

<<Grazie, Cat>> poggia la piastra sul ripiano davanti per sezionare i capelli ancora disordinati e ho l'impressione che stia pensando a qualcosa <<Ma non è per questo che sono nata>> aggiunge infatti subito dopo.
<<In che senso?>> Corrugo le sopracciglia, non capendo cosa intenda dire.
<<Mi piace fare le unghie, tagliare i capelli o truccare gli altri ma...Non è quello che sogno di fare. È più un passatempo...>> mi rivela con un tono un po' affranto.

<<E allora cosa vorresti fare?>>
<<È una cosa un po' stupida...>> Bofonchia imbarazzata, abbassando il viso e nascondendosi dietro le chicche di capelli che le cadono sul viso.
<<Dai! Prometto che non giudicherò!>>
Lascia andare un sospiro, pensandoci su, poi abbandona tutto quello che stava usando sul ripiano davanti a me. Si prende un attimo di pausa e si siede sulla poltrona accanto alla mia.
<<Io vorrei tanto diventare un'attrice>> mi sussurra sognante, gli occhi le brillano e da ogni poro del suo viso traspare felicità.
<<Ma è bellissimo!>> Esclamo sorpresa ma affascinata al tempo stesso. <<Hai già studiato teatro?>> Domando, smaniosa di saperne di più, ma lei sembra quasi rabbuiarsi.

Si alza, tornando ad acconciare i miei capelli.
<<L'accademia costa tanto, i miei non possono permettersi una spesa così grande>> mormora affranta e mi dispiace aver toccato un tasto così dolente.
<<Mi dispiace, Sandy, non volevo...>>
<<Oh, non preoccuparti, Cat>> mi interrompe lei, sfoderando il suo solito sorriso gioioso e mi chiedo davvero se questa situazione non le pesi come vuole lasciar credere <<E poi, dovranno pur riempire la mia pagina di Wikipedia, no? Scriveranno che lavoravo per risparmiare soldi per l'accademia. Non è così ammirevole?>> Recita e le rispondo con un piccolo sorriso.

Nella mia testa, però, sto già macchinando qualcosa.
Vorrei poter contribuire a realizzare il suo sogno ma devo pensare ad un modo per farlo senza che lei si senta a disagio: voglio che quando arrivi all'obiettivo se lo goda a pieno, senza se e senza ma.
<<Ma basta parlare di me!>> Prorompe improvvisamente <<Quella catapultata in una commedia romantica sembri tu! Il cambio look improvviso della protagonista è uno dei momenti che preferisco maggiormente. È così avvincente! Ogni volta spero che quando si veda non deluda le mie aspettative...>> Sospira, ancora concentrata sul suo lavoro, e arrossisco leggermente.

<<Ma che dici? Quale commedia romantica?>> La rimprovero e ridacchia leggermente.
<<Certo, non pensavo che il tuo tipo fosse il cattivo ragazzo...Ti facevo più da perfettino! Ma devo ammettere che tu e Nicholas siete davvero carini, gli opposti si attraggono, vero?>>
Non so da dove iniziare a correggerla, dal momento che in una frase è stata capace di inserire una quantità innumerevole di affermazioni dubbie.

Ad esempio che mi piaccia il cattivo ragazzo, tanto per cominciare.
È vero, Nicholas a volte non è l'emblema della gentilezza, è sarcastico, insolente, scorbutico ed ha una lingua abbastanza tagliente.
Però quando lo guardo, o meglio, quando lui si lascia guardare, senza maschere, senza tutte le sue battutine e tutte le sentenze di cui spesso fa uso, capisco che è buono, è gentile e, soprattutto, che è fragile anche lui, sebbene non lo dia a vedere.
E cavolo, io vorrei saperne sempre di più di lui...

Più cose scopro e più mi sembra di non averne abbastanza: ho bisogno di avere la conferma di tutte queste cose che mi sembra di aver capito.
E davvero, forse dovrei correggere Sandy ma riflettendoci esito.
In qualche modo, conoscere quel lato di lui che tutti fanno fatica a scorgere mi fa sentire speciale.
Perché probabilmente chiunque farebbe fatica a credere che Nicholas ha comprato un peluche per me, che mi ha lasciato una rosa sul cuscino, che ama scrivere e che ha la risata più melodiosa del mondo.

Non quella che fa dopo aver recitato una stupida battuta da due soldi, ma quella vera, quella che gli viene direttamente dal cuore.
Quella sì che la ascolterei all'infinito...
<<Io, invece, cerco il principe azzurro>> quando smetto di pensare alla causa di tutti i miei recenti guai, nonché protagonista di buona parte dei miei pensieri, mi accorgo che Sandy sta continuando a parlare <<Dolce, gentile, che mi faccia sorridere quando sono triste e...>>

Il mio telefono, poggiato al lato delle mie gambe, si illumina e ad occuparne l'intero schermo è la foto di Alexander.
E adesso cosa c'è?
<<Ecco, lui ha proprio l'aria di essere il mio principe azzurro!>> Esclama Sandy, lanciando un'occhiata furtiva al display.
Roteo gli occhi e rispondo, trattenendo una risata.
<<Dimmi>>
<<Ehi, scricciolo, ogni tanto potresti anche ricordarti di avere una famiglia, non credi? Sì, mamma, ora te la passo, aspetta->> borbotta, facendomi sorridere <<Abbi pietà di me e manda qualche foto in più a mamma, altrimenti devo sorbirmela tutto da solo...E io, a differenza tua, non sono in vacanza!>>

<<Alexander! Non infastidire tua sorella!>> Lo rimprovera lei come quando eravamo ancora due bambini.
La solita aria di casa, un po' mi manca.
Tra poche settimane sarò di nuovo lì e, per quanto non veda l'ora di rivedere loro, sentirò la mancanza anche della routine degli ultimi due mesi.
In particolare di cinque ragazzi che l'hanno resa perfetta.

Spiegando a mia madre e mio fratello che non ero nelle condizioni di intrattenere lunghe conversazioni, liquido velocemente la chiamata con la promessa di farmi risentire presto.
Non è vero che non li chiamo mai, comunque! I soliti esagerati...

<<Quello è tuo fratello?>> Esclama Sandy che, intanto, mi ha guidato verso un altro angolo del salone e ha iniziato a limare le mie unghie. <<Dove lo tenevi nascosto? Me lo presenti? Mi vorresti come cognata?>> Domanda e mi dispiace spegnere così brutalmente il suo entusiasmo.
<<È fidanzato, Sandy!>>
Lei sbuffa e alza teatralmente gli occhi al cielo <<Lo sapevo che c'era la fregatura!>> Borbotta lei, immergendo le mie unghie in una coppetta piena di acqua tiepida. <<È una relazione importante?>>
<<Cercano una casa>>
<<Grandioso!>> Esclama ironica e, per quanto sia affezionata a Gwen, non riesco a fare a meno di ridere.

Alexander e Gwen erano colleghi di corso all'università. Lei ha dovuto lasciare tutto e trasferirsi in un'altra città per il lavoro del padre. Sono sempre stati amici, poi hanno provato ad avere una relazione a distanza.
Lei ha ricominciato l'università qualche anno più tardi, adesso sta per concludere il suo percorso e, non appena avrà finito, chiederà un trasferimento in un ospedale più vicino e i due andranno a vivere insieme.
Alexander non lo da a vedere ma da quando hanno messo a punto questo piano è sempre di buon umore.

Se lo merita, voglio che sia felice.

<<Perché rosse?>> Domando, notando che sta smaltando le mie unghie di un rosso estremamente intenso.
<<Ah, non so, chiedilo a Taissa! Ha detto che sa esattamente a cosa abbinarle!>>

E, infatti, quando Taissa arriva, porta con sé due buste giganti e sfoggia un sorriso che va da un orecchio all'altro.
<<I negozi di extra lusso nelle navi da crociera sono ancora più belli quando hai una carta di credito e non devi porti il problemi del budget!>> Esclama soddisfatta, poggiandole su un divanetto e posso solo immaginare quanto abbia speso.
Ho capito, sono ufficialmente povera!

Non oso immaginare cosa penseranno i miei: dopo una vita priva di spese ingenti e grandi investimenti, mutualmente scompaiono soldi dal mio conto.
Penseranno che io sia fuori di testa!
E chi lo sa? Al momento non darei loro neanche torto.
<<Volete vedere gli acquisti del giorno?>> Domanda in trepidante attesa e inizio a preoccuparmi.
Non sono sicura di volerlo fare effettivamente.

***

<<Oh mio dio>> boccheggio davanti allo specchio. <<Sono...>>
<<Bellissima?>> Si intromette Sandy.
<<Perfetta?>> Tenta Taissa.
<<No, intendevo dire che sono...>>
<<Una strafiga stratosferica?>>
<<Una bomba?>>

<<No, ragazze, sono nuda!>> Sbotto, concentrandomi sull'abbondante porzione di pelle che il vestito, sempre se così lo si possa chiamare, lascia scoperta.
<<Ma cosa dici? Sei fin troppo coperta!>> Pondera Taissa e non sono sicura di riuscire a lasciarmi convincere da questa sua obiezione.

Il "grande acquisto della giornata" altro non è che un vestito interamente nero, provvisto di uno scollo vertiginoso sul seno. A peggiorare la situazione, contribuiscono le due sottilissime bretelle che proseguono per tutta la schiena, lasciandola completamente scoperta, e lo spacco sulla gonna lunga.
Per lo meno non sembra pericolante, ma invece ha tutta l'aria di essere abbastanza stabile.

La seconda busta, invece, nascondeva un paio di Louboutin laccate nere.
Lo smalto, quindi, si abbina alla suola.
E al rossetto della medesima tinta che hanno steso sulle mie labbra.
<<Sono ridicola?>>  Più guardo la mia figura nello specchio, più non riesco a fare a meno di pensarlo.
<<No!>> Mi rimproverano in coro ma l'idea di uscire così da questa stanza incrementa la mia ansia.

<<Sono ridicola>> confermo, sedendomi su una poltroncina accanto. <<Io non ci vado, non so cosa mi sia saltato in mente>> perdo immediatamente tutto il coraggio che avevo acquisito.
L'obiettivo era catturare la sua attenzione, non lo nego, ma così è troppo evidente.
Lo capirebbe subito.

<<Catherine!>> Taissa si avvicina e si piega sulle ginocchia per essere alla mia altezza <<Vedila così: se tu e io fossimo nello stesso concorso, allora per la prima volta ingaggerei qualcuno del mio team per ridurre in brandelli il tuo vestito della sfilata in abito da sera!>> Esclama convinta e, onestamente, non so come dovrei interpretare la cosa.
<<Grazie?>> Più che un affermazione è una domanda e lei se ne accorge.

<<Ascoltami bene>> sussurra a denti stretti in tono minaccioso <<Non voglio sentire obiezioni, adesso ti alzi e ti fai valere...Ti assicuro che sei tutto tranne che ridicola, la faccia di quel troglodita te ne darà la prova!>> Tenta di convincermi ma non sono ancora del tutto certa di essere in grado. Ha davvero definito Nicholas "troglodita"?
Probabilmente captando la mia preoccupazione, Taissa tenta la sua ultima mossa.

<<In piedi!>> Ordina, cercando qualcosa nelle buste che pensavo fossero ormai vuote.
Tira fuori una bottiglia colma di liquido trasparente e lo versa in un bicchiere, porgendomela.

<<Che cos'è?>>
<<Tequila>>
<<E perché me la stai dando?>>
<<Così non pensi troppo a quello che fai!>> Si giustifica così e, dopo pochi secondi di esitazione, lo afferro e butto tutto giù con un unico sorso.

Brucia leggermente e strizzo gli occhi ma dura pochi secondi. Quando torno a mettere tutto perfettamente a fuoco, vedo Taissa che mi guarda sorridendo sorniona.
<<Dobbiamo ripagarlo con la sua stessa moneta, Cat. Quindi due sono le cose che devi fare: la prima, non fare la sottona>> mi dice e lo appunto mentalmente.
Non fare la sottona.
<<Okay. La seconda?>>
<<Sii più stronza che puoi! La sua fotocopia al femminile in pratica!>>

***

Quando Taissa bussa alla porta di Nicholas, mi fa un cenno di incoraggiamento e poi torna seria, sistemandosi i capelli.

<<Chi è?>> Domanda la voce di Simon dall'altro lato della porta.
<<Noi!>> Risponde presto la ragazza al mio fianco e immediatamente la serratura scatta, senza però che la porta si apra.
<<Hai visto che non c'era bisogno di innervosirsi? È arrivata...>>
<<È tardi>> lo sento borbottare e lo stomaco si contorce in preda all'ansia.
Taissa spalanca la porta senza attendere oltre e decido di darmi un contegno.

La sua figura è per i miei occhi una calamita: presto corrono da lui, impegnato a sistemare il polsino della sua camicia.
Non si sforza neanche di essere perfetto, lui lo è e basta.
Ma questa è una frase da sottona.
Rimangio tutto.

Raddrizzo le spalle, chiudendo la porta alle mie spalle, e affianco Taissa.
Subito avverto tre paia di occhi addosso e cerco di non mostrare il mio disagio a causa della situazione.
Perderei credibilità altrimenti.

La prima cosa che cattura la mia attenzione è lo sguardo stralunato di Cole: dischiude le labbra e mi guarda leggermente sconcertato.
<<Cat?>> Sembra quasi volere una conferma che si tratti di me.
Che esagerato!

Simon alterna imbambolato lo sguardo da me al suo amico e, non potendone fare altrimenti, lo guardo anche io.
Il suo sguardo brucia su ogni centimetro del mio corpo e mi sforzo di mostrarmi impassibile mentre lui mi studia meticolosamente.
Gli occhi si muovono lentamente, accarezzando la mia figura dal basso verso l'alto, e più salgono, più il mio stomaco va in subbuglio.

Quando sono pronta al contatto visivo, mi accorgo che tarda ad arrivare, perché Nicholas si sofferma prima sulle mie labbra perfettamente tinte di rosse.
Tremo pensando a quanto vorrei sentire ancora una volta le sue a contatto con le mie ma scaccio il pensiero.
Devo comportarmi come se fossi sicura di me e il primo passo per farlo è fingere che non mi importi di nulla.

Ascoltando non so quale dei tanti pensieri intrusivi, incurvo le labbra in un accennato sorriso soddisfatto e non mi sfugge il lieve istante di spaesamento che lo coglie sul momento.
Mi guarda negli occhi e mi mostro tranquilla, avendo avuto anche io la conferma di suscitare un certo effetto su di lui.
Deglutisce, poi inumidisce le labbra prima di parlare.

<<No!>> esclama con un tono che non accetta obbiezioni e spezza tutta la tensione nell'aria.
<<Cosa no?>> domando, consapevole di esprimere un interrogativo che interessa tutti.
<<Tu non vieni>> mi liquida velocemente, lasciandomi senza parole.

<<E chi lo dice questo?>>
<<Io>>
<<Non vuoi che ti accompagni?>> Domando con un obiettivo ben preciso, senza sforzarmi di perdere la compostezza.
Il mio cervello pensa velocemente e so già come tenergli testa.
<<No>> risponde lui, cascando in pieno nella mia trappola.
<<Bene!>> Esclamo sicura <<Vorrà dire che farò un giro al casinò con Taissa. Vero tesoro?>>

<<Certo!>> Risponde lei, reggendomi il gioco.
<<Avrò solo bisogno di un paio di Louboutin...>> aggiunge dopo, fissando le sue unghie smaltate di rosa.
<<Affare fatto!>> Concordo senza remore.
Nicholas alterna lo sguardo da me a lei e sospira profondamente.
Nessuno dei cinque parla e sto per farlo io ma qualcuno mi precede.

<<Fuori, tutti. Adesso>>
Esclama atono, mantenendo gli occhi fissi nei miei, e mi sento inchiodata al pavimento. Taissa, Cole e Simon si avviano verso l'uscita senza controbattere e, dopo aver sostenuto il suo sguardo un minuto di troppo, li imito.

<<Tu no>> capisco immediatamente che sta parlando con me e mi blocco immediatamente sul posto.

Restiamo così, io e lui, separati da poco più di un metro.
<<Mi spieghi qual è il tuo problema?>> Sbotto, non appena la porta si chiude.
<<Qual è mio problema?>>
<<Sì, hai sentito bene>> rispondo prontamente <<Fino a ieri non andavo bene per la parte e adesso metti in scena questa questo teatrino da fidanzato geloso?>> Gli rinfaccio la situazione e le sue labbra si schiudono in una risata.
No ma questo ha qualche rotella fuori posto!

<<E adesso perché ridi?>> Non riesco a trattenere la mia indignazione.
Lui si avvicina a me con passo felpato. Passo dopo passo, lo spazio che ci separa si restringe fino a scomparire.
<<Mi fa ridere che tu pensi che si tratti di gelosia>>
<<Non lo è?>> Inarco un sopracciglio e stringo le labbra mentre attendo una sua risposta. Quel movimento cattura la sua attenzione e gli occhi si precipitano ad osservarlo, facendomi vacillare.

<<No>> scuote la testa lui, senza distogliere lo sguardo e un fremito mi attraversa <<Non è degli altri che mi preoccupo>> adesso torna a guardarmi negli occhi.
<<Nicholas non sto capendo! Spiegati come si deve!>> Mi impunto, non riuscendo a capire dove voglia andare a parare.
In risposta, lui fa qualcosa del tutto inaspettato: si avvicina ancora e, chinandosi leggermente, affonda la testa nell'incavo del mio collo.

<<Io devo lavorare, Catherine>> sussurra sulla mia pelle.
<<Nessuno te lo impedisce>>
<<Sì invece, questo è un fottuto colpo basso. E lo sai...>> Mi incolpa e questa volta non ho intenzione di lasciarlo vincere così facilmente.

<<No, non lo so>> scandisco, abbassando lo sguardo sul suo viso e la lieve piega del suo sorriso mi riempie di tenerezza.
Le sue mani circondano i miei fianchi in una carezza leggera, priva di qualsiasi pressione.
<<Rubi tutta la mia attenzione, Rose>> spiega <<Come puoi anche solo pensare che con te in quella stanza io possa distogliere lo sguardo dalla tua figura e concentrarmi su altro?>>

Il mio ego sorride soddisfatto mentre tutto il mio corpo si bea della sua vicinanza.
<<Ce la farai>> gli sussurro, incoraggiandolo, e lui non risponde.

Il silenzio aleggia nella stanza e lo sento trarre un respiro profondo che riecheggia nell'intero ambiente.
Sembra quasi essersi dimenticato di tutta la fretta che aveva prima.
<<Ti ricordi quella volta che eri chiusa nel bagno di Garcia?>> Mi domanda all'improvviso e non capisco perché me lo stia chiedendo proprio adesso.
<<Certo>>
<<Quando mi hai chiesto come facessi a saperlo, ti ho mentito...>> il mio respiro si appesantisce quando, non appena finisce di parlare, lascia un piccolo bacio alla base del mio collo.

<<In che senso?>>
<<Ti ho detto che sapevo che il turno di pulizia era terminato e che Simon non trovava le chiavi e che da queste due cose ho tratto le mie deduzioni...>> Esita prima di continuare, quindi decido di incitarlo.
<<E invece?>>
<<Invece sapevo che eri lì dal momento in cui ci sono entrato: c'era il tuo profumo in ogni angolo di quella stanza>> lo sento sorridere a contatto con la pelle morbida e rabbrividisco, sforzandomi di non darlo troppo a vedere.
Lui riconosce il mio profumo?

Quindi non sono l'unica folle tra i due.
Buono a sapersi.
Restiamo in un silenzio rilassante ancora qualche minuto, poi, però, ricordo che si sta facendo tardi.
<<Nicholas>>
<<Mh?>>
<<Dobbiamo andare>> gli ricordo e, seppur sembri alquanto reticente all'idea, si allontana da me, tornando a guardarmi in viso.

<<Dobbiamo proprio?>> Azzarda.
<<Sì>>
<<Allora devo darti una cosa>> aggiunge, avvicinandosi al suo armadio per afferrare qualcosa e tornare indietro.
Abbassa lo sguardo sul pavimento e lo fissa per pochissimi secondo, prima di tornare a sfidarmi con lo sguardo.
<<Chiudi gli occhi>> sorride mentre lo dice e so a cosa sta pensando.
<<Che fai, copi?>> Lo prendo in giro e lui alza le spalle. Ciò nonostante, mi fido di lui e lo faccio. Una parte di me si aspetta di avvertire una lieve pressione sulle labbra ma mi sbaglio.

Afferra in maniera delicata la mia mano, voltandola con il palmo rivolto verso il basso. Sento qualcosa di freddo scivolare lungo l'anulare e il mio cuore perde un battito quando il mio cervello formula un'ipotesi di quello che possa essere.
<<Adesso puoi aprirli>> fortunatamente non mi lascia troppo tempo sulle spine e i miei occhi corrono sulle mie dita.
Quello che metto a fuoco mi lascia senza parole.

<<Oh merda!>> La mia mascella tocca terra e sento che mi stanno per uscire gli occhi dalle orbite.
Un anello di fidanzamento brilla sulla mia mano e non penso di averne mai visto uno così bello.
C'è uno zaffiro nel centro ed è contornato da tanti piccoli diamantini che producono un intenso scintillio riflettendo la luce. <<Oh mio dio!>> Lo guardo ancora e ne resto ammaliata.
<<Perché?>> Gli domando riscuotendomi da quello stato di ammirazione.

<<Non vorrei che a qualcuno venissero strane idee in mente vedendoti>> mi sorride lui, mostrando il suo lato calcolatore. Sono sul punto di rimproverarlo ma mi anticipa.
<<Ti piace?>> Mi chiede e sono certa che non sia una vera domanda.
<<Se mi piace?>> Guardo prima lui, poi l'anello, e viceversa.

<<Cazzo, Clarke, la stai rendendo estremamente difficile per chi me lo chiederà davvero!>> Esclamo e non nego che, in minima parte, la mia risposta sia finalizzata ad ottenere una sua reazione.

Mi guarda con un sorriso goliardico, capendo il mio gioco, e scuote la testa, spintonandomi leggermente.
<<Che stronza>>
<<Quindi ammetti che c'è un problema di gelosia?>>
La sua risata riechieggia sul mio viso quando afferra la mia mano e lascia un bacio sul palmo senza distogliere lo sguardo dal mio.

La intreccia con la sua e vado a fuoco per la dolcezza e la spontaneità con cui lo fa.
<<Catherine>> mi sussurra, avvicinando il suo viso al mio, senza però rispondere alla mia domanda.
<<Sì?>>
<<Sto per baciarti>> mi avvisa e sorrido entusiasta, facendo sì che anche il suo sguardo si illumini di gioia.

Si china ancora di più e, quando è a pochi centimetri dalle mie labbra, un improvviso suono ci distrae.
<<È tardi!>> Intima Simon dall'altro lato della porta e vedo Nicholas lasciar ricadere il capo indietro, biascicando frasi poco comprensibili.
Mi sforzo e, quando capisco, gongolo divertita.
<<Lo ammazzo, lo giuro>>

***

Due parole: che noia.

Io davvero giuro che non vorrei darla vinta a Nicholas e ammettere che si tratti di una noia mortale ma...Che noia!
Non mi piace proprio questa serata!
Nicholas si sposta da un tavolo all'altro con lentezza e, mentre perdo il conto di quante volte abbia vinto o perso, inizio a chiedermi perché la me del passato ci tenesse così tanto ad essere presente.
Questa è tutta colpa dell'orgoglio!

Seduta al bancone, scambio qualche chiacchiera con Simon e Cole che, munito di camicia e smoking, si è unito a noi per farmi compagnia.
O per stare con Simon.
Il mio orgoglio continuerà a credere che l'abbia fatto per me.
Ovvio.
<<Indovina chi non ti toglie gli occhi di dosso?>> Mi canzona Cole con lo sguardo fisso oltre le mie spalle.
L'entusiasmo mi pervade e per poco non mi strozzo con la mia Coca-Cola.
<<Davvero?>> Sussurro, probabilmente con la stessa espressione di un personaggio Disney che non riesce a credere a ciò che gli hanno detto.

<<Ah-ah>> annuisce lui, continuando a sbirciare ciò che io non posso vedere.
Con il desiderio di coglierlo in fragrante, mi volto con rapidità e incontro gli occhi più belli che abbia mai visto. Rispondo con un sorriso al suo sguardo ricolmo di adorazione e lui ricambia, scoccandomi un'occhiolino che mi manda in brodo di giuggiole.
<<Su! Forza! Vai da lui>> mi suggerisce Cole e, per quanto vorrei davvero farlo,
c'è qualcosa che mi fa desistere.
<

<No, forse è meglio di no>>
<<Hai paura?>> Mi punzecchia Cole e, cavolo, sì, ho paura di compiere anche un minimo passo e di sbagliare.

<<No>> mento, perché ormai sto recitando una parte ed è l'unica cosa che è in grado di rincuorarmi.
<<Allora vai>>
Lancio un'altra occhiata a Nicholas e mi accorgo che lui non ha minimamente spostato lo sguardo.
Sorrido intenerita, sempre più convinta.
<<Vado>>

Salto giù dallo scomodo sgabello su cui ero appoggiata e con passi tremanti mi avvicino a Nicholas. Il suo sguardo sembra brillare qualche secondo quando capisce e il mio stomaco è ufficialmente invaso da un miliardo di farfalle che svolazzano bellamente.
Manca sempre meno e non mi stupisco quando la mia pochette mi sfugge dalle mani.
Ecco, stava andando tutto fin troppo bene!

<<Ovviamente>> borbotto sprezzante, piegandomi per afferrarla ma un'altra mano entra nella mia visuale e mi precede, sollevando la borsa da terra e porgendomela.
<<Grazie>> sussurro in imbarazzo e la afferro, seppur alquanto goffamente.

<<Non mi piace quello che sto vedendo>> scherza Edgar, indicando con cenno del viso la mia mano, e deduco che si riferisca all'anello.
Mi dispiace per lui, perché a me piace fin troppo!

<<Oh, questo. Sì, beh, ecco...>>
Una mano si posa sul mio fianco e, sebbene ci sia il tessuto a separarla dal mio corpo, mi sembra quasi di sentire il suo tocco sotto pelle.
<<Perché mi fai aspettare così tanto?>> Mi sussurra all'orecchio Nicholas e so per certo che lo stia facendo di proposito.

Arrossisco, visibilmente in imbarazzo, ma tento di non darlo a vedere.
<<Ah>> aggiunge poi atono, in maniera così meccanica che è facile capire che avesse già programmato di dirlo <<Tu>> sorride fintamente al ragazzo di fronte a noi.

<<Già...Proprio io>> conferma lui in tutta risposta e ciò che segue la sua voce non è altro che un prolungato silenzio imbarazzante che è lui stesso a interrompere.
<<Un old fashioned...>> recita, alludendo al bicchiere che Nicholas stringe tra le mani.
<<Ti consiglio di fare attenzione...Me ne hanno versato uno addosso poco tempo fa...La macchia non va via>> Spiega e ricordo perfettamente quel momento. Quello che però mi mette allerta è il tono con cui lo sta dicendo.
È come se avesse un fine ben preciso e questa fosse solo una premessa...

<<Davvero?>> Chiede Nicholas e mi sembra quasi che non si tratti di una vera domanda. Infatti riprende a parlare subito dopo. <<Che peccato! La gente è davvero distratta al giorno d'oggi>> scuote la testa bevendo un sorso dal suo bicchiere e le sue labbra si distendono in un sorriso affilato.
<<O magari sei tu che ti stavi concentrando sulla cosa sbagliata>> aggiunge subito dopo.

Gli sguardi di fuoco che si stanno scambiando e i momenti di silenzio carichi di tensione fanno sì che il mio cervello cominci a macchinare teorie poco realistiche.
Non può essere stato lui...
È stato davvero troppo tempo fa...

<<Vale la pena di distrarsi a volte, se lo si fa per una buona causa>> gli occhi di Edgar saettano verso di me e sento la presa di Nicholas farsi sempre più salda sul mio fianco.
<<Hai ragione>> conviene lui in tono amichevole <<Anche io tendo a distrarmi se nei dintorni c'è la mia Catherine>> si allontana di un passo e rigira una ciocca dei miei capelli tra le dita <<La guardo e non capisco cosa possa aver visto in me>> parla con lui ma per tutto il tempo guarda me e tutto ciò mi mette in estrema difficoltà.
<<Soprattutto adesso che mi ha detto sì, credo di non essermi mai sentito più completo di così>>
Sento che potrei svenire all'istante.

<<Che dire? Sono proprio un bastardo fortunato!>> Esclama, tornando alla posizione iniziale, e sorridendo beffardo.
Se prima avevo bisogno di una qualche conferma, adesso non ci sono più dubbi. Ma come gli è saltato in mente?

***

<<Sei stato tu!>> Non appena Edgar si allontana, trascino Nicholas verso l'esterno della sala. Quasi come se lo immaginasse, lui non oppone resistenza
<<A fare cosa?>> Mi volto, rimproverandolo con lo sguardo, e ciò che trovo è un sorriso angelico che mi permette di capire che è tutto tranne che innocente.
<<Nicholas!>>

Entro nella prima porta che trovo davanti e capisco troppo tardi che si tratta di un bagno.
Nicholas mi sorride allusivo, spostando lo sguardo da un lato all'altro della stanza. <<La vuoi smettere?>>

<<Si vedeva lontano un miglio che non ti piaceva, non c'è bisogno che mi ringrazi...Quel tipo ha davvero uno strano problema con le sue mani. Dico io, che cazzo ti tocchi?>> si giustifica lui e anche questa volta cerco di metterlo in difficoltà.
<<Magari non piaceva a te>>

Gli sussurro e non si scompone. Alza le spalle, guardandomi con occhi furbi e ridenti, e non nega né conferma quello che ho appena detto.
<<Devo andare, sto seguendo un paio di persone>> si avvicina, afferrando il mio viso per scoccarmi un veloce bacio sulla guancia che basta a riempirmi di felicità.
Cosa aveva detto Taissa?
Di non fare la sottona, giusto?
Credo di star fallendo.

Va via e mi volto per sbirciarlo mentre si allontana. Sfoggia un piccolo sorriso e scuoto la testa divertita nel vederlo.
A passi lenti torno da Cole che ha assistito alla scena di poco prima e arriccia le labbra con disappunto.
<<Quel guastafeste!>> Mastica a denti stretti e capisco presto che si riferisca a Edgar.
<<Cole!>> Lo rimprovero.
<<Cosa c'è? Qua c'erano dei presupposti fantastici...Non dirmi che a te non dispiace?>> Inarca un sopracciglio e mi scruta con attenzione.
<<Perché dovrebbe?>>

<<Sarà...>> Cole alza le spalle vago e lascia cadere il discorso. Lo ringrazio mentalmente e aspetto ancora che Nicholas abbia terminato il suo giro di ricognizione per tornare in stanza.
D'ora in poi non lo aiuto più!
E non conta nulla che non me l'abbia chiesto lui questa volta.
Sto tranquillamente scambiando qualche chiacchiera con Simon, quando un suono rimbomba inaspettatamente nel mio orecchio e per lo spavento lancio un acuto gridolino, traballando sullo sgabello.

<<Tenete sotto controllo l'ingresso sulla destra. Sto seguendo il signor Jhonson e non voglio rischiare che qualcuno mi veda...>> Ci informa Nicholas prima di dileguarsi di nuovo.
Ed è quello che facciamo: fortunatamente nessuno sembra intenzionato ad abbandonare la sala.
Trascorsa un'abbondante mezz'ora, proprio quando i miei muscoli si rilassano perché probabilmente il mio intervento non sarà necessario, Simon si palesa davanti ai miei occhi.

<<C'è il vostro amico>> scatta preoccupato <<Sta uscendo adesso>> continua, frenetico, e avverto una leggera nota di panico contornare le sue parole.
Volto il viso in quella direzione e capisco a chi si stesse riferendo: Edgar cammina a passo svelto proprio verso l'ingresso della sala e nel giro di pochi secondi sarà esattamente dove Nicholas ci ha detto di non far andare nessuno.
Oh no!

Balzo dalla sedia, quasi dimenticando di avere i tacchi ai piedi, e il più velocemente possibile mi avvicino a lui.
<<Edgar!>> Cerco di attirare la sua attenzione per farlo desistere.
<<Catherine!>> Girandosi, mi guarda sorpreso. <<Scusami, mi stanno chiamando->>

<<No!>> Lo fermo io, facendo mente locale per trovare il prima possibile qualche argomento in grado di catturare la sua attenzione e trattenerlo <<Volevo dirti che mi dispiace per come si è comportato prima Nicholas, lui non c'è l'ha con te>> oddio, non credo proprio <<È semplicemente fatto così: è un po' diffidente e->>
<<Catherine, davvero, ne riparliamo dopo, io->>

Entro completamente in panico quando si sposta ancora e con velocità colmo la distanza tra noi due.
<<No, tu non puoi andare!>> Urlo e ho paura di aver fatto un passo falso.
<<Perché?>> Chiede lui con un cipiglio sul viso, il telefono ancora vicino all'orecchio.

Senza pensare troppo, afferro il suo viso tra le mie mani e lo avvicino al mio, eliminando del tutto la distanza tra noi e unendo le sue labbra con le mie.
Un forte stato di agitazione mi coglie in immediato e sono costretta a ripetermi che lo sto facendo per una buona causa.
E che Nicholas capirà.

Edgar si immobilizza.
Con una strana sensazione all'altezza dello stomaco, apro gli occhi per perlustrare la situazione, e tutto ciò che vedo sono un paio di occhi color cioccolato che strabuzzano, sorpresi, nel registrare la situazione a cui stanno assistendo.






***

Amicii💞
Oggi per me è una giornata abbastanza speciale, considerando che un anno fa questa storia ha smesso di essere solo mia ed è diventata piano piano sempre un po' più nostra.
💓

Con questo capitolo siamo ormai a -9 dalla fine e sapere che il numero che ci separa dalla fine è ufficialmente ad una sola cifra un po' mi rattrista.
Non sono in grado di immaginare la mia attuale routine senza Catherine e Nicholas a farne parte.

Avrei voluto pubblicare questo capitolo lunedì e oggi postarne uno in più ma sono ricominciate le lezioni e ho trascorso praticamente tutta la mia settimana in università, quindi mi scuso per l'attesa
:(((💔

Come state??
E poi...

Come state dopo questo finale?
Ve lo aspettavate? È arrivato senza dire nulla🌚

Però non ci sono numeri...

💓Spero vi sia piaciuto💓
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, sono sempre felice di sentire le vostre opinioni/congetture.
Un abbraccio

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