Sibylline

By MysticsMidnight

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Abigail si ritrova immersa in un'esperienza surreale e inquietante, affrontando visioni misteriose che offusc... More

Ciao Ember, ti sono mancato?
Hai mai fatto del male a qualcuno, Abigail?
Io non sto giocando
Che tipo di persona farebbe una cosa del genere?
Bentornata a Carraghaven
Se fossi una brava persona ti chiederei il permesso
La tua vita si spezzerà con il suo aiuto.
Avrei dovuto scoparti e gettarti via
Se non ti svegli dovrò baciarti.
Voglio vedere quello che ho fatto
Alleati con me, Ember.
La festa è annullata
Un libro di cucina?
Presto diventerai polvere
Ho tre regole e farai bene a rispettarle
Hai capito che effetto mi fai?
Ti offro una tregua

Credo di averlo ucciso

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By MysticsMidnight

"Talvolta, ahimè!, la coscienza dell'uomo sopporta un fardello così pesante di orrore che può essere scaricato solo nella tomba. Così l'essenza di tutti i crimini resta sconosciuta."
Edgar Allan Poe

ABIGAIL

"Avanti Abs, quel ragazzo ti sta mangiando con gli occhi da tutta la sera" Ma di che stava parlando?

"Divertente, non è me che sta guardando" notai lo sguardo del ragazzo rivolgersi verso me e poi Mona. Tipico, pensai tra me e me.

"Oh non credo proprio, vieni." Mi prese la mano. "Voglio farti conoscere alcune persone, quei ragazzi sembrano davvero interessanti"

Decisi di assecondarla e per buona parte della serata, la festa si rivelò essere una piacevole sorpresa.
Mi resi conto di aver giudicato in modo errato alcuni amici di Connor e capii che avevo commesso un errore. Alcuni di loro, in modo del tutto inaspettato, offrirono gentilmente dei drink sia a me che a Mona. Era un gesto a cui non ero abituata. Era evidente che le cose erano cambiate nell'ultimo anno, soprattutto dopo l'esperienza con Colin. Maledizione, perché stavo ancora pensando a lui?

Scossi la testa, cercando di allontanare i pensieri che minacciavano di offuscare la mia serata. Presi il bicchierino contenente tequila seguendo le sue parole con attenzione, forse lasciarsi andare in quel modo non era la scelta più ragionevole, ma in quel momento sentivo il bisogno di smettere di pensare e di liberarmi dei pesi che mi affliggevano.
Quindi, senza pensarci troppo, feci scivolare il liquido nella mia gola e quasi lo rigettai per il bruciore che mi attraversò.

"Ma come diavolo fate a bere questa roba?" esclamai in una smorfia di disgusto sul viso.

Mentre cercavo di riprendermi dalla sensazione sgradevole, sentii le mani di un ragazzo afferrare le mie. La sua presa era decisa, ma gentile.

"Balliamo?"

Non lo conoscevo bene, sapevo solo che il suo nome era Levon e frequentava l'ultimo anno.
Cercai di ricordare se quella sera di Autunno fosse stato presente ma non riuscii a visualizzarlo nella mia mente.

La situazione sembrava essere a mio favore e decisi che sarebbe stato divertente ballare con lui. Senza pensarci due volte, mi lasciai trascinare nella melodia, mentre Mona si divertiva a ballare con un altro ragazzo.

Era strano, decisamente inusuale e non sapevo nemmeno quanto fosse ubriaco in quel momento per stare in mia compagnia.

"Sei la sorellina di Connor? parla spesso di te, sai? Non credo che sarebbe d'accordo su quello che stiamo facendo"

"E cosa stiamo facendo?"

"Ci stiamo conoscendo meglio." Sussurrò al mio orecchio. "Sono Levon ma tu puoi chiamarmi Levi"

"Abigail"

"E dimmi Abigail, qual è la cosa che ti spaventa di più? sembri un pesce fuor d'acqua, senza offesa."

"Oh, ti ringrazio.
Non mi piace questo genere feste, abbiamo un rapporto complicato."

"Le feste dove ti diverti?" Mi chiese in tono divertito.

"In un certo senso" Mormorai quando mi fece aderire con il corpo contro il suo. "preferisco decisamente ambienti più tranquilli e intimi"

"Magari" sussurrò contro di me con un tono giocoso "posso farti cambiare idea sul divertimento e mostrarti un modo diverso di vivere le feste, in modo che anche tu possa divertirti"

Mi fece fare una giravolta su me stessa ritrovandomi pochi secondi dopo contro il suo petto.

"Lasciati andare"

I suoi occhi brillarono di sfida, e mi resi conto che c'era qualcosa di affascinante in quell'invito. Era come se volesse spingermi a superare i miei limiti, a esplorare nuove possibilità.

"Non credo che..."

"Cosa non credi?"

Continuai a danzare con lui, sentendo la sua mano sfiorare delicatamente la mia coscia, e le sue labbra sussurrare dolcemente nell'orecchio.

"Ti stai divertendo, vero? Lasciati andare"

Mi sentivo osservata, e quando lanciai uno sguardo attraverso la stanza, notai Colin che ci fissava, o meglio, stava fissando il volto di Levon. Il bicchiere tra le sue mani si strinse così tanto che sembrava pronto a frantumarsi da un momento all'altro.

"Hai un culo da favola, Abigail"

Quel commento mi fece alzare un sopracciglio.
Doveva farmi sorridere o eccitare? erano queste le attenzioni di cui parlavano sempre le mie compagne di scuola?
Certo, non potevo pensare che non mi facesse piacere essere considerata desiderabile, ma in quel momento pensai che avrei voluto solo dargli un pugno.

"Ma che cazzo fai?!"

Aspetta... l'avevo colpito sul serio?

Che diavolo era successo?
Non feci in tempo a dire niente che sentii nuovamente quel profumo invadere la stanza e Levon a terra agonizzante e con la bocca sporca di sangue.
Il mio pensiero andò verso il Campbell di mezzo.
Era stato lui?
Impossibile, Colin era troppo lontano, dovevo essere stata io, ma come?

"Chiamate un'ambulanza, fermate la musica!"

Mi abbassai verso il corpo di Levon. Urlai spaventata, non potevo aver fatto qualcosa di simile senza essermene accorta.

"Mio Dio..."

Tremai quando mi resi conto che stava morendo.

"Cos'è successo?"

Il mio cuore martellava nel petto mentre cercavo freneticamente una spiegazione. La stanza sembrava diventare sempre più soffocante. Dovevo fare qualcosa, subito.
Ci furono delle urla e il panico si diffuse rapidamente attraverso la folla.

"Dimitri!"

La musica fu finalmente spenta bruscamente, e tutti si voltarono a guardare sconvolti, in direzione del ragazzo riverso a terra nel suo stato agonizzante.

"Abigail, che cazzo è successo?!"

Gli sguardi accusatori e increduli si posarono su di me, mentre cercavo disperatamente di spiegare cosa fosse accaduto. Le voci si mischiarono in un caos confuso mentre la mia mente era ancora in preda al terrore e alla confusione.

"Portala via"

Non riuscivo a capire chi stesse parlando.
Venni presa bruscamente per un braccio e con forza mi sentii trascinare lontano da quella scena.

Ero frastornata e incapace di poter dire qualcosa in quel momento. Avevo fatto del male a Levon?

"Click, Click, Chick."

Dannazione, ancora quel suono.
Stavo impazzendo, stavo decisamente perdendo la testa.

"Guardami"

Una voce familiare risuonò, e nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono, l'oscurità mi avvolse, facendomi perdere i sensi.

3 anni prima

"Non lo so perché sono qui"

Poggiando la mano sulla sua spalla, fissai la sua schiena mentre chiudevo la porta di camera sua alle mie spalle. Mi aveva evitata per tutto il giorno e non riuscivo a capirne il motivo.
Con cautela, mi avvicinai abbassandomi nel tentativo di toccarlo leggermente, ma si allontanò appena capì il mio gesto.

"Vattene Abigail"

Andarmene?
Come poteva dirmi questo?
Lo feci voltare verso di me e appoggiai la mano sulla sua guancia delicatamente.
Non capivo che cosa stesse succedendo ma odiavo quella situazione.

"Cole... per favore, sono io, la tua Ember"

"So benissimo chi sei e devi andartene, non ti voglio qui, non possiamo più vederci"

"Ma di che cosa stai parlando? perché mi eviti?"

Guardai nei suoi occhi, notando un'inspiegabile differenza nel suo comportamento. Colin non mi aveva mai trattata in quel modo, e quel suo sguardo inquietante mi metteva quasi paura.

"No, non voglio, lei non vorrebbe questo"

Desideravo aiutarlo, ma non sapevo come. Presi quindi un respiro profondo e lo accarezzai delicatamente quando la voce di qualcun altro catturò la nostra attenzione.

"Dobbiamo parlare, Abigail lasciaci da soli"

"Cosa... no! Non posso lasciarlo in queste condizioni"

Dissi con determinazione.
Colton si avvicinò, costringendomi ad alzarmi e guardandomi intensamente negli occhi.
Rimasi immobile davanti a lui nel notare la rabbia celata che teneva dentro.

"Colton, per favore... non potete cacciarmi in questo modo, non ho fatto niente per meritarmelo"

"Non hai fatto niente? sei davvero così ingenua?" Sentii il suo tono sarcastico.

In quel momento Colin si alzò, e si posizionò dietro di me, fissando intensamente il fratello maggiore. La situazione stava diventando spaventosa, eppure non riuscivo a capire il motivo.

"Devi andartene. Ora."

Minacciò sussurrando nel mio orecchio, e sentii un brivido lungo la schiena.
Stavo tremando.
Mi sentivo incapace di fare qualsiasi azione.

"Io..."

Quando la porta si aprì di colpo saltai spaventata e indietreggiai involontariamente, finendo per sbattere contro il petto di Colin. Non osai guardarlo, ma potevo percepire la sua crescente ira.

"Fidati di me, non puoi aiutarlo in questo momento"

Un sorriso ambiguo si dipinse sul volto di Colton, e improvvisamente mi sentii spinta fuori dalla stanza.

Presente

Mi svegliai con un fortissimo mal di testa, tanto che quando aprii gli occhi faticai a mettere a fuoco.
Portai istintivamente una mano alla tempia e la sentii bagnata.
Quando cercai di alzarmi, la stanza iniziò a girare sentendomi costretta ad appoggiarmi a qualcosa o meglio a qualcuno.

"Bentornata tra noi, piccola Ember"

Mi guardai attorno e notai di essere nella mia stanza.
Colin era seduto sul mio letto, che accidenti ci faceva lì? mi aveva portata lui in camera?

"Cosa... cosa ci fai qui? dobbiamo tornare giù, Levi... Levon devo salvarlo, è in pericolo"

Lui sembrò guardarmi come se fossi pazza.

"Levon?" Replicò. Sembrava infastidito.

"Il ragazzo con cui stavo ballando, l'ho colpito e credo di averlo...credo di averlo ucciso"

Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance mentre i ricordi affioravano in modo confuso.
Ero agitata, e come non mi succedeva da molto tempo cominciai a parlare in modo quasi frenetico, tremando agitata.
Colin assunse un'aria più seria nel portare le mani contro le mie spalle.

"Siediti e calmati, stai delirando"

Disse nell'incrociare lo sguardo al mio.

"Posso assicurarti che non hai ucciso nessuno.
Sono stato con te per tutto il tempo e l'unica persona che hai ferito, piccola Ember, sono io"  Disse con quel suo tono sarcastico.

"No, io non ho ballato con te, ero con Levon, ne sono certa"

"Dovrei esserne geloso?
Dopo che abbiamo discusso sono venuto a cercarti e ti ho chiesto di ballare, hai accettato e poi dopo aver bevuto l'ennesimo cocktail, fidati che non reggi per niente l'alcol, mi hai dato uno schiaffo pensando che fossi un malintenzionato.
Poi sei scappata via e sei svenuta. Ecco, tutto qua, dovresti scusarti; ho ancora la guancia rossa."

Il suo racconto sembrava sensato, forse fin troppo.
Questa era la prova che stavo lentamente perdendo la ragione?

"Quindi Levon sta bene?"

"Che io sappia, non esiste alcun Levon o Levi a scuola o nella cerchia di tuo fratello e spero nella mondo, è davvero un nome di merda."

Qualcosa non quadrava, e forse avrei dovuto riposare di più.
Avevo ballato con Colin e l'avevo colpito, come potevo non ricordarlo?
Mi sentivo sopraffatta da tutte quelle sensazioni, tanto che non mi accorsi subito della sua mano posata sulla mia guancia.
In quel momento sembrava essere tornato il mio Cole, era possibile? Stavo immaginando anche quello?

"Forse ho esagerato con l'alcol, scusami"

Dissi a mia volta e socchiusi appena gli occhi nel godermi quella specie di tregua momentanea tra di noi.

"Interessante, ti stai davvero scusando Ember?"

"Colin io..."

Appoggiai la mano sulla sua e respirai profondamente ricordando il sogno vivido e reale che avevo appena fatto.
Sapevo benissimo però che quello non era sta un reale sogno ma un ricordo che faceva male, molto male.

"Tu?"

Avrei voluto chiedergli di spiegarmi il motivo del suo comportamento e del suo odio verso di me, ma non lo feci.
Rimasi in quel silenzio per alcuni minuti finché lui non sembrò riacquistare il suo solito sguardo, come se avesse ripreso coscienza di ciò che stava facendo.

"Riposati, la festa è ancora in corso ma nessuno ti disturberà a meno che tu non lo voglia"

Si allontanò da me e si chiuse la porta dietro una volta uscito.

"Non ci sto capendo più niente"

Mormorai esausta.

COLIN

"Vuoi dirmi che cazzo è successo?"

Mi voltai a guardare mio fratello.
Sapevo benissimo ciò che aveva visto ma non me importava niente in quel momento.

"Volevi rovinare tutto?" Mi guardò furioso, non potevo negare quanto la cosa infondo mi divertisse.
"Hai la minima idea del rischio che hai corso?" Aggiunse.

"Hai finito? Ho sistemato la questione"

"Sistemato la questione" si mise a ridere nervoso. "Noi abbiamo sistemato la questione, tu le hai permesso di vedere e adesso dovrai occuparti del corpo"

"Per quanto mi riguarda potete anche bruciarlo"

Connor si avvicinò a noi e con lui anche Asher, il coglione di Thomas e Chandler.

"Abigail non deve saperlo, non è ancora il momento" Affermò Connor con aria preoccupata per poi aggiungere "Forse non sei ancora pronto"

A quel punto qualcosa scattò in me.
Fanculo le gerarchie, pensai.

"Stronzate.
Sono il migliore qua dentro ed è mio diritto per nascita, lo sapete benissimo"

"Devi controllarti, Colin. Non voglio più ripetertelo"

Abbassai lo sguardo sulla chiazza di sangue di quel Levon.
Mi accovacciai su di essa e passai le dita sul liquido scarlatto nel portarlo alle labbra.

"Essere inutile"

Pronunciai quelle parole e alzai lo sguardo su Colton e gli altri.

"Prima o poi lo scoprirà, non importa quanto ci proveremo"

"Quando accadrà dovrà fare una scelta" disse Chandler.

"Peccato che non ne abbia una" il tono di Thomas mi fece alzare gli occhi su di lui.

"Stanne fuori se non vuoi fare la sua stessa fine" dissi riferendomi a Levon.

L'avrei ucciso senza alcun problema se Connor non mi avesse allontanato dal gruppo.

"Tienila fuori da tutto questo, non può riviverlo di nuovo"

Vedevo la sua preoccupazione e potevo sentire la sua paura.
Sapevo che Abigail doveva rimanere all'oscuro di tutto, almeno per il momento.

"Dov'è Mona?"

"Me ne sono occupato io"

Mi misi a ridere a quelle sue parole nel capire perfettamente.

"Te la sei portata a letto?" chiesi incuriosito "Mi chiedo che cosa potrebbe pensare Charlie di tutto questo"

"Divertente, ora andiamo a sistemare questo casino e spero di essere stato chiaro"

"Oh! Limpido e cristallino"

"Non dovrà più succedere niente di simile. Se accadrà ancora e verremo a saperlo, sarai assolto da ogni incarico, non importa cosa dice il codice"

"Lei è già in pericolo"

Che dire? una festa decisamente movimentata.
Oggi sperimentiamo qualcosa di diverso, che dite?
Che cosa ne pensate della scelta di usare le "" ? ho voluto provare e non so, mi sembra più fluida la lettura.

Vi lascio qui sotto la foto di Levon, chissà! Forse lo rivedremo più avanti o forse no.

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