Under the same night sky

By WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

35. A cuore aperto

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By WiseGirl_03

Open up your heart to me now
Let it all come pouring out
There's nothing I can't take

***

Una parte di me continua a credere che si tratti di una pura e semplice allucinazione uditiva, non mi sembra possibile il contrario, l'altra invece sta sclerando interiormente.
L'unico genere di festeggiamento che posso permettermi, dal momento che il mio corpo è come se fosse congelato.
Un cubetto di ghiaccio, ecco come mi sento...

<<Cosa?>> La mia voce è flebile e tremante, deglutisco e lo guardo con gli occhi sbarrati.
La mia reazione lo fa sorridere.
<<Hai sentito>> risponde sicuro di sé <<Non vorrai tirarti indietro proprio adesso?>> mi sfida con lo sguardo, incrociando le braccia al petto, con il tessuto della camicia che si flette al suo movimento.
E io non me lo faccio ripetere.

Prendo coraggio, cercando di ignorare il lato di me che ripete che si tratta di una sciocchezza di dimensioni galattiche, e cammino a passo svelto nella sua direzione.
I miei passi sul sentiero in pietra scandiscono i secondi che servono a me per raggiungerlo e il fatto che i nostri occhi non si perdano di vista neanche per un secondo mi dà sicurezza e allo stesso tempo mi intimorisce.
Abbastanza paradossale ma è esattamente quello che sto provando adesso.

Giungo a pochi centimetri da lui e la velocità dei miei passi diminuisce spontaneamente: più mi avvicino, più perdo quel coraggio che sta muovendo i miei piedi.
Lui non si sposta di un centimetro, aspetta che sia io a raggiungerlo e a fare la prima mossa. L'unico movimento che compie è quello di sciogliere l'intreccio delle sue braccia e immergere le mani nelle tasche del suo pantalone.

Quando a dividerci è meno di un piccolo passo, mi fermo e aspetto una sua reazione che non tarda ad arrivare.
Le sue mani si posano sulla mia vita e mi spingono più vicina a lui.
Strozzo un sussulto quando il mio petto si scontra con il suo e le sue dita si spostano dall'alto verso il basso in un gesto lento che mi distrae.

Realizzo quanto sia grande la vicinanza dei nostri visi ed è il momento in cui entro ufficialmente in panico.
Stiamo per baciarci.
Sta per succedere.
Adesso.
<<Sai? Forse non siamo del tutto in noi. Tu hai bevuto? Perché io ho bevuto e forse è quello che ci sta condizionando>> straparlo e vacillo quando vedo il modo famelico in cui sta osservando le mie labbra <<Voglio dire...In condizioni normali non saremmo mai finiti in questa situazione. Non credi? E poi dicono che ai matrimoni la possibilità di->>

<<Catherine>> sussurra il mio nome con un accenno di divertimento, gli occhi che sembrano brillare.
<<Sì?>>
<<Stai un po' zitta>> posa una mano sul mio mento e solleva il mio viso per far collimare le nostre labbra.

Chiudo gli occhi di riflesso, pensando soltanto a lasciarmi andare.
Forse è vero, in un'altra situazione non saremmo mai arrivati a questo momento, ma a maggior ragione devo godermelo quanto più possibile.
Ed è quello che farò: alle conseguenze ci pensero più tardi.

Le sue labbra morbide sfiorano appena le mie, non si stanno neppure toccando del tutto ma già sento il mio cuore in fibrillazione.
Sta accadendo.
Sta accadendo davvero.
Non si tratta di un sogno o di pura immaginazione: sono con Nicholas, indosso la sua giacca, sono immersa nel suo profumo, le sue mani si spostano sul mio corpo e le sue labbra sono a millimetri di distanza dalle sue.
Ed è tutto vero.

<<Catherine! Catherine! C'è la...>> Quando sento la voce di Sandy mi allontano di scatto da Nicholas e ammetto che farlo mi richiede uno sforzo non indifferente.
Sandy arriva correndo e si blocca non appena si rende conto della situazione in cui ci ha sorpresi <<Torta>> sussurra, alternando gli occhi da me a Nicholas, il quale mantiene lo sguardo basso e le mani in tasca.
<<Oh merda, scusatemi, non pensavo che voi due foste insieme!>> Continua a spostare lo sguardo tra me e lui, gesticolando in modo frenetico <<Fate come se io non fossi mai venuta qui, va bene? Non ho visto nulla>> straparla, preannunciando la sua fuga. Nicholas sposta un sassolino con il piede e sono abbastanza sveglia da comprendere che, anche se lei dovesse andare via, non succederebbe comunque nulla.
È come se avessimo creato una bolla tutta nostra e che questa, purtroppo, sia scoppiata al suono della voce della ragazza davanti a me.

<<Sandy!>> La richiamo, lanciando un'occhiata furtiva a Nicholas e incrociando lo sguardo con il suo che non riesco a decifrare.
Che situazione!
<<Aspetta, andiamo insieme>> la raggiungo in pochi passi e mi accorgo che Nicholas ci segue in silenzio, senza dire nulla.

<<Mi dispiace, Catherine, non ne avevo idea>> mi sussurra Sandy, dispiaciuta. Le poggio una mano sulla spalla e le ripeto che non è successo nulla.
Letteralmente e in tutti i sensi.
Non penso di aver mai provato la sensazione dell'amaro in bocca come la sto provando adesso.
<<Non preoccuparti, Sandy>>
<<Non lo dici a Cole, vero?>> Mi prega lei <<Se scopre che vi ho interrotti mi ammazza!>>

Quando entriamo nella sala l'imbarazzo è palpabile; Taissa, Cole e Simon ci aspettano vicino al nostro tavolo e Cole in particolare mi sorride in maniera alquanto inquietante.
<<Carina!>> Esclama, indicando le mie spalle con un cenno del capo e non capisco a cosa faccia riferimento.
Abbasso lo sguardo confusa e, ahimè, trovo molto presto il motivo della sua ilarità.
Oh no.

Sfioro il tessuto della giacca di Nicholas indecisa su quale sia la cosa migliore da fare.
Mi giro e gliela restituisco?
Non se ne parla: non davanti a tutti!
La tengo...Sì, forse è meglio fingere che non esista.
Terminato il mio monologo interiore, mi accorgo che adesso Cole non è più l'unico a sembrare divertito.
Simon scuote la testa per celare un sorriso e Taissa ridacchia sommessamente.
Grandioso!

<<Ascoltatemi bene->> tento di rendere la mia voce più grave e l'intonazione seria ma qualcun'altro mi interrompe.
<<Quindi? Questa torta?>>
Il fatto che a chiederlo sia proprio Nicholas mi permette di capire che non è davvero interessato al dessert ma che sta cercando di venirmi incontro.
<<Perché? Ne vuoi una fetta?>> Interviene Simon, palesemente divertito, guadagnandosi un'occhiataccia di fuoco dal ragazzo alle mie spalle.
Ora lo picchia.
Di nuovo.
In tal caso potremmo dire che il cerchio si è chiuso: la prima volta che è successo avevo appena scoperto che lui e Cole si frequentassero...

<<Il taglio della torta lo fanno all'ingresso!>> Esclama Sandy, intromettendosi in quello scambio di sguardi fitto e teso e lasciando cadere l'attacco a base di battutine <<Forza! Andiamo!>>

***

Mi concedo ancora un'altra forchettata della mia fetta di torta e avverto le mie papille gustative godersi al massimo questo momento.
Mio dio, questa è sicuramente la cosa più buona che io abbia mai mangiato in vita mia!
La crema e il pan di Spagna si amalgamano alla perfezione, concedendomi il piacere di un dolce a dir poco delizioso.

Il mio momento di soddisfazione viene disturbato da un corpo che, poggiandosi con poca delicatezza sulla sedia accanto alla mia, pone fine alla pace totale di cui stavo godendo.
<<Dimmi>> anticipo Cole mentre, con ancora gli occhi chiusi, mi sforzo di concentrarmi solo sulla torta. Le scagliette di cioccolato sono il tocco di classe.
<<Fa paura questa metamorfosi in Nicholas che stai attraversando...>>
<<Sei venuto qui a dirmi questo?>> Inarco un sopracciglio e mi sforzo per rendere chiaro il messaggio "Non voglio sentire niente. Siamo solo io e la mia torta adesso" con un semplice sguardo.

<<Non esattamente>>
<<Allora dimmi>> lascio cadere sul piatto la forchetta e mi appoggio allo schienale della sedia per stare più comoda.
<<Tra mezz'ora dobbiamo andare via>> mi ricorda.
<<Lo so>> Con chi crede di star parlando? <<Ho messo io il piano a punto>>
<<C'è tempo solo per un ultimo ballo>> spiega, accennando alla musica dolce e lenta che proviene da un angolo della sala.
<<Goditelo allora! Prendi Simon e ballate insieme l'ultimo lento del vostro matrimonio!>> Sorrido, non capendo perché sia venuto a dirlo a me.
Vuole che chieda io a Simon di ballare con lui?

<<Chiedigli di ballare>>
Ma allora fa sul serio!
<<A Simon?>>
<<No, idiota!>> Esclama, scompigliandomi i capelli. Si guarda attorno con circospezione, prima di chinarsi e avvicinarsi a me.
<<A Nicholas>> bisbiglia.
Ora capisco.

<<Non se ne parla>> boccio la sua idea, afferrando nuovamente la mia forchetta per riprendere da dove avevo lasciato.
<<Dai!>>
<<No>>
<<Se non glielo chiedi, gli dico che ti piace>> immediatamente mi irrigidisco.
Gli punto contro la punta della forchetta e assottiglio lo sguardo.
<<Non oserai>> lo minaccio velatamente e lui sorride sadico.
Oh no, eccome se lo farà!

<<Nicholas!>> Esclama, richiamando l'attenzione del ragazzo a due sedie da me.
<<Sì?>> Risponde quello, stranito, forse a causa del suo tono mellifluo. Inizio ad agitarmi e fatico a tenere la presa anche sulla posata che stringo tra le dita.
<<Lo sai che a Catherine->>
<<Va davvero tanto di ballare? Balliamo!>>
L'ho detto davvero?
Sì, l'ho detto davvero.

Non ci sarebbero molte altre dinamiche per spiegare il perché tutti al tavolo si siano ammutoliti e abbiano smesso di scambiare chiacchiere per assistere con più attenzione alla scena.
Giuro che questa Cole me la paga!
Che situazione imbarazzante...

Come ciliegina sulla torta, inevitabilmente anche i suoi occhi sono su di me in una maniera che temo sia in grado di consumarmi.
Ha capito che il messaggio era diretto a lui e sono sulle spine nei minuti in cui attendo una sua mossa, un cenno.
<<Intendevo dire>> interrompo il silenzio e, a modo mio, faccio un tentativo per prendere in mano la situazione <<Ti va di ballare?>>

Provo ad ignorare l'attenzione che tutti ci stanno dedicando e mi alzo per avvicinarmi, forse per ridurre il campo d'azione della scena e rendere noi due gli unici spettatori.
Quando ormai sono accanto a lui, protendo la mano nella sua direzione e, non sopportando la tensione presente, decido di concentrarmi solo sulle mie dita.

Il palmo della mia mano è pallido nonostante io abbia provato più volte a conferire un leggero colorito alla mia pelle e questa caratteristica diviene ancora più accentuata quando una mano più abbronzata sovrasta la mia con delicatezza, lasciando che le nostre dita si intreccino.

Il semplice tocco dei suoi polpastrelli è sufficiente a mandare in subbuglio il mio stomaco. Non riesco a sopprimere un piccolo sorriso mentre i miei occhi, incantati, non possono fare altro che fotografare questo istante.
Le nostre mani insieme mi conferiscono un senso di tranquillità immane.

Lascio che la sua presa mi guidi verso la pista da ballo ma resto senza parole quando prosegue ancora, oltre le coppie che ballano, senza esitazione verso l'uscita.
Lo seguo senza fiatare e in pochi minuti siamo di nuovo dove ci trovavamo poco meno di un'ora fa.

La musica è più lontana ma comunque abbastanza udibile.
<<Perché mi hai portato qui?>> La confusione, nonostante tutto, è minima rispetto all'emozione che sto provando e provo, con questa domanda, a lasciarla prevalere.
<<Volevi ballare>>
<<Ripropongo, perché mi hai portato qui?>>
Inutile: non riuscirò mai a capire cosa gli passi per la mente!
<<Ripropongo, volevi ballare>>

<<Appunto...La pista è di lì>> indico la direzione con le dita e lui le segue con lo sguardo.
<<Non ballerò davanti a tutti>> mi risponde secco, avvicinandosi a passo lento.
Posa una mano sul mio fianco, facendomi rabbrividire, e con l'altra afferra il mio polso per sistemare il braccio sulla sua spalla.
<<Ma->> dobbiamo rientrare, altrimenti dentro fabbricheranno castelli mentali grandi quanto la reggia di Versailles!
Vorrei dirlo ma non me lo permette.
<<Niente ma>> obietta lui, spostando il peso da una gamba all'altra e costringendomi a fare lo stesso.

Nonostante i tacchi, lo guardo dal basso verso l'alto: la luce delinea la linea squadrata della sua mascella, le sue guance sono libere da qualunque accenno di barba e le sue labbra sono piegate in un sorriso rilassato.
Non c'è più l'atmosfera che c'era prima, non mi sfiora neanche lontanamente il pensiero di toccarle con le mie, perché probabilmente ci siamo lasciati trasportare dal momento.
Cioè...Lui si è lasciato trasportare dal momento, io lo rifarei senza pensarci due volte anche adesso ma temo di aver esaurito il coraggio.

Unisco le mie mani dietro il suo collo e, imbarazzata a causa dei suoi occhi così vicini e così indecifrabili, compio l'ennesima mossa azzardata della giornata: poggio la testa sulla sua spalla.
Pessima idea.
Adesso sento il suo profumo ancora più inebriante e temo di non voler più scostarmi da questa posizione.

Rilascio un respiro tremante e subito dopo lui parla.
<<Catherine>> sussurra il mio nome con dolcezza.
<<Mh?>> Mugolo, desiderando voler restare così per sempre.
<<Mi dirai lo stesso la cosa imbarazzante che stava per spifferarmi Cole, ne sei consapevole?>>
A questo punto non mi stupisce più di tanto.
<<Sto bene così, grazie lo stesso>> rispondo tranquilla, senza scompormi, consapevole che non appena vedrò Cole tutta questa calma andrà a farsi friggere.

Il petto di Nicholas è scosso da una risata e sentirlo fa sorridere anche me.
<<Vorrà dire che lo scoprirò>>
<<Buona fortuna, allora>>
Ed è riferito a me, di certo non a lui!

***

<<Buonanotte a tutti!>> Sussurra Simon prima che lui e Cole si dissolvano nel nulla tra i corridoi della nave.
A quanto pare qualcuno ha una certa fretta di tornare in camera!

Anche io, a dire il vero, ma non di certo per il suo stesso motivo: il viaggio in aereo, per quanto sia durato poco più di un'ora, mi ha distrutta. Al momento non vedo l'ora di tornare nella mia stanza e dormire!

Taissa e Sandy hanno la stanza localizzata nel lato della nave opposto rispetto al nostro, motivo per il quale io e Nicholas ci troviamo da soli a camminare verso la mia cabina.
Non c'è alcuna forma di imbarazzo tra di noi, non c'è stata neanche un istante da quando ci siamo separati e siamo tornati dagli altri.

Davanti alla mia porta, aspetta pazientemente che io trovi la chiave, sebbene inizi a impiegarci fin troppo tempo.
<<Scusami, sono un po' brilla>> mento, non lo sono per niente, ma usarla come scusa si sta rivelando comodo. <<Dove diavolo è finita?>> Sposto tutti gli oggetti presenti alla rinfusa nella mia pochette da un lato all'altro, senza alcun risultato.
Sono proprio un'imbranata! Dovrei imparare ad avere un po' di ordine...

Non trovo nulla, fino a quando le mie dita sfiorano qualcosa di spessore quasi inesistente. Un foglio di carta?
Cosa ci fa un foglio di carta nella mia borsa?
Lo tiro fuori e vedo un piccolo post-it azzurro ripiegato tra le mie dita. Quando lo apro, sento il mondo crollarmi addosso e la mia rabbia incrementare.

"Divertitevi" la parola è scritta accanto ad una faccina sorridente e accartoccio il foglio, prima di gettarlo nella mia borsetta.
<<Io...devo aver perso le chiavi>> invento, avendo un lampo di genio subito dopo <<Hai il passpartout con te?>>

<<Con questo siamo a tre favori, Rose, non ti sembra di star esagerando?>> Sorride sghembo, spostando la sua giacca per cercarlo in un taschino interno. Improvvisamente, però, corruga lo sguardo, quasi come se qualcosa lo avesse colto di sorpresa.
Inizio a temere il peggio e capisco di aver ragione a farlo quando tutto ciò che estrae è un post-it azzurro.

Non ci mette molto a leggere ciò che vi è scritto e quel poco tempo è sufficiente a farmi perdere la pazienza.
<<Adesso mi sente!>> Mormoro minacciosa, marciando in direzione della cabina di Simon.
<<Dove vai?>> Una mano sul mio polso mi ferma e tento di liberarmi.
<<Vado a dirgliene quattro!>> Esclamo, sicura, e lui non accenna a lasciarmi andare.
<<Io non credo sia una buona idea: lo dico per te>> suggerisce, sorridendo furbo, e capisco immediatamente a cosa faccia riferimento.
In effetti ha ragione, lo avevo rimosso...

<<Beh, non ci sono molte alternative!>> Torno alla mia idea, non vedendo altre vie d'uscita <<Non posso mica dormire nel corridoio!>> Esclamo, indispettita, escludendo a priori quello che era il fine di Cole.

Nicholas allenta la presa e sono sicura che stia soppesando quanto ho appena detto.
Alza gli occhi al cielo, si passa una mano tra i capelli e tutto di lui mi dice che non è sicuro al certo per cento di ciò che sta per propormi.
<<Oppure no? Questa moquette sembra proprio comodissima!>> Ritratto quanto appena detto ma non sembro convincerlo.
Prima, forse, dovrei crederci io stessa!

Guardo l'ultima volta la targa della mia stanza e saluto quel senso di serenità e riposo che quella mi avrebbe donato.
Io non credo di uscirne incolume...

***

<<Ed eccoci qui...>> Esclama Nicholas alle mie spalle, accendendo la luce della sua stanza e chiudendo la porta dietro di lui.
Già...
Eccoci qui!
Nella sua stanza.
Di notte.
Da soli.
Va bene, devo stare calma.

Se tutte le altre volte ciò che mi colpiva appena entrata era l'ordine maniacale che caratterizza la stanza, adesso tutto ciò che i miei occhi sembrano vedere è il letto che troneggia al centro della stanza.
La mia domanda è...Ci sono effettivamente delle probabilità che io sopravviva a questa giornata?

Ripenso a quanto successo poche ore fa e sento le mie guance imporporarsi, per cui distolgo lo sguardo e cerco di pensare ad altro.
Difficile, però.
Solitamente quando devo affrontare qualcosa di cui ho estremamente paura mi ripeto "Pensa a quando sarai nel tuo letto questa sera e tutto sarà terminato, nel bene o nel male".
Ecco, in questo caso non ho neanche questa consolazione: è proprio quel momento l'intero problema!

Nicholas si muove velocemente per la stanza. Poggia la sua giacca sulla sedia, apre l'armadio alla ricerca di qualcosa e giuro che sento di star per avere un mancamento quando comincia a sbottonare la sua camicia.
È totalmente impazzito? Che cazzo sta facendo?
<<Ho bisogno di una doccia>> spiega e non sono certa che questo mi rassicuri molto più di quanto mi spaventi <<Se hai intenzione di startene lì in piedi come un ghiacciolo, fai pure, altrimenti, se sei stanca, puoi metterti a dormire>> afferra tutto il necessario che ha tirato fuori e si dirige in bagno.

Non appena va via, torno a respirare.
Qualcuno venga a salvarmi!

Dopo più di dieci minuti trascorsi a fissare il vuoto con lo scrosciare dell'acqua in sottofondo, cerco nella mia valigia il pigiama, le salviettine struccanti e le pantofole e decido di farmi trovare già nel mondo dei sogni.
Quando sto per cambiarmi, un flashback di Taissa che solleva la cerniera del mio vestito mi coglie come una doccia fredda.
<<Nonono>> farfuglio preoccupata <<Merda!>> Mi esce fuori quando, dopo svariati tentativi, capisco che non ci sono speranze che io ci riesca da sola.
Mi accascio su me stessa, i capelli mi affollano il viso e trattengo un urlo pregno di frustrazione.
Ma perché tutte a me?

Proprio perché sono nel bel mezzo dei miei compianti, non mi accorgo che la porta del bagno si è aperta.
<<Tutto bene, Catherine?>> Mi domanda.
Tutto bene? Tutto bene un corno! Ma che razza di domanda è? È il giorno più imbarazzante della mia vita e sembra che tutti si siano messi d'accordo per renderlo interminabile.
Nonostante questo, tutto bene, sì...Tutto alla grande!

<<Ho bisogno di una mano a->>
Mi blocco quando lo vedo.
Perché non indossa la maglietta?
Deglutisco in preda al panico e non concludo la mia frase.
Va bene, ho capito: deve essere uno scherzo.
Molto divertente!
Adesso basta però, dove sono le risate finte e gli striscioni con scritto "Te l'abbiamo fatta!"? Perché io direi che possa bastare...
<<A?>> Mi incalza lui quando vede che lo fisso con occhi sbarrati e cerco di riprendermi.

<<La cerniera del mio vestito>> spiego, ancora riluttante all'idea <<Non riesco a tirarla giù>> vado a fuoco non appena lo dico.
I suoi occhi restano impassibili mentre mi fa cenno di avvicinarmi.
<<Vieni qui>> le gambe mi tremano quando mi alzo e di soppiatto riesco a vederlo mentre si passa una mano sul volto.
Mi sistemo davanti a lui, dandogli le spalle e tremo quando le sue dita sfiorano la mia schiena per spostare i capelli. Lo aiuto a sistemarli su una spalla e respiro più profondamente del solito quando torno a sentire i suoi polpastrelli sulla mia pelle.

Blocca il lembo del mio vestito per riuscire ad abbassare la cerniera più facilmente e quel contatto è sufficiente a farmi trasalire.
Al diavolo!
Mi stacco dalla sua presa e mi volto.
<<Non ho ancora->> non gli lascio il tempo di terminare la frase, perché afferro il suo viso e, finalmente, unisco le nostre labbra.
Di nuovo.

Ricambia immediatamente il bacio e tiro immediatamente un sospiro di sollievo.
Se stamattina i presupposti erano quelli per un bacio lento, dolce e romantico, adesso non sembra avere nessuna di queste caratteristiche: siamo entrambi molto presi ad appagare il desiderio di questo momento, rimandato fin troppo a lungo, per pensare di agire meno istintivamente.

Una sua mano si intrufola tra le ciocche dei miei capelli, l'altra stringe il mio fianco.
Il suo respiro sul mio viso e la passione con cui mi sta baciando mi fanno vacillare. Poggio le mani sulle sue spalle e il contatto con la sua pelle è puro fuoco.

Le nostre labbra non accennano a separarsi, continuano a muoversi e a cercarsi come se non possano farne a meno.
Mi lascio trasportare dal momento e combatto con la sensazione di brio che avverto alla bocca dello stomaco.

Sussulto quando Nicholas stringe la presa sulla mia vita e mi solleva con facilità per farmi sedere sulla scrivania.
Non oppongo resistenza e avverto il tessuto della gonna ripiegarsi e coprire le mie gambe.

Sento le sue labbra distendersi in un sorriso e avverto il contatto con i suoi denti. Non posso fare altro che fare lo stesso ma il tutto dura pochi istanti.
Pone fine a quel momento con un bacio a stampo che approfondisce immediatamente dopo.
La presa sul mio fianco si intensifica e decido di prendere coraggio.

Lascio scivolare le mani dalle spalle al collo per raggiungere i suoi capelli morbidi e li tiro leggermente.
Avverto il suo respiro appesantirsi e un mugolio che sono certa abbia tentato di nascondere. Avremmo entrambi bisogno di fermarci a respirare ma nessuno dei due si allontana per primo dalle labbra dell'altro.

La suoneria di un telefono si fa spazio tra i nostri sospiri e né io né Nicholas siamo propensi a darle troppa importanza, tuttavia continua a squillare con parecchia insistenza. Non ci posso credere...Ma chi può essere alle due di notte?
<<Scusami>> sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra e si allunga per afferrare il suo telefono, abbandonato alle mie spalle.
Senza guardare di chi si tratti, si perde a lasciarmi ancora un bacio veloce, dal quale si stacca con un sorriso stampato in viso.

<<Non so cosa tu ci faccia sveglia alle due del mattino ma ti conviene avere una giustificazione valida>> rimprovera il suo interlocutore e lo stupore mi colpisce quando sento una voce dolce e squillante parlare dall'altro capo del telefono.
<<Perché? Ho interrotto qualcosa?>> Bofonchia e arrossisco come se potesse vedermi.
<<Nonna...>> Non è davvero arrabbiato con lei, sembra quasi divertito dalla lingua tagliente della signora.
Io non riesco a capacitarmene...Sua nonna? Ho decisamente capito da chi abbia preso...

<<Che c'è? A me puoi dirlo se hai incontrato qualcuno...Lo sai che non vedo l'ora di diventare bisnonna! La signora Brighton, Lucinda, quella smorfiosa, continua a venire a prendere il tè a casa e mi mostra tutte le foto dei suoi nipotini...>>
Mi sfugge una piccola risata davanti all'esuberanza di quella donna e, quando Nicholas lo nota, scuote la testa divertito.
<<Non c'è nessuno con me, dovrai aspettare ancora un po' di tempo prima che accada>> detto questo, mi scocca un'occhiolino.

<<Fingo di crederti, Clarke, ricordati che ho cresciuto tua madre prima di te!>> Cantilena perentoria lei.
<<Cosa ci fai sveglia a quest'ora?>> Devia il discorso Nicholas.
<<Robert mi ha portato a teatro e poi a cena!>> Esclama lei e sembra così entusiasta che mi fa tenerezza. A differenza del nipote che socchiude gli occhi e fa una smorfia.
<<Non mi piace quel tipo, ha una strana ossessione per i nani da giardino>> ciò che segue è una risata che mette allegria anche a me.

<<Tesoro, sono certa che anche lui lo penserebbe di te, se sapesse che dormi con una pistola sotto il cuscino!>> Esclama lei e dedico a Nicholas un'occhiata eloquente per fargli capire che ha ragione.
Posso dire che adoro questa donna?
Decido di concedere loro un po' di privacy e  mi muovo leggermente per fargli capire di spostarsi.

Seppur con un atteggiamento reticente, lui lo fa e io riesco a scendere e tornare sui miei piedi.
Mi guarda interrogativo e mi volto, raccogliendo i capelli, per fargli capire di abbassare questa zip una volta per tutte, e questa volta agisce più velocemente.
Lascia scivolare la cerniera verso il basso e rabbrividisco quando poggia le sue mani sui miei omeri per abbassarsi a lasciare un bacio dietro il mio collo.
<<La prudenza non è mai troppa, lo sai>> le risponde come se nulla fosse e io mi allontano per afferrare il mio pigiama e chiudermi in bagno, ancora destabilizzare dalle troppe emozioni.

Il mio aspetto è senza alcun dubbio testimone di quanto è appena successo e ci metto un po' a darmi una sistemata. Intanto continuo a sentire, seppur in maniera meno nitida, la conversazione tra Nicholas e sua nonna.
<<Allora...Cosa volevi dirmi?>>
<<Stavo pensando...Sai com'è, ormai sei fuori da tanto tempo...>> Tentenna e percepisco tutto il suo nervosismo. <<E poi, sì ecco, insomma...>>
<<Nonna>> la interrompe lui in tono fermo.
<<Sì, caro?>>
<<Dimmi>>
<<Perché non vieni a trovarmi quando vi fermate in Inghilterra? Magari puoi portare anche Simon, oppure...>>
<<Sai che non posso>> risponde lui <<E sai anche perché>>
C'è silenzio dall'altra parte del telefono. Inizialmente non riceve risposta ma, quando ciò succede, il tono della nonna sembra essere cambiato completamente.

<<Ho paura, Nicholas, non posso sopportarlo ancora una volta>> sembra che continui a parlare ma io smetto di sentirla, probabilmente ha tolto il vivavoce.
Sua nonna ha paura...Ma di cosa esattamente? Cosa non può sopportare di nuovo?

Sento le sue risposte, tenta di rincuorarla e le ripete che ha la situazione sotto controllo, ma senza sbilanciarsi troppo. Decido davvero di smettere di ascoltare e velocemente mi cambio.
Quando esco, Nicholas ha smesso di parlare al telefono.
Percepisco gli ingranaggi del suo cervello muoversi macchinosamente dietro gli occhi fissi nel vuoto e il suo viso, ora così serio e taciturno, mi permette di capire che tale chiamata l'ha colto alla sprovvista e che adesso è preoccupata per sua nonna.

Sistemo il mio vestito sulla sua giacca e gli vado incontro.
<<Tutto bene?>> Domando, vedendo che il suo volto si è completamente oscurato.
<<Certo>> risponde presto e sembra quasi un automa <<Scusami, sono un attimo fuori>> lo vedo cercare freneticamente qualcosa tra i cassetti ed estrarre da uno un pacco di sigarette.

Non dico nulla questa volta, mi sembra abbastanza nervoso e non voglio in alcun modo peggiorare la situazione. Anzi, mi piacerebbe seguirlo, ma temo voglia stare da solo.
Sta per uscire quando torna indietro e mi prende alla sprovvista nel momento in cui lascia intrecciare ancora le sue labbra con le mie, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
<<Posso stare con te?>> Azzardo, non appena si scosta. Sembra pensarci un attimo e poi annuisce, tranquillo.
Mi piace quando non è scostante e mi permette di stargli accanto.
Cioè, mi piace sempre, ma questa è un'altra storia.

***

Io e Nicholas siamo stesi su una delle due sdraio del balcone della sua cabina, alla fine il pacchetto delle sigarette non ha mai varcato la soglia della sua stanza.
Guardiamo le stelle e parliamo come se ci conoscessimo da una vita, senza imbarazzo e senza estenuanti paletti.
<<Non è giusto, il mio balcone non è così grande!>>
<<Sei un detective?>>
<<No>>
<<E allora dovrai accontentarti>>
<<Stupido! Dovresti dire "Puoi venire qui quando vuoi, Catherine, sarò felice di accoglierti". Possibile che debba insegnarti tutto io?>> lo rimprovero.

Ho la testa appoggiata sul suo petto, adesso coperto da una t-shirt blu notte, e mi sembra di star vivendo un sogno ad occhi aperti. Sento il battito regolare del suo cuore e le sue dita giocherellare con l'orlo del mio pigiama sulla vita.

<<Cosa ottengo in cambio?>>
<<La mia meravigliosa compagnia>>
<<Devo rifletterci>>
<<Devi rifletterci?>> Ripeto offesa <<Va bene! Questa me la segno, detective dei miei stivali!>> Lo prendo in giro e lo sento ridacchiare.

Restiamo qualche secondo in silenzio, fino a quando la necessità di conoscerlo meglio si impadronisce di me e non riesco a respingerla.
<<Ti va di fare un gioco?>>
<<Sì, in effetti avrei qualche idea>> risponde malizioso e lo colpisco lievemente al petto.

<<Niente di quello che stai pensando tu>> dissimulo una risata e sono contenta che non possa vedere il rossore che mi imporpora le guance.
È un idiota!
<<Sentiamo>> sussurra, muovendo la sua mano su e giù lungo il mio braccio con spontaneità.
<<Io faccio una domanda a te e tu ne fai una a me>>
<<Vuoi chiedermi di nuovo qual è il mio colore preferito?>> Ride e voglio sprofondare.
<<Ero sottopressione, okay?>> Mi giustifico, ricordando il disagio che stavo provando in quel momento <<Continuavi a startene zitto e mi guardavi in quel modo inquietante...>>

Lo sento ridere mentre non smette di accarezzare il mio braccio.
<<Adoro farlo>> mi rivela, confermando il mio sospetto che quel giorno si stesse approfittando della situazione.
<<Spaventare la gente?>>
<<Te in particolare>>
<<Sei uno stronzo>>
<<Me lo hai già detto>>
<<Quindi giochiamo?>>

Sospira, pensandoci, quasi avesse paura di quello che io possa chiedergli <<Va bene>>

<<Inizio io!>> Colgo la palla al balzo e realizzo troppo tardi che ci sono così tante cose che vorrei sapere che non so da dove iniziare. Voglio conoscere ogni suo dettaglio.
<<Perché proprio il detective?>> Vado dritta al punto, è una domanda che mi sono posta più volte.
<<Semplice: sono intelligente, abbastanza lungimirante->>
<<Modesto>> aggiungo, intromettendomi.
<<I mediocri sono modesti, io sono realista, e di certo non mediocre>> risponde lui con il suo solito cinismo.

<<E poi ho capito molto presto che volevo fare giustizia, anche a costo di impiegare la vita intera dietro un unico caso: nel mondo ci sono troppe persone a piede libero che meritano di stare dietro le sbarre>>

Resto colpita dall'ultima parte della sua risposta, che deduco essere proprio il reale motivo, ma tento di non darlo a vedere.
<<Non hai paura qualche volta?>>
Non mi risponde subito, ma quando lo fa mi spiazza.
<<No>>
<<Com'è possibile?>>
<<Penso sia l'abitudine: sono così determinato a venire a capo della questione che i rischi non mi preoccupano>> spiega <<E poi sto attento a guardarmi bene le spalle>> aggiunge e mi auguro con tutta me stessa che abbia ragione. Rifletto ancora un po' sulle sue parole, poi passo il testimone a lui.
<<Okay, tocca a te>>

<<Vediamo un po', Rose>> sussurra, prendendosi il suo tempo per pensare alla sua domanda <<Sogno nel cassetto?>>
Al contrario suo, io non devo rifletterci un secondo <<Scrivere un libro>>
<<Ti piace così tanto scrivere?>> Sembra quasi stupito, mi domando perché.
<<Mi aiuta, è la mia medicina contro l'ansia>> alzo lo sguardo e vedo che sta sorridendo <<Guarda che sono seria!>>
<<Lo so>>
<<Perché ridi allora?>>
<<Niente di importante>> tronca la conversazione, indispettendomi.

<<Se ti fa ridere così tanto, allora dimmi cosa fai tu nel tempo libero>>
<<Amo allenarmi...>> Risponde senza esitazione.
<<Sapevo che qualche rotella fosse fuori posto>> commento e ne approfitta per pizzicarmi un fianco.
<<Nuotare...>> Esita pochi istanti prima di continuare e stento a credere a quello che dice <<Scrivere...>>
<<Dai! Non è divertente>>
<<Non sto scherzando>>
<<Davvero? Cioè...Sei serio?>>
<<Non ci credi?>>

<<No, cioè sì, però...>> La mia è tutto tranne una frase logica <<Voglio leggere qualcosa di tuo!>>
Perché, a quanto pare, l'unica cosa che ho letto non apparteneva a lui e scopro solo adesso che abbiamo la stessa valvola di sfogo.

<<Scordatelo, non succederà mai...>>
<<Antipatico, dimmi almeno cosa scrivi>>
<<No>>
Sbuffo, non insistendo troppo <<Tocca a te>>

<<La tua paura più grande>>

<<Te l'ho già detta: ho paura di parlare in pubblico>>
<<Ma questa non vale>>
<<Come no?>> Mi acciglio, voltandomi per guardarlo negli occhi. <<Mi hai chiesto una mia paura e te l'ho detta...>> Mi impunto.
Non capisco quale sia il problema adesso!

<<Non voglio sapere una tua paura che tutti conoscono, voglio ciò che non ti permette di dormire la notte: voglio quel lato di te che conosci solo tu e che non lasci intravedere a nessuno>> spiega e, sarà la debolezza legata all'ora tarda, sarà la situazione o ancora l'evidente fiducia che ripongo in lui, confidarmi mi viene alquanto spontaneo.

<<Ho sempre paura di non essere abbastanza, di non essere all'altezza delle cose che mi impongo di fare>> rivelo, forse per la prima volta ad alta voce. Solitamente questa è una conversazione che riservo a me stessa.
<<Io sono quella persona che vuole il massimo ma si ferma un gradino prima: c'è sempre quella cosa che non mi permette di essere fiera di quello che faccio>>
Si raddrizza sulla sedia, spostando le sue mani sul mio viso e sollevandolo verso il suo <<Tu lo sai che quello che fai, i risultati che ottieni...Nulla di tutto questo definisce quello che sei, vero?>> il fatto che stia provando a rassicurarmi fa sì che un velo di lacrime si distende con lentezza sui miei occhi.
Magari sono infantile ma parlare delle mie insicurezze mi fa sentire così debole... 

<<Mh>> è l'unica cosa che riesco a dire, mentre deglutisco il groppo che mi si è formato in gola.
<<Catherine, tu sei più che abbastanza, te lo assicuro, e sono certo che sei in grado di prenderti tutto ciò che desideri. Sei intelligente>> asciuga con le dita una lacrima sfuggita al mio controllo in una carezza che è in grado di rassicurarmi <<Sei buona, gentile>> sposta tutti i miei capelli dietro le mie orecchie.

<<Lasciati dire anche che sei immensamente bella>> continua e le sue parole non fanno altro farmi commuovere, unendosi alle lacrime nella missione di farmi piangere.
<<E sei molto più coraggiosa di quanto tu voglia ammettere a te stessa>> sorride sincero per rassicurarmi.
<<Certo, un po' goffa>> scherza e riesce a rubarmi un sorriso <<Ma non hai davvero nessun motivo per credere di non essere abbastanza: non permettere a questa convinzione del gradino di logorarti dall'interno e dai a te stessa la possibilità di stupirti...>> Afferra la mia mano e lascia un bacio sul palmo.

<<Chiaro?>> Mi domanda e annuisco, sforzandomi di credere a quanto ha appena detto, sebbene sia molto più difficile di quanto sembri <<E, ti prego, non piangere, mi fai sentire in colpa>> sospira quando vede che le lacrime non accennano a diminuire.

<<Scusami, non lo faccio di proposito>> biascico, provando ad asciugarle.
<<Posso fare qualcosa per rimediare?>> Sussurra lui, strofinando i pollici sulle mie guance per aiutarmi ad eliminarle.
<<Dimmi la tua paura più grande>> non è una semplice domanda e lui lo sa: gli sto chiedendo di avere fiducia in me, tanto quanta io ne ho riposta in lui, di fornirmi una chiave in grado di farmi capire il perché di alcuni suoi comportamenti.
<<Sei una brava manipolatrice, nessuno negherebbe qualcosa a questi due occhioni...Soprattutto adesso che sono così lucidi da far male>> prende tempo e le mie labbra si distendono autonomamente in un sorriso.

<<Ti ascolto>> sento le sue braccia avvolgermi la vita, considerando che ormai sono letteralmente stesa su di lui, e affondo il mio viso nell'incavo del suo collo.
<<Tempo fa ti avrei detto che era la paura di non essere in grado di proteggere chi mi sta a cuore...>>
<<E adesso?>> Lo incoraggio quando tentenna.
<<Adesso ho paura di diventare il motivo della loro sofferenza...Penso che le due cose se la contendano bene>>

<<Perché?>> Domando, sfiorando il suo collo con la punta del mio naso. <<Perché hai paura di non essere in grado di proteggerli?>>
<<Perché conosco la sensazione>>

La risposta mi spiazza ma tento di allontanare ogni mio possibile accenno di curiosità e confusione solo per trasmettere a lui la stessa sicurezza che prima ha tentato di infondere a me.
<<Sono sicura che ti sbagli e, per quanto riguarda la seconda, metto la mano sul fuoco che non succederà mai. Ho visto il modo in cui parli con tua nonna: ti brillano gli occhi e si vede che l'adori. Io mi fido di te, mi sento al sicuro se ci sei tu>> non mi faccio scrupoli e riverso tutta la verità nelle mie parole, a cuore aperto.
<<In tal caso, spero tu non debba mai rivedere le tue posizioni>>

<<Non ce ne sarà bisogno>> lo rassicuro, rannicchiandomi ancora di più su di lui che puntualmente se ne accorge.
<<Stai per crollare?>> Domanda divertito.
<<Mhmh>>
Il suo petto si muove quando ridacchia e sento le sue dita accarezzarmi il viso e i capelli.

Non ho minimamente la forza di muovermi, l'aria diventa sempre più frizzante e so che sto per cedere.
Avverto tutta la stanchezza delle ultime giornate scagliarsi contro di me e mi lascio trascinare verso il sonno.
Sento le sue mani scivolare sotto le mie ginocchia e dietro la mia schiena, prima che il mio corpo venga sollevato da lui.

Il contatto con il materasso è ciò che da al mio corpo il permesso di rilassarsi del tutto e spero di essere ancora sveglia quando lo sento sistemare la coperta intorno al mio corpo e abbassarsi a lasciarmi un tenero bacio sulla fronte.
Fa' che non sia un sogno, fa' che sia tutto vero...

<<Buonanotte, Catherine>>
È l'ultima cosa che sento prima di addormentarmi e la sensazione è così bella che, ahimè, potrei abituarmi.


***

Amiciii💓
Quanto mi è mancato tutto questo T.T
Scrivere questo capitolo è stato DIFFICILISSIMO e non riesco ancora a capire PERCHÉ.

Ma tutto è bene ciò che finisce bene... Siamo qua✨

Quante gioie vi ho regalato oggi?🌚
La sentite quest'aria di pace e serenità intorno a noi?
BEH, POSSO SOLO SUGGERIRE DI GODERVELA😀

Che dite? Qualcuno sta cedendo?
🤷
Vedremo come ci risveglieremo nel prossimo capitolo...Voi cosa pensate?
Alla prossima amici💓
Grazie per tutto l'affetto
🙏💫

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