MUDDY PUDDLE

By AppleAnia

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Giuseppina ha ventiquattro anni, è stata lasciata dal fidanzato, non ha un lavoro fisso e pubblica online fan... More

PERSONAGGI
PREMESSA
1 • IL PARADISO DEL PERFETTO MISANTROPO
2 • LA PRIMA REGOLA DEL SUCCESSO
3 • IL MIO GIORNO FORTUNATO
4 • TI ANDREBBE DI BALLARE CON ME?
5 • LA FINESTRA
6 • UNO DI NOI
7 • UN PIEDE NELLA FOSSA
8 • LA COLONNA SONORA DELLA NOSTRA INFANZIA
9 • CLASSE A
10 • IL GUFO
11 • PERCHÉ IO LA ODIAVO
12 • RODEO
13 • CHEMISIER
14 • GUARDRAIL
15 • ENGLISH SETTER
16 • EX
17 • CALCIO A OTTO
18 • DUE ETTI DI LONZA
19 • I COLORI DELL'ARCOBALENO
20 • UN ALTRO SOSPETTATO
21 • MASCHIO DA EXPO
22 • MA QUINDI PERCHÈ LA SCHIENA FELINA GUARDA SEMPRE IL CIELO?
23 • EFFLUVI
24 • UNICA COLPA? ESSERE PIÙ BELLA DI TE
25 • IL COLPEVOLE SARÀ LASCIATO SOLO
26 • INTO THE WOODS
27 • PASSEPARTOUT
28 • STORMYVENETIA
RINGRAZIAMENTI

TRE MESI DOPO

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By AppleAnia

Il tempo, oggi, è veramente una schifezza. Persino per gli standard di una brughiera di fine gennaio su cui, già in partenza, non si nutrono grandi speranze. Fa un freddo boia e, da quando mi sono svegliata stamattina, non ha praticamente smesso un attimo di nevicare in stile bufera.

L'imponente edificio dell'ospedale, maestosamente appollaiato sulla cima della collina, si staglia contro la spessa coltre di nuvole bianche e grigie dietro la quale il sole sta cominciando a tramontare.

La mia mano, nonostante sia stretta in quella grande e calda di Danny, è praticamente congelata.

«Come sta Paul?» domando, in un sussurro.

«È in attesa del processo, ma sta bene» risponde lui. «Ha perso la stima di qualche collega ma almeno ha ritrovato la pace con la sua coscienza».

«Ah, eccovi» dice Raisa, venendoci incontro. «Che bello vederti, Peppa. Sei arrivata in un lampo!»

«Si, ehm...» farfuglio, «... vedi, in realtà, io...»

«Sì, sì, molto interessante» interviene Fox, battendo una manata sulla spalla di Danny. «Dove accidenti sono Aveline e Gerald?»

«Eccoli» rispondo, offesa, indicando fuori dalla porta automatica.

Dio, come sono carini. Se la stanno facendo tutta di corsa dal parcheggio e Gerald sta riparando Aveline dalla neve sotto il suo costosissimo Burberry.

«Ti prego, dimmi che si sposeranno presto» dico a Raisa.

«Che il cielo non voglia» risponde Fox. «Te li immagini quando sarà il momento di consumare, Danny? Gerald farà una videochiamata di gruppo e ci toccherà spiegargli come si fa».

«Non accadrà niente del genere» taglio corto. «Perché Aveline è già stata abbondantemente istruita».

«Scusate il ritardo» dice Gerald, tirandosi indietro i capelli bagnati. «Ah, ecco anche Paul».

Paul, quasi irriconoscibile con il camice di almeno due misure troppo grande sopra la divisa verde da medico, ci fa cenno di seguirlo nell'ascensore.

«Ciao, Peppa» mi saluta, «sei arrivata stamattina da Londra? Hai fatto molto in fretta».

«No, ecco, veramente... io...»

«Quando si è svegliata?» domanda Raisa.

«Un paio di giorni fa. Ma, in realtà, abbiamo iniziato a ridurle gradualmente i farmaci da circa una settimana».

«Sta bene?» domanda Danny.

«Diciamo di sì. Sarebbe meglio non stressarla» risponde Paul, invitandoci a uscire dell'ascensore e a seguirlo nel corridoio. «E, per il momento, assecondarla».

Assecondarla?

«È meglio se entrate uno alla volta. Peppa, va' tu per prima. Vuole vedere te».

La stanza di Suzy è singola e tiepida e, in un certo qual modo che non saprei spiegare, accogliente. Ci sono delle foto attaccate al muro che mi ricordano immediatamente la parete dietro il letto a baldacchino nella sua camera, dei fiori freschi sul comodino e un libro (spero non di Edison Oldroyd) abbandonato ai piedi del letto vuoto.

Lei è in piedi, proprio davanti alla finestra. E questa combinazione, mio malgrado, mi evoca una brutta immagine. Eppure, quando si volta, mi rendo conto di quanto stia meravigliosamente bene. Molto, molto meglio di quanto avessi mai potuto sperare. Non è su una sedia a rotelle, tanto per cominciare, e non indossa uno di quei terrificanti camici da ospedale con i laccetti sulla schiena, di quelli che non appena muovi un passo ti ritrovi con il sedere di fuori. Un grazioso pigiama rosa avvolge il suo corpo snello e perfettamente in forma e ha i lunghi capelli chiari e vaporosi raccolti in una treccia morbida.

Quando mi sente entrare si volta e mi sorride. Nessuna occhiaia, nessun rossore, nessuna traccia di qualsiasi segno di ciò che le è successo imbratta il suo incarnato latteo. Sta benissimo.

«Peppa!» strilla, e io faccio appena in tempo ad aprire la bocca per rispondere che lei mi è già addosso. «Che bello vederti! Sei tornata a vivere qui?»

«Beh, ecco... in effetti...»

Cioè, come ha fatto a saperlo? Non l'ho ancora detto a nessuno. Neanche Aveline e Raisa lo sanno. Avevo intenzione di fare l'annuncio proprio oggi, visto che, per la prima volta dopo tanto tempo, ci saremmo ritrovati tutti insieme; e Suzy, pure essendosi svegliata tipo dieci minuti fa, sa già tutto?

«Come sono contenta» aggiunge, e mi stringe più forte. Poi abbassa il tono della voce e mi sussurra nell'orecchio. «Credevo che fossi arrabbiata con me».

«Arrabbiata con te?» domando e mi libero dalla sua morsa. «Per che cosa?»

«Come per che cosa?» domanda, perplessa. «Per aver baciato Danny».

Per aver baciato... che cosa??

Ok, siamo un attimo seri e non facciamoci prendere dal panico. È assolutamente da escludere che Suzy e Danny si siano visti alle mie spalle negli ultimi tre mesi. Quindi, evidentemente, Suzy si sta riferendo a un episodio accaduto prima dell'incidente. Ma perché non ne so niente? Perché Danny non me l'ha detto?

«Ok... non fa niente» dico, mettendole le mani sulle spalle e sforzandomi di rimanere calma, «però, te lo dico da amica... magari, in futuro, evita di fare confessioni del genere davanti a una finestra...»

«Ma non è una confessione» risponde, stupita. «C'eri anche tu, non ti ricordi?»

Eh, beh... no? Cioè, sono ragionevolmente sicura che, se la mia migliore amica in coma avesse baciato il mio ragazzo sessualmente attraente, me lo ricorderei. Paul, comunque, si è raccomandato di assecondarla. Quindi, pur non avendo idea di cosa stia dicendo, evito di contraddirla.

«Dai» insiste. «Quella volta al gioco della bottiglia!»

Quella volta al gioco di... eh? Dice sul serio?

«Suzy ma... è passato tanto tempo...»

«Non ha importanza» mi interrompe. «Sapevo benissimo che Danny piaceva a te. Sono stata una stronza. Avevo paura che, se vi foste fidanzati, tu mi avresti lasciata sola. E così ho voluto mettermi in mezzo».

«Beh... ok» dico, infine, poiché non mi è chiaro il motivo per cui, dopo tutto il casino che è successo, stiamo parlando di una cosa accaduta tipo più di dieci anni fa. «Ma non sono arrabbiata, non pensarci più. Anche perché io e Danny, alla fine, ci siamo messi insieme lo stesso».

«No!» esclama, portandosi le mani alla bocca. «Sul serio?»

«Sì» annuisco, tronfia, e intanto le mostro la foto bellissima di me e Danny insieme, a Londra, che ho come sfondo del telefono. «Vedi? Questa l'abbiamo scattata il mese scorso, quando è venuto a trovarmi...»

«Wow, che bel telefono!» dice, senza degnare me e Danny di uno sguardo. «È un iPhone 6?»

«No, in realtà è un iPhone 12, ce l'ho già da qualche...»

«Oddio» aggiunge. «Oddio, Peppa. Ma questo è Danny? Cioè, so che ti piace da una vita ma... è bruttissimo!»

Bruttissimo? Volto rapidamente il telefono verso di me, temendo di averle mostrato la foto sbagliata. Ma è la foto giusta. E Danny, proprio come al solito, è assolutamente favoloso.

Ok, ho capito tutto. Questi devono essere gli strascichi del trauma cranico. Meglio continuare a seguire il consiglio di Paul e non contraddirla. E magari, visto che crede che in questa foto Danny sia bruttissimo, evitare di farglielo incontrare dal vivo, almeno per quest'oggi.

Cioè, non che anche oggi non sia assolutamente favoloso, ovviamente. Ma è un po' stanco. Perché mi sta aiutando con il trasloco da casa di Delphine a casa della nonna e perché, nonostante la polvere, gli scatoloni e la nonna sempre in mezzo, negli ultimi giorni si è mostrato piuttosto risoluto nel voler assecondare ogni mia esigenza o necessità, compresa quella di accoppiarmi con lui ogni venticinque minuti circa.

«Quella barba sta proprio male sulla sua faccia» dice, lanciandomi un'occhiata strana. «Ma, sinceramente, anche la tua...»

«Ehm... la mia?» le chiedo, e intanto mi domando fino a che punto io debba assecondarla. «Anche a me la barba sta male?»

«No» risponde, stranita. «Però hai un aspetto proprio orribile. Ma che ti è successo?»

«Che mi è successo?» ripeto. «Niente, cioè...»

«Scusa se te lo dico, ma... sembri una vecchia».

«Una... vecchia?» domando, senza capire.

«Sì» annuisce. «Dimostri tipo... venticinque anni».

Ok, sono un po' confusa.

«Suzy... sei sicura di sentirti bene? Vuoi che vada a chiamare Paul?»

«Paul?» domanda, perplessa. «È perché mai? Dai, scusa, non volevo offenderti. Siete una bella coppia di... ehm... di signori. Vieni qui, piuttosto. Avvicinati. Anche io devo confessarti una cosa».

Mi avvicino molto titubante e lascio che avvicini le sue mani al mio orecchio, prima di sussurrarci attraverso:

«Mi piace Richard».

Sì, ok, ora sono molto confusa.

«Perché fai quella faccia? Credi che sia strano che mi piaccia un ragazzo di due anni più giovane di me?» sussurra, poi si aggrappa al mio braccio. «Ehi, ma c'è anche Raisa, fuori? Pensa che vergogna se mi sentisse!»

Non sta scherzando. No, no. È serissima.

«Suzy» dico, le carezzo la testa e mi faccio scivolare la sua treccia tra le dita. «Tu... sai dirmi in che anno siamo?»

«Anche tu con queste domande strane, proprio come mia madre e i dottori?».

«Rispondimi».

«...2013?» sbuffa.

Cazzo.

«O, almeno, la mia festa di compleanno del 2013 è l'ultima cosa che ricordo» precisa. «È stato il compleanno più brutto della mia vita perché tu hai annunciato che ti saresti trasferita a Londra. Ho soffiato sulle mie quattordici candeline e dopo ci siamo messi a giocare al gioco della bottiglia, tu hai provato a baciare Paul e lui è fuggito via, io ho baciato Danny per farti dispetto, Raisa ha rotto la bottiglia e poi tutti i ricordi si fanno confusi».

«Quel giorno, dopo il gioco della bottiglia, sei svenuta» mi ricordo all'improvviso. «Che è abbastanza comprensibile, visto che avevi fatto una settimana di digiuno per entrare in quel vestito bianco».

«Ma i dottori, qui... dicono che... che sono passati dieci anni da quel giorno... è possibile che io sia stata dieci anni in coma?»

«Non sei stata dieci anni in coma!» le spiego, sconvolta. «Ti sei ripresa dopo pochi minuti. Hai finito le superiori, ti sei laureata e la tua tesi è stata pubblicata sul British Medical Journey e, indovina un po'? Ti sei addirittura fidanzata con Richard!»

Evito di porre l'attenzione sullo spropositato numero di corna che ha inflitto al povero fidanzato tradendolo con esseri viventi a caso senza distinzione alcuna di sesso, età e classe sociale.

«Sì, la mamma me lo ha detto» dice, a bassa voce. «Ma ha detto anche che l'ho trattato molto male e che lui non mi perdonerà mai. Ma lui mi piace così tanto... come è potuto accadere? Tu lo sai?»

«No» ammetto. «Mi dispiace, Suzy, ma da quando mi sono trasferita a Londra abbiamo perso i contatti».

«Ah» risponde, afflitta. «Lo sapevo. Per questo non volevo che ti trasferissi. E quello che è successo con Zoe, invece? Mamma stava per dirmi qualcosa ma poi i medici l'hanno interrotta... È vero che è stata arrestata?»

Non so che cosa rispondere. Sono attonita. Non ha importanza quanti anni dimostri, la ragazza che ho davanti è la stessa Suzy quattordicenne, vergine e ingenua (seppur già discretamente stronza) che ho lasciato dieci anni fa prima di trasferirmi a Londra.

«Sì» sussurro. «Ma non è importante che tu lo sappia adesso. Parlami ancora di Richard, piuttosto».

Afferra il libro ai piedi del letto, ne estrae una foto e me la porge. È uno scatto recente, probabilmente di pochi mesi prima dell'incidente, di lei e Richard.

«Credi anche tu che Richard non mi perdonerà?» sussurra. «Vorrei scusarmi con lui ma, insomma, non sapendo neanche cosa ho fatto...»

Faccio rimbalzare lo sguardo dalla foto ai fiori sul comodino e allora capisco che anche lui è stato qui. Mi torna in mente lo sguardo incantato con cui la guardava alla festa alla villa e le parole trasbordanti di amore incontenibile per lei che mi ha rivolto quella volta davanti al pozzo nero trasbordante qualcosa di molto diverso dall'amore ma ugualmente incontenibile.

«Ma... che cosa dicono i medici?» le domando.

«Dicono che ho una cosa che si chiama amnesia dissociativa post traumatica» risponde. «Che, in genere, prima o poi, i ricordi tornano. Ma, se io... se non volessi che tornassero?»

È del tutto irrazionale, ma mi ritrovo a pensare che, forse, potrebbe aver ragione. Forse, al posto suo, neanche io vorrei ricordare. È come se la vita le stesse concedendo una seconda possibilità. Siccome non so che dire la tiro verso di me e la abbraccio forte.

«Richard ti ama tantissimo. Sono sicura che ti perdonerà» le dico, tra i capelli. «E, se non dovesse farlo, ci sarò io a consolarti».

«Non mi lascerai mai più?» singhiozza contro la mia spalla.

«Non potrei mai» rispondo, carezzandole la testa. «Vista la portata del casino che sei stata in grado di combinare senza di me».



Ebbene, ora siamo arrivati davvero alla fine ç__________ç

Cioè, la fine per voi. Io ho ancora parecchio da tribolare qui, con la revisione, ecc. Al massimo tra un paio di giorno riporterò la storia in bozze e poi ricaricherò uno per uno i capitoli aggiornati. Ma sta cosa si può fare, vero? Non è che perdo tutti le stelline e i commenti? Che già sono AFFRANTA al pensiero che, se dovessi ricaricare il capitolo intero, mi finirebbero tutti in fondo (sto pensando di fare la revisione direttamente su wattpad e di copiare il capitolo in un secondo momento su un file esterno... così i commenti delle frasi corrette finirebbero comunque in fondo ma almeno qualcuno rimarrebbe al suo posto ç____ç) Vabbè... non s'è capito niente, vero? ç_ç qualcuna ha qualche suggerimento (ammesso che abbia capito qual è la domanda)? ç_ç

Pps: che ne dite, Richard alla fine perdonerà Suzy? Secondo me sì 💃🏻 comunque, ognuno di noi meriterebbe qualcuno che lo ami come Richard ama Suzy, non pensate? ç_ç

Baci baci

🦉AppleAnia🦉

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