Under the same night sky

By WiseGirl_03

32.6K 1.4K 1.2K

«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

31. Annie

541 22 36
By WiseGirl_03

Devo ammettere che le premesse non sembrano essere troppo...rassicuranti.
Il silenzio regna sovrano nella stanza nei pochi secondi che seguono le parole di Nicholas. Nessuno dei due fiata e io mi sforzo di pensare a quale sarebbe la cosa giusta da fare.
Esco e, dopo aver salutato entrambi con grazia ed eleganza, faccio un inchino e sparisco dalla scena, oppure resto chiusa qui dentro facendo attenzione a non fiatare e fingo di non essere mai stata in questa stanza?
Chiaramente la seconda.

Muovo nervosamente la gamba per scaricare il nervoso e fulmino la figura dall'altra parte dello specchio. Ti diverte così tanto cacciarti nei guai? Non pensi che sarebbe gradevole trascorrere almeno un giorno, uno solo, non pretendo di più, senza alcun tipo di ansia e preoccupazione sulle spalle?

No, mi liquido immediatamente, non ci arrivi perchè sei troppo stupida!
Mi indico con uno sguardo macchiato dal rimprovero e poi mi dissolvo nell'incertezza. Alzo gli occhi al cielo, mortificata, mordo la lingua tra i denti e spero che tutto, almeno questa volta, vada in porto.

Trovo abbastanza ironica la situazione: secondo me sono più in ansia io, piuttosto che Garcia dall'altra parte della porta.
L'unica piccola differenza è che io non posso fare altro che starmene in silenzio a braccia conserte e aspettare che il tempo passi il più velocemente possibile senza troppi ostacoli.
<<Chi è lei? Cosa vuole da me? È una rapina? Adesso chiamo la sicurezza e vedrà...>> lo sento domandare, incerto, con voce tremante e subito dopo ho l'impressione che si riscuota per tornare in sé.
Non ottiene nessuna risposta da parte di Nicholas, eppure lo sento, il breve accenno di una risata, probabilmente dettata dall'ironia delle sue parole, che rimbomba e permea le pareti della stanza.

<<Non rida, perchè ora...>> si interrompe improvvisamente, prima di riprendere a parlare, questa volta più meccanicamente e sforzandosi di mantenere la voce ferma.
<<Salve, buongiorno, sono Santhiago Garcia e devo->> percepisco alcuni spostamenti bruschi e veloci, il rumore di un oggetto che viene lanciato e, fendendo l'aria, atterra sul materasso con un colpo sordo.
La mia faccia attonita sembra dire tutto.
Ma chi me l'ha fatto fare?
Qua va sempre peggio.

<<Ma cosa->>
<<Non sono qui per farle del male>> Finalmente Nicholas sembra voler dare una spiegazione alla sua irruzione e avverto il suo interlocutore tirare un sospiro di sollievo.
<<A meno che non si mostri abbastanza collaborativo>> aggiunge pacato, mandando in fumo il risultato appena raggiunto.
Complimenti per l'empatia, ora sì che si calmerà!

<<Cosa vuole?>> Diffidente, seppur evidentemente più calmo rispetto a prima, domanda Santiago a Nicholas.
<<Si accomodi>>
<<Sto bene in piedi>> controbatte fermo.
<<Va bene, allora...>> Pagherei oro per sapere quello che sta succedendo dall'altro lato della parete: queste pause non fanno altro che incrementare il sentimento di ansia a cui il mio povero cuore è sottoposto.

<<Ho bisogno di sapere da quanto tempo la sua azienda è sul lastrico>> afferma Nicholas senza mezzi termini e sono sicura che lo abbia lasciato esterrefatto.
D'altronde, mentre parlava con sua moglie quel giorno in bagno, sembravano entrambi determinati a non far trapelare la notizia.
<<Lei...Ma...Cosa sta dicendo? La mia azienda non è sul lastrico>> risponde, camuffando la difficoltà con qualche inconsistente risata incredula ma la sua esitazione è evidente e non convince neanche me, ad essere sincera, figuriamoci lui.

<<Non si sforzi di fingere, ha scelto la persona sbagliata con cui farlo e non le riesce neppure bene>> con poche parole, Nicholas lo smaschera e tenta di saltare gli inutili convenevoli del caso.
<<Non vedo alcun motivo perché dovrei parlarne con lei>>
<<Non ne vede proprio nessuno?>>
<<Neanche lontanamente>>
<<Come vuole>> percepisco che il detective si stia muovendo ma non riesco neanche lontanamente ad intuire quello che stia facendo. <<Questa le basta?>> Domanda subito dopo.

Un sussulto.
<<Q-q-quella e-e-è>> balbetta adesso Garcia e a questo punto penso proprio di sapere cosa ha fatto Nicholas negli ultimi secondi.
Per la precisione, cosa ha tirato fuori...
<<Parli>> lo interrompe <<Adesso>>
Sento un sospiro profondo e il rumore della piccola poltrona che si abbassa sotto il peso di qualcuno.

Nessuno dei due prende la parola e mi chiedo se ci siano ancora.
<<Le prime difficoltà sono iniziate quattro mesi fa, da allora tutto è andato sempre peggio e ora...>>
<<Ora la situazione è insostenibile, giusto?>>

<<Già>> conferma l'uomo e il suo tono di voce, così sperduto e disperato, mi spinge a provare pena nei suoi confronti.
Vivere una situazione simile deve essere davvero logorante: vedere la tua vita andare in pezzi e fingere che tutto vada bene per evitare la pressione sociale, pur consapevole che prima o poi nascondere tutto diverrà impossibile, deve essere tutt'altro che facile.

<<Farebbe di tutto, pur di far rientrare i bilanci, o forse mi sbaglio?>> Domanda adesso Nicholas e forse ho capito dove stia andando a parare.
<<Qualsiasi cosa, davvero, sono disposto davvero a dare via tutto, a fare qualsiasi cosa e->>
<<Magari anche compiere un furto>>
Ecco, lo sapevo.
L'ha detto.

<<Mi scusi?>> Domanda quello, interdetto.
<<Ha sentito bene>>
<<Non penso di aver capito cosa intenda dire>> la tensione è percepibile fin da qui e non oso immaginare come siano gli sguardi che si stanno lanciando i due.
<<Io invece penso che abbia capito, fin troppo bene>>
<<Mi sta accusando di qualcosa?>> Il sospetto si insinua nella sua voce e adesso non mi sembra tanto più preoccupato quanto offeso.

<<Me lo dica lei, c'è qualcosa per cui dovrei accusarla?>> Nicholas risponde con una domanda ma non ottiene nessuna risposta. Rendendosene conto, decide di rafforzare i suoi interrogativi propinandogli un'altra domanda, questa volta meno implicita e più diretta.
<<Lei sa che c'è stato un furto su questa nave?>>

<<Un furto?>> Gli fa eco quello, stupito e spaesato al tempo stesso <<No, assolutamente>> nega senza pensarci un secondo <<Non ne avevo idea>>
<<Davvero?>> Il tono di Nicholas è tutt'altro che insicuro, sembra quasi dubitare del tutto di ciò che gli è stato appena detto e delle parole dell'imprenditore.
<<Glielo posso assicurare>> continua in risposta Garcia con voce ferma.

<<Perché sa? Ho i miei motivi per credere che non sia così>>
<<Non è possibile, davvero, non c'entro nulla in questa storia>>

<<Recentemente ha fatto qualcosa che a sua moglie non è andata a genio, mi sbaglio? Non le ha detto che se lo avessero scoperto sarebbe finito in grossi guai?>>
Sta facendo riferimento alla conversazione origliata nel bagno del ristorante.
E io mi accorgo che, davvero, deve mancarmi qualche rotella se, ripensando a quel giorno, torno con la testa direttamente al pensiero di quel bacio.
Come se fosse il momento!
E come se fosse una cosa da fare!
Eliminalo.
Cancellalo.
Archivialo.

E non ti deconcentrare: al momento devi origliarne un'altra di conversazione, Catherine.
C'è da dire, però, che la location è sempre la stessa: chi l'avrebbe mai detto che i bagni potessero rivelarsi così interessanti!

<<Sono certo che lo abbia definito un "casino"...Mi sbaglio?>>
<<Ma lei come...Come fa a saperlo?>>
<<Informazione superflua>> blocca fulmineo l'ennesimo tentativo di Garcia di svelare qualcosa sulla sua identità.

Ancora una volta si spengono le voci e aleggia il silenzio. Una parte di me ritiene che se Nicholas fosse leggermente più cortese, un filino soltanto, probabilmente salteremmo questi attimi di assoluto silenzio.
<<Sì, va bene, ha ragione...Io ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare ma non ho rubato nulla a nessuno...Glielo assicuro>>
Non ci posso credere, è sempre meglio, un misfatto nel misfatto. Questo complica non di poco la situazione.
Intrigante, non lo nego, mi sembra di essere stata catapultata in una serie tv.
<<La ascolto>> e, nonostante sia evidente lo sforzo che faccia per aprirsi e svelare l'ennesima sua azione compromettente, rassegnato vuota il sacco.

<<La nonna di mia moglie è morta due anni fa. Linda è cresciuta con lei e per questo ha ereditato la sua casa. I genitori non erano d'accordo, in particolare il padre, ma si sono consolati all'idea che almeno venisse ereditata dal loro ramo della famiglia. Dopo il matrimonio abbiamo cointestato tutte le proprietà>> si prende una pausa <<Gli affari andavano sempre peggio, avevo bisogno di soldi per saldare alcuni debiti con i fornitori. Ho fatto quello che mi sembrava la cosa più utile e...Ho venduto la casa senza dirlo a nessuno>>
Sono certa che lui abbia sbagliato, però un po' mi dispiace. Chissà come avrà reagito la moglie nel venirne a conoscenza: non mi è sembrata molto comprensiva o aperta al dialogo, l'ultima volta!

<<Fino a questo punto, posso anche crederle>> sentenzia Nicholas a seguito della sua rivelazione. Intanto le mie gambe iniziano a farsi sempre più pesanti e sento la necessità di sgranchirle un po'. Mi appoggio al lavandino e, constatando che sia ancora bagnato per causa mia, le muovo leggermente per alleviare il fastidio che al momento mi attanaglia i muscoli.
Decisamente meglio.

<<<Ma c'è ancora qualcosa che non torna>>
<<Cosa?>> Chiede Santiago, esasperato.
<<Ha perso qualcosa, signor Garcia?>>
<<Che tipo di cosa?>>
<<Qualunque genere di oggetto>>

<<Sì, io non trovo più il mio...Gemello>> non capisco cosa abbia causato il suo cambiamento di tono <<Proprio quello>> dice e deduco che adesso Nicholas glielo stia mostrando mentre lo stringe tra le dita.
<<Lo ha preso lei!>>
<<Quando l'ha perso?>>
<<Me lo restituisca>>
<<Mi dica quando lo ha perso>> insiste e ancora una volta il suo interlocutore si arrende.

<<Io...l'ho perso una settimana dopo l'inizio del viaggio. Ero distratto, stressato, lo sono ancora, e un giorno non l'ho trovato più. Pensavo di averlo da qualche parte in camera ma non c'era e un giorno mia moglie mi ha ordinato di metterli, quindi sono stato costretto a dirglielo. Lei...non l'ha presa affatto bene>>
Se mi concentro, posse sentire ancora le sue urla di quella sera riecheggiare nella sala da pranzo.

<<Questo gemello è stato reperito nella sala del casinò, il giorno stesso in cui si è verificato l'incendio che ne ha compromesso la fruizione. Lei era lì>>
Ma come nella sala casinò...Il giorno dell'incendio?
Ricordo perfettamente che, quando mi ha scoperta con il piccolo chiodino di oro in mano, ha precisato che fosse l'unica prova rinvenuta sul luogo del furto.
Qualcosa non torna...
<<Ero lì, sì, ma sono andato via un'ora prima perché ho ricevuto una chiamata dal mio commercialista e non mi sembrava il luogo consono per una conversazione del genere>>
In effetti, non oso dargli torto.
Chissà cosa sta frullando adesso nella testa di Nicholas.

<<Ma cosa fa?>>
<<Prendo in prestito il suo telefono, glielo farò riavere non appena avrò finito>>
<<Come?>>
<<Devo accertarmi che quello che ha detto sia vero>>
<<No, lei non può->>
Ed è in quel momento che tutto va a rotoli: un quadro perfetto viene rovinato da una macchiolina di inchiostro sfuggita al mio controllo.
Nera.
Tetra.

L'acqua sotto il palmo della mia mano rende scivoloso il lavabo in marmo su cui sono appoggiata.
La mia mano slitta verso sinistra e si scontra con delle creme lasciate sul ripiano.
I barattoli si spostano e causano la caduta del bicchiere con gli spazzolini che si rovescia, facendoli finire nel lavandino.
Che cavolo, però! Per una volta che andava tutto bene.

<<Cos'è stato?>> Nicholas si ferma immediatamente e non continua la sua frase.
Lo sapevo, lo sapevo che sarebbe finita male!
Ripeto a mantra nella mia testa, mentre tento di sistemare il disastro che ho appena combinato ma, a quanto pare, la gravità non è dalla mia parte, visto che le cose continuano a cadere.
<<La cameriera, presumo>> Santiago tenta di acquietare la sua curiosità e, forse, riflettendoci, riuscirò a scamparla.
Sono una semplice cameriera, non può entrare in bagno per minacciarmi di non riferire a nessuno quello che ho appena ascoltato. Vero?

<<La cameriera...>> Gli fa eco, incerto, quasi non fosse del tutto convinto e ci stesse riflettendo ancora un po' su.
Stai calma, non ti agitare.
Ripeto a me stessa per rallentare il mio cuore che ormai non ne vuole sapere di battere a una frequenza normale.
Non capirà mai che si tratta di te!

<<E, per caso, questa cameriera ha i capelli rossi e gli occhi verdi?>> Domanda in tono seccato e stento a credere a quello che ho appena sentito.
Basta.
Io ci rinuncio!

A questo punto comincio a credere che abbia delle telecamere in ogni angolo della nave.
Non è lontanamente possibile che abbia capito che fossi io! Sulla base di cosa poi?
Non sono psicologicamente preparata a gestire l'ennesimo dei nostri litigi.
<<Sì>> sussurra sconcertato l'imprenditore, un soffio di voce che si disperde nell'ambiente circostante. <<Mi scusi ma lei come->> comincia a chiedere, invano.

A quanto pare Nicholas non è incline a degnarlo di una spiegazione sufficiente e io sento il rumore dei suoi passi che scandiscono i secondi che mi separano dalla mia umiliazione.
Addio, mondo crudele, avresti potuto essere più clemente nei miei confronti!

La porta si spalanca e l'espressione scocciata di Nicholas è ciò che mi spinge a cercare di salvare una situazione ormai del tutto in balia delle onde.
<<Ti posso spiegare>>
<<Sì, come no>> risponde lui, senza neanche darmi un'opportunità di parlare in mia difesa.
<<Risparmiamoci il teatrino dell'ultima volta e vieni fuori di lì>> mi ammonisce per il mio tentativo di scusarmi e, all'apparenza, è meno indisposto di quanto non lo fosse l'ultima volta che ci siamo ritrovati in questa situazione.

<<Okay>> sospiro abbassando lo sguardo e tirando un profondo sospiro di sollievo.
Poteva decisamente andare peggio.

***

<<Sei arrabbiato?>> Dopo un logorante e lunghissimo silenzio, mi decido a chiederglielo. Non mi piace quella sensazione che si palesa nel momento in cui non riesci a codificare i pensieri altrui: non riesco mai a capire come dovrei comportarmi.

Mi lancia un'occhiata con la coda dell'occhio, senza neanche guardarmi in viso. Perfetto, ho avuto la mia risposta.
<<L'esasperazione supera di gran lunga l'incazzatura>> esala e, onestamente, non so neanche se interpretarlo come un fattore negativo o positivo.
<<Bene!>> Esclamo, annuendo <<Credo?>>
Gioco con le dita delle mie mani e penso a qualcosa da dire per spezzare il silenzio. <<Allora, sei occupato adesso?>>
<<Estremamente>>
<<Oh, cosa devi fare?>>
<<Sistemare l'ennesima delle tue stronzate>>
Deduco che stava aspettando soltanto il momento giusto per lanciare questa frecciatina, eppure non capisco quali siano le sue intenzioni e soprattutto a cosa voglia sopperire.

<<Spiega per i comuni mortali, per cortesia>>
<<La divisa...è un disastro>> accenna all'alone rossastro che è rimasto sul tessuto bianco della mia, o quasi, camicia.
<<A proposito di questo...Come hai fatto a capire che...insomma, che la cameriera ero io?>> Indico quello che indosso e non si lascia sfuggire un ghigno soddisfatto.

<<Sei rimasta colpita?>>
<<Sono rimasta sconcertata!>> Enfatizzo la mia sorpresa proprio quando riconosco la strada che conduce alla mia stanza.

<<È stato semplice in realtà>> constata e non gli lascio modo di concludere quello che sta dicendo.
<<Ovvio! Era elementare! Tiratela pure Clarke!>> lo spintono leggermente ma non vacilla neanche di un centimetro. Maledetti muscoli.
Lui sorride, immergendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni e alza gli occhi al cielo, divertito.
<<Dico sul serio: il turno di pulizie per quella zona è previsto per la mattina, di conseguenza non aveva senso che ci fosse una cameriera lì dentro>>

<<Tutto qui?>>
Non voglio neanche lontanamente credere che questo sia stato il suo unico indizio: mi rifiuto.
<<Non proprio>> ammette. <<Sono passato dal bar: Simon non trovava nessuna delle sue chiavi e Cole continuava a ripetere "Non preoccuparti amore, le troveremo, non stressarti adesso" mentre gli occhi per poco non si staccavano dalle orbite. Ho fatto due più due>>
Altro promemoria per le prossime volte: non assoldare Cole come complice.
Non so chi tra i due sia più bravo a farsi scoprire e mandare tutto all'aria.

<<Ricordami di ringraziarlo per l'aiuto, la prossima volta che lo vedo>>
<<Non mancherò>> risponde quando ormai siamo arrivati di fronte alla porta della mia stanza. <<Cambiati in fretta, non abbiamo molto tempo>>
Cerco la mia chiave nel taschino della gonna a tubino blu e apro la porta.
C'è silenzio dall'interno della cabina e deduco che il film di Taissa e Sandy sia finito da un pezzo e che loro abbiano smontato le tende.
Mi addentro nel piccolo corridoio e mi accorgo molto presto che Nicholas non mi sta seguendo. Mi immobilizzo e torno indietro, superando la porta ancora socchiusa.

<<Aspetti fuori?>> Gli chiedo, notando che ha appoggiato la schiena alla parete del corridoio di fronte e non sembra intenzionato a muoversi di lì.
<<Perché?>> Mi chiede lui, lanciando un'occhiata lasciva al mio corpo, partendo dalle mie gambe lasciate scoperte dal tessuto della gonna azzurra, fino alla scollatura dei tre bottoni della camicia. Non sembra preoccuparsi che io possa accorgermi del modo in cui mi sta guardando, a differenza mia che sto ufficialmente entrando in iperventilazione dentro questa divisa...
<<Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a toglierla?>>

Sorride malizioso e mi ammutolisco, aspettandomi tutto tranne che un'allusione del genere in risposta.

Prima incerta, poi sempre più accecata dal dispetto, ripercorro i miei passi e mi allontano dall'ingresso, sbattendo la porta alle mie spalle così da lasciar trapelare la mia indignazione.
Non te lo chiedo più!
E spero che nel corridoio passi Margaret e ti racconti qualche altro dettaglio della sua vita...
Oppure che Taissa arrivi e ti dia un altro schiaffo!
Lo sento ridere nel corridoio e odio il fatto che abbia una risata così bella.
Farfuglio insulti poco carini mentre spalanco le ante dell'armadio e mi ci tuffo all'interno, alla ricerca di qualcosa da indossare.
Scostumato.
Traditore.
E disonesto!

***

<<Non riusciremo mai a smacchiarla in due ore!>> Esclamo, afflitta, lanciando uno sguardo alla camicia, ormai ridotta ad uno straccio umido.
Una ragazza verrà licenziata per causa mia...Mi sento una persona di merda!
E se avesse una famiglia per cui provvedere?
Un familiare malato le cui cure dipendono da lei?
Oh nonono.
Magari potrei chiedere a mamma di assumerla come governante, oppure ad Alexander, visto che cerca casa per trasferirsi.
Non è in grado di sopravvivere senza che qualcuno sbrighi per lui tutte le faccende di prima necessità: non può che fargli bene.

<<Mi sottovaluti, Rose>>
<<Scusami, Mastro Lindo>>
<<Bella battuta...>> sussurra lui, privo di entusiasmo, mostrandosi tutto fuorché rallegrato. <<Molto divertente>> continua serio ma non sono un grado di rispondere con calma e serenità.
<<Non c'è niente di divertente!>> Urlo in preda al panico. Non sono in grado di reggere al meglio le situazioni di stress!

<<Stai tranquilla, ci penso io>> mi rassicura, arrestando la nostra corsa davanti ad una stanza con l'icona di alcuni vestiti ripiegati, impressa in azzurro sulla porta bianca.
Lo vedo prendere un respiro profondo e mi sembra quasi che stia incanalando le energie necessarie per fare qualcosa.

Nicholas bussa un paio di volte con le nocche e non aspetta una risposta per entrare. Io lo seguo e stringo tra le mani la camicia già malconcia.
Speriamo che abbia ragione lui.

Una ragazza con in mano un ferro da stiro si volta non appena si accorge della nostra intrusione e si apre in un grande sorriso non appena vede di chi si tratti.
<<Nicholas!>> Esclama, o meglio, squittisce.
La sua voce ha un suono così acuto che sembra essere uscita da un cartone animato. Ha i capelli biondi cotonati in un frisé e, tra le ciocche, appare qualche treccina fermata da degli elastici colorati. Il suo viso, di cui noto immediatamente i lineamenti molto spigolosi, è caratterizzato da un paio di grandi occhioni azzurri, che guardano con ammirazione il ragazzo davanti a me.

<<Briana! Come stai?>> Domanda lui, in tono dolce e ammaliatore.
<<Molto meglio adesso che ti vedo>> ride lei, abbassando lo sguardo imbarazzata.
Vomito, davvero, qualcuno mi dia una busta o un secchio!
<<Sei un tesoro>> sussurra lui, sorridendo di rimando e mi schiarisco la voce per ricordare loro della mia presenza.
Entrambi si voltano a guardarmi, Nicholas mi fulmina con lo sguardo, Briana mi studia con diffidenza.
<<È con te lei?>> Chiede timorosa a Nicholas e mi intrometto prima che possa rispondere lui.

<<Già!>> Esclamo sorridendo in maniera così finta che, a confronto, le extension di Taissa sembrano quasi vere.
<<Oh!>> Esclama adesso indispettita, aggrottando le sopracciglia e visibilmente irritandosi.
"Oh"?
Ma che vuole questa da me, adesso?

<<Catherine è una mia cara amica!>> Interviene Nicholas, posando le sue mani sulle mie spalle <<Ci conosciamo da una vita e mezza! Siamo praticamente fratello e sorella...Vero, Catherine?>>
<<No>> sentenzio, seria, e sento le sue dita stringersi intorno alle mie spalle.
Briana ci sta incenerendo con lo sguardo e ricordo molto presto che non posso prendermi questa vendetta adesso.
<<Volevo dire>> continuo, tornando a sorridere, anche se dentro vorrei urlare e sbarazzarmi di entrambi.

<<Fratelli è riduttivo! Siamo praticamente due gemelli!>>
<<Siamesi>> puntualizza Nicholas e la ragazza sembra tranquillizzarsi.

<<Oh, capisco...Che bello!>> Batte le mani eccitata e non so come comportarmi. Nicholas elimina la sua presa e mi strappa la camicia dalle mani.
Torna di nuovo all'atteggiamento da seduttore e mi sento, ancora una volta, tagliata dalla scena.
<<Avrei bisogno di un favore, Bri>> recita in un sussurro, avvicinandosi a lei.
<<Dimmi tutto, Nic>> risponde lei.
No, basta, io me ne vado. Si può morire di imbarazzo? Perché penso di essere sul punto di farlo!

<<Questa camicia si è macchiata...Potresti smacchiarla? Non te lo chiederei ma è abbastanza urgente>> le spiega, mostrandole l'alone che si espande su buona parte del tessuto.
<<Certo>> risponde lei, non allontanando lo sguardo incantato dal suo.
Ma tu guarda! Le brillano anche gli occhi!
<<Grazie, sei un angelo>> continua con le sue moine e sbuffo rumorosamente affinché mi senta.
<<Tu lo sei>> sospira ammaliata, strappandogli un altro sorriso.
Uff, sta diventando noioso.

<<Cole ci sta aspettando!>> Esclamo, anche se non è vero.
<<E chi sarebbe Cole?>> Domanda lei, stralunata.
<<Il terzo gemello>> le rispondo ironica ma nessuno dei due ride.
Cazzo, che simpatia!

<<Allora...quando posso passare a riprenderla?>>
<<Oh, sì...Ecco, domani mattina alle otto?>>
<<No!>> Sia io che Nicholas esclamiamo all'unisono e Briana si spaventa. Almeno la tesi dei gemelli avrà qualche argomentazione in suo favore!

<<Mi serve entro stasera, Briana, sei la mia unica speranza>> la adula lui, afferrando una ciocca dei suoi capelli e intrecciandola tra le dita, e la ragazza, senza neanche opporre la minima resistenza, si lascia convincere.
<<Okay, allora metterò tutto in pausa per te>> gli dice e tiro un sospiro di sollievo.
Per lo meno ne è valsa la pena...

***

<<Questa giornata sembra non voler finire mai!>> Esclamo, quando finalmente mettiamo piede al bar. Localizzo subito Cole vicino al bancone e sia io che Nicholas ci muoviamo in quella direzione.

Mi lascio cadere sullo sgabello accanto a quello del mio amico e lui sobbalza, preso alla sprovvista.
Oltre la mia figura, intravede quella di Nicholas, seduto accanto a me, e mi rimprovera con lo sguardo, capendo che, se sono arrivata con lui, è molto probabile che mi abbia scoperto.
E secondo lui di chi è la colpa?

<<Guarda che è anche merito tuo!>> Bisbiglio, passandogli le chiavi cosicché possa sistemarle tra le cose di Simon.
Il cameriere arriva subito e Cole non prova neanche a rispondermi.
Poggia sul bancone un bicchiere con un liquido ambrato al suo interno e lo allunga verso Nicholas.
<<Il solito>> spiega, e Cole si sporge per sbirciare.
<<Che cos'è? Uh! Un old fashioned! Posso averne uno anche io?>> Domanda e mi accorgo solo adesso che davanti a lui c'è la bottiglietta verde di un succo alla pesca.

<<No!>> Esclama fermo Simon, sistemando una bottiglietta di Coca-cola e un bicchiere con limone e ghiaccio davanti a me. Ha imparato anche la mia solita ordinazione. Mi sfugge un sorriso, che lui nota e ricambia, non potendo fare a meno di trovarlo un gesto carino.
<<Ti fa male! Bevi troppo alcol!>>
<<Ma a Nicholas l'hai dato senza neanche che te lo chiedesse!>> Piagnucola Cole, lamentandosi come un bambino.
<<Nicholas è adulto e sa badare a se stesso!>>
<<Anche io sono adulto!>>
<<Solo all'anagrafe!>>
Battibecchi di coppia, povero Simon, sembra esasperato...

Sbircio quello che sta facendo Nicholas e lo vedo fissare il vuoto, subito dopo aver bevuto un sorso.
<<Si può sapere a cosa pensi?>> Chiedo, versando della Coca-Cola bel bicchiere.
<<Dovresti saperlo, non c'è una sorta di collegamento tra gemelli?>> Mi domanda lui, facendomi sorridere, sebbene non mi sfugge che si tratti di un tentativo di distrarmi.

Sto per rispondergli ma la suoneria di un cellulare mi precede.
Nicholas si affretta a cercarlo e si alza proprio mentre trascina la cornetta verde per rispondere.
<<Ciao>> sussurra dolce e non leggo alcuna traccia di finzione come poco fa con Briana, addirittura i suoi occhi acquisiscono uno scintillio premuroso.
Non riesco a sentire altro, però, perché si allontana a grandi passi verso una delle grandi vetrate.

<<Questa è bella! Sono proprio curioso di sapere chi lo chiami!>> Osserva Cole, probabilmente notando anche lui il repentino cambio di umore.
<<Sua nonna>> risponde presto Simon ma, allo stesso tempo, troppo tardi, perché senza farlo di proposito ho appena bisbigliato un "Sarà Annie" ed entrambi i ragazzi mi hanno sentito.

Se in un primo momento Simon sembra pentirsi di quello che ha appena detto, lasciandosi sfuggire un dettaglio della tanto criptica vita di Nicholas, subito dopo sbarra gli occhi appena realizzato quello che ho detto io.
<<Sua nonna?>> Domando sorpresa, non riuscendo a credere a ciò che ha appena detto.

D'altra parte, però, il mio stupore è palesemente dieci volte inferiore a quello di Simon che mi sta guardando a dir poco sbigottito.
Boccheggia, visibilmente turbato, ed è costretto a deglutire lentamente prima di pormi un quesito del quale, forse, non vuole conoscere davvero la risposta.

<<E tu come conosci quel nome?>>






***

Amiciiii💞
Mi siete mancati così tanto T.T❤️❤️❤️

Come state? Spero che le vostre vacanze stiano andando bene 🧚

Nuovo capitolo (finalmente, direi)...
Che dite, abbiamo raccolto qualcosa di utile per risolvere il mistero?🤔

Incredibile a dirsi ma ha vinto la minoranza: non hanno litigato
(non più del solito)
😻

Io, onestamente, inizierò subito a scrivere il prossimo perché non vedo l'ora di condividere anche quello con voi💗

Non preoccupatevi, questa volta non vi faccio aspetta così tanto ;)

Spero vi sia piaciuto e vi mando un enorme abbraccio virtuale,
A presto
💓

Social
Insta: _wisegirl_03
Tiktok: _wisegirl_03

Continue Reading

You'll Also Like

Stereotype By YumeNoshi

Mystery / Thriller

23.9K 3K 50
Dal momento in cui vieni al mondo a quello in cui lo lasci, non ti abbandoneranno mai. Ti avvolgeranno come una seconda pelle, un rivestimento che, f...
2.5K 92 142
Clara, una ragazza di soli 16 anni, ama i romanzi rosa e i film romantici. Spera che quello che accade in quel mondo di finzione possa realizzarsi an...
342K 8.6K 39
Un cattivo ragazzo o una cattiva ragazza? Lei: Genny Finnigan, diciotto anni, stronza e acida, quasi cattiva con gli altri, è alta 1.60, ha gli occhi...
1M 26.4K 55
Cris è una ragazza a cui non piace dare a vedere tutto quello che prova: preferisce nascondersi dietro un fasullo sorriso ed una sadica battuta. Con...