MUDDY PUDDLE

By AppleAnia

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Giuseppina ha ventiquattro anni, è stata lasciata dal fidanzato, non ha un lavoro fisso e pubblica online fan... More

PERSONAGGI
PREMESSA
1 • IL PARADISO DEL PERFETTO MISANTROPO
2 • LA PRIMA REGOLA DEL SUCCESSO
3 • IL MIO GIORNO FORTUNATO
4 • TI ANDREBBE DI BALLARE CON ME?
5 • LA FINESTRA
6 • UNO DI NOI
7 • UN PIEDE NELLA FOSSA
8 • LA COLONNA SONORA DELLA NOSTRA INFANZIA
9 • CLASSE A
10 • IL GUFO
11 • PERCHÉ IO LA ODIAVO
12 • RODEO
13 • CHEMISIER
14 • GUARDRAIL
15 • ENGLISH SETTER
16 • EX
17 • CALCIO A OTTO
18 • DUE ETTI DI LONZA
19 • I COLORI DELL'ARCOBALENO
20 • UN ALTRO SOSPETTATO
21 • MASCHIO DA EXPO
23 • EFFLUVI
24 • UNICA COLPA? ESSERE PIÙ BELLA DI TE
25 • IL COLPEVOLE SARÀ LASCIATO SOLO
26 • INTO THE WOODS
27 • PASSEPARTOUT
28 • STORMYVENETIA
TRE MESI DOPO
RINGRAZIAMENTI

22 • MA QUINDI PERCHÈ LA SCHIENA FELINA GUARDA SEMPRE IL CIELO?

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By AppleAnia

Mi faccio lasciare da Danny a un centinaio di metri da casa della nonna e, sperando che la sua vista a raggi laser non abbia intercettato lui, il pick-up, il bacio lunghissimo che ci siamo dati prima che io scendessi o, peggio, il modo (molto discreto, però, devo dire) in cui ho fatto scivolare le mani sotto la sua felpa, mi incammino lungo il pendio.

Non piove più. Il sole è tramontato, il cielo è terso e pieno di stelle e io mi sento brilla ed euforica.

Ho già elaborato un programma per la serata: cena, rapida telefonata di aggiornamento con Delphine, tuffo nella vasca da bagno (purtroppo da sola), pigiama e dolorosa riflessione su cosa indossare domani per uscire con Danny. Non appena giro la chiave nella toppa, però, mi rendo conto che tutta la casa è permeata da una certa, insolita, agitazione.

Luigino non è davanti al suo stupido videogioco ma sta facendo avanti e indietro tra la cucina e il salotto, parlando al telefono. E la nonna non sta cucinando ma è seduta su una delle sedie imbottite del tavolo da pranzo con una mano tutta avvoltolata dentro un canovaccio sporco di sangue.

«Nonna!» urlo, scagliandomi su di lei. «Che cosa è successo? Ti sei tagliata mentre pelavi le patate oppure...»

«Ho fatto a pugni» mi interrompe.

Ok, forse sono un filo più che brilla. Perché potrei giurare di aver appena sentito la nonna affermare di aver fatto a pugni.

«Cosa?» domando, basita.

«Sono cose che possono capitare, quando intrecci una relazione sessuale non con uno, ma con due cantanti viziosi e dissoluti» taglia corto.

Ah. Beh, questo è davvero molto, molto inaspettato.

«Hai intrecciato una relazione sessuale non con uno, ma con due cantanti viziosi e dissoluti, nonna?»

«Non lei, idiota» interviene Luigino, porgendole del ghiaccio. «Tu».

Io? Provo a rispondere ma Luigino mi zittisce con un cenno della mano.

«Ok, allora» dice, al telefono. «Per ora pare si sia sgonfiata. Ma, se domattina dovesse ancora avere dolore, la porto al pronto soccorso per fare una lastra. Sì. Grazie mille, Paul».

«Si può sapere che cosa è successo?» chiedo, sconvolta.

«Il tuo fidanzato si è presentato qui, poco fa» mi risponde mio fratello, sostituendo lo straccio insanguinato sulla mano della nonna con uno pulito e asciutto. «Paul ha detto di tenere il ghiaccio ancora per un po', nonna».

«Il mio fidanzato?» starnazzo.

«Ah sì, scusami» risponde lui, «mi riferisco al cantante dei PC/SC. Avrei dovuto specificare quale fidanzato, visto che, a quanto pare, ne hai più di uno».

«Nonna» sibilo, ignorandolo. «Hai... picchiato Peter Potato?»

«Oh sì, cazzo!» esclama Luigino, ammirato. «Gli ha tirato un gancio che lo ha steso!»

«Stai scherzando?»

«No, no. È finito proprio a zampe all'aria».

«È venuto in casa mia a offendere mia nipote» si giustifica la nonna, cercando di dissimulare una smorfia di dolore. «Ha detto che vai a letto con lui e, intanto, vai a letto pure con un certo Mark... non ricordo. Un altro cantante, comunque».

Cielo, no. Ancora con questa storia di Marcus Melon. L'unico uomo di cui, evidentemente, Peter tema il confronto. Non ha creduto neanche per un secondo che potessi davvero preferire Danny a lui.

«Avresti dovuto pensarci tu a difendere il mio onore» dico a Luigino. «Invece di far compromettere la nonna!»

«Beh, sì, hai ragione, avrei potuto» risponde lui, stretto nelle spalle. «Peccato solo che, di tutte le cose che non mi interessano, il tuo onore sia quella che mi interessa meno. Per quanto mi riguarda, puoi scoparti anche il cantante dei Ramones».

«Guarda che è morto tipo vent'anni fa».

«Ah, sì? Allora quello dei Nirvana».

Ok, lasciamo stare.

«Nonna, ti ringrazio» dico, chinandomi per abbracciarla. «Ma guarda che c'è un malinteso. Io non ho nessuna relazione con nessuno dei due. Marcus Melon, poi, neanche lo conosco».

«Oh, non importa, cara» singhiozza la nonna. «Anzi, scusami per averti rivolto parole tanto crudeli, l'altro giorno. Tu sei giovane e bella e sei libera di fare ciò che vuoi».

Ah. Bene, questa brutta vicenda, per lo meno, sta prendendo un risvolto interessante.

«Anche di uscire con Danny, quindi?»

«Sì, certo» risponde, asciugandosi gli occhi con lo strofinaccio. «È un ragazzo così bravo e dolce».

«Oh, nonna!» esclamo, ma non faccio in tempo a dire altro che lei mi interrompe.

«Anzi, se lo senti, potresti chiedergli di venire a sistemarmi il forno?»

La nonna è davvero testarda e tenace come ogni vecchiolino dello Yorkshire che si rispetti. Infatti, quando, nel primo pomeriggio, sono scesa in cucina tutta acchittata e pronta per uscire, ho trovato Danny sdraiato sul pavimento con la testa infilata dentro il forno.

«Nonna!» esclamo, ma lei neanche mi sente. È tutta presa a contestare la diagnosi.

«Ma non è mai scattato il salvavita!» dice, sgomenta. «Pensi che non funzioni? Abbiamo corso il rischio di rimanere folgorati?»

«Non è scattato perché non c'è dispersione» le risponde Danny, paziente.

Ma la nonna è insaziabile.

«Se la resistenza non riuscisse a trattenere la corrente, questa finirebbe dispersa a terra e ti farebbe scattare l'interruttore differenziale» le spiega lui. «Ma non è questo il caso. La resistenza non si scalda affatto. Vedi?»

«E si può aggiustare?»

«Posso sostituirtela, certo. Hai un cacciavite?»

«Certo, caro. Vado subito a prenderlo».

La nonna esce dalla cucina, Danny sfila la testa dal forno e io mi affretto a inginocchiarmi accanto a lui sul pavimento.

«Ciao» fa in tempo a dire, prima che io gli salti al collo e lo baci.

Miseria, è così sexy. Che stia guidando un pick-up sotto il diluvio, bevendo una birra in officina o discutendo con una vecchietta inopportuna e molesta di dispersioni di corrente e orrende morti per folgorazione, è come se fosse sempre... pronto. La sua bocca appare sempre affamata dei miei baci, non importa quanto questi lo colgano alla sprovvista. E le sue braccia sono sempre in tensione, pronte a serrarsi intorno alla mia schiena per stringermi e schiacciarmi contro il suo corpo statuario.

«Ti prego, di' ancora interruttore differenziale» sussurro e lui sorride.

«Peppa!» esclama la nonna, quando entra in cucina e ci trova ancora avvinghiati. «Togliti di mezzo. Daniel sta facendo una cosa importante».

«Ma anche noi abbiamo da fare» rispondo, pensando alla deprimente riunione a casa di Fox che abbiamo in programma quando, in realtà, l'unica cosa che vorrei fare con lui sarebbe un round di sesso sfrenato sui marmittoni del pavimento della cucina. «Anzi, è già tardi».

«Ci metto un secondo» mi dice Danny, poi si rivolge a mia nonna: «Smonto la resistenza e domani ti porto il pezzo di ricambio».

«Non devi lavorare, oggi, Daniel?» gli domanda la nonna. «Non è che Peppa ti sta facendo perdere tempo?»

Non si capisce perché aggiustarle il forno dovrebbe essere una cosa importante, mentre fare sesso sfrenato con me sarebbe una perdita di tempo. Cioè, per carità, è in effetti un ragionamento tipicamente nonnesco e, quindi, del tutto in linea con l'ampia gamma degli altri suoi atteggiamenti tipici e sacrosanti, come arrostire patate, carbonizzare biscotti e scuotere la testa con disprezzo al solo sentir nominare Tender Molle.

Tranne prendere a pugni Peter Potato, certo. Quella è stata una tanto inaspettata quanto emozionante deviazione dalla retta via della nonnitudine.

«Il sabato lavoro solo mezza giornata» la tranquillizza lui, con il maligno pezzo di forno finalmente tra le mani. «Vogliamo andare, Peppa?»

Per fortuna non ha ricominciato a piovere né minaccia di farlo. Così io e Danny possiamo incamminarci a piedi per la brughiera godendoci il sole tiepido di fine ottobre. Gli racconto dell'ingloriosa colluttazione che Peter ha avuto con la nonna e lui se la ride di gusto. Camminiamo lungo la strada asfaltata ma deserta, costeggiata da un romantico muretto di sassi muschiosi da un lato e un piccolo fossato in cui l'acqua che è venuta giù nell'ultima settimana scorre via impetuosa.

Quando raggiungiamo casa di Aveline non ho nessuna voglia di lasciare la mano di Danny. Così, quando lei viene ad aprirci la porta, ci sorprende con le dita ancora intrecciate.

«Ah, ehm... ciao» dice, tutta imbarazzata. «Scusatemi. Sono pronta. Devo solo mettere le scarpe. Volete entrare un attimo?»

«Ti aspettiamo qui, non ti preoccupare» le risponde Danny, e lei annuisce e corre di sopra.

Faccio appena in tempo a voltarmi verso Danny e lanciargli il sorriso seducente di chi sa bene come impiegare questi ultimi cinque minuti di tempo che abbiamo a disposizione, che il maledetto Edison Oldroyd compare sulla soglia al posto della sorella.

«Perché siete qui fuori?» domanda. «Potete entrare, se volete».

Ma non ha da giocare a un videogioco insieme a mio fratello o da sedersi a ragionare sulle schiene feline che guardano il cielo?

«Grazie, Edison, ma non è necessario» gli risponde Danny. «Stiamo aspettando Aveline per uscire».

Il secchione si volta allora a guardare me, per niente intenzionato a togliersi dai piedi.

«Hai trovato poi il sottotitolo per il tuo libro?» mi domanda, cordiale.

Che palle. Non mi va di parlare del mio librodimerda davanti a Danny.

«Non ancora, purtroppo». Ho urgente bisogno di cambiare discorso. «A proposito! Ho saputo che hai scritto un libro anche tu».

«Più di uno, in realtà».

«Ho avuto il... ehm... piacere di sfogliare La schiena felina guarda il cielo» dico. «Davvero molto... interessante».

«Sì, sembra che interessi a molti, ultimamente» risponde, con il suo consueto sorriso educato. «Scusatemi un attimo, per favore».

«Non sapevo che ti interessasse la fisica» mi sussurra Danny, non appena Edison sparisce dentro casa.

«Infatti non mi interessa. Anzi, mi fa orrore» confermo. «Ma ho trovato il suo libro sul comodino di Suzy. Sicuramente non significa niente. Però, per sicurezza...»

Afferro il telefono, scorro rapidamente le ultime foto che ho nella galleria di immagini e le mostro a Danny.

«Cazzo» dice, ingrandendo la foto, presumo, per leggere meglio le oscure formule. E immagino che la situazione sia grave, visto che non l'ho mai sentito imprecare prima d'ora. «Perché non me lo hai fatto vedere prima?»

«Ci capisci qualcosa?»

«Sì» risponde, facendo avanti e indietro con gli occhi lungo quelle righe incomprensibili. Poi, dopo qualche secondo, alza su di me uno sguardo sexy e stupefatto. «Peppa. Susan stava cercando di capire come fare per lanciarsi nel vuoto e cadere in piedi».

«Cosa?» domando, riprendendomi il telefono. «Non è possibile».

«Sì, invece» risponde, indicando una serie di orrendi simboli matematici sullo schermo del mio telefono. «Guarda qui: spiega come cominciare una rotazione del corpo sfruttando il momento torcente prodotto dalla forza impiegata per staccarsi dal suolo».

Miseria. E io che mi stavo eccitando per uno schifosissimo interruttore differenziale.

«Scusa, non sono un granché con le spiegazioni» aggiunge, di fronte al mio sbigottimento. «Magari può spiegartelo Edison».

«E tu credi che Suzy sia stata in grado di capire questa roba?»

«No, non credo. Lei no. Ma, sicuramente...»

Edison è appena riapparso sulla porta con un altro libro in mano.

«Cosa devo spiegarvi?» chiede. «Spero non la faccenda delle schiene feline».

«Perché no?» domando, frastornata. «Ti è già stato chiesto da qualcun altro, di recente?»

«In effetti è proprio così» conferma e, intanto, mi porge il libro che aveva in mano e sul quale, con raccapriccio, ho intravisto una cosa che sembra spaventosamente simile a: Come fanno insetti, crostacei e pesci a brillare: una meraviglia nanometrica. «Tieni. Per te».

«Oddio... Edison... grazie, cioè...» farfuglio quando vedo che, sulla prima pagina, mi ha persino scritto una dedica. «Senti ma... è stata Suzy a chiederti quella faccenda dei gatti?»

«Eccomi, scusatemi tanto per l'attesa» esclama Aveline, appena sopraggiunta. «Ho preso la lettera per il signor Davies. Voi avete preso le vostre?»

Suzy non poteva essere interessata a quello schifo di momento torcente. Perché, se così fosse, significherebbe che Suzy stava pianificando di lanciarsi dalla finestra. E di cadere in piedi, magari. Ma, comunque, di lanciarsi. E questo manderebbe all'aria tutte le teorie elaborate finora.

«Susan?» mi domanda Edison, perplesso. «No, non ho mai parlato con lei di fisica. Anzi, credo di non aver mai parlato con lei in generale, in effetti».

Sì, non stento a crederlo, visti i soggetti.

«E chi, allora?» lo incalzo. «Chi è stato a chiederti spiegazioni su quel libro?»

«Va tutto bene, Peppa?» mi domanda Aveline, preoccupata dalla mia agitazione.

«Richard» risponde Edison, con le sopracciglia folte leggermente aggrottate. «Richard Rybakov».


OK PENSO CHE SIAMO TUTTI D'ACCORDO CHE LA NONNA SI CONFERMA IL MIGLIOR PERSONAGGIO DI QUESTA STORIA e quindi ci siamo meritati il suo ritratto (lei però, a quanto pare, non si è meritata un nome ahahah scherzo, si chiama Pauletta ma non è rilevante ai fini della storia ahahah).

Annuncio noioso: come avrete capito siamo in dirittura d'arrivo e, nonostante alla fine mi siano scappati un capitoletto o due più del previsto (o forse proprio per quello?) devo un attimo accelerare i tempi. Quindi potrebbe essere che la prossima settima pubblichi tipo 4 capitoli anziché 3. Come vi farebbe sentire questa possibilità in un scala che va da compostamente estasiati a violentemente contrariati?

Baci baci

🦉AppleAnia🦉

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