HOGWARTS LEGACY | Diario del...

By MaybeS0m3day

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Questo diario riprende il filone principale del gioco Hogwarts Legacy [presenti spoiler del gioco], con aggiu... More

Giorno 0 - Notte prima della partenza
Arrivo ad Hogwarts
Primo giorno di scuola - 1 parte
Primo giorno di scuola - 2 parte
Hogsmeade
Erbologia e Pozioni
La biblioteca
Domenica
Stanze segrete (parte 1)
Stanze segrete (parte 2)
Amicizie
Professor Fig
Poppy Sweeting
Dal campo da Quidditch ai Tre manici di scopa
Normalissime giornate da Grifondoro
Un Grifondoro e due Serpeverde
Feldcroft
Astronomia
In missione con Amit
Scriptorium
Stelle e pensieri
Amortentia?
Arriva l'inverno
Imperio
Rivelazioni e divinazioni
Filtri e Feltri
Litigio
Prima di Natale
Il trittico è completo
Ciò che fai a capodanno fai tutto l'anno
Avada Kedavra
Lutto
Ricominciano le lezioni
Infaustus Gaunt
Natty in pericolo
Veritaserum
Animagus
San Valentino Sucks
Il destino di Anne
Candele e sentimenti sospesi
Oneiro Threecoins
Gelosia
Studiamo per i G.U.F.O.
Verso la conclusione
Festa di fine anno part. 1
Ultimo giorno
Diario del 6° anno ad Hogwarts
Un ringraziamento 🎁

Festa di fine anno part. 2

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By MaybeS0m3day

Un secondo boato. 

Un'altra scossa.

La musica si è interrotta bruscamente, qualcuno si è lasciato sfuggire un grido di paura e subito dopo, il silenzio.Ci siamo guardati intorno per cercare volti amici e sostegno negli sguardi altrui.Il professor Sharp, Ronen e la Weasley sono corsi fuori dalla sala pronti ad affrontare tutto ciò che si sarebbe presentato loro davanti. Altri sono rimasti per controllare e rassicurare gli studenti, come la professoressa Allium, la professoressa Hecat e la Onai. E poi c'era il preside Black, rannicchiato vicino a dove gli strumenti musicali, sospesi a mezz'aria, avevano interrotto la loro musica.«Dov'è Anne?!» ha urlato Sebastian guardandosi intorno, tenendo le braccia intorno alle mie spalle, mentre entrambi eravamo in ginocchio sul pavimento per evitare di cadere.«Non vedo nemmeno Infaustus, saranno fuori?» Ci siamo guardati negli occhi per un istante e, senza bisogno di parlare, siamo entrambi corsi verso la porta da cui erano usciti anche i professori, mentre sentivo la professoressa Onai urlarci dietro: «Restate qui! Non uscite!»

Ma, senza voltarci, siamo corsi fuori, lasciandoci la sala grande alle nostre spalle.

Scusa mamma di Natty!

Una volta che l'enorme porta di legno si è chiusa alle nostre spalle, abbiamo oltrepassato l'atrio trovando le armature, che solitamente ballano o combattono tra loro, buttate a terra sfatte e inermi.
Continuavo a sentire dei colpi e i professori lanciare degli incantesimi. Stavano combattendo e, solo arrivati nella sala di accoglienza siamo riusciti a vedere contro cosa:

Un troll, dall'aspetto massiccio e potente, si ergeva nel mezzo della stanza. 

Le sue enormi mani, simili a robusti macigni, erano pronte a scatenare una furia brutale. Nonostante la mancanza di armi, la sua forza fisica era temibile e potenzialmente devastante all'interno delle mura che avrebbe potuto sbriciolare senza problemi, per non parlare delle gigantesche clessidre che segnavano i punti delle Case - ricolme di pietre preziose - tanto grandi quanto delicate.

Con la coda dell'occhio un'altra figura catturò la mia attenzione, mi sono girata verso sinistra e - vicino le scale - nascosto dietro un'enorme statua, qualcuno stava ergendo alta una bacchetta. Sono corsa in quella direzione, convinta di trovare Anne, ma con mio stupore era Everett Cloptom! 
«Everett, cosa stai facendo qui? Mettiti al riparo!» L'ho esortato io, cercando di afferrare il ragazzo Corvonero per la manica del suo abito.
«Io-io volevo dimostrare che si sbagliavano, che anche io ho delle capacità particolari...» Ha balbettato Everett che, divincolandosi dalla mia presa, ha iniziato a correre verso il troll. Quest'ultimo, vedendo un movimento veloce, si è girato verso di lui lanciando un fragoroso ruggito facendo indietreggiare Everett.

«Portiamolo fuori di qui!» Ha ordinato il professor Ronen, riferendosi al troll, spalancando il portone con Depulso. Sebastian si è precipitato fuori, attirando con successo l'attenzione del troll che partì all'inseguimento.
Everett, nonostante le gambe tremolanti, ha ripreso la sua corsa verso il troll, ha spalancato le braccia e urlato: «Ti ordino di fermarti!» Ma, ovviamente, in tutta risposta è stato sbalzato via.
Se non si è rotto tutte le ossa lo deve solo alla professoressa Weasley che lo ha prontamente ripreso al volo con Levioso.

«Siete d'intralcio se dovete stare qui in mezzo e vi dobbiamo proteggere, oltre che combattere il troll!» Ci ha rimproverato il professor Sharp, lanciandoci un'occhiata di traverso prima di  correre anche lui in direzione del Troll che, nel frattempo era fuori dalle mura.

Everett si lasciò cadere in ginocchio con le mani nei suoi folti capelli scuri e, dondolandosi avanti e indietro, ripeteva: «E ora cosa accadrà? Io non volevo».
Io e la professoressa Weasley ci siamo scambiate uno sguardo preoccupato, ma non avevamo tempo per fermarci a dialogare.

«Accompagna il signor Clopton nella sala grande, e mettetevi al riparo con gli altri. Torneremo subito.» Il tempo di darmi queste indicazioni e, anche la professoressa Weasley, sparì insieme agli altri, lasciando me ed Everett soli nella stanza.

«Everett, che cosa hai fatto?» Chiesi senza utilizzare un tono di accusa. Volevo veramente capire cosa fosse successo e non mettevo in dubbio le sue buone azioni. Everett non rispose, continuava a guardare dritto davanti a lui. 

Per sua stessa ammissione - che mi fece una volta - ha sempre patito la pressione scolastica di dover assecondare alte aspettative nello studio che, per antonomasia, erano richieste nella sua casata Corvonero.

«Dai, vieni. Non serve a nessuno rimanere qui» e, prendendolo per un braccio, l'ho aiutato a rimettersi in piedi. Abbiamo fatto qualche passo in direzione della sala grande quando: «Cosa sta succedendo?», la voce allarmata di Anne mi fermata sul posto.

«Anne, Infaustus! Un troll ha fatto irruzione nel castello, ma i professori se ne stanno occupando, andiamo dentro.»

«Dov'è Sebastian?» Anne, senza badare alla mia indicazione si guardò intorno, sorpresa di non vedere il fratello al mio fianco, dove si sarebbe aspettata di trovarlo. Il mio sguardo volò verso la porta del cortile, da cui provenivano i rumori dello scontro e, senza indugio, Anne ci si catapultò.

«No, no, no!!! ANNE!» Ho provato a urlarle dietro, così come Infaustus, ma senza ottenere risultati. Anne si fiondò fuori senza darci retta o voltarsi. 

La genetica non mente!

«Accompagna Everett dentro, io vado a vedere se serve una mano lì» Dissi a Infaustus consegnandogli Everett ancora tremante.

«Riportala indietro sana e salva!» Mi ordinò Infaustus incamminandosi verso la sala grande sorreggendo il povero Everett.

˜

Ho trovato Il professor Ronen e la Weasley che, con immensa fatica, bloccavano il Troll per permettere al professor Sharp di dargli il colpo di grazia e, una volta sferrato, si sono smaterializzati insieme per evitare che l'impatto della caduta di quel peso pachidermico devastasse l'architettura circostante, mettendo in pericolo i presenti.

Solo dopo la scomparsa dell'ingombrante creatura, il mio sguardo è riuscito a mettere a fuoco le figure di Anne e Sebastian. Erano sullo sfondo, con lei che lo tiene tra le braccia, svenuto, probabilmente per un colpo ricevuto.

Le mie gambe cominciarono a dirigersi automaticamente nella direzione dei due Sallow, ma il professor Ronen, arriva prima di me e porge prontamente una pozione rigeneratrice ad Anne, affinché la possa somministrare all'inerme Sebastian.
Le sue movenze, il suo modo di accudire il fratello, suggerivano l'affetto e il legame che li unisce, nonostante le divergenze che negli ultimi periodi hanno allontanato i due.

Sebastian tossì, riprendendo i sensi e, quando aprì gli occhi rimase sorpreso nel vedere che la persona che lo teneva stretto era sua sorella Anne. Un sorriso dolce comparve sul suo viso facendomi sentire fortunata di aver assistito a una scena così tenera.

«Anne... ?»
«Va tutto bene Sebastian. Ce la fai ad alzarti?» 
«Certo, sono un campione di "Rialzarsi da una caduta artistica", guardami!»
Rispose Sebastian ritrovando il suo fare carismatico e togliendosi la polvere dal vestito rimettendosi in piedi.
«Vado dentro, Infaustus sarà preoccupato» Dico ai due Sallow con la scusa di lasciarli da soli per parlare.

"Credo che questa sia la prima volta - da quando Anne è guarita - che sembrano pronti a un vero dialogo pacificatore." Pensai con convinzione mentre mi allontanavo.

˜

Infaustus era in piedi, con i gomiti poggiati su un alto tavolino rotondo in uno degli angoli della sala grande e, riconoscendo i miei passi che si avvicinavano a lui, scattò sull'attenti: «Allora, dove sono Anne e Sebastian?»
«Sono fuori, stanno bene e... stanno parlando» lo rassicuro io.

«Ecco la persona informata dei fatti! Allora, signorina Mayfield, ci può dire cosa stava accadendo presso la sala di accoglienza tra le ore 20:00 e le ore 20:30 e perchè sembra sempre essere coinvolta con questi casi?» Scherzò Garreth raggiungendo me e Infaustus accompagnato da Nellie e Poppy, ma ad essere più informato di me era, in realtà, Infaustus che rispose: «A quanto ho capito, Everett ha acquistato un troll a Brockburrow da una signora che lo stava addestrando e ha pensato bene di portarlo qui. Non ho capito se intendeva fare uno scherzo dei suoi o cosa, ma ora è con la Weasley e Black nell'ufficio del preside.»
«Ho saputo che alla maggior parte dei risultati dei GUFO ha ottenuto dei troll», aggiunse Natty mangiandosi una pellicina del dito indice.

«Non fare così, ti rovini le mani» la bloccò Nellie col solito fare riguardoso.
«Everett! Quell'imbecille, non poteva rimanere nella sua mediocrità un altro giorno ancora? No, ha pensato bene di puntare tutti i riflettori su di sé portando come dama per il ballo un troll!» Commentò Imelda con il suo solito tatto, irritata per come la serata rischiava di finire, più che per altri motivi.

«Hem-Hem. Prova, prova! Funziona?» Il professor Ronen era sul palco vicino al leggio del preside, cercando di iniziare un discorso: «Mi sentite?»

«SIIII LA SENTIAMO, PER MERLINO!» un coro esasperato si sollevò dalla folla.

«Oh, bene! Dal momento che questa serata è nata per festeggiare Hogwarts, i suoi studenti, i suoi professori, e chiunque riempia di linfa queste antiche mura... Non c'è motivo per non riprendere le danze!»

Un altro coro di urla ma, questa volta, di gioia.

«Professor Ronen, sei il mio nuovo professore preferito!» Esclamò Imelda, per poi si girarsi verso Garreth: «Vuoi essere il mio cavaliere per questo ballo?»

«Devo riparare a qualche torto?» Ma dopo aver visto l'espressione di Imelda cambiare nel suo volto, da spavalda a titubante, e una gomitata da parte mia, Garreth accettò galantemente la richiesta di Imelda.
Subito dopo arrivarono anche richieste di invito per Poppy, Natty e Nellie, lasciando soli me e Infaustus.

Dopo un breve silenzio imbarazzante decisi di rompere il ghiaccio: «Vuoi ballare?»

«No.» Fu la sua risposta secca, facendo calare il gelo. «Scusa, non è... è che non era così che mi ero immaginato questa serata!»

«Capisco, non ti eri di certo augurato che potesse finire in mia compagnia!» Risposi io, non troppo sarcastica, poi aggiunsi: «Per me è positivo che stiano parlando, magari stanno facendo pace!»

«Scusa! Hai ragione» Rispose Infaustus ritrovando un tono gentile nella voce: «Ti va di fare una passeggiata?».
Accettai volentieri il suo invito e siamo usciti a prendere un po' d'aria. 

«Comunque non fare l'offesa. Sicuramente anche tu immaginavi di concludere la serata con qualcuno diverso da me!» Disse Infaustus, riprendendo il discorso di prima.
«La differenza tra me e te è che io non te lo faccio pesare» risposi prendendo il mio amico sotto braccio: «E comunque, la serata non è ancora finita!».

Arrivati sul cortile lastricato, l'aria fresca e leggermente umida ci accarezzò delicatamente il viso, regalando una sensazione di piacevolezza e serenità, grazie anche al dolce profumo dei fiori in sbocciati che invadeva il cortile.

«Dovrei forse preoccuparmi a lasciarvi soli? Eh, Infaustus?» Scherzò Sebastian raggiungendoci insieme ad Anne.
«Cosa dici?» Risponde accigliato all'amico: «Sono io che mi devo preoccupare quando prendi iniziative!»

«Tranquillo Infaustus, è andato tutto bene!» rispose Anne prendendo il suo braccio e dandogli un bacio sulla guancia.

Quasi inconsciamente le due coppie si riformano: Io e Sebastian camminavamo fianco a fianco e dietro di noi ci seguivano Infaustus ed Anne.
«Che bell'aria fresca, e che buon profumo. Si sta così bene stasera qui!» Dissi sedendomi su uno dei gradini del cortile lastricato, seguita da Sebastian. Anne, invece, si fermò titubante.
«Ecco!» Infaustus, con un semplice incantesimo di apparizione, fece materializzare una piccola coperta che, posiziona su un gradino, permise ad Anne di sedersi senza sporcare il suo prezioso vestito rosa pallido.

Sebastian, notando il gesto di galanteria dell'amico, imbarazzato, si girò verso di me che gli feci cenno di non preoccuparsi, scambiandoci un sorriso reciproco di complicità.

«Ma non è per caso il vestito della mamma?» Domandò Sebastian a Anne.
«Si, l'ho modificato un pochino per aggiornarlo alla moda attuale e alla mia figura... non ti piace?»
Sebastian abbassò lo sguardo, e con le guance rosa annuì: «No, è... È bellissimo. Credo tu abbia fatto bene a ridargli vita!»

Credo che siamo rimasti su quei gradini, seduti, a parlare per almeno un'ora abbondante, condividendo pensieri, desideri e progetti per il futuro. Futuro che, e su questo condividiamo tutti la stessa cosa, non vediamo l'ora che cominci, lasciandoci il passato alle spalle.

˜

Era mezzanotte, la musica nella sala grande si affievoliva sempre più, in accompagnamento agli studenti che svuotavano la stanza facendola apparire mano a mano sempre più spoglia.
Anne doveva tornare a Feldcroft, ovviamente fu premura di Infaustus di riaccompagnarla con la carrozza con cui erano venuti.

«Posso accompagnarti almeno fino all'ingresso della tua sala comune?» Mi chiese Sebastian porgendomi il suo braccio.
«Certo che si!» risposi con un sorriso.
«A volte sono stato preso dalla curiosità di seguirti fin dentro la sala comune dei Grifondoro. Ho sempre trovato un peccato doverci salutare, ogni volta, in corridoio. Tu no?».

Un fremito lungo il mio stomaco mi fece capire che quelle parole mi avevano fatto avvertire le fantomatiche farfalle nello stomaco! Anche lui provava le stesse cose...

«Nel senso che sei curioso di vedere come sono le altre case o che vorresti che questa serata non finisse qui?» Chiesi avvicinandomi a lui in modo pericoloso, tanto da vederlo immobilizzarsi e prendersi un attimo per deglutire: «Entrambe, ma più la seconda» disse, infine, Sebastian appoggiando delicatamente le mani sui miei fianchi, guardandomi serio negli occhi. Il cuore mi saltò un battito e il respiro cominciò a farsi più accelerato, ma il poter percepire che stava provando le mie stesse emozioni - in quel momento - mi diede il coraggio di replicare: «Il coprifuoco e le regole non ci hanno mai fermato prima, se veramente non vuoi concludere qui la serata... portami nel sotterraneo». Dopo aver trovato il coraggio di sussurrargli queste parole all'orecchio, il sorriso malizioso di Sebastian fece la sua comparsa e, prendendomi per mano, sgattaiolammo con cautela verso il sotterraneo.

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