101% Emotions

Od Mrs_Hoodwin

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Emotions Town รจ una cittร  sperimentale, i suoi studi si basano sulle emozioni dei suoi abitanti. Quando un c... Vรญce

Prologo
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LEGGETE
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Od Mrs_Hoodwin

«Secondo te dorme?» Sento una voce molto vicina al mio orecchio. «Forse...svegliamola! Dobbiamo fare colazione.» Una voce più profonda pronuncia la seconda frase e mi muovo di poco, mugugnando. «Si è mossa, è così carina mentre dorme,» la prima voce pronuncia e, da ciò che ha appena detto scommetterei tutti i soldi di mio padre e punterei sul fatto che è Michael detto Amore. «Quanto sei sdolcinato Michael!» Ė la voce più profonda a riprenderlo e io mi rendo conto solo ora che devono essere entrambi i miei compagni di stanza, che stanno parlando di me; mentre che io sono in dormi veglia, ma loro pensano stia dormendo, se no non sarebbero così tranquilli. Vorrei aprire gli occhi e urlargli che sono sveglia, ma avrei preferito dormire per altre due ore...E se urlassi potrei far arrabbiare Calum e se lui si arrabbia io mi spavento. Quindi prendo la decisione di aprire piano gli occhi, ma prima di riuscirci dell'acqua ghiacciata mi arriva in faccia. A questo punto apro gli occhi di scatto e la prima cosa che vedo è un naso enorme e due occhi talmente scuri da sembrare neri, nonostante questo, un sorriso increspa le sue labbra. Nel frattempo il mio cuore ha iniziato a battere talmente forte che lo sento in gola, sono ferma immobile. Non me lo aspettavo e questo non è buono. Sono una persona paurosa, non devono farmi scherzi; morirò, me lo sento. «Sei un idiota!» Vedo una mano afferrare l'orecchio destro di Calum e tirarlo via dalla mia visuale, «Chiamo Ashton, prima che sviene come ieri.» Amore è uscito dalla stanza e io mi ritrovo sola con Rabbia, si è seduto sul letto del suo migliore amico, lo sguardo rivolto verso la mia figura; mi metto seduta, fortunatamente il battito cardiaco sta allentando e la paura sembra essere momentaneamente meno forte del solito. «Scusa,» dice piano Calum, sospira e si passa una mano tra i folti capelli che sembrano neri. «Non lo faccio apposta, non provo paura, quindi non so cosa vuol dire provarla.» Scrollo le spalle, posso capire il suo disagio. «Sono Dalia, dovrei essere colei che ti guarisce.» Osservo i miei piedi, ora stanno toccando il pavimento della stanza, sono rivolta verso di lui, ma allo stesso tempo non lo guardo. C'è troppa oscurità nel suo sguardo; ho paura che mi possa inghiottire nel suo mondo, ho paura che mi possa far diventare ciò che non sono, ho paura, semplicemente, perchè sono consapevole del fatto che lui non ne prova e non so cosa aspettarmi da un tale individuo. Un paio di secondi di silenzio, poi, la sua risata lo rompe; alzo lo sguardo quasi interrogativa, lui capisce subito il motivo del mio gesto. «Ci hanno già provato. Sono qua dentro da quattro anni, due Paura hanno provato a farmi cambiare idea. Non posso essere guarito. Stavano provando al contrario volevano che io guarissi Michael, magari sarei riuscito...Ė già passato un anno, lui non si arrabbia e io non provo nessuna paura.» Ha tenuto un tono calmo per tutto il tempo del discorso, ma si vede da come batte il piede sul suolo che non lo è; questa situazione lo fa innervosire e penso che abbia pienamente ragione.

La porta della stanza si apre quasi di scatto. «Stai bene?» Chiede Ashton con la sua divisa bianca, tutti gli specialisti indossano divise bianche; ognuno in base alle emozione delle quali si occupa, ha dei ricami o abbellimenti di quel colore: sulla sua divisa ha ricamato un fiore; alcuni petali sono rossi, altri neri e il pistillo e il gambo sono grigi. Mi piace la sua 'decorazione'. «Si, sto bene. Solo uno spavento passeggero.» Fingo un sorriso, ormai mi è quasi naturale sorridere a comando. «Ho fame!» Esclama Michael, che solo ora vedo essere dietro lo specialista. «Andate tutti e tre a mangiare, poi ci vediamo nel mio studio tra mezz'ora. Intesi?» Tutti annuiamo, e lo specialista esce dalla camera. «Ti conviene cambiarti, Dal.» Mi sorride ampiamente il ragazzo dai capelli rossi, io annuisco sospirando. «Ti aspettiamo fuori,» è Calum a parlare, avviandosi verso la porta seguito da Amore. Mi cambio, mettendomi una semplice maglietta a mezze maniche e un pantalone della tuta; qua all'Hospital c'è una temperatura stabile, non c'è freddo né caldo. Si sta bene.

Esco dalla stanza titubante e ovviamente spaventata, ma trovo i miei due compagni. Calum è seduto sulla ringhiera della balconata che da sulla hall, Michael ha le braccia conserte e gli lancia occhiate di fuoco. Appena mi vedono, fanno un cenno con il capo quasi in simultaneo che mi sconvolge, poi in silenzio li seguo. Attraversiamo questa specie di balcone che fa il giro di tutto il perimetro della hall sottostante, come avevo pensato ieri siamo circa al sesto piano, dal lato sinistro ci sono tutte le porte, sicuramente delle varie stanze; dal lato destro il vuoto e la hall. Al primo angolo che incontriamo scendiamo delle scale, solo un piano e una porta automatica a vetri si apre; al suo interno una stanza enorme, con tavoli circolari sparsi per la sua area e un tavolo immenso che fa angolo prendendo tutta la parete di fronte l'entrata e una parte della parete alla mia destra: è stracolmo di cibo. Entriamo, io sempre dietro i ragazzi, e ci dirigiamo subito verso il tavolo pieno di cibo. Guardo attentamente tutto ciò che c'è e decido di prendere una fetta di torta al cioccolato e un caffè freddo; oltre il tavolo dalla vetrata posso vedere il sole risplendere e le chiome degli alberi verdissime. «Andiamo,» mi esorta capelli rossi con il piatto stracolmo di dolci. Ci avviciniamo al centro della sala, dove c'è un tavolo per tre, Calum è già seduto, si sta guardando intorno. «Ashton romperà anche oggi?» Chiede Amore con la bocca piena di cibo, che schifo! La paura si impossessa di me e mi immobilizzo, pensando subito a cosa potrebbe succedere se anche pochissima di quella poltiglia che ha in bocca venisse sputata, visto che sta parlando; penso anche che potrebbe andargli di traverso e soffocare. Scuoto la testa concentrandomi sulla mia torta, ieri sera non ho cenato quindi almeno questa la devo mangiare tutta. «Lui rompe sempre; è il suo lavoro.» Risponde calmo Calum, allora c'è la fa...«Anche se lo odio in questo periodo, spaccherei questo tavolo in questo preciso istante al pensiero della sua faccia.» Ecco, la sua voce diventa ferrea e stringe un pugno sul tavolo, lo sbatte una volta contro la superficie, facendo così sobbalzare i piatti. «Ti farai di nuovo male...Smettila,» quasi lo supplica Michael, io sto immobile a guardare la scena, non saprei cosa fare. «Non dirmi di smetterla!» Urla Rabbia, si alza di scatto, infuriato, facendo cadere la sedia che provoca un rumore talmente forte da far girare tutti i presenti nella nostra direzione, Amore sospira sconfitto e io mi trovo nuovamente a tremare.

Io non posso aiutare Calum, sono terrorizzata dai suoi scatti di ira. Voglio farlo con tutta me stessa, ma non so se ne sono in grado.

Michael mi guarda e poggia una mano sulla mia spalla, quasi accarezzandola.

***

Abbiamo finito la nostra colazione e ci siamo incamminati verso la porta da dove eravamo entrati. Uscendo, alla destra di essa, c'è un'ascensore che abbiamo preso; Amore ha cliccato il numero 16. Ho notato che l'ascensore arriva al numero 22,il piano più alto presuppongo. Questo è un labirinto e io mi perderò, non è una paura, ma una certezza. La porta dell'ascensore si apre dopo qualche secondo e ci ritroviamo in un corridoio quasi uguale a quello dove si trova la nostra camera, solo che invece di anonime porte in metallo, ci sono porte in metallo con sopra dei simboli. Nella terza vedo lo stesso simbolo della divisa di Ashton. «Non aspettiamo Calum?» Chiedo piano, talmente tanto che ho il timore che non mi abbia sentita. «Se è come penso, Cal è già dentro.» Sorride. Questo ragazzo sorride troppo per i miei gusti; poggia la mano sulla maniglia in metallo e apre la porta. Come tutto il resto delle stanze che ho visto, anche questa nella parete difronte a noi ha una grande vetrata, davanti ad essa è seduto Ashton, che a sua volta ha davanti a se un grande monitor, una scrivania enorme e Calum che ci da le spalle, sta guardando lo specialista. «Sedetevi ragazzi,» dice proprio l'ultimo nominato. Così Amore prende posto accanto Rabbia, finendo al centro, io occupo il posto libero all'estrema sinistra. «Allora Dalia, ora ti faro delle domande e tu dovrai rispondere sinceramente, poi ne farò anche un paio ai tuoi compagni per farti capire come sono. Dopo ti farò compilare una scheda e infine vi darò le attività da fare in questa settimana.» Sorride verso di me e vedo due fossette fare capolino ai lati delle sue guance. Annuisco silenziosamente. «Chi ti fa più paura, tra Calum e Michael?» Mi fanno entrambi paura per ragioni diverse, penso. «Calum, ma, Michael non scherza.» Dico atona, ho davvero paura di offendere i due ragazzi, ma devo essere sincera. «Chi ti porta fastidio?» Questa è piuttosto facile; «Michael.»

«Perchè?» Domanda ancora Ashton, lo guardo negli occhi, e so che sta registrando le mie risposte, cerca di provocarmi. «Perchè quando ieri mi ha accarezzato o quando mi ha detto di volermi bene...io non ho provato nulla tranne che fastidio. Mi portano fastidio le dimostrazioni d'affetto e tutti quei sorrisi veri che fa; non capisco questo sentimento, quindi lo trovo fastidioso.» Vedo che il diretto interessato ha gli occhi puntati sudi me, e mi dispiace. «Perchè vuoi essere guarita?» Sorrido quasi spontaneamente questa volta; nessuno prima d'ora mi aveva fatto questa domanda. «Perchè sono stanca di avere paura. Sinceramente, non mi interessa provare l'amore, forse l'allegria si, ma non l'amore. Voglio solo poter fare ciò che mi va senza spaventarmi delle conseguenze.» Il mio specialista annuisce, quasi soddisfatto. «Un'ultima domanda, per oggi, qual è la cosa che ti fa più paura al mondo?» Deglutisco, non mi piace per niente rivelare le mie paure. «Nuotare, il pensiero di poter affondare mi manda fuori di testa, mi impedisce totalmente di ragionare.»

«Michael. Calum ti ha fatto sentire un qualcosa?» Il ragazzo dai capelli rossi fa per pensarci. «Forse si, non posso dire di essermi arrabbiato ma ieri quando si è buttato, mi sono innervosito, di solito divento triste, ieri no. Ė stato diverso.» Lo guardo e sembra sincero. «Hai già detto 'Ti voglio bene' a Dalia, giusto?» Amore annuisce, a testa bassa. «Cosa provi verso noi tre?» Michael ci guarda, uno per uno soffermandosi qualche secondo sui nostri visi. «Amo come un fratello Calum, è il fratello che non ho mai avuto. Voglio molto bene a te, ti conosco da sempre e sei molto importante per me. E verso Dalia provo un bene diverso, come se la dovessi difendere; lei non sa com'è amare, e questo mi rende leggermente triste.» Mi guarda con gli occhi verdi che potrebbero scavarmi fin dentro l'anima, mi mordo l'interno guancia, io non so come comportarmi con le persone, per me è tutto troppo nuovo. «Calum, quanto sei arrabbiato da uno a dieci?» La risposta arriva secca «Dodici Ashton! Sono da quattro interminabili anni qua dentro e voi non mi avete curato.» Stringe i pugni sul tavolo, lo specialista si passa una mano sul viso sembra frustrato dalla risposta di Rabbia. «Solo per quello?» Continua imperterrito. «Non farmi dire cose che già sai.» Le nocche delle mani di Calum sono bianche e ha gli occhi spalancati, con un'espressione minacciosa. «Ho bisogno di sentirtelo dire...» Annuisce come a spronarlo a parlare. «Mi manca Caroline. Ero innamorato di lei, lo sai. Forse lo sono ancora.» Il mio cervello gira ad una velocità supersonica e dico ciò che penso, tanto ho già paura della sua rabbia, non credo possa farmi più paura ancora. «Non puoi innamorarti di una persona se non provi paura. Tu non hai la Paura, quindi non era amore.» Ashton mi guarda sbalordito, Calum ha gli occhi di fuori, ancor più di prima. Penso voglia uccidermi. «Ma tu cosa ne sai? Non hai mai amato, non hai mai voluto del bene. Quindi stai zitta!» Non ha urlato, ma le sue parole mi sono arrivate forti e chiare, taglienti come lame. «Avete ragione entrambi.» Michael prende la parola, e lo specialista annuisce. «Ora vi dico cosa dovete fare questa settimana.» Distolgo lo sguardo dai due ragazzi e guardo lo specialista. «Dovete cercare di far entrare Dalia in piscina, con una dose d'amore; per Michael lavorate sul farlo arrabbiare, dovrebbe essere la soluzione più veloce. Potete andare; tranne Dalia. La accompagno io in stanza.» Amore si alza, ma Rabbia no. «Cosa devono fare per me?» Chiede Calum, ora più calmo. «Niente Calum, con te non so più cosa fare. Arrabbiati, spacca tutto e fatti del male. Sai fare solo questo.» Delusione e rassegnazione sono presenti nella voce di Ashton, Calum deglutisce rumorosamente, si alza e se ne va fuori dal suo amico. Lo specialista sta scrivendo ancora qualcosa e guarda attentamente il suo monitor, così sto in silenzio. Anche se mi è sembrato strano il modo in cui ha trattato Calum, non può arrendersi, è il suo lavoro. «Sento i tuoi pensieri da qua,» punta i suoi occhi che ora sembrano nocciola verso di me e un mezzo sorriso gli spunta sul viso. Sospiro, «Lo pensi davvero?» gli chiedo sperando di non dovergli specificare di chi o cosa parlo...Non vorrei essere invadente. «Parli di Calum?» Il suo sorriso si allarga, io annuisco piano, sono curiosa, lo sono troppo. «Non so più cosa fare con lui; è stato uno dei miei primi pazienti e da quattro lunghi anni cerco di infondergli un po' di paura, o in qualche modo di fargli cambiare visione sulla rabbia...Fargli capire che si può essere forti e decisi senza quella. Quando si è innamorato dell'ultima Paura, la ragazza prima di te, io pensavo di avercela fatta. L'hai detto tu stessa, non si può amare una persona se non hai paura, paura di perderla o ferirla. Caroline è morta per colpa di Calum.» I miei occhi si spalancano e ingoio il groppo che mi si è formato in gola. Le mani mi tremano e al solo pensiero che sia stata colpa del mio compagno di stanza penso di poter avere da un momento all'altro un attacco di panico. «Come...Come è successo?» Guardo Ashton con le sopracciglia corrugate e la paura stampata sul volto. «Ė morta di infarto fulminante. Calum era sul tetto, l'aveva portata là per una cena romantica, solo loro due,» il volto del ragazzo di fronte a me diventa pallido. «Un elicottero il rumore troppo forte ha fatto spaventare Caroline, a morte.» La sua voce è velata di tristezza e questo mi fa capire quanto debba essere stato difficile per lui gestire tutta la situazione. E penso di aver capito come poter aiutare Calum. Ha perso una cosa a lui cara, ma forse non troppo. Se invece perdesse l'amore e le attenzioni che gli riserva il suo migliore amico? O meglio, se perdesse il suo migliore amico? L'unico in grado di non arrabbiarsi con lui e di perdonarlo sempre... Poi però un'altra domanda mi sorge spontanea. «Perchè a me non hai chiesto qualcosa sull'amore? Devi farmi arrivare all'1%quell'emozione...» Lo guardo, sorride. «Tu mi hai chiesto di 'curare' la tua paura. Che appena arriverà al 100% automaticamente ristabilirà l'amore. Comunque Michael, può farcela ad infonderti quel pizzico di gioia e amore di cui hai bisogno.» Sono soddisfatta di ciò che ha detto, sembra proprio un bravo ragazzo il mio specialista.


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buongiorno/buonasera, non so quando leggerete questo capitolo, ho bisogno dei vostri riscontri, so che non siete più tant* come prima, ho due persone in croce a leggere la storia, ma datemi riscontri, please. 

per qualsiasi cosa scrivetemi, un abbraccio

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