Do Not Trust

Por aaaurooraaaa

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Amber ha ventidue anni, è ossessionata dai libri, la moda e i casi true crime. La sua vita è ordinaria, nient... Más

Cast
Dedica
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Prologo
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Por aaaurooraaaa


e se la vita si ribella,
tu ribellati con lei

Come al solito la mattina arriva troppo in fretta, il trillio della sveglia echeggia tra le pareti della stanza. Nascondo la testa sotto il cuscino per tapparmi le orecchie, ma ciò risulta inutile quando numerosi spiragli di luce entrano dalla porta svegliandomi completamente.
Allungo la mano e spengo quella fastidiosissima sveglia rosa, me l'ha regalata mia zia Rose qualche anno fa. Ma io dico, fra tutti i colori che poteva scegliere, proprio rosa?
La giornata non poteva iniziare peggio.

Mi alzo lentamente dal letto, spalanco le finestre della mia camera e busso a quella di mio fratello che spalanca la porta innervosito e con gli occhi assonnati <<Buongiorno fiorellino, vedi di preparati ed essere in cucina entro cinque minuti>>
Non gli lascio il tempo di rispondere che mi trovo già in cucina a preparare i pancake, sono certa però di averlo sentito sbuffare.

Dopo aver fatto colazione ed aver indossato un paio di leggins a zampa neri e una maglia a maniche lunghe bianca che mi lascia leggermente scoperta la pancia, pettino i miei lunghi capelli neri. Metto gli orecchini ed esco di casa salendo in macchina con mia madre e mio fratello.
Il traffico occupa le strade che portano per l' università, mia madre continua a suonare il clacson in preda alla frustrazione.
Un gruppo di ragazzi attraversa la strada facendo frenare l'auto di colpo, mia madre abbassa il finestrino e ne fa uscire la testa <<La prossima volta che attraversate senza guardare vi investo e faccio pure marcia indietro.>> sbraita infuriata. Loro in risposta si mettono a ridere, uno di quei ragazzi però ha un'aria familiare... Si volta e mi sorride per poi farmi un cenno di saluto con la mano: Jeff.
Mia madre lo fulmina con lo sguardo facendolo voltare, spero solo non abbia capito che stava salutando me...
<<Ambe chi era quello? >>come non detto <<Non lo so, non è detto stesse salutando proprio me... >>rispondo con aria innocente.
Due auto della polizia sono parcheggiate ai lati dell'entrata della scuola e una decina di poliziotti con accanto agenti FBI vanno dentro l'Istituto.
<<Cosa ci fa qui la polizia? >>chiede mia mamma sbigottita <<Non ne ho la più pallida idea, speriamo nulla di grave...>> suppongo io.

Quando la Ford F-150 nera di mia madre si ferma davanti all'entrata della mia nuova scuola, scendo dall'auto e saluto. Avanzo lentamente mentre sento mia madre ripartire per portare Noah a scuola.

Aspetto questo momento da tutta la vita, ricordo le serate passate a studiare, i pomeriggi rinchiusa in casa quando le mie amiche uscivano e non mi invitavano, fingevo di non rimanerci male, pensavo sempre che se avessi continuato così prima o poi avrei potuto frequentare questa scuola. E ora che me la ritrovo davanti stento a crederci, il cuore batte così forte che penso possa uscirmi dal petto, il respiro è irregolare e sento le mani sudare. Strofino le mani fra loro, chiudo gli occhi per un breve istante e faccio un respiro profondo, mi viene in mente ciò che mi disse una volta il dottor Torres " Non si può evitare l'ansia ma si può ridurre, non ha senso preoccuparsi per quello che non puoi controllare". Quando vado in panico ripenso a tutte le belle parole che mi ha detto, riescono a calmarmi.

La scuola che ho frequentato in precedenza sembrava dell'Ottocento, un vecchio castello: assomigliava ad Hogwarts, non che mi dispiacesse.
Mentre questa, tutt'altra storia. Sembra l'Accademia delle principesse frequentata da Barbie. È stupenda.

Strofino gli occhi come per svegliarmi da un' incantesimo. Invece è reale. È bellissima.
Difronte a me si estende un vasto giardino la cui erba pulita e curata rende ancora più formale l'aspetto dell' Istituto.

Decine di ragazzi sono riuniti in gruppetti, ragazze in divisa da cheerleader che lanciano occhiate seducenti ai ragazzi in divisa da basket i quali non le calcolano nemmeno impegnati come sono a scherzare tra loro e a leggere il giornalino scolastico.  Lo sta consegnando una ragazza dai capelli castano chiaro ad ogni persona camminando velocemente con un paio di ballerine Tory Burch color cuoio. Da quello che mi ha detto mia madre a causa di un imprevisto, le divise e i dormitori saranno disponibili solo la prossima settimana. Quando il giornalino arriva alle mani delle ragazzine in divisa da cheerleading anche loro cominciano a leggere interessate. Tutti avevano gli occhi puntati su quei giornali, espressioni stupite e altre terrorizzate era l'unica cosa che riuscivo a leggere nei loro sguardi. Mi chiedo cosa ci sia scritto di tanto interessante...

A farmi tornare alla realtà è la ragazza corvina vista poco prima che mi porge il giornale, la vedo finalmente alzare lo sguardo dal cellulare, i suoi occhi neri delimitati da un perfetto eyeliner mi fissano impazienti notando che non prendevo il fascicolo che aveva tra le mani e solo a quel punto prendo il fascicolo sorridendo.
Stava per andarsene ma poi si è voltata e mi ha guardato con un bellissimo sorriso in volto <<Ehi non ti ho mai vista da queste parti... Sei nuova? Piacere io sono Olivia, Olivia Brown la direttrice del giornalino scolastico. >> le sorrido in risposta dato che ha detto tutto così velocemente, sto per ribattere ma lei mi precede<<Benvenuta alla Studying Business Academy, come sei bella... Hai letto il giornalino? È stata trovata morta la signora Johnson, sua figlia è la capo cheerleader, Charlotte, non farti ingannare dal suo bel faccino... Tu piuttosto come ti chiami? >> ma quanto parla questa?
<<Amber, mi chiamo Amber Smith, quella donna è stata uccisa? >> chiedo sperando di non sembrare invadente.
<<Sembra di si, girano molte voci in giro... >> si blocca e punta gli occhi dietro di me<<Ehi Charlotte, ho saputo la notizia, mi dispiace molto>> esclama correndo verso la ragazza alle mie spalle, indossa una divisa da cheerleader, sarà alta un metro e ottanta in confronto ad Olivia che è abbastanza bassa. La ragazza che a quanto parte si chiama Charlotte ha gli occhi lucidi ma nonostante questo il trucco è impeccabile.
Aspetta... Era insieme ai ragazzi che hanno tagliato la strada a mia madre! Eppure mi è sembrato di vederla ridere...

Poso lo sguardo sul giornalino, ci è stampata sopra una scritta in stile Times New Roman "Amanda Johnston, vicepresidente dell'Università di Studying Business School , ritrovata morta dissanguata ".
Spalanco gli occhi e continuo a leggere cosa dice il paragrafo.
" La donna è stata ritrovata morta nel suo ufficio al secondo piano dell'Istituto" questo spiega gli agenti di polizia che occupano l'Istituto,ce ne sono due all'entrata principale.
"Le informazioni ottenute durante l'autopsia non sono ancora state divulgate, l'unica cosa stata detta è l'ora del decesso: 21.00 " per quale motivo si trovava a scuola a quell'ora? Capisco fosse un'insegnante ma restarci fino a tarda sera non ha alcun senso.
Piego il giornale e lo metto dentro la borsa, devo trovare la classe o farò tardi.

Accelero il passo e una volta varcata la soglia d'entrata sento gli occhi di qualcuno addosso, un'agente mi sta guardando in malo modo. È appena stato commesso un omicidio mi sembra ovvio che sospettino di chiunque, rallento il passo e mi dirigo verso la segreteria che si trova alla mia destra.
Dopo aver aspettato un paio di minuti compare davanti a me una donna, ha degli occhiali rettangolari che le coprono gli occhi, e una vestaglia che le copre i fianchi larghi.
Dopo averle chiesto le chiavi del mio armadietto e dove si trova la mia classe la ringrazio e mi dirigo al mio armadietto per sistemare le mie cose dato che all'inizio della lezione mancano ancora una decina di minuti.
Eccolo : il numero 102. Inserisco la chiave ma non si apre. Riprovo. Niente da fare, non vuole aprirsi, ci sbatto con la mano sopra in preda alla rabbia.
<<Quanta violenza>> una voce alle mie spalle mi fa sussultare, il ragazzo dietro di me ha un sorriso beffardo stampato in volto <<Non si apre maledizione>> sbotto in preda ai nervi.
Mi si posiziona accanto e con molta cautela mi prende le chiavi di mano, mi sposto a lato per lasciargli spazio, è davvero alto.
Inserisce la chiave nella serratura, la fa girare e lo apre. Come diamine ha fatto?
<<Avevi inserito le chiavi storte, per questo non si apriva>> soffoca una risata.

Brava Amber complimenti, prima figura di merda fatta.

<<Grazie... >>sussurro.
<<Quando vuoi>>poi si gira e se ne va.
Sistemo la mia roba sull'armadietto e mi dirigo al piano superiore per andare in classe.
<<Mi stai seguendo ragazzina? >> esclama il ragazzo che prima mi aveva aveva aiutata, non ci avevo fatto caso prima ma è veramente bello. La maglia nera gli fascia perfettamente i muscoli, i capelli come l'oro gli ricadono sulla fronte coprendola e gli occhi azzurri hanno lo stesso colore dell'acqua del mare d'estate, limpidi e brillanti. Li tiene fissi in un punto impreciso mentre cammina lungo il corridoio.
Si volta e io sposto immediatamente lo sguardo consapevole di essere stata colta in fragrante mentre lo guardavo.
<<Se continui a guardarmi così mi consumi>> esclama abbozzando un sorriso, è ancora più bello quando sorride...

Ma cosa sei, una quattordicenne in preda agli ormoni?

<<Sei così egocentrico da pensare che ti stessi guardando? >> esclamo stizzita. Non risponde, sbuffa solamente, quando mi accorgo di aver trovato la classe allungo la mano verso la maglia ma il biondo mi precede, apre la porta ma quando sta per entrare nella stanza lo supero, sono certa di averlo visto sorridere.
Ci mancava solo averlo nella stessa classe.

Una volta entrata mi sento gli occhi di tutti puntati addosso, prendo posto in seconda fila attaccata al muro, poco dopo si siede accanto a me una ragazza dai lunghi capelli mori raccolti in una coda alta <<Piacere Rachel, è il tuo primo anno qui vero? >>mi tende la mano e io la afferro sorridendo <<Molto piacere, Amber, si mi sono trasferita qui da poco>> .
<<Adesso abbiamo il professor Brolin, quell'uomo è una bestia>> afferma spaventata, io in risposta trattengo una risata.
Subito il brusio che c'era in classe si è fermato all'arrivo del professore, tiene un bastone da appoggio nella mano destra, in quella sinistra invece tiene stretta una valigetta grigia.
Mormora qualcosa a bassa voce e poi prende il registro tra le mani <<Amber Maree Smith>> esclama abbassando gli occhiali dagli occhi, mi fa segno di alzarmi ed io lo faccio <<Benvenuta all'Università di Studying Business School >>esclama con voce melliflua per poi girarsi e proseguire la lezione.

Dopo due intere ore in cui il professor Brolin spiega il programma scolastico dell'anno la campanella dell'intervallo mette fine a questa interminabile tortura. Quando mi alzo mi ritrovo accanto Rachel che mi racconta di come l'anno scorso il professore abbia messo così tante note che il preside gliene abbia date un massimo da mettere per ogni classe, di come suo fratello si è preso una nota per aver messo le gambe sopra la cattedra e di come copiare durante le sue verifiche: lingua dei segni.
La conosco da poco ma è veramente simpatica e gentile.
<< Jeff vieni qui>> esclama lei.

Ti prego dimmi che non è quel Jeff.

E invece è lui, si conoscono?
Ed io che speravo di non vederlo più.
Il ragazzo che prima era accanto al biondo dagli occhi azzurri arriva verso di noi, mi saluta ed io ricambio.
<<Come fate a conoscervi? Comunque lui è mio fratello>> aspetta cosa, è suo fratello? Effettivamente si assomigliano veramente molto, la bellezza dev'essere di famiglia.
Sto per rispondere ma egli mi precede<<Lunga storia >> esclama, veramente lunga.
Passo la ricreazione con loro a ridere e a scherzare, finché Jeff si dirige all'aula di arte mentre Rachel va in bagno.

Nel frattempo mentre cammino verso l'aula di letteratura sento dei passi dietro di me, due occhi azzurri sono fissi sulla mia figura.
Faccio un respiro profondo ed accelero il passo <<Maree, mi stai ignorando? >> questo ragazzo sta ponendo un limite alla mia pazienza. <<Anche se fosse? >> rispondo secca <<E poi nessuno mi chiama Maree, quindi evita di farlo>>aggiungo senza neanche pensarci.

Oh maddai smettila di fare come tua madre di mattina, infondo vuole solo essere gentile.

<<Va bene, Maree>>questo ragazzo mi da su i nervi.
<<Non mi sono neppure presentato...sono Andrew, Andrew Walker piacere di conoscerti e benvenuta alla Studying Business School>> mi porge la mano. L'avevo sentito in classe quando il professor Brolin ha fatto l'appello, ma detto da lui è molto più piacevole, con quel sorriso dolce poi... Gli stringo la mano e borbotto un misero <<Piacere mio>>.
Andrew Walker è il primo ragazzo che mi da così su i nervi ma è anche il primo ragazzo che mi dà i brividi lungo tutta la schiena con una sola stretta di mano.

Preparati Amber, questo è l'inizio di una nuova avventura, e non è di certo come una di quelle che leggi nei bellissimi romanzi che collezioni.

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Lola 🫶🫶
Oggi abbiamo conosciuti alcuni nuovi personaggi, spero possano piacervi.
Scusate se è da tanto che non pubblico ma ho avuto una settimana piena.

xoxo
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