MUDDY PUDDLE

By AppleAnia

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Giuseppina ha ventiquattro anni, è stata lasciata dal fidanzato, non ha un lavoro fisso e pubblica online fan... More

PERSONAGGI
PREMESSA
1 • IL PARADISO DEL PERFETTO MISANTROPO
2 • LA PRIMA REGOLA DEL SUCCESSO
3 • IL MIO GIORNO FORTUNATO
4 • TI ANDREBBE DI BALLARE CON ME?
5 • LA FINESTRA
6 • UNO DI NOI
7 • UN PIEDE NELLA FOSSA
8 • LA COLONNA SONORA DELLA NOSTRA INFANZIA
9 • CLASSE A
10 • IL GUFO
11 • PERCHÉ IO LA ODIAVO
12 • RODEO
13 • CHEMISIER
15 • ENGLISH SETTER
16 • EX
17 • CALCIO A OTTO
18 • DUE ETTI DI LONZA
19 • I COLORI DELL'ARCOBALENO
20 • UN ALTRO SOSPETTATO
21 • MASCHIO DA EXPO
22 • MA QUINDI PERCHÈ LA SCHIENA FELINA GUARDA SEMPRE IL CIELO?
23 • EFFLUVI
24 • UNICA COLPA? ESSERE PIÙ BELLA DI TE
25 • IL COLPEVOLE SARÀ LASCIATO SOLO
26 • INTO THE WOODS
27 • PASSEPARTOUT
28 • STORMYVENETIA
TRE MESI DOPO
RINGRAZIAMENTI

14 • GUARDRAIL

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By AppleAnia

Quando, dopo un lungo, complesso e increscioso giro di parole, riesco a confidare a Delphine della mia nottata con Peter, un raglio straziante e disarticolato mi costringe ad allontanare la cornetta dall'orecchio.

«Ti senti male?» le domando, sconvolta, perché non sono abituata a manifestazioni di entusiasmo tanto intense da parte sua. Ma neanche meno intense, a dire il vero. Delphine è più il tipo che, nel mezzo della peggiore crisi isterica che la sua coinquilina, appena lasciata dal fidanzato gay, abbia mai passato, gira per casa a piedi nudi con i capelli sciolti sulle spalle e il corpo flessuoso temprato da anni di yoga avvolto solo da una tunica di lino bianca, accendendo candele e bruciando incensi.

«No, ma... insomma, Posy... Peter Potato! È praticamente il tuo idolo!»

«Lo so, lo so» la interrompo, perché la sua balbuzie mi destabilizza. «Cioè, lui è stupendo...»

Delphine, dall'altro lato del telefono, smette di agitarsi tutto insieme.

«Ma?» domanda, tornando alla sua solita voce. Ora non sembra più un'amica esaltata ma, piuttosto, il moderatore di uno di quei patetici gruppi di auto aiuto.

«No, niente... ecco...»

«Posy» mi dice, con la voce calma e decisa. «È un ragazzo come un altro. Se non ti piace puoi interrompere la frequentazione senza sentirti di aver sprecato un'occasione».

«Non è che non mi piaccia» sussurro. «Mi piace, lui è...»

Cioè, come dire... è Peter. Non è solo bellissimo, sensibile, ricco, famoso... insomma, non è solo Peter. Si è anche dimostrato un ragazzo attento e gentile, premuroso al punto giusto. Se non fosse per quel dettaglio...

Oh, per la miseria, che accidenti vado a pensare? Sul serio sto facendo la difficile? Peter è perfetto, sotto ogni punto di vista. Beh, sì, sotto ogni punto di vista tranne quello. Ma non è neanche detto che sia obbligatorio trovare la giusta intesa già dalla prima volta. Ci vuole anche tempo per conoscersi e imparare a capire cosa piace all'altro, no? Per esempio, sono quasi certa che Peter non mi riproporrebbe nuovamente il vibratore con lo scroto dopo il carpiato che gli ho fatto fare giù dal soppalco. Certo. Il lancio di quello spregevole fallo gigante è stato sicuramente il primo di una lunga serie di passi che faremo insieme lungo la tortuosa strada della reciproca comprensione.

«Ma?» incalza Delphine. «Non ti è piaciuto a letto?»

«Beh, in un certo senso...» farfuglio. Non posso credere a ciò che sto dicendo. Stiamo parlando di Peter Potato e io sto davvero qui a lamentarmene.

«Posy» mi richiama Delphine. «Che cosa è successo? Si è comportato male?»

«Male? No di certo... ma, ecco... si è comportato...» rispondo, «...hai presente tua zia Maud quella volta che ha mischiato il whisky col diazepam?»

«Peppa?» mi domanda la nonna, comparendo sulla porta della mia stanza. «Oh, scusa, sei al telefono?»

«Non ti preoccupare» mi affretto a rispondere.

«C'è la tua amica Aveline» dice la nonna. «Sei pronta? O la faccio accomodare?»

«Falla accomodare un secondo» le rispondo, sperando che, nel frattempo, non le offra dei biscotti o qualche altro maligno prodotto partorito dal suo forno dalle resistenze compromesse. Dobbiamo fare una cosa importante, oggi pomeriggio. Non abbiamo tempo di finire all'ospedale.

«Senti» dico a Delphine, appena la nonna si è richiusa la porta alle spalle. «Non voglio dire che non sia... bravo. Cioè, non ho avuto abbastanza uomini per dirlo. Dico solo che, forse, non fa per me. Non è quello che voglio».

«Ho capito» risponde Delphine, calmissima. «Ma, dimmi la verità, Posy. Ti piace un altro, per caso?»

«Eh? Come ti viene in mente?»

«Beh, non lo so» sospira, «devo essermi lasciata fuorviare da quella raffica di messaggi confusi riguardo una Classe A e i cespugli di pitosfori che mi hai inviato l'altra sera».

Quante storie, per un paio di messaggi divertenti.

«Comunque, indipendentemente da questo, devi decidere tu» continua. «Quella è una parte molto importante del rapporto».

Lo so già, questo.

«Devo andare, ora» riprende Delphine, prima che possa controbattere. «Fammi sapere se ci sono novità su Susan. E, per il resto, pensaci bene».

Io e Aveline saltiamo sulla Volvo e ci mettiamo in marcia sotto il consueto scrosciante diluvio.

«Sei sicura che sia una buona idea?» mi domanda, afflitta.

È ovvio che non lo sono.

«Certo che sì» dico, perché spero che mostrandomi sicura riesca a minimizzare le possibilità che possa decidere di tirarsene fuori con un gesto inconsulto, tipo aprire la portiera e gettarsi dall'auto in corsa. «Da qualche parte bisognerà pur cominciare, no? Noi cominceremo dalle ragazze».

Aveline annuisce, poco convinta.

«A proposito» la incalzo, «c'è qualcosa in particolare che dovrei sapere su di loro? Lavoro? Famiglia? Amici? Relazioni sentimentali?»

«Beh, Zoe è bellissima, come hai visto» dice, incerta. «Fa il lavoro che le piace ed è sempre attorniata da amici e da uomini».

«Sua sorella sta uscendo con mio fratello» rispondo, e avverto un brivido di orrore risalirmi lungo la schiena quando ripenso al bacio a cui ho assistito l'altra sera. «E Zoe, invece? Ha avuto qualche storia seria o lunga, recentemente?»

«Non saprei, Peppa. Credo che non abbia mai frequentato ragazzi di qui, altrimenti si sarebbe saputo».

Guarda fuori dal finestrino e sembra piuttosto assorta a contemplare gli sprazzi di brughiera piovosa che compaiono tra un cottage e l'altro. È il momento di sferrare il mio attacco a sorpresa.

«E Danny?» domando, con nonchalance. «È stato con qualcuna, recentemente?»

Aveline si volta a guardarmi un po' stupita, ma poi risponde senza fare una piega.

«È stato con Molly Turner, per qualche anno» dice, guardando davanti a sé.

Molly Turner? Quella Molly Turner? La ragazzetta bassa e magra con gli occhiali a fondo di bottiglia e la terra sempre infilata sotto le unghie? Come ha fatto Molly Turner ad accaparrarsi un uomo del genere? A starci, addirittura, qualche anno?

Aveline dice qualcosa ma non la sto più ascoltando. Molly Turner no. Non lo accetto. Il maschiaccio scheletrico con le ginocchia sbucciate e i capelli crespi e incasinati che odorava sempre di Napisan.

«Peppa?» mi chiama Aveline, con un filo di voce. «Hai mancato la traversa».

«Ah, cazzo» mi lascio sfuggire, e intanto cerco un qualche tipo di spiazzo per fare inversione.

Spiazzo che, in questo paesino, ovviamente non esiste. In mezzo a queste stradine selciate dell'Ottocento, con questa Volvo lunga come un transatlantico sto per impelagarmi in una situazione senza via d'uscita, lo so già.

«Proseguendo per questa strada dovremmo arrivare alla chiesa» dice Aveline. «Lì c'è un piccolo parcheggio in cui puoi fare manovra».

«Perché dovremmo

«Se non rimaniamo incastrate prima, intendo».

Benissimo. Risalgo tutta la strada tortuosa fino alla chiesa letteralmente aggrappata al volante, struscio una volta la fiancata sinistra e un paio di volte la destra ma, alla fine, riesco a raggiungere il piazzale con entrambi gli specchietti miracolosamente ancora attaccati alla macchina.

«Questa chiesa è davvero carina, vero?» mi domanda. «La canonica è stata costruita nel diciannovesimo secolo, ma la torre è medievale».

«Sì, sì» rispondo. Chi se ne frega della chiesa e della torre. Io devo riuscire a girare questo scassone enorme.

Sono passati dieci minuti e sono sudata fradicia quando riesco a ultimare l'atroce manovra. Sono ferma allo stop pronta a immettermi sulla strada che risale la collina attorcigliandosi in una serie di curve a gomito. È la stessa strada che ho percorso insieme a Peter per raggiungere l'ospedale.

«Pensa che è proprio qui che sono morti i genitori di Gerald» sussurra Aveline, di punto in bianco.

Butto un occhio al guardrail che, in prossimità della curva proprio davanti a noi, è lucido e scintillante. Il che significa che è stato sostituito da poco. Ho quasi paura a chiedere.

«È successo a gennaio» spiega, senza che io abbia domandato niente. «Un pirata della strada li ha urtati ad alta velocità e la loro auto ha sfondato il guardrail ed è finita di sotto. Ci hanno messo un giorno intero per estrarre i loro corpi dalle lamiere. E, per fortuna, si è fermata prima di raggiungere il fiume».

«È orribile» commento. «Deve essere stato terribile per Gerald».

«Immagino di sì» bisbiglia, fissandosi le mani. «Ma lui è il tipo di ragazzo che soffre in silenzio. Non ha versato una lacrima neanche al funerale, lo sai? Anzi, persino dopo la funzione, quando siamo andati a casa sua, sembrava che la sua unica preoccupazione fosse assicurarsi che tutti stessero bene, a loro agio e con il bicchiere sempre pieno in mano».

Non me ne stupisco. Anzi, la composta e garbata imperscrutabilità di cui mi sta parlando combacia perfettamente con il ricordo che ho di lui da ragazzino.

Aveline, invece, è un libro aperto. Gerald non avrà versato neanche una lacrima, ma immagino che lei ne abbia versate abbastanza per tutti e due. Ha gli occhi lucidi anche adesso.

«Eravamo tutti affranti» continua. «Ma i ragazzi, i suoi amici... Danny e Paul... sembravano davvero distrutti».

«E Fox?» domando.

«No, Fox al funerale non è venuto. Non era proprio il caso, vista la situazione».

Ancora immobili allo stop, contempliamo in silenzio la macchina che, a velocità moderata e con i tergicristalli a tutto spiano, supera il guardrail rattoppato e ci passa davanti, continuando per i fatti suoi.

«Non mi hai detto niente dell'altra auto coinvolta nello scontro» dico, perché un sospetto sta prendendo rapidamente forma nella mia mente. «Chi c'era alla guida?»

«Non si è mai saputo» risponde, scuotendo appena la testa e, con essa, i capelli vaporosi. «Ma, all'inizio, era stato arrestato il padre di Fox. È stato rilasciato dopo pochi giorni per mancanza di prove, in realtà. Ma tutti, qui in paese, restano convinti che sia stato lui».

Ah, ecco. Deve essere per questo che tutti lo evitano, persino il postino rincoglionito.

«Perché proprio il signor Davies?»

È a disagio, ha sempre odiato i pettegolezzi. Non vuole rispondere. Questa informazione esula dal caso di Suzy, quindi non vuole darmela.

«Perché aveva già avuto qualche incidente, in passato. La sua macchina, infatti, era tutta distrutta» sussurra. «Ha problemi con l'alcol. Non è un uomo affidabile».

E per questo, siccome è un alcolizzato inaffidabile, tutti sono convinti che il pirata della strada sia lui. Chissà se lo pensa anche Gerald e come questo possa aver influenzato il suo rapporto con Fox.

«Credo sia meglio andare. Sono le cinque e venti» dice Aveline. «Arriveremo in tempo, se...»

Non completa la frase ma so quello che vuole dire. Se non ti incastri in qualche vicolo e se non sbagli più strada per stare a pensare a Molly Turner che si rotola insieme a Danny in mezzo ai rododendri.

Sono costretta ad abbassare i finestrini che, con tutto il mio ansimare e imprecare, si sono appannati.

«Sì, andiamo» dico, decisa. «Le ragazze ci stanno aspettando».

Uuuuuhm, dunque, oggi mi sento molto molto triste e amareggiata.

Perché, direte voi. Ebbene, perché sono delusa. Delusa da voi, dalle mie lettrici. Persino da quelle di cui non avrei mai dubitato. Mi sento talmente tanto affranta che, di punto in bianco, ho iniziato a chiedermi se valga davvero la pena di continuare a impegnarmi così tanto per voi quando poi NESSUNA SI È ACCORTA CHE NEGLI OCCHI DI CANDY CANDY DELLO SCORSO CAPITOLO C'ERA DISEGNATO UN MICROPENE AHAHAHAHAHAHAH

LIZA TU QUOQUEEEEEE 😭 tu, che hai fatto del pene il vessillo della tua saga😭

Comunque, parlando di cose serie D:
Come vi avevo già preannunciato, il massimo picco di trash lo abbiamo raggiunto col capitolo (il correttore tentava di correggermelo in patibolo, io boh ahahah) 12. Da adesso in poi, visto che siamo già oltre la metà della storia, dobbiamo iniziare a raccogliere gli indizi e a cercare di risolvere questo caso di cui non è mai fregato niente a nessuno (quasi quasi manco alla protagonista ahahaha). IL CHE OVVIAMENTE NON SIGNIFICA CHE NON CI SARANNO PIù SCENE TRASH ma solo che è arrivato il momento di concentrarci su altro. So che non vedevate l'ora ahahahah

Ps: visto che non ho un'immagine a tema vi ho allego uno dei tentativi ottenuti mentre cercavo di dire all'AI che volevo un germoglio di patata appena nato ahahahahah

Baci baci

🦉AppleAnia🦉

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