MUDDY PUDDLE

By AppleAnia

8.8K 1K 12.9K

Giuseppina ha ventiquattro anni, è stata lasciata dal fidanzato, non ha un lavoro fisso e pubblica online fan... More

PERSONAGGI
PREMESSA
1 • IL PARADISO DEL PERFETTO MISANTROPO
2 • LA PRIMA REGOLA DEL SUCCESSO
3 • IL MIO GIORNO FORTUNATO
5 • LA FINESTRA
6 • UNO DI NOI
7 • UN PIEDE NELLA FOSSA
8 • LA COLONNA SONORA DELLA NOSTRA INFANZIA
9 • CLASSE A
10 • IL GUFO
11 • PERCHÉ IO LA ODIAVO
12 • RODEO
13 • CHEMISIER
14 • GUARDRAIL
15 • ENGLISH SETTER
16 • EX
17 • CALCIO A OTTO
18 • DUE ETTI DI LONZA
19 • I COLORI DELL'ARCOBALENO
20 • UN ALTRO SOSPETTATO
21 • MASCHIO DA EXPO
22 • MA QUINDI PERCHÈ LA SCHIENA FELINA GUARDA SEMPRE IL CIELO?
23 • EFFLUVI
24 • UNICA COLPA? ESSERE PIÙ BELLA DI TE
25 • IL COLPEVOLE SARÀ LASCIATO SOLO
26 • INTO THE WOODS
27 • PASSEPARTOUT
28 • STORMYVENETIA
TRE MESI DOPO
RINGRAZIAMENTI

4 • TI ANDREBBE DI BALLARE CON ME?

362 43 633
By AppleAnia

Ripongo nella borsa il telefono su cui sono riuscita ad appuntare due cosette al volo e mi guardo intorno all'interno del bagno in cui mi sono venuta a rifugiare. Non ha affatto l'aria di essere il bagno di un'abitazione privata, sembra piuttosto un bagno pubblico. Non pubblico come il bagno di una stazione, ovviamente. Pubblico come la raffinata toilette di un hotel di lusso, quella in cui ti aspetteresti di trovarti a condividere lo specchio con celebrità strafatte intente a rimettersi il rossetto dopo aver vomitato nel lavandino o a infilarsi sostanze psicotrope su per il naso.

Va bene. Peter Potato è qui. Devo soffocare questo inopportuno senso di imbarazzo. Non sa chi sono, né potrebbe mai immaginare il modo riprovevole in cui ho sfruttato il suo nome e la sua immagine per accumulare visualizzazioni e notorietà.

Non ho alcun motivo di sentirmi in difetto di fronte a lui, penso, sistemandomi i capelli davanti allo specchio. Anzi. Piuttosto, potrei tentare di scambiarci due parole. Magari, addirittura, di scattare una foto insieme a lui.

Insomma, anche sforzandosi di tralasciare il non trascurabile dettaglio della sua smisurata avvenenza fisica e della spropositata reazione ormonale che questa genera in me, bisogna ammettere che, anche solo da un mero punto di vista promozionale, potrebbe essere un vero e proprio colpaccio.

Digito velocemente un messaggio per Belinda, la editor della Allen & Hawkes. Sono sicura che una notizia del genere riuscirà a entusiasmare persino lei. Potrebbe addirittura indurla a rivedere tutto quel tetro discorso sulla morte della letteratura.

Voglio essere del tutto onesta con te, mi risponderà. Ti avevo sottovalutata. Con il mio aiuto e le tue brillanti idee per una campagna promozionale di successo, il tuo libro diventerà immediatamente un best-seller e...

«Peppa» mi chiama Raisa, comparendo accanto a me nello specchio. «Tutto bene?»

«Sì, certo» sobbalzo.

«Sei scappata via come un razzo» dice Zoe, estraendo una cipria compatta dalla sua pochette. «Quindi? È stato Peter Potato a farti questo effetto? O uno dei ragazzi?»

«Nessuno dei due» mi affretto a rispondere. «Ma non mi aspettavo di vedere Peter comparire così, alla festa di Suzy».

«Suo padre, il signor Potato, è dello Yorkshire» dice Raisa. «Ti ricordi di lui? È stato un conduttore televisivo molto famoso, alcuni anni fa, e veniva spesso da queste parti».

«Certo che mi ricordo» dico, anche se avrei qualcosa da sindacare sul significato di molto famoso. Perché molto famoso lo è stato forse qui nel nord del Yorkshire ma, a Londra, non credo esista anima viva che lo abbia anche solo mai sentito nominare. «Quindi è per questo che Peter e Suzy si conoscono?»

«Sì» conferma Zoe. «Peter ha passato sempre qui le vacanze estive, negli ultimi anni. Non potevamo crederci, quando è diventato così famoso».

«Lo conoscete tutte molto bene, dunque».

«Lo conosciamo da tanti anni, sì» annuisce Raisa.

«Sì, beh, torniamo di là?» domanda Zoe. «Non voglio perdermi tutta l'esibizione».

Mi sciacquo al volo le mani, mi volto ancora soprappensiero e mi ritrovo a urtare contro qualcuno.

«Scusami!» si affretta a dire quella persona.

«Ma no, figurati» rispondo, e intanto la osservo.

È una ragazza asiatica. Cinese, probabilmente. Ha i capelli neri molto lisci tagliati a caschetto, indossa un vestito lungo color senape e ha uno strano odore di... cera d'api e di lucido per argenteria?

«Giuseppina... Rosati?» domanda, sgomenta.

«Sì» confermo. «Peggie o Kate Chen, vero?»

«Kate».

«È da tantissimo tempo che non ci vediamo!» esclamo. «Come stai?»

«Bene, grazie» risponde, ma mi sembra ansiosa di interrompere questa conversazione. Forse è veramente venuta a infilarsi qualche sostanza psicotropa su per il naso, almeno lei.

«Beh, allora vado...»

Kate sfodera un sorriso impaziente e io capisco che è arrivato il momento di levarsi di torno affinché possa proseguire con qualsiasi attività illecita sia solita sollazzarsi. Rientro insieme a Raisa e Zoe nel salone giallo in cui i PC/SC stanno suonando Vegetables in the Wind, la mia canzone preferita.

«Tutto ok?» mi domanda Danny, comparendoci alle spalle insieme ai suoi amici, e mi porge un bicchiere di champagne.

«Sì, sì» mi affretto a rispondere, prima che possa pensare che sia dovuta correre in bagno per colpa di un improvviso mal di pancia o di qualche altro disturbo gastrointestinale su cui preferirei non facesse indugiare l'immaginazione. «Sono andata alla toilette per sistemarmi i capelli».

«Capisco» risponde, bevendo un sorso. «Hai fatto un ottimo lavoro».

Non ho capito se questa cosa, proferita con la massima serietà e senza neanche un minimo mutamento d'espressione, sia da considerarsi un complimento, tipo hai fatto un ottimo lavoro: i tuoi capelli sono splendidi, o un'offesa, tipo hai fatto un ottimo lavoro: quando sei entrata, effettivamente, i tuoi capelli facevano veramente cagare, quindi non rispondo.

«Ho incontrato Kate Chen, in bagno» dico, piuttosto. «Mi è sembrata un po' strana».

«Lo è, un po'» interviene Paul.

«Hai davvero il coraggio di dare dello strano a qualcun altro, tu?» ride Fox, facendo tintinnare il suo bicchiere contro quello di Danny.

Eh, beh. Oddio. Paul Lloyd un po' stranino lo è sempre stato, fin da bambino. E non solo per quella sua particolare caratteristica di evitare di guardare gli altri negli occhi che, vedo, ha conservato anche andando avanti con gli anni, ma anche per alcuni suoi atteggiamenti un pochino, diciamo... ossessivi? Tipo la fissazione per le lenti dei suoi occhiali che, spesso e volentieri, sembrava apparissero ai suoi occhi ben più interessanti della compagnia dei suoi amici.

... e poi sì, beh, c'è stato anche quell'episodio, durante quel famigerato round al gioco della bottiglia... cioè quando mi sono avvicinata per baciarlo e lui ha urlato ed è scappato via e nessuno di noi l'ha più visto o sentito fino al giorno dopo.

«Ricordi il guardiacaccia Chen?» mi domanda Fox. «Era il padre di Kate. Purtroppo è morto alcuni anni fa, in servizio, e lei e la sorella sono state costrette a lasciare la scuola per mettersi a lavorare».

Kate Chen, intanto, ha appena rimesso piede in sala e ha completamente catalizzato l'attenzione della festeggiata. Sarà come dicono loro ma, almeno all'apparenza, non sembra né indigente né emarginata.

«Susan è così, lo sai» conclude Fox, dando voce ai miei pensieri. «Non bada alla classe sociale».

«Le mancano un paio di ali e l'aureola in testa» sbuffa Candace, aggrappata al suo braccio. «La faremo santa per aver prestato un vestito alla sua cameriera e averla invitata alla festa».

Ah, ecco. Quindi Kate lavora qui, in questa casa. E, a giudicare dall'odore che si portava appresso, l'angelica Suzy è stata talmente altruista da farle persino lustrare l'argenteria, prima di prestarle il vestito.

Comunque va bene, il momento patetismo, quando non ci si vede da tanti anni, è inevitabile. Ma, per quanto mi riguarda, è già finito. Ho ben altro a cui pensare.

«E tu, invece?» domando, tornando a voltarmi verso Danny. «Cosa fai? Ricordo che, quando eri bambino, dicevi sempre di voler diventare un contadino o un pirata».

«Nessuna delle due cose, purtroppo» sorride. «Ho ereditato l'autofficina di mio nonno. Sono un meccanico».

Ok, stiamo calmi. Ha solo detto di essere un meccanico. Tutte le immagini di lui parzialmente infilato sotto una macchina senza maglietta, sudato e sporco di grasso, con uno skateboard sotto la schiena e una possente chiave inglese in mano che stanno passando davanti ai miei occhi sono solo una proiezione della mia mente.

«È bello portare avanti il mestiere dei propri familiari» azzardo, ma lui sorride e non risponde.

Aveline, nel frattempo, è riuscita a guadagnare una posizione vicino a Gerald e, mio malgrado, mi ritrovo ad ascoltare l'imbarazzante conversazione che hanno intavolato o, per meglio dire, il soliloquio in cui lui si è lanciato.

«...la peculiare posizione in cui ferma il Setter» esclama lui, tutto entusiasta, mentre Aveline annuisce, incantata, come se le stesse dicendo qualcosa di realmente interessante e se dalla posizione in cui il Setter fa la ferma al fagiano dipendessero le sorti di questo mondo. 

Raisa e Zoe, invece, sono in religiosa contemplazione di Peter Potato che, intanto, sta concludendo il pezzo con un audace falsetto.

«Ti piace?» mi domanda Danny, vuotando il bicchiere.

«È la mia canzone preferita» ammetto anche se, a giudicare dalla sua faccia, non era la risposta in cui sperava e non stava neanche parlando della canzone. Mi volto quindi verso di lui e sfodero un sorriso ammiccante. «A proposito, potremmo andare a ballare, che ne dici?»

«Per carità» risponde, prima ancora che abbia finito di parlare. «Odio ballare. Odio proprio le feste, in realtà».

No, no. Un attimo. Il maschio da expo non può odiarmi le feste. O meglio, è giusto che le odi quel tanto che basta a fargli mantenere in pubblico quel cipiglio corrucciato violentemente sexy, ma non può odiarle al punto da rifiutare un mio invito a ballare.

«Scusami» aggiunge, subito dopo, di fonte al mio sconcerto. «Ma non sono a mio agio, in mezzo a tutta questa gente. Preferirei essere in qualsiasi altro posto, piuttosto che qui».

«Beh, ma...» bofonchio, perché non mi aspettavo di essere rifiutata con tanta decisione. «Cosa ci sei venuto a fare, allora?»

Danny abbassa su di me un profondo sguardo scuro, poi torna a guardare verso la pista da ballo.

«Per Susan» dice.

E addio anche a Daniel Blacksmith, quindi. Perché, per quanto sia attraente, di tutto ho bisogno meno che di avere al mio fianco un scarto di Suzy. Uno che, per quanto sia indiscutibilmente figo e quasi certamente eterosessuale, guardi sopra la mia spalla mentre gli sto parlando, alla ricerca di... chi accidenti sta cercando?

Ha un'espressione un pochino spaventosa quando lo sento pronunciare una parola che suona simile a Peter ma che non può essere Peter, perché, se fosse davvero Peter, significherebbe che Peter si trova proprio dietro di me. Mi volto lentamente, trattenendo il respiro.

«Ciao Danny» dice Peter Potato, a venti centimetri di distanza da me. «Non mi presenti la tua bellissima amica?»

«Sono... Giuseppina» dico, maledicendo mia madre, mio padre, i miei nonni italiani e tutti coloro su cui, in qualche modo, possa far ricadere la colpa di avermi appioppato un nome tanto orrendo.

Lui mi prende la mano e se la porta vicino alla bocca, sfiorandola appena con le sue labbra morbide e il suo respiro caldo.

«Piacere di conoscerti, Posy» dice. «Ti andrebbe di ballare con me?»

Anche di sposarti.

Sto per annuire e lanciarmi tra le sue braccia pregandolo di farmi sua, quando vengo travolta e annientata da una furia rosa.

«Peppa!» mi urla Suzy, saltandomi al collo. «Che bello vederti!»

Mi stringe come se fossi un tubetto di maionese da cui sta cercando di estrarre l'ultima goccia, tanto che valuto la possibilità di chiedere aiuto prima che sia troppo tardi, cioè prima che sopraggiunga un'ipossia cerebrale a impedirmelo.

«Grazie per essere venuta» cinguetta.

«Figurati» cerco di rispondere, in barba allo strangolamento.

«Peppa, ti prego» mi sussurra nell'orecchio. «Ti prego, aiutami».

Bene ragazzi, questa sera ho finalmente uno dei miei aneddoti trash da raccontarvi.

Ma prima, domanda di rito: che ne pensate di Peter? 🌝

FINE. ORA VENIAMO A NOI.

Per confezionare quest'opera d'arte di screenshot qui sopra (ma, in generale per fare qualsiasi cosa nella mia vita) ho cercato di faticare il meno possibile. Non che fosse necessario tutto sto lavoro di fotomanipolazione, per carità, ma, dico io, perché complicarsi la vita seppur con un piccolo lavoro quando puoi cavartela con nessun lavoro?

Quindi ho appioppato il nome Belinda al contatto del mio compagno e gli ho invito i messaggi. Poi ho preso il suo telefono e mi sono risposta. Così, come una matta💃🏻 Vabbè, poi ho fatto lo screen, ho modificato la foto profilo e ho chiuso tutto.

Il giorno dopo, quando mi ha mandato un messaggio, mi sono resa conto di non avergli ricambiato il nome (non l'ho ancora ricambiato neanche adesso, tra l'altro ahahahah). Quindi, per tutto il giorno, a ogni suo messaggio non sono riuscita a fare altro che a sganasciarmi, fare lo screen della notifica e inviarglielo senza degnarlo di risposta alcuna ahahahahahah (non che i messaggi che mi invia quando è al lavoro meritino una risposta eh ahahah).

Ps: preciso che il compagno in questione, che da questo momento in poi chiameremo Belinda per comodità (e anche perché odio la parola compagno D: ), ha dato il suo entusiastico consenso alla pubblicazione di questo robo.

Baci baci

🦉AppleAnia🦉

Continue Reading

You'll Also Like

3K 302 19
- Volume II - In corso - È appena stato svelato un importante frammento del passato della ragazza dagli occhi di ghiaccio, ma i misteri che nasconde...
Artemis College By GingerMoon

Mystery / Thriller

3K 252 45
Tutto ha inizio nel collegio più prestigioso e inquietante della Florida. Quando una nuova studentessa trova una chiave che le permetterà di aprire...
594 237 16
"Fino a quando saremo sotto allo stesso cielo, andrà tutto bene." Lei è Mia Ellison Wallace, ha 18 anni e dalla scomparsa di suo fratello vive nella...
2.4K 213 13
Questo posto è una prigione? Un posto per aiutare le persone? Cos'è? Ma soprattutto...chi è Elisa? Questo racconto è basato sulle emozioni e non sull...