Avenging Angels

By -Happy23-

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Era da quattro anni che allo scattare della mezzanotte del 21 Dicembre tutti le reti, tutti i canali televisi... More

Δ
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40

Capitolo 21

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By -Happy23-

«Posso almeno fargli uno sgambetto?» Sussurrò Chen.

«No.»

«Lo rinchiudiamo in una stanza, lo leghiamo, gli tappiamo la bocca e lo lasciamo lì tutta la sera.»

Guardai allibita Seth. «E ovviamente no. Da dove diavolo prendi queste idee?»

Ruotò gli occhi e osservò William che spariva in un corridoio per andare in bagno.

«Dio, le mie orecchie stanno esplodendo. Se quando torna riprende a parlare di Harvard e di quanto siano perfetti i suoi voti, giuro che gli infilzo la forchetta nella mano.» Disse Winter sull'orlo di una crisi.

La nostra cena stava proseguendo esattamente come immaginavo. Seth e Chen che volevano strapparsi le orecchie, Winter che voleva annegare quella tortura nell'alcol e io che ero ormai abituata e non potevo che sospirare sconsolata. Il nostro tavolo era tondo e i posti distanti ma la composizione era comunque Chen alla mia destra, Winter alla sua destra, William a destra della mia amica e alla sinistra di Seth che di conseguenza era anche alla mia, tuttavia lui era l'unico che aveva spostato la sedia e si era avvicinato di più a me. A William il particolare non passò inosservato ma non fece nessun commento a riguardo, invece, si presentò ai nuovi arrivati con un fantastico monologo sulla sua famiglia, vita e in modo particolare sui suoi traguardi accademici e sportivi. Nel giro di un'ora aveva parlato solo lui, facendo solo un paio di domande ai ragazzi che comprendevano il nome e, ovviamente, come facevano a conoscermi.
Avevamo un po' di tregua solo quando i camerieri arrivavano con le portate perchè significava che dovendo mangiare, non poteva parlare. William aveva già annoiato tutti con i racconti di Harvard, di quanto nella sua squadra di canottaggio fosse il migliore, di come avesse vinto molti trofei di spelling, di dibattito e ovviamente di canottaggio e bla bla bla...Come dicevo sempre, il problema di William era l'essere logorroico egocentrico, se avesse imparato a tenere un po' la bocca chiusa e a far parlar gli altri non sarebbe stato nemmeno così male. Erano i suoi modi di fare che ti facevano venire voglia di spararti in fronte. O sparare a lui nelle palle. Per esempio, appena arrivato aveva subito commentato la presenza dei due nuovi arrivati: Hai controllato la loro fedina penale, Nyxlie? E non lo aveva detto per scherzare. Almeno la musica in sottofondo aiutava a distrarti se ti concentravi solo su quella. In quel momento di sua assenza, mi stavo concentrando sulla voce al mio orecchio.

«Fa sempre così?»

«Sempre.»

«Oddio, sta già tornando. Uccidetemi, vi prego.» Borbottò Chen sofferente.

«Se mai dovessi davvero sposarti con Mr. Perfezione, dimmi quand'è la data e ti porto via. Va bene, Blake?» Mormorò Seth, fissando William che si era fermato ad un tavolo a salutare delle persone.

«Va bene.»

Sentii le sue dita strofinare sulla mia pelle e inspirai a fondo. Appena Seth si era avvicinato, attirando l'attenzione dei presenti, quando non mangiava metteva il braccio sullo schienale della mia sedia e di giocare con i miei capelli per distrarsi dalla voce petulante di William oppure faceva cerchi sulla lasciata scoperta dal vestito. La sua colonia e le dita erano protagoniste indiscusse di quell'inizio serata. Più volte, mentre facevo finta di ascoltare William, mi ero letteralmente persa dietro quel tocco.

«Dimmi un po', William.» Iniziò Chen. «Hai parlato molto ma ancora non ti abbiamo sentito parlare di ragazze.»

Ci fu un rapido scambio di sguardi tra me e Winter e William e me. Tra tutte le domande, Chen aveva fatto quella sbagliata.

«Be'.» William prese un profondo respiro. «In questo momento sono concentrato sul percorso universitario e non cerco distrazioni. Tuttavia, non nego che spero in un futuro con Nyxlie. Sarebbe la miglior decisione per entrambi.»

Il cuore accelerò per l'agitazione, ma non in senso positivo. William mi guardò e io ricambiai senza saper bene cosa dire. Per me non era la miglior decisione, era solamente ciò che volevano i miei genitori.

Seth si mosse sulla sedia e tossì. «Prima di pensare ad un futuro impossibile, dovresti pensare a divertirti nel presente.»

William saettò gli occhi su di lui e socchiuse gli occhi. «Futuro impossibile? Scusa, ma tu chi sei per dirlo?»

«Qualcuno con più chance di te. Non che sia difficile, anche un topo le avrebbe.»

Sgranai gli occhi e aprii la bocca per dire qualcosa ma non uscì nulla. A destra, Winter ridacchiò. La fulminai con lo sguardo e lei nascose il sorriso dietro al bicchiere, stringendosi nelle spalle.

William si irritò a quella frase. «Io voglio qualcosa di serio. Il resto sono solo distrazioni.»

«Come può una fantastica scopata essere una distrazione non voluta?» Chiese senza mezzi termini.

William quasi fumò di imbarazzo di fronte a quel linguaggio. «C'è molto altro oltre al sesso. Io non mi perdo dietro a queste cose.»

«Cristo.» Disse Chen. «La tua mano deve essere molto stanca.»

A Winter andò quasi di traverso l'acqua e io tirai un calcio sulla gamba di Chen. William si infastidì di fronte alla nostra reazione e incrociò le braccia.

«Invece, immagino che voi siate quelli che se la spassano di qua e di là, senza avere una minima idea del futuro.» Commentò sprezzante.

Seth schioccò. «Non ti hanno mai detto di non giudicare un libro dalla copertina?»

«Vorresti dirmi che sbaglio?»

Dio che irritante.

«Seth e Chen sono i migliori del loro corso.» Dissi seccata. «Hanno il massimo dei voti in tutto e si, sono anche quelli che se la spassano. Perché la vita non è fatta solo di libri e lavoro. A volte è necessaria anche una bella scopata.»

Seth era bravo ma non sapevo se fosse davvero il migliore, come di Chen, ma volevo togliere quell'aura altezzosa e superiore da lui. Infatti, il suo volto si contorse infastidito di fronte alla mia risposta. Ma ero più che certa che lo fosse perchè avevo preso le loro difese.

«E poi scopare fa bene alla salute.» Aggiunse Winter prima di bere.

«Non avevo dubbi che non fossi una ragazza seria, Winter.» Tossì William. «Spero solo che anche tu non lo sia, inoltre non penso che ai tuoi piacerebbe saperlo.»

Socchiusi gli occhi a quella frase. Pensava davvero di minacciarmi?

«Non controllano ogni aspetto della mia vita.» Dissi parecchio seccata.

«E fammi capire, solo perché vorrebbe farsi una scopata di tanto in tanto non è una ragazza seria?» Intervenne Seth col tono più duro.

«Per me si.»

«Ma ti senti quando parli?» Sbottò Winter. «Cristo Santo, Fletcher, togliti quel palo dal culo o se non lo vuoi fare, almeno porta rispetto per chi non vive come te e cioè all'insegna della noia mortale. Non insultare o criticare gli altri per le loro scelte. E ora, ho bisogno di alcool. Questo qui mi ha prosciugato anche l'anima.» Borbottò infine, tirando indietro la sedia che stridette nel silenzio attonito del nostro tavolo e poi sculettò elegantemente via verso un cameriere con un vassoio di champagne in mano.

William era rimasto di sasso e forse anche imbarazzato. Chen tossì e appoggiò i gomiti al tavolo fissandolo. «Sei vergine?» Domandò.

William premette le labbra ma cercò di non perdere la sua altezzosità. «Non sono affari tuoi.»

«Vero. Però, sai è un problema quando pensi che le tue scelte siano migliori rispetto a quelle degli altri.» Ribattè e poi si alzò, buttando il tovagliolo che aveva sulle gambe sul tavolo. «Vado a pisciare.»

E così rimanemmo in tre. Winter si era messa a parlare con qualcuno dopo aver rubato un calice da un cameriere. Il silenzio piombò in fretta e tutto quello che desideravo era andarmene da quella festa, ma sapevo di non poterlo fare. Presi il bicchiere per bere mentre le dita di Seth tracciavano cerchi sulle mie scapole.

«Non l'hai neanche mai leccata?»

Strabuzzai gli occhi e l'acqua mi andò di traverso. Presi il tovagliolo per tamponarmi il mento e tossii mentre lanciavo un'occhiata scioccata al ragazzo al mio fianco.

Cristo Santo, Seth!

«Non rispondere.» Parlai vedendo William boccheggiare senza parole poi, strisciò la sedia a terra e si alzò, andandosene.

Incrociai le braccia stizzita e mi voltai verso Seth che prontamente fece cadere gli occhi sul mio scollo.

«La devi smettere di fare questa cosa, Peach.» Mormorò. «Distrae molto.»

Gli tirai una sberla sul petto e sorrise furbo mentre si passava una mano tra i capelli. «Cosa? Era solo una domanda.»

«Non puoi fare domande del genere, Seth.» Lo rimproverai a bassa voce.

«A vent'anni e non gli è mai venuta voglia di sperimentare questo mondo? È strano.»

«Ha le sue idee.» Lo difesi. «E comunque ne ha ventuno.»

Aprì bocca ma vedendo il mio sguardo se la tappò e alzò le mani.

«Bravo.» Dissi.

Mi voltai verso di lui e incrociai le gambe facendo scoprire la destra per lo spacco. Realizzai che al tavolo fossimo rimasti solo noi. Molti erano ai propri ma diversi erano al centro sala a ballare a ritmo della musica classica suonata in fondo alla sala. Seth si avvicinò maggiormente e appoggiò la mano sinistra sulla mia coscia nuda facendomi deglutire. Quando mi accarezzò, rabbrividii.

«Vorrei sapere chi ha ideato questo vestito e fargli una statua.» Mormorò vicino al mio orecchio.

Avvampai e abbassai lo sguardo sulla sua mano. Con la mano liberò la mia spalla sinistra dai capelli e subito dopo premette le labbra sulla curva della mia spalla. Risucchiai un respiro e sollevai lo sguardo preoccupata che qualcuno stesse guardando verso di noi. O che mia madre stesse guardando noi.

«Seth

Sfiorò il mio lobo. «Non porti niente sotto al vestito, vero?»

«Co..cosa?»

La tovaglia era lunga e copriva la sua mano che si stava arrampicando sulla mia coscia.

«È da quando ti ho visto che ho questo pensiero.»

D'istinto strinsi le cosce e gli bloccai la mano giusto in tempo. Lo guardai col cuore a mille.

«No.» Soffiai.

I suoi occhi luccicarono. «Cazzo

«Togli la mano.» Gli ordinai, guardandomi attorno allarmata.

«Nervosa, Principessa?»

«Smettila. C'è gente.» Sibilai, schiaffeggiandogli la mano che provò a infilarsi dove non avrebbe dovuto.

Dio. Ma cosa gli era preso?

«Meglio. Cosi la smetteranno di guardarti.»

Voltai la testa e, per l'estrema vicinanza, i nostri nasi si sfiorarono già. I miei occhi caddero per un secondo sulle sue labbra prima di pedersi nel mare nero dei suoi occhi.

«O magari continueranno.»

Si bagnò le labbra. «Io non penso che a loro convenga.»

«Nxylie

Spostai lo sguardo davanti a me e il mio cuore si fermò per qualche secondo.

«Harold.» Afferrai la mano di Seth e gliela strinsi sotto al tavolo. «Se stai cercando Will non--»

«Cercavo te.»

Deglutii un groppo amaro. L'azzurro amichevole dei suoi occhi era ingannevole.

«Volevo un ballo. Me lo concedi?»

Ovviamente continuava a fare la bella faccia. Lo aveva sempre fatto. Lo avrebbe sempre fatto. Per lui, niente era cambiato.

«Non credo che sarà possibile, signore.»

Harold sorrise forzato verso Seth. «Non mi permetti di rubarla per qualche secondo? Sai, è come una figlia per me. Voglio solo sapere come vanno le cose ora che ha iniziato l'università.»

Bugiardo.

«Peach.» Voltò il viso e incrociò il mio sguardo ansioso. «Vuoi ballare con lui?»

Lo chiese a voce così bassa che se fossi stata ad una spanna indietro non lo avrei sentito. Tuttavia, non riuscii a rispondere a voce ma lo feci con gli occhi. Lo supplicai di non lasciarmi sola con lui. Seth non ci mise molto a leggere la mia preghiera silenziosa.

«Sta molto bene alla Berkeley. Ora se non le dispiace, Nyxlie e io abbiamo un ballo in sospeso.» E mentre lo diceva, tirò indietro la sedia e si alzò porgendomi la mano.

«Capisco. Allora, buona serata.» Harold si congedò e mi rivolse una lunga occhiata.

Quando i suoi occhi non furono più su di me tornai a respirare e aprii i pugni che non realizzai di aver stretto. Seth, ancora in piedi, si schiarì la gola e guardai la sua mano e poi lui.

«Vieni, Principessa?»

«Vuoi davvero ballare?» Chiesi, facendo scivolare la mano nella sua più grande e più calda, alzandomi.

«Col cazzo.» Sorrise e mi sistemò una ciocca bionda dietro l'orecchio quando fui in piedi. «Ti porto via di qui.»

«I miei genitori--»

«Se ne faranno una ragione. Voglio vincere un bel po' di soldi ma soprattutto voglio vederti giocare.»

Inarcai un sopracciglio e lo sfidai. «Pronto a perdere, Nixon?»

Ghignò. «Non metto in dubbio le tue capacità ma sappi che io non perdo mai.»

«Be', sarò onorata di essere la tua prima volta.»

Ridacchiò. «La convinzione fotte, Principessa.»

Speriamo non solo quella.

Δ

Seth non scherzava quando aveva detto di non perdere mai. Rimasi decisamente stupita dalla tecnica che aveva. Inoltre, era davvero sexy mentre se ne stava concentrato sulle carte e lanciava sguardi ai suoi rivali e sogghignava quando sapeva di aver vinto. Nonostante quello che aveva detto Winter, non avevo mai giocato effettivamente una partita. Il nostro amico ci aveva solo insegnato a giocare e quando lo facevamo tra di noi per divertimento, riuscivo sempre a vincere ma non mi ero mai messa ad un tavolo a scommettere. Quella sera volevo provare e volevo far vedere a Seth di cosa fossi capace. Avevo fatto solo una partita con lui e altri tre uomini, purtroppo avevo perso contro il full di assi e sette di Seth, ma ero riuscita comunque a tenergli testa molto bene. Quando giocai in un altro tavolo, senza di lui come rivale ma come spettatore silenzioso alle mie spalle, riuscii a vincere e questo sembrò entusiasmarlo più del dovuto.

«Sarebbe fantastico festeggiare la vincita su questo tavolo.» Mi aveva sussurrato all'orecchio quando avevo mostrato le mie carte vincenti.

Nonostante il brivido che aveva percorso il mio corpo non mi ero tirata indietro dallo stuzzicarlo. «Sarebbe fantastico mettere in pratica queste tue fantasie prima o poi.»

Winter l'avevo persa di vista ma mi aveva scritto che il cameriere su cui aveva messo gli occhi aveva finito il turno e che sarebbe stato fantastico se avesse avuto la stanza libera. Ovviamente non mi lamentai, soprattutto perchè io speravo di finire nella stanza di Seth e Chen. Avevo scoperto che Chen non poteva giocare in casinò come questi, in quanto gli veniva automatico contare le carte ed era illegale, per questo aveva passato il tempo alla roulette a tentare la fortuna. Ed era stato fortunato. O forse aveva barato anche lì, non sapevo se si potesse sfruttare l'abilità matematica anche in quel caso.

Al momento Seth stava giocando l'ultima partita prima di mezzanotte e io e Chen avevamo preso da bere mentre lo aspettavamo. Non sapevo che drink avesse ordinato ma di fatto era parecchio forte per me e iniziavo a sentire quel tipico pulsare alle tempie e i pensieri che vagavano liberi, senza freni. Eravamo in un'area con delle poltrone, distante da Seth ma non così tanto da non vederlo. Chen ne aveva trovata solo una e l'aveva lasciata a me mentre lui si era accomodato sul bracciolo, allungando il braccio sullo schienale.

«Se volessi giocare all'Angels, me lo permettereste?» Chiesi di punto in bianco.

Seth mi aveva detto di stare alla larga dal secondo piano, sapevo che giocavano d'azzardo ma avevo il presentimento che ci fosse altro che nascondeva ed era quello che volevo sapere.

Chen abbassò lo sguardo verso di me e accennò un sorriso. «Assolutamente no.»

«Perchè no?» Mi imbronciai. «Sono brava.»

Scosse la testa con quel mezzo sorriso dolce e divertito e puntò lo sguardo verso l'amico. «Sei anche brava a portare guai. Stai lontano da quel piano.»

Lo fissai prendendo un sorso di quel forte drink. «Perchè tu sei l'unico degli amici di Seth che non mi odia?»

Lo presi alla sprovvista con quella domanda. Aggrottò la fronte e mescolò il ghiaccio nel bicchiere con la cannuccia.

«Te l'ho detto, è complicato e gli altri sono molto...chiusi.» Alzò le spalle. «Non sono amanti delle nuove conoscenze. E comunque non ti odiano.»

«Penelope mi odia.» Affermai.

Arricciò il naso. «Be', forse un po'.»

Non ci rimasi male da quel commento. Lo sapevo. Tesi un sorriso e diedi un colpetto al suo braccio. «Sai, penso sia per la storia di mio padre. E lo capisco, anche in passato le persone mi trattavano così...Grazie per non badare a quello che si dice su mio padre. È difficile per me trovare qualcuno che non lo faccia.»

«Hai detto che non è stato lui.» Disse piano. «Io ti credo.»

Sentii il petto farsi stretto e inspirai a fatica. «Grazie, Chen.»

Non era scontato sentire quelle parole. Seth, ad esempio, non l'avrebbe mai detto, soprattutto con questa facilità. Poche volte era uscito l'argomento e nonostante non fosse stato stronzo come i suoi amici, sapevo che non credeva fino in fondo alla mia versione, che purtroppo per lui era anche quella vera. Tuttavia, non avrei tirato più fuori l'argomento perchè alla fine non era qualcosa che lo riguardava o che avrebbe dovuto interessargli troppo.

«Dimmi la verità, Chen.» Attirai ancora la sua attenzione. «Perchè siete venuti a Las Vegas?»

Più che altro intendevo: conferma ciò che già so.

Chen si grattò il collo in evidente difficoltà e mi guardò con un'espressione che voleva dire 'sai già la risposta'.

«Mi devo preoccupare? Prima mi spia fuori casa, poi all'Angels e ora è qui...» Mi accigliai leggermente perplessa. «Fa così con tutte?»

«Seth è difficile da capire. A volte nemmeno io riesco a stargli dietro.»

«Però sei qui.»

Abbozzò un sorriso. «Meglio che lo tenga d'occhio.»

«Chi dovresti tenere d'occhio?»

Spostai lo sguardo davanti a me e un sorriso spontaneo incurvò le mie labbra alla vista di Seth che si avvicinava a noi con un sorrisetto arrogante.

«Hai vinto?» Chiesi, già sapendo la risposta.

Lui si fermò davanti alle mie gambe accavallate, chinandosi leggermente per sfilarmi dalle mani il drink che non avevo ancora finito. «Lo chiedi anche?»

Seth finì il mio bicchiere e mentre lo lasciava su un tavolo non molto distante da noi, io mi alzai causando un giramento di testa.

«Tutto bene?» Chiese divertito Chen.

«Non sono abituata a drink così forti.» Feci una smorfia, premendo due dita contro la mia tempia.

«Non eri obbligata a berlo.»

«Ma era buono.» Ammisi.

Dopo che Seth tornò, decidemmo di salire in stanza. Dissi loro che la mia sarebbe stata occupata e che se per loro fosse stato un problema avermi in stanza con loro, avrei trovato un'altra stanza in cui stare. Ovviamente non mi lasciarono andare altrove.

«Nyxlie!»

Eravamo nel corridoio del loro piano e quando sentii quella voce chiamarmi Seth emise un grugnito sotto voce. Mi fermai e mi voltai, lanciando un'occhiata a Seth che sembrava parecchio irritato. Si girò anche lui mentre Chen disse che sarebbe andato in camera.

«Will, ehi.» Gonfiai il petto, avanzando di qualche passo verso di lui.

E così eravamo tutti sullo stesso piano. Fantastico.

William rimase distanze, le mani in tasca e lo sguardo rigido. «Possiamo parlare? Da soli.» L'occhiataccia che rifilò a Seth non mi passò inosservata e nemmeno al destinatario dato che sogghignò.

Mi girai e silenziosamente lo invitai ad andare in camera. Ci fu una lunga sfida tra di noi ma alla fine si voltò con fare annoiato. Tornai a prestare attenzione a William e accorciammo le distanze.

«Sei sparita.» Disse, le sopracciglia aggrottate.

«Si, um, la cena iniziava a starmi stretta.»

Premette le labbra e annuì con un espressione poco convinta. Incolpava i ragazzi, ne ero certa.

Strinsi le borsetta e sospirai. «Senti, mi dispiace per prima.» Mi stavo davvero scusando?

«Sono questi i nuovi amici della Berkeley?» Rise con freddezza. «Belle compagnie.»

E perchè non sai di Jace.

«Se vuoi parlare male di loro, non resterò qui.» Dissi piatta, girandomi pronta per andarmene.

Lui agguantò il mio polso per bloccarmi e i miei occhi caddero sulla sua presa. Si avvicinò e deglutii quando per un secondo nei suoi occhi rividi quelli di suo padre.

«Non mi piacciono quei tipi, Nyxlie.»

Trattenni dallo sbuffare. «Non ti piacciono perchè non sono come te. E ora, lasciami andare.»

«E tu sei come loro?» Ritorse, accigliato e offeso.

Di certo, mi sentivo più vicina a loro che a lui.

«Devo andare, William.»

Finalmente lasciò andare il mio polso e l'occhiata piena di giudizio che mi lanciò fu parecchio fastidiosa. La ignorai e ripresi a camminare spedita. Sapevo il numero di stanza dei ragazzi ma appena ci arrivai non feci nemmeno in tempo a bussare che venne aperta. Il volto di Seth era torvo.

«Ha fatto qualcosa?»

«No.» Mormorai e sbirciai il corridoio.

Era ancora lì, fermo, a guardarmi. Non avevo idea per quanto tempo rimase in quel corridoio perchè io entrai lasciando che Seth chiudesse la porta. Buttai fuori un grosso sospiro e cercai di togliermi da dosso la negatività che mi aveva appena lasciato addosso William. La stanza era molto simile alla mia, infatti trovai Chen seduto sul divanetto vicino all'ampia finestra col telefono in mano. Mi sorprese di vedere un letto king ancora intatto.

«Dormite anche abbracciati?» Scherzai prima di sedermi sul bordo e togliermi i tacchi e lasciare la borsetta con dentro le chips a terra.

«Io lo farei ma Seth non vuole.» Rispose Chen stando al gioco. alzandosi.

Ridacchiai e osservai Seth ruotare gli occhi e fargli un medio. Chen gli mandò un bacio volante mentre raggiungeva la porta del bagno e ci entrava. Trascinai tutto il mio corpo verso i cuscini contro la testiera e restai nel mezzo. Espirai a fondo e guardare la vetrata. Tra poco sarebbe stato Capodanno e il cielo si sarebbe colorato di fuochi d'artificio. La visuale mi venne coperta appena Seth affondò le ginocchia nel letto e si sdraiò al mio fianco, il braccio piegato dietro alla testa e il volto rivolto verso di me. Mi morsi il labbro osservando quel manto nero che non era più il cielo di Las Vegas.

«Sei molto brava a poker, Blake.»

«Potrei giocare all'Angels.» Proposi anche a lui con fare ammiccante.

«Come no. Scordatelo.»

«Paura che diventi più forte di te?»

Il suo sguardo brillò con divertimento. «Ti piacerebbe.»

Effettivamente sarebbe stato molto soddisfacente batterlo, ma l'avevo riconosciuta subito l'abilità maestra che aveva con le carte, sarebbe stato impossibile. Mi mise sul fianco, reggendosi la testa con la mano e non staccai gli occhi da lui. Nonostante quel nero portasse sempre un brivido freddo, al momento bruciava. Sentii il tocco del suo sguardo che mi rendeva difficile respirare. Poi, però, sollevò la mano destra e la incastrò dietro al collo, strofinando il pollice contro la mia mandibola e guancia. Lo spazio tra i nostri volti non era nemmeno di una spanna e sentii il mio cuore pompare rapido contro la gabbia toracica. Deglutii e agguantai la base del suo collo con la mano destra ma non strinsi la presa. Con le dita sfiorai il suo pomo d'Adamo sporgente. Sbattei le palpebre e lentamente sollevai lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi.

«Voglio baciarti, Seth.» Dissi in un sussurro timido.

Era colpa dell'alcol perchè altrimenti non l'avrei mai ammesso così facilmente.

I suoi occhi si adombrarono mentre sfiorava il mio labbro inferiore col pollice. Schiusi piano le labbra e, quando udimmo il primo botto nel cielo, lui si avventò alla mia bocca. Il mio cuore esplose insieme ai fuochi d'artificio che diventarono solo un rumore di sottofondo perchè ero concentrata sul sapore del nostro bacio, dolciastro. Strinsi la sua camicia in un pugno mentre le nostre salive e lingue si mischiavano sempre con più veemenza. La testa prese a vorticare e sapevo che in questo caso non fosse per l'alcol. Era lui.
La mano di Seth scivolò lungo la mia schiena e accarezzò le mie curve con bisogno facendomi ansimare piano nel bacio. Gli schiocchi erano udibili nonostante il frastuono fuori dalla finestra che segnava l'arrivo del nuovo anno. Mugugnai quando la sua mano strinse le mie natiche, spingendomi contro di lui. Con quel bacio mi dimenticai anche il mio nome ma di certo non dimenticai il suo che pronunciai appena si staccò dalla mia bocca e puntò al mio collo. Affondai le dita nelle sue ciocche nere arricciate e chiusi gli occhi sentendo la sua lingua leccare il mio collo e poi succhiare. Lentamente la mano vagante di Seth trovò lo spaccò e accarezzò con intensità la mia coscia. Rilasciai un pesante respiro e mi appiattii al materasso, tirando il suo corpo contro e su di me. Riprese a baciarmi con foga e aprì il vestito dallo spacco, riuscendo a far risalire la mano fino al mio bacino. Avrei voluto che lo strappasse perchè il bisogno e il desiderio stava aumentando tanto quando il battito del mio cuore. Lasciava marchi bollenti col suo tatto e io mi chiesi se fossi mai riuscita a toglierli. O se mai avessi voluto toglierli.

Quando la serratura del bagno scattò, ricordai della presenza di Chen e interruppi il bacio con Seth mentre il suo amico usciva. Era aggrappata alla sua camicia e ai suoi capelli col respiro affannato e il volto accaldato. Seth non si preoccupò del fatto che non fossimo da soli e nascose il volto nell'incavo mio collo e continuò a stuzzicare la mia pelle sensibile, succhiando anche vicino alla clavicola. Provai a bloccarlo e dirgli di Chen ma le parole mi morirono in gola. E questo perchè il bagno era di fronte al letto e i miei occhi si fermarono sulla sua figura. La camicia era sbottonata e scorsi il suo corpo allenato privo di tatuaggi. Chen era concentrato sul telefono e non ci guardava, ma non sapevo se per rispetto o perché fosse abituato a scene del genere.

«Se vuoi che vada via, basta dirlo, Principessa.» Seth mormorò contro il mio collo.

Cosa vuoi, Nyx?

Il pollice di Seth strofinava sulla mia coscia nuda. Le sue labbra stavano infiammando la porzione di seno esposta con i suoi baci. Il suo profumo era peggio dell'alcol. Seth era quello che attivava in me bottoni che non sapevo nemmeno della loro esistenza e che mi irritava ed eccitava allo stesso tempo ma più lo guardavo e più non potevo non pensare che Chen fosse davvero un bellissimo ragazzo. A livello fisico, non mi stava così propriamente indifferente. Ma io non ero Penelope. Io non sapevo cosa fare in queste situazioni.

«Lui vuole restare?» Chiesi sottovoce, il cuore che mi pompava in gola.

Seth sollevò la testa e mi scrutò, perforandomi con quelle gemme nere. Poi, sussurrò. «Tu vuoi che resti?»

Il mio sguardo alternò da quello aggrottato di Seth a Chen che ci ignorava. «Io...forse.»

Sarebbe stato un problema? Era sbagliato?

Seth deglutì e per un momento mi sembrò infastidito da quella risposta ma poi si bagnò le labbra e sollevò un angolo della bocca.

«Chen?» Seth ghignò, non rompendo il contatto visivo ma sistemandosi al mio fianco sempre vicino a me.

Sgranai gli occhi, avvampando. Che bastardo.

«Mh?»

«Peach deve farti una domanda.» Cantilenò, prima di allontanare la mano dalla mia coscia per portarla sul mio petto e afferrare la collana.

Se pensava di aiutarmi con quel gesto sbagliava di grosso. I miei occhi saettarono sulla figura di Chen che ora si era appoggiata allo stipite del bagno a braccia conserte. Il telefono era sparito e ora era concentrato su di noi, su di me. Sembrava trattenere un sorriso.

«Dimmi.»

La mia faccia era peggio di un pomodoro. Boccheggiai con l'imbarazzo che mi bruciava la gola.

Devi fare solo una domanda, Nyx. Puoi farcela. Solo una parola.

«Io...um, tu--Resti?»

Gli occhi scuri di Chen fluttuarono sul mio corpo, sulla mia gamba scoperta, sul mio petto e poi tornò al mio volto accaldato.

«A guardare?»

Ah, c'era anche solo questa opzione?

Mi morsi il labbro e deglutii. «...No.»

Oddio. L'avevo detto davvero?

Sentii gli occhi di Seth bruciarmi la guancia a quella risposta. Con un dito, girò il mio viso e sbattei le ciglia. L'espressione era seria.

«Non faremo niente che tu non voglia, Nyxlie.»

Annuii agitata. «Okay.»

Afferrò il mio mento e mi stampò un bacio casto. Nel mentre, sentii il letto al mio fianco abbassarsi e l'agitazione mi mangiò viva. Nonostante quel bacio fosse solo uno scontro di labbra mi allontanai senza fiato e lui mi morse e tirò il labbro per peggiorare la mia situazione mentale.

«Ti da fastidio se lo bacio?» Chiesi piano appena potei farlo.

«Sinceramente? Si.» Accarezzò la mia guancia. «Ma è l'unico di cui mi fidi.»

Evitai di chiedermi quante volte avessero condiviso momenti del genere, con quante ragazze, e acquistai coraggio per girare la testa verso Chen. Premetti una mano dietro la sua nuca e sentii le ciocche soffici e lisce tra le mie dita.

«Penso sia la prima volta che Seth si stia trattenendo dal non spaccarmi la faccia.» Disse divertito.

Seth grugnì mentre mi baciava la curva della spalla e del collo teso verso l'amico. Era geloso?

«Non so molto cosa fare...» Ammisi debole.

Chen sorrise. «Fai quello che ti senti. Noi seguiamo te.»

«Okay.» Deglutii. «Posso baciarti?»

In risposta, si tuffò sulle mie labbra in modo agile come l'amico e approfondì subito il bacio con la lingua. Tra quello e Seth che stuzzicava il mio collo, non sapevo come avrei resistito. Tuttavia, fu automatico pensare che se con Seth il mio battito aumentava a dismisura, con Chen cresceva solo la libidine. Anche i fuochi d'artificio reali avevano smesso di scoppiare e illuminare a tratti la stanza.

E così iniziò uno scambio tra me e Chen e me e Seth. Quando baciavo uno, l'altro ci concentrava sul mio collo, massaggiando il mio seno in parte ancora coperto, accarezzando le mie cosce e facendomi dimenare dal desiderio. Ansimai ad occhi chiusi quando la bocca di Chen catturò lembi sensibili del mio collo a sinistra e quella di Seth baciò i rigonfiamenti del seno a destra. Cristo.

«Il vestito, Peach--possiamo toglierlo?» Domandò Seth.

«Si...» Esalai senza ossigeno in corpo.

Chen smise di baciarmi il collo per aiutarmi. La cerniera era verso il suo lato e dopo averla abbassata Seth aiutò a sfilarmelo dalle gambe. Sollevai il bacino per facilitare l'uscita e così rimasi nuda. Al momento, l'idea di non indossare nemmeno delle mutandine non mi sembrò questa brillante idea essendo così esposta a loro due ma Chen afferrò il mio volto per riprendere a baciarmi e me ne dimenticai. Seth invece si occupò del mio corpo. Mentre la lingua di Chen e la mia si mischiavano e la sua mano era incastrata dietro alla mia nuca, tra miei capelli, Seth esplorò nel dettaglio il mio corpo.

Le sue mani scoprirono ogni mia curva: dai seni, ai fianchi, ai glutei. La sua bocca baciò il mio addome e risalì verso lo sterno mentre si faceva spazio tra le mie gambe con le ginocchia. Mi sentivo molto bagnata. Questa situazione, il fatto di ricevere un doppio piacere contemporaneamente, era qualcosa a cui il mio corpo e il mio cervello non erano abituati e stavano impazzendo. Oltre al fatto che ci fosse Seth a manovrare i giochi più importanti. Chiuse la bocca attorno alla punta destra turgida del mio seno e gemetti contro la bocca del suo amico. Una mia mano si infilò nei capelli di Seth e l'altra accarezzava il petto di Chen scoperto dalla camicia aperta. Mi chiesi se loro fossero eccitati almeno la metà di quanto lo fossi io.

Ruppi il bacio quando sentii le dita di qualcuno fare cerchi vicino al mio inguine. Il respiro era affaticato e guardai Seth che stava già attendendo una mia parola.

«A chi dai l'onore, Principessa?» Chiese, la voce roca e gli occhi più neri che mai.

Dovevo anche scegliere?

Chen sorrise contro il mio collo. «Non mi offendo. So che vuoi lui.»

Mi morsi il labbro gonfio da tutti quei baci. Aveva ragione. Volevo lui. Volevo Seth.

Il diavolo che portava l'inferno negli occhi, inclinò la testa e mi stuzzicò a voce. «Vuoi me, Blake? Vuoi venire sulla mia faccia?»

Perché doveva parlare in questo modo? Perché doveva farmi eccitare e imbarazzare allo stesso tempo? Perchè mi piaceva?

Annuii, non avendo la forza di usare le parole.

«Sarà fatto.» Ammiccò.

Arpionò le mie cosce da sotto e le spalancò. L'aria si scontrò contro il mio sesso bagnato e bollente facendomi agitare sopra al materasso. Una mano di Chen finì sul mio seno, stringendolo e stuzzicandolo, mentre mi sussurrava quanto fossi bella e quanto Seth non vedesse l'ora di scoparmi con la lingua.

Nessuno di loro due sarebbe dovuto essere legale singolarmente. Presi insieme, era come firmare la propria morte.

Chen catturò un mio gemito con la sua bocca appena Seth si tuffò in mezzo alle mie gambe senza troppi preliminari. Non sembrava voler attendere più di tanto e lo capii dalla voracità con cui mi divorò a colpi di lingua. La mia mente fluttuava in un limbo che era alle porte dell'inferno e loro erano seduti sullo stesso trono ad attendermi. Mentre lui esplorava le mie pieghe sensibili e fradice, la mia mano tastò gli addominali di Chen e raggiunse la cintura dei suoi pantaloni. Senza smettere di baciarmi, mi aiutò a sfilarla e si slacciò il bottone. Abbassai la cerniera e infilai la mano nei suoi boxer. Mi morse il labbro, gemendo di gola, appena toccai la sua eccitazione. Ansimai anche io quando Seth succhiò il mio centro di nervi e mi fece piagnucolare.

E così iniziò questo gioco a triangolo che pian piano si andava avanti riuscii a sentirmi sempre meno goffa. Di certo loro erano abituati ad altre sfaccettature di cose a tre ma cercai di non sentirmi inferiore alle loro esperienze. Mi concentrai su Seth che era dannatamente bravo anche con la lingua mentre io toccavo Chen e lui mi baciava e stringeva il mio seno. Le mani del ragazzo tra le mie cosce premettero sul mio addome ogni volta che mi agitavo troppo e questo aumentava la pressione che mi faceva eccitare.

Quando Seth infilò due dita in me, facendosi spazio tra le pareti fradice e bollenti del mio sesso, mi sembrò di toccare il cielo con un dito. Mi scopò con le dita mentre succhiava con forza il centro sensibile e io aumentai la velocità dei movimenti sulla lunghezza di Chen che era marmo tra le mie dita. Arricciò le lunghe e affusolate dita in me e mi dimenai dal piacere.

«Chen...Seth--cazzo...» Piagnucolai e ansimai.

Sentivo i miei umori riversarsi sulla sua mano, il rumore era talmente forte da essere quasi osceno. Chen raggiunse l'apice sulla mia mano prima di me e subito dopo abbassò il volto sul mio seno e succhiò la punta mentre Seth aumentava la velocità di tutto facendomi piagnucolare dal piacere.

«Cazzo. Cazzo. Cazzo.» Gemetti.

Sentii la bolla scoppiare e ogni mio nervo sciogliersi e rilasciare tutto quello che era stato trattenuto fino a quel momento. Venni sotto la lingua di Seth e tremai in preda ad uno degli orgasmi più belli che avessi mai raggiunto. Seth strinse le mie cosce fino a farmi venire i brividi e si concentrò a leccare via ogni mia goccia mentre Chen tornava a baciarmi il collo e darmi una piccola tregua, non riuscendo quasi a respirare. Arricciai le punte dei piedi e strinsi i capelli di Seth spingendolo contro il mio sesso.

«Voi-» Fissai il soffitto con il corpo ancora sotto l'effetto dell'orgasmo. «Voi non siete legali.»

Chen rise contro la mia spalla e mi baciò la guancia subito dopo. «Hai totalmente ragione, Peach.»

Quando Seth terminò al meglio il suo lavoro, Chen si spostò e lui sovrastò nuovamente il mio corpo per baciarmi e farmi sentire che sapore avessi sulle sue labbra. Baciare Chen mi faceva pizzicare lo stomaco, non potevo negarlo, ma era solo per un fattore fisico e dettato dal momento. Baciare Seth invece era tutt'altra cosa. Sentivo il mio petto bruciare, e mi trasportava nel suo mondo, prendendosi parte della mia anima.

«Seth...» Mi staccai dal bacio affannata e lo guardai con gli occhi annacquati dal piacere. «Ti voglio nella mia bocca.»

Seth schiuse le labbra, gli occhi neri. «Non sono cose che le principesse dovrebbero dire.»

«O fare.» Aggiunse Chen.

Seth gli lanciò un'occhiata divertita e poi si sollevò lentamente. «Ma chi sono io per dirti di non farlo.»

Sorrisi e mi morsi il labbro. Scese dal letto che era alto e, mentre si sbottonava la camicia facendomi venire l'acquolina in bocca, lanciò un'occhiata al suo amico e poi tornò su di me.

«Ti fidi di me, Blake?»

«Si.»

Ed ero sincera. Non sarei nemmeno lì altrimenti.

«Chen può restare?»

Lo guardai. Aveva un gomito piantato nel materasso, i capelli disordinati, la camicia aperta e i pantaloni slacciati e leggermente abbassati. Sbattei un paio di volte le ciglia e quando riportai l'attenzione a Seth -ora senza maglia- annuii.

Lui affondò un ginocchio nel materasso e mi fece segno con la mano di raggiungerlo. Mi sollevai sulle ginocchia e le strisciai sul letto per avvicinarmi. Sentii il mio corpo essere divorato dai loro sguardi e, appena fui davanti a Seth, non perse tempo ad afferrare il retro del mio collo e a spingere la bocca sulla mia. Incastrò le nostre lingue e io tastai il suo corpo seminudo. Non mi diede il tempo di poter osservare i tatuaggi, cosa che avrei voluto analizzare nel dettaglio, lasciai vagare le dita sui suoi muscoli.
Sentii i suoi addominali tendersi e leccò il mio labbro prima di far scivolare ancora la lingua nella mia bocca. Alle mie spalle sentii Chen muoversi ma non si avvicinò, invece, dopo quel breve ma intenso incontro di lingue, Seth si staccò e appoggiò le mani sui miei fianchi e mi fece girare. Mi reggevo sulle ginocchia e mi fece appoggiare al suo petto mentre baciava il mio collo da dietro e io non potei fare altro che guardare Chen. I suoi occhi scuri erano lussuriosi, di fronte alla mia nudità, non lasciarono i miei. Guardò me e non il mio corpo.

Gemetti piano quando Seth strinse nel suo palmo il mio seno e poi sfiorò il mio lobo.

«Pensi di lasciare l'onore anche a lui?» Gracchiò con voce seduttrice. «Non è bravo quanto me ma se la cava.»

Chen spostò lo sguardo verso di lui, probabilmente perchè Seth lo stava guardando, e gli fece il medio.

«Non dovresti essere così spavaldo. Potrebbe preferire me alla fine.»

La mano calda di Seth salì e raggiunse la mia gola, stringendola, mentre mi lasciava una scia di baci lungo la mascella.

«Potresti preferire lui a me, Peach?»

Oddio. Perchè doveva farmi queste domande?

Ero già una statuetta di burro che si scioglieva al loro minimo tocco. Non poteva mettermi più in difficoltà. Aprii la bocca per rispondere ma l'altra mano di Seth trovò le mie cosce e chiuse a coppa il mio sesso facendomi ansimare pesantemente. Chen scosse la testa con un ghigno evidente.

«Giochi sporco, amico.»

Ero ancora bagnata e il movimento lento delle sue dita tra le mie pieghe aumentò la mia eccitazione.

Seth schioccò la lingua ed ero certa lo stesse guardando. «No, gioco meglio.»

Poi, Chen si mosse e imitando la mia posizione, si mise di fronte a me. Tra Seth alle mie spalle con la mano tra le cosce e Chen mezzo nudo con le labbra ancora rosse per colpa mia, non sapevo di quale morte sarei morta.

Chen allungò la mano e accarezzò il mio fianco mentre continuavo ad essere soggiogata dal tocco dell'amico. Sentii le sue dita raccogliere gran parte dei miei umori e poi sollevò le dita.

«Apri.» Ordinò caldo al mio orecchio.

Aprii la bocca e infilò il medio e l'anulare bagnati di me. Chen osservò la scena e si eccitò, il rigonfiamento nei pantaloni crebbe di nuovo. Le succhiai e quando le sfilò mi leccai il labbro.

Seth baciò languido il mio collo. «Digli che sapore hai.»

Il mio cuore stava correndo una maratona.

«Dolce.»

«Confermo.» Disse Seth.

«Fottiti.» Schioccò l'amico.

Mi scappò un sorriso. «Sei cattivo, Seth.»

Mi fece piegare la testa indietro, stringendo una manciata dei miei capelli, e incrociai le sue iridi nere. «Se fossi davvero cattivo lo avrei lasciato solo guardare.»

Gli dava davvero fastidio il fatto che ci fosse anche lui tra noi? Credevo gli piacesse fare robe a tre.

«Chen può avere l'onore.» Dissi.

Seth scosse la testa e sospirò. «Mi dispiace per questa discesa di qualità, Principessa.»

Assottigliai gli occhi per l'arroganza che non finiva mai in lui e con la coda dell'occhio guardai Chen.

«Ti prego, fammi urlare più di lui.»

Chen sorrise. «So quello che ha in mente, Peach. Non riuscirai nemmeno a parlare.»

Leggermente preoccupata ed eccitata saettai nuovamente su Seth che ammiccò. «Sdraiati e lascia la testa oltre il materasso.»

E chi l'avrebbe mai detto che nella vigilia di natale mi sarei ritrovata in una stanza di uno degli hotel più famosi al mondo di Las Vegas, con i due ragazzi dalla bellezza più proibita che avessi mai visto, che mi facevano conoscere una parte del mondo del piacere che non avevo ancora incontrato e che pensavo mai sarebbe successo.

Con Chen tra le mie cosce e Seth in piedi oltre al letto che mi scopava la bocca a testa in giù in modo indecente, pensai di aver firmato un accordo tacito con gli inferi.

Dopo essere venuta per la seconda volta e dopo che Seth venne dentro la mia gola infiammata e dolente; dopo che realizzai perchè Penelope avesse scelto proprio loro due; dopo che mi sembrò di aver perso per la seconda volta l'innocenza in quella serata; esausta da quella sessione di sesso orale estremo, mi ritrovai sdraiata sull'ampio materasso, con solo la camicia di Seth a coprirmi, tra i loro corpi seminudi e le dita di Chen che mi accarezzavano distrattamente la schiena e le mie che tracciavano i tatuaggi di Seth.

Non sapevo che ore fossero. L'unica luce proveniva dalla città dai mille vizi che creava ombre nella stanza.

«Voi due siete un grosso problema per la società.» Dissi, esponendo i pensieri che mi avevano attraversato dopo il secondo orgasmo.

Chen smise di accarezzarmi e Seth aprì gli occhi quasi turbato. «Perchè lo dici?»

«Perchè primo, siete dei fighi stratosferici e devo ancora trovare qualcuno al vostro livello, e secondo una volta fatto qualcosa con voi, ci fate alzare le aspettative del mondo maschile, che nel profondo sappiamo nessuno eguaglierà. Siete un problema. Dovete smetterla di fare queste cose insieme. Ne va della nostra sanità mentalità.»

Chen scoppiò a ridere e Seth si limitò a sghignazzare, allontanando quel turbamento di poco fa.

«Non c'è niente da ridere.»

«Finchè non troverai qualche sfigato che ti soddisfa come desideri, ci sarò io.» Rispose Seth e poi ammiccò. «E possiamo chiamare Chen se vuoi.»

«O magari saremo io e Chen a chiamare te.» Lo provocai.

«Io non gli consiglio di toccarti senza di me.» Intrecciò tra le dita delle mie ciocche.

«Chen?» Lo chiamai.

«Dimmi, bellissima.»

A quel nomignolo Seth lo fulminò con lo sguardo. Letteralmente, se uno sguardo avesse potuto freddare, quello lo avrebbe fatto.

«Non ti da fastidio che il tuo migliore amico ti reputi solo una spalla?» Chiesi, guardando Chen.

«Ehi.» Seth si offese. «Non è colpa mia se le ragazze vogliono prima me con la sua aggiunta.»

«Già, è vero.» Rispose Chen senza risentimento. «Vogliono sempre prima lui, ma l'aggiunta è il tocco di classe che non sa raggiungere.»

«Ma vaffanculo.»

Mi dispiaceva che Chen fosse la seconda scelta. E in parte mi sentivo in colpa perchè era quello che stava accadendo qui. Seth era quello che volevo, che il mio corpo reclamava, mentre Chen era stato un aggiunta.

«Vogliamo Seth solo perchè è stronzo e ha i tatuaggi.» Feci una smorfia colpevole, cercando di far star meglio Chen.

«Be', grazie, Blake.»

Chen ridacchiò. «Tranquilla. Non mi è mai importato. Ciò che importa è che insieme siamo una grande squadra.»

Guardai i loro pugni incontrarsi e ruotai gli occhi.

«Inoltre, è lui quello che scopa di più.» Disse Seth. «Il giovanotto si da molto da fare e le recensioni non sono mai negative.»

«Sottoscrivo alla recensione positiva.» Sorrisi.

Lui mi regalò un occhiolino furbo. Poi, mi tirai su e gattonai sul letto fino ad arrivare al bordo. I miei tacchi, il mio vestito e la mia borsa erano ancora lì. Mi piegai per raggiungere la mia borsa e tirai fuori il telefono. Avevo alcuni messaggi di Winter ai quali risposi subito e rimasi sorpresa quando ne vidi anche di Jace.

«Mi stai già tradendo?» Sentii dire da Seth.

Drizzai la schiena, rimanendo seduta sulle ginocchia e lanciai un'occhiata buffa a Seth. «Si, col mio ex.»

I suoi lineamenti si indurirono e forzò un sorriso. «Che noia tornare nel passato.»

Socchiusi gli occhi. «Con Jace non era affatto noioso. E ripeto, se non fossi così stronzo, ti piacerebbe.»

Chen ridacchiò ma smise immediatamente quando Seth lo guardò con la coda dell'occhio truce.

«Sembra un coglione.» Schioccò atono.

«Lo hai visto solo da una telecamera.» Gli feci notare. «Cosa che spero vivamente tu non faccia più.»

«Già.»

Notai anche un messaggio di numero sconosciuto ma quando entrai nella chat con perplessità, il cuore mi andò a gola perchè non era così tanto sconosciuto: Buon anno, sorellina.

Sentii l'aria farsi rarefatta e rimasi a fissare quella chat vuota con solo quel messaggio. Come aveva fatto a recuperare un telefono?

«Ehi.» Seth parlò. «Ci sei?»

Sbattei le palpebre. «Cosa? Oh, si. Si, ci sono. Vado...vado in bagno.»

Bloccai il telefono senza rispondere e lo rimisi in borsa, poi scesi dal letto.

«Vuoi farti una doccia?» Chiese Seth.

«Posso?»

«Mi inviti?» Sogghignò.

Ruotai gli occhi e lui ridacchiò mentre scendeva dal letto. Mi diede un paio di boxer e una sua maglietta e mi rinchiusi nel bagno.

Sotto il getto d'acqua calda non potei non rigirare indietro la rotellina del tempo di poco, abbastanza per risentire le bocche esperte e bollenti dei ragazzi sul mio corpo e la meravigliosa sensazione raggiunta grazie a loro. Non mi sarei di certo immaginata di lasciarmi andare con Seth e Chen insieme. Non pensavo che Seth volesse fare qualcosa quella sera, lui stuzzicava ma poi si tirava indietro. Questa volta non ero successo e mi chiesi se avessimo aperto un nuovo capitolo di qualcolsa o se fosse solo un dettaglio extra che non sarebbe più accaduto. Non negavo che mi era piaciuto, perché mi era piaciuto. Non sapevo nemmeno cosa significasse. Forse non aveva nemmeno un significato, era successo perché presi del momento. Sicuramente mi aveva incuriosita ma non avevo idea quando oltre fossi andata.

Quando terminai la breve doccia che non comprendeva anche i capelli, mi asciugai con un asciugamano che supposi fosse pulito essendo ancora arrotolato e poi indossai gli indumenti che mi aveva dato Seth. Grazie al cielo trovai anche uno spazzolino ancora nell'involucro di plastica nel kit degli ospiti e lo utilizzai. Quando uscii dal bagno Chen si infilò dopo di me mentre trovai Seth allacciarsi le scarpe a bordo del letto.

«Esci?» Chiesi nascondendo l'amarezza nella voce.

Perché pensavo che avrei passato qualche momento da sola con lui?

Si alzò e mi lanciò un'occhiata fugace, soffermandosi sulle mie gambe nude e la maglia che mi aveva dato lui. Si passò una mano tra i capelli, tendendo i muscoli dell'addome e lo osservai raggiungere l'armadio vicino alla porta e tirare fuori una felpa.

«Vado a fumare.» Disse e captai una nota di freddezza nella voce.

Rimasi in piedi, davanti al bagno chiusi a braccia conserte e ci restai un paio di secondi dopo anche quando uscì in completo silenzio dalla stanza.

Cos'era successo? Solo prima sembrava tutto normale, sparivo per dieci minuti e ora mi trattava come se la mia presenza fosse di troppo. Si era pentito di quello che era successo?

Non sapevo nemmeno come comportarmi a questo punto. Non sapevo cosa fare in queste situazioni. Dovevo andarmene? Forse sarebbe stato meglio così, tornare nella mia stanza. A quel pensiero, puntai sulla borsa ancora per terra e mi inginocchiai per tirare fuori il telefono. Lo sbloccai e feci per mandare un messaggio a Winter ma mi fermai. Cosa potevo dirle? Era con un ragazzo e a quest'ora magari stava anche già dormendo. Dato che non mi aveva nemmeno risposto a quello precedente che, oltre agli auguri di buon anno, le avevo chiesto come fosse andata col cameriere.

Accanotai l'idea di tornare nella mia stanza e recuperai i miei oggetti per sistemarli vicino al tavolo. Lisciai il vestito e lo appoggiai sulla sedia. Guardai il divano alla mia destra, era davanti alla finestra. Non sembrava cosi scomodo e forse era l'opzione migliore che avessi al momento. Andai alla ricerca di una coperta che trovai nell'armadio e poi tornai sul divano. Chen era ancora in doccia, sentivo l'acqua andare e non ne avevo idea se ne avesse ancora per molto però mi permisi di tirare un po' le tende per azzittire la città del peccato che entrava fitta nella camera. Con quel po' di buio creato, sistemai la testa su un cuscinetto non così comodo e mi coprii, dando la schiena alla camera e guardando lo schienale del divano. L'idea era quella di aspettare uno dei due per chiedere se avessi fatto qualcosa di male, perché non ero stupida, qualcosa era successo, ma purtroppo la stanchezza ebbe la meglio e non riuscii a resistere contro la forza delle palpebre che si abbassavano pesantemente.







S/A.

Ehilà! 🍑🖤

Well, che dire 🫣👀

➡️ Prima che vi allarmiate, non ci sarà nessun triangolo amoroso, però...nessuno vieta altri triangoli🔞😈

➡️ L'uscita di scena di Seth non è avvenuta a caso e chissà se Nyxlie saprà perché...

Lasciate un voto e un commento se vi è piaciuto!

A presto, Xx

Profili social🍒:

IG e TT: anonwriter23

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