Fiamme Gemelle, amore e desti...

By caiapirolo

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•ANSIA• /àn•sia/ Dal latino ANXIA, femminile sostantivo di... More

Premessa
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 22
Capitolo 23/A
Capitolo 23/B
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Epilogo

Capitolo 21

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By caiapirolo

Verso la fine di novembre, a Samantha capitò un'occasione d'oro.

Olivia aveva invitato la famiglia al completo a passare un'intera settimana da lei a Milano.

Un'occasione per passare un po' di tempo insieme, parlare del matrimonio, respirare un po' d'aria nuova (altamente inquinata).

I genitori erano fuori di loro per la gioia di quell'invito.

Samantha, dal canto suo, non poteva permettersi di prendersi così tanti giorni di ferie a lavoro e si accordò con loro per raggiungerli il sabato e la domenica.

Quando i genitori partirono, facendole mille raccomandazioni sul non aprire agli estranei ed annaffiare, per l'amor del cielo, le piante da interno, Samantha si ritrovò seduta sul divano, da sola.

Aveva lavorato come sempre senza che nessun pensiero in particolare la colpisse. Un giorno come un altro.

Era martedì e lei sarebbe partita il sabato mattina.

Il turno che le era capitato quella settimana era quello del pomeriggio, dall'una alle nove.

I genitori, difatti, erano partiti alle nove e mezza solo per poterla salutare e darle le ultime indicazioni sulla casa, come se a quasi trent'anni lei non fosse capace di starsene qualche giorno a casa senza farle prendere fuoco.

Prima o poi si sarebbe decisa ad andare a vivere da sola, ma aveva vissuto così tanti anni in quella casa che ancora non si sentiva di abbandonare il nido.

D'un tratto, con la coperta di pile a coprirle tre quarti del corpo e con in mano una tazza piena di the fumante all'arancia, le venne un pensiero molto interessante.

Forse, era arrivato il momento di fare il passo che ancora non aveva avuto il coraggio di compiere con Fadi.

Quale migliore occasione?

Avrebbero avuto casa libera per giorni.

Lei lo voleva adesso, però.

Prese il telefono e gli mandò un messaggio.

"Dormi?"

L'attesa non fu lunga.

Fadi stava aspettando che lei gli scrivesse, come ogni volta che tornava a casa da lavoro.

"No, ti aspettavo. Tutto bene?"

"Sì. Ho una proposta"

"Spara"

"Casa libera. Film?"

Mentre lampeggiava la scritta "sta scrivendo" sotto il nome "Fadi T-Enne" che ancora non si era decisa a cambiare, il cuore di Samantha batteva così forte che le scoppiava nelle orecchie.

"Chi sceglie il film?"

"Io, ovviamente. L'ho già scelto"

Samantha gli mandò la posizione esatta della casa.

Fadi abitava a pochi chilometri da lei, ma sperò che ci mettesse almeno mezz'ora.

Devo assolutamente depilarmi.

"Arrivo tra venti minuti"

"Facciamo mezz'ora? Devo lavarmi i capelli"

"Ok, a dopo"

Samantha, che i capelli li aveva già lavati, si ridiresse verso la doccia.

Prima però, passò in rassegna il comodino in cerca di un completino che fosse almeno leggermente provocante, temendo di fare una pessima figura con i mutandoni rosa che indossava.

Optò per un completino abbinato rosso di pizzo, che aveva usato solo il giorno di Capodanno, obbligata ovviamente da Nina.

Finita la doccia, decise di tenere i capelli ancora un po' umidi (di norma non li asciugava mai, perchè erano troppo lunghi e ci impiegava davvero troppo tempo).

Lasciandoli bagnati, si arricciavano al punto da creare qualche vero e proprio boccolo.

Si guardò allo specchio e fece qualche respiro profondo.

Per un po', parlò a se stessa.

Frasi tipo stai calma, puoi farcela.

Come se stesse per fare la maratona di New York.

Mille insicurezze le offuscavano la mente.

Sarebbe stata all'altezza?

Dopo tutto quel tempo, lo avrebbe deluso?

Ripose il pigiama in un cassetto ed indossò un paio di leggings ed un maglioncino leggero.

Alzò di qualche grado il riscaldamento, in modo da non farsi vedere tremante di freddo e non cedere alla tentazione di indossare i calzini di pile che le arrivavano ai polpacci.

Decisamente non consoni all'occasione.

"Sono qua fuori"

Samantha, eccitata, cercò di fare un paio di respiri profondi per calmarsi, ed andò ad aprire il cancello esterno.

"Wow, finalmente vedo la tua casa!"

Sirius arrivò, al passo di Samantha.

"Hei, bello! Ciao!"

Fadi lo conquistò subito riempiendolo di coccole.

"È lui Sirius?"

"Sì, proprio lui. Guardalo, già ti ama!"

"Già, almeno lui!"

Samantha colse la frecciatina. Non gli aveva detto ancora il famoso "ti amo", anche se lo amava già da tempo. Fadi invece glielo sussurrava spesso all'orecchio, ma non si offendeva se lei non ricambiava la frase.

Solo un po', in realtà.

"Dai, Sirius, mollalo! Vieni, ti faccio strada"

Una volta entrati, Fadi la prese a sé ancora prima di dare uno sguardo alla casa. La baciò e la strinse per qualche minuto.

"Mi sei mancata"

"Anche tu"

"Che bello, finalmente vedo la dimora!"

"Già, se vuoi più tardi ti faccio fare un tour!"

"Ma sei sicura che i tuoi non ci facciano un raid a sorpresa? Come la prendono se ti trovano a casa con un nero?"

"Ma piantala! Se fossi bianco mio padre ti caccerebbe fuori a calci nello stesso modo! Comunque tranquillo, sono partiti per Milano. Vanno da Olivia"

"Capito. Allora, che film guardiamo?"

Samantha, che aveva già preparato Netflix, si sedette sul divano, facendolo accomodare.

"Questo. È preso da un libro di Stephen King"

"Dovevo immaginarlo"

"Preferisci Twilight?" rispose lei dandogli una gomitata.

"Guarda che lo so che ti sei vista tutti i film sui vampiri luccicanti che esistono"

"Certo, ho letto anche tutti i libri. Quindi possiamo anche guardare quello se vuoi..."

"Va bene, va bene, Stephen King. Immagino che non sarà molto romantico"

Samantha fece partire "Il gioco di Gerald"

"No, non proprio!"

Samantha si sentì timida tutto d'un tratto.

Aveva paura.

Dicendola tutta, non si ricordava nemmeno come si faceva. Era passato troppo tempo dall'ultimo "sesso vaniglia" che aveva fatto. Uno di quei rapporti che comprendevano un coinvolgimento, non un rapporto fine a se stesso.

Per fortuna, il primo passo lo fece Fadi, che allargò le braccia come invito a farla accomodare sul suo petto, il posto preferito in assoluto di Samantha sulla faccia della Terra.

Accomodandosi, gli chiese se gli dessero fastidio i capelli bagnati.

"Non mi danno fastidio. Sono così profumati" rispose lui con voce roca, infilandoci il naso in mezzo.

"Aspetta, mi faccio una treccia, almeno non ti innaffio la maglia"

Si fece la treccia in men che non si dica, abituata com'era a portarla ogni giorno a lavoro.

Sul viso di Fadi apparve un'espressione languida.

"Con la treccia sei troppo sexy"

Samantha, che non riusciva a concepire che la parola "sexy" potesse essere usata in una frase diretta a lei, arricciò il naso.

"Non usare questi paroloni a sproposito"

"Dai, scema..." le mani di Fadi iniziarono a percorrere leggermente il suo corpo "ogni cosa di te è bellissima. Lo sai che mi fai impazzire"

Il film era iniziato solo da dieci minuti e la quantità di ormoni su quel divano aveva già raggiunto livelli assurdi.

"Dobbiamo finire il film, Fadi" la voce poco convinta di Samantha lo fece sorridere.

"Come vuoi" rispose infilandole la mano sotto il maglioncino, andando incontro al reggiseno a cui probabilmente non avrebbe nemmeno fatto caso, successivamente.

Impaurita, Samantha si ricordò di non avergli detto di avere un piercing al capezzolo, fatto in un giorno di follia appena conclusa la relazione con l'ex, che non avrebbe mai accettato che qualcuno che non fosse lui potesse toccarle quella parte del corpo.

Nessuno lo sapeva, in realtà, tranne Enzo, che si era fatto una grande risata ed aveva finto di vomitare, quando lei glielo aveva confidato, vittima di un misto tra erba e vino bianco.

Lui non se ne accorse. Deciso a stuzzicarla, abbassò la mano all'altezza dell'ombelico.

"Guardiamo il film, dai" le disse, iniziando a farle delle carezze circolari sulla pancia, arrivando ad un centimetro dal seno, ma senza toccarlo.

Samantha sentì che sarebbe potuta impazzire da lì a poco.

Qualche minuto dopo, gli propose di fare il famoso tour della casa, con voce ansimante e le guance in fiamme.

"Proprio ora che mi sto appassionando alla trama?"

Samantha si sciolse dal nodo che erano diventati i loro corpi.

Si alzò lentamente e gli porse la mano.

"Vieni, ma non fare caso al disordine, mia madre oggi ha pulito la casa solo due volte"

Fadi si alzò, posandole in modo fintamente distratto la mano sul sedere. Lei reagì con un sospiro soffocato, sperando che lui non se ne accorgesse. Ovviamente se ne accorse, e strinse ancora un po'.

Gli prese la mano, e lo guidò per la casa.

Le due stanze al piano di sotto che mancavano all'appello erano infinitamente lontane dalla camera di Samantha, che optò per mostrargliele più tardi. Salirono le scale di marmo, diciotto lunghi scalini. Fadi, quasi a voler farla esasperare, si fermò ad ogni quadro che i suoi avevano amorevolmente appeso alla parete della scala.

Il migliore era quello che ritraeva una neonata Samantha completamente nuda immersa in un lavatoio per bambini.

Lo tirò per il braccio fingendo un'espressione arrabbiata.

Chissà come fosse potuto venire in mente ai genitori di appendere una foto del genere, mentre della nuda neonata Olivia non vi era traccia.

Si appuntò mentalmente di farglielo notare appena ne avesse avuto l'occasione.

Rimanevano la camera dei suoi, la vecchia camera di Olivia ed il bagno. Ci passarono davanti veloci e distratti, diretti alla camera di Samantha (che aveva rubato a Olivia quando si era trasferita, pregandola di fare a cambio)

Tremando, Samantha aprì la porta.

La camera era stranamente in ordine (che madre previdente).

La maggior parte delle pareti era coperta da montagne di libri, l'unica cosa che Samantha manteneva in ordine. In primo piano la collezione di Stephen King.

"Ma li hai letti tutti?"

"Certo. Vado particolarmente fiera delle mie collezioni. Qui c'è King. Qui tipo un milione di edizioni di Harry Potter. E qui" indicò uno scaffale in basso "i vampiri"

"Ma allora non scherzavi" sussurrò Fadi ridendo.

"Certo che no! Bisogna avere la mente aperta. Comunque avevo tipo sedici anni in quel periodo. Il mio periodo Dark. Ero cotta di Damon Salvatore"

"Chi?"

"Lascia perdere, non puoi capire"

"A me piace Star Wars! Varrà pur qualcosa!"

"Ehm, no"

"Vabbè, ci ho provato"

Dietro ai libri, le pareti erano di un azzurro un po' troppo sobrio, a ricordo di quella che era stata la camera della sorella.

Il letto matrimoniale occupava gran parte della stanza.

In un letto piccolo Samantha non era mai riuscita a dormire, considerando quanto si muoveva durante la notte.

Questa, qualche minuto più tardi, si sarebbe rivelata una gran cosa, per loro.

Si sedettero sul letto, come due ragazzini imbarazzati, e si guardarono in silenzio per alcuni istanti.

Fu Fadi a parlare per primo, di nuovo.

"Se non te la senti..."

"Me la sento" lo interruppe prima che potesse dire altro.

Fadi le sorrise in risposta.

Samantha era agitatissima.

Cosa dovrei fare ora? Mi spoglio?

Prese l'iniziativa, e lo baciò.

Fu un bacio fatto di attese e passione, racimolate in quelle settimane in cui ancora non si era sentita pronta.

Ora lo era.

Lo era in ogni centimetro del corpo e sentiva fremere Fadi di desiderio.

Piano piano, iniziarono a spogliarsi.

Non c'era fretta nelle loro azioni.

Furono languidi ed al tempo stesso passionali, consci del fatto che quei momenti sarebbero stati impressi nelle loro menti per sempre.

Samantha, sotto il corpo possente di Fadi, si sentiva piccola ma molto, molto comoda.

"Sei bellissima" le sussurrava baciandole il collo.

Samantha si rese conto che stava succedendo tutto ciò che aveva sempre desiderato.

Un uomo dolce, che a modo suo l'amava, che la baciava e la faceva sentire bella.

Allungò il braccio, raggiunse l'interruttore della luce e la spense.

"Così non ti vedo più" disse lui con voce triste.

"Aspetta, accendo l'abat-jour"

"Già meglio"

Così Samantha si sentì più a suo agio.

Quando poco dopo le tolse il reggiseno, alla vista del piercing Samantha sentì l'erezione di Fadi pulsarle addosso, a mo' di approvazione.

"Questa non me l'aspettavo"

"Ti da fastidio?" le chiese, giocandoci.

"No, decisamente no"

Fadi parve apprezzare, e si divertì a farla sussultare.

####

Fadi e Samantha fecero l'amore tutta la notte, alternando con qualche pisolino e, almeno in un paio di occasioni, una doccia veloce.

Verso le cinque, Samantha gli chiese se fosse sicuro di rimanere a dormire.

"Non è un problema se non ti presenti a lavoro domani?"

"Ma no, figurati. Userò la carta il-titolare-arriva-all'ora-che-vuole. Non la uso mai, solo nelle occasioni speciali. E questa lo è. Stai tranquilla" le baciò il collo spostandole i capelli ormai asciutti e scompigliati "non devo dare spiegazioni a nessuno".

Samantha si fece coccolare senza opporsi.

Non era mai stata così felice dacché ne avesse memoria.

Si addormentarono definitivamente abbracciati e sfiniti.

####

Aprendo gli occhi, Samantha si rese conto di essere nella stessa posizione in cui si era addormentata.

Non le succedeva mai.

Dovevano essere almeno le dieci, a giudicare dalla luce che entrava dalle finestre. Si era dimenticata di tirare le tende. A quanto pareva la cosa non dava fastidio a Fadi, che ancora dormiva sereno, con un braccio sotto la schiena di Samantha.

Non sapeva come fare per alzarsi senza svegliarlo.

Aveva lo stomaco che chiedeva cibo urgentemente ed una voglia matta di caffè.

Si prese qualche minuto per ammirare l'uomo che l'aveva amata egregiamente per tutta la notte.

Il volto di Fadi era rilassato, senza la minima imperfezione.

Le sopracciglia folte, le lunghe ciglia, il naso pronunciato e liscio ed un accenno di barba scura.

Poi, la parte migliore: la bocca carnosa semichiusa che nascondeva il sorriso più bello che avesse mai visto.

Si mosse piano, ma bastò un secondo perché lui si svegliasse, spalancando gli occhi neri.

"Mmmh... dove vai?"

Gli baciò la guancia.

"È ora di alzarsi, dormiglione. Non hai fame?"

"Ora che mi ci fai pensare sì" disse tirandola a sè.

"Intendevo fame di cibo vero" rispose lei, cercando di divincolarsi con poca convinzione.

Controvoglia, la liberò dalla stretta e le permise di alzarsi.

"Vado in bagno, poi ti aspetto giù"

"Ok"

Gli occhi di Fadi percorsero ogni centimetro del corpo di Samantha mentre si dirigeva verso la porta della camera con addosso solo le mutande, unico indumento che era riuscita a recuperare prima di alzarsi.

Quando se ne accorse divenne rossa di vergogna e cercò di coprirsi, senza rendersi conto che l'espressione di Fadi era di pura estasi.

Una volta che si fu data una rinfrescata al viso ed ebbe indossato qualcosa, scese le scale rumorosamente, in modo da fargli capire che era il caso di alzarsi. Non voleva rientrare in camera, altrimenti aveva il sospetto che non ne sarebbero usciti più.

Sarebbe dovuta andare a lavoro in meno di due ore e la cosa le metteva addosso un fastidio indescrivibile.

Avrebbe voluto passare con lui tutta la giornata, tutte le giornate, tutta la vita.

Invece, erano costretti a vedersi solo nel weekend, avendo turni di lavoro spesso differenti.

Nonostante lui rivendicasse il diritto di lavorare nelle ore in cui ne avesse voglia, il fatto era che Fadi era molto dedito al suo lavoro.

Samantha si chiese cosa si provasse a fare un lavoro per passione e non solo per necessità.

Certo, era sicuramente dura per lui avere tante responsabilità a quella giovane età.

C'erano sicuramente giornate no anche per lui.

Ma almeno faceva qualcosa che lo rendeva soddisfatto, a differenza di lei che non doveva far altro che buttare controvoglia pannelli su una linea di verniciatura.

Se non altro, aveva spalle muscolose da far invidia.

Già, molto femminile.

Preparò il caffè in preda a quei pensieri.

Tirò fuori dalla dispensa biscotti a volontà.

Scaldò il latte ed aspettò di vederlo entrare in cucina.

Quando lo fece, a Samantha mancò il respiro.

Evidentemente, anche lui non era riuscito a recuperare molti indumenti da sotto le lenzuola.

Forse non li aveva nemmeno cercati, concluse mentalmente.

Con addosso solo i boxer, Fadi le parve una visione.

Non aveva mai avuto l'occasione di vederlo così, alla luce.

Non deludeva di certo le aspettative.

Il fisico scolpito leggermente appannato e la pelle scura suscitavano in lei sensazioni che non aveva mai provato.

Si pentì di aver abbandonato il letto.

"Ehm. Non hai trovato i vestiti, vedo"

"No" rispose lui con aria innocente "tu sì, però. Che peccato"

"Mi sembra di essere in un film. Sei troppo perfetto"

"Perfetto rispetto a cosa? Rispetto a te non sono niente"

"Stai scherzando?"

Il viso di Fadi si fece serio.

"Devi smetterla di trattarti così. Non hai niente che non vada, anzi. Sei stupenda. Ma come fai a non rendertene conto?"

Samanta non era affatto abituata a questo tipo di complimenti. Soprattutto perché si accorse che erano sinceri.

Le venne da piangere.

"Hei! Che fai? Cosa ho detto di male?"

"Niente, scusa. È che non sono abituata. Io non mi sono mai... lascia stare"

Fadi l'abbracciò.

"Tu non ti devi vergognare di niente. Mi piace tutto di te. Anche i tuoi baffetti!"

"Ma! Quali baffetti??"

Risero entrambi di gusto e lui incassò un paio di pugni fingendo un K.O.

Finita la colazione dovettero separarsi per forza, chiudendo la bellissima parentesi che era stata quella notte insieme e riprendere la solita vita.

####

Quella notte si ripetè per altre due volte, facendo consumare altre due carte-del-titolare a Fadi e facendo perdere a entrambi molte ore di sonno.

Il venerdì arrivarono al compromesso per cui decisero che avrebbero avuto entrambi bisogno di una pausa.

Si dedicarono interamente al film che, nonostante avessero continuato imperterriti con la convinzione di volerlo vedere anche le due volte precedenti, erano riusciti a vederne solo ed esclusivamente la prima scena, tutte le volte, senza capire nemmeno una parola.

"Devo dire che è stato un gran film"

"Già. È decisamente un genio. Però dovresti leggerti il libro. Io non guardo mai un film se non ne ho letto prima il libro"

"Sei proprio fissata"

"Guarda che ho fatto la stessa cosa con Twilight!"

"Non avevo dubbi"

"Mi sa che è meglio se vado a casa. Ti ho promesso una pausa ma mi sta già tornando voglia. Non vorrei che ti presentassi dai tuoi con delle occhiaie enormi"

"Giammai!" rispose Samantha che, effettivamente, si sentiva molto stanca "tornerò lunedì"

"Wow, quattro lunghi giorni. Spero che almeno ti divertirai"

"Sì beh... Olivia mi manca. Però spero che non mi chieda consigli sul matrimonio o quelle cose là"

"Perché? Non credi nel matrimonio?"

"Bah. Non ci trovo un'utilità. Se ci si ama non serve per forza sposarsi"

"Mmh. Spero che vederla felice quel giorno ti faccia cambiare idea"

Samantha, infastidita dalla conversazione, lo invitò a uscire per fumare un po' d'erba, incerta sulla sua reazione.

Fadi accettò senza protestare.

Quando fu il momento di separarsi, negli occhi di entrambi si leggeva la tristezza del dover stare lontani per tutti quei giorni.

"È stato così bello, Sam"

"Anche per me. Sono stati dei giorni stupendi"

Perchè abbiamo aspettato così tanto?

"Cosa dirai ai tuoi quando ti vedranno arrivare zoppicando?" Fadi ammiccava e sorrideva allo stesso tempo. Una combo che la faceva ammattire.

"A parte che non zoppico. Al massimo ho un po' di dolori qua e là. Ma loro sanno che mi ammazzo di palestra quindi non si faranno nemmeno domande"

"Meglio così, non voglio partire col piede sbagliato con i tuoi"

Samantha ebbe un brivido di terrore al pensiero di dover fare le presentazioni, prima o poi.

"Ci penseremo quando sarà il momento. Lasciamo che almeno si rendano conto che Olivia si sposa. Sai che colpo dover affrontare anche il fatto che posso essere felice anche io!"

"Ma non dire così! Non essere cattiva!"

"No, no, hai ragione. Sicuramente sarebbero felici della mia felicità. Però sono certa che non se lo aspettano. Sarebbe una grande sorpresa per loro"

"Non ti preoccupare. Li conquisterò con il mio charme!"

"Allora siamo in una botte di ferro!"

Si baciarono sorridendo.

"Ci sentiamo domani, ok? Io devo recuperare un po' di lavoro, ma scrivimi comunque se hai bisogno di consigli matrimoniali!"

"Ma smettila!"

"A domani, baby"

Samantha alzò gli occhi al cielo.

"A domani, orsacchiotto!"

"Oh ma per carità!"

"L'hai voluto tu!"

—-> non linciatemi, non ho l'audacia necessaria per scrivere cose troppo esplicite 😂

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