Under the same night sky

By WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
28. Pensare è estenuante
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

29. Malfunzionamento

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By WiseGirl_03

Ci sono alcuni giorni in cui mi sembra di essere un enigma di cui neanche io conosco la soluzione.

Io penso troppo, letteralmente per qualsiasi cosa mi accada.
Me lo ha detto Nicholas tempo fa, quando ero troppo spaventa sulla verità riguardo Cole e la possibilità che fosse implicato nel furto.

Tempo dopo, anche Edgar, per quanto mi conosca poco, è stato in grado di leggere sul mio viso che qualcosa in quel momento mi tormentasse e, alla stessa maniera di Nicholas, mi ha consigliato di cacciare via i pensieri dal momento che sanno essere davvero ingestibili.
E pensare che quei due neanche si sopportano! Sono più simili di quanto pensino...

Cole me lo ripete ogni volta che usciamo o andiamo a ballare insieme. "La vita è una, Catherine", "Forza! Fallo senza pensarci" mi ripete affinché lo assecondi nelle sue pazzie e, anche se in realtà ci rifletto un bel po' su, alla fine lo accontento sempre.
Quasi sempre.

Questo mio discorso ha dei riscontri anche per quanto riguarda le cose più idiote: quando Sandy si è offerta di farmi la manicure, alla fine ci ho impiegato troppo tempo a scegliere come desiderassi le mie unghie.
Ovviamente Taissa non ha mancato di sottolinearlo.
E ai tempi dell'università mamma, papà e Alexander dovevano puntualmente rassicurarmi prima di un esame, perché ero sempre convinta di non essere in grado di superarlo.

In poche parole io penso sempre troppo su tutto.
Allora perché basta che io venga punzecchiata nell'orgoglio per farmi prendere decisioni avventate e ritrovarmi in situazioni surreali e del tutto indesiderate?

È esattamente quello che mi chiedo mentre, in rigoroso silenzio, cammino al fianco di Nicholas, diretti non so dove e neanche voglio saperlo.
Farò la mia semplice presenza e me la svignerò non appena si presenterà la possibilità.

Queste sono le mie intenzioni e non ho intenzione di scendere a patti o compromessi.
Per nessuno e, soprattutto, con nessuno.

Non penso di aver mai seguito questa direzione ma Nicholas come sempre sembra sicuro di sé, quindi sono abbastanza tranquilla: sicuramente ha tutta la situazione sotto controllo.

Tra di noi regna il silenzio e riesco a percepire anche un lieve imbarazzo.
Poco prima del bacio mi piaceva il clima che si era venuto a creare tra noi quel giorno. Per quanto folle fosse la sua idea di escursione, in qualche modo aveva contribuito ad abbassare la barriera che ci separa.
E invece dal momento in cui sono uscita da quel bagno è cambiato qualcosa: ammetto che il fatto che io abbia preso atto del modo in cui i miei occhi lo guardano, forse rende la situazione più difficile per me.
Massì, probabilmente mi sto immaginando tutto.

Immaginazione o meno, una cosa è certa: questa cosa non ha senso di esistere. È una cotta passeggera, mi ripeto, andrà via com'è arrivata e sarà tutto un bellissimo, incasinato, ricordo.
Devo dimenticarmi della sua esistenza.
Sicuramente stargli accanto non è d'aiuto a questo proposito ma mi è sembrato di capire che non avessi scelta.
Passerà in fretta, qualsiasi cosa sia.
<<Dove stiamo andando?>> Domando, realizzando che non mi ha ancora detto cosa prevede il programma della giornata.
<<Allora ce l'hai ancora la lingua...>> Senza scomporsi, allude al mio essere taciturna dal momento in cui ci siamo incontrati.
Senti chi parla, non che lui abbia provato ad instaurare davvero una conversazione.

<<Avresti potuto parlare tu, se il silenzio non era di tuo gradimento!>>
<<Nah>> nega lui <<Io non parlo a sproposito>> afferma e mi sembra di cogliere un sottile attacco nei miei confronti.
<<Io sì?>>
<<Sì>> spalanco la bocca, indignata, e la richiudo subito dopo per paura di inveire insulti poco ragionati contro di lui.
Ad esempio che lui non dice neanche le cose che dovrebbe dire.
Come ad esempio che ha una moglie.
E un figlio.
Mio dio, ha un figlio...
Sto perdendo il controllo della ragione.

Arresta la nostra camminata per spingere la porta davanti a noi e lasciare libero il passaggio.
Con un gesto della mano, mi invita ad entrare per prima e il mio lato orgoglioso mi sta istigando a rispondergli per le rime.
Lui schiocca la lingua contro il palato, osservandomi minuziosamente da capo a piedi e soffermandosi, infine, sui miei occhi.
I suoi si schiudono leggermente quando sorride con aria di sfida e inclina la testa.
<<Vuoi che ti mandi un invito scritto oppure hai intenzione di trascorrere l'intera giornata sulla soglia?>> domanda con quel pizzico di arroganza che lo contraddistingue e inizio a rivedere la mia posizione.
Forse, se passo del tempo insieme a lui, c'è la possibilità che svanisca ogni attrattiva nei suoi confronti anche prima del previsto!

Sorrido, indispettita, e incrocio le braccia al petto, in un gesto che non transige obiezioni.
<<Vai prima tu>>
Lui sembra non comprendere il perché del mio atteggiamento, ma a quanto pare l'orgoglio lo porta a contraddirmi senza domandarmi nulla.
<<Insisto, prima tu>> controbatte.
<<Ti sto dicendo che preferisco che sia tu ad entrare per primo>> spiego lentamente, mal celando il nervosismo che mi sta scorrendo nelle vene.
Non la voglio la sua galanteria!
<<Io invece sto dicendo l'esatto contrario>> continua, esasperandomi.
Non ce la posso fare!

<<Non penso ti cambi molto>>
<<Lo stesso vale anche per te...Forza, fai questo sacrificio!>> scuote la testa in direzione dell'entrata, in un tono che non accetta remore.
A quanto pare siamo entrambi abbastanza orgogliosi...
Mi fermo sul posto, senza muovere un muscolo, lui se ne accorge e solleva gli occhi al cielo.
<<Quanta pazienza>> lo sento sospirare e la mia calma si dissolve come nulla.
<<Si può sapere qual è oggi il tuo problema?>> Mi domanda e mi mordo la lingua per non parlare a sproposito.
Il mio problema? È lui il mio problema!

<<Io non ho nessun problema!>> Nego, nego fino a quando non avrò convinto sufficientemente sia lui che me.
<<Raccontala a qualcun'altro, Catherine>> mi rimprovera <<Ora, per favore, mi faresti la cortesia di entrare, dal momento che non ho tutto il giorno da perdere?>>
<<Guarda che io sto facendo un favore a te!>> Gli ricordo, puntandogli contro il dito <<Ma se proprio il mio comportamento ti disturba, vorrà dire che me ne andrò>>
<<Ragazzi, scusate, possiamo passare?>> Due signori ci fissano stralunati e mi domando come abbia fatto a non accorgermi della loro presenza.
<<Certo, scusateci>>

La mano di Nicholas si muove veloce, appoggiandosi sulla mia schiena e spingendomi leggermente, affinché io varchi per prima la soglia della stanza.
Ma come si permette? Questa me la paga!
<<Non fare quella faccia, Rose>> mi rimprovera facendosi avanti, seppur stia sogghignando compiaciuto. <<Siamo una coppia affiatata, in fondo>> sorride a poca distanza dalle mie labbra, mentre con il suo indice tocca la punta del naso.
Posa una mano sul mio fianco e sussulto presa alla sprovvista.
Te la taglio quella mano!
Sorrido, fintamente, linciandolo con lo sguardo allo stesso tempo.
<<Affiatata, eh?>> Ironizzo, desiderando trovarmi ovunque piuttosto che sotto le sue occhiate indagatrici e a così poca distanza dal suo corpo.
<<Molto affiatata>>

Un movimento mi cattura alle spalle di Nicholas e, quando metto a fuoco ciò che vi si trova, non posso fare a meno di dipingermi sul viso un'espressione soddisfatta.
Incrocio lo sguardo di Edgar e gli dedico il sorriso più dolce che possa fare.
Lui ricambia prontamente, scuotendo persino la mano in un cenno di saluto, e Nicholas, notando la scarsa attenzione che gli sto dedicando adesso, si volta.
Quando lo inquadra, sento la sua presa stringersi attorno al mio fianco e inarco un sopracciglio.
<<Problemi?>>
<<Nessuno>>
<<Non si direbbe>> lo attacco e lui non allenta la presa, bensì si fa ancora più vicino.
<<Per quello che mi interessa puoi anche sposartelo e farci cinque figli ma non mentre sei parte della mia copertura, chiaro? Lo fai dopo>> sottolinea, colpendomi con la forza delle sue parole.

"Per quello che mi interessa"
Mi libero dalla sua presa, scostante, e alliscio il tessuto della mia gonna.
Offesa e delusa, distolgo lo sguardo dalla profondità dei suoi occhi, torvi e arroganti mentre ancora percepisco il calore della sua mano sul mio fianco.
<<Non ho capito cosa ci facciamo qui>> allontano il battibecco in previsione della mattinata che passeremo insieme <<Alla fine non me l'hai detto>> gli rinfaccio la sua mancanza.

La stanza intorno a noi è una sala immensa, dotata da un piccolo palchetto e decine e decine di sedie schierate con cura e perfezione.
Sembra quasi una sala allestita per delle conferenze...
<<Partecipiamo ad un'asta>> risponde lui, immergendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
<<Un'asta?>> Ripeto incredula e lui annuisce.
<<Un'asta di beneficenza>>

***

<<Buongiorno a tutti, carissimi amici, è un piacere vedervi riuniti per un obiettivo tanto nobile>>
Partiamo malissimo.
A quanto pare questa asta di beneficenza era prevista dal principio nel programma delle attività della nave, programma che ho spontaneamente ignorato per seguire Cole nelle sue avventure.

Io e Nicholas ci siamo accomodati in un angolino della stanza e abbiamo assistito al processo graduale che ha portato la stanza a riempirsi e brulicare di persone.
Una noia mortale, soprattutto se si tiene presente che ci sono voluti ben tre quarti d'ora.
Tre quarti d'ora di puro imbarazzo.

Il motivo per cui deduco che siamo qui, Santiago Garcia, è arrivato solo cinque minuti fa. Una parte di me si domanda anche perché un uomo sul lastrico dovrebbe prendere parte ad un'asta di beneficenza, l'altra come abbia fatto Nicholas a sapere che, nonostante le sue condizioni economiche attuali, lui sarebbe stato qui.
Probabilmente avrà origliato qualche conversazione, è il suo passatempo preferito.

L'unica cosa divertente di questa situazione è che hanno distribuito delle palette bianche e rosse per ribattere alle diverse offerte.
Inutili ma carine.
Molto carine, soprattutto perché sto giocando facendo scontrare la mia con quella di Nicholas.
All'ennesima collisione lui sposta la sua senza degnarmi di uno sguardo, con i riflessi tipici di chi ha a che fare con un bambino e tenta di prevedere un disastro per evitarsi la scocciatura.

Di conseguenza, non posso fare altro che rigirarla tra le mie mani, dal momento che non ho minimamente intenzione di acquistare nulla.
Il motivo per cui sono già a buon punto della strada per la disperazione è uno, Nicholas escluso: nessuno aveva menzionato che la madrina dell'evento sarebbe stata Margaret Smith e, soprattutto, che ne avrebbe approfittato per raccontarci ancora una volta dettagli interminabili della sua vita.
Proprio quello che tutti desideriamo.

Sento qualche sbuffo intorno a me, alcune signore si sventolano con la propria paletta e francamente non vedo l'ora di essere fuori di qui.
Stanotte non ho dormito troppo tranquilla, consapevole di quello che mi avrebbe aspettato una volta sveglia, e adesso che sbircio i movimenti di Nicholas, mi accorgo che anche lui sta muovendo le dita delle sue mani meccanicamente e mi chiedo se ci sia un motivo dietro a questo suo gesto.
<<Sei nervoso?>> Domando in un sussurro e immediatamente cessa quel movimento.
Sospira, guardando di fronte a sé, dove si trova Santiago.
<<Non esattamente>> mormora lentamente.

Annuisco, non volendo spingermi oltre e addentrarmi in un campo minato, e per fortuna Margaret continua a parlare.
<<È la prima volta che assumo un ruolo del genere e sono molto emozionata!>> Esclama sistemando una ciocca rosso carminio dietro il suo orecchio e permettendo a tutti di vedere uno dei suoi vistosi orecchini.
Non potrebbe regalarne uno ai coniugi Jhonson? Penso che risolverebbe il problema!

<<Per l'occasione ho fatto preparare anche una presentazione Power Point dalla mia segretaria!>> Annuncia soddisfatta, afferrando un telecomando e spingendovi un pulsante.
Alle sue spalle, un telo bianco comincia a scendere con estrema lentezza, fino ad arrivare alla sua altezza.

Qualche mormorio si diffonde intorno a me, esattamente nel momento in cui Nicholas strabuzza gli occhi e scuote la testa.
<<Oh mio dio>> sussurra, malcelando l'accenno di una risata con un velo di disappunto.
Sorrido quando la prima slide della presentazione appare ed è la riproduzione grafica di un cartello di Las Vegas.

<<Non ci credo>> rido, portando una mano davanti alle labbra per nascondere l'ilarità che mi colpisce nell'osservare la faccia di Margaret priva di corpo e arti in alto a destra sullo schermo, proprio accanto alla scritta "Beneficenza per la conoscenza!".
Nicholas sembra ancora faticare a capacitarsi di quello che sta guardando.
<<Questa volta è colpa tua>> infierisco, divertita dalla sua disperazione.
<<Fidati, Rose, vorrei essere qui meno di quanto lo desideri tu>> mi rivela e trattengo una smorfia.
Credo sia praticamente impossibile che abbia ragione

<<A proposito, questa situazione mi ricorda tanto quel capodanno del 1994, quando i miei genitori avevano deciso da pochi mesi di tenere l'azienda di famiglia e...>>
<<Santo cielo!>> Il solo pensiero di dover trascorrere l'intera mattinata in queste condizioni fa salire alle stelle la voglia di prendere la paletta e sbatterla violentemente contro la mia testa.
Nicholas mi sente e sogghigna anche lui.
<<Ti prego, risparmiami e fammi andare via...>> Il mio tono è supplichevole quando mi protendo verso lui per accertarmi che mi ascolti.

Ride al suono della mia richiesta e mi nega il favore.
<<E starmene da solo ad assistere a questo supplizio? Neanche morto>>
<<Che cavaliere!>> Lo prendo in giro, risistemandomi sulla sedia per cercare una posizione comoda.

<<Visto?>> Concorda lui.
Rifletto solo adesso su quello che ha appena detto e mando a quel paese tutta la mia maturità quando decido di fargli pesare il valore delle sue parole.
Vedi come le tue stesse parole ti si ritorceranno contro!

<<Quindi trovi che la mia compagnia sia piacevole...>> Deduco, in tono tagliente. Le mie labbra lottano per dispiegarsi in un sorriso e non mi oppongo, muovendo allusivamente le sopracciglia su e giù.
<<Che hai capito? Tu sei un supplizio ancora peggiore, per questo rendi più sopportabile questo>>
La mia bocca si spalanca di sua spontanea volontà, la mascella per poco non tocca terra.
Ma tu guarda questo cretino!

Stringo la presa sulla paletta e la scontro contro il suo braccio, abbastanza forte da dargli fastidio, non troppo da fargli male.
Perché io, a differenza sua, ho un cuore.
<<Idiota!>>
Lui si volta a guardarmi, divertito, e un barlume di sfida gli illumina gli occhi.
<<Non ti sopporto!>> Inveisco ancora, tornando a porre la mia concentrazione sulla donna davanti a me, che continua a raccontare quell'ormai lontano capodanno.

<<Bugiarda>> un sussurro si insinua con prepotenza tra le mie orecchie.
Gli rifilo un'altra gomitata e faccio un respiro profondo.
Quanto a lungo può durare una mattinata?

***

Due ore dopo ho diversi interrogativi che vagano per la mia testa.

Il primo è come Nicholas pensa di raccogliere informazioni su Santiago se siamo molto distanti da lui.
Se ne sta in silenzio sulla sua sedia, lo sguardo vago, gli occhi spenti che perlustrano la sala con meticolosità e allo stesso tempo con insicurezza.

<<Questa villa è un vero gioiellino con tre cucine, quattro bagni, sei camere da letto, una sala cinema, una sala giochi, campo da tennis, spa, piscina e idromassaggio già presente in tutte le vasche!>> Commenta Margaret e non so quanti oggetti abbiano già venduto, devo aver perso il conto.
<<Il prezzo di partenza, compreso di percentuale da donare in beneficenza, ammonta a tre milioni>> sorride come se stesse parlando di spiccioli <<Quindi, signori, chi offre di più?>>

Subito, il ragazzo accanto a me solleva il braccio con la paletta e parla <<tre milioni e cinquecento mila!>>
Forse dovrei essere stupida per quello che ha fatto, ma la verità è che nel corso delle ultime due ore non è la prima volta che lo vedo comportarsi così.

Non appena Margaret presenta il nuovo pezzo, Nicholas rilancia come primo, poi si tira indietro e non parla più.
Questa volta, però, il prezzo è davvero esorbitante, quindi non posso fare altro che intervenire.
<<Ti ha dato di volta il cervello?>> Sussurro, affinché possa sentirmi solo lui.
<<Mh?>> I lineamenti del suo viso si incurvano come se non capisse a cosa io mi riferisca.

<<Che stai facendo?>>
<<Mi trovo un passatempo>>
<<Il tuo passatempo è riempirti di debiti?>> Gli chiedo e lo vedo sorridere.

<<Cosa vuoi farci? Amo la beneficenza!>> Il tono è mieloso e il sorriso che mi rifila stucchevole.
Non voglio sembrare una mamma che rimprovera il figlio, ma adesso ha davvero esagerato.
Non so neanche se possa permetterselo!

È un uomo adulto, grande e vaccinato: dovrebbe essere in grado di pensare alle conseguenze delle sue azioni e, proprio il fatto che si tratti di lui, sotto un certo punto di vista mi tranquillizza.
Non è uno sconsiderato.
Oddio, non del tutto!

<<Togliti quell'espressione sconcertata dal volto, Rose, hanno già fatto altre tre offerte>> mi rimprovera e non capisco come faccia a stare così tranquillo.
<<Che cosa hai in mente?>>
Alza le spalle, facendo una panoramica della sala piena di palette che saettano verso il soffitto.
<<Sono tutti così schifosamente ricchi>> mi spiega, come se fosse una giustificazione sufficiente <<Lasciamo che usino i soldi di cui tanto si vantano anche per qualche fine nobile, magari da tutta questa indecenza viene fuori qualcosa di buono>>

Svela e un po' mi sorprende.
Non è il genere di persona che solitamente lascia intendere un fine nobile dietro alle sue azioni.
Ho sempre pensato che facesse qualcosa per un tornaconto, per le indagini o per il suo orgoglio.
Me lo aveva detto anche lui qualche tempo fa.
Mi aveva fatto una ramanzina sul mio essere sempre troppo gentile, sul fatto che io avessi una fiducia ingiustificata nelle persone.
E inconsapevolmente avevo associato la sua visione del mondo anche alla sua persona. Sbagliandomi.

<<È un gesto molto bello il tuo>> esalo, timidamente, guardandolo adesso sotto una luce completamente diversa.
E se da una parte mi sembra bellissimo quello che ha appena detto, dall'altra è orribile.
Devo trovare i difetti, non i pregi, per riuscire nel mio intento.

<<Grazie, Rose>>
<<Ma se nessuno dovesse offrire di più? Se restassi solo tu?>>
Mi sorride sornione, pronto a rivelarmi un altro tassello della sua personalità.
<<Avrò dato un mio contributo al mondo>>

Sebbene le cifre su cui sta puntando mi sembrino assurde, dalle sue parole capisco che sarebbe davvero disposto a pagare quel denaro, che non è solo un ragazzino che cerca di fare un dispetto agli adulti.
Sorrido in risposta e rifletto su quanto appena ha detto.
<<Non sei poi tanto male, forse dovrei insultarti meno>> propongo e lo sento ridere.
Magari, messe vie tutte le maschere, potremmo essere amici un giorno.
Proprio come con Cole, o con Simon.
Ci siamo sempre punzecchiati ma allo stesso tempo aiutati quando è stato necessario, però non ci siamo mai definiti amici come io faccio con Cole.
Siamo passati direttamente al baciarci...Che disastro!

<<Non mi dispiace quando mi insulti>>
<<Ah no?>>
<<No>>
<<Perché?>>
<<Te lo leggo negli occhi che non lo pensi davvero>>

Mi ammutolisco e forse sto anche arrossendo. Cosa intende dire con questo?

Evito il suo sguardo, alla ricerca di qualcosa da dire per spezzare la tensione intorno a noi ma fortunatamente ci pensa Margaret a farlo.

<<Dulcis in fundo, ecco a voi il mio contributo più concreto! La Liber semper è lieta di donare a un generoso amante della cultura il manoscritto originale di Cratercode, il libro più amato dagli adolescenti! L'autrice è la celeberrima...Oh, ma c'è un errore qui!>>
Si volta per leggere sul proiettore ed accertarsi che non abbia visto male sul tablet di fronte a lei.

<<Quell'incompetente di Jane! Signori, come alcuni di voi sapranno, l'autrice è Kate Bright non...Nate Knight!>> Esclama furiosa, scandendo con incertezza il secondo nome.
<<Vi assicuro che non si tratta di nessuna truffa!>> Ride mielosa, gesticolando animatamente.

Cratercode.
Una copertina azzurra con una scritta bianca e un cielo stellato si palesa davanti ai miei occhi, e con essa anche il ricordo dei miei pomeriggi d'estate.

Cratercode è stato il secondo libro che ho letto, nonché quello che mi ha fatto appassionare alla lettura: le avventure di Lord Kelvin erano il motivo per cui, da bambina, non vedevo l'ora di tornare da scuola e immergermi nelle sue pagine.

Margaret continua a inveire contro la sua assistente e Nicholas invece non fiata: vista la piega che stava prendendo la giornata, mi aspettavo qualche commento sarcastico da parte sua.
<<Tutto okay?>>
<<Certo>> annuisce <<Tutto okay>>
<<Tu hai letto quel libro da bambino?>> Domando, timida, per fare ancora un po' di conversazione.

<<No, tu?>>
Mi volto a guardarlo con un'espressione colpevole e lui rotea gli occhi divertito, forse perché già si aspettava una risposta simile da me.
Se l'ho letto? La me bambina l'ha amato dall'inizio alla fine.
Vedo il suo braccio sollevarsi velocemente verso l'alto in un gesto che ha ripetuto già diverse volte.
<<Tremila dollari!>> Pronuncia, senza distogliere lo sguardo dal mio.

Sono sicura che anche qualcun'altro offrirà qualcosa, ma tutto ciò che segue la sua voce è il silenzio.
Immagino che qualche centinaio di fogli scritti a mano non sono così appetibili in confronto a delle ville di extralusso.
Sorrido amaramente, a seguito di questa realizzazione.

Eppure, nonostante questo, Nicholas non sembra minimamente preoccupato.
Certo, nel corso dell'asta ha fatto azioni più avventate e rischiato molto di più: in confronto questa volta si parla di pochi spiccioli.
<<Nessuno offre di più? Vorrà dire che->>
<<Quattromila dollari!>> Dall'altro lato della stanza, una voce anch'essa fin troppo familiare si intromette, scavalcando quella di Margaret.

La mia testa saetta in quella direzione e già prevedo l'esordio di un disastro.
Edgar lancia a Nicholas un'occhiata di sfida e lo sento, accanto me, bisbigliare un insulto poco carino.
<<Cinquemila!>> Ribatte scandendo perfettamente la parola, sorridendo sfacciato, come se non lo avesse minimamente indispettito, con l'espressione di chi sa di avere la vittoria in tasca.

<<Seimila!>>
Sono gli unici che partecipano a questa gara e nessuno dei due sembra intenzionato a smettere.
<<Settemila!>>
Sta diventando tutto un po' ridicolo.

Due bambini, ecco cosa sono: due bambini!
Faccio un respiro profondo, portando la mia mano attorno al braccio di Nicholas per comunicargli di smetterla ma lui non sembra essere d'accordo con me, visto che continua a rispondere.
<<Nicholas!>> Bisbiglio, rimproverandolo <<Smettila, non ne vale la pena!>>

Niente.
Nemmeno uno sguardo.
Nella mia testa faccio una breve ricapitolazione della situazione.
Infine, stufa del loro comportamento e consapevole che non vi siano altre vie di uscita, rafforzo la presa sulla paletta, gioisco perché avrò l'originale di uno dei miei libri preferiti e mi auguro che papà non se ne accorga.
<<Diecimila!>>

Esclamo con voce chiara e nessuno parla dopo di me, né Nicholas né Edgar provano a superarmi.
In compenso, avverto due paia di occhi fissarsi sulla mia figura e scannerizzarmi da cima a fondo.
Sento la pressione dei loro sguardi attorno, misto all'imbarazzo causato dall'essere al centro dei riflettori e decido, per far passare più velocemente questi minuti, di focalizzarmi solo su Margaret e sul suo contare fino a tre che, questa volta, non subisce interruzioni.

<<E se lo aggiudica la dolce Catherine!>> Afferma, sbattendo ripetutamente il martelletto sulla superficie in legno davanti a lei.
Forse con un po' troppo entusiasmo!
<<Tesoro, sono così felice che lo abbia tu!>> Aggiunge, facendo sì che le mie guance prendano fuoco.
Le rivolgo un lieve sorriso circostanziale e mi volto leggermente verso Nicholas, pregandolo con lo sguardo di andarcene via. Per oggi abbiamo dato abbastanza spettacolo!

A differenza di quello che pensavo, mi sta guardando con un'espressione di puro stupore e qualcos'altro che non riesco a cogliere, e non sembra per niente infastidito dalla mia intromissione.
Dietro di lui, un Edgar con la stessa espressione è tutto quello che vedo prima che succeda qualcosa di inaspettato.

Le luci si spengono immediatamente, causando qualche sussurro e delle esclamazioni di panico tra le persone.
Io stessa, mi irrigidisco dal momento che tutto ciò è estremamente inaspettato.
Il PowerPoint, ancora fermo sulla slide con le foto del manoscritto, adesso si tinge di nero e ci vuole davvero poco prima che dei caratteri cubitali bianchi appaiano sul telo del proiettore.

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Immagino si tratti di qualche malfunzionamento, uno di quei codici che escono sullo schermo del computer quando qualcosa smette di funzionare a dovere.
L'incertezza generale si trasforma in un moto di puro silenzio nell'attimo in cui vengono proiettate queste sequenze e l'inquietudine mi assale quando, alle mie spalle, un metallico clic si diffonde nell'aria.

Una strana sensazione mi stringe lo stomaco, ansia mista a paura, e prima che me ne accorga la mano grande e calda di Nicholas mi spinge ad abbassarmi con forza, posando la mia testa sulle sue gambe.
<<Ma cosa->>
<<Stai giù>> mi sussurra e un attimo dopo riecheggia nell'aria un suono a cui adesso sono anche abituata e che mi raggela il sangue nelle vene.

Uno sparo.

***
Amiciii💞
Non immaginate quanto sia bello tornare a scrivere.

Con tutto quello che sta succedendo adesso in Italia, spero davvero che stiate tutti bene🙏🤍

Sono stata un tantino assente ultimamente, penso lo abbiate notato. E oggi eccomi qui con tante tante novità!

1. I numeri e le lettere sono parte del racconto...Idee?

2. Copertina nuova!!
Grazie grazie grazie alla persona speciale che ha impiegato settimane per progettarla e realizzarla💞

Adesso anche Nicholas e Catherine hanno un "volto" e non sono semplici ombre.
🌟Io ossessionata🌟

Che dite, possiamo dormire sogni sereni dopo questo finale?
Lo scopriremo nel 30° capitolo
(siamo già a 30😱)

Alla prossima✨

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Tiktok: _wisegirl_03

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