Under the same night sky

By WiseGirl_03

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«Mi serve un favore» dice all'improvviso e io inarco un sopracciglio «Mi hai detto che se avessi avuto bisogn... More

Prologo
1. Mi mancherai
2. Felice e spensierata
3. Brutta giornata
4. Rose, sei tu?
5. Questa me la paghi
6. È complicato
7. Rimanere incastrata
8. Svuotare la mente
9. Forse mi sbaglio
10. Sei al sicuro
11. Lividi
12. Non funzionerà
13. Sono fidanzata
14. Regole
15. Sei importante
16. Sospetto
17. Consiglio da amica
18. Verità
19. Ci provo
20. Categorie
21. Dietro le sbarre
22. Comincio da domani
23. Una condizione
24. Hai ragione
25. Peggio di un fantasma
26. Caldo e freddo
27. Pagine ingiallite
29. Malfunzionamento
30. Nulla di sentimentale
31. Annie
32. Devi dire di sì!
33. Ci vediamo a Parigi
34. Chiudi gli occhi
35. A cuore aperto
36. Il Cavaliere della notte
37. Colpo basso
38. Presentimento
39. Cambio di rotta
40. Pezzi di puzzle
41. Sotto lo stesso cielo stellato
42. Il codice dei serpenti
43. L'amore fa schifo
44. Mossa sbagliata
45. Te lo prometto
Epilogo
Extra

28. Pensare è estenuante

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By WiseGirl_03

<<Sono una persona terribile!>>
Questa mattina non ho voglia di alzarmi dal letto. Tutto ciò che voglio fare è stare da sola nella mia stanza, affondare il mio viso sui morbidi cuscini e semplicemente deprimermi.
Esatto, deprimermi.

La scorsa notte è stata abbastanza travagliata: in sostanza sono tornata in stanza e ho pianto.
In un primo momento, le lacrime mi hanno anche guidato verso il mondo dei sogni. Sono riuscita a dormire, seppur per una quantità di tempo alquanto irrisoria, fino a quando, nel bel mezzo della notte, i miei occhi si sono spalancati all'improvviso e non sembravano volerne sapere di tornare a chiudersi.
Inquieti, si spostavano da una parte all'altra della stanza, riflettendo il movimento dei pensieri nella mia testa.
Tristi, estremamente tristi.

Essendo sola, il mio unico conforto è stato il pupazzo di Paperina sul piccolo comodino accanto al mio letto.
Inizialmente l'ho fissato per un po', non potendo fare a meno di associarlo alla persona che me l'ha regalato.
Sei un traditore, un bugiardo, ecco cosa sei.

Ho pensato a Nicholas per così tanto tempo che alla fine la mia testa scoppiava, appesantita, e tutto ciò che desideravo era dormire e lasciare che il sonno si portasse via anche le mie paranoie.
Ho afferrato il pupazzo e, come se fossi una bambina di cinque anni, ho aspettato di cedere stringendolo tra le mie braccia, in una sorta di gesto rassicurante.
Però non è successo presto come immaginavo.

Il nome di Nicholas continuava a ronzarmi in testa e, alla fine, mi sono arresa: non ho provato a dormire, né tantomeno a scacciare il pensiero di lui.
Ho lasciato fare al destino ma a quanto pare non devo stargli estremamente a genio nell'ultimo periodo.

La verità è che non riuscivo a smettere di ripercorrere la giornata di ieri nella mia testa, era una scaletta in riproduzione automatica.
Iniziavo dal peluche, poi passavo al poligono di tiro, seguivano il ristorante, il bacio, il nostro incontro, il diario, e alla fine ero di nuovo la Catherine che piangeva rannicchiata sul suo letto.
E più mi ripetevo "Perché piangi, Catherine? Non hai motivo per farlo" più capivo che stavo soltanto prendendo in giro me stessa.

<<Non sei una brutta persona, Catherine>> una delle due persone alle mie spalle, tenta di rassicurarmi ma è tutto inutile, ormai sono pienamente convinta della mia colpevolezza. Mi immobilizzo sulle coperte e una brutta sensazione si impossessa della mia pancia.

<<Ha un figlio e una moglie a casa! Lo capite? E io l'ho baciato!>> Biascico, non riuscendo a capire come facciano a non comprendere il profondo senso di colpa che mi sta facendo sprofondare. Certo, a loro manca un tassello del puzzle abbastanza fondamentale.

<<E questo è tutto?>> Taissa si unisce a Cole nei suoi vani tentativi di convincimento, mentre, comodamente seduta sulla poltroncina della mia stanza, si controlla le punte dei capelli. <<Se vuoi ti dico cosa ci ho fatto io, così ti senti meglio!>> Propone e se il suo intento era quello di rassicurarmi non ci riesce proprio, anzi, peggiora di gran lunga il mio umore.
Avevo rimosso il flirt avuto con lei.
Adesso mi sento più uno schifo di prima.
E anche lui mi fa più schifo di prima!

<<Quello stronzo>> bisbiglio, lo sguardo fisso davanti a me.
Come può essere riuscito a scrivere delle frasi così sincere, descrivere un sentimento così profondo e poi...Tradire la sua ragazza senza pensarci due volte?
Perché se è vero che ufficialmente il nostro era un bacio di scena, pura finzione, non mi sembra che con Taissa abbia avuto molte remore.
E chissà se lo ha fatto anche con qualcun'altra!
<<Traditore>> continuo la mia invettiva nei suoi confronti e mi sembra di vedere il suo odioso faccino davanti agli occhi.
Te lo faccio sparire quel sorriso!

<<Ha detto di sì?>>
<<Non lo so, mi fa paura...Fissa il vuoto e sussurra parole non comprensibili tra i denti>>
<<Va bene, allora>> si schiarisce la voce, lasciando perdere i suoi perfetti capelli neri <<Io e Nicholas->>
Non se ne parla neanche!

Faccio leva sulle mie braccia, mi do lo slancio così velocemente che Taissa si ammutolisce e Cole scatta spaventato. Dopo che ho aperto loro la porta, non ho dato troppi segni di vita, né mi sono mostrata entusiasta per la loro presenza; questa è la prima mossa scattante che faccio. Capisco la sorpresa.
<<Non. Continuare. Quella. Frase>> le intimo con il dito rivolto verso l'alto.
Lei non sembra scomporsi a causa della mia riluttanza, ormai inizio a conoscerla sempre più e sono abbastanza certa che sia addirittura divertita.
Ovviamente, perché sono ridicola!
E patetica.
E faccio pena.

Mi sfugge una smorfia mortificata a fronte di tutte le belle parole che mi sto dedicando e mi lascio ricadere all'indietro.
Il tonfo con i cuscini e morbido.
E lo dico perché l'impatto con la realtà invece è duro.
Terribilmente.
<<Come vuoi>> alza le spalle lei, probabilmente sentendosi del tutto indifferente.
<<Wow!>> Sento, invece, Cole balbettare stupefatto.

Piagnucolo leggermente e immediatamente dopo, sbuffo.
<<Uffa!>>
Detesto provare dei sentimenti e avere una coscienza!
<<C'è qualcosa che vorresti dirci, Catherine?>> Domanda Taissa e per sottrarmi alle sue occhiate indagatrici chiudo gli occhi. Ci mancava soltanto l'interrogatorio adesso.
<<Già>> la supporta Cole <<Sicura che non ci sia nulla di nuovo?>>
<<Nulla>> prontamente ribatto io. Ormai sono praticamente sempre sulla difensiva, ho paura a dire quello che penso ad alta voce perché penso che così facendo diventerebbe ufficialmente reale.
Non posso permettere che ciò accada.

<<Si direbbe che tu sia un tantino...Non lo so, Taissa, dillo tu>>
<<Gelosa?>>
<<Sì, però in generale...>>
<<Mortificata?>>
<<Esatto! Bravissima>> si congratula Cole, battendo anche le mani.
<<Catherine, puoi parlare con noi se hai bisogno, tu lo sai che...>> Cole continua a parlare ma io smetto di ascoltarlo. Qualche raggio di sole si infiltra tra gli spazi lasciati liberi dalla tenda e si precipita direttamente sui miei occhi, accecandomi e costringendomi a schiuderli.
Perfetto, ci mancava solo questo!

Spazientita e innervosita da qualsiasi cosa mi circondi, mi alzo in piedi con uno scatto simile a quello di prima.
Guardo i due ragazzi che probabilmente si aspettano una mia reazione e questa volta, incapace di portare questo fardello da sola, li accontento.
<<Ascoltate bene, perché non lo ripeterò una seconda volta>> li avverto <<Mi piace, va bene? Avete ragione: mi piace tantissimo, mi sono presa una cotta, una sbandata, un'infatuazione, scegliete quello che più vi aggrada! Non riesco a smettere di pensare a lui, forse sto per battere qualche record di pensiero più lungo e continuo del mondo, e non riesco a smettere di sentirmi una persona schifosa perché io non dovrei farlo, perché ho un'etica, una morale...E in questo momento le sto infrangendo!>> Sbotto, rimproverando me stessa per quello che sto facendo.
Mi sento così stanca, spossata da tutte queste emozioni.

<<Quindi scusatemi, apprezzo molto che entrambi siate venuti ad invitarmi per un aperitivo con voi, ma io non sono dell'umore!>> Sul finale il mio tono di voce si abbassa e la voce si inclina, suscitando la pena di Taissa che si alza per avvicinarsi a me.
Appoggia una mano sulla mia spalla e la muove su e giù per infondermi un po' di conforto.
<<Cat, non è colpa tua, non devi sentirti colpevole!>> Mi rincuora <<Gli uomini, loro...Sono dei tali stronzi!>>
Ha ragione, non posso che appoggiare questa sua affermazione.
<<Già>> asserisco, tirando su con il naso, e ripenso ancora a quel suo sorriso strafottente.
<<Lo sono davvero>>
<<Io sono qui, se ve ne foste dimenticate>> Cole rimarca la sua presenza ed entrambe ci voltiamo verso di lui.
<<Tu non conti!>> Afferma subito Taissa <<Sei l'eccezione che conferma la regola>> direi che è stata brava a girare la situazione a suo favore, mi scappa un esile sorriso.

<<Nemmeno Simon lo è!>>
<<Carini!>> Cantilena Taissa <<Non avete ancora attraversato la fase in cui ti lascia per una motivazione stupida?>>
So quali pensieri stanno cavalcando l'onda nella testa di Cole, lo so perché anche io sto pensando probabilmente la stessa cosa.
Simon ha lasciato Cole perché aveva paura di rivelare a Nicholas ciò che stava succedendo e il fatto che Taissa abbia indovinato senza saperne nulla ci lascia entrambi sbigottiti.
Cole deglutisce, poi si acciglia.
<<Hai ragione sono degli stronzi>>

<<Bene, caso chiuso!>> Taissa esclama sospirando <<Allora andiamo?>>
<<Certo!>> La appoggia Cole <<Catherine, hai dieci minuti per prepararti: hai bisogno di prendere un po' di aria e una bella quantità di sole...I pensieri cattivi svaniscono quando fuori c'è una bella giornata!>>
<<Ragazzi...>>
<<Non vogliamo sentire scuse!>>

<<Sto bene, okay?>> No, non penso proprio sia così, però mi passerà.
Credo.
Spero.
<<Ho soltanto bisogno di restare un po' da sola. Voi andate pure, sono convinta che vi divertirete anche senza di me>> dico, sforzandomi al massimo di apparire convincente.
Nessuno dei due sembra particolarmente convinto, ma a quanto pare decidono di non insistere.
<<E va bene!>> Taissa rotea gli occhi non preoccupandosi di celare il suo malcontento.
<<Non più di una mattina, Cat, non più di una mattina!>> Mi mette in guardia Cole, avviandosi verso l'uscita della stanza.

Li guardo, così diversi eppure così uguali, e mi sento così sollevata di avere due nuovi amici come loro al mio fianco.
<<Ragazzi!>> Li richiamo prima ancora che aprano la porta. Loro si girano entrambi in fretta, come se si aspettassero un mio cambio di programma.

Corro velocemente nella loro direzione e arpiono le spalle di uno e dell'altra, stringendoli in un abbraccio di gruppo.
<<Catherine!>>
<<Già, ew, Catherine!>>
Cole ricambia presto la presa, poggiando la testa sulla mia spalla, Taissa finge di essere distaccata ma presto fa lo stesso anche lei.
Li adoro entrambi.
<<Grazie>> sussurro io.

***

Il pomeriggio cammino per il ponte della nave, guardare il mare mi rilassa e mi aiuta a mettere in ordine i pensieri. Mi fa sentire minuscola messa a confronto con la sua vastità e mi rassicura, perché anche i miei pensieri e i problemi che mi si presentano non possono essere tanto più grandi di me.
È un ragionamento un po' contorto, ne sono consapevole, ma nella mia testa ha abbastanza senso.

Il lieve venticello fa sì che il mio vestitino svolazzi e produce quasi un dolce e melodioso motivetto.
Sono convinta che si tratti del vento, ma più proseguo in questa direzione, più sento una musica lieve e dolce che mi culla i timpani.

Mi guardo attorno e ben presto localizzo la fonte da cui essa arriva.
Senza pensarci troppo mi avvicino ad Edgar che con abilità muove le dita sulle corde della sua chitarra.
Lo aveva detto di essere un appassionato, quella volta che stavo aspettando...
Nicholas.
Scuoto la testa, ripetendo a me stessa che devo fare finta che non sia mai esistito e smettere di farmelo piacere adesso, prima che sia troppo tardi.

Purtroppo, però, troppo presa dalle mie riflessioni, non vedo uno scalino e inciampo.
<<Ahia!>> Esclamo massaggiandomi il ginocchio che ha urtato e su cui prevedo si formerà un livido abbastanza evidente.
Ci fosse una cosa che mi vada bene! Una sola...Non mi sembra di chiedere molto!
E questa volta mi permetto di attribuire tutta la colpa a Nicholas.
<<Catherine!>> Edgar si avvicina a me, preoccupato, lasciando la chitarra dove era seduto prima. <<Stai bene? Ti sei fatta male?>> Mi domanda, ormai a un passo da me, piegandosi sulle ginocchia per accertarsi che tutto vada bene.

<<È tutto apposto>> lo tranquillizzo d'impulso <<Non è nulla, non preoccuparti>> mi strofino le mani sulle gambe e poi sul vestito, per pulirlo dalla polvere, e con un po' di fatica legata all'urto, mi metto in piedi.
<<Aspetta, ti aiuto>> Edgar mi cinge la vita con un braccio e mi indirizza verso le sedie dove prima si trovava già lui.
Io non oppongo resistenza, lascio che mi guidi lui dal momento che non sono ancora in grado di muovere del tutto la gamba senza avvertire un lieve fastidio.

<<Eccoci qui!>> afferma, posandomi sullo stesso divanetto dove ha posato la chitarra. È più comodo di quanto sembrasse dall'esterno. Mi aiuta a stendere la gamba sul tavolino basso accanto ai divanetti e, prima che possa dirgli che non è necessario, si allontana per recuperare del ghiaccio.
Quando torna, lo vedo sollevare la sacca azzurra come se fosse un trofeo e mi viene da sorridere.

<<Non è nulla di grave, davvero, non c'era bisogno>>
Lui appoggia il ghiaccio sul mio ginocchio e l'impatto mi fa trasalire, mentre sento la zona perdere sensibilità e delle goccioline scendere sulla mia gamba.
<<Meglio non rischiare>> mi sorride, facendomi un occhiolino, mentre cerca di mantenere fermo il suo bottino.

Una volta terminato, si siede accanto a me.
<<Come va?>> domanda.
<<Va già meglio, te lo assicuro, mi passerà presto>> non mi piace quando qualcuno è in pensiero per me, mi sento un peso. Insomma, penso che ognuno abbia già i propri problemi di cui occuparsi.

<<Intendevo, in generale>> ridacchia lui <<Come te la passi?>>
Oh, ho frainteso.
<<Va tutto bene!>> esclamo, senza pensarci troppo. Poso lo sguardo sul pavimento splendentemente bianco e sospiro, giungendo alla conclusione che non c'è niente che vada bene, va tutto storto. Più del solito, e questo è dire tutto. <<Già, tutto alla grande>> continuo e questa volta non ho convinto neanche me nella mia interpretazione. Scuoto la testa, smettendo di mentire. <<No, la verità è che ho avuto un po' da pensare ultimamente>> ammetto, giocherellando con il laccio presente sulla vita del mio vestito.

<<Pensare è estenuante>> afferma lui e non penso di essere stata più d'accordo di così su tre semplici parole.
<<Sì, sa essere terribile se lo si fa a lungo>>

<<Sai cosa faccio io per smettere di pensare?>>
Scuoto la testa
<<No>> faccio spallucce e lui sorride. <<Voglio dire, io solitamente leggo o scrivo...>>
<<Leggere e scrivere prevedono le parole, le parole hanno un significato e prima o poi si ricollegano con quello che la tua mente sta pensando. È una questione di combinazioni...Hai presente quando rimugini sempre sulla stessa cosa e poi ti sembra di vederla ovunque?>>
Faccio una smorfia <<Sì, purtroppo sì>> sorrido, sistemando la borsa del ghiaccio che continua a muoversi, bagnando anche il tessuto del divanetto. <<Ma fingerò di non aver sentito niente di tutto questo, di non essere d'accordo e continuerò a farlo>> affermo soddisfatta e lo sento ridere.

<<Ci sono tante cose che puoi fare per non pensare>> aggiunge, a quanto pare il suo obbiettivo è proprio quello di farmi ricredere.
<<Non sono tipa da sport estremi>> lo blocco subito e lui mi dedica uno sguardo che sembra promettermi qualcosa di meglio.
<<Chi ha parlato di sport estremi?>> domanda, voltandosi per recuperare la chitarra che fino ad adesso aveva abbandonato alle sue spalle.

La porta sulle sue gambe e mi guarda con un'espressione eloquente sul viso.
<<So suonare i campanelli>> scherzo, pur dicendo la verità: io e gli strumenti musicali siamo su mondi opposti. La musica è bella, però mi limito ad ascoltarla, di certo non è la mia strada.
<<Perché non hai ancora avuto un maestro bravo la metà di me>> lo vedo alzarsi per farsi più vicino a me.
<<La metà?>>
Alla faccia della modestia!
<<Ne basterebbe un quarto>>
<<Che fai?>> domando, spaesata.
<<Secondo me sei portata>> si siede accanto a me e poggia la sua chitarra sulle mie gambe. Si sporge leggermente per circondarmi con le sue braccia e le sue mani coprono le mie, spostandole a loro piacimento sulle corde. Sono estremamente tese e, a differenza di quanto immaginassi, non sono tutte uguali. Infatti, tre mi sembrano estremamente più leggere e facili da spostare rispetto alle altre.

Le dita di Edgar, e quindi anche le mie, si muovono sullo strumento senza pensare.
<<Questa ti serve per gli accordi>> mi sussurra all'orecchio, spingendo sulle nocche della mano sinistra per piegare le dita attorno al manico.
<<Con la destra invece devi percuotere le corte...No, il pollice non devi metterlo così>> corregge la posizione delle mie dita modellandole a suo piacimento e per farlo è costretto a diminuire la distanza tra noi.

Mi accorgo che siamo estremamente vicini. Forse troppo per i miei gusti.
Sento il suo respiro sulla mia guancia e una parte di me soffre nel ripetersi che non è lui che voglio vicino come è adesso.
E di nuovo torno a pensare a Nicholas.
Devo smetterla, questi sentimenti non hanno un senso né motivo di esistere.
Non devo pensarci.
Non devo pensarci.
Edgar si accorge che mi sono distratta e solleva il viso alla ricerca del mio sguardo.
<<Non sta funzionando, vero?>> Mi sussurra sul viso.
<<Credo di no>>
<<Allora dovremmo provare un nuovo approccio, non so, magari...>>

Sposta gli occhi oltre le mie spalle e non conclude la sua frase. Siccome schiude le palpebre, deduco per mettere meglio a fuoco, mi incuriosisco.
<<Che succede? Cosa c'è?>> Domando, voltandomi, ma mi accorgo che dietro di noi non c'è nulla, se non una coppia di anziani che passeggia allegramente.
<<No, niente...Devo aver visto male>> si scusa lui, tornando a sorridere.
<<Ti va se sono io a suonarti qualcosa?>> Mi chiede e annuisco.
<<Certo!>> Esclamo, tentando di ricambiare l'entusiasmo <<Perché no? Vediamo questa bravura!>>

***

La sera stessa, Cole e Taissa mi costringono a fare un giro con loro. Non ho la più pallida idea di dove mi vogliano portare: l'unica cosa che so è che devo trovare la camera di Taissa, sperando di ricordare tutte le indicazioni che mi ha dato per raggiungerla.
Questo posto è peggio di un labirinto.

Devo andare sempre dritto, al quinto angolo girare a sinistra, procedere fino alla terza porta e poi svoltare a destra due volte di seguito.
Ripeto i passaggi nella mia mente e sono convinta che mi perderò e dovranno venirmi a recuperare da un angolo sperduto della nave.
Per mia fortuna, oltre ad una macchiolina violacea, la mia gamba funziona esattamente come prima.

Già in ritardo, afferro la borsa gettandoci dentro il portafoglio, la tessera della stanza, i fazzoletti, il profumo da viaggio, il telefono e il gel igienizzante per le mani.
Controllando per la ventesima volta di non aver dimenticato nulla, apro la porta ma, non appena sollevo la testa, tutto ciò che vedo è una figura completamente vestita di nero poggiata allo stipite.
Sobbalzo e faccio cadere la borsa che cade sulla moquette con un tonfo sordo.
<<Cazzo, Nicholas, mi hai fatto venire un infarto!>>
<<È un modo per dirmi che sono bello da far paura?>> sogghigna malizioso.
<<È un modo per dirti che sei un deficiente>> mi piego per recuperare la borsa e sistemare la tracolla sulla mia spalla <<Ti sembra normale apparire così?>> Chiedo, tentando di mantenere a freno l'agitazione per il semplice fatto che lui sia davanti a me.
Fai finta di niente, Catherine.
Mostrati indifferente e distaccata.

<<Che ci fai qui?>>
<<Volevo sapere come stessi>>
<<Sto alla grande>>
Si inumidisce le labbra prima di parlare e mi incanto a vedere quel gesto.
Devo restare concentrata.
<<Oh, fidati, l'ho notato>> sibila tagliente, l'espressione è impassibile e anche i suoi occhi sono più freddi del solito.
<<Perfetto, scusami, ma ho un appuntamento>> chiudo la porta con l'intento di svignarmela, ma lui mi blocca.

<<Mi serve un favore>>
Mi raggelo sentendo le sue parole.
No, non di nuovo.
Ferma sul posto, ancora di spalle, non lo guardo per paura di cedere.
<<Spiacente, non posso>> lo liquido ma lui insiste.
<<Spiacente, non hai scelta>> mi rimbecca.

<<E chi lo decide?>> Voltandomi, vedo che è serio mentre parla.
<<Io>>
<<Allora scusami>>
Il sarcasmo nella mia voce è una conseguenza della sua convinzione, e lui sembra capire che questa volta non farò niente per aiutarlo.
<<Non sto scherzando, Catherine>>
<<Neanche io, Nicholas>> rispondo prontamente <<Mi aspettano e sono già in ritardo, devo andare>>
Non si muove di un millimetro, immerge le mani nelle tasche dei suoi pantaloni e continua la conversazione con innata naturalezza.

<<Ti avevo detto che non avresti voluto saperne nulla...Ti ho raccontato cosa stesse succedendo, adesso è il tuo turno di ricambiare il favore>>
Mi infastidisce il modo in cui mi parla, come se tutto gli fosse dovuto, ma allo stesso tempo l'ultima cosa che desidero e permettergli di dirmi "Te l'avevo detto" e fare la figura della stupida.
<<Cosa vuoi?>> Alzo gli occhi al cielo, scocciata, e il mio tono è più isterico di quanto volessi.
Nicholas solleva l'angolo delle labbra verso l'alto, mostrando tutto il suo compiacimento, e una piccola fossetta si forma al lato della sua bocca.

Sorride, un sorriso sghembo e soddisfatto di chi sa di aver ottenuto ciò che desidera.
È possibile detestare e adorare un sorriso allo stesso tempo?
Sono una sottona.
<<Devo controllare dei movimenti da vicino, questo sabato>>
<<E io cosa c'entro?>>
<<Mi serve la mia ragazza>> dice con naturalezza.

La mia ragazza.
Un calore affluisce sulle mie guance e sento che il mio cuore sta battendo in maniera irregolare.
Penso di essere sul punto di svenire e ciò che è peggio è che devo mantenere la mia integrità e la mia compostezza.
Ce l'ha già una ragazza.
E non sono io.
Deglutisco sotto il suo sguardo e poi respiro profondamente per mantenere la calma.
Prevedo un disastro.

***

Amiciii💓
Bentrovati ✨
Come state?
S

pero tutto bene❤️

Questa volta niente numeri e niente lettere. È un bene o un male secondo voi?

E soprattutto...Dove andranno adesso Nicholas e Catherine?
🤔

A presto💓

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