HOGWARTS LEGACY | Diario del...

By MaybeS0m3day

8.6K 591 2.2K

Questo diario riprende il filone principale del gioco Hogwarts Legacy [presenti spoiler del gioco], con aggiu... More

Giorno 0 - Notte prima della partenza
Arrivo ad Hogwarts
Primo giorno di scuola - 1 parte
Primo giorno di scuola - 2 parte
Hogsmeade
Erbologia e Pozioni
La biblioteca
Domenica
Stanze segrete (parte 1)
Stanze segrete (parte 2)
Amicizie
Professor Fig
Poppy Sweeting
Dal campo da Quidditch ai Tre manici di scopa
Normalissime giornate da Grifondoro
Un Grifondoro e due Serpeverde
Astronomia
In missione con Amit
Scriptorium
Stelle e pensieri
Amortentia?
Arriva l'inverno
Imperio
Rivelazioni e divinazioni
Filtri e Feltri
Litigio
Prima di Natale
Il trittico è completo
Ciò che fai a capodanno fai tutto l'anno
Avada Kedavra
Lutto
Ricominciano le lezioni
Infaustus Gaunt
Natty in pericolo
Veritaserum
Animagus
San Valentino Sucks
Il destino di Anne
Candele e sentimenti sospesi
Oneiro Threecoins
Gelosia
Studiamo per i G.U.F.O.
Verso la conclusione
Festa di fine anno part. 1
Festa di fine anno part. 2
Ultimo giorno
Diario del 6° anno ad Hogwarts
Un ringraziamento 🎁

Feldcroft

176 11 33
By MaybeS0m3day

23 Ottobre 1890

Caro Diario,

era tarda mattinata quando mi misi in viaggio sulla mia scopa per raggiungere Feldcroft con il cuore in gola per l'eccitazione! 

"Chissà se io ed Anne andremo d'accordo", "Non vedo l'ora di scoprire il luogo in cui è nato e cresciuto Sebastian!", "... Sebastian! Mi avrà invitata a Feldcroft perché sono una persona speciale per lui?!"

Per distrarmi da tutti quei pensieri che mi assillavano la mente, durante il volo provai una tecnica mostratami da Imelda: alzarmi in alto per poi sferzare l'aria vicino al suolo, sollevando così le foglie d'autunno e facendole danzare al mio passaggio. Il vento mi accarezzava il viso, portando con sé l'odore della terra bagnata di rugiada dei campi dorati. Un'esperienza incredibile, un connubio tra la magia e la bellezza della natura.

Feldcroft

«Ammiri il panorama? Scusa se mi stavi aspettando da tanto.» Dissi smontando dalla scopa su una torretta in legno posta al centro del villaggio. Sebastian era lì che, con le mani poggiate alla ringhiera, scrutava in lontananza.

«No, sei in perfetto orario. Stavo tenendo d'occhio la situazione. Feldcroft non è più quella di una volta. Nessuno si sente più al sicuro qui, da quando i seguaci di Ranrok frequentano il castello di Rookwood laggiù»

Ero già stata in quel castello, settimane fa con il professor Fig per accedere alla seconda prova, e anche se abbiamo sbaragliato alcuni dei seguaci di Ranrok e Rookwood, goblin e maghi oscuri continuavano a muoversi indisturbati. Dopotutto, il Ministero continua a non prendere provvedimenti contro di loro.

«Mio zio Solomon era un Auror e si rifiuta di indagare, perfino dopo che Anne è stata maledetta da uno di loro» Mi aspettavo di trovare il solito Sebastian sorridente, invece, era serio e pensieroso.

«È stato uno degli sgherri di Rookwood?» Chiesi notando la sua necessità di parlare dell'accaduto.

«No, quando fu aggredita c'erano solo goblin, eppure è stata maledetta con una bacchetta, temo! Devo capire bene cosa le è successo se voglio aiutarla.»

«Certo che è strano, dal momento che i goblin non usano le bacchette... sarebbe meglio indagare» feci notare dubbiosa, qualcosa sembrava non tornare.

«Sono curiosa di conoscere Anne, non sto più nella pelle!» dissi galvanizzata e cambiando discorso, al che anche lui cambiò espressione e finalmente si rivolse a me con un sorriso: «Anche io, spero che conoscere una nuova amica di Hogwarts possa risvegliare la Anne di un tempo!»

Attraversando il borgo notai che era semi-deserto, come aveva detto Sebastian, dopo gli attacchi dei goblin la gente aveva paura di uscire di casa. Osservai che Feldcroft era un piccolo borgo contadino, non che me ne lamenti, ma mi ero fatta l'impressione che un tipo come Sebastian fosse più da città e che venisse da un posto più... sofisticato.
Non so se io vivrei bene in un posto così piccolo!

Sebastian mi aveva descritto lo zio come un orso burbero, facendo trapelare in più occasioni - nei suoi discorsi - che non andavano proprio d'amore e d'accordo, ma la mia immaginazione non arrivò mai a ciò che vidi con i miei occhi in quella casa.

Sebastian e Anne si salutarono affettuosamente, lui le porse un bocciolo di grizanfico [1], penso a scopo paliativo per mitigare il dolore che la povera Anne sente costantemente a causa della maledizione.
Lo trovai un gesto del tutto normale, ed anche tenero, per un fratello che è in apprensione per sua sorella malata e vorrebbe solo vederla star meglio. Io ero sulla porta e, facendomi coraggio, feci un passo verso di loro per inserirmi nel quadretto e farmi presentare, ma un'ombra nera annunciata da pesanti passi mi mise da parte. Lo zio arrivò dall'altra stanza, nero in viso alla vista di Sebastian: «Ne abbiamo già parlato» sfilò il bocciolo dalle mani del nipote.

«Fermo, cosa fai? È per Anne!» Sebastian sgranò gli occhi, guardando incredulo lo zio sgretolare il bocciolo con un incantesimo: «Non c'è speranza, non esiste una cura!» tuonò l'uomo con voce grave.

Gli occhi di Sebastian si accecarono di rabbia e rispose prontamente, iniziando un alterco furioso con lo zio. La situazione si intensificò finché le grida lancinanti di Anne, per il dolore, li fecero arrestare.

Mi sentii completamente invisibile a loro, come se non ci fossi in quella stanza. Mi feci piccola, piccola, rimanendo vicino l'entrata, poggiata sulla porta. Avevo assistito a una scena familiare privata che non avrei dovuto vedere.

Ero fuori luogo in quel contesto e in quel momento.

Il disagio era palpabile, ma in questo modo vidi una parte della vita di Sebastian che mai avrei immaginato. Sapevo che portava dentro di sé già tanto dolore per la perdita dei genitori e la malattia della sorella, ma non potevo immaginare che il rapporto con il loro tutore fosse così logoro!

Sebastian uscì infuriato sbattendo la porta, la stessa su cui ero premuta io un attimo prima.
Lo seguii fuori dall'abitazione, non sarei rimasta lì dentro un secondo di più. Mi sentivo mancare il respiro in quella casetta. Una volta raggiunto, Sebastian mi disse: «Mi spiace che tu abbia dovuto assistere. Vorrei restare un attimo solo, se posso.»

Non è stato il tipo di appuntamento che per tutti questi giorni avevo atteso. No di certo.
Lasciai Sebastian sbollire la rabbia da solo, lo vedevo che camminava avanti e indietro su un campo di zucche vicino la casa.

Presi coraggio, feci un respiro profondo, e tornai dentro per vedere come stava Anne.

Me la immaginavo più simile al fratello, essendo gemelli, invece, aveva dei liscissimi capelli castani racchiusi in uno chignon, occhi scuri e lineamenti del viso marcati e definiti. Sicuramente la spigolosità del suo corpo era dovuta anche alla malattia che l'avrà resa più emaciata.

«Mi spiace, le fitte di dolore sono difficili da sopportare» Disse lei gentilmente quando mi avvicinai.

"Qui di difficile da sopportare c'è anche tuo zio", pensai, ma quello che dissi fu: «Mi dispiace disturbarti, come stai adesso?»

«Non mi disturbi, davvero! Il dolore è imprevedibile, va e viene. Non è colpa di nessuno. Piacere comunque, devi essere la ragazza del quinto anno di cui Sebastian mi ha parlato.»

«Ah, è così che mi ha presentata? "la ragazza del quinto anno"?» risposi sdrammatizzando, per poi presentarmi come si deve: «Piacere Anne, mi chiamo Maybe Mayfield! Ho conosciuto Sebastian il secondo giorno che sono arrivata ad Hogwarts. Non so se ti ha detto come ci siamo conosciuti a lezione di Difesa contro le arti oscure...»

«Sì, mi ha detto come lo hai battuto a duello. Lo hai proprio impressionato! Ah, la professoressa Hecat!» Aggiunse con fare trasognato: «Mi manca Hogwarts, ma non mi dispiacerebbe neanche stare qui a Feldcroft, se solo non fosse così cupa ora. Per non parlare dei continui litigi tra mio zio e Sebastian...». Anne parlava piano e, anche se provava a dissimulare, si percepiva che stava soffrendo.
Non saprei dire se la sofferenza proveniva più dal corpo o dallo spirito. Povera Anne.

«Mi ha detto Sebastian che vostro zio era un Auror, anche se ora non lo è più... Come mai non fa niente contro i goblin qui intorno? Devo dire la verità, non vedevo l'ora di venire a Feldcroft, ma non mi aspettavo accadesse questo oggi.» Confidai ad Anne guardandomi intorno per paura che lo zio fosse nei paraggi e potesse tornare in casa da un momento all'altro.
«Lo zio Solomon è frustrato per quello che mi è successo e per l'ingenua testardaggine di Sebastian. So che hanno entrambi buone intenzioni, ma lo zio ha ragione: questa maledizione non è reversibile... Me lo sento. Forse sei l'unica persona in grado di farglielo capire.»

Quelle parole mi arrivarono come una secchiata d'acqua gelata. Una ragazza così giovane già arresa a un crudele destino, probabilmente influenzata dalle ridondanti parole dello zio, ed io ero stata investita dell'incarico di convincere Sebastian Sallow che sua sorella non avrebbe speranza e se ne sarebbe dovuto fare una ragione. Come ci ero finita qui in mezzo?

«Onestamente, penso sia una decisione che debba partire da lui, però posso provare a tenerlo lontano dai guai.»
Non volevo turbarla più di quanto già non fosse, per cui evitai di dire interamente la mia opinione.

Uscita di casa per prendere una boccata d'aria e far riposare Anne, incontrai lo zio vicino il vialetto d'ingresso, ancora borbottando da solo contro Sebastian.
In quel momento, sembrò vedermi per la prima volta e si rivolse a me dicendo: «Ah. Sei l'amica di Sebastian. Mi scuso per mio nipote, non sa quando fermarsi».

"Mi scuso per mio nipote?", ma se c'è qualcuno che dovrebbe scusarsi e darsi una calmata sei tu, pensai.

«Sei stata con Anne? Come sta? Volevo andare a controllare» Aggiunse lui guardando preoccupato verso l'abitazione.
«Sì Signore, sono Maeby Mayfield e frequento Hogwarts con suo nipote. Sono appena stata con Anne, sta bene, ha detto che bisogno di riposare.» Risposi io con compostezza.
«Purtroppo, per lei non si può fare nulla. Abbiamo interpellato anche i medici del San Mungo[2], ma mio nipote crede di saperne più dei guaritori. È crudele dare false speranze a una persona che sta male, l'unica cosa da fare è tenerla a suo agio.»
«Con tutto il rispetto signore, non sono d'accordo! Concordo sul tenerla a suo agio, ma la speranza non si dovrebbe negare a nessuno!»

E poi, non mi sembra che Anne sia proprio a suo agio.

«Hai buone intenzioni, ma so cos'è meglio per i miei nipoti!!!» I suoi occhi infuocati puntavano  su di me e, drizzando la schiena, sembrò come farmi ombra, sovrastandomi:  «Hanno ripreso da quel testardo di mio fratello, soprattutto Sebastian. Lo vuoi aiutare? Assicurati che faccia ciò che DEVE, non ciò che VUOLE.» Anche la voce si era fatta più alta, poi si ricompose e concluse: «Non hai idea del male che può causare se non la smette. Ricorda ciò che ti ho detto. Buona giornata.»

Ripresi fiato solo quando si allontanò da me e, sospirando, mi diressi a raggiungere Sebastian.

Un'intera famiglia di testardi! Non si può ragionare con una persona così. Capivo la frustrazione di Sebastian, anzi, mi meravigliai di come a scuola appaia così sereno e sicuro di sé.
Lo vidi nel campo di zucche dove l'avevo lasciato, era in piedi con le mani sui fianchi che fissava un punto fisso a terra. Mi notò solo quando arrivai vicino a lui, per quanto era assorto nei suoi pensieri, e sussultò: «Hai visto con cosa ho a che fare? Ti prego di scusare mio zio-» 

Lo abbracciai di getto che non finì la frase, tanto era lo sgomento. Poggiai il viso sul suo petto e intrecciai le mani dietro la sua schiena: «Sebastian, mi dispiace. Non avevo idea che la situazione fosse questa e che tuo zio...».

Sentii i suoi muscoli rilassarsi quando ricambiò l'abbraccio, cingendo gentilmente le mani sulla mia schiena, e rispose: «È sempre arrabbiato! Lo è dalla morte dei miei genitori. Con l'incidente di Anne è anche peggiorato, ed è come se me ne desse la colpa. Mi chiama "Il figlio di tuo padre", come se fosse un insulto.»
Gli accarezzai la schiena e mi scostai per guardarlo: «Sia Anne che tuo zio sono convinti che non ci sia una cura...» le parole mi uscirono come un soffio.
«Sai che mi rifiuto di crederci. Il dolore di Anne non è solo fisico, l'ha totalmente trasformata! Mi manca mia sorella, e la rivoglio indietro...» Abbassò lo sguardo. La sua voce era rotta dal dolore, poi si riprese: «Seguimi, ti faccio vedere dove è successo.»

Andava a passo svelto davanti a me, guardandomi con la coda dell'occhio mentre mi parlava. Mi ricordò la prima volta che andai ad Hogsmeade... peccato che l'umore non fosse lo stesso.

«Ecco, è qui che è successo» Indicò Sebastian verso una serie di resti di case e attrezzature disseminate sulla collina.
«Abbiamo sentito puzza di fumo e siamo corsi subito qui, da dove partivano le fiamme. Era notte e non si vedeva bene, ma era pieno di goblin. Anne è stata la prima a correre qui per vedere se c'erano feriti. Non abbiamo fatto in tempo a fermarla! Pare che quando arrivò si trovò davanti i goblin che cercavano di spegnere il fuoco e poi udì una voce gelida: "I bambini devono essere visti e non uditi", seguita da un'esplosione accecante.»
«È terribile.» commentai io. Sebastian si girò dall'altra parte per nascondere gli occhi lucidi ed io mi sentii tremare il cuore e, con voce altrettanto tremante, aggiunsi: «Stanno cercando la stessa cosa che stiamo cercando io e il professor Fig...»
«Credo che qui possiamo trovare un indizio su chi ha lanciato l'incantesimo su Anne, così da rintracciare il tipo di magia utilizzata!»

Cominciammo a guardarci intorno e ad ispezionare i paraggi della casa rasa al fuoco.

«A chi apparteneva questa casa?» Chiesi incuriosita, osservando con interesse ciò che rimaneva di oggetti di uso comune che, tempo fa, erano appartenuti a qualcuno. 
«Da che ho memoria è sempre stata qui, abbandonata. Pare appartenesse ad un professore di Hogwarts, ma parliamo di secoli fa.»

Arrivata sulla cima della collina guardai il panorama e... mi fu incredibilmente familiare, mi girai verso i resti della casa bruciata, poi un brivido che percosse tutta la spiana dorsale: avevo già visto questa casa, mi è stata mostrata nei pensatoi dei Custodi. 

Questa era la casa di Isidora Morganach.

Spiegai tutto a Sebastian, ricollegando i punti.
La coincidenza che ci aveva portato fin lì aveva dell'incredibile. Tutto riportava a quella casa che chissà quando avrei trovato, se non fosse stato grazie a Sebastian! 

Nella cantina della casa trovai anche delle annotazioni di Isidora, le quali confermavano sempre più la sua intenzione di usare la sua magia per curare il dolore psichico delle persone.

«Sebastian, guarda!» Indicai una parete con il dito indice, mentre con l'altra mano tenevo ben salde le annotazioni ingiallite di Isidora.

«U-un muro?» Sebastian mi raggiunse e, dopo aver dato una rapida occhiata alla parete da me indicata con tanto entusiasmo, si rivolse a me perplesso.

«Riesco a vedere il sotterraneo di Infaustus. Tu no? So che sembra strano-» 

«Sinceramente?» Mi interruppe lui: «Ormai nulla di ciò che dici mi sembra strano!» e accennò un sorriso.

«Touché.» Risposi di rimando, poi gli spiegai: «Mi è già capitato di vedere cose come queste. Credo sia collegato alla capacità di vedere la Magia Antica. Riesco a viaggiare attraverso questi muri che sembrano lastre di ghiaccio, o almeno è così che io li vedo.»

Sebastian mi guardò esterrefatto e per accertarsi di aver capito mi chiese: «Un momento, possiamo raggiungere il sotterraneo da qui?»  

«Credo proprio di sì, vogliamo provare? Se c'è Infaustus, si prenderà un infarto... anche se, sarebbe meglio che non sapesse niente di tutto ciò!» Dissi io con sicurezza porgendo la mia mano verso di lui per invitarlo ad accettarla.

«Ho capito. Bene, allora: antico passaggio magico, invisibile e segreto: arriviamo!» Il petto mi si gonfiò di gioia quando la sua mano calda strinse la mia e lo vidi ritrovare il suo solito modo scanzonato di fare.
Sembrava aver ripreso il buon umore. Dopo esserci allontanati dallo zio e dopo aver scoperto nuove cose che potrebbero avvicinarci alle risposte sulla maledizione di Anne; è bastato cambiare ambiete per rivedere subito il solito ragazzo carismatico di sempre. Ecco perché la speranza e circondarci di persone positive e che ci amano è così importante. Sono queste cose che ci permettono di sbocciare.

«Chissà perché c'è questo collegamento tra il sotterraneo e la casa di Isidora» domandai sospettosa io guardandomi intorno; per fortuna, non c'erano tracce di Infaustus nel sotterraneo.
«Hey guarda!» Sebastian mi richiamò l'attenzione indicando un muro che fino ad un attimo prima era vuoto. Apparve un trittico in legno intarsiato che si aprì mostrando tre riquadri vuoti che avrebbero dovuto contenere tre dipinti. C'era solo un biglietto appuntato al centro con disegnati delle rune.

Ho già visto questi simboli, compaiono sempre durante le prove dei Custodi.

«Visto che tutta questa vicenda si intreccia con la tua magia antica, credi che sia il tipo di magia che sia stata usata per maledire Anne?» Chiese Sebastian tentennando, come ad aver paura di aver fatto quel collegamento, ma lo rassicurai subito: «Non credo. Non ne ho vista nessuna traccia nelle vicinanze di Anne».
«Ad ogni modo, ci sono tante cose che ignoriamo ancora, forse questo trittico ci darà delle risposte. Ora devo andare da Infaustus...» Aggiunse pensieroso con la mano sul mento mentre si dirigeva verso la porta d'uscita, e prima di varcare l'uscio, si girò verso di me: «Sta tranquilla, non gli dirò nulla!»
«Sebastian, anche se non è andata proprio come speravamo, sono felice che tu mi abbia portata a Feldcroft.» Gli confidai prima che lasciasse il sotterraneo.
«Non avevo idea che questa giornata ci avrebbe condotto a questo... ho tanto da metabolizzare. Ci vediamo presto!».

˜

Anche io ho molto da metabolizzare:

• Il legame tra questo sotterraneo e Feldcroft;
• Gli appunti di Isidora che si interroga sul fatto di usare o no la sua magia per liberare le persone dal dolore (Anne prova un dolore cronico, che possa funzionare?);
• Lo strano comportamento di Solomon Sallow.

Prima o poi riuscirò ad unire tutti i punti; per il momento, è evidente che manchi ancora qualcosa di fondamentale in tutto ciò.

****

Glossario:

[1] Grizanfico: è una pianta che proviene dall'Abissinia. È un ingrediente per diverse pozioni

[2] San Mungo: è l'ospedale per ferite e malattie magiche dove sono curati maghi e streghe.

- Ho inserito la theme di Feldcroft, ma quanto è malinconica? 🥺 

BTW, La casa dei Sallow è quella a sinistra.

Continue Reading

You'll Also Like

58K 3.4K 28
Se non è amore, dimmelo tu, cos'è?
2.6K 124 7
Adelaide Black è una giovane Jedi del tempio di Luke Skywalker ed è una degli allievi migliori soprattutto nella lotta. Un giorno al tempio conoscerà...
12.4K 217 11
Questa è la storia di una ragazza di nome Gaia Ferrari, ha 15 anni e abita a Milano con la sua famiglia, ma ha origini Romane (da parte di mamma). Un...
51K 2.6K 40
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...