Bad Girl

By Gio-Sheeran

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Abby non è la classica, dolce ragazza innocente. No, lei è tutt’altro. È acida, scontrosa, testarda, pessimis... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10

Capitolo 3

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By Gio-Sheeran

CAPITOLO 3


Mi guardai intorno intanto che ero seduta al tavolo e aspettavamo l'ordinazione arrivasse. Zia Clara e zio George avevano optato per un ristorante di lusso, uno dei tanti presenti lì a Perth.

A giudicare da come si comportavano loro, compreso Lucas, sembravano abituati a cenare in posti del genere mentre per me era una cosa nuova e a dir la verità era fin troppo per me. Tutto troppo lussuoso, troppo perfetto, troppo tutto. Per non parlare delle persone lì presenti: tutti perfettini, uomini con le tasche piene di soldi e donne con collane di diamanti che sembravano pesare un quintale.

Nella mia "vita" precedente forse avrei trovato tutto questo bellissimo e perfetto ma ora come ora era schifosamente perfetto, troppo sopra le righe e troppo per una come me.

I miei occhi caddero sull'abbigliamento delle persone presenti in sala: camicia, giacca e cravatta, scarpe di pelle lucide, vestiti da sera, tacchi alti e una marea di gioielli che brillavano sotto la luce dei lampadari di vetro. Io al contrario indossavo una semplice felpa blu accompagnata da un skinny jeans di un blu più scuro e ai piedi di sicuro non indossavo tacchi ma un paio di All Star bianche, forse l'unica cosa in me che poteva andar bene in quel luogo.

"Allora" mi interruppe dai miei pensieri la voce di mio zio "Sei contenta di essere a Perth?"

Come sempre ragionai quei pochi secondi sulla risposta da dare: non ero una di quelle che rispondeva così, solo in rare occasioni; tutte le altre volte invece cercavo una risposta secca, che potesse spegnere in alcuni casi la persona davanti, e ormai a forza di farlo mi veniva spontaneo "Sì, almeno mi distaccherò un bel po' da quel paese che tanto amo" risposi sarcasticamente e mio zio sembrò capire perché continuò "Sì so che quel piccolo paese non ti piace per nulla e so anche che era da molto che volevi venire qui"

Annuii lievemente non tanto interessata a quella conversazione, come alle molte che si svolgevano nella mia famiglia d'altronde. Finalmente arrivarono le nostre ordinazioni e io mi fiondai sul mio piatto, cercando di non essere proprio la tipa da hamburger e patatine.

"A che anno sei?" mi chiese Lucas e io alzai lo sguardo dal mio piatto. Lui mi guardava attentamente intanto che aspettava la mia risposta: forza Abby, sii gentile almeno una volta "terzo anno di lingue" risposi tranquillamente "Te?".

Lui rise debolmente e lo stesso fecero zia Clara e zio George e io non potei fare altro che guardarli stranita: perché ridevano, cosa c'era da ridere?!

"Io ho finito la scuola" mi rispose semplicemente "Circa due mesi fa mi sono laureato in giurisprudenza".

Per poco non sputai ciò che stavo mangiando "Laureato?!" sgranai gli occhi "No è impossibile avrai si e no 18-19 anni". Lui per tutta risposta rise "No mi dispiace, ne ho 23". Ok, se prima il cibo lo stavo per sputare, ora mi stava per andare di traverso: 23 anni?! Lui?! No era impossibile, ne dimostrava 19 fisicamente...

"Ah fantastico" risposi "Ne dimostravi meno, veramente". Ecco una di quelle rare volte in cui ero a corto di parole. "Tu invece, considerando che vai al terzo anno, vuol dire che ne hai 17 se non vado errato" mi disse guardandomi con un sopracciglio alzato.

"Infatti ti sbagli, ne ho 19" mentii. Ero troppo cattiva e menefreghista per dargliela vinta e infatti lui mi guardò sorpresa come anche i miei zii che sapevano io stessi mentendo. "No non è vero, stai mentendo" mi disse Lucas con un leggero sorriso.

Incrociai le braccia al petto, appoggiandomi allo schienale della mia sedia e lo guardai beffarda "No è la verità. Mi dispiace dottore ma i tuoi calcoli non possono essere sempre corretti solo perché hai studiato giurisprudenza" feci una pausa "e invece quelli come te si credono chissà chi solo per quello".

Vidi a poco a poco il sorriso di Lucas spegnersi lasciando spazio a un'espressione impassibile. Ora anche lui aveva capito com'ero veramente: cattiva, beffarda, menefreghista, che feriva le persone, antipatica e se vogliamo dirlo anche asociale.

"Sono stata bocciata 2 volte per questo sono ancora in terza" continuai ma venni interrotta da mia zia "Abby ora basta!" mi rimproverò guardandomi negli occhi seria. Il silenzio sembrò piombare in sala anche se era solo il nostro tavolo che era in silenzio per via del clima di tensione che alleggiava sopra di esso.

Scostai lo sguardo guardandomi intorno. "Scusala Lucas ma Abby è..." fece una pausa mia zia come per cercare di trovare una parola che mi descrivesse a pieno "..una ragazza difficile, ha avuto dei problemi in questi anni che l'hanno portata a essere così".

Aveva sbagliato aggettivo ovviamente, e l'aveva fatto per non ferirmi anche se avrebbe potuto dire quello che voleva e io non avrei sentito nulla, sarei stata impassibile perché ormai sapevo di essere così: una ragazza cattiva appunto.

"Comunque ha 17 anni e non ha mai perso un anno fortunatamente anche se studiare non è il suo forte" gli spiegò mia zia. Sentii Lucas rispondere con un "Oh tranquilla avevo capito che non era una ragazza del tutto amichevole ma non importa, non mi ha ferito, veramente. So che molti ragazzi pensano quello che ha detto e ormai non ci faccio neanche più caso".

Pff, bugiardo che non sei altro. Ovvio che ti sei sentito ferito, solo non hai il coraggio di ammetterlo. L'ho capito dalla tua espressione. E poi è normale che molti la pensino come ho detto: per diventare avvocati, giudici, quelli come te, studiano in college privati dove ovviamente solo i ricchi figli di papà possono accedervi.

Non avevo più fatto caso alla conversazione, immersa nelle mie riflessioni com'ero. Alzai lo sguardo dalle mie unghie leggermente rovinate dalla furia dei miei denti e notai che Lucas mi fissava con la bocca e il mento appoggiate sulle mani congiunte, mentre gli zii parlavano tra loro.

In quei casi avrei risposto come sempre arrogantemente ma decisi di lasciar perdere. Non volevo rovinare ulteriormente la serata.

"Bene credo che ora possiamo andare" annunciò mio zio alzandosi seguito a ruota da mia zia e Lucas. Io come sempre fui l'ultima. Zio George pagò il conto e non volevo neanche immaginare quanto era costato il mio semplice risotto.

Uscimmo nella calda sera di Perth. A dir la verità lì il clima non era né caldo né freddo, io con la mia felpa leggera stavo benissimo. Facemmo una passeggiata nelle varie vie dove i negozi erano aperti e le luci inondavano quella città piena di vita. Le strade erano infatti affollate di persone che camminavano e facevano gli ultimi acquisti della giornata.

Grattacieli immensi si stagliavano verso il cielo scuro con qualche stella che luccicava qua e là. Zio George appoggiò un braccio alla vita di zia Clara e la strinse a se. Non potei non notare il sorriso a 32 denti che lei fece: erano veramente contenti e innamorati. Quella parola che io in qualche modo "odiavo" e che però era la più amata.

Io e Lucas camminavamo silenziosi dietro di loro. Ogni tanto tiravo fuori il cellulare per controllare e pregare che ci fosse qualche messaggio a cui rispondere, ma nulla. Era proprio vero che ogni volta che avevi bisogno che una cosa succedesse non accadeva mai.

Sbuffai l'ennesima volta e rimisi in tasca il cellulare. Mi sa che dovevo per forza continuare a guardare quei 2 giovani adulti davanti a me che camminavano abbracciati, si sorridevano e qualche volta si baciavano. Troppo smielato Dio.

Cominciai a guardarmi in giro finché il ragazzo di fianco a me non parlò "Che lingue studi?" mi chiese e io mi girai per guardarlo. Era un bel pezzo più alto di me. Roteai gli occhi ma alla fine risposi "Spagnolo e francese".

Lui annuì piano con l'ombra di un sorriso mentre guardava di fronte a se "Bhe sono due belle lingue, anche io le ho studiate" mi rispose e mi guardò per pochi secondi. Roteai nuovamente gli occhi "Stai cercando di abbordarmi per caso? No perché ti dico già che non sono interessata né a te né a quel genere di sentimenti e cose" gli risposi fredda e lo sentii ridere.

"Tranquilla non sto cercando di conquistarti, sto solo cercando di fare conversazione, cosa che tu odi a quanto vedo" fece una pausa "E poi neanche io sono interessato a te, non riuscirei mai a stare con una persona così asociale" mi disse e quello mi fece comparire un sorriso.

"Oh finalmente ti vedo ridere!" scherzò lui. Sempre con il sorriso gli risposi "Bhe tranquillo, non mi vedrai più così sorridente" feci una pausa "So di essere un asociale e una ragazza abbastanza cattiva, comunque"

Lo vidi annuire piano e la nostra conversazione finì perché la mia attenzione fu attirata da altro: immezzo a tutte quelle luci di negozi aperti e gente che entrava e usciva, c'era un piccolo negozio scuro perché chiuso che si affacciava sulla via dei negozi principali.

Mi avvicinai per guardare le vetrine e come sempre il mio fiuto per quelle cose non mi ingannò: un negozio per skater. Era piccolo ma la vetrina era così colorata per via dei graffiti su delle tavole di legno bianche che facevano da sipario ai vari oggetti esposti: scarpe da ginnastica da veri skater, vernice spray per graffiti, abbigliamento Vans e tanti skateboard e longboard.

Nel frattempo zia Clara, zio George e Lucas si erano avvicinati e guardavano le vetrine del mio negozio preferito. Mi ricordai che non avevo con me uno skateboard questo perché i miei mi avevano vietato di portarmi dietro il mio.

"Abby, tesoro" iniziò mia zia "Sappiamo quali sono i patti con tuo padre e tua madre e cioè niente skateboard per questo periodo".

Sbuffai girandomi a guardarla "Si lo so e sapete una cosa, mi sembra così da stupidi che per punirmi mi togliate la mia passione. Io non cambierò se è questo quello che volete e togliermi lo skateboard non cambierà assolutamente nulla" feci una pausa dove incrociai le braccia al petto e spostai il peso su una gamba "Mi spiace per voi" e feci un sorriso che di ironico non aveva nulla, anzi secondo me assomigliava di più ad un ghigno.

Mi guardarono tutti e tre impassibili anche se potevo vedere la tristezza negli occhi di mia zia "Possiamo andare a casa ora? Sono abbastanza stanca e devo dare da mangiare a Oliver" conclusi sospirando e incamminandomi seguita poi dai miei zii e Lucas che mi guardò sospirando quando gli passai vicino.

Non era neanche passato un giorno da quando mi aveva visto e già aveva capito com'ero veramente.

Memorizzai pian piano la strada che dal negozio portava all'appartamento e scoprii che non era tanto distante quindi ci sarei potuta tornare tranquillamente a comprare qualcosa. Di sicuro non sarei stata senza skateboard tutto il periodo estivo di permanenza dai miei zii.

 Salimmo al decimo piano e quando entrammo Oliver ci corse incontro saltandomi addosso contento. Ecco chi mi migliorava la giornata, anche la più schifosa, lui con i suoi occhioni e le sue feste sapeva tramutarla nella migliore facendomi dimenticare all'istante tutto quello che c'era stato prima.

Mi diressi subito in camera seguita da Oliver che trotterellava al mio fianco felice scodizzolando contento. Mi tolsi le scarpe e le poggiai dentro la scarpiera che avevo in camera. Una cosa di cui potevo vantarmi e di cui andavo fiera era il mio essere ordinata nel riporre i miei oggetti. Mi era stato insegnato fin da piccola.

Mi buttai sul letto a peso morto e sospirai: faceva caldo in quella stanza. Mi alzai e aprii la porta-finestra lasciando che il vento circolasse per la camera. Ecco uno degli aspetti positivi del vivere la decimo piano di altezza: non c'era bisogno dei condizionatori. Bastava aprire la finestra che la brezza subito si faceva sentire.

Sentii un mugolio e girandomi vidi Oliver che mi guardava con le orecchie alzate e il muso leggermente storto: capii che aveva fame quindi pescai dal suo bagaglio il sacchetto di mangime e la sua ciotola e mi diressi in cucina.

Non c'era nessuno, forse erano nelle loro stanze a prepararsi per la notte quindi mi sveltii a dare da mangiare al mio cane per poi filare di nuovo in camera. Non volevo subire un'altra chiacchierata con nessuno.

Lasciai la porta socchiusa e uscii fuori in balcone per fumare. Eh si avete capito bene, io fumo. Non in modo accanito ma ogni tanto una sigaretta ci sta. Mi aiutava a rilassarmi e ormai da quando avevo iniziato non riuscivo a smetterla. Però dovevo dire che una massimo 2 al giorno erano più che sufficienti.

Inutile dire che quando i miei l'avevano scoperto mi avevano fatto la ramanzina ma io non li avevo mai ascoltati e ormai ci avevano rinunciato. Meglio per loro, era solo fiato sprecato.

La accesi tenendola tra le labbra e facendo una specie di conca con una mano per coprirmi dal vento che soffiava e subito feci un tiro. Guardai il mare e la spiaggia, il rumore delle onde che si infrangevano sulla riva, il vento che le trasportava.

Era buio quindi non si vedeva nulla ma il rumore era qualcosa che riusciva a rilassare. Vidi delle persone camminare sul marciapiede della spiaggia illuminato dai lampioni, e voltando lo sguardo potevo vedere tutte le luci dei vari negozi e hotel sulla via principale, come anche gli alti grattacieli che si stagliavano nell'oscuro cielo della notte.

Richiusi nuovamente gli occhi e feci un profondo sospiro intanto che l'aria continuava a muovere i miei capelli.

"Sai vero che fumare fa male?" mi chiese una voce facendomi sobbalzare. Girandomi vidi che era Lucas, appena entrato nella mia stanza e subito seguito da Oliver che mi raggiunse nel terrazzo e si appoggiò con le zampe sulla ringhiera del terrazzo per guardare fuori.

"Sei un cretino!" gli gridai contro ma mi ricordai che eravamo al decimo piano quindi abbassai il tono "Non si usa più bussare!?!". Lui si avvicinò finchè non si appoggiò con le braccia alla ringhiera e guardò prima l'orizzonte e poi me "Scusa" mi disse "La porta era socchiusa e c'era il tuo cane che voleva entrare quindi gliel'ho aperta" e gli lasciò una carezza sulla testa.

"Oliver se la sa aprire da solo. Non ha bisogno dell'aiuto invalidi" gli risposi fredda e dopo avergli lanciato uno sguardo torvo feci un tiro dalla sigaretta e continuai a guardare l'orizzonte scuro.

Lui fece una piccola risata prima di tornare serio "Perché fumi? Ti rovinerai solo la vita e la salute"

Mi stava facendo imbestialire "Non sei mia madre e nemmeno mio padre quindi fatti gli affaracci tuoi. E poi sono libera di fare quello che voglio" gli dissi arrabbiata e dopo l'ultimo tiro spensi la sigaretta in un bicchiere di plastica con un po' d'acqua.

"Rispondere così non ti farà sembrare più grande sai" mi disse con una nota di fastidio nella voce mentre tornavo dentro in camera.

"Infatti non voglio sembrare più grande" gli risposi fredda con una risata che non aveva nulla di ironico "Semplicemente io sono così, lo sono diventata e se non ti sta bene puoi anche fare a meno di parlarmi, tanto a me non cambia nulla tra avere o no la tua amicizia" feci una pausa "Anzi mi stai cominciando a stare antipatico. Sempre ad immischiarti negli affari miei come fossi chissà chi".

Lui scosse la testa "Va bene" disse "Io non conosco te e tu non conosci me ma ti dico solo che stai sbagliando a comportarti così con tutti" fece una pausa e mi guardò serio e immobile "Buonanotte Abby" mi disse abbassando leggermente il capo a mo di saluto e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

Sbuffai: cosa volevano tutti da me! Bhe poteva pensare quello che volevo, io ormai ero così e di sicuro non saranno state le sua parole a cambiarmi.

Aprii il mio portafoglio e contai quanti risparmi avevo: $ 259,50. Una bella somma con cui mi sarei potuta compare qualcosa come ad esempio un nuovo skateboard o un longboard. Decisi che il giorno dopo sarei tornata al negozio con o senza il permesso dei miei zii.

Ripeto: non mi avrebbero impedito di praticare la mia passione per tutto quel tempo. Questo poco ma sicuro.



SPAZIO AUTRICE 

EHI! Ciao a tutti e scusate la mia assenza ma quest'ultimo periodo scolastico è stato veramente duro quindi non ho potuto aggiornare....comunque ecco il nuovo capitolo: che ve ne pare?

Come sempre vi chiedo perfavore di dirmi che ne pensate con una semplice recensione. Veramente vi scongiuro! Ho notato che la storia ha avuto i suoi primi voti e ringrazio quelle persone che hanno votato a favore, veramente, GRAZIE MILLE!

Bhe detto ciò vi lascio e vi do appuntamento al prossimo capitolo (che non so quando pubblicherò, spero presto hahah) e vi lascio con l'immagine di Lucas che trovate ad inizio capitolo. Vi dico solo che lui non sarà il nostro personaggio principale ma che avrà comunque un ruolo importante nella storia ;)

Ciaooo e alla prossima! <3

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