Sanem
"Facciamo un patto, da stasera e soprattutto domani lasciamo da parte il passato, i pensieri negativi e le incomprensione. Facciamo una tregua e immaginiamo di vivere la vita che avremmo voluto per noi, il matrimonio che sognavamo. Ci stai Sanem?".
Volto leggermente il viso per lanciare uno sguardo verso di lui mentre mi chiedo se sono in grado di farlo veramente: posso fingere che non sia successo nulla? Posso immaginare che da quando ha chiesto la mia mano ed ho scoperto che lui era il mio albatros, tutto sia andato nel migliore dei modi e ci siamo sposati, felici di esserci trovati? Nessuna bugia, nessun inganno, solo due ragazzi che si sono innamorati senza sapere niente l'uno dell'altra e che si sono sposati perché era quello che più desideravano. Sono in grado di immaginarlo?
"Ok, vada per una tregua".
La mia risposta arriva spontanea, sono stanca di stare male, di vivere di sensi di colpa e di delusione per come sono andate le cose e come sono stata trattata. Voglio davvero fare finta per qualche ora di essere la sposa felice di un uomo bellissimo che mi ama teneramente e mi ha portato a vivere in una casa che è un luogo fatato.
Mi lascio andare impercettibilmente contro il suo petto, voglio tornare a respirare profondamente, voglio scrollare il peso insostenibile dell'angoscia che da settimane mi grava sul cuore e mi toglie il fiato.
Chiudo gli occhi alla vista stupenda che Can ha voluto regalarmi questa sera perché voglio solo godere del calore del suo corpo, della forza delle sue braccia che mi stringono, braccia che ho sentito perfette per me sin dal primo istante in cui mi hanno stretto al buio di un teatro. Le ali del mio albatros, del mio kötü kral, il re cattivo, che alla fine cattivo non era ma lo è diventato a causa di ciò che gli ho nascosto e delle bugie che gli ho raccontato.
Semplicemente decido di non pensare, voglio solo tornare a respirare l'aria salmastra che arriva dal Bosforo e vivere fino in fondo questo momento. Rimaniamo così non so per quanto, ma il suo training funziona, mi sembra così facile riabituarmi al suo tocco, al respiro caldo che accarezza la mia guancia, alla barba che pizzica la pelle del collo, alle mani che abbracciandomi accarezzano piano le braccia per tenermi al caldo e al sicuro. Potrei abituarmi ad una vita fatta di queste piccole cose, so bene che non posso permettere che succeda, ma so anche che è esattamente questo quello che vorrei .
Solo molto dopo mi giro verso di lui, che mi accarezza piano una guancia in quel modo che sa far battere il mio cuore di un ritmo impazzito. "Andiamo a dormire Can, è tardi per te che domattina devi uscire presto di casa per andare in agenzia". Annuisce e prendendomi la mano mi guida su per l'interminabile scalinata che ci vede arrivare in cima con il fiato corto e il sorriso di chi è appena stato in paradiso. Quando rientriamo in casa mi accompagna fino alla porta della stanza da letto che ho scelto per me. "Domattina uscirò prestissimo ma cercherò di tornare il prima possibile per aiutarti a preparare per la serata ok?" Annuisco incapace di parlare, mi sembra tutto così strano come strano e imprevisto arriva il tocco leggero delle sue labbra sulle mie. "Iyi geceler aşkım , buonanotte amore mio". Allah Allah va bene esercitarsi ad essere vicini, ma quel bacio e quelle parole sanno come rendere la mia notte insonne impegnata a vivere e rivivere il tocco delle sue labbra e la forza delle sue braccia che mi tengono stretta.
Lo sento uscire di casa che il sole non è ancora sorto e solo allora mi alzo anche io, ho tante cose da fare per essere pronta per la serata. Esco a comprare qualcosa per preparare degli spuntini e poi torno a casa per renderla il più possibile una "vera" casa. Lascio in giro i miei oggetti e quelli di Can, ma soprattutto mi faccio coraggio e trasferisco tutte le mie cose nella stanza padronale, una stanza che sento intrisa del suo profumo mascolino e della sua personalità.
E' stranissimo sistemare le mie cose nell'armadio e nei cassetti accanto alle sue, i miei prodotti per il bagno accanto ai suoi nell'armadietto, il mio piccolo accappatoio rosa appeso fuori dalla doccia accanto al suo grande accappatoio blu. E' tutto così strano, ma allo stesso tempo emozionante, se le cose fossero andate diversamente questa sarebbe veramente la nostra vita penso mentre la sera attendo che torni a casa con un'aspettativa del tutto nuova.
Tutto è pronto, ho cercato di curare ogni dettaglio, spero che funzioni, deve funzionare.
Quando sento la chiave girare nella porta il mio cuore perde un battito, sono in salone a finire di apparecchiare la tavola e mi giro verso di lui con un sorriso esitante. Lo vedo immobilizzarsi sul posto guardandomi con occhi che... non saprei definire cosa esprime lo sguardo intenso che posa su di me.
"Sei bellissima Sanem".
Mi sento arrossire per il complimento inaspettato, ho lasciato i capelli sciolti dopo aver arricciato le punte con il ferro, un trucco leggero ed un abito bianco lungo che lascia scoperte le spalle. Lo vedo avvicinarsi piano, appoggia le mani sulle mie braccia mentre lo saluto.
"Hoş geldin benvenuto Can".
Sorride di quel sorriso micidiale che ogni volta mi fa tremare le ginocchia.
"Hoş bulduk aşkım".
Ancora una volta quel "amore mio" sussurrato con tono di voce profondo e sensuale che, unito alla carezza leggera delle sue dita sulla pelle delle mie braccia nude, mi fa correre brividi lungo la spina dorsale fino a che, ecco le sue labbra sulle mie, leggere, delicate in un modo che definirei quasi adorante. Quando si allontana da me intreccia il suo sguardo con il mio mentre sorride. "Non è così difficile vedi?" Mi fa l'occhiolino mentre si allontana per andare a recuperare un bellissimo mazzo di fiori che ha abbandonato sul mobile entrando in casa. "Questi sono per te".
Mi porge un bouquet di fiori di campo e girasoli ed io non posso che accettarlo emozionata. "E' meraviglioso Can, grazie!"
Ancora una volta mi indirizza uno di quei sorrisi micidiali a cui è impossibile resistere.
"Tutto il meglio per rendere felice mia moglie".
Mi chiedo in un lampo di consapevolezza: è così che sarebbe tra noi se fossi davvero sua moglie? Ma so che devo allontanare questo tipo di pensieri, abbiamo fatto un patto che intendo rispettare, non voglio pensare, voglio solo vivere la vita che vorrei.
"Faccio una doccia veloce e ti raggiungo per preparare la tavola". Mentre dice questo già si avvia per il corridoio verso la sua camera.
Lo seguo d'appresso cercando di spiegare. "Can, volevo avvisarti che ..."
Non faccio in tempo a finire di parlare che già è entrato nella stanza e si sta guardando intorno sorpreso di trovare le mie cose sparse qua e là.
"Ecco, volevo dirti che ho dovuto trasferirmi nella tua stanza, mia madre vorrà visitare tutta la casa e non saprei come giustificare la presenza dei miei abiti e le mie cose in quella degli ospiti". Si gira verso di me ancora una volta con una strana espressione sul viso.
"Certo, hai fatto bene, non avevo pensato a questo, per fortuna ci hai pensato tu".
Torturo le mie mani strette tra loro. "Ok, allora ti lascio alla tua doccia, ci vediamo di là. I miei genitori e tuo padre dovrebbero arrivare tra mezz'ora". Lo vedo annuire mentre lascio di corsa la stanza in imbarazzo, nonostante quello che è successo la nostra prima notte di nozze è strano essere con lui in quella che per me ormai è diventata la sua camera da letto. Torno in salotto a sistemare le ultime cose e non passa molto che vengo sorpresa da un abbraccio che profuma tanto di lui. "Eccomi, ho cercato di fare il più in fretta possibile aşkım". Ruoto il capo per guardarlo, sorride rilassato e mi permetto di rispondere con spontaneità al suo sorriso, è questo che farei se fossimo appena sposati e fossi felice di sentirlo vicino. Gli sorrido a mia volta poggiando una mano sulle sue che mi abbracciano.
"Non c'era bisogno che ti affrettassi, è tutto pronto ...aşkım". Mi sembra strano chiamarlo "amore mio", ma i vezzeggiativi sono normali in una coppia di sposini, è bene abituarsi ad usarli. Mi giro rimanendo nelle sue braccia e abbasso lo sguardo sulla sua camicia bianca aperta sul petto e poi sui pantaloni neri dal taglio elegante.
"Stai molto bene signor marito". Sorride. "Grazie, ti ho già detto che sei bellissima stasera signora moglie? A sì, forse sì, anche se bellissima secondo me è riduttivo".
Mi sento arrossire e a lui non sfugge.
"Ehi, dovresti essere abituata ai complimenti di tuo marito. E' colpa mia, te ne ho fatti troppo pochi, d'ora in poi cercherò di recuperare il tempo perduto söz, promesso".
Mi sembra tutto così strano eppure così bello e naturale allo stesso tempo. Vorrei dirgli anche io che lo trovo bellissimo, affascinante, sensuale e... Il suono del campanello arriva a salvarmi da pensieri insidiosi che potrebbero prendere pieghe decisamente inappropriate per la serata. Usciamo sul vialetto ad accogliere i nostri genitori che varcano il cancello con un sorriso radioso che mi ripaga di tutto quello che ho vissuto sino a questo momento anche e soprattutto per non turbarli. Li facciamo accomodare in casa e mi rendo conto di essere emozionata e allo stesso tempo orgogliosa di mostrare ai miei il posto bellissimo in cui mio marito mi ha portato a vivere. Can non si allontana un istante da me, una mano sempre sul mio fianco per tenermi vicina a sé sorride rilassato. Il training ha funzionato, non mi irrigidisco anzi mi sembra così naturale la sua vicinanza o sentire la sua mano che gioca con i mie capelli sciolti mentre scambia qualche battuta con i miei.
"Venite vi faccio vedere l'esterno, ha una vista spettacolare che penso non mi stancherò mai di ammirare, venite". Faccio loro segno di seguirmi in giardino dove proprio stasera un tramonto stupendo sembra voler dare spettacolo per noi e per i nostri ospiti . "E' bellissimo questo posto Sanem". Sento tanta emozione nella voce di mia madre e questo fa emozionare anche me, ha ragione è bellissimo questo posto e non posso provare una punta di angoscia al pensiero che presto dovrò lasciarlo.
Ma per ora sono qui e devo fingere di essere una sposa felice, seguiamo Can che offre agli uomini un aperitivo mentre io e mia madre continuiamo il giro della casa. La vedo osservare tutto con molta attenzione, preoccupata che possa non bastarmi la biancheria e mettendomi in guardia sulla difficoltà di tenere in ordine una casa così grande. Quando arriviamo alla camera padronale quasi trattengo il fiato, ma per fortuna l'unica osservazione che fa è abbastanza innocua.
"Non avete ancora ritirato le foto del matrimonio? Non ne vedo nessuna in giro".
Accidenti, in effetti andare a ritirare le foto del servizio fotografico è stato l'ultimo dei nostri pensieri in questi giorni quindi improvviso.
"Non sono ancora pronte, ce le dovrebbero consegnare a breve". Quando torniamo in salotto scopro il motivo di questa domanda quando mia madre mi consegna una scatola avvolta in un' elegante carta regalo. "Questo è da parte nostra e di Aziz, un buon augurio per la nuova casa". Can mi raggiunge per stringermi al suo fianco con un braccio mentre scarto l'involucro fino a scoprire una bellissima cornice in argento.
Mio padre sorride emozionato. "E' per incorniciare i momenti belli della vostra vita, ora magari saranno quelli del matrimonio più il là le foto di qualche bel nipotino, vero Aziz?". La sua affermazione penso mi abbia fatto avvampare ma ad aggravare la situazione ci si mette anche Can che posandomi un bacio sulla fronte risponde.
" Inshallah, speriamo presto".
Mi giro imbarazzata verso di lui e quando i nostri occhi si incontrano realizzo che in effetti quell'unica notte, la nostra prima notte di nozze, non abbiamo preso alcuna precauzione e mi chiedo se lui lo abbia scelto consapevolmente o meno. Mi stringe ancora di più al suo fianco mentre non so neanche io cosa pensare dell'eventualità di una gravidanza nella situazione in cui ci troviamo, ma certo non è questo il momento per farlo. Mia madre che mi invita a seguirla per andare a prendere in cucina la cena che ha preparato mi riporta alla realtà, faccio per staccarmi da Can ma lui mi trattiene, mi giro verso di lui e con mia enorme sorpresa mi stampa un bacio veloce sulle labbra come se non avesse resistito o come se fosse abituato a farlo in continuazione. Torno ad arrossire mentre vedo i nostri genitori sorridere benevoli di fronte a questa effusione che so essere studiata ad arte, ma non impedisce al mio stupido cuore di battere in maniera incontrollata.
La cena si svolge in un clima rilassato, Can fa di tutto per apparire il più devoto e innamorato dei mariti, mi tiene la mano a tavola mentre chiacchieriamo tra una portata e l'altra, mi aiuta a sparecchiare e servire le pietanze, di quando in quando mi accarezza il braccio o mi scosta una ciocca di capelli dal viso. A mia volta gli sorrido e lo guardo adorante anche se non saprei dire in realtà dove finisce la finzione e dove inizia invece la voglia di guardarlo in questo modo ogni istante di ogni singolo giorno. Penso per un istante che è un gioco decisamente dolce-amaro il nostro, stiamo vivendo la vita che vorremmo per poi doverla rimpiangere ancora di più quando tutto questo sarà finito. Ma non voglio pensarci, non ora, non stasera. Sento lo sguardo attento di mia madre sempre fisso su di me e so che è il momento di dare la migliore versione possibile della sposina innamorata e felice.
Dopo cena ci spostiamo sul patio dove Can offre a tutti un bicchiere di raki per poi sedersi accanto a me sul divanetto di vimini con un braccio sulla mia spalla mentre raccontiamo di Venezia e del nostro viaggio di nozze. Non posso frenare l'entusiasmo mentre racconto di quanto questa città sia scenografica, bellissima, quasi surreale nella sua unicità e, mio malgrado, non riesco a non lasciarmi emozionare dal commento di Can alle mie parole.
"Ero già stato a Venezia in passato, ma è incredibile come il mondo visto attraverso gli occhi di Sanem diventi all'improvviso ancora più bello, tutto con lei accanto assume un nuovo significato".
Si gira verso di me mentre dice questo ed io mi sento profondamente emozionata da ciò che ha detto, sembra davvero il marito teneramente innamorato delle mie fantasie da bambina.
Se il suo intento era impressionare i nostri genitori, di sicuro ci è riuscito e allo stesso tempo ha toccato corde profondo in me che, quando ho deciso di accettare questa tregua, mi ero ripromessa di mettere sotto chiave perché fossero inaccessibili a lui e al suo fascino.
Mentre cerco di non pensare a tutto questo vedo i miei scambiarsi un'occhiata d'intesa e mio padre alzarsi in piedi dicendo. "E' ora di andare per noi. E' stata una bellissima serata, siamo felici per voi ragazzi, avete una casa bellissima e vi auguriamo di vivere tanti anni felici insieme". Ci alziamo anche io e Can per accompagnarli quando le parole di Aziz arrivano come un fulmine a ciel sereno. "Ragazzi, non voglio essere in nessun modo invadente, ma per me si è fatto tardi e sarebbe veramente pesante affrontare più di un'ora di taxi per tornare a casa, non mi sento ancora in piena forma sapete. Vi dispiacerebbe se mi fermassi a dormire qui per poi tornare a casa domattina con calma? ". Io e Can ci scambiano un veloce sguardo d'intesa, ma certo non possiamo rifiutare. " Aziz, non c'è nessun problema abbiamo una stanza degli ospiti già pronta per lei, venga la accompagno". Si alza in piedi protestando. "Cos'è questo "lei" figliola, ti ho già detto che ora puoi chiamarmi babam, papà e darmi del tu. Fai contento questo povero vecchio, per me sei la figlia che non ho mai avuto, sono così felice che Can abbia avuto tanto buon gusto nel scegliere la sua sposa". Le sue parole mi emozionano profondamente e non posso che accettare il suo invito commossa.
"Va bene, allora vieni ti accompagno babam" Gli faccio cenno di precedermi sorridendo quando le parole di Can arrivano a bloccarmi sul posto. "Hai ragione babam, non potevo scegliere una donna migliore per me, Sanem è esattamente quello che ho sempre desiderato in una moglie. Devo ringraziare i suoi genitori per aver messo al mondo una creatura così straordinaria e per avermi, diciamo così, aiutato a prendere la decisione di sposarla". I miei sorridono benevoli e mia madre si avvicina a Can per stringerlo in un tenero abbraccio. "Figliolo, anche tu per noi sei il figlio maschio che non abbiamo avuto. Il nostro primo incontro sarà anche stato decisamente burrascoso, ma abbiamo visto da subito come guardavi nostra figlia, sapevamo che eravate fatti l'uno per l'altra". Can si avvicina a me stringendomi al suo fianco con un braccio e posando un bacio sul mio capo. "Sì, forse l'avete capito prima voi di me, ma non mi ci è voluto molto per comprendere che Sanem era quella giusta". Allah Allah non credo di riuscire ad uscire viva da questa serata. Mentre saluto i miei e poi accompagno Aziz in quella che avrebbe dovuto essere la mia stanza, mi domando come farò a superare la notte accanto a lui, non ero pronta anche a questo.
Dopo aver consegnato ad Aziz tutto il necessario torno in salotto e vedendo che Can ha già provveduto a sparecchiare lo vado a cercare in cucina dove sta finendo di caricare la lavastoviglie. Quando mi vede sulla porta alza uno sguardo divertito su di me sussurrando a bassa voce per non farsi sentire da suo padre. "E' andato tutto bene vero? Siamo stati bravi però a quanto pare la nostra giornata di tregua durerà più a lungo di quello che immaginavamo." Annuisco imbarazzata e lo seguo con lo sguardo mentre si lava le mani e le asciuga con uno straccio prima di raggiungermi. "Vieni moglie mia, è tardi, è ora di andare a letto". Il mio sguardo allarmato gli strappa una risata di gusto mentre appoggia un braccio sulle mie spalle e mi guida lungo il corridoio verso la stanza padronale. Una volta chiusa la porta dietro di noi torna a sussurrare. "Tranquilla, non è la prima volta che dividiamo una stanza no? Vai prima tu in bagno a prepararti, io aspetto". Prendo il necessario dal cassettone del comò dove ho riposto le mie cose questa mattina e mi affretto a chiudermi in bagno. Mi strucco e mi preparo per la notte in tempi record, è già tardi e domattina Can dovrà alzarsi presto per andare in agenzia. Quando esco dal bagno la luce principale della stanza è spenta, solo la lampada sul comodino di Can è accesa ad illuminare la sua imponente sagoma allungata sul letto mentre digita sullo smartphone. Non ci sono divani qui com'era stato a Venezia, nè posso pensare di andare a dormire in salone dove Aziz potrebbe vedermi. Mi faccio coraggio quindi e faccio il giro del letto, tolgo la vestaglia che copre il mio pigiama di seta sottile e senza osare guardare verso di lui mi infilo sotto le coperte voltandogli le spalle. Lo sento alzarsi per spogliarsi rimanendo proprio lì, accanto a me, il fruscio dei suoi abiti mentre li toglie mi arriva chiaro e non posso impedirmi di trattenere il fiato mentre cerco di non immaginare...La luce che si spegne fa piombare il buio nella stanza, sento il materasso muoversi sotto il suo peso quando si sdraia. Poi la sua voce rompe il silenzio assordante che è calato nel buio della stanza. "Iyi geceler aşkım tatlı rüyalar gör, buonanotte amore mio, fai sogni d'oro". Ancora quella voce roca, ancora quel "amore mio" al quale non riesco a rimanere indifferente nonostante sappia che è quello che dovrei fare. Con voce strozzata rispondo piano: "Iyi geceler" . Ecco che con una mossa improvvisa mi stringe a sè, aderisce alla mia schiena circondandomi con le sue forti braccia.
"Can?".
Sento il suo alito caldo sul mio collo mentre risponde. "Shhh, tranquilla voglio solo stringerti tra le braccia. Abbiamo detto che oggi sarebbe stato il giorno in cui avremmo vissuto il matrimonio dei nostri sogni, beh io è così che immagino ogni notte della mia vita con la donna che ho sposato".
Per un attimo penso che dovrei ribellarmi, che non c'è più bisogno di stare vicini o fingere, ma ho accettato la sua tregua e non posso e non voglio tirarmi indietro proprio ora. Sospiro, muovendomi appena per mettermi più comoda nell'incavo della sua spalla.
"Anche io Can, anche io lo immagino così".